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GALILEO GALILEI ED IL METODO SCIENTIFICO
   

 
Da giovane scopre l'isocronismo delle oscillazioni del pendolo
 
Pratica artigianale e pratica scientifica
 
Galileo e Simplicio ovvero il "Dialogo" della discordia
   
 
  IL METODO
   

Metodo scientifico, definizione ed aspetti correlati

 

Mondo Antico: la nascita dei metodi filosofici

 
Mondo Medievale: molta filosofia ma poca scienza
 

Galileo Galilei dà avvio alla scienza e alla conoscenza

 

La Rivoluzione del metodo di Albert Einstein

 

Elementi del Metodo induttivista

 

Elementi del Metodo deduttivista

 
Differenze nell’utilizzo del metodo scientifico
 

Il punto di vista di Karl Popper

 
Critiche al metodo scientifico

 
 
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La Storia del Metodo scientifico può farsi larvatamente risalire già in epoche lontane, come gli Egizi, ma è con Galileo Galilei che se ne fissa il nucleo essenziale, con il rapporto stretto tra teoria ed esperimento.

Tra il XVI e il XVII secolo, con Galilei, nasce, sostanzialmente, la scienza. Una figura similare non esisteva prima, in quanto ad occuparsi di “scienza” vi erano logici e matematici, qualche vago astronomo, ma soprattutto, filosofi, che si occupavano di filosofia naturale. Con Galilei si realizza una netta cesura tra il prima e il dopo. Con la nascita di scienza e scienziato, si concretizzano le prime formulazioni (e applicazioni) del metodo scientifico.

Gli Egizi
Gli egiziani avevano sviluppato un metodo per prevedere le piene del Nilo.
A parte questa abilità, nel campo scientifico, erano ad uno stadio avanzato solo nella chirurgia. Questa seguiva determinate procedure, quali l’anamnesi, la diagnosi, la terapia e l’intervento chirurgico. Quest’ ultimo era organizzato in: preparazione del paziente, strumentazione tecnica necessaria, tecnica operatoria, continuando fino alla prognosi e al decorso di guarigione. Nonostante queste abilità, la medicina stessa era, in pratica, inesistente. Non avendo alcun rapporto tra causa della malattia ed efficacia delle cure applicate, finivano per praticare le strade della superstizione e delle credenze religiose. Altri indirizzi scientifici erano pressoché inesistenti.

L’epoca classica greca  
Con il mondo greco nasce la filosofia (progenitrice della scienza). Insieme ad essa viene creato un metodo di pensiero, basato su ragione ed argomentazione. Prima della sua creazione il pensiero dipendeva esclusivamente dal dogmatismo religioso.
I filosofi greci tentano di raggiungere una realtà immutabile un nucleo di conoscenza inoppugnabile, la verità assoluta e condivisibile. Tra i termini creati dai filosofi greci troviamo: «sapere» (sophia), «ragione» (logos), «verità» (alétheia) e «scienza» (epistéme). Tutti elementi della nuova ricerca.
Nella loro epoca, tuttavia, alla filosofia si affiancavano Miti e pseudoscienze capaci di prevedere il futuro (come l’astrologia). Tutte quelle discipline che permettevano di conoscere il futuro erano considerate scientifiche.
Aristotele, che regolo sistematicamente il sapere raggiunto dalla sua generazione, diede vita alla logica formale, che si basava sul sillogismo, cioè sul metodo deduttivo, che raggiunge risultati che non possono essere contraddittori con le premesse di partenza.

Per il problema di una possibile conoscenza, Aristotele definì un percorso che, partendo dal soggetto, non fosse semplice raccolta di dati sensibili, ma da questi, attraverso l’intelletto attivo, il raggiungimento di una realtà astratta eterna e intelligibile (diremmo tipologica). Secondo Aristotele la scienza, che conosceva le cause dei fenomeni era la vera conoscenza, diversa da chi conosceva soltanto i fenomeni, senza la causa.

A parte la filosofia, quello che potremmo definire il primo scienziato è Archimede. I suoi saggi, in cui parla e riferisce i suoi esperimenti e le sue teorie in proposito, furono studiati molto attentamente da Galileo Galilei, che ne prese spunto. Basti pensare al testo Sui corpi galleggianti, dove Archimede enuncia il principio di cui ha preso il suo nome.

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

   
 
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