Museo di Messina: l’identità ritrovata

 

Il numero di dicembre di “Bell’Italia” propone un servizio sul MuMe, ovvero il Museo di Messina che dopo oltre un trentennio è stato finalmente aperto ai visitatori, quelli locali (desiderosi di soddisfare una importante esigenza di identità) e soprattutto dei turisti, i quali sbarcano numerosi dalle navi da crociera. La storia del museo inizia nell’Ottocento con le collezioni conservate nel Museo Civico ed è ripresa nel 1914, dopo il disastroso terremoto che ha annientato la grandissima parte della città. Le opere d’arte e i resti delle architetture distrutte dal sisma (come statue e mosaici) hanno trovato provvisoria collocazione nell’ex Filanda Barbera-Mellinghoff, sede storica del Museo Regionale di Messina dall’indomani del terremoto del 1908. Oggi si possono ammirare nella nuova sede museale. Tale sede iniziata nel 1985 è stata definitivamente completata ed aperta a giugno del 2017. Due i livelli espositivi, che si interfacciano con l’esterno, perché i resti di maggiori dimensioni si possono guardare nel giardino che affaccia sullo Stretto. Una bellissima passeggiata nel tempo in cui ci si può soffermare sulle opere di Antonello da Messina, così come ci si può intrattenere col Nettuno di Giovanni Angelo Montorsoli o con Caravaggio che, fuggitivo da Malta, sostò in città nel 1609 per dipingere due dei suoi capolavori. Ora, finalmente, Messina ha una carta in più per far considerare al pubblico la sua storia gloriosa.

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