È Pasqua. Resurrezione o risurrezione, sappiamo tutti di che cosa stiamo parlando: della resurrezione di Gesù Cristo. Nell’antichità la morte era la fine della vita. Nella mitologia greca solo gli dei erano immortali. Gli uomini rimanevano ombre nell’Ade. Nella Bibbia, l’uomo ritornava polvere. Se si moriva prematuramente, l’accadimento era giudicato come punizione divina. Solo a livello di comunità salvata, si concepiva la morte del singolo. Il concetto di resurrezione appare, per la prima volta, nella Bibbia con Isaia e Daniele. La morte poteva essere superata solo per volontà divina. Altrimenti la resurrezione avveniva alla fine dei tempi, nel Regno di Dio, con la vittoria finale sul peccato.
Il nostro concetto di resurrezione, viene spiegato da Gesù Cristo stesso, per più volte e in contrasto con le credenze dei Sadducei. Questo si ritrova nei vangeli, gli Atti degli Apostoli e nelle Lettere di S. Paolo (ai Romani). L’evangelista Marco usa, a questo proposito, un termine greco ad indicare l’atto di “rialzarsi” per acquisire un altro corpo, Gesù ammonisce gli apostoli a parlarne solo dopo la sua resurrezione. Nelle lettere di S. Paolo (agli Ebrei), ammettendo il controllo della morte al diavolo, S. Paolo afferma che solo Dio salva, dà la vita o ridà la vita. Il Cristo ha liberato dalla schiavitù e ha reso l’uomo una nuova creatura, regalandogli una nuova vita. La sua venuta, morte e resurrezione è fondamentale per l’uomo. Tanto che Marco scrive: Non avere paura, abbi solo fede.
Col tempo, la Chiesa ha posto il tema della resurrezione come fondamentale, essenziale. Mentre, infatti, agli inizi del Cristianesimo, il destino delle anime veniva toccato di passaggio. Si attendeva la seconda venuta (l’arrivo di Parusia, la presenza del Divino) e la salvezza dell’umanità. Il tema dello Sheol (il “mondo delle anime”) divenne poi centrale. Nel corso dei secoli, si è rivalutata, non solo la resurrezione di Gesù Cristo, ma anche quella di Lazzaro di Betania (Vangelo di Giovanni) e le altre presenti nei racconti evangelici (ad esempio in Matteo). Anche S. Paolo si dichiara sicuro della risurrezione dei morti (negli Atti): “nutrendo in Dio la speranza (…) che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti”. Altre citazioni si ritrovano nei Tessalonicesi e nell’Apocalisse.
Non essendo prossima la Parusia (o ritorno del Cristo) si modulò il concetto di resurrezione. Nell’ebraismo i giusti erano accolti nel “seno di Abramo” (viene citato anche nel Vangelo). Nel Cristianesimo, questo venne denominato “Paradiso”, che sarebbe giunto dopo un eventuale periodo di purificazione (in Purgatorio). Ecco che diventa fondamentale la preghiera per la salvezza delle anime scomparse, soprattutto nei primi tre giorni dopo la morte e, naturalmente, anche dopo. La sostanza e l’importanza della preghiera, la ritroviamo nella Chiesa Cattolica e in quella Greco-Ortodossa. Alla fine del mondo ecco il Giudizio universale, per i giusti e gli ingiusti, con la resurrezione della carne e la vita eterna nel Regno di Dio, come premio o per punizione.
VIDEO SULLE PROCESSIONI DI PASQUA
Lipari, la processione di Pasqua 2016
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Processione di Pasqua a sulmona
Domenica di Pasqua – Processione di Cristo Risorto a San Ferdinando di Puglia – 27/03/2016
Fonte dell’immagine: Antonello da Messina, Crocifissione, 1475 circa, Anversa.