|
|
|
|
|
15/15 |
|
|
|
|
La causa principale
dell’abbandono dello stile Barocco
e dell’ingresso mai convincente
del Neoclassicismo in Sicilia è la
sensibile diminuzione del numero
delle nuove edificazioni. Alla
base di questo è la crisi
economica e politica che
l’aristocrazia siciliana subì a
partire dalla fine del XVIII
secolo.
L’attrazione dello
sfarzo nelle “corti” palermitane e
catanesi, ma anche delle altre
città, portò ad una specie di
inurbanesimo dell’aristocrazia
isolana. Le proprietà, una volta
amministrate direttamente,
passarono nelle mani di
intendenti, più o meno capaci o
corrotti. Mentre le proprietà
cittadine crebbero in dimensioni e
splendore, le loro proprietà
terriere decaddero producendo
introiti sempre minori.
L'aristocrazia si servì allora del
credito, dove le garanzie
ipotecarie erano basate sulle
proprietà stesse. Una situazione
precaria e pericolosa. Quando il
valore delle proprietà scese al di
sotto del valore del prestito,
molti terreni passarono di mano.
Gli stretti rapporti legati
con la corona Borbonica di Napoli
e conseguentemente con il Regno
Unito ebbero diversi contraccolpi
sull’aristocrazia. Re Ferdinando
per combattere le invasioni
francesi impose le prime nuove
tasse, revocate nel 1812 dai
britannici. Questi imposero ai
siciliani una forma di governo di
stampo britannico. Le innovazioni
legali sovvertirono il rapporto
tra l’aristocrazia e i suoi
creditori. Se prima questi ultimi
potevano solo richiedere gli
interessi del debito, ora potevano
confiscare la proprietà a
garanzia. Chiaramente anche qui
molte furono le proprietà che
cambiarono possessore. La
borghesia siciliana iniziò
l’ascesa economica. L’ambiente
sociale, con diversi contraccolpi,
divenne inquieto. Nel 1821 e nel
1848 si ebbero dure rivolte
contro i Borboni, che portarono al
periodo risorgimentale di metà
Ottocento e l’unione della Sicilia
all’Italia unificata. Le diverse
alleanze che si erano create tra
gli aristocratici e la loro uscita
dall’amministrazione dell’Isola
portò ad un declino lento ma
inesorabile.
Con la
decadenza dell’aristocrazia
siciliana, anche i loro Palazzi di
proprietà hanno finito per
soffrire di un cattivo stato se
non l’abbandono totale.
L’evoluzione politica e sociale ha
portato la vecchia classe nobile
fuori dai palazzi del potere e in
condizioni economiche precarie.
Molti edifici sono stati
completamente abbandonati e oggi
sono in completa rovina. I
bombardamenti alleati della
Sicilia hanno aggiunto rovina a
rovina. I Palazzi che sfuggirono
alle incursioni degli aerei, e
sono oggi ancora in buono stato,
sono spesso frazionati in uffici o
appartamenti, con gli interni
smembrati o venduti.
L’abbandono fisico assomiglia
molto all’abbandono psicologico
degli antichi proprietari. In un
dorato isolamento, gli stessi
edifici sembrano vivere in una
lontana memoria e nostalgia,
circondati spesso da un misto di
bellezza e decadenza,
indubbiamente suggestiva. Sta
di fatto che questi edifici
rappresentano un patrimonio
artistico e storico che va
protetto e messo a profitto per il
bene dell’intera collettività.
Ultimamente ci si organizza con
visite guidate, con l’uso di
ospitare eventi pubblici ed
aziendali, con la creazione di Bed
and breakfast prestigiosi. La
bellezza di questi capolavori
creati dal Barocco Siciliano, come
per la sala da ballo di Palazzo
Gangi (set cinematografico per il
Gattopardo di Luchino Visconti),
tornano a fare scenografia nelle
ambientazioni per opere
cinematografiche e televisive,
dimostrando, se mai ce ne fosse
bisogno, che la bellezza è un
valore importante da non
trascurare |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
| | |
|
|
|
|
|
È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi
media, di testi ed immagini, la cui proprietà
intellettuale appartiene ai rispettivi autori. |
|
|
|