Partire e ritornare: divagazioni sul viaggiare

 

Come scrive Marco Aime nella sua prefazione al libro di Anna Maspero, di cui presentiamo un estratto, il contenuto è in verità una sorta di ipertesto, la cui struttura assomiglia molto a quella di un testo a più livelli, con collegamenti molteplici, salti di stile, tratti narrativi, un alternarsi di citazioni e consigli per la lettura. Vi sono all’interno di queste pagine tutta la passione e tutte le esperienze che l’autrice ha saputo raccogliere nel corso della sua vita di viaggiatrice. Viaggiare significa confrontarsi con gli aspetti che presenta ogni tipo di “esplorazione”: non solo con i luoghi fisici, ma soprattutto con tutte le riflessioni che il viaggio induce. Un tempo il viaggio era prerogativa soltanto dei ricchi, perché i poveri lo affrontavano esclusivamente per emigrare. In un caso nell’altro il viaggio regalava l’emozione della scoperta di terre sconosciute. Chi sono invece oggi i nuovi viaggiatori?  Forse i navigatori del Web. Oppure quelli che si rinchiudono nei villaggi turistici, quei “non luoghi” che possono essere ovunque, per cui basterebbe restare nelle vicinanze. In realtà viaggiare è un modo per esprimere la possibilità di allontanarsi per poi ritornare a casa, affidando la possibilità del ritorno ai venti favorevoli e alla volontà degli dei.

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