Giuseppe Fulcheri con Achille Bonito Oliva – Mostra Muse nella Notte, maggio 2025
Achille Bonito Oliva incontra Giuseppe Fulcheri tra le sue “Muse nella Notte”
“Fulcheri reinterpreta e va oltre la Pop Art”. Ne è convinto il critico d’arte Achille Bonito Oliva, che nei giorni scorsi ha fatto un passaggio a sorpresa alla Galleria Pian de’ Giullari, dove, dal 15 maggio, è in corso la prima personale di Giuseppe Fulcheri, “Muse nella Notte”. 144 opere che raccontano la donna come fonte di ispirazione. E molto altro.
“La scelta e la sequenza dei colori, l’accrochage, sono riuscitissime – ha commentato Bonito Oliva –, le 12 versioni di ogni musa vivono in armonia tutte insieme pur mantenendo ognuna la propria personalità: ecco la moltiplicazione dell’unicum”.
“Fulcheri deve certamente andare avanti con la sua “pittura musicale“, ha suggerito ancora il critico. Che ha spiegato: “Gli occhi e la bocca delle sue donne riescono a cantare in silenzio, ognuna ha un suo tic: una cravatta, una gomma da masticare, un cappello, un rossetto, o piuttosto una bandana da piratessa. Anche le cornici col colore dominante dell’opera in ciascun quadro sono accordate allo stesso spartito. Questa pittura è concettuale, perché utilizza colori e segni per scrivere il suo spartito musicale. Le sue muse, rimasto da solo ad osservarle, hanno saputo farmi compagnia, suonando la tredicesima nota: il silenzio”.
Grande soddisfazione è stata naturalmente espressa da Giuseppe Fulcheri, per l’incoraggiamento venutogli dall’importante critico, che ha mostrato di riconoscere ed apprezzare la direzione, quella musicale, che l’artista, già musicista, compositore, paroliere, ha voluto imprimere alla nuova deriva visiva della sua creatività. E dai curatori, Andrea Bottai e Diana Daneluz, che pure hanno ascoltato fin dall’inizio il ritmo di questa sequenza di volti al femminile e scommesso sui suoi suoni.
La mostra “Muse nella Notte” è stata prorogata e resterà aperta al pubblico fino a domenica 1° giugno 2025, dalle 17 alle 20, alla Galleria Pian de’ Giullari in Via dei Cappellari 49, “la via della Poesia”.
Giuseppe Fulcheri – Note biografiche
Achille Bonito Oliva e Giuseppe Fulcheri – Galleria Pian de’ Giullari – Roma
Nasce a Bologna nel 1972 e cresce a Torino. Balbuziente da piccolo, trova nei colori e nella musica i suoi strumenti di espressione, cantare gli permette di superare il blocco della parola e comunicare le sue emozioni. La musica come valvola di sfogo e rifugio creativo. Dopo la maturità classica, a 23 anni si trasferisce a Roma per inseguire il sogno di una vita nella musica. Grazie a incontri importanti come quello con Alessandro Haber e Giuliana De Sio entra in contatto con il cuore pulsante della scena artistica italiana. Le collaborazioni si moltiplicano e Fulcheri scrive per e con grandi artisti come Mina, Mogol, Riccardo Cocciante, Anna Oxa, Mario Biondi, Irama e molti altri. Compone per il teatro e il cinema e insegna anche al Conservatorio “D’Annunzio” di Pescara, nel corso di “Poesia per musica”, trasmettendo agli studenti le sue conoscenze sulla scrittura musicale e sul rapporto tra testo e melodia. Nel 2015 si trasferisce a Los Angeles, dove una nuova fase della sua vita artistica prende forma. La difficoltà iniziale di comunicare in inglese lo riporta al linguaggio universale dei colori: la pittura torna ad essere un mezzo espressivo potente. Grazie al supporto della manager Marylin St-Pierre, le sue opere vengono esposte alla “Masoumeh Seyhoun Gallery” di West Hollywood ed entrano in collezioni private di personalità del mondo dello sport e dello spettacolo. La sua pittura si ispira soprattutto al mondo femminile, a cui Giuseppe è profondamente legato. Le donne che ha incontrato lungo il suo cammino lo hanno aiutato a diventare un uomo migliore, e questo legame di gratitudine, ammirazione e amore si riflette nei suoi quadri, spesso popolati da figure femminili forti, vitali e stravaganti. Tornato in Italia, Giuseppe Fulcheri decide di proseguire il suo percorso pittorico e organizza a Roma la sua prima mostra personale alla Galleria Pian de’ Giullari di Via dei Cappellari, continuando a coltivare entrambe le sue grandi passioni: la musica e l’arte visiva.
SCHEDA MOSTRA
Titolo: Muse nella Notte a cura di: Andrea Bottai e Diana Daneluz Luogo: Galleria Pian de’ Giullari, Via dei Cappellari 49, Roma 15 maggio – 1° giugno 2025 dalle ore 17 alle ore 20 Info: Pian de’ Giullari: T. + 39 366 3988603 e-mail: andreabottairoma@gmail.com – https://www.facebook.com/galleriapiandegiullari
A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini. Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti. Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.
Il giorno 30 maggio 2025 alle ore 17.30, Claudia Chianese presenta, negli spazi del suo Atelier, il progetto Rose is a rose is a rose is a rose, a cura e con un testo critico di Roberta Melasecca.
Claudia Chianese Rose is a rose is a rose is a rose A cura di Roberta Melasecca
Inaugurazione 30 maggio 2025 ore 17.30
Atelier Claudia Chianese Via Palermo 47 – Roma
Fino al 21 giugno 2025
Come scrive la curatrice, in questo nuovo progetto espositivo e di ricerca «Claudia Chianese sceglie la via dell’attraversare. Non rimane sui bordi, delinea i dettagli da scandagliare e invoca la forma che meglio la tratteggia. Identifica l’oggetto che costituisce il topos letterario e figurativo per eccellenza – la rosa – e lo fa proprio. In esso riversa un’ansia di conoscenza, di scoperta, di determinazione. Nel ritrarre la rosa – nel suo significato di secoli di arte, letteratura e spiritualità – l’artista compie un viaggio nei meandri intricati del reale, senza il timore di toccarne le molteplici raffigurazioni, consapevole della triplice essenza di fiore, foglia e spina.
Ogni immagine fotografata, ogni linea segnata, ogni colore steso diventano atto di incontro, di pensiero, per riportare alla luce porzioni di sé. Claudia reitera continuamente e instancabilmente il soggetto, lo declina attraverso differenti media – fotografia, pittura, collage – conferendogli diverse conformazioni, dalle più descrittive alle più immaginifiche. Eppure nulla è mai esaustivo. Nessuna rappresentazione termina completamente perchè la fine del cercare è sempre lontana, e ogni opera apre a nuovi segmenti di se stessa, ancora inesplorati.
Torna alla mente il verso tautologico di Gertrude Stein, Rose is a rose is a rose is a rose (una rosa è una rosa è una rosa è una rosa). Come osserva Umberto Eco nel saggio La struttura assente, nell’usare la figura retorica della ripetizione la scrittrice richiama le tante connotazioni e accezioni che la rosa trascina con sé, lasciando la libertà di riempire quella parola di ciò che parla di ognuno di noi. La rosa è una rosa: afferma il principio di identità. Ma la seconda rosa è già un’altra, una diversa. E la terza rosa è quella verità profonda – e il suo opposto. Così anche le prime opere di Claudia dedicate alla rosa esprimono un avvicinamento. Le successive un attraversamento del proprio spirito e quelle dopo, e dopo ancora, testimoniano la bellezza ritrovata dal dolore, dalla meraviglia. Claudia riscopre un angolo di pacificazione, in un transito di affioramenti e dissoluzioni. Indugia, guarda le cose silenziose, ascolta. Non riduce la realtà a informazioni, genera momenti epifanici dove ogni elemento si manifesta come luce del mattino che eleva di grado».
Claudia Chianese – Note biografiche
Claudia Chianese è nata nel 1969. Si diploma a Roma in arti visive, specializzandosi in graphic design al Centrostudi Comunicazione Cogno Associati con il massimo dei voti. Vince una borsa di studio della Regione Lazio all’Accademia del Superfluo dove si diploma in decorazione e restauro di decorazione. Studia fotografia all’Istituto Superiore di Fotografia, disegno con Beatrice Tabegna e con Ellen Wolf. Studia pittura con Fausta D’Ubaldo, della scuola di Pedro Cano e con Guido D’Angelo all’Accademia di Belle Arti Rufa dove frequenta alcuni corsi di approfondimento. Nel 1990 inizia come graphic designer nello Studio Convertino di Roma. Nel 1994 approda in pubblicità in Saatchi & Saatchi. Poi, dal 1997, in Mc Cann-Erickson Roma come art director su molti dei più importanti clienti. Nel 1999 trascorre tre mesi in Amsteryard New York dove lavora per Martini. Nel 2004 ritorna in Saatchi & Saatchi Roma dove prende l’incarico di creare “Saatchi Design”. Come direttore creativo del reparto, cura la coorporate identity di molti clienti dell’agenzia. Ha vinto un Leone di Bronzo a Cannes, due Argenti all’ADCI, due Argenti al New York Press and Poster Festival e un premio per la miglior sceneggiatura al Mezzo Minuto d’Oro. Ha accumulato sette ingressi all’ADCI e due all’ADCE ed è stata finalista al Key Awards, al Cresta Awards, al New York Film Festival, al New York Press and Poster Festival, al Lapis Annual, all’Epica e al London International Awards. Ha collaborato con l’Istituto Superiore di Fotografia e con l’Istituto Europeo di Design come docente. Artista da sempre, nel 2008 lascia i suoi impegni pubblicitari per dedicarsi a tempo pieno alla ricerca creativa. Lavora su scultura, pittura, fotografia e gioiello scultura. Il suo profondo legame con gli alberi e l’ambiente la porta ad indagare sugli elementi e sull’intima relazione tra essere umano e natura, tendendo continuamente ad un punto di equilibrio tra parti apparentemente opposte e inconciliabili come terra e cielo, luce e ombra, bianco e nero. Hanno scritto su di lei Brunella Buscicchio, Manuela De Leonardis, Anna D’Elia, Francesco Gallo Mazzeo, Roberta Melasecca, Selene Sconci.
M’incanta il mormorio di un’ape, recita Emily Dickinson. Ed è più facile morire che rispondere a certi interrogativi che, all’apparenza, sembrano semplici. Solo all’apparenza. Smetti di leggere queste righe, torna ai versi. Recitali ad alta voce:
M’incanta il mormorio / di un’ape – / se qualcuno chiede perché – / più facile è morire / che rispondere. / Il rosso sopra il colle / annulla la mia volontà – / se qualcuno sogghigna / stia attento – / perché Dio è qui – / questo è tutto. / La luce del mattino / mi eleva di grado – / se qualcuno chiede come – / risponda l’artista / che mi tratteggio così.
Ti accorgerai, ora che li hai enunciati, che essi non pongono domande generiche ma ladomanda: da questo universo che esiste fuori e dentro di me, da questo spazio unico di cui sono parte, dalla luce del mattino che mi eleva, dal rosso del colle da cui scorgo Dio… Esiste un messaggio? Uno che mi definisca, che mi tratteggi, che stabilisca la mia esistenza?
Il quesito sottende un sistema complesso. Come notava il fisico danese Niels Bohr, esistono due tipi di verità: le verità semplici, il cui opposto è un assurdo, e le verità profonde, il cui opposto è un’altra verità. Nel gioco delle antinomie, allora, non troviamo risposte definitive, ma una visione processuale dell’esistere, che si può percorrere in due modi: avanzando lungo il confine senza mai varcare l’oltre, oppure attraversando le cose e penetrandole.
In entrambi i casi, ci muoviamo in un magma impastato di sentimenti primordiali, dove distinguiamo le energie termodinamiche che consentono il cammino e le variabili che disequilibrano la vita: la bellezza e il dolore.
Lungi dall’essere termini antitetici, estetica e sofferenza appaiono invece indissolubili. Forse perché la bellezza si compone di due dimensioni: quella sensibile – dei sensi, della materia, dell’io – e quella sovrasensibile, che è un’ulteriorità, un’eccedenza.
Per citare Emanuele Severino, la stessa filosofia nasce dalla meraviglia, intesa nel significato greco di thauma, lo stupore angoscioso sul divenire del mondo, sul trasformarsi delle cose. E come scrive il filosofo sud coreano Byung-Chul-Han, solo la vita che vive, che è capace di provare dolore, riesce a pensare.
Claudia Chianese sceglie la via dell’attraversare. Non rimane sui bordi, delinea i dettagli da scandagliare e invoca la forma che meglio la tratteggia. Identifica l’oggetto che costituisce il topos letterario e figurativo per eccellenza – la rosa – e lo fa proprio. In esso riversa un’ansia di conoscenza, di scoperta, di determinazione.
Nel ritrarre la rosa – nel suo significato di secoli di arte, letteratura e spiritualità – l’artista compie un viaggio nei meandri intricati del reale, senza il timore di toccarne le molteplici raffigurazioni, consapevole della triplice essenza di fiore, foglia e spina.
Ogni immagine fotografata, ogni linea segnata, ogni colore steso diventano atto di incontro, di pensiero, per riportare alla luce porzioni di sé. Claudia reitera continuamente e instancabilmente il soggetto, lo declina attraverso differenti media – fotografia, pittura, collage – conferendogli diverse conformazioni, dalle più descrittive alle più immaginifiche.
Eppure nulla è mai esaustivo. Nessuna rappresentazione termina completamente perchè la fine del cercare è sempre lontana, e ogni opera apre a nuovi segmenti di se stessa, ancora inesplorati.
Torna alla mente il verso tautologico di Gertrude Stein, Rose is a rose is a rose is a rose (una rosa è una rosa è una rosa è una rosa). Come osserva Umberto Eco nel saggio La struttura assente, nell’usare la figura retorica della ripetizione la scrittrice richiama le tante connotazioni e accezioni che la rosa trascina con sé, lasciando la libertà di riempire quella parola di ciò che parla di ognuno di noi.
La rosa è una rosa: afferma il principio di identità. Ma la seconda rosa è già un’altra, una diversa. E la terza rosa è quella verità profonda – e il suo opposto.
Così anche le prime opere di Claudia dedicate alla rosa esprimono un avvicinamento. Le successive un attraversamento del proprio spirito e quelle dopo, e dopo ancora, testimoniano la bellezza ritrovata dal dolore, dalla meraviglia.
Claudia riscopre un angolo di pacificazione, in un transito di affioramenti e dissoluzioni. Indugia, guarda le cose silenziose, ascolta. Non riduce la realtà a informazioni, genera momenti epifanici dove ogni elemento si manifesta come interlocutore svettante che si impone sopra di noi, come luce del mattino che eleva di grado.
È una questione di fede. Fede in quanto stiamo concretizzando nella vita. Nella mano che genera e plasma, nella voce che costruisce narrazioni e memorie. È riconoscere il mistero del progetto umano: quel “non conosciuto” che ci dona un destino, una storia, una coscienza materiale, un desiderio. Il desiderio ri-materializzare il mondo di cose che appartengono al reale – da toccare, odorare, assaporare – ma anche all’universo del sogno.
M’incanta il mormorio di un’ape – se qualcuno chiede perchè – più facile è morire che rispondere.
Il rosso sopra il colle annulla la mia volontà – se qualcuno sogghigna stia attento – perchè Dio è qui – questo è tutto.
La luce del mattino mi eleva di grado – se qualcuno chiede come – risponda l’artista che mi tratteggio così.
1- Umberto Galimberti, Il mistero della bellezza, 2016, Orthotes editore 2- Byung-Chul-Han, La società senza dolore. Perché abbiamo bandito la sofferenza dalle nostre vite, 2021, Einaudi 3- Byung-Chul-Han, Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale, 2022, Einaudi 4- Ibidem 5- Emily Dickinson
Claudia Chianese Rose is a rose is a rose is a rose A cura di Roberta Melasecca
Inaugurazione 30 maggio 2025 ore 17.30 Fino al 21 giugno 2025 Orari: su appuntamento claudia@claudiachianese.it
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Sabato 3 maggio 2025 alle ore 19.00 la Fondazione Dino Zoli presenta L’Acqua del Duemila di Cosimo Veneziano a cura di Nadia Stefanel e Matteo Zauli, in collaborazione con il Museo Carlo Zauli.
Cosimo Veneziano L’Acqua del Duemila A cura di Nadia Stefanel e Matteo Zauli
La Fondazione Dino Zoli, in seguito all’alluvione che il 16 maggio 2023 ha colpito le città di Forlì e Faenza, le zone circostanti e gran parte della Romagna, ha realizzato diversi progetti, proponendo ricerche artistiche capaci di sollecitare confronti e dibattiti con la cittadinanza sulla prevenzione e cura del territorio. L’artista torinese Cosimo Veneziano, scelto per il progetto, si occupa dal 2022 di riflettere sulla morfologia del paesaggio e di indagare, a livello artistico, lo stato dei fiumi italiani, mostrando come gli eventi estremi abbiano messo in difficoltà il bacino idrografico, diventando lo specchio di un disastro ambientale generalizzato.
L’Acqua del Duemila si materializza in due installazioni realizzate appositamente per gli spazi della Fondazione, utilizzando anche tessuti prodotti dalla Dino Zoli Textile. L’artista ha lavorato sulla raccolta dei ricordi degli alluvionati, del maggio 2023, trasformando le memorie intime di chi ha vissuto quei giorni in “narrazioni per immagini”, costruendo, attraverso il media del disegno, una mappatura tangibile per raccontare un immaginario collettivo fatto di presenze perdute.
La prima installazione, Senza Titolo 2, è composta da stampe serigrafiche con soggetti animali e porzioni di paesaggi travolti dall’alluvione, con un pattern di piante fluviali. Le fotografie sono state decorate con un intervento pittorico dell’artista, una colorazione con le terre prelevate dall’alluvione dal Museo Zauli del 2023. Come scrive la curatrice Nadia Stefanel: «L’acqua possiede una forza innata e straordinaria, capace di imprimere il suo passaggio, in caso di alluvione,nel nostro mondo tangibile. Le pareti delle abitazioni sono testimoni mute di queste storie; raccontano di oggetti sospinti contro di esse dalla forza impetuosa di acque in piena. La traccia lasciata non è solo un segno fisico ma un ricordo di tempi passati che invita a riflettere sulla sottile ma vigorosa potenza della natura. […] L’ombra bianca disegnata da Cosimo Veneziano lascia spazio alla memoria degli oggetti nelle case prima dell’alluvione e racconta una parte di vissuto, rendendo visibile ciò che non c’è più, una continua transizione tra materialità e immaterialità. I disegni non sono solo opere d’arte ma anche un metodo di narrazioneche intreccia il concetto di permanenza con quello di trasformazione, perché conservano la memoria di ciò che è stato, attivando un dialogo silenzioso tra il visibile e l’invisibile.»
La seconda installazione,Non è cosa, è un accumulo di circa 300 disegni di oggetti persi durante l’alluvione ed emersi dagli incontri con i cittadini. Continua Nadia Stefanel: «Mentre l’acqua cancella le tracce tangibili delle vite vissute, ci incita però a guardare oltre il visibile e a conservare i ricordiin modo più resistente. In questo processo di ristrutturazione interiore, apprendiamo che i veri tesori non risiedono solo in oggetti materiali, ma piuttosto nei legami invisibili che essi coltivano tra passato e futuro, tra le persone e le loro storie condivise. L’installazione di Cosimo Veneziano è un insieme di memorabilia perduti nell’alluvione, quando laforza devastante della natura trasforma, in un istante, l’ordinario in straordinario, l’intero in frammento. L’insieme dei disegni appesi, gli uni vicini agli altri, racconta questo, che in un mondo in cui i disastri naturali sono una triste realtà, le alluvioni ci spingono a riflettere sulla transitorietà della vita e sul valore intrinseco dei nostri ricordi.»
Il progetto L’Acqua del Duemila si compone di altre due fasi precedenti, presentate presso il Museo della Montagna di Torino e presso il Museo Carlo Zauli di Faenza, che saranno, per l’occasione, in esposizione anche in questo appuntamento conclusivo: una scultura che si ispira all’iconografia della Fontana del Po in Piazza CLN a Torino e cinque vasi realizzati in collaborazione con la bottega Gino Geminiani e con il tornitore Roberto Reali, che omaggiano l’opera ceramica di Lucio Fontana.
In mostra anche altre due opere, realizzate in occasione dell’alluvione del maggio 2023: un lavoro fotografico di Silvia Camporesi dal progetto Fragile Sublime a cura di Nadia Stefanel, stampato su tessuto Dino Zoli Textile; e l’operaWe are not alonedi Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, acquisita dalla Fondazione Dino Zoli per sostenere la raccolta fondi per le famiglie alluvionate.
Cosimo Veneziano @Fond Zoli
Cosimo Veneziano – Biografia
Cosimo Veneziano (1983) vive e lavora a Torino. Caratterizzata da un’ampia attività di ricerca e workshop, la sua pratica si focalizza sullo sviluppo della scultura e del disegno in stretta correlazione con i luoghi che li hanno ispirati, nonché opere d’arte in spazi pubblici, tra le quali il monumento a Pinot Gallizio e Constant ad Alba, e il progetto per Nuovi Committenti a Rovigo. Tra le mostre personali: Patrimonio Dissidente, MAC di Lissone – Strategia Fotografia 2023; L’acqua del 2000, Museo della Montagna di Torino – Art Site Festival; Biomega Multiverso, CAMERA, Torino e MUFUOCO Museo di Fotografia di Cinisello Balsamo – Italian Council 2019 e Bando Ora Fondazione Compagnia di San Paolo. Tra le collettive: L’Italia è un Desiderio, Scuderie del Quirinale, Roma, 2023; REFOCUSArchivio visivo della pandemia, Triennale di Milano, 2021; nel 2018 viene selezionato per il premio Talent Prize per la fotografia ed esposto al MACRO di Roma.
Cosimo Veneziano L’Acqua del Duemila A cura di Nadia Stefanel e Matteo Zauli
Inaugurazione 3 maggio 2025 ore 19.00 Fino al 7 giugno 2025 Orari: da martedì a giovedì 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica 9.30-12.30 / 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero
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ARTonWORLD.COM presenta il SUO NUOVO numero estivo di GIUGNO 2025
ArtonWorld presenta con entusiasmo il numero estivo di giugno 2025, il n.22 della rivista internazionale dedicata all’arte contemporanea, digitale e multimediale. L’edizione dedica un reportage alla grande fiera Art Paris, fulcro del mercato internazionale, dove si incontrano artisti, collezionisti, curatori e galleristi da tutto il mondo. Tra i protagonisti del numero estivo spicca l’artista italiano Vincenzo Tarantino, già gallerista e viaggiatore instancabile, oggi riconosciuto per la sua ricerca nella Digital Art. Le sue opere sono una riflessione potente sull’attualità, segnate da uno sguardo critico su l’identità smarrita e il peso delle guerre contemporanee. Da segnalare anche il prezioso contributo della neurologa Maria Ernesta Leone, con un articolo scientifico che esplora le connessioni tra arte e neuroscienze. Il valore dell’introspezione psicologica attraverso l’arte è ulteriormente approfondito nel saggio di Roberto Anchisi e Mia Gambotto, arricchito da opere visivamente suggestive che amplificano il potere evocativo del testo. Il panorama artistico si conferma globale, con la partecipazione di artisti da Giappone, Cina, Germania, Guatemala, India, Stati Uniti, a dimostrazione della ricchezza di linguaggi e visioni che animano la scena attuale. Gli artisti analizzati e gli eventi recensiti offrono un mosaico di qualità e ricerca autentica. ArtonWorld sarà inoltre Media Partner dell’importante rassegna Visioni Emergenti a Villa Durazzo Bombrini di Genova, curata da Elisa Nicolini, dove verranno presentate circa 70 opere di oltre 50 artisti. Il reportage dedicato all’evento sarà pubblicato all’interno del magazine. Tra gli artisti in mostra spiccano le opere dei docenti dell’Università della Calabria Eleonora Bilotta e Pietro Pantano, noti per le loro creazioni generate da elaborazioni algoritmiche che uniscono arte, scienza e visione futuristica. Completano il numero il reportage dalla Biennale Architettura di Venezia firmato dal critico d’arte e fotografo Enrico Gusella, collaboratore storico della rivista, e gli approfondimenti dedicati a Carla Crosio, Danilo Preto e Morten, figure ormai consolidate per originalità e impatto visivo. Non resta che collegarvi su ArtonWorld.com per esplorare i contenuti di un numero denso, internazionale, capace di intrecciare arte, scienza e cultura contemporanea.
ArtonWorld is proud to present its highly anticipated Summer 2025 edition – Issue No. 22 – of the international magazine devoted to contemporary, digital, and multimedia art.This edition features an in-depth report on the prestigious Art Paris fair, a cornerstone of the international art market where artists, collectors, curators, and gallerists from around the world come together. Among the highlights is a feature on Italian artist Vincenzo Tarantino, a former gallery owner and tireless traveler, now acclaimed for his cutting-edge work in Digital Art. His creations offer a powerful reflection on our times, critically addressing themes of lost identity and the weight of ongoing global conflicts.Also of note is a compelling scientific article by neurologist Maria Ernesta Leone, exploring the connection between art and neuroscience. The value of psychological introspection through art is further explored in a thoughtful essay by Roberto Anchisi and Mia Gambotto, enriched with evocative artworks that deepen the emotional and intellectual resonance of the text.This issue confirms ArtonWorld’s global perspective, showcasing artists from Japan, China, Germany, Guatemala, India, and the United States, reflecting the richness of languages and visions that define the current art scene. The selection of artists and events covered offers a vibrant mosaic of quality and authentic research.ArtonWorld is also proud to serve as Media Partner of Emerging Visions, an important group exhibition at Villa Durazzo Bombrini in Genoa, curated by Elisa Nicolini. The show features around 70 works by over 50 artists, and ArtonWorld will publish a dedicated report in this issue. Among the standout contributors are Eleonora Bilotta and Pietro Pantano, professors at the University of Calabria, whose algorithmically generated works continue to captivate both audiences and the art market with their fusion of science, art, and futuristic design.The issue also includes a report from the Venice Architecture Biennale, penned by longtime ArtonWorld contributor and renowned art critic and photographer Enrico Gusella. Additional highlights include features on Carla Crosio, Danilo Preto, and Morten, artists known for their distinctive originality and strong visual impact.Explore this rich, international edition that seamlessly blends art, science, and contemporary culture at: ArtonWorld Issue No. 22 – View Online
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Al Museo dell’Arte Classica di Sapienza Università di Roma l’inaugurazione della mostra “Corpi e città. Paesaggi urbani e performativi”
Giovedì 29 maggio Dalle 18.00 alle 20.00 Roma
“Corpi e città. Paesaggi urbani performativi”è il titolo della mostra allestita negli spazi del Museo dell’Arte Classica di Sapienza Università di Roma, dal 29 maggio al 30 giugno 2025. Ideata e curata da Gianni Celestini, Giulia Marino, Annalisa Metta, la mostra esplora la centralità delle architetture dei comportamenti – i modi con cui i corpi che abitano e attraversano la città ne definiscono e configurano gli spazi – in diversi ambiti della cultura contemporanea, tra cui la progettazione del paesaggio, la fotografia, la sociologia, le arti visuali. L’intento è descrivere la performatività dello spazio pubblico urbano del nostro tempo, leggendo e interrogando la città come patto sociale e spaziale, compagine di esistenze e perciò di corpi, individuali e collettivi, umani e non umani, che ne presidiano e configurano lo spazio condiviso.
I materiali esposti – progetti, disegni, libri, video, fotografie, opere d’arte, articolati nelle cinque sezioni Abitudini, Convivenze, Evasioni, Fisiologie, Rituali – ritraggono alcune tra le innumerevoli modalità con cui i corpi agiscono e torniscono lo spazio collettivo, per tratteggiare i lineamenti comuni di pratiche di abitabilità della città, spontanee e progettate. In esposizione tra gli altri, opere e progetti, lavori e ricerchr di Agence TVK, Animal Aided, Design, Bêka & Lemoine, Bruit du Frigo, Matilde Cassani, LOLA Landscape Architècts, MODU Architecture, MVRDV, OOZE, Studio Ossidiana, Gabriele Rossi, Vogt Landschaftsarchitèktèn., sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.
“Corpi e città. Paesaggi urbani performativi” Museo dell’Arte Classica Sapienza Università di Roma 29 maggio – 30 giugno 2025
a cura di Gianni Celestini, Giulia Marino, Annalisa Metta con la collaborazione di Maria Chiara Altomare
La mostra è parte delle iniziative con cui Sapienza Università di Roma partecipa al progetto Inhabiting Uncertainty. A Multifaceted Study on the Relationship between Social Attitudes and Lifestyles in Pandemic Spaces, finanziato con fondi PRIN 2020 (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale), Ministero dell’Università e della Ricerca.
In collaborazione con il Museo dell’Arte Classica – Polo Museale Sapienza Università di Roma
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Venerdì 30 maggio al Teatro Olimpico cinque grandi interpreti – Sonig Tchakerian, Sara Mazzarotto, Danilo Rossi, Mario Brunello e Andrea Lucchesini – si confrontano con due capolavori della musica da camera, tra lirismo contemporaneo e passione ottocentesca.
34º Settimane Musicali al Teatro Olimpico 2025 I canti della terra Vicenza 18 maggio – 8 giugno 2025
Sarà una serata di grandi contrasti e delicati equilibri quella che si prepara al Teatro Olimpico di Vicenza per venerdì 30 maggio ore 20.45, nell’ambito delle Settimane Musicali. L’intensità poetica di Giya Kancheli e l’energia romantica di Johannes Brahms si incontrano per un concerto dal titolo “In l’istesso tempo” che esalta le molte anime della musica da camera. Un appuntamento che intreccia spiritualità e pathos, silenzio e slancio emotivo, nel segno del dialogo tra epoche e sensibilità diverse.
Sul palco un ensemble di solisti d’eccezione, cinque interpreti tra i più autorevoli del panorama internazionale: Sonig Tchakerian, violinista italo-armena dalla carriera internazionale e direttrice artistica del festival, da sempre promotrice di percorsi artistici trasversali; Sara Mazzarotto, giovane talento già attiva in contesti di prestigio in Italia e all’estero; Danilo Rossi, per oltre trent’anni prima viola del Teatro alla Scala e interprete dalla visione artistica profonda e aperta; Mario Brunello, violoncellista tra i più amati e originali della scena internazionale, noto per la sua ricerca timbrica e la passione per il violoncello piccolo; Andrea Lucchesini, pianista di fama mondiale, che unisce alla raffinatezza interpretativa un’intensa attività cameristica.
In L’istesso Tempo
La serata si apre con il Quartetto per violino, viola, violoncello e pianoforte del compositore georgianoGiya Kancheli, tra le voci più poetiche e meditate del Novecento. Intitolato emblematicamente In L’istesso Tempo è un’opera di struggente intensità, che alterna momenti di silenzio e contemplazione a esplosioni di energia drammatica. Concepito come una meditazione musicale, il Quartetto si muove su una linea espressiva sottile, in cui il tempo sembra dilatarsi e la musica si fa spazio interiore. «La musica, come la vita stessa, è inconcepibile senza romanticismo. Il romanticismo è un sogno elevato del passato, del presente e del futuro: una forza di bellezza invincibile che sovrasta e conquista l’ignoranza, l’intolleranza, la violenza e il male», spiega Kancheli. Questo spirito poetico e visionario attraversa l’intero brano, affidato a una formazione cameristica affiatata, che da anni condivide un sentire musicale profondo.
Segue una delle vette assolute della musica da camera ottocentesca: il Quintetto in fa minore op. 34 per pianoforte e archidi Johannes Brahms. Opera dalla genesi tormentata, il quintetto fu inizialmente concepito per archi, poi riscritto per due pianoforti e infine approdato alla sua forma definitiva grazie anche ai suggerimenti di Clara Schumann, che lo considerava «un’opera così piena di idee che avrebbe bisogno di un’intera orchestra». Eseguito per la prima volta nel 1866, il quintetto si distingue per l’impeto romantico, la ricchezza tematica e l’equilibrio formale. Dall’Allegro non troppo iniziale al trascinante Scherzo, fino al finale di grande respiro, la partitura riflette la piena maturità del compositore e un equilibrio perfetto tra intensità drammatica e architettura formale.
Le Settimane Musicali al Teatro Olimpico, riconosciute dal Ministero della Cultura, godono del patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Vicenza e la collaborazione con Musei Civici Vicenza, Teatro Comunale Città di Vicenza, Conservatorio Arrigo Pedrollo, Gallerie d’Italia – Vicenza. Sono inoltre sostenute da Digitec, Infodati, Fondazione Roi, Banca delle Terre Venete, Veronica e Dominique Marzotto, Famiglia Brunelli, Massignani & C., Belluscio Assicurazioni, Funitek, Tomasi, Fondazione Musicale Omizzolo – Peruzzi, Casa del Blues, Iiriti, Yamaha, Forma, The Aries. Grand Boutique Hotel, The Glam Boutique Hotel & Apt.
Media Partner: Il Giornale di Vicenza e VCR | Venice Classic Radio.
Anche quest’anno le Settimane Musicali al Teatro Olimpico confermano la plurale vocazione del Festival e le molteplici collaborazioni con realtà istituzionali e associative. Proficue collaborazioni a livello artistico sono in atto con il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza, con gli Amici della Musica di Firenze, gli Amici della Musica di Padova, la Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo, con Asolo Musica, con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo e con diverse realtà territoriali tra cui il Liceo Don Giuseppe Fogazzaro, i Musei Civici e Gallerie d’Italia – Vicenza.
PROGRAMMA
Venerdi 30 maggio ore 20.45 Teatro Olimpico, Vicenza IN L’ISTESSO TEMPO Sonig Tchakerian violino Sara Mazzarotto violino Danilo Rossi viola Mario Brunellovioloncello Andrea Lucchesini pianoforte Giya Kancheli (1935-2019) Quartetto “In L’istesso tempo” per violino, viola, violoncello, pianoforte
Johannes Brahms (1833-1897) Quintetto in fa minore op. 34 per pianoforte e archi Allegro non troppo Andante un poco adagio Scherzo: Allegro Finale: Poco Sostenuto. Allegro non troppo
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Street Friends è un progetto dedicato all’arte urbana e alla cultura street, che riunisce alcuni dei più importanti artisti internazionali e italiani del settore per tre giornate di live painting, installazioni e contaminazioni artistiche.
L’evento ospiterà nomi di spicco della scena street art tra cui: COPE2, CAROLI, EZOS, MIKE 128, MISTER CLAY, MISTER THOMS, POCKET CLOUDS, SAT, SEACREATIVE, SENECA, SHINE, SLOG 175, SKER, SQON, ZOR – per un’esperienza visiva e culturale unica nel suo genere.
COPE2, in particolare, sarà l’artista internazionale di spicco dell’evento, in arrivo dagli Stati Uniti.
COPE2
Lo spazio espositivo
Street Friends – Staff Artenetwork Orler Spazio Eventi Orler, Via Porta Est 9, 30020 Marcon (VE) @streetfriends_marcon
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Paolo Mozzo, Presidente di ARTantide Gallery, ha il piacere di invitarci tutti a un evento speciale nella sua galleria di Verona (Via Messedaglia 7): la presentazione in anteprima del libro “Racconti del Crepuscolo”, ultimo e attesissimo capitolo della trilogia della scrittrice Alessandra Pacilli.
Questo nuovo volume conclude un percorso narrativo intenso e visionario. Durante la serata, Alessandra Pacilli sarà presente per dialogare con il pubblico, spiegare l’origine dei suoi racconti e approfondire i temi che attraversano la sua trilogia.
La presentazione sarà moderata dal curatore d’arte Sandro Orlandi Stagl, che guiderà la conversazione con l’autrice, arricchendola di spunti critici e riflessioni sul legame tra arte, letteratura e immaginario contemporaneo.
Al termine, sarà possibile acquistare copie autografate del libro e partecipare a un piccolo rinfresco.
Alessandra Pacilli Racconti del Crepuscolo Presentazione del nuovo libro ARTantide Gallery – Verona Mercoledì 28 maggio 2025 – 18,00-19,30
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Sabato 31 maggio 2025 alle 20.30 la Casa della Musica ospiterà le atmosfere notturne e misteriose di Vetva, il concerto di Nhau. Approda a Trieste, in Cavana, Nuša Hauser, cantautrice di Pola, che con il nome d’arte Nhau, ha firmato la sua prima produzione autoriale nel 2023.
Vetva Concerto di Nhau (Nuša Hauser)
Sabato 31 maggio 2025 alle 20.30
Casa della Musica, via dei Capitelli 3 Trieste
Il concerto è promosso da Cizerouno nell’ambito di Cavana Stories e Varcare la frontiera In collaborazione con la Casa della Musica di Trieste e la Comunità Croata di Trieste
Musicologa di formazione, ha pubblicato il suo primo album – Vetva, che ad anche il titolo al concerto di sabato – con l’etichetta Little Black Mountain con Branko Crnogorčić che ha curato la registrazione, il missaggio e la postproduzione.
Il dark jazz ambientale di Hauser accoglierà il pubblico per questa nuova proposta “notturna” realizzata da Cavana Stories e Varcare la frontiera all’insegna della scoperta delle più recenti produzioni creative contemporanee. Dal dark jazz viaggeremo verso altre direzioni, tra margini e interferenze di grande suggestione, sia per le caratteristiche vocali dell’autrice, sia per le “manipolazioni programmate”, discrete ma presenti.
La struttura di tutti i brani, da Tanz a Tanz 09 – Parting, è costruita formalmente e contenutisticamente attorno a pianoforte e voce (Hauser), con l’eccezione di due tracce in cui si aggiungono basso elettrico e chitarra elettrica (Blackhill), di tutti i brani Nuša Huaser firma anche i testi.
Ospite dell’album è il trombonista Miron Hauser, nel dialogo del brano Tanz 08 – Burn Your Signals, un altro membro di questa talentuosa famiglia di musicisti di Pola, direttore dell’orchestra jazz della Radio Televisione Croata, il terzo fratello è il violoncellista Stjepan Hauser.
Nell’album, registrato tra febbraio e maggio del 2023, oltre ai titoli già citati, sono inclusi i barni: Tanz 01 – Four Steps for Cold Feet, Tanz 02 – Vetva, Tanz 03 – Do I Need the Title?, Tanz 04 – Carillon, Tanz 05 – Ask the Birds, Tanz 05 – Ringelspiel e Tanz 06 – Like Spoons.
Dopo la pubblicazione di Vetva, ha preso avvio la creazione di un nuovo ciclo intitolato provvisoriamente Dialogues, che si collega all’ultimo brano del primo album e aggiunge un secondo performer al primo. Dialoghi rappresenta una sfida alimentata dal coraggio, basata sull’intuizione. Gli interlocutori accolgono il tema del dialogo “impreparati”, reagendo da una distanza fisica, in risposta al suono e all’esperienza della relazione. In alcuni casi questi rapporti sono intimi, in altri appena sfiorati, talvolta delicati o persino conflittuali. L’intento è quello di spogliare la comunicazione attraverso il suono, avvicinarsi reciprocamente. Uno a uno.
Ad oggi sono stati ufficialmente pubblicati quattro singoli (Dialogue 01 – The Dinner, Dialogue 02 – Wolfie’s Breath, Dialogue 05 – The Sheets e Dialogue 08 – Der Sandmann), e il completamento dell’album è previsto per il 2025, sempre con l’etichetta Little Black Mountain e con Crnogorčić.
Il concerto di sabato, oltre ai brani tratti da dall’album Vetva sarà un’occasione per sentire in anteprima alcuni dei brani di Dialogues, di prossima pubblicazione.
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La gestione patrimoniale è quell’insieme di attività volte a pianificare, proteggere e valorizzare i beni di un individuo o di un’azienda, attraverso un processo dinamico che mira a salvaguardare le risorse finanziarie di famiglie, imprenditori, professionisti e personalità pubbliche. Tali tematiche sono centrali e sapientemente spiegate nel libro Patti prematrimoniali e trust del diritto di famiglia. Guida per coppie sposate, conviventi, di fattodall’Avvocato Elda Panniello, specializzata nella materia del diritto alla famiglia e questioni inerenti alla violenza di genere, autrice del volume pubblicato a inizio 2025 daArmando Editore.
“Patti prematrimoniali e trust nel diritto di famiglia”: guida per coppie sposate, conviventi, di fatto nel libro dell’Avvocato Elda Panniello
Il volume è rivolto non solo a professionisti del settore e coppie sposate, ma anche a conviventi e coppie di fatto, offrendo loro strumenti legali per una pianificazione patrimoniale efficace e sicura. Aspetti basilari non solo per la famiglia, ma soprattutto per soggetti che possiedono ingenti risorse economiche, come i calciatori. Le parole ‘patto’ e ‘trust’ sottintendono una capacità di relazione che travalica la semplice forma per orientare in termini sostanziali i rapporti all’interno delle famiglie, delle comunità e delle istituzioni. “Questi due termini non sono separati, ma interconnessi –sottolinea Gabriele Gravina Presidente della FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio e autore della prefazione.Senza fiducia, un patto è vuoto; senza un patto, la fiducia resta fragile. Nelle società moderne, trust e patto sono messi continuamente alla prova. La crisi economica, la disinformazione, il divario crescente tra promesse e azioni concrete hanno eroso la fiducia nei rapporti interpersonali e quindi anche in realtà prossime come la famiglia e le associazioni. Questo non deve farci perdere la speranza, al contrario, deve spronarci a creare nuovi patti, più inclusivi, più equi, capaci di rispondere alle sfide contemporanee, modulandoli al fine di rispondere anche alla gestione dei patrimoni più ingenti. Chiarezza e rispetto sono le precondizioni per il successo e devono ispirare la nostra vita privata come quella pubblica. In questa ottica, bene ha fatto l’autrice nel descrivere la fiducia e i patti non come strumenti del passato ma come soluzioni per il futuro”.
Il testo affronta da un lato l’analisi degli strumenti di cui la gestione e pianificazione patrimoniale si serve – quali i patti prematrimoniali, i trust e i patti di famiglia – e dall’altro diverse soluzioni legali, strutturate in capitoli, per rispondere a necessità specifiche legate alla protezione e gestione del patrimonio. Non vi sono risposte uguali per tutti: ciascun soggetto, così come ciascuna famiglia, deve adottare una gestione patrimoniale che si adatti alla propria situazione e alle risorse che ha a disposizione. Non si tratta soltanto di proteggere i beni già esistenti, ma trovare il modo per accrescerli, per trasferirli alle generazioni successive in tutto il loro valore. Per fare questo, ogni decisione deve essere adottata soltanto dopo un’analisi approfondita del contesto in cui la famiglia, o il singolo, si muove. Per i soggetti con alto patrimonio, questa è una componente essenziale, poiché consente al meglio di gestire e difendere il patrimonio non solo dal punto di vista legale, ma anche in ottica strategica.
Patti prematrimoniali e trust nel diritto di famiglia dell’Avvocato Elda Panniello è un libro completo e di facile lettura che, pur essendo incentrato sui contesti familiari, presenta tematiche rilevanti per qualsiasi imprenditore o professionista che possieda un ingente patrimonio e desideri proteggerlo nel breve/lungo termine.
PATTI PREMATRIMONIALI E TRUST DEL DIRITTO DI FAMIGLIA Guida per coppie sposate, conviventi, di fatto di Elda Panniello Editore: Armando Editore Uscita: 17 gennaio 2025 Pagine: 98, brossura Prezzo: 15,00 euro ISBN: 9791259847461
L’autrice
Elda Panniello
Elda Panniello, nata a Foggia, è avvocato specializzata nella materia del diritto alla famiglia e tematiche inerenti alla violenza di genere. Per il suo impegno professionale, nel 2021 e nel 2024 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento da parte de Le Fonti Awards quale Migliore studio professionale – Settore Diritto di Famiglia. Attualmente è titolare di tre studi professionali a Roma, Milano e Foggia, da cui esercita la sua attività forense.
A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini. Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti. Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.
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