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Sommario

 
 

 BREVE STORIA DEL TEATRO

Introduzione e
definizioni di Teatro

La rappresentazione del divino nei riti primitivi
Ai primordi del Teatro Greco
Nascita della terminologia teatrale
Costumi e maschere del teatro greco
I protagonisti del Teatro greco
…e la Commedia?
Il Teatro romano
Autori romani
Il Teatro medievale
Il Teatro rinascimentale
Altri autori rinascimentali
La commedia degli Zanni
Il Teatro seicentesco spagnolo
Il Teatro elisabettiano
Il Teatro classico francese
Il Teatro del Settecento in Italia
Il Teatro del Settecento in Germania
Il Teatro dell’Ottocento in Francia
Il Teatro dell’Ottocento in Inghilterra
Il Teatro dell’Ottocento in Italia
Tra Ottocento e Novecento in Italia
L’alba del XX secolo in Italia
Il teatro contemporaneo del Novecento
Nella seconda metà del Novecento

 
 
 
 

 

 

 
 
 
 
   

 

 
  Breve Storia del Teatro
La commedia degli Zanni
 
13/25
 


Fuori dai palazzi nobiliari si rappresenta il teatro popolare della commedia dell’arte. I cosiddetti Zanni, senza scopi d’altissima cultura, improvvisavano, nuovi pagliacci, ma eredi dei mimi latini. Col tempo questa tecnica si perfezionò, spettacolo dopo spettacolo, città dopo città, nella più totale libertà d’estro, con lazzi, allusioni, satire e scherzi.

Uno di questi Zanni, Angelo Beolco detto Ruzzante o Ruzante (Padova o forse Pernumia, 1496? – Padova, 17 marzo 1542), compose dei canovacci pieni di trovate verbali, invenzioni burlesche e lazzi. I “copioni” trovarono la definizione dello sviluppo in tre parti, preceduto da un prologo, con argomenti svariati e su un’ampia gamma d’emozioni.
Nello sviluppo storico il Ruzzante ha avuto diversa fortuna a secondo i tempi. Notissimo nel Cinquecento, fu messo in ombra, soprattutto a causa dei temi e dei personaggi delle sue opere. Veniva da lui narrato e messo in luce il mondo dei poveri, degli sfruttati, dei contadini del contado pavano (il nome Ruzzante è quello del personaggio di un contadino veneto, spesso recitato in scena). Questa realtà, da lui rappresentata da conoscitore di quella esistenza squallida, è narrata con tutta l'amarezza e l’affetto per le misere condizioni di vita del tempo che toccavano alle classi subalterne.
Il tempo ha voluto poi cancellare quella parlata che egli usava negli scritti. Il Pavano è di fatto una lingua morta da più di due secoli. Nel Novecento diversi studiosi hanno riscoperto e valorizzato il Ruzzante, riscrivendo i suoi testi con altre parlate, per mantenere la freschezza e l’immediatezza delle sue opere. Considerato, a lungo, un autore "tutto istinto" (vedi Emilio Lovarini) ma di scarso spessore culturale, oggi, dopo attenta analisi dei testi (per le citazioni o i riferimenti), è ritenuto, viceversa un autore “colto”.
Il premio Nobel per la Letteratura Dario Fo, nel discorso in occasione della consegna del premio, ha citato proprio il Ruzzante dicendo: “
Uno straordinario teatrante della mia terra, poco conosciuto ... anche in Italia. Ma che è senz'altro il più grande autore di teatro che l'Europa abbia avuto nel Rinascimento prima ancora dell'avvento di Shakespeare. Sto parlando di Ruzzante Beolco, il mio più grande maestro insieme a Molière: entrambi attori-autori, entrambi sbeffeggiati dai sommi letterati del loro tempo. Disprezzati soprattutto perché portavano in scena il quotidiano, la gioia e la disperazione della gente comune, l'ipocrisia e la spocchia dei potenti, la costante ingiustizia”

Procedendo verso la commedia classica moderna, i sottovalutati improvvisatori si arricchirono di personaggi comici, le tipiche “maschere”: da Scaramuccia a Pulcinella, da Arlecchino a Brighella e tanti altri. Molti studiosi ritengono che le maschere, ma più in generale la commedia, hanno origine dal carnevale, e non viceversa, mutuando da esso i lazzi, gli scherzi e la scurrilità.
Tiberio Fiorilli, attore “improvvisatore”della commedia dell’arte, fu il vero maestro del grande Moliere

   
 
   
   
 
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