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IL BAROCCO ROMANO E SICILIANO
 

  IL BAROCCO ROMANO
     
     

Il barocco, gusto “stravagante e bizzarro”

 

La nuova espressività barocca

 

L’urbanistica di Sisto V a Roma

 

Vecchie tipologie ma nuovi linguaggi


Il barocco romano, da Della Porta al Bernini
 

Il barocco romano, da Borromini a Pietro da Cortona

 
  IL BAROCCO SICILIANO
   
Nel Val di Noto, un capolavoro corale
 

Le prime avvisaglie del Barocco in Sicilia


Dalla tragedia alla bellezza assoluta

 

Gli architetti siciliani del “miracolo”


Il Barocco Siciliano in tutta la sua pienezza

 

Il Barocco e le sue Chiese spettacolari

 

Il Gattopardo intraprendente del Settecento

 

Sbiadisce la “joie de vivre” di un’epoca eroica

 

Il lento declino economico e morale

 
 
   
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La causa principale dell’abbandono dello stile Barocco e dell’ingresso mai convincente del Neoclassicismo in Sicilia è la sensibile diminuzione del numero delle nuove edificazioni. Alla base di questo è la crisi economica e politica che l’aristocrazia siciliana subì a partire dalla fine del XVIII secolo.

L’attrazione dello sfarzo nelle “corti” palermitane e catanesi, ma anche delle altre città, portò ad una specie di inurbanesimo  dell’aristocrazia isolana. Le proprietà, una volta amministrate direttamente, passarono nelle mani di intendenti, più o meno capaci o corrotti. Mentre le proprietà cittadine crebbero in dimensioni e splendore, le loro proprietà terriere decaddero producendo introiti sempre minori. L'aristocrazia si servì allora del credito, dove le garanzie ipotecarie erano basate sulle proprietà stesse. Una situazione precaria e pericolosa. Quando il valore delle proprietà scese al di sotto del valore del prestito, molti terreni passarono di mano.

Gli stretti rapporti legati con la corona Borbonica di Napoli e conseguentemente con il Regno Unito ebbero diversi contraccolpi sull’aristocrazia. Re Ferdinando per combattere le invasioni francesi impose le prime nuove tasse, revocate nel 1812 dai britannici. Questi imposero ai siciliani una forma di governo di stampo britannico. Le innovazioni legali sovvertirono il rapporto tra l’aristocrazia e i suoi creditori. Se prima questi ultimi potevano solo richiedere gli interessi del debito, ora potevano confiscare la proprietà a garanzia. Chiaramente anche qui molte furono le proprietà che cambiarono possessore. La borghesia siciliana iniziò l’ascesa economica.
L’ambiente sociale, con diversi contraccolpi, divenne inquieto. Nel 1821 e nel 1848 si ebbero dure  rivolte contro i Borboni, che portarono al periodo risorgimentale di metà Ottocento e l’unione della Sicilia all’Italia unificata. Le diverse alleanze che si erano create tra gli aristocratici e la loro uscita dall’amministrazione dell’Isola portò ad un declino lento ma inesorabile.

Con la decadenza dell’aristocrazia siciliana, anche i loro Palazzi di proprietà hanno finito per soffrire di un cattivo stato se non l’abbandono totale. L’evoluzione politica e sociale ha portato la vecchia classe nobile fuori dai palazzi del potere e in condizioni economiche precarie. Molti edifici sono stati completamente abbandonati e oggi sono in completa rovina. I bombardamenti alleati della Sicilia hanno aggiunto rovina a rovina. I Palazzi che sfuggirono alle incursioni degli aerei, e sono oggi ancora in buono stato, sono spesso frazionati in uffici o appartamenti, con gli interni smembrati o venduti.
L’abbandono fisico assomiglia molto all’abbandono psicologico degli antichi proprietari. In un dorato isolamento, gli stessi edifici sembrano vivere in una lontana memoria e nostalgia, circondati spesso da un misto di bellezza e decadenza, indubbiamente suggestiva.
Sta di fatto che questi edifici rappresentano un patrimonio artistico e storico che va protetto e messo a profitto per il bene dell’intera collettività. Ultimamente ci si organizza con visite guidate, con l’uso di ospitare eventi pubblici ed aziendali, con la creazione di Bed and breakfast prestigiosi. La bellezza di questi capolavori creati dal Barocco Siciliano, come per la sala da ballo di Palazzo Gangi (set cinematografico per il Gattopardo di Luchino Visconti), tornano a fare scenografia nelle ambientazioni per opere cinematografiche e televisive, dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, che la bellezza è un valore importante da non trascurare
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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