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I CASTELLI MEDIEVALI
 

     

Il Castrum, tra guerra ed urbanistica

 

Il Genio militare nell’antichità

 

Dal castrum al castellum romano

 

L’incastellamento, o la mutazione feudale


Gli elementi architettonici medievali
 

L’architettura arabo-normanna in Sicilia

 

Il mix degli stili nell’architettura normanna

 
I Castelli svevi di Federico II
 

I Castelli fortificati “alla moderna”.

 

Dall’assedio alla guerra “mobile”

 

La meccanizzazione della  guerra moderna

 
  I CASTELLI SICILIANI
   

Il Castello Maniace a Siracusa

 

Il Castello di Eurialo a Siracusa


Il Castello di Milazzo

 

Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Il Castello di Carini

 

IIl Castello Ursino a Catania

 

Il Castello di Aci Castello

 

Il Castello di Adrano

 

La Torre di Federico ad Enna

 
 

Il Castello di Lombardia ad Enna

 
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Durante le guerre napoleoniche l’ottica militare cambia. Non basta più conquistare una fortezza per vincere una guerra, ma bisogna invadere un territorio. Per impedirlo ci si scontra in campo aperto. Gli eserciti si spostano molto velocemente, gli assedi, grazie ai cannoni, durano molto di meno, la logistica si fa più “pratica”. Il cibo per i soldati viene preso direttamente dalle popolazioni dei territori attraversati, con grave danno agli abitanti depredati.

La tecnica dell’assedio rinascimentale, con la costruzione di fortezze enorme e robuste, perde progressivamente senso. All’inizio del Novecento, le mura lasciano il posto alle trincee ed i castelli lentamente si trasformano in bunker. Ciononostante la prima guerra mondiale ha ancora molti degli aspetti precedenti, come l’attesa ed il logoramento degli avversari o l'assalto alle fortificazioni nemiche, qui rappresentate dalle trincee avversarie.

Con l’invenzione della mitragliatrice avviene la drastica mutazione delle tattiche militari della prima guerra mondiale. Verso la fine di questa appaiono al fronte ulteriori tecnologie, come il carro armato e l’aereo a scopi militari. Successivamente si inventano i mitragliatori, e vengono sviluppate le comunicazioni civili, con automobili, motociclette e camion. Tutto porta alla velocizzazione di quegli spostamenti degli eserciti già apparsi con Napoleone.

La guerra lampo
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, la formidabile linea Maginot francese, costruita per fermare un eventuale attacco tedesco, si sfalda in pochi giorni all’attacco dei bombardieri e con lo sfondamento del fronte da parte delle truppe meccanizzate tedesche. La guerra diventa di movimento, che porta a sfondamenti, aggiramenti e a movimenti a tenaglia. Su tutto imperversa l’aviazione.

Questo tipo di guerra è detta Guerra lampo, nota anche come Blitzkrieg, si basa sull’estrema mobilità e flessibilità delle truppe meccanizzate d’assalto, composte da carri armati (di diverso tipo), truppe su camion, artiglieria mobile ed aviazione, il tutto organizzato in unità autonome. Operavano contro i punti più deboli del fronte per poi accerchiare e distruggere le unità avversarie che erano rimaste isolate. I carri armati assicuravano forza di sfondamento e superiorità di fuoco e di movimento.
Questo nuovo tipo di guerra fu ideato nel 1914 da Alfred von Schlieffen e Hans von Seeckt, che venne, però, perfezionata ed applicata solo nella seconda guerra mondiale. Questo perché la nuova "rivoluzione strategica", divenne attuabile solo all’inizio degli anni ’30, quando furono messe a punto sia il motore a scoppio che le comunicazioni radio (per il coordinamento sul campo di battaglia). I mezzi di trasporto, i motori potenti per i pesanti blindati e nelle applicazioni in campo aeronautico permisero lo sviluppo della tecnologia utile alla guerra lampo.

La rapidità della mobilità e dell’esecuzione degli spostamenti, che avrebbe potuto essere caotica, era resa possibile dal controllo via radio delle singole unità da parte dei comandi, che permetteva , l’organizzazione intera delle truppe che, quindi, potevano muoversi velocemente sul territorio.

Le truppe corazzate tendevano ad eseguire un accerchiamento a medio raggio con il taglio dai centri logistici, che rendeva impossibile sia il rifornimento che l’arrivo di aiuti. Le truppe meccanizzate al seguito assicuravano la protezione lateralealla colonna corazzata e la creazione continua di nuove retrovie. Proprio quest’ultimo aspetto segnò il punto di crisi nell’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale, Dopo i successi militari della guerra lampo in Polonia, Francia e Balcani, l’applicazione sulle sterminate steppe melmose e gelide del fronte orientale russo, non risultò così semplice. Le truppe al seguito non riuscirono a mantenere il contatto con i corazzati, indebolendo la struttura offensiva tedesca nella campagna russa.

Tuttavia, anche nella seconda guerra mondiale avvengono tradizionali “assedi”, come ad esempio, quello di Leningrado, oppure quello di Malta, di Sebastopoli di Tobruk, e, verso il finire della guerra, quello di Monte Cassino. La motivazione di essi, però, non è più quello della presa della fortificazione, ma quella di impegnare e bloccare l’avversario in quel punto, per muovere velocemente l’esercito e sferrare l’attacco in un’altra parte del fronte.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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