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PRATT, MANARA E CREPAX |
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EMILIO
SALGARI |
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Salgari e i
suoi romanzi d'avventura
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Il successo premiò solo i suoi
editori |
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IL FUMETTO |
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Il
fumetto, "letteratura disegnata"
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Storia del linguaggio per
immagini
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GLI INIZI |
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Bonelli e
Galleppini, una coppia di successo
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Tex Willer, un
supereroe normale
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Alcuni dati
tecnici di un fenomeno editoriale
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Il trio della
EsseGesse e Blek Macigno
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Diabolik e le
sorelle del giallo
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LA MATURITA' |
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Hugo Pratt,
tra Conrad e Melville
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Corto Maltese,
un eroe suo malgrado
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Cronologia delle
pubblicazioni di Corto
Maltese
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Milo Manara,
"maestro dell'eros"
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Guido Crepax e
le sue eroine
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Valentina, tra
sogno e realtà
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LA NUOVA FRONTIERA |
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Tiziano Sclavi
ed il mistero dai mille sapori
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Dylan Dog,
“l'indagatore dell'incubo”
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BOOKSHOP |
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VIDEO |
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HOME FUMETTI |
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HOME
PRIMOPIANO |
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Gian Luigi
Bonelli, lo sceneggiatore
La Sergio
Bonelli Editore, la più importante
casa editrice italiana nel campo
dei fumetti, Fu fondata da
Giovanni Luigi Bonelli (detto
anche Gian). Questi era un
fumettista, che, unitamente ad
Aurelio Galleppini, diede vita al
fortunato fumetto di Tex Willer.
Bonelli, nato a Milano nel
1908, verso la fine degli anni
’20, iniziò la sua carriera
collaborando con il
Corriere dei Piccoli,
dove pubblicò delle poesie e tre
racconti:
Le Tigri dell'Atlantico,
Il Crociato Nero e I
Fratelli del Silenzio. Subito
dopo, negli anni ’30, lavora per
diverse case editricio, anche di
fumetti. Collabora con la Società
Anonima Editrice Vecchi (S.A.E.V.)
di Lotario Vecchi e per la Casa
Editrice Nerbini. Quest’ultima
gestisce le due testate per
ragazzi: L'Audace e L’Avventuroso.
Per esse Bonelli scrive
sceneggiature (come quella di
Rintintin). Nel 1940, Bonelli
fa “il grande salto” acquisendo i
diritti dell’Audace e dando vita
alla sua casa editrice. Prima con
il nome della moglie Tea, poi del
figlio Sergio e, successivamente,
del nipote Davide. Oggi è
conosciuta come Sergio Bonelli
Editore.
Nel secondo
dopoguerra l’Italia comincia la
sua ricostruzione. Anche Bonelli
dà vita nel 1948 a due nuovi
fumetti: Il
Giustiziere del West
(con disegni di
Giorgio Scudellari) e la
Pattuglia dei Senza Paura (con
disegni di Guido Zamperoni e
Franco Donatelli).
Contemporaneamente, con il
fumettista
Aurelio Galleppini (pseudonimo
Galep), crea altri due
personaggi e storie: Occhio Cupo
(in formato ad albo) e Tex Willer.
Invero, il successo del secondo li
sorprende, avendo puntato di più
sul primo. Gian Luigi Bonelli è
un uomo vulcanico ed instancabile.
La sua casa editrice non si
fermerà a Tex, anche se di enorme
successo, ma darà vita (su
sceneggiature sue) a moltissimi
personaggi a fumetti, come:
Plutos
nel 1949 (disegni di Leone
Cimpellin), Yuma Kid nel
1954 disegni di Mario Uggeri),
Davy Crockett nel 1956
(disegni di Renzo Calegari e Carlo
Porciani), e Hondo nel 1957
(con disegni di Franco Bignotti).
Come romanziere scriverà anche un
libro Il massacro di Goldena
(nel 1951), dove il protagonista è
lo stesso Tex Willer. In seguito,
come scrittore e sceneggiatore,
scriverà testi per personaggi
ideati da Guido Nolitta (nom de
plume) o di ideazione del
figlio Sergio, quali Un Ragazzo
nel Far West,
Zagor e l’episodio
conclusivo di Il
Giudice Bean.
Nel 1991, Gian Luigi Bonelli
scriverà la sua ultima storia
della serie di Tex (con disegni di
Guglielmo Letteri), già in gran
parte passata a Claudio Nizzi.
Manterrà per sé solo la
supervisione delle storie, cosa
che farà fino alla sua morte,
avvenuta nel 2001.
La sua
attività di scrittore e
sceneggiatore ha particolari
riferimenti e modalità. I suoi
autori preferiti erano proprio
quelli del romanzo avventuroso
d'appendice di fine Ottocento e
primi del Novecento. Tra questi i
grandi Alexandre Dumas, Jack
London, ed Emilio Salgari.
Infatti, egli si definirà un
"romanziere prestato al fumetto".
Con modernità Bonelli trasferiva
le sue sceneggiature ai
disegnatori attraverso
"sceneggiature disegnate". Erano
veri e propri storyboard, cioè
testi accompagnati da schizzi
della scena da disegnare ed il
taglio dell’inquadratura da dare
alla singola scena. Un “plus”
abbastanza significativo.
Aurelio Galleppini, il fumettista
Galleppini (lo pseudonimo
è Galep), molto più giovane di
Bonelli, era nato nel 1917 a
Castel di Pari, in provincia di
Grosseto (quindi una decina
d’anni), era un fumettista molto
prolifico, anche se il suo nome
viene comunemente associato al
personaggio di Tex Willer. Da lui
creato, insieme a Bonelli,
continuò per quarant’anni a
disegnarlo, smettendo solo nel
1994.
Nato da genitori
sardi, Galep inizia a lavorare
come collaboratore a produzioni
animate, per poi passare, nel
1936, a fumettista con il giornale
Mondo Fanciullo, e,
successivamente, per l’Arnoldo
Mondadori Editore. Per la casa
editrice milanese realizzerà i
disegni di due storie, Pino il
Mozzo e La perla del mar
d'Oman (su sceneggiature di
Federico Pedrocchi). Nel 1940,
passa alla Casa Editrice Nerbini,
di Firenze (città dove si
trasferì) che pubblicava il
giornale per ragazzi
L’Avventuroso. Per essa compone
sia la sceneggiatura che i disegni
delle storie La leggenda dei
Rugi, La conquista
dell'Atlantico, e I
conquistatori di oceani.
Nel periodo della guerra,
Galep sospende il lavoro di
fumettista, per dedicarsi alla
pittura. Torna in circolazione nel
1947, con la ripresa dell’Italia
intera. Collabora con la Casa
Editrice Universo, che pubblica
gli Albi dell'Intrepido e con la
casa editrice Nerbini, per
la quale crea la riduzione a
fumetti del Pinocchio
di Carlo Collodi. Ma è un anno
speciale e di grande impegno:
trasforma in fumetti dei classici
della letteratura, come I
Promessi Sposi, I Tre Moschettieri,
La maschera di ferro, Le
Mille e una Notte, e Le
avventure del barone di
Münchhausen. L’anno
successivo, il 1948, Tea Bonelli
lo chiama per le Edizioni
Audace (che diverrà la Sergio
Bonelli Editore). Compito:
realizzare la parte grafica di due
personaggi, Occhio Cupo e Tex
Willer, ideati da Gian Luigi
Bonelli (il marito e, come abbiamo
visto, capo della casa editrice).
Per realizzare questi fumetti, da
da Cagliari si trasferisce prima a
Milano, a casa della Bonelli, e
poi in Liguria.
Sembra un
impegno come uno dei tanti, invece
gli cambierà la vita. Le
pubblicazioni di Occhio Cupo, non
ottengono il successo sperato, e
dopo sei puntate viene interrotto.
Ma è Tex Willer a riservare
incredibili sorprese. Viene
talmente accettato dal pubblico,
sin dalla prima uscita (intitolata
Il totem misterioso), che,
in breve, si trasforma in uno dei
maggiori successi editoriali del
settore dei fumetti di quel
periodo. In più, per Tex verrà
utilizzato, successivamente, il
formato ancora detto “formato
Bonelli”, cioè, un albo di grandi
dimensioni, che permette ai
fumettisti una libertà
d’espressione grafica non
ottenibile con un formato più
piccolo (era stato già impiegato
per le uscite infelici di Occhio
cupo). Quegli anni per Galep sono
molto faticosi. Quasi non dorme
per completare le strisce di
Occhio cupo e Tex e le loro
copertine. La situazione si
normalizza quando vengono assunti
dei grafici molto bravi, che lo
affiancheranno per gestire le
avventure di Tex. I nomi di questi
collaboratori, che spenderanno la
loro vita sui racconti del ranger,
sono: Guglielmo Letteri, Giovanni
Ticci ed Erio Nicolò. Anche
Galup, impiegato quasi a tempo
pieno su Tex, avrà difficoltà a
realizzare altri impegni grafici.
Lo fa negli anni cinquanta, con le
copertine de Le Avventure del
West (sempre Edizioni Audace)
e solo nel 1977, disegnerà un
altro racconto L'Uomo del Texas
su sceneggiatura di Guido Nolitta,
per la serie Un Uomo,
Un'Avventura, edita dalla
stessa Bonelli (che allora
aveva il nome di Edizioni Cepim).
Nel 1989, su incarico
dell’editrice, Galup disegnò
tavole e copertina del terzo albo
speciale di Tex Willer, Il
segno del serpente, che fu
pubblicato l’anno seguente. Nel
1993, dopo quarantasei anni, smise
di illustrare le storie del
ranger, lasciando l’incarico al
fumettista Claudio Villa. A
distanza di un anno Aurelio
Galleppini (Galup) muore all'età
di 76 anni. Sembra stesse
realizzando una nuova storia di
Tex. |
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