SabirFest, giunto alla IV edizione, inizia oggi e finisce l’otto ottobre. Quattro giorni intensi di manifestazioni disseminate tra Messina, Catania, Reggio Calabria, per far germogliare un seme: il “Manifesto per la cittadinanza mediterranea”. Sarà proposto alla discussione in SabirMaydan, la piazza nella piazza, per ripensare nuove forme di cittadinanza, per superare vecchie e nuove ingiustizie, vecchi e nuovi pregiudizi. Quest’anno l’headline della manifestazione è “Io sto con SabirFest”. Stare dalla parte di SabirFest significa pensare finalmente al Mediterraneo come casa comune, significa stare dalla parte del nostro futuro, perché il Mediterraneo è il nostro futuro. Manco a dirlo, giacché da tempo immemorabile – focalizza Fernand Braudel – nell’universo del Mediterraneo «il plurale ha sempre il sopravvento sul singolare: esistono dieci, venti, cento Mediterranei, e ognuno di essi è a sua volta suddiviso». Grandi contrasti hanno perennemente spezzato l’immagine unica di questo mare, che da sempre è il cuore del Vecchio Mondo. Il Sabir, la “langue franque ou Petit mauresque”, ha cercato di colmare a suo modo il divario, almeno fra la gente di porto e i marinai. Ma ancora oggi la gente vuole parlarsi, per capire flussi e riflussi, e trovare il “legame naturale” fra le proprie culture differenti nate però sulle sponde dello stesso mare. Conoscenza, libertà, solidarietà, diritti, saranno infatti i punti cardinali di una nuova rosa dei venti, grazie alla quale orientare il viaggio in queste quattro giornate. Un programma articolato di appuntamenti con scrittori, registi, giornalisti, artisti, di diverse nazionalità. E poi libri – tanti ne raccoglie la mostra-mercato di SabirLibri – e incontri, e laboratori, cinema, teatro, musica per un pubblico di tutte le età. All’insegna della sacra ospitalità mediterranea.
Pubblicato su 100NOVE n. 38 del 5 ottobre 2017