Andrea Speziali – Italian Liberty. Una nuova stagione dell’Art Nouveau

A partire dalla stagione artistica della Belle Epoque, alla fine dell’Ottocento, sino alle prime due decadi del Novecento, l’Art Nouveau ha influenzato il pensiero filosofico e ogni forma d’arte ben oltre i confini europei. Presto anche in Italia il Liberty divenne un segno distintivo nelle arti figurative, nell’architettura e nelle arti applicate; da Milano a Napoli, da Messina a Torino l’eclettismo dello stile floreale conquistò la cultura dell’epoca.

Italian Liberty. Una nuova stagione dell’Art Nouveau

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Maria Grazia Turco – Teatri e cinema storici. Alla ricerca di un’adeguata compatibilità

Il libro raccoglie approfondimenti e contributi sugli sviluppo e le trasformazioni degli edifici teatrali tra Ottocento e Novecento, in ambito italiano e internazionale; si tratta di un momento cardine e di passaggio in cui l’attività teatrale europea ha determinato profondi mutamenti nell’impostazione architettonica di tali edifici. Si affrontano anche le problematiche legate all’impostazione delle nuove sale per il cinema; nello specifico, vengono studiate diverse opere di alcuni dei più interessanti architetti del Moderno, tra i quali Sergio Musmeci, Giorgio Calza Bini, Adalberto Libera e Riccardo Morandi. Si è quindi passati ad analizzare l’attualità, mettendo a confronto recenti interventi di recupero, restauro e valorizzazioni di tali strutture per la rappresentazione, spesso oggetto di manomissioni, trasformazioni, aggiornamenti funzionali che ne hanno compromesso le specifiche prerogative testimoniali ed espressive.

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IMMAGINE DI APERTURA tratta dalla copertina del volume

Maria Grazia Turco
Teatri e cinema storici.
Alla ricerca di un’adeguata compatibilità

Secessione viennese: alcuni fra i protagonisti di primo piano

Tra la fine del secolo XIX e l’inizio del successivo, Vienna fu una delle capitali che dettero origine all’arte moderna, rivendicando un’architettura e un’arte adeguate all’evoluzione della società e della cultura. A queste si aggiunsero letteratura, musica, teatro. Non da meno furono la filosofia e persino la psichiatria. Fra i protagonisti di tale rivoluzione si possono ricordare da Otto Wagner a Wittgenstein, Mahler, Freud, Klimt, oppure nuove realtà produttive come la Wiener Werkstatte ideata da Hoffmann e Moser. Questi visionari, e molti altri ancora, hanno trasformato la capitale austriaca in uno straordinario laboratorio di idee che si sono riverberate in tutta Europa.

Vienna 1900: arte, vita e cultura  

Sigismund Freud: una brevissima introduzione

La Vienna di Wittgenstein

La vetrina di Wittgenstein: opulenza moderna a Vienna

Otto Wagner: Catalogo del Museo di Vienna

Gustav Klimt & Egon Schiele 

Koloman Moser 

La Wiener Werkstätte 

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Da sfogliare in biblioteca – Gustav Klimt 2/2

Klimt. Alle origini di un mito” questo è il titolo della mostra che dal 12 marzo al 13 luglio ha esposto venti tele a olio del pittore austriaco al Palazzo Reale Klimt Milano. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna (Österreichische Galerie Belvedere), promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, è curata da Alfred Weidinger, affermato studioso di Klimt e vice direttore del Belvedere, e si avvale della collaborazione per l’Italia della studiosa klimtiana Eva di Stefano. 

LEGGI ANCHE: Da sfogliare in biblioteca – Gustav Klimt 1/2

Klimt. Alle origini di un mito – Catalogo ufficiale della mostra 

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Fiammetta Sabba – Patrimonio culturale condiviso: viaggiatori prima e dopo il Grand Tour

Il termine ‘Turismo’ è inteso oggi come fruizione e godimento del patrimonio naturalistico e culturale. Sintetizzando e integrando concetti come quelli di globalizzazione e di localismo, il Turismo, a partire dall’esaltazione, dall’approfondimento e dalla pubblicizzazione degli elementi tipici e locali, tanto merceologici, che artistici, che paesaggistici, investe sull’esportazione del loro marchio, e quindi sullo scambio semplificato di merci e persone. Il consolidamento di questa visione ofelimica del patrimonio collettivo porta all’acquisizione di competenze e conoscenze mentre punta all’obiettivo di elevare il livello di benessere generale. Ma per stabilire la cifra del Turismo odierno, e non solo per questo, è necessaria una costante rivisitazione delle sue radici, che risiedono nel Grand Tour. Il Grand Tour fu, come noto, un fenomeno sociale e culturale, iniziato nel XVI secolo e proseguito fino a tutto il XIX, che si manifestò con lunghi viaggi nell’Europa continentale, effettuati dalla gioventù europea ricca e aristocratica, per accrescere il proprio livello di educazione sia mondana, che soprattutto culturale. Ciò veniva conseguito attraverso un’esperienza geografica concreta nella quale lo spostamento fisico permetteva di percepire le differenze di paesaggio, architettura e storia. Il viaggiatore, con l’obiettivo, dunque, di arricchire la propria formazione generale, intraprendeva degli spostamenti lunghi e impegnativi, partendo da una città che generalmente coincideva con quella del ritorno.

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IMMAGINE DI APERTURA tratta dalla copertina del volume

Fiammetta Sabba
Patrimonio culturale condiviso: viaggiatori prima e dopo il Grand Tour

Da sfogliare in biblioteca – Gustav Klimt 1/2

Sul maestro della Secessione viennese abbiamo scelto pagine d’esempio tratte da alcuni dei cataloghi che hanno accompagnato le mostre di questi anni. Riguardano selezioni dei suoi dipinti e dei suoi disegni. In uno dei volumi si potranno osservare molti dettagli, per comprendere meglio aspetti e particolari delle sue opere. Come sempre sono tutti testi in lingua straniera, tuttavia, questa stessa settimana sfoglieremo anche un catalogo interamente nella nostra lingua, poiché parla soprattutto dei viaggi compiuti dal pittore austriaco in Italia. Il link di riferimento eccolo qui: Klimt. Alle origini di un mito – Catalogo ufficiale della mostra

Klimt  

Il meglio di gustav klimt

Klimt. Alle origini di un mito – Catalogo ufficiale della mostra 

Catalogo della mostra del Museo di Vienna “Klimt. La Collezione del Museo di Vienna”  

Gustav Klimt – Disegni 

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Da sfogliare in biblioteca – Antoni Gaudí e la Sagrada Família 2/2

L’architettura attuale, depositaria del Movimento Moderno, sembra rifiutare la manifestazione dell’arte e dell’ornamento. L’insegnamento e l’opera di Gaudí nelle sue componenti naturali e mistiche potrebbero indirizzare verso nuovi ambiti di interpretazione e di ricerca per l’ideazione, la costruzione, la comunicazione degli spazi di vita del XXI secolo. Questo lavoro ripercorre alcune tappe fondamentali dell’architettura di Gaudí, portando in evidenza i suoi aspetti più intimi e morali e cercando di mettere alla luce lo stretto rapporto con l’essere umano ed i suoi luoghi di espressione: Genius Loci, consenso della popolazione, attenzione all’ambiente, sostenibilità, materiali e tecniche di costruzione, lavoro pluridisciplinare e simbolismo. Questi elementi sono stati relazionati ai metodi di lavoro attuali, per cercare di delineare quale sia una strada percorribile per una corretta progettazione in futuro e ricercare i concetti della nuova attualità a cui Gaudí può indirizzarci.

LEGGI ANCHE: Antoni Gaudí e la Sagrada Família 1/2

Veronica Murracino –
Architettura e Arte. Nuove inquisizioni a partire da Gaudí  

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

Da sfogliare in biblioteca – Antoni Gaudí e la Sagrada Família 1/2

Continuiamo a sfogliare libri in Biblioteca, prima di riprendere gli appuntamenti periodici con L’arte del Novecento. Questa volta dedichiamo l’attenzione alla Sagrada Família dell’architetto catalano Antoni Gaudí. Cominciamo con l’estratto da un libro che raccoglie le migliori immagini del primo secolo di storia di questo edificio monumentale. Attraverso gli occhi di fotografi come Ballell, Mas, Roisin, Zerkowitz, il Merletti, Brangulí o Francesc Català-Roca, riscopriamo la popolare “cattedrale dei poveri”. Le poche immagini sono conservate in prestigiose collezioni della città di Barcellona, al College of Architects, al Monk’s Square, o alla George Eastman House di New York.

Proseguiamo con altri percorsi visivi più recenti. Attraverso le immagini e i testi che li accompagnano, la Sagrada Família si presenta in tutta la sua complessità e ambizione. Le macchine fotografiche dei fotografi sono penetrate anche in angoli poco conosciuti, riprendendo sia le sue facciate e le sue torri, oppure il suo grandioso interno.

Concludiamo, infine, con una monografia del 1964. Sono tutti testi in spagnolo o Catalano, tuttavia, questa stessa settimana abbiamo trovato una brillante tesi di laurea che illustra il Tempio in italiano, con dovizia di particolari. Il link di riferimento eccolo qui: Veronica Murracino – Architettura e Arte. Nuove inquisizioni a partire da Gaudí  

La Sagrada Família sconosciuta

La Monumentale Sagrada Família

Sagrada Família: L’anima di un mistico

Il Tempio espiatorio della Sagrada Família (1964) 

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Da sfogliare in biblioteca – Alphonse M. Mucha

Prima di riprendere L’arte del Novecento, proviamo a riempirci gli occhi, a spaziare con la mente, su quanto abbiamo già osservato e facciamolo attraverso alcune letture di ampio respiro. Questa volta sfogliamo le pagine che riguardano “Il padre dell’Art Nouveau”, Alphonse Maria Mucha, così è considerato nell’immaginario collettivo. Certo non è il più rappresentativo, ma sicuramente uno dei più significativi. Scorriamo perciò una selezione di poster e disegni di progetto. Ci renderemo conto di quanto sia stato ampio il lavoro di Mucha: dall’illustrazione e le arti decorative, alla sua fotografia e ai dipinti storici, soprattutto quelli monumentali dell’ultimo periodo, che sono stati la passione della sua vita. Concludiamo col catalogo di una mostra a lui dedicata a Lendava, in Slovenia. È di ben dieci anni fa (febbraio 2011): è utile per avvertire l’attaccamento che la “sua gente”, quella dei paesi slavi, ha verso questo grande artista.

Alphonse Mucha: valori estetici nell’arte e nell’artigianato   

Opere grafiche di Alphonse Mucha

Alphonse Mucha – disegni di progetto

Alphonse Mucha – disegni di progetto

Alphonse Mucha: una mostra

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Fabio Benzi – Il Futurismo

Scrivere oggi un libro sul futurismo è forse uno degli sforzi più complessi che uno storico dell’arte possa affrontare. Richiede infatti di compulsare un numero infinito di fonti, di interpretazioni, di contributi, che oltretutto si intrecciano a documenti epistolari (non sempre pubblicati o correttamente interpretati, e comunque sparsi in archivi e articoli innumerevoli) nelle cui pieghe (e talvolta persino nei cui silenzi) si nascondono esegesi di opere, di rapporti, di personaggi, che ancora possono cambiare la prospettiva di quanto normalmente si dà per acquisito. Come vedremo tra poco, nonostante l’importanza oggettiva del movimento e il discreto lasso temporale che ce ne separa, i tentativi di sintesi (quelli non solo divulgativi, naturalmente) sono ancora decisamente scarsi, o meglio irrisori; laddove prevalgono invece quelli analitici e filologici, per altro verso essenziali per poter permettere una corretta lettura e ricostruzione dei fatti storici e dei risvolti estetici e artistici. Molte sono le ragioni di questa strana dinamica critica, e proviamo qui a elencarne alcune, solo come esempi, senza pretesa di completezza.

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IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del volume

Fabio Benzi – Il Futurismo