La
Storia del Metodo scientifico può
farsi larvatamente risalire già in
epoche lontane, come gli Egizi, ma
è con Galileo Galilei che se ne
fissa il nucleo essenziale, con il
rapporto stretto tra teoria ed
esperimento.
Tra il
XVI e il XVII secolo, con Galilei,
nasce, sostanzialmente, la
scienza. Una figura similare non
esisteva prima, in quanto ad
occuparsi di “scienza” vi erano
logici e matematici, qualche vago
astronomo, ma soprattutto,
filosofi, che si occupavano di
filosofia naturale. Con Galilei si
realizza una netta cesura tra il
prima e il dopo. Con la nascita di
scienza e scienziato, si
concretizzano le prime
formulazioni (e applicazioni) del
metodo scientifico.
Gli Egizi
Gli egiziani
avevano sviluppato un metodo per
prevedere le piene del Nilo. A
parte questa abilità, nel campo
scientifico, erano ad uno stadio
avanzato solo nella chirurgia.
Questa seguiva determinate
procedure, quali l’anamnesi, la
diagnosi, la terapia e
l’intervento chirurgico. Quest’
ultimo era organizzato in:
preparazione del paziente,
strumentazione tecnica necessaria,
tecnica operatoria, continuando
fino alla prognosi e al decorso di
guarigione. Nonostante queste
abilità, la medicina stessa era,
in pratica, inesistente. Non
avendo alcun rapporto tra causa
della malattia ed efficacia delle
cure applicate, finivano per
praticare le strade della
superstizione e delle credenze
religiose. Altri indirizzi
scientifici erano pressoché
inesistenti.
L’epoca classica greca
Con il mondo
greco nasce la filosofia
(progenitrice della scienza).
Insieme ad essa viene creato un
metodo di pensiero, basato su
ragione ed argomentazione. Prima
della sua creazione il pensiero
dipendeva esclusivamente dal
dogmatismo religioso. I
filosofi greci tentano di
raggiungere una realtà immutabile
un nucleo di conoscenza
inoppugnabile, la verità assoluta
e condivisibile. Tra i termini
creati dai filosofi greci
troviamo: «sapere» (sophia),
«ragione» (logos), «verità»
(alétheia) e «scienza» (epistéme).
Tutti elementi della nuova
ricerca. Nella loro epoca,
tuttavia, alla filosofia si
affiancavano Miti e pseudoscienze
capaci di prevedere il futuro
(come l’astrologia). Tutte quelle
discipline che permettevano di
conoscere il futuro erano
considerate scientifiche.
Aristotele, che regolo
sistematicamente il sapere
raggiunto dalla sua generazione,
diede vita alla logica formale,
che si basava sul sillogismo, cioè
sul metodo deduttivo, che
raggiunge risultati che non
possono essere contraddittori con
le premesse di partenza.
Per il problema di una possibile
conoscenza, Aristotele definì un
percorso che, partendo dal
soggetto, non fosse semplice
raccolta di dati sensibili, ma da
questi, attraverso l’intelletto
attivo, il raggiungimento di una
realtà astratta eterna e
intelligibile (diremmo
tipologica). Secondo Aristotele la
scienza, che conosceva le cause
dei fenomeni era la vera
conoscenza, diversa da chi
conosceva soltanto i fenomeni,
senza la causa.
A parte la
filosofia, quello che potremmo
definire il primo scienziato è
Archimede. I suoi saggi, in cui
parla e riferisce i suoi
esperimenti e le sue teorie in
proposito, furono studiati molto
attentamente da Galileo Galilei,
che ne prese spunto. Basti pensare
al testo Sui corpi
galleggianti, dove Archimede
enuncia il principio di cui ha
preso il suo nome.
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