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La Mitologia
degli antichi Greci è,
indubbiamente, alla base della
civiltà occidentale: ne
costituisce il fondamento
culturale e artistico, ed è stata
trattata in tutte le epoche
storiche, anche solo per
ispirazione da poeti ed artisti
che l’hanno concepita secondo
punti di vista diversi da quelli
originari. E’ ancora viva nel
linguaggio e nell’istruzione e
nella cultura di questa parte del
mondo. La mitologia è parte
integrante della storia classica e
permea l’essenza stessa di quella
cultura. Oltre la letteratura, il
teatro e la poesia, la troviamo
nella pittura, scultura, ceramica
e architettura in tutti i
ritrovamenti archeologici
relazionati a quel periodo
storico. Essa tratta delle
origini del mondo attraverso la
vita e le gesta di dei e dee, eroi
ed eroine, mostri e altre creature
mitologiche. Diffusa inizialmente
per via orale ci è giunta,
principalmente, attraverso le
composizioni della tradizione
letteraria greca. Possiamo porre
nella sua fase iniziale i due
racconti epici di Omero, l’Iliade
e l’Odissea, che trattano della
storia della guerra di Troia.
Altri scritti paralleli contengono
leggende e storie mitologiche,
come la Teogonia e Le
opere e i giorni, concepiti da
Esiodo, gli Inni omerici,
nei frammenti dei poemi del
Ciclo Troiano, nelle liriche
dei poeti greci, nei drammi dei
tragediografi del V
secolo a.C., nella letteratura
dell’età ellenistica, come in
quella romana, ad esempio, in
Plutarco e Pausania.
Sostanzialmente gli eroi e gli dei
della Mitologia sono parte
integrante dell’intera visione del
mondo degli antichi greci, oltre
che dei loro culti e delle loro
usanze religiose.
dalla
letteratura
Tra le opere
letterarie più antiche, oltre
l’Iliade e l’Odissea, abbiamo le
già accennate opere del
contemporaneo ad Omero, Esiodo.
Nella "Teogonia" ( "L’origine
degli dei" ), egli ci
illustra, oltre la creazione del
mondo, anche una raccolta di miti
e leggende antiche, dalla nascita
di dei, Titani e
Giganti, dettagliati
rami genealogici, racconti
popolari e miti eziologici.
Ne "Le opere e i giorni",
ci riporta le leggende di
Prometeo, Pandora
e delle età dell'uomo.
Del Ciclo Troiano sono giunti a
noi solo brevi frammenti. I
poeti lirici passeranno da una
trattazione integrante dei Miti a
una più allusiva: possiamo citare
Pindaro,
Bacchilide e Simonide,
e i poeti bucolici
come Teocrito e
Bione. I tragediografi
(principalmente Eschilo,
Sofocle ed Euripide)
composero drammi che, non solo si
ispiravano alla Mitologia (l’età
degli eroi e le vicende
della guerra di Troia),
ma molto spesso la sviluppavano
secondo le necessità compositive
(le leggende drammatiche di
Agamennone e dei suoi
figli, di Edipo, di Giasone,
di Medea, ed altri). Anche
Aristofane, pur
creando Commedie e non tragedie,
si occupò del Mito, come nelle
opere "Gli uccelli"
o "Le rane".
Mentre i tragediografi componevano
personali visioni mitologiche, gli
storici, come Erodoto
e Diodoro Siculo e i
geografi Pausania e Strabone,
viaggiando, raccolsero sul
territorio storie e leggende
locali dalla diversa origine. In
particolare Erodoto cercò,
attraverso un’attenta analisi del
materiale, le radici, influenze
reciproche e differenze tra la
tradizione greca e quella
orientale. La lirica del
periodo ellenistico e romano, pur
trattando la mitologia per
ispirazione artistica e non più
sacra, ci riportano degli aspetti
e delle notizie altrimenti non
reperibili. Importanti
compendi mitologici in prosa sono
le due opere dello
Pseudo-Igino, le Fabulae
e gli Astronomica.
Anche nel periodo greco.bizantino
furono composti scritti (il
Lexicon
di Esichio, la
Suda, i saggi di
Giovanni Tzetzes e di Eustazio di
Salonicco) che ci
riportano dettagli
mitologici estrapolati da opere a
noi non giunte.
dall’archeologia
Le ricerche
archeologiche iniziate a partire
dal XIX secolo, hanno portato alla
scoperta di abitati risalenti al
tempo dei poemi omerici.
L’archeologo tedesco Heinrich
Schliemann iniziò scoprendo le
rovine della civiltà micenea,
prima, poi vennero alla luce
quelle della civiltà minoica a
Creta, grazie ai ritrovamenti
negli scavi archeologici
eseguiti sull’isola
dall’archeologo britannico Arthur
Evans. Ambedue hanno dato
riscontro alle notizie letterarie,
ma hanno permesso anche di
eliminare dubbi o dare risposte a
domande che ci si poneva
sull’antico periodo storico.
Purtroppo la scrittura arcaica del
tempo, la scrittura Lineare B, non
ha permesso approfondimenti,
poiché essa era utilizzata solo
per redigere registri o inventari.
Diversamente con i
ritrovamenti di manufatti
in ceramica, è stato possibile
ampliare le conoscenze sulla
mitologia greca. Spesso le
raffigurazioni dei miti su
ceramica erano di periodi
anteriori alle stesse fonti
scritte. Delle dodici fatiche di
Ercole, solo quella con Cerbero è
stata ritrovata prima su fonti
letterarie e poi su ceramica. Le
rappresentazioni mitologiche
sui vasi del periodo
geometrico hanno apportato
talvolta all’arricchimento delle
informazioni, con la
rappresentazione di
leggende del tutto
introvabili con altro tipo di
fonte. |
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