Generalmente si attribuisce
l’Encyclopédie a Diderot e
d'Alembert. In realtà,
quest’ultimo rinunciò alla
condirezione nel 1759. Fu Diderot
a concludere con tenacia l’opera
enciclopedica nel 1772.
Denis Diderot nacque a Langres, il
5 ottobre del 1713, da famiglia
cattolica e relativamente
benestante. Questa aveva deciso
per il futuro del ragazzo di
avviarlo o ad una carriera
ecclesiastica o ad una laurea
giuridica. Il giovane Denis,
invece, dopo gli studi in un
collegio gesuita, si trasferì a
Parigi e, nel 1732, si laureò
magister artium, titolo alquanto
generico, ma che gli permetteva
pluralità di strade. A Parigi,
si applicò a diversi lavori, quale
scrivano pubblico o precettore,
mentre, intanto frequentava i
salotti e i caffè parigini, dove
la gioventù portava avanti idee
illuministe e libertine. Fu
perfino segnalato alla polizia
come "giovane pericoloso" per le
sue idee contrarie alla religione.
In questi posti il giovane Diderot
conobbe Jean-Jacques Rousseau, che
proveniva, anch’esso, dalla
provincia. Fu un rapporto inquieto
e controverso, che ebbe fine
quando il giovane Rousseau lasciò
Parigi e i suoi amici, colpevoli
di non condividere appieno le sue
idee.
Per integrare le
proprie conoscenze alquanto
limitate, egli studiò greco,
latino, medicina e musica. Per
vivere, svolse attività di
traduttore. Fu così che ebbe a
conoscere molti aspetti
dell’Illuminismo, che ne fecero,
successivamente, uno dei maggiori
esponenti della corrente
filosofica. Tradusse il Saggio
sulla virtù e sul merito
dell’inglese Anthony Ashley
Cooper, terzo conte di
Shaftesbury, che propugnava idee
di tolleranza e libertà, e la
versione francese del
Dictionnaire universel de medicine
scritto dal medico inglese Robert
James. Nella traduzione fu
coadiuvato da François-Vincent
Toussaint e da Marc-Antoine Eidous
(Parigi 1746-1748). Nel frattempo
scrisse diversi saggi, di
impostazione deista o dove
criticava duramente sia la
superstizione che l'intolleranza.
Nel 1743, si era sposò con una
camiciaia, Antoinette Champion
detta Nanette, con cui avrà una
figlia. Nel 1756, intesserà una
relazione con Sophie Volland.
Intanto, nel
1745, come abbiamo visto,
l’editore Le Breton lo aveva
chiamato a partecipare alla
traduzione della Cyclopaedia di
Ephraim Chambers. Nel 1747,
avendo rinunciato al progetto Jean
Paul de Gua de Malves, che ne era
il direttore, questa gli fu
affidata ufficialmente il 16
ottobre del 1747. Per i
suoi scritti Diderot fu condannato
e incarcerato, nel 1749, nel
castello di Vincennes, dove scontò
cinque mesi di prigione.
Fino all’incarico per
l’Encyclopédie, la vita di
Diderot sembra non possedere
qualità particolari. Invece, è
proprio questo spaziare in
discipline diverse, dalla
filosofia alla biologia,
dall'estetica alla letteratura,
che ne forgia il carattere e lo
prepara a quello che sarà il suo
futuro. In più, egli guadagna una
grande flessibilità sia sui generi
di scrittura, che nell’apertura
dialettica del suo pensiero.
Dimostrò d’essere l’uomo giusto,
al posto giusto e nel momento
giusto. Nella grande avventura
dell'Encyclopédie,
inizialmente fu coadiuvato da
D’Alembert (che rinunciò nel
1759). Di questa egli ne fu il
grande artefice, anche solitario,
infaticabile, mai domo. Ne fece un
irrinunciabile obiettivo di
rinnovamento politico e culturale,
e per la diffusione della
prospettiva illuminista.
Durante il periodo di
redazione dell'Encyclopédie,
Diderot scrisse molto, ma
poiché veniva criticato e
intralciato continuamente sia
dalla monarchia che dai gesuiti,
si limitò a farli leggere agli
amici, non pubblicandoli. I testi
finirono in gran parte per uscire
postumi, anche dopo parecchi
decenni dalla morte. Oltre a saggi
filosofici, compose dialoghi,
romanzi e testi per il teatro.
Un aspetto poco conosciuto è
quello del suo interesse per
l’arte e la critica d’arte. Il
genere era nato da poco (intorno
al 1730). Anche una storia critica
della letteratura era stata
realizzata contemporaneamente, in
Olanda e dai benedettini di
Saint-Maur. Egli si applica alla
critica d’arte, potendo visitare
grandi collezioni artistiche di
pitture del XVI e XVII. A Parigi
in quel periodo si potevano
visitare le raccolte al Palais
Royal (le collezioni del duca
d'Orléans), in rue Richelieu (le
collezioni di de La Live de Jully)
e la collezione del barone
d'Holbach, suo amico. A queste
vanno aggiunti i Salons
(esposizioni di pittura), che
erano dapprima annuali e poi
divennero biennali (dal 1746 al
1781). Si aprivano il giorno 25 di
agosto, dedicato a San Luigi,
quindi in onore al Re, e
terminavano verso la fine di
settembre. Vi si poteva accedere
gratuitamente. Attraverso una
serie di corrispondenze, Diderot
commentava i Salons in maniera
innovativa. Egli, infatti,
associava il punto di vista
tecnico con quello estetico,
caratterizzando la critica d’arte
fino a Baudelaire.
Diderot ebbe
un rapporto speciale con
l'imperatrice Caterina II di
Russia, non solo perché nel 1762
questa acquistò la sua biblioteca
(mantenendone l’uso come
bibliotecario), ma, soprattutto,
perché, nel 1773, fu consulente
per vari progetti di rinnovamento
della società e dell'istruzione
russa. Si trasferì, alla fine
della sua vita, nel quartiere di
Saint-Roch, poichè il parroco
della chiesa aveva
acconsentito a seppellirlo
cristianamente.
Nel
febbraio 1784 gli arrivò la
notizia della morte di Sophie, che
lo devastò del tutto. Il dolore fu
così grande da portarlo alla
morte pochi mesi dopo, il 31
luglio. La sua biblioteca con i
suoi manoscritti originali furono
trasferiti, successivamente, a
Pietroburgo.
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