Dalì: un catalogo di opere suggestive e bizzarre

 

Presentiamo il catalogo della mostra Dalí Experience a Palazzo Belloni  di Bologna. Dalì è personaggio conosciutissimo, persino da coloro che non hanno fatto studi d’arte. Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, marchese di Púbol (Figueres, 11 maggio 1904 – Figueres, 23 gennaio 1989), è stato un pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer e sceneggiatore spagnolo. Dalí fu un pittore abile e virtuosissimo disegnatore, ma celebre anche per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste. Il suo peculiare tocco pittorico fu attribuito all’influenza che ebbero su di lui i maestri del Rinascimento. Realizzò La persistenza della memoria, una delle sue opere più famose, nel 1931. Il talento artistico di Dalí trovò espressione in svariati ambiti, tra cui il cinema, la scultura e la fotografia, portandolo a collaborare con artisti di ogni settore. Faceva risalire il suo “amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo, la mia passione per il lusso e la mia predilezione per gli abiti orientali” a una auto-attribuita “discendenza araba”, sostenendo che i suoi antenati discendevano dai Mori. Dalí, dotato di una grande immaginazione e con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti, irritò coloro che hanno amato la sua arte e infastidì i suoi detrattori, in quanto i suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l’attenzione più delle sue opere.

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La “rivoluzione industriale” dei motori a vapore

 

A BARI
A Bari (Puglia), nel 1870, Giuseppe Avella, apre il suo pastificio. Questo è dotato di 5 torchi idraulici della potenza di 16 cavalli vapore, la cui costruzione si deve alla C.T.T Pattison di Napoli. Quindi, un’altra fabbrica all’avanguardia presente nel Mezzogiorno. Lo sviluppo rallentato, soprattutto imprenditoriale, condizionò, comunque il mercato barese. Contemporaneamente, ad Avella, infatti, Filippo Giove, imprenditore barese, la cui colpa era solo quella di essere proprietario di un mulino meccanizzato, venne messo sotto convocato dalla commissione di inchiesta per l’industria, per il periodo tra il 1860 ed il 1870. Lo stesso Filippo Giove ci attesta la qualità del grano duro coltivato in Basilicata, un potenziale enorme per lo sviluppo di mulini e pastifici.
Uno scritto del 1895, ci riporta la presenza, sempre nella provincia di Bari, di 120 pastifici, di cui, però, solo 16 sono dotati di attrezzature azionate da forza motrice a vapore.
Quello che manca, oltre all’imprenditorialità, sono i capitali e le associazioni di industriali, che battano la concorrenza, “per cui l’industria non può perfezionarsi” (Filippo Giove). Se rari sono i pastifici industriali, ancora meno sono le associazioni di imprenditori della pasta, che uniscano le proprie risorse finanziarie, per rendere forte l’azienda. Un esempio di questa possibilità è il pastificio “Montrone-Travaglio”, di Bari, che venne costituito da 10 pastai uniti in cooperativa, nel 1887. Tutto lo stabilimento era ricco di una macchina a vapore da 30 cavalli. In esso lavoravano 50 operai e raggiungeva una produzione di 20 quintali di pasta al giorno. I suoi prodotti coprivano l’intero mercato italiano, ma parte della produzione era anche destinata all’esportazione. Era ancora esistente alla data del 1912.

A NAPOLI
Lentamente, ma progressivamente, la “rivoluzione industriale” dei motori a vapore investe, nello stesso periodo, anche Napoli. A Torre Annunziata e Gragnano appaiono i primi pastifici a motore. Da un testo contemporaneo, che analizza lo sviluppo delle industrie della pasta nella provincia, sappiamo che a Gragnano vi erano 3 pastifici e 11 a Torre Annunziata, mossi da motori a vapore o a gas.

A MILANO

Lo sviluppo del settore, viene investito da nuove invenzioni. Nel pastificio Tommasini di Milano, ad esempio, le macchine vengono azionate da elettricità prodotta
da un alternatore che gira mosso da una motrice a vapore. Ma non basta. Tommasini inventa e brevetta un sistema per ottenere un’essicazione artificiale perfetta. Infatti, il suo stabilimento è in grado di produrre, nel 1898, ben 300 quintali di pasta ogni giorno.

Una corrispondenza tra tessuto urbano e paesaggio

In un luogo di mezzo, scandalo da tempo sospeso tra il ritmo veloce della città e il lento della campagna, il rilievo del contesto e la sua interpretazione ribadisce, attraverso la progettazione architettonica, la corrispondenza tra tessuto urbano e paesaggio. Ai margini di Firenze, in luoghi dalla forte vocazione a frasi soglie che introducono la città nella campagna, il progetto di architettura tenta di tenere insieme le misure che definiscono la realtà urbana con le regole della civiltà contadina, dove il principio insediativo è dettato dalla topografia ove si sottomette la tipologia e l’impianto architettonico. L’analisi del contesto e il successivo sviluppo delle proposte progettuali, hanno reso possibile l’analisi, attraverso gli strumenti della composizione, tra condizione geografica e condizione architettonica; i lavori, come sonde poste a registrare e restituire i tratti caratteriali del luogo ..

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Pop art: oggetti, miti, linguaggi della società dei consumi

 

La pop art è una corrente artistica della seconda metà del XX secolo che deriva dalla parola inglese “popular art”, ovvero arte popolare (con un’accezione del termine diversa dall’uso comune). Si interessa della forma e della rappresentazione della realtà. I maggiori rappresentanti del genere furono tra gli altri: Roy Lichtenstein, che si richiamò al mondo dei fumetti; George Segal, che costruì a grandezza naturale figure in gesso colte in gesti di vita quotidiana; Claes Oldenburg e Andy Warhol che riprodusse in grande scala beni di consumo, o fece apparire molli e quasi in decomposizione oggetti tecnologici; James Rosenquist, con i suoi enormi cartelloni pubblicitari. Maestro riconosciuto della pop art fu Andy Warholanche regista cinematografico, che trasformò l’opera d’arte da oggetto unico in un prodotto in serie, come nella celebre serie dei barattoli di zuppa di pomodoro Campbell, con la quale egli confermò, di fatto, che il linguaggio della pubblicità era ormai diventato arte e che i gusti del pubblico si erano a esso uniformati e standardizzati. Altrettanto celebri sono David HockneyJeff Koonsmentre Jasper Johns e Robert Rauschenberg sono considerati i capiscuola della pop art americana.

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Conservazione e sostenibilità degli edifici storici

 

Le problematiche legate all’efficienza energetica del patrimonio edilizio esistenti sono un tema molto attuale. Come riportano anche recenti direttive, il settore edilizio è responsabile del 40% del consumo energetico da parte di un settore economico e prioritario. Applicato ai beni architettonici storici, considerevole parte del nostro patrimonio edilizio, il tema diventa ancora più complesso e rilevante. In questo caso infatti gli interventi sull’efficienza energetica sono subordinati alla compatibilità con i principi di conservazione e tutela del patrimonio culturale. Il primo passo per un progetto di restauro in grado di rispondere alle sfide odierne è riconoscere negli edifici antichi il carattere intrinseco di sostenibilità.

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Dialogo fecondo tra progetto urbano e paesaggio

 

La ricerca affronta uno dei temi più nevralgici e recenti del territorio contemporaneo, quello della qualità spaziale, sociale ed ecologico delle aree peri-urbane. In una nuova prospettiva ineludibile per tutti gli utenti che credono nella necessità di disaccoppiare la crescita da espansione ‘. Ribaltare la prospettiva della ‘pianificazione per divenire volano di sviluppo del ciclo edilizio’, significa prospettare ordinamenti spaziali derivanti da un dialogo fecondo tra le scienze del progetto urbano e le scienze del paesaggio.

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Dai maestri pastai alla rinascita tecnologica


L’innovazione tecnologica cambia gli scenari e le prospettive. Nasce l’industria della pasta moderna. Tutto dipende dall’energia. Si parte dal motore a vapore, per giungere a quello elettrico. Parallelamente cambiano i macchinari. Dopo un attento studio delle fasi e dei movimenti degli operai, vengono inventate macchine prima in ghisa e poi in acciaio. Diminuisce il numero degli operai, mentre si qualifica il mestiere dei pastai, che ora diventa di controllo della produzione.
Dalle botteghe della pasta medievali si arriva ai pastifici attuali. I macchinari permettono di decuplicare la produzione, in maniera più precisa e controllata. La rivoluzione tocca tutta la filiera produttiva, a partire dai mulini, che ora vengono mossi da motori a pistoni.

Cambia il mondo della pasta. Dai maestri pastai si arriva agli imprenditori, esperti del mestiere, ma anche degli aspetti finanziari, perché le macchine costano molto e c’è bisogno di ingenti finanziamenti. È così che lavorano i pastai del Nord Italia. La loro produzione, ora meccanizzata, raggiunge velocemente e supera quella del Meridione. La vecchia esperienza e abilità tecnica, ora va in soffitta.

Si comincia dalla forza motrice del vapore, che aziona i torchi idraulici, che appaiono anche a Napoli, intorno al 1840. A questa data, un ricco commerciante del posto, Nicola Fenizio, apre a Gragnano una fabbrica attrezzata proprio con quattro torchi idraulici. La sua produzione schizza alle stelle, mettendo in serie difficoltà gli altri pastai. Immediatamente, la corporazione chiede la chiusura della fabbrica. Sta di fatto che la nuova tecnologia appare sulla piazza di Napoli. D’altra parte, in periodo borbonico, dove più o dove meno, si è all’avanguardia in alcune attività: come ad esempio la pasta prodotta da Nicola Fenizio. Altre fabbriche ed altre regioni del Sud proseguono nelle tecniche tradizionali e solo dopo l’Unità d’Italia inizia una vera riflessione.

La realtà virtuale per “navigare” i dipinti famosi

 

Il tema di questa tesi di laurea è la realtà virtuale come mezzo di comunicazione nei musei. Il lavoro riguarda un servizio da offrire ad un museo, basato su un allestimento ed un’interfaccia idonea a rendere i quadri famosi navigabili da parte degli utenti. L’elaborato si divide in tre parti, con lo scopo di sviluppare un sistema per migliorare l’esperienza di visita del percorso museale. Nella prima parte è studiato lo scenario d’interesse legato ai differenti Beni Culturali esposti. Particolare attenzione è stata data all’immersività dei fruitori. Nella seconda parte sono esposte le ricerche sui dispositivi più immersivi, come quelli relativi alla realtà aumentata. La terza parte, naturalmente, è dedicata al progetto, del quale sono enunciati gli obiettivi, i target e l’utilizzabilità dei dispositivi di cui i musei potrebbero dotarsi per coinvolgere nel modo più accattivante i visitatori.

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Le tavole originali dei maestri del fumetto

 

Proviamo a sfogliare questo catalogo d’asta, non per acquistare tavole e illustrazioni originali dei grandi maestri del fumetto; ma per provare a conoscere questi grandi disegnatori, a partire dal 1890. Scopriremo tanti modi di esprimere la loro arte e tante storiche pagine domenicali dei grandi quotidiani internazionali. Ci soffermeremo sulle pagine dei volumi dedicati a tutte le età, a cominciare dall’infanzia, come le belle illustrazioni di Filippo Filiberto Scarpelli elaborate ad inizio del Novecento e tanti altri autori a seguire.

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La grave crisi del “macinato” apre l’era industriale

 

Nel 1868, il settore della pasta e l’Arte bianca in generale, entrano in una grave crisi economica. Questo si deve alla promulgazione della famosa “tassa sul macinato”, da parte di uno dei primi governi dopo l’Unità d’Italia. La legge finisce per colpire le attività manifatturiere non ancora meccanizzate e, in particolare, i vecchi mulini idraulici. Poiché queste piccole aziende si trovano in gran parte al Sud, cosicché il Meridione entra in una grave crisi.

Nel 1878 dei mugnai di Gragnano presentano una petizione al governo. In questo documento viene illustrata la tragicità del momento. Partendo da una realtà florida, con 32 mulini idraulici e 110 pastifici, dopo la legge, molte delle attività falliscono o sono costrette a chiudere, per mancanza di utili. I 14.000 abitanti di Gragnano, così, oltre al pane perdono anche il lavoro. Inutile dire che molti piccoli mulini ad acqua furono costretti a chiudere, qualche altro a meccanizzarsi con motori a cilindri, già presenti nel nord Europa. Nel disastro, purtroppo, impera la lentezza nel rinnovarsi.

Nel Meridione il colpo è più duro. In Sicilia, nella provincia di Palermo, in questo frangente, si contano solo 30 mulini a vapore e 478 ad acqua. In provincia di Messina, addirittura esistono appena 20 mulini a vapore contro 637 mulini idraulici. Le attività molitorie, molto frammentate e di piccole proporzioni, non sono in grado di resistere alle richieste economiche e di mercato. Ciononostante, è proprio da questa grave crisi che parte la riscossa degli imprenditori, che affronteranno con decisione la necessaria meccanizzazione a motore delle loro attività.
Alla crisi del macinato, si aggiunge il potenziamento dell’industria della pasta francese, in concorrenza con quella italiana. In pochi anni, dal 1870 al 1873, infatti, le esportazioni in Francia si dimezzano, perdendo anche fette di consumatori nell’Italia del Nord.