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IL BAROCCO ROMANO E SICILIANO
 

  IL BAROCCO ROMANO
     
     

Il barocco, gusto “stravagante e bizzarro”

 

La nuova espressività barocca

 

L’urbanistica di Sisto V a Roma

 

Vecchie tipologie ma nuovi linguaggi


Il barocco romano, da Della Porta al Bernini
 

Il barocco romano, da Borromini a Pietro da Cortona

 
  IL BAROCCO SICILIANO
   
Nel Val di Noto, un capolavoro corale
 

Le prime avvisaglie del Barocco in Sicilia


Dalla tragedia alla bellezza assoluta

 

Gli architetti siciliani del “miracolo”


Il Barocco Siciliano in tutta la sua pienezza

 

Il Barocco e le sue Chiese spettacolari

 

Il Gattopardo intraprendente del Settecento

 

Sbiadisce la “joie de vivre” di un’epoca eroica

 

Il lento declino economico e morale

 
 
   
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Architettura sacra
Tra le prime composizioni, a cavallo tra classicismo, manierismo e barocco, viene indicata la chiesa del Gesù, del Vignola, edificata a Roma, dal 1568. Rispecchia piebamente i dettami della Controriforma. In essa lo schema longitudinale e quello a croce latina, trovano una sintesi, con l’ulteriore posizionamento di una cupola sulla parte centrale, ripreso dalla basilica di San Pietro. Anche il prospetto della chiesa del Gesù, pur progettato da Giacomo della Porta, preannuncia il barocco, come, ad esempio, quelli di Santa Susanna e di Sant'Andrea della Valle. Il modello tipologico della chiesa del Vignola verrà ripreso in altre chiese con piante diverse, ma spesso con cupole.

Le partiture delle facciate d’epoca classica, non trovano modifiche sostanziali nel successivo stile manierista. Esse vengono, invece, messe in discussione dagli architetti barocchi, sia per le soluzioni planimetriche che del prospetto principale. Mentre questi due elementi, pianta e facciata, erano nel Cinquecento, collegati tra loro (il prospetto preannunciava la ripartizione interna), durante la fase barocca, si scindono tra loro. Il prospetto segna il punto di passaggio tra interno ed esterno urbano, quindi si definisce in maniera autonoma. Lo spazio interno fa altrettanto, recependo forme ellittiche, dove gli elementi spaziali si organizzano con strutture proprie ed un’organizzazione a volte non simmetriche, ma plastiche.

Gli edifici civili
L’architettura civile del XVII secolo, ruota intorno alle due tipologie d’abitazione della classe nobiliare: il palazzo di città e la villa per la residenza estiva in campagna.
Quella che era stata la tipologia del palazzo urbano all’italiana del rinascimento, sostanzialmente, non cambia. I prospetti vengono irrobustiti otticamente da ordini giganti, mentre, planimetricamente, l’edificio continua ad essere organizzato intorno ad una corte centrale.
Viene esteso l’asse di simmetria interno. In Palazzo Barberini (1625-1633), a Roma, iniziato da Carlo Maderno, con la collaborazione del Borromini e concluso dal Bernini, vengono, però, sviluppate alcune soluzioni nuove. La pianta, disegnata ad H, presenta un atrio profondo che va restringendosi in larghezza fino a sfociare in una sala di forma ellittica, che ne rappresenta il centro distributivo di tutto il palazzo. Tra gli elementi innovativi che contiene, va ricordata la bellissima scala elicoidale, attribuita al Borromini.

Il messaggio stilistico del barocco romano, viene recepito in Francia, con profonde innovazioni. L’apertura organizzativa del palazzo di città, detto in Francia hôtel, si spre del tutto. A causa del clima molto più rigido, la necessità di una maggiore esposizione al sole, “esplode”. La residenza vera e propria arretra rispetto al filo stradale, presentando due ali laterali. Questa corte aperta prende il nome di cour d'honneur. Esempio della nuova organizzazione dell’edificio è il Palazzo del Lussemburgo, progettato, nel 1617, da Salomon de Brosse. L’edificio, a differenza dei precedenti, presenta nei punti critici, come le zone angolari, non vani di servizio, ma veri e propri appartamenti.

Nel campo delle residenze di campagna, la tipologia della villa viene ulteriormente sviluppata, facendola divenire centro ottico di assi viari e vedute prospettiche.  La villa di campagna francese si distacca, più delle altre, dai modelli precedenti (nei cosiddetti castelli). Nascono, così, il Castello di Maisons-Laffitte (1642-1646), progettato da François Mansart, ed il Castello di Vaux-le-Vicomte (1656-1661), realizzato da Louis Le Vau. Sempre l’architetto Le Vau, su incarico di re Luigi XIV (il “Re Sole”), realizzerà la residenza reale più famosa d’epoca barocca: il Castello di Versailles. L’edificio piacque a tal punto, da essere ripreso come esempio da tutte le corti europee, che si dotarono ognuna della loro Versailles. Divenne la tipologia più rappresentativa del periodo dell'assolutismo europeo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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