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A Villa Miraglia continuano le note per intraprendere un viaggio
nella cucina di Sicilia. La sosta è in un antico casino di caccia, fatto di pietra e di legno.
 
 
Itinerari del gusto
di Laura Gentile

 

 
Andando a Cesarò, vi consigliamo di provare i prodotti della cucina locale. Niente di meglio che salire a 1513 metri d’altitudine e raggiungere Portella della Miraglia. La sosta è in un antico casino di caccia, fatto di pietra e di legno, lo scopo è gustare maccheroni di casa al ragù di carne ed arrosti di castrato e salcicce. Scriveva Veronelli nella sua “Guida all’Italia piacevole” che un soggiorno a Cesarò «è l’ideale per chi vuol concedersi un po’ di relax a contatto con una splendida natura che si affaccia sui Nebrodi ».

Sarà per l’aria frizzante, ma Veronelli ci pare profetico. A Villa Miraglia capiamo cosa voglia dire che l’olio di frantoio di queste parti è tra i migliori dell’isola, che i suoi vini rossi sono «di buon equilibrio, sapidi e prestanti», che a Cesarò si possono trovare ottime provole, ricotta salata e al forno, pecorino con e senza pepe: tutti prodotti confezionati come vuole la tradizione locale. Ci dice ancora Veronelli che fra i contadini, che commercializzano i prodotti della loro terra, e nelle macellerie locali, troviamo salumi artigianali. Nelle famiglie si prepara ancora la polenta di farina di ceci condita con lardo e salciccia. Questo si chiama rispetto della tradizione, della vocazione naturale del territorio. La strada intrapresa per valorizzare le risorse naturali, i boschi, le acque, il cibo, va potenziata. Occorre sensibilità ed intelligenza e, in questo, Cesarò ne è senza dubbio un esempio.

   
 
   
   
 
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