Messina Biblioteca Regionale: Le tre cantiche nella traduzione siciliana di Tommaso Cannizzaro

Il 28 maggio 2021, alle ore 17:30, in diretta live sulla pagina Facebook della Biblioteca un evento coinvolgente in collaborazione con l’Orchestra da Camera di Messina: “Le tre cantiche nella traduzione di Tommaso Cannizzaro. E la Commedia è sempre… Divina”. Performance per voci, suoni e immagini”. L’iniziativa culturale, inserita nel cartellone “Maggio dei Libri” promosso dalla Città di Messina, intende celebrare due anniversari importanti: il 700° dalla morte del Sommo Poeta Dante Alighieri e il centenario dalla morte del letterato messinese Tommaso Cannizzaro. 

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Dal 2011, il CEPELL, acronimo per Centro per il libro e la lettura, Istituto autonomo del Ministero della Cultura che dipende dalla Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore, assolvendo all’obiettivo precipuo di “promuovere politiche di diffusione del libro, della cultura e degli autori italiani e di realizzare iniziative e campagne informative per sensibilizzare e incentivare i giovani alla lettura” ha istituito la Campagna Nazionale di Lettura “Il Maggio dei Libri”.

Tale Campagna, che vanta l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, per il 2021 propone la celebrazione della figura insigne del Sommo Poeta Dante Alighieri, nel 700°anniversario della Sua morte. La“Città di Messina”ha aderito con un ricco calendario di eventi in presenza, on line e con video, coinvolgendo associazioni, istituti comprensivi, biblioteche, librerie e case editrici.

Anche la Biblioteca Regionale “Giacomo Longo”,che già in passato,rispondendo all’appello del CEPELL,aveva per l’occasione realizzato momenti culturali diversificati, riscuotendo importanti consensi e mettendo in atto novelle energie,ha voluto essere partecipe alla programmazione della”Città di Messina” e, sotto l’egida dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, ha predisposto un proprio evento in diretta streaming sulla pagina Facebook d’Istituto, il 28 maggio 2021,alle ore 17,30:

“Le tre cantiche nella traduzione siciliana di Tommaso Cannizzaro. E la Commedia è sempre… Divina”.
Performance per voci, suoni e immagini

La singolare iniziativa che la Biblioteca propone, dà risalto a due anniversari importanti:l’uno già menzionato e tracciato dal Cepell che celebra Dante Alighieri, e l’altro,il centenario dalla morte del letterato Tommaso Cannizzaro avvenuta in Messina, il 25 agosto 1921. Le due figure del panorama letterario italiano,sebbene appartenenti a epoche lontane risultano aver in comune proprio la Divina Commedia,di paternità del Sommo,della quale l’illustre messinese fu eccellente traduttore in dialetto siciliano.

La traduzione in vernacolo delle Cantiche della Commedia del Cannizzaro, custodita in originale presso questa Biblioteca, è stata pubblicata nel 1904 ed è la prima integrale traduzione siciliana dell’opera dell’Alighieri. Il Cannizzaro, che fu poeta, critico letterario e traduttore, viaggiatore, poliglotta, dallo spirito indomito – militò infatti tra le file garibaldine – si dedicò a tale impresa letteraria “con lavoro assiduo e febbrile – come lo stesso ricorda nell’introduzione – temendo che la pazienza e il vigore mi venissero meno, a tradurre ordinatamente l’intero poema“. Difatti, un primo tentativo, nel 1877, l’aveva portato ad innamorarsi dell’idea di “voltare in terza rima siciliana la commedia di Dante”, guardando alle traduzioni già attuate in altre lingue e dialetti italiani, considerando il Siciliano “assai adatto”. Desistette, però, preso dallo scoraggiamento e da ulteriori impegni, per riprendere laddove aveva lasciato vent’anni prima, il 25 aprile del 1900, ricorrenza del Centenario della Visione Dantesca.

Il Suo è da considerarsi un vero capolavoro, basato su un approfondito studio della lingua siciliana, e segnatamente messinese, ben congegnato e, poeticamente, perfetto. È lodevole la finalità per cui si diede alla stesura: diffondere” nel popolo insulare il maggior poema che vanti non solo la letteratura nostra, ma la poesia in genere. Rendere accessibile a tutte le classi…”. Un capolavoro in cui l’uso del vernacolo non giunge a trasformare il contenuto in parodia, come già altri autori avevano fatto, bensì ne è interpretazione fedele e seria.

Voci, suoni, forme grammaticali, utilizzate con maestria dall’autore, consapevole delle affinità esistenti fra il dialetto fiorentino dantesco e il vernacolo siciliano, dei legami fra il volgare illustre e la lingua siciliana. Composizione poetica, frutto di un intenso lavoro di lima per non sfocare il concetto originale e, nel contempo, non avvilire la rima. Tommaso Cannizzaro guardò a quanto fatto anche in prospettiva di fruizione da parte di chi non era avvezzo al dialetto siciliano, rendendo più prezioso il testo con note in calce di fonetismo, vocalismo, consonantismo del dialetto siciliano corredate di schemi fonetici. Un’elencazione, poi, di “voci e forme della parlata messinese non registrate nei vocabolari siciliani e adoperate nella presente traduzione”rendono l’idea dell’immenso e appassionato lavoro e della sua unicità.

La Biblioteca Regionale iscrive, così, nel calendario della “Città di Messina” un momento culturale che riuscirà a coinvolgere e affascinare quanti vorranno collegarsi alle 17:30 di venerdì 28 maggio, sulla pagina Facebook. Dopo i saluti istituzionali e l’introduzione della Direttrice, Dr.ssa Tommasa Siragusa e l’intervento del curatore del progetto, l’etnomusicologo, Dr. Mario Sarica, sarà dato spazio a un video composito realizzato dalla Biblioteca in collaborazione con l’Associazione Orchestra da Camera di Messina, sotto l’egida dell’Assessorato Regionale del Turismo dello Sport e dello Spettacolo. Trattasi di una produzione drammaturgico/musicale dell’ Orchestra da Camera di Messina.

La piacevole visione che verrà offerta si articolerà in esecuzioni musicali, in prima assoluta, dei Maestri e autori dei temi musicali originali: Gemino Calà (clarinetto e fiati pastorali), Stefano Sgrò (percussioni), Antonio Garufi (contrabbasso), e in letture di alcuni brani tratti dalla Divina Commedia nella versione tradotta in siciliano da Tommaso Cannizzaro, rese dagli attori Antonio Previti e Gabriella Zecchetto. Dalla loro voce risuoneranno termini della parlata messinese presenti negli studi del Cannizzaro, così nel declamare il canto XXX del Purgatorio si potranno udire: “Anciuliddhu“ e “Allelujannu”.

Nel Maggio dei libri, saranno protagonisti del video i testi in argomento, posseduti da questa Biblioteca: “in primis” le preziose edizioni illustrate della Divina Commedia, che costituiranno il ricco percorso della pubblicazione principe del Sommo Poeta attraverso i secoli, reso fruibile on web nell’allestimento di un’esposizione nella quale troveranno posto anche altre famose opere. Altresì un settore, anche con manoscritti e testi con dediche autografe, sarà dedicato al poeta, critico letterario e traduttore Tommaso Cannizzaro, ancora purtroppo poco conosciuto, ma che fu autore di rilievo nella storia letteraria e politica della Messina a cavallo tra Ottocento e Novecento e si distinse a livello nazionale e europeo.

IMMAGINE DI APERTURA – Il manifesto dell’evento.

A Catanzaro, per la prima volta, una mostra dedicata al genio artistico di Marc Chagall

Dal 23 maggio 2021, nella straordinaria cornice della Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro, verrà ospitata una mostra dedicata al grande artista russo Marc Chagall (1887-1985), al suo rapporto con la religione ebraica e alla sua personalissima maniera di rileggere, in chiave pittorica, il Messaggio Biblico.

Chagall. La Bibbia

Per la prima volta a Catanzaro, una mostra dedicata al genio artistico di Marc Chagall, uno dei più grandi artisti del Novecento, in un’inedita e approfondita narrazione del testo biblico, tra storie e creature fantastiche.

23 maggio – 29 agosto 2021
Complesso Monumentale del San Giovanni, Catanzaro

di Olga Strada
Storica dell’arte, già direttrice dell’Istituto di Cultura italiana a Mosca

Chagall e la Russia
Il diapason creativo di Marc Chagall abbraccia tre macroculture, quella russa, quella ebraica e quella francese. Il suo status di artista ebreo, nomade, nato a Vitebsk, che abbandona definitivamente la Russia nel 1922, non lo ha privato delle radici storiche e figurative della sua terra natale.
Chagall ha iniziato a studiare pittura con Yehuda Pen, il quale a sua volta era figlio della tradizione pittorica dell’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo; prosegue la sua formazione dal 1906 al 1911 a San Pietroburgo avendo come maestri i nuovi astri dell’arte di quegli anni, artisti che facevano parte della cerchia di “Mir Iskusstva”, Bakst, Reorich, Dobuzinskij.
Chagall non solo aveva assimilato la lezione dei suoi maestri, ma tutta la sua pittura è profondamente intrisa delle vibrazioni cromatiche della natura russa, degli elementi paesaggistici della sua terra, di echi dell’arte popolare russa, quale quella del lubok.
Anche sotto il profilo rappresentativo e della costruzione dei suoi quadri, palesi sono i rimandi all’arte dell’icona, dove vige la sovrapposizione di piani diversi per dare vita a un racconto in cui si avverte il fluire del tempo e della storia come un unicum.
Si ricordi inoltre che un ciclo importante, oltre a quello biblico, è quello dedicato alle “Anime morte” di Gogol’, cosi come l’affrontare in teatro le scenografie per il balletto “Aleko”, tratto dal poema di Puskin.

Allestimento

Vita e sogno in Chagall
L’elemento onirico nell’opera chagalliana ha il sembiante di una lieve brezza che attraversa tutto il suo narrare. Sogno come memoria, sogno come felicita, sogno come armonia, sogno come universo di immagini archetipiche. Chagall, rispetto ai suoi contemporanei, che hanno dato vita a fondamentali correnti artistiche nell’arte del XX secolo, si distingueva per aver creato il suo mondo interiore senza la necessità di proclamare un “credo” o formulare un “manifesto”.
Chagall dichiarava “ma la mia arte e forse un’arte insensata, un mercurio fiammeggiante, un’anima azzurra che scaturisce sulle mie tele”. L’anima azzurra chagalliana ha il colore dei sogni lieti, del mistero gioioso della vita, della percezione dell’essere prima della vita stessa.
La biografia di Chagall è stata costellata di molte pagine buie, quali l’antisemitismo della Russia zarista, i pogrom e la fuga in America per sfuggire al nazismo, eppure è come se nei suoi lavori trovasse spazio l’afflato luminoso dell’archetipo.
Importante sottolineare come Chagall dichiarasse che nelle sue tele si rifaceva a esperienze reali, di cui era stato testimone, cosa che lo contrapponeva nettamente dalla corrente surrealista, alla quale talvolta la sua pittura è stata associata, la quale traeva ispirazione dal mondo dell’inconscio.

Allestimento

La Bibbia
“Fin dall’infanzia sono stato affascinato dalla Bibbia. Mi è sempre sembrato, e tutt’oggi mi sembra, che questo libro sia la più grande fonte di poesia di tutti i tempi. Da allora ho cercato il suo riflesso nella vita e nell’arte. La Bibbia è l’eco della natura, il mio è un tentativo di trasmettere questo mistero”.
In queste parole è racchiusa la summa dell’idea che sta alla base delle centocinquanta incisioni della Bibbia realizzate tra il 1931 e il 1956, così come nelle monumentali vetrate di Notre Dame des Toute Grace ad Assy, o nella Cattedrale di Metz in un serrato dialogo con le vetrate gotiche.
Nato in una famiglia ebrea chassidica molto religiosa e praticante, Chagall si era nutrito della cultura e del misticismo dei riti ebraici. I profeti e le varie figure del Vecchio testamento avevano assunto per lui un significato vivo, erano quasi delle persone reali con le quali dialogare e assimilabili ai vecchi ebrei che frequentavano la sinagoga o ai personaggi della sua infanzia, descritti con accenti simili a pennellate nelle pagine della sua autobiografia “Ma vie”. La sua riflessione sui temi sacri, che nutre l’intera poetica del suo fare artistico, non si era manifesta nei soli soggetti del Vecchio Testamento ma anche in quelli del Nuovo, e ne è testimonianza il quadro “Crocifissione bianca” del 1938.

Catalogo della mostra

IMMAGINE DI APERTURA – Pannello della mostra