Nel
periodo della Controriforma, Roma
non poteva che essere al centro
delle nuove regole del mondo
cattolico. Lo divenne anche nel
campo dell’architettura. La
facciata della chiesa del Gesù,
progettata da Giacomo Della Porta
(1533-1602), rappresenta il primo
esempio di architettura che
preannuncia la nuova stagione.
Successivamente, Della Porta
continuò il suo percorso
artistico, che potremmo definire
di “avvicinamento” al barocco. Del
1580 è la sua Santa Maria ai
Monti, chiesa piccola, con un
transetto modesto e una cupola
centrale sulla zona d’incrocio
degli assi. Nella basilica di
Sant'Andrea della Valle, del 1591,
sempre ispirata al modello della
chiesa del Gesù, l’impianto
diventa molto imponente, a causa
della forte verticalità impressa
all’organismo. Tutto nella chiesa,
dalle navate, scandite da
pilastri, alle cappelle laterali
(meno profonde del solito), tutto
punta verso l’alto, dove è situata
la sua classica cupola. La chiesa
fu ultimata, in seguito, da Carlo
Maderno, mentre la sua facciata
attuale venne eseguita da Carlo
Rainaldi, nella seconda metà del
Seicento.
La realizzazione,
nel 1603, della chiesa di
Santa Susanna, progettata da Carlo
Maderno (1556-1629) inizia il
nuovo discorso. In essa vi è un
graduale passaggio verso il centro
della chiesa, attraverso l’uso di
pilastri, semicolonne e colonne,
che dà quella plasticità alla
composizione, che sarà tipica
dello stile barocco. In questo
periodo si intuiva d’essere agli
inizi di una nuova espressività.
Poiché poteva tornare utile al
nuovo messaggio culturale un nuovo
linguaggio, diversi furono gli
incarichi e gli ammodernamenti.
Così, il papa delegò Maderno di
prolungare un braccio della
Basilica di San Pietro, per
ospitare un maggior numero di
fedeli. L’architetto Martino
Longhi il Giovane (1602-1660)
eresse la chiesa dei Santi
Vincenzo e Anastasio.
Il
barocco romano dà movimento e
trasformazione plastica agli
elementi, alle superfici e ai
corpi di fabbrica, quindi è
tutt’altro che decorativo. I nuovi
architetti, che in quel periodo si
affacciavano sulla scena romana,
furono Gian Lorenzo Bernini
(1598-1680), Francesco Borromini
(1599-1667) e Pietro da Cortona
(1596-1669). Bernini utilizzò
spesso nei suoi progetti l’ovale.
Lo fece, ad esempio, nella
cappella dei Re Magi (1634), oggi
scomparsa, e nella Piazza di San
Pietro (ultimata nel 1667). Nella
piccola chiesa di Sant'Andrea al
Quirinale (1658), la pianta ovale
si deforma nel rapporto con le
numerose cappelle. Le famose
colonne bronzee tortili del
baldacchino centrale di San Pietro
si muovono avvitandosi su se
stesse. Sono così caratteristiche
che rubano la scena a tutto
l’intorno. Molti studiosi ad
esempio della personalità e dello
stile del Bernini, indicano la
chiesa dell'Assunta, ad Ariccia,
vicino Roma. Apparentemente
classica nell’impianto basato su
un cerchio (sembrerebbe ispirata
al Pantheon o a riferimenti
bramanteschi), Bernini la circonda
con un corridoio anulare, con due
propilei porticati laterali, che è
al tempo stesso interno ed
esterno. L’inserimento urbanistico
rivela tutta la genialità barocca,
a cavallo tra architettura ed
urbanistica.
Se la Chiesa
rappresentava, nel ‘600, il
committente per eccellenza, non
erano da meno le grandi famiglie
aristocratiche di Roma. Per esse
il Bernini realizzò diversi
palazzi urbani. Certamente Palazzo
Montecitorio, che mantiene
sostanzialmente, l’impianto tipico
del palazzo cinquecentesco, ma che
presenta un prospetto leggermente
convesso (il palazzo fu ultimato
da Carlo Fontana), e Palazzo
Chigi-Odescalchi (1665-1667). Esso
fu realizzato dal Bernini intorno
ad un cortile progettato dal
Maderno, ma venne alterato da
interventi del XVIII secolo. Con
esso, tuttavia, Bernini realizzò
la tipologia del Palazzo
secentesco, molto ripreso e
copiato durante il periodo
barocco. La facciata (alterata nel
Settecento) era marcata da lesene
giganti e coronato da una
balaustra sulla parte alta. Un
piccolo-grande capolavoro del
Bernini, può essere considerata la
Scala Regia in Vaticano. Il vano
che doveva contenere era molto
ridotto e di forma irregolare,
posizionato tra la residenza
papale e la basilica di San
Pietro. Serviva da collegamento
tra i Palazzi Vaticani e la
facciata della basilica. Il
Bernini vi incluse una scala di
larghezza decrescente, che
attraverso un gioco di colonnati
ai lati e volte a botte, sembra di
forma regolare. E’ uno degli
esempi più appropriati
dell'illusionismo ottico barocco.
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