Architettura sacra
Tra le prime
composizioni, a cavallo tra
classicismo, manierismo e barocco,
viene indicata la chiesa del Gesù,
del Vignola, edificata a Roma, dal
1568. Rispecchia piebamente i
dettami della Controriforma. In
essa lo schema longitudinale e
quello a croce latina, trovano una
sintesi, con l’ulteriore
posizionamento di una cupola sulla
parte centrale, ripreso dalla
basilica di San Pietro. Anche il
prospetto della chiesa del Gesù,
pur progettato da Giacomo della
Porta, preannuncia il barocco,
come, ad esempio, quelli di Santa
Susanna e di Sant'Andrea della
Valle. Il modello tipologico della
chiesa del Vignola verrà ripreso
in altre chiese con piante
diverse, ma spesso con cupole.
Le partiture delle facciate
d’epoca classica, non trovano
modifiche sostanziali nel
successivo stile manierista. Esse
vengono, invece, messe in
discussione dagli architetti
barocchi, sia per le soluzioni
planimetriche che del prospetto
principale. Mentre questi due
elementi, pianta e facciata, erano
nel Cinquecento, collegati tra
loro (il prospetto preannunciava
la ripartizione interna), durante
la fase barocca, si scindono tra
loro. Il prospetto segna il punto
di passaggio tra interno ed
esterno urbano, quindi si
definisce in maniera autonoma. Lo
spazio interno fa altrettanto,
recependo forme ellittiche, dove
gli elementi spaziali si
organizzano con strutture proprie
ed un’organizzazione a volte non
simmetriche, ma plastiche.
Gli edifici
civili
L’architettura civile del XVII
secolo, ruota intorno alle due
tipologie d’abitazione della
classe nobiliare: il palazzo di
città e la villa per la residenza
estiva in campagna. Quella che
era stata la tipologia del palazzo
urbano all’italiana del
rinascimento, sostanzialmente, non
cambia. I prospetti vengono
irrobustiti otticamente da ordini
giganti, mentre,
planimetricamente, l’edificio
continua ad essere organizzato
intorno ad una corte centrale.
Viene esteso l’asse di simmetria
interno. In Palazzo Barberini
(1625-1633), a Roma, iniziato da
Carlo Maderno, con la
collaborazione del Borromini e
concluso dal Bernini, vengono,
però, sviluppate alcune soluzioni
nuove. La pianta, disegnata ad H,
presenta un atrio profondo che va
restringendosi in larghezza fino a
sfociare in una sala di forma
ellittica, che ne rappresenta il
centro distributivo di tutto il
palazzo. Tra gli elementi
innovativi che contiene, va
ricordata la bellissima scala
elicoidale, attribuita al
Borromini.
Il messaggio
stilistico del barocco romano,
viene recepito in Francia, con
profonde innovazioni. L’apertura
organizzativa del palazzo di
città, detto in Francia hôtel,
si spre del tutto. A causa del
clima molto più rigido, la
necessità di una maggiore
esposizione al sole, “esplode”. La
residenza vera e propria arretra
rispetto al filo stradale,
presentando due ali laterali.
Questa corte aperta prende il nome
di cour d'honneur. Esempio
della nuova organizzazione
dell’edificio è il Palazzo del
Lussemburgo, progettato, nel 1617,
da Salomon de Brosse. L’edificio,
a differenza dei precedenti,
presenta nei punti critici, come
le zone angolari, non vani di
servizio, ma veri e propri
appartamenti.
Nel campo
delle residenze di campagna, la
tipologia della villa viene
ulteriormente sviluppata,
facendola divenire centro ottico
di assi viari e vedute
prospettiche. La villa di
campagna francese si distacca, più
delle altre, dai modelli
precedenti (nei cosiddetti
castelli). Nascono, così, il
Castello di Maisons-Laffitte
(1642-1646), progettato da
François Mansart, ed il Castello
di Vaux-le-Vicomte (1656-1661),
realizzato da Louis Le Vau. Sempre
l’architetto Le Vau, su incarico
di re Luigi XIV (il “Re Sole”),
realizzerà la residenza reale più
famosa d’epoca barocca: il
Castello di Versailles. L’edificio
piacque a tal punto, da essere
ripreso come esempio da tutte le
corti europee, che si dotarono
ognuna della loro Versailles.
Divenne la tipologia più
rappresentativa del periodo
dell'assolutismo europeo.
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