I Musei Reali celebrano il 300° anniversario del Museo di antichità

Torino celebra il tricentenario del Museo di Antichità, formatosi nel 1724, con una serie di iniziative promosse dai Musei Reali per valorizzare le numerose anime che l’Istituzione ha avuto nel corso di tre secoli di vita: luogo di studio e di ricerca in cui si è coltivato l’amore per la classicità e le grandi civiltà del passato, con particolare riguardo al territorio di appartenenza. La prima menzione del Museo di Antichità risale al 3 aprile 1724, quando il Canonico Gagliardi da Brescia, scrivendo al poeta Apostolo Zeno, ricordava come l’amico Scipione Maffei, importante storico e drammaturgo veronese, fosse impegnato in quel momento “a costruire un museo di iscrizioni intorno al gran cortile” dell’Università di Torino.

“Con la celebrazione del tricentenario – dichiara Mario Turetta, Segretario generale del Ministero della Cultura e Direttore avocante dei Musei Reali si riafferma il ruolo centrale del Museo di Antichità di Torino, sia per comprendere le origini della città attraverso l’inedito e suggestivo percorso basilicale paleocristiano, restituito attraverso una consolidata sinergia istituzionale, sia con l’approfondimento degli studi scientifici che, grazie alle ricerche condotte dai Musei Reali con l’Università di Torino, si focalizzano sul culto di Iside e sullo scavo della città romana di Industria; inoltre, un allestimento tecnologico aggiornato e una interpretazione innovativa offrono narrazioni che accolgono il pubblico in modo coinvolgente, rispondendo alle istanze della fruizione museale contemporanea”.

La città si riappropria di uno straordinario tassello della sua storia: per la prima volta apre al pubblico l’inedito percorso archeologico della Basilica paleocristiana del Salvatore, per mille anni il centro cristiano della città insieme alle vicine chiese di San Giovanni Battista e di Santa Maria.

Nel tardo Quattrocento, con Torino elevata a sede arcivescovile, l’edificio venne raso al suolo per realizzare il nuovo Duomo rinascimentale, su progetto di Amedeo di Francesco da Settignano, detto Meo del Caprino (Settignano, Firenze, 1430-1501). Nel 1909, dieci anni dopo il ritrovamento del Teatro Romano, lo scavo restituì strutture architettoniche, resti di sepolture, iscrizioni e lo straordinario mosaico duecentesco dedicato alla ‘Fortuna che regola le sorti dell’umanità’, subito trasferito nel museo civico di Palazzo Madama. Negli anni Novanta del ‘900 la Soprintendenza ha potuto completare lo scavo in estensione, ripristinando su di esso la pavimentazione di piazza San Giovanni. Restaurata grazie a un primo sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e, successivamente, con i fondi del Ministero della Cultura, l’intera area archeologica è stata consegnata nel 2021 ai Musei Reali di Torino. Oggi una musealizzazione di impatto, ricca di ricostruzioni tridimensionali del Teatro Romano e del complesso episcopale, restituisce accessibilità e leggibilità a questo straordinario patrimonio di archeologia urbana.

Per una straordinaria esplorazione diacronica della storia della città, la visita alle aree archeologiche si completa con il percorso che si snoda nella Basilica del Salvatore e nel decumano romano attraverso il passaggio dal Teatro, fino alla sezione del Museo di Antichità dedicata all’Archeologia a Torino, valorizzata dal rinnovato allestimento multimediale con una galleria di personaggi illustri.

Il programma di celebrazioni si è aperto con la mostra archeologica La Scandalosa e la Magnifica. 300 anni di ricerche su Industria e sul culto di Iside in Piemonte, allestita nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabauda dal 23 aprile al 10 novembre 2024.

L’esposizione, curata dall’archeologa Elisa Panero dei Musei Reali, in collaborazione con l’Università di Torino, offre un viaggio nella città romana di Industria-Bodincomagus, centro “alpino” dalle forti connotazioni cosmopolite, che lega culti locali, orientali, rapporti economici e culturali con l’Egeo orientale: le sorti archeologiche del sito hanno accompagnato la storia e le vicende del museo torinese e del casato sabaudo, tra le più antiche attestazioni in Italia del culto di Iside, definita “La Scandalosa e la Magnifica” nell’inno del III- IV secolo d.C. rinvenuto a Nag Hammadi in Egitto e dedicato alla dea orientale, alla quale la mostra è intitolata.

La rassegna muove i passi dal fascino per l’Oriente e per l’Egitto nutrito dai Savoia sin dal Cinquecento, attraverso l’esposizione di 75 oggetti tra statue, statuette ed epigrafi, in bronzo e in marmo, con opere particolari ed evocative come l’Osiride Chronokrator – Signore del tempo – avvolto nelle spire del serpente Aion, datato alla prima metà del II sec. d.C. – III sec. d.C., che giunse nelle collezioni dinastiche nel 1612.

La mostra presenta inoltre interessanti manufatti in bronzo provenienti dall’area archeologica di Industria, oggi afferente alla Direzione regionale Musei del Piemonte, presso l’attuale Monteu da Po (TO), città segnalata da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, come la danzatrice in bronzo, datata I-II sec. d.C., ritrovata all’inizio dell’Ottocento dal Conte Bernardino Morra di Lauriano, e il celebre tripode in bronzo, opera di pregio datata alla metà del II secolo d.C., riccamente decorata da sileni su zampe leonine, sfingi accovacciate al di sopra di un motivo a racemi vegetali, sostegni superiori ornati da tre teorie figurate raffiguranti Dioniso e tre vittorie alate sul globo. Le peculiari sculture dedicate a varie divinità – Iside raffigurata anche nelle vesti di Fortuna, Arpocrate, Apollo, Mitra, Eracle, Giove Ammone – le iscrizioni e gli oggetti bronzei, quali il sistro e la statuetta di sacerdotessa, permettono di approfondire tradizioni, miti e varie religioni che rimandano a culti orientali in linea con la vocazione cosmopolita che la città di Industria doveva avere già nella sua fase preromana di mercato sul Po. Sono presenti anche materiali ceramici provenienti da tutto il Mediterraneo, alcuni esposti per la prima volta, ed epigrafi che attestano antichissime famiglie di origine centro-italica, quali gli Avilii, i Lolli, i Sertori e i Coccei, a testimoniare la vivacità del centro situato sull’asse del Po, nel cuore dei più importanti traffici economici, sociali e politici del tempo.

Tre secoli di storie, scavi e scoperte archeologiche legate al Museo di Antichità tracciano quindi la fisionomia di una città “sacra agli dei”, ma molto amata dagli uomini dediti agli scambi commerciali e alla politica dell’Impero, su cui molto resta ancora da scoprire: la sezione conclusiva è infatti l’occasione per fare il punto sull’urbanistica di Industria, sull’interpretazione dei suoi monumenti e sulle prospettive di ricerca.

La mostra rientra nel progetto Marmi romani e biografie torinesi: idee e materiali per la valorizzazione delle collezioni epigrafiche del Museo di Antichità di Torino, sostenuto da Fondazione CRT. L’esposizione è accompagnata dalla guida breve La Scandalosa e la Magnifica. 300 anni di ricerche su Industria e sul culto di Iside in Piemonte, pubblicata nella collana I Cataloghi, dedicata dai Musei Reali al Museo di Antichità.

Per celebrare il tricentenario, lunedì 22 aprile 2024 si è svolta una festa di inaugurazione pubblica con l’apertura straordinaria e gratuita del Museo di Antichità, iniziata alle 19.45 con il concerto Musica x 2, esilarante spettacolo poetico messo in scena dal duo Gian Luigi Carlone e Matteo Castellan, impreziosito dalla declamazione dell’Inno a Iside a cura dell’attrice torinese Stefania Rosso. Ingresso libero, senza prenotazione, fino a esaurimento dei posti disponibili.

Il Caffè Reale è stato aperto per tutta la serata e propone uno speciale miscelato, il Cocktail 300 dedicato alle celebrazioni, composto da vermouth bianco, assenzio e tonica, presente in carta per tutto il resto dell’anno.

L’anno commemorativo prosegue con un programma di iniziative collaterali, comprese nel palinsesto di ESTATE REALE. Insieme per i 300 anni del Museo di Antichità, quali il Festival del teatro studentesco, a maggio, e il ciclo musicale Torino Crocevia di Sonorità, tra giugno e settembre, in collaborazione con il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino nel suggestivo Teatro Romano e nei Giardini Reali, oltre a visite tematiche, laboratori, attività educative e performative, anche nella Lingua dei Segni Italiana.

Dal 7 al 9 novembre 2024, il convegno Archeologia in vetrina. Archetipi espositivi e modelli di fruizione dell’antico dal ‘700 all’Era Digitale, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, aprirà una riflessione sul ruolo dei musei, in particolare di quelli archeologici, nella formazione scientifica e culturale italiana, con uno sguardo attuale sull’Europa e sul Mediterraneo.



1724-2024 | 300 ANNI DEL MUSEO DI ANTICHITÀ DI TORINO
La Scandalosa e la Magnifica. 300 anni di ricerche su Industria e sul culto di Iside in Piemonte
Musei Reali, Galleria Sabauda, Spazio Scoperte
23 aprile – 10 novembre 2024
Da martedì a domenica, orario 9-19 (ultimo ingresso ore 18)
Ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali
Intero € 15,00 Ridotto: € 2,00 (ragazzi di età dai 18 ai 25 anni)
Gratuito: minori di 18 anni; persone con disabilità e un loro accompagnatore; Insegnanti con scolaresche; Guide turistiche con gruppi; Personale del Ministero; Possessori di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card, tessera ICOM; Giornalisti regolarmente iscritti all’Ordine
Aperture straordinarie: 25 aprile, 29 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 24 giugno 2024
E-mail: info.torino@coopculture.it
Telefono: +39 011 19560449
Sito per acquisto biglietti: https://www.coopculture.it/
Musei Reali, Museo di Antichità
Visite accompagnate al percorso archeologico della Basilica del Salvatore
Ogni martedì alle ore 15, 16 e 17 e ogni sabato alle ore 10, 11, 12.
Ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali, partenza dall’atrio della Manica Nuova
Sito internet: museireali.it Social:
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IG museirealitorino
X MuseiRealiTo
YouTube Musei Reali Torino
Ufficio stampa Musei Reali Torino
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A Milano e Parigi, i trent’anni della Galleria Canesso celebrati con due mostre

Magnifici capolavori che “tornano a casa” per festeggiare i 30 anni della Galleria che li ha posti sul mercato per accompagnarli verso grandi musei e collezionisti di diversi continenti. Accade dal 16 maggio al 28 giugno 2024 nelle due Gallerie di Maurizio Canesso, l’una a Parigi, al 26 di Rue Lafitte, la seconda a Milano in via Borgonovo 24. Maurizio Canesso, per la sua sede milanese, ha voluto uno spazio espositivo immerso nel verde in quella che era la serra del giardino di Casa Valerio, uno dei palazzi storici di Milano, proprio dietro la Pinacoteca di Brera. Un luogo dove appassionati d’arte, curatori e collezionisti sono di casa.

Nelle due Gallerie Canesso, a Milano e Parigi, si potranno ammirare dipinti di grandissimo livello,  Evaristo Bachenis, Bernardo Strozzi, Alessandro Magnasco, Gian Paolo Lomazzo, Giuseppe Bonito, Gaspare Travesi, Tanzio da Varallo e di altri Mastri del Barocco e del Rinascimento italiano.

30 ANNI DI GALERIE CANESSO
Quando il passato tesse le fila del futuro
Dal 16 maggio al 28 giugno 2024

Vernissage il 15 maggio dalle 18 alle 21 a Parigi
Vernissage il 23 maggio dalle 15 alle 20 a Milano

Tra le opere esposte anche un’opera del cosiddetto “Maestro della tela jeans”, pittore di area lombarda, attivo nella seconda metà del ‘600, “specializzato” nel dipingere soggetti che indossano abiti in quel tessuto di origine italiana, diventato poi popolare grazie alle grandi manifatture americane.    

Sono il Rinascimento e il Barocco italiani che Maurizio Canesso ha scelto come specializzazione della propria ricerca, allargando il campo anche agli artisti non italiani che però hanno operato nella penisola. In questi 30 anni di attività della Galleria, Maurizio Canesso è diventato uno dei più accreditati mercanti d’arte italiana al mondo. Opere passate dalle sue mani sono tra le eccellenze delle più importanti collezioni private e musei di diversi continenti. Metropolitan di New York, Getty Museum di Los Angeles, National Gallery di Ottawa, National Gallery di Melbourne, Kunsthaus di Zurigo, Capodimonte a Napoli, Uffizi a Firenze, Gallerie dell’Accademia a Venezia, Louvre a Parigi e Abu-Dhabi, tra i tanti.

Veneziano d’origine, Canesso scopre la passione per l’antiquariato quando ragazzino entra in una galleria d’arte. Appena ventenne, muove i primi passi da mercante d’arte e rimane affascinato da quel mondo. Il suo primo acquisto, seguito da immediata cessione, è un dipinto di Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone. Due anni dopo propone a Piero Corsini, uno tra i più autorevoli mercanti attivi in America a quel tempo, un’opera incompiuta di Carlo Portelli. L’offerta non ha seguito ma il dipinto è acquisito dagli Uffizi. Corsini, colpito dalla capacità del ragazzo, lo assume. Per Canesso è il modo perfetto per approfondire conoscenze e relazioni con istituzioni e grandi musei americani ed europei. Nel 1988 Maurizio Canesso, smette di lavorare per Corsini e decide di mettersi in proprio. Sceglie di stabilirsi a Parigi dove si trasferisce con la sua famiglia. Negli anni che precedono l’apertura della sua prima galleria, approfondisce le sue conoscenze con ricerche sui maestri del passato e frequentando storici dell’arte, esperti e conservatori di museo. Uomo discreto, lavora pazientemente alla costruzione del proprio futuro.

Quando si sente pronto, nel 1994 apre la prima galleria, senza vetrina, al primo piano, lontano dai rumori della città che potrebbero guastare la contemplazione dei dipinti. «L’opera d’arte è una sospensione del tempo», diceva Pierre Bonnard.

Maurizio può finalmente condividere il suo personale gusto. Scoprire, studiare, promuovere, trasmettere sono la sua quotidianità. Negli anni ha appreso anche l’importanza della pazienza: «bisogna saper conservare l’opera, valorizzarla prima di volerla cedere» spiega «ci vuole una grande forza per non privarsene troppo rapidamente; la difficoltà del mestiere è tutta qui».

Nel 2010 Maurizio Canesso apre una galleria a Lugano e nel 2021 una nuova sede, diretta da Ginevra Agliardi, nello storico quartiere di Brera a Milano. «Dopo tanti anni lontano dall’Italia, è una gioia tornare nella mia terra, che è sempre stata al centro dei miei interessi”.


Galerie Canesso
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75009 Paris
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Galleria Canesso
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TRIESTEBOOKFEST 2024 – WHAT A WONDERFUL WORLD! Gli eventi dell’Anteprima Festival

Prosegue con successo l’Anteprima del Triestebookfest con la presentazione martedì 30 aprile, alle ore 18.00 all’Antico Caffè San Marco de La via selvatica conl’autore Adriano Favole in dialogo con Giovanni Tomasin: la ‘via selvatica’ è quella che ci fa scoprire che non siamo solo cultura, che l’essere umano vive delle relazioni che intrattiene con tutti i suoi ‘simili’, dalle api ai vulcani, dalle foreste alle barriere coralline, dalle piante ai funghi che abitano con noi la Terra.

Adriano Favole è professore ordinario di Antropologia culturale all’Università di Torino e Visiting Professor all’Università della Nuova Caledonia, ha insegnato all’Università di La Réunion (Oceano Indiano) e all’Università della Polinesia francese. Ha fondato e dirige il Laboratorio “Arcipelago Europa” dell’Università di Torino. Collabora con “la Lettura” del “Corriere della Sera”.

TRIESTEBOOKFEST 2024 | WHAT A WONDERFUL WORLD!
Letture su uomo e ambiente nel tempo presente (con uno sguardo al passato)
Gli eventi dell’Anteprima Festival, da martedì 29 aprile a giovedì 2 maggio

Mercoledì 1 maggio, appuntamento alle ore 11.00 al Giardino Pubblico Muzio de Tommasini per la prima delle passeggiate “Tre giardini, mille parole”, con lettura di passi dedicati alla natura e all’ambiente (in caso di maltempo l’evento sarà annullato).

Giovedì 2 maggio, alle 17.00 nella Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich (via G. Rossini 4), appuntamento con Andreina Contessa, Direttore del Museo Storico e del Parco del Castello di Miramare per un dialogo con Umberto Bosazzi su Ars Botanica. Giardini di carta nella biblioteca di Miramare: Paper gardens in the Miramare library.

La Biblioteca del Castello di Miramare rivela per la prima volta il suo scrigno di libri dedicati a botanica, fiori, piante e giardini. La ricca collezione libraria, consona allo spirito del XIX secolo, si riflette nel giardino vivente che circonda il castello. La biblioteca botanica è un giardino su carta che ci guida in un percorso di sogno e meditazione ideato in un colto salotto aristocratico dell’Ottocento.

Alle ore 17.30 all’Antico Caffè San Marco presentazione de I figli della giungla con l’autrice Tikuana Tacha.

Del Prete, Ursich Rossi

La vicenda narrata si svolge nel dipartimento di Vaupés, una delle 32 entità territoriali della Colombia. Ha una superficie di 54.135 km², coperta da giungla, con pochi rilievi, alcune colline basse e numerosi fiumi. Il tucano è il simbolo del dipartimento, ricco di flora e fauna. Le comunicazioni vengono effettuate principalmente per via aerea poiché la navigazione sui fiumi è interrotta dalle rapide e le strade sono quasi inesistenti. Le principali risorse economiche provengono dallo sfruttamento delle miniere di oro e uranio e dalle foreste.

Alle ore 18.00 alla libreria Lovat (viale XX Settembre, 20), l’autore di Alberodonti d’Italia Tiziano Fratus dialoga con Paolo Stanese.

In un quarto di secolo di dedizione alla scrittura, Tiziano Fratus (Bergamo, 1975) ha sviluppato concetti quali Homo radix, Dendrosofia, Silva itinerante e Umanesimo terrestre che ha avuto modo di approfondire in pubblicazioni edite da alcuni dei maggiori gruppi editoriali italiani, nonché da editori storici quali Laterza e marchi indipendenti. Nomade editoriale, Fratus ha curato rubriche per diversi quotidiani quali Il cercatore di alberi (La Stampa) e ha tenuto personali fotografiche in diverse città e musei mentre la sua poesia è stata tradotta in undici lingue e pubblicata in venti paesi. Collabora col programma Geo di RAI 3 per la serie Grandi Alberi d’Italia.

In programma dal 27 aprile al 5 maggio, la nona edizione del Triestebookfest è organizzata dall’Associazione culturale Triestebookfest in coorganizzazione con il Comune di Trieste e il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il sostegno delle Fondazioni Casali e Fondazione CRTrieste e la media partnership de Il Piccolo.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

CONCORSO INTERNAZIONALE GIOIELLO – VDW Jewelry Selection 2024

La nota poesia Colori e Vocali del poeta maledetto Arthur Rimbaud è stata proposta come tema della VDW Jewelry Selection di quest’anno e sarà liberamente interpretata dai numerosi designer e gioiellieri che parteciperanno. Nel 2023 l’evento si è tenuto presso il Museo di Palazzo Mocenigo. La VDW Jewelry Selection 2024 è ormai un evento culturale annuale consolidato a Venezia e anche durante questa 11esima edizione dedicherà parte della sua esperienza alla laguna, accostando i diversi stili ed epoche storiche alla transizione dei paragrafi nella poesia.

Si tratta di un chiaro collegamento tra l’ambiguità e complessità del poeta, perseguitato come outsider grazie alla propria arte malinconica, e l’esperienza di tutti i creativi, positiva e non, spesso incompresi o considerati al di fuori del normale contesto sociale.

Il termine ultimo per la presentazione dei progetti di design è il 18 giugno 2024 e la mostra si terrà come suale durante la Design Week 2024 in ottobre.

L’edizione precedente ha visto la partecipazione di oltre cento progettisti di cui diciannove selezionati per la mostra museale.

Il regolamento è disponibile al seguente link:
https://www.venicedesignweek.com/bando-jewelryselection/?lang=it


Da Eventi design33 eventi.design33@gmail.com 

4^ Biennale Disegno Rimini: Disegni da Sindrome di Stendhal

Il fior fiore della mitica Collezione del FRAC Picardie di Amiens, eccezionalmente in Italia, Ospite d’onore della quarta edizione della Biennale del Disegno di Rimini (4 maggio – 28 luglio).

4^ Biennale Disegno Rimini
 
Mostra
EVERYTHING SPOKE SO VIVIDLY
Disegni dalla Collezione FRAC – Picardie, Amiens
Rimini, Museo Fellini, Ala di Isotta
4 maggio – 28 luglio 2024

Mostra a cura di Jan-Philipp Fruehsorge

La FRAC di Amiens è ritenuta tra le più importanti, se non la più importante raccolta pubblica in Europa specializzata sul disegno. Riunisce 1300 opere di 250 artisti francesi e internazionali, a documentare – a livello di assoluta eccellenza – le diverse declinazioni del disegno contemporaneo, dal secondo dopoguerra ad oggi.

Everything spoke so vividly, scelto a titolo dell’esposizione riminese, riconduce alla sensazione di stordimento provata dallo scrittore francese Stendhal mentre, nel 1817 era in Italia impegnato nel Grand Tour.

«Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere». Così descrive quella che da allora sarà definita come la “Sindrome di Stendhal”.

Nell’accezione di questa grande mostra, quella frase, con giusta libertà poetica, descrive cosa può essere disegno: un gesto veloce, un lampo di creatività e intensità vitale.  Soprattutto quando il disegno è realmente opera creata da un vero artista. E di opere di grandi artisti la mostra è veramente ricca. Valgano i nomi di Giuseppe Penone, Raymond Pettibon, André Masson, Francois Morellet, Pierrette Bloch, Stéphanie Mansy, Jean-Chistophe Norman, Marlene Dumas, Konrad Klapheck, Yazid Oulab, Edithe Dekyndt, Robert Morris, Boryana Petkova, Françoise Pétrovitch, Jean-Luc Verna, Nancy Spero, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Ed Ruscha, Annette Messager, Agnes Martin, Matt Mullican, Pier Paolo Calzolari, Cy Twombly.


Info: www.biennaledisegnorimini.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. +39 049.663499 | Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net
 
Ufficio Stampa Comune di Rimini
Tel. 0541 704262 | ufficio.stampa@comune.rimini.it
 
Ufficio stampa Apt Servizi Emilia-Romagna
Tatiana Tomasetta, cultura@aptservizi.com

Il programma di 29 e 30 aprile di ARTEVENTO CERVIA 

Prosegue ARTEVENTO CERVIA

Il Festival delle meraviglie continua a celebrare l’unione e l’armonia fra popoli con rassegne di volo acrobatico, installazioni ambientali, mostre e spettacoli realizzati da eccellenze dell’arte eolica provenienti da ogni parte del mondo. Il programma di lunedì 29 e martedì 30 aprile 2024.



INFORMAZIONI UTILI
44° ARTEVENTO CERVIA FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’AQUILONE
DOVE: Cervia, Spiaggia di Pinarella e altre location
QUANDO: dal 20 aprile al 1° maggio 2024
 
CONTATTI
SITO: https://artevento.com/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/festivalaquilonecervia/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/artevento_cervia_kite_festival/
YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCCQv-5MAJEy-2DTIF57-6Fw/featured
 
UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

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È iniziata a Reggio Emilia la XIX edizione del Festival Fotografia Europea 2024

Si è alzato il sipario su Fotografia Europea 2024.Da oggi fino al 9 giugno, Reggio Emilia torna ad osservare i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti con la XIX edizione di FOTOGRAFIA EUROPEA, il festival promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e del Comune di Reggio Emilia, con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

FOTOGRAFIA EUROPEA 2024
“LA NATURA AMA NASCONDERSI”
Reggio Emilia
26 aprile – 9 giugno 2024

La XIX edizione del Festival di Reggio Emilia
ci conduce a riflettere su un tema di grande urgenza:
i legami tra Uomo e Natura,
le trasformazioni immaginate dagli esseri umani,
le dinamiche per superare l’atteggiamento di predominio.

La natura ama nascondersi è il tema scelto dalla direzione artistica del Festival composta, anche quest’anno, da Tim Clark (editor 1000 Words), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice, Archive of Modern Conflict).

Un titolo che cerca di inglobare – recuperando il paradosso da un celebre frammento di Eraclito – la potenza di una natura che molte volte cela la sua essenza ai nostri occhi, ma che sempre più spesso la rivela in modi distruttivi, in un processo continuo che può essere inteso come un’oscillazione tra l’essere e il divenire. Fotografia Europea 2024 si propone di esplorare, attraverso le tante prestigiose mostre personali e collettive di questa edizione, le connessioni fra occultamento e scoperta che dominano il nostro rapporto con la Natura, immaginando nuove narrazioni, al di fuori di quell’atteggiamento di controllo dominante che la nostra specie esercita sul pianeta, per comprendere le dinamiche e le nuove direzioni da intraprendere.

Questa XIX edizione, composta da ben ventidue mostre in nove sedi, è caratterizzata, oltre che dalla qualità dei progetti esposti, anche dal livello degli incontri, delle conferenze, delle presentazioni di libri e dalle attività educational che verranno organizzate nel corso del festival e che rendono la vivacità culturale che caratterizza Reggio Emilia durante Fotografia Europea.

Radio Monte Carlo è la radio ufficiale di Fotografia Europea 2024.

Per l’edizione 2024 di Fotografia Europea si ringraziano: Special Sponsor: Iren; Main Sponsor: Attolini Spaggiari Zuliani & Associati Studio Legale e TributarioBCC-EmilbancaCoop Alleanza 3.0FCR – Farmacie Comunali Riunite ; Sponsor: Assicoop Emilia NordCNACoopservice, Emak, Comet, Sabart, Tecomec; Sostenitori: PM Interni, Legacoop, Autotorino.


Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it
Elvira Ponzo, tel. 0522.444420; e.ponzo@palazzomagnani.it
 
Ufficio stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Via San Mattia, 16 – 35121 Padova
Simone Raddi, tel. 049663499; simone@studioesseci.net

4^ Biennale Disegno Rimini: Il fantasioso mondo di de Rienzi

La Biennale del Disegno di Rimini (dal 4 maggio al 28 luglio), a cura di Massimo Pulini e organizzata dal Comune di Rimini, si conferma  una miniera di scoperte e disvelamenti. Come il preziosissimo nucleo di disegni originali “Océan”, matita su carta, di Grégoire Louis Domeny de Rienzi  (1789-1843/1850?). Queste opere illustrano un, all’epoca, sconosciuto continente australe.

4^ Biennale Disegno Rimini
 
Mostra
LE VIE DEI RITI
L’Oceania sacra di Domeny de Rienzi
Rimini, Biblioteca Gambalunga, Sala Des Verge
4 maggio – 28 luglio 2024

Mostra a cura di Rosita Copioli, Alessandro Giovanardi
 

Si tratta di ben 285 disegni  su carta, oggi patrimonio della Biblioteca Gambalunga, che li custodisce negli armadi della Sala Des Verges.
La mostra, allestita al Museo Civico, presenta una selezione di questi fantastici documenti visivi, affiancati da un altrettanto selezionato nucleo di oggetti rituali tratti dalla collezione del Museo degli Sguardi, il Museo delle Culture Extraeuropee “Dinz Rialto” di Rimini. Ovvero uno dei principali musei italiani dedicati interamente, a livello etnologico ed archeologico, alle culture dell’Africa, dell’Oceania, dell’America precolombiana e in parte minore dell’Asia.

Ed è proprio lo sguardo il filo conduttore di questa raffinata esposizione.

Il focus è infatti sullo  sguardo dell’Occidente (nella prima metà del XIX secolo) sulle civiltà religiose dell’Oceania e sui loro molteplici riti, costumi, simboli sacri, assimilabili alle culture sacre sia dell’Australia, sia dell’India e dell’Indocina. Così come lo   sguardo   sui paesaggi esotici.

L’Autore, Grégoire Louis Domeny de Rienzi, fu egli stesso avventuriero, esploratore, geografo, fantasmagorico narratore.

Quello che si sa di lui è molto, ma è difficile il discrimine tra ciò che è storia e quello che è leggenda, spesso autoalimenta. La sua autobiografia lo farebbe discendere da Cola di Rienzo, eroico protagonista di infinti fatti d’arme sotto le più diverse bandiere. È certo il suo viaggio in Oceania, poi a Canton e all’Isola Bourbon, oggi Réunion, dove venne eletto deputato. Nel 1831 è a Parigi dove ottiene riconoscimenti per le sue esplorazioni e dove si scontra con Champollion. A Parigi pubblica, soffermandosi sulla descrizione soprattutto dei costumi tribali,  tre volumi sull’Oceania, Melanesia Micronesia e Polinesia. 

Non è sicura nemmeno la data del suo suicidio. Per alcuni sarebbe avvenuta nel 1843, per altri sette anni più tardi, nel 1850. Finale in linea, con l’estrosa ambiguità del personaggio.

 “Il nostro obiettivo – chiarisce Massimo Pulini – è valorizzazione attraverso alcuni exempla il preziosissimo patrimonio di 285 disegni a matita su carta custoditi nel Fondo Des Vergers, recuperando un’idea di Rosita Copioli mai realizzata per la II Edizione della Biennale del Disegno, in rapporto con manufatti etno-antropologici del Museo degli Sguardi poco noti o esposti. Si tratta di una importante sezione della Biennale dedicata a un fondo appartenente al Comune di Rimini, d’interesse internazionale e di perfetta adesione al tema della Biennale”.


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Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
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Ufficio stampa Apt Servizi Emilia-Romagna
Tatiana Tomasetta, cultura@aptservizi.com

Il programma del 28 aprile di ARTEVENTO CERVIA

Prosegue ARTEVENTO CERVIA

La rassegna di aquiloni d’arte più longeva al mondo giunta alla 44° edizione consegna per la prima volta il Premio Speciale per Meriti di Volo a ben 2 realtà: Amnesty International Italia – nella persona del portavoce Riccardo Noury – e Rondine Cittadella della Pace. Il programma di domenica 28 aprile 2024.



INFORMAZIONI UTILI
44° ARTEVENTO CERVIA FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’AQUILONE
DOVE: Cervia, Spiaggia di Pinarella e altre location
QUANDO: dal 20 aprile al 1° maggio 2024
 
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L’Opificio Pietre Dure protagonista del Salone fiorentino del Restauro

L’Opificio delle Pietre Dure sarà tra i più attesi protagonisti della nona edizione del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze, dal 25 aprile al primo maggio, alla Fortezza da Basso.

La presenza dell’Istituzione fiorentina è tra le più attese della manifestazione fieristica: gli operatori italiani ed internazionali del restauro apprezzano la presenza dell’OPD per l’opportunità di confrontarsi con chi da secoli (l’Opificio è l’espressione di una tradizione che risale al lontano 1588) realizza interventi che divengono esemplari nel variegato mondo del restauro dei beni culturali.

Il 26 e 30 aprile l’Opificio Pietre Dure
protagonista del Salone fiorentino del Restauro

Per rispondere a tanto interesse l’Opificio sarà al Salone per l’intera giornata del 26 aprile. Giornata intensissima di interventi, confronti e idee. Con anche una appendice il giorno 30 aprile.
Nella mattinata di venerdì 26 (dalle 9:30 nella Sala della scherma alla Fortezza da Basso) Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio accanto a  Cristina Acidini, Presidente dell’Opera di Santa Croce e Presidente della Fondazione Roberto Longhi, oltre che dai responsabili dei settori in cui si articola l’Istituzione fiorentina,  illustreranno avanzamento e risultati di alcuni recenti grandi progetti di conservazione effettuati su capolavori fiorentini, selezionati per la notorietà delle opere d’arte, per la complessità degli interventi e per le ricerche e la metodologia messe in campo.

Il primo focus sarà sul progetto di studio e restauro degli affreschi di Giotto nella Cappella Bardi, con interventi di Renata Pintus e Maria Rosa Lanfranchi. Per illustrare poi La “memoria sepolcrale al grande Alfieri” di Antonio Canova in Santa Croce. Il restauro e lo studio della tecnica costruttiva interverranno Riccardo Gennaioli, Camilla Mancini, Franca Sorella e Paola Lorenzi. 

Dall’antico al contemporaneo con l’illustrazione del Restauro di ‘Guerriero con scudo’ di Henry Moore: problematiche interne ed esterne di un grande bronzo del Novecento con interventi di Renata Pintus, Stefania Agnoletti, Maria Baruffetti, Merj Nesi e Aurea Restauro.

“La seconda sessione (con inizio alle 11:30) sarà dedicata – anticipa la Soprintendente Daffra – ai risultati delle tesi di diploma discusse negli ultimi due anni alla Scuola di Alta Formazione e Studio (SAFS) dell’OPD, di sicuro interesse, soprattutto per gli addetti ai lavori, per l’approccio fortemente sperimentale e gli elementi di innovazione usualmente connessi ai lavori di tesi presso la SAFS: Nuovi professionisti e inediti percorsi di ricerca. Tesi discusse alla SAFS dell’OPD.

Coordina gli interventi Letizia Montalbano, Direttore tecnico del Settore restauro Materiali cartacei e membranacei, già Direttrice della SAFS. 

La parola passerà quindi agli autori delle singole tesi: Alessia Bianchi, che ha indagato Il restauro del “Libro di disegni” di Baldassarre Franceschini detto Il Volterrano della Fondazione Roberto Longhi di Firenze; Selene Chersicla che ha approfondito Il Modello per il pannello in pietre dure “Vaso con Fiori” di Edoardo Marchionni del Museo dell’Opificio delle Pietre Dure; Giulia Ciabattini che propone Il fondo Leonardo Savioli: dal Centro Pecci allo studio dell’artista. Restauro strutturale di un dipinto su compensato; Giorgia Mori: Un codice miniato trecentesco: il Laudario di Santo Spirito alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, mentre il caso de Il manifesto di Alphonse Mucha per l”Imprimerie cassan fils della Collezione Salce: problematiche del ‘de-restauro’ del patrimonio effimero è trattato da Lavinia Nasoni; “Il restauro del primo fondo di pellicole fotografiche appartenente alla Commissione Vinciana relative al manoscritto di Leonardo da Vinci “Dell’anatomia” è il tema di Matilde Ticci; Il Trittico di Nocria della cerchia di Paolo da Visso, a Castelsantangelo sul Nera, danneggiato dal sisma del 2016 è stato l’oggetto di indagine di Petra Farioli. 

Gli interventi di restauro, per poterli realizzare, necessitano di chi li finanzi. Tema da sempre di evidente attualità. Uno dei mezzi per reperire fonti finanziarie sicuramente è l’Art Bonus.

A 10 anni dalla sua entrata in vigore, l’Art Bonus ha consentito a numerose amministrazioni pubbliche di realizzare importanti interventi di protezione, manutenzione e restauro del patrimonio culturale pubblico grazie al supporto di aziende, fondazioni bancarie e privati cittadini. In questo incontro ALES S.p.A., società responsabile del programma di gestione e promozione dell’Art Bonus per conto del Ministero della Cultura, approfondirà gli aspetti applicativi della norma e dialogherà con alcuni enti beneficiari di Art Bonus tra i più rappresentativi nel panorama nazionale per qualità e numero di interventi realizzati con il sostegno finanziario di mecenati: l’Opificio delle Pietre Dure, la Direzione Regionale Musei Toscana MiC, il Comune di Firenze”.

Dalle 14:30 alle 16:00, nella Sala incontri MiC, si discuterà perciò su “La sostenibilità economica dei progetti di restauro attraverso l’Art Bonus“, a cura di ALES Arte Lavoro e Servizi S.p.a. in collaborazione con Opificio delle Pietre Dure, Direzione Regionale Musei della Toscana e Comune di Firenze. Sono previsti gli interventi di Lucia Steri, Responsabile Comunicazione Art Bonus Ales S.p.A.; Emanuela Daffra, Soprintendente OPD e Direttore DRM Lombardia; Fabrizio Vallelonga, Funzionario MiC DRM Toscana e Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi; Giorgio Caselli, Dirigente Servizio Belle Arti del Comune di Firenze.

I contributi dell’OPD al Salone del restauro proseguono nel pomeriggio alle 17:15 in Sala Sottani per presentare le novità editoriali della collana dell’Opificio “Problemi di Conservazione e Restauro” edita da Edifir edizioni Firenze. Una collana, fondata da Marco Ciatti, che ha una lunga e gloriosa tradizione, tant’è che ad essere presentato è il suo 63^ volume, dedicato a “Il restauro del fregio di Andrea Pucci Sardi da Empoli” a cura di Matteo Ceriana, Riccardo Gennaioli, Sandra Rossi (Firenze, 2024). Interverrà Paola D’Agostino, già Direttore dei Musei del Bargello, dove il fregio è custodito, alla presenza degli autori e curatori del volume.

Altro appuntamento, martedì 30 aprile dalle 14:00 alle 15:30, a cura della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, nella Sala incontri MiC. Tema: “Restauro e ricerche; attività della Soprintendenza ABAP di Firenze“.

  “La Cappella Brancacci nella chiesa del Carmine a Firenze: un protocollo per la diagnostica, la manutenzione, il monitoraggio e lo studio delle pitture murali. La conclusione del cantiere” è il titolo di un denso racconto che darà conto dei risultati di circa due anni di osservazioni su uno dei capolavori del primo rinascimento fiorentino. Intervengono: Antonella Ranaldi, SABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato; Alberto Felici, SABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato; Emanuela Daffra, Opificio delle Pietre Dure; Sara Penoni, Opificio delle Pietre Dure; Giorgio Caselli, Comune di Firenze; Cristiano Riminesi, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR); Simonetta Brandolini D’adda, Friends of Florence.

“Una presenza articolata dunque” sottolinea Emanuela Daffra “che non solo dà conto dei molteplici fronti su cui l’Istituto si impegna, ma anche della sua fisionomia naturalmente polidisciplinare, del suo essere luogo dove operatività altissima, ricerca e formazione procedono affiancate”



Ufficio Stampa Opificio delle Pietre Dure: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. +39. 049.663499
simone@studioesseci.net (rif. Simone Raddi)
 
Ufficio Promozione culturale Opificio delle Pietre Dure:
Maria Emilia Masci opd.promozioneculturale@cultura.gov.it