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DA ERCOLE A SUPERMAN
 

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L’eroe, nell’accezione moderna, è colui che per il bene comune rischia o sacrifica se stesso, compiendo un’indubitabile atto di coraggio. Nel cinema per eroe del film è inteso il protagonista di esso, e questo perché nell’antica Grecia  i protagonisti delle tragedie erano, di solito, eroi mitologici. Anche in campo sociale o sportivo per enfatizzare l’azione di un campione si usa il termine “eroe”. Il termine eroe deriva da una parola greca, tradotta in latino dal verbo servo, nel senso di preservatore e protettore.
La tomba dell'eroe veniva denominata heroon e su di essa, spesso avvenivano sacrifici animali in cambio di favori.

Le capacità uniche, fisiche o mentali che siano, fanno dell’eroe una persona “speciale”, capace di gesta non normali. Gli eroi dell’antichità erano considerati, perciò, i protettori della società o dell’umanità. In quanto tali erano considerati semidei e, spesso, erano figli di divinità, capaci di lottare alla pari con altri semidei. Se erano persone di nascita comune (ad esempio Ulisse) possedevano un coraggio ed una determinazione non usuali e, perciò, raggiungevano risultati del tutto speciali. Grazie a coraggio, abilità ed astuzia coglievano quell’onore e quel riconoscimento sociale a cui erano destinati e gli competeva. Essi, infatti, erano provvisti di tutte quelle qualità esaltate dalla società e dagli individui della stessa. Esempio massimo di figura socialmente positiva, come l’homo novus di Cicerone, valido come esempio da raggiungere. Lo stesso Enea, protagonista dell’Eneide, indicato da Virgilio come il "primo latino", è un eroe, semidio data la maternità di Venere. Normalmente, il genere del poema epico si basa, proprio, sulla narrazione di fatti mitici compiuti da eroi e semidei. Il poema epico, termina come genere letterario con la nascita dell’Umanesimo e con il Rinascimento.
Alla figura dell’eroe si lega, quasi sempre, alla figura dell’antagonista, che rappresenta l’opposto delle qualità dell’eroe.

Nella mitologia
I mitologia degli eroi tratta delle imprese prodigiose di esseri straordinari, dotati, come abbiamo visto, di ogni capacità, che a volte assumono valori  tali da renderli veri e propri semidei. Vivono in un’età antichissima e durissima, priva di ogni civiltà e legge. Anzi, loro stessi fondano città e pongono nuove leggi. Fanno dono, inoltre, agli uomini comuni delle le arti dell’agricoltura, della metallurgia, e della scrittura, oltre che della guerra.

L’eroe più antico che si conosca è Gilgamesh, nella Mesopotamia. Le sue avventure sono narrate da 12 tavolette in argilla, ritrovate negli scavi di Ninive, città assira. Facevano parte della Biblioteca del re Assurbanipal. Esse erano, probabilmente, una trascrizione di un poema più antico, che risalirebbe al II millennio a.C. Il nome Gilgamesh, risalirebbe ad un re mesopotamico, vissuto ad Uruk, grande città sumera, verso il 2500 a.C. Il poema sarebbe attribuito al sacerdote Sinlenquinnini del tempo di Nabucodonosor I (XIII-XII secolo a.C.). Altri studiosi ipotizzano fosse il consigliere di Gilgamesh. Altri, più semplicemente, sconfessano ogni attribuzione. Il testo delle tavolette, redatto con la scrittura cuneiforme, è stato tradotto dallo studioso Theodor Gaster.

Comunemente, si pensa alla figura dell’eroe come l’individuo che dovendo raggiungere uno scopo, lo porta a compimento, costi quel che costi. Tuttavia, nel mito egli assume anche un atteggiamento di civilizzatore culturale. In esso, inoltre, si riassume una caratteristica, un determinato modus vivendi. Nel mito greco, ad esempio, Orione, Eumolpo, Museo, Filammone e Orfeo. L’eroe tebano e troiano Diomede ha funzione civilizzatrice soprattutto nell’Italia meridionale. Le varie popolazioni, infatti, in età greca individuano la propria storia a partire proprio da qualche eroe fondatore. Oltre ad identificare la propria storia, da esso hanno origine sia le proprie usanze, che la propria nobiltà e grandezza. I più grandi guerrieri dell'antica età greca hanno assunto un valore mitico. Solo in epoca romana l’eroe è visto anche come normale cittadino, che ha servito la grandezza di Roma.

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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