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I CASTELLI MEDIEVALI
 

     

Il Castrum, tra guerra ed urbanistica

 

Il Genio militare nell’antichità

 

Dal castrum al castellum romano

 

L’incastellamento, o la mutazione feudale


Gli elementi architettonici medievali
 

L’architettura arabo-normanna in Sicilia

 

Il mix degli stili nell’architettura normanna

 
I Castelli svevi di Federico II
 

I Castelli fortificati “alla moderna”.

 

Dall’assedio alla guerra “mobile”

 

La meccanizzazione della  guerra moderna

 
  I CASTELLI SICILIANI
   

Il Castello Maniace a Siracusa

 

Il Castello di Eurialo a Siracusa


Il Castello di Milazzo

 

Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta


Il Castello di Carini

 

IIl Castello Ursino a Catania

 

Il Castello di Aci Castello

 

Il Castello di Adrano

 

La Torre di Federico ad Enna

 
 

Il Castello di Lombardia ad Enna

 
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Alla dissoluzione dell’impero carolingio, che portò alla fine del primo sistema feudale, voluto proprio da Carlo Magno, la nuova insicurezza, creata dalle ultime invasioni di popolazioni ungare e normanne e dalle continue incursioni saracene, tra la fine del IX e il X secolo, portò a quella mutazione feudale, che condusse l’Europa al fenomeno dell'incastellamento delle campagne, realizzatosi tra il X e il XII secolo.
L’incastellamento non avviene per caso, ma è il prodotto di una lenta evoluzione. Il primo a studiare questo delicato periodo di trasformazione (e acreare la tyerminologia) è stato il medievalista francese Pierre Toubert. Lo storico è un membro della Académie des Inscriptions et Belles-Lettres (dal 1986), che ha studiato la fase medievale in Italia, fino al XIV secolo. Nell’analisi del medioevo nel Lazio, egli individua la trasformazione abitativa dal villaggio diffuso sul territorio, con piccolissimi agglomerati e, soprattutto, case sparse, al villaggio fortificato, che sostanzia un nuovo modo di vivere, comunicare e produrre. Partendo dalle fortificazioni romane dei castrum permanenti (detti anche castellum), la popolazione in cerca di protezione, si rifugiò in nuclei fortificati e difendibili, amministrabili e “controllabili” (anche i singoli signori locali spinsero verso l’incastellamento). Nella fase iniziale i terreni coltivati erano concentrici rispetto al villaggio, coltivando prima orto e vigna e poi cereali, allevamento di animali e  pascoli. L’abitato faceva anche da mercato dove vendere i prodotti, acquistarli e, quindi, maneggiare oro e denaro in genere.

Precedentemente all’anno mille, quindi, tra IX e X secolo, come capitò ai romani con i barbari, vi furono delle feroci invasioni da parte di popoli estranei al continente. Vi furono nel mediterraneo le incursioni dei pirati saraceni, che terrorizzarono gli abitanti delle fasce costiere, A nord i vichinghi (più propriamente i normanni, crudelissimi marinai della Scandinavia, imperversarono sulle zone del nord Europa, anche con insediamenti e dominazioni di ampi territori. Dall’est, intanto, arrivarono gli ungari, altra popolazione “barbara”.
Col crollo del potere carolingio, che non riuscì ad arginare le invasioni, creandosi in vuoto di potere, sparsi feudatari, vescovi e signori, singolarmente ed autonomamente, optarono per abitati cinti da mura, cioè per la tipologia del villaggio fortificato (vedi i castella romani). Si crearono, così, nuovi centri di potere e di gestione del territorio. Ad esempio, a Langres, in Francia, fu il vescovo a reagire, facendo costruire delle mura intorno la città ed impossessandosi, di fatto, del potere, che fu riconosciuto in seguito dall’impotente re. I nuovi feudatari progressivamente si impadronirono di autorità, concessioni e privilegi.
Questi centri fortificati iniziali portarono, successivamente, ai comuni e alle relative signorie.

Con o senza autorizzazione, si iniziò a costruire dei castelli, cioè delle fortificazioni per la difesa, ma anche per la delimitazione del proprio potere. Ciò, come detto, avvenne da parte di grandi signori, già possessori di fondi terrieri, personalità di spicco laiche ed ecclesiastici. La vecchia tipologia abitativa della curtis, utilizzata nell'Alto Medioevo, andò definitivamente in soffitta. Lo shema romano del castellum, o castrum, prese il suo posto.

All’origine, questi villaggi protetti, che sorgono su colline difficili da raggiungere, sono fatti con palizzate, fossati e torri di legno, come i vecchi castrum romani. Essendo facilmente espugnabili, dal XII secolo, la solida muratura prese il posto del legno. La nuova struttura presentava, generalmente, mura di cinta, il ponte levatoio e, come porta, un cancello metallico, con inferriate di ferro, e con un ingresso protetto da due torri. L’interno poteva avere diverse soluzioni, ma di massima presentava una torre centrale, o mastio, che fungeva da abitazione del signore, che qui risiedeva.

La difesa dei territori, la creazione di villaggi fortificati e la proprietà delle terre, creò nuovi poteri locali, alternativi a quello regio. Coloro che lo detenevano, i “castellani”, lo gestivano autonomamente. Essi potevano "obbligare, vietare giudicare e punire", cioè, il potere di comando (o banno), era nelle loro mani. Per questo, furono dette signorie di banno e bannalità i compiti che essi assegnavano ai propri contadini.
Le vecchie clientele vassallatiche, degenerando, lasciano il posto all’anarchia dei poteri locali, i signori, che controllano direttamente il territorio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

   
 
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