Il
Barocco, come stile architettonico
di livello europeo, si sviluppa in
Italia nel XVI secolo. E’ uno
stile dal gusto drammatico, fatto
di masse in movimento, adorno di
sculture e di chiaroscuri che
giocano tra loro, creando
luci ed ombre, in un incrocio
emotivo e suggestivo. Nello
stesso periodo temporale in
Sicilia si costruisce,
soprattutto, secondo uno stile
autoctono o con un'architettura
classicista tardo rinascimentale
solo da poco fattasi strada
nell'isola. Il barocco è per lo
più ignorato. Nel 1693 con il
terremoto che colpì il Val di
Noto, l’esigenza della
ricostruzione porta nell’isola una
serie di architetti siciliani
formatisi a Roma ed artisti venuti
da fuori. Le possibilità
costruttive ed applicative del
barocco sono ingenti: nasce un
sofisticato stile Barocco,
popolare e colto, che si radica
nel territorio siciliano. Lo stile
impera per quasi tutto il XVIII
secolo. Solo verso la fine viene
sostituito, secondo la moda, dal
neoclassicismo. La ricchezza
delle decorazioni, nella storia
sociale siciliana del periodo, ne
fa lo stile eletto per esprimere
ricchezza e nobiltà del
proprietario, un vero marchio
d’identità, che tutt’oggi
viene letto secondo questo
parametro. E’ il canto del cigno
della nobiltà siciliana che, nel
giro di un secolo, decadrà sotto i
colpi della modernità.
La
Sicilia, lo ricordiamo, ebbe
numerose dominazioni che si
succedettero nel tempo arricchendo
la cultura siciliana di
riferimenti altrove sconosciuti.
L’architettura classicheggiante,
ad esempio, ha in Sicilia rapporti
con i resti dell’architettura
greca e normanna, disconoscendo,
quasi, del tutto l'architettura
Rinascimentale. Questa nell’isola
deriva da una evoluzione della
forma Normanna, la quale presenta
alcuni elementi bizantini insieme
a elementi gotici, come gli archi
a sesto acuto e le bifore, tutti
caratteri non presenti
nell’architettura normanna al di
fuori della Sicilia (come altri
tipi di architettura Romanica
incorporarono elementi gotici).
I
riferimenti rinascimentali
Tra le scarse
opere di stile rinascimentale
troviamo a Palermo una singolare
fontana, la Fontana Pretoria del
1554 circa, giunta da Firenze dopo
quasi vent’anni dalla
realizzazione da parte di
Francesco Camilliani. Lo stile
normanno fu riferimento per
l'architettura siciliana
praticamente fino al terremoto del
1693. Quando nel 1536 Antonello
Gagini morì a metà della
costruzione di Santa Maria di
Porto Salvo, fu sostituito
dall’architetto Antonio Scaglione,
il quale, in pieno stile
Rinascimento, completò l’opera in
stile Normanno.
L’impermeabilità alle nuove mode
non riguarda solo lo stile del
Rinascimento, ma anche il
Manierismo. L’unica eccezione fu
la città di Messina che, vicina al
continente, sembra aver accettato
influssi non presenti altrove
nell’isola. Per abbellire la città
gli aristocratici messinesi
attinsero a piene mani dagli
artisti romani e fiorentini.
L’architetto fiorentino Giovanni
Angelo Montorsoli, a metà del XVI
secolo, realizzò la fontana
omonima, che si trova oggi in
Piazza Duomo a Messina.
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