Progresso meccanico della pasta: il futuro che arriva

 

Nicola Fenizio è visto come un demone, a Gragnano, dai suoi colleghi pastai, che, sindaco in testa, gli fanno la guerra, a difesa della loro professionalità e della qualità dei loro prodotti, che rimangono, comunque, artigianali. In ogni caso, la sovrabbondante produzione di Fenizio era divenuta tale da conquistare larghe fasce del mercato. L’industrializzazione era concorrenziale alle manifatture. La misura familiare dei piccoli pastai non era più sufficiente. Incapaci di modernizzarsi, ma anche solo di unirsi in attività maggiori a livello finanziario, la bravura non fu più sufficiente. Neppure esorcizzare Fenizio. Molte attività persero terreno e vennero travolte dal futuro che arrivava. Il progresso meccanico faceva parte di questo futuro, e gli sviluppi lo dimostrarono.

Purtroppo questa fase di transizione procurò le sue vittime. Oltre ai pastai, che chiusero la loro azienda, vi furono molti operai, che persero il lavoro, sostituiti dalle nuove macchine. Disoccupazione e miseria furono l’effetto dell’immediato futuro. Un danno, anziché un vantaggio. E se questo accadeva per i pastifici, lo fu anche per i mulini. Il potenziamento meccanico mandò a casa molti operai. Il malcontento era tale, che, nel 1878, ne uscì la rivolta chiamata “delle marsigliesi”. Ci si riferiva non all’inno, ma alle macchine provenienti da Marsiglia. Queste setacciavano automaticamente le varie semole, mentre un sistema a motore, funzionante con aria in movimento, le aspirava. Quindi, la setacciatura manuale delle semole, svolta nei pastifici tra le attività iniziali, ormai non era più necessaria. Da qui nuovi licenziamenti.

Il vento, il sole e la giusta umidità, l’esperienza secolare dei mastri pastai, hanno reso Gragnano luogo ideale per la produzione della pasta di grano duro.

Nel 1878, con la miseria che dilagava, causata anche dalle macchine introdotte, scoppiò la rivolta degli ex operai e di tutti coloro che vivevano nel malcontento. Durò per cinque giorni e da Torre Annunziata si allargò a tutta la regione. I rivoltosi assaltarono sia mulini che pastifici, distruggendo e martellando, con danni gravi alle macchine, causa dei tumulti stessi. Vi furono risse e scontri. Dovette intervenire la polizia ed i militari dell’esercito, per sedare la rivolta.

Quando, nel 1884, la tassa sul “macinato” fu tolta dal governo, l’impulso creò le condizioni giuste per uno sviluppo industriale nei vari settori. Senza più nessun ostacolo frapposto.

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