di Sergio Bertolami
32 – I protagonisti
Il primo decennio del Novecento vede il manifestarsi delle “avanguardie”, gruppi di artisti o singole individualità, che operano in rottura drastica con la tradizione, fanno circolare manifesti e diffondono programmi, accompagnati da pubbliche manifestazioni considerate dal perbenismo comune come provocatorie. Nelle arti figurative, tra le avanguardie artistiche stiamo considerando l’Espressionismo, con le più importanti esperienze esercitate da Die Brücke e Der Blaue Reiter. Nelle pagine a seguire si potranno leggere almeno i tratti essenziali del Fauvismo e Cubismo. Ci accorgeremo come progressivamente queste correnti saranno sempre più accomunate da una forte tendenza non figurativa, tanto da convergere nell’astrattismo, distinguendo, così, De Stijl, Costruttivismo, Futurismo, Raggismo, Dadaismo, Surrealismo. La letteratura in proposito è notevole e variegata, per questo è consigliabile leggerla direttamente, anziché accontentarsi delle sintesi approssimative che si trovano dappertutto. Il fil rouge, che qui seguiremo, cercherà di essere utile come indirizzo agli approfondimenti.
Al momento, rimaniamo concentrati sull’Espressionismo, che, come si è visto, si sviluppa a partire dal 1905, e continuiamo a descrivere gli ambiti della cultura artistica tedesca. In pittura i precursori possono farsi risalire a Ensor o Munch, che fra i primi hanno rappresentato il mondo reale direttamente attraverso il filtro della propria personalità. Caratteristica principale è che gli espressionisti tedeschi manifestano una visione del mondo quasi sempre tormentata, tragica e desolante. Tra i maggiori rappresentanti ho citato, finora, solo quelli appartenenti al gruppo della Brücke, che a partire dal 1913 decidono di sciogliersi e continuare a esprimere in modo autonomo le proprie esperienze. Nelle note seguenti, comincerò col parlare dei quattro studenti di architettura, che dettero vita a Dresda nel 1905 proprio al sodalizio della Brücke: Ernst Kirchner (1880-1938), Fritz Bleyl (1880-1966), Erich Heckel (1883-1970), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976). L’idea, infatti, è realizzare delle schede individuali, attraverso le quali descrivere i tratti salienti delle singole personalità e inserire almeno le loro opere più significative. Questa scelta permetterà di seguire negli articoli lo svolgersi delle tematiche artistiche, che per loro natura si intrecciano e si evolvono, mentre le schede dei protagonisti permetteranno di soffermarci su particolarità e dettagli.
IMMAGINE DI APERTURA – L’orologio al Musée D’Orsay – Foto di Guy Dugas da Pixabay