Torino: Memoria e passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla Collezione Bertero

20 Febbraio 2020 – 10 Maggio 2020
Torino, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Memoria e passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla Collezione Bertero
Mostra a cura di Walter Guadagnini, con la collaborazione di Barbara Bergaglio e Monica Poggi

Mario De Biasi, Gli italiani si voltano, Moira Orfei, 1954 © eredi di Mario De Biasi

Con Memoria e passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla Collezione Bertero, dal 20 febbraio al 10 maggio 2020, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia si anima attraverso le storie e i racconti celati nelle immagini più significative della Collezione Bertero, raccolta unica in Italia per originalità dell’impostazione e qualità delle fotografie presenti.

Curata da Walter Guadagnini, direttore di CAMERA, con la collaborazione di Barbara Bergaglio e Monica Poggi, la mostra racconta il nostro passato, le radici del nostro presente insieme all’evoluzione del linguaggio fotografico lungo quattro decenni. Tra le oltre duemila immagini che compongono la collezione, i curatori ne hanno scelte più di trecento, realizzate da circa cinquanta autori tra i quali alcuni dei protagonisti della storia della fotografia italiana e mondiale della seconda metà del Novecento: Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Robert Capa, Lisetta Carmi, Henri Cartier-Bresson, Mario Cattaneo, Carla Cerati, Mario Cresci, Mario De Biasi, Mario Dondero, Alfred Eisenstaedt, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Jan Groover, Mimmo Jodice, William Klein, Herbert List, Duane Michals, Ugo Mulas, Ruth Orkin, Federico Patellani, Ferdinando Scianna, Franco Vimercati e Michele Zaza.

Siamo partiti dall’idea che questa ricchissima collezione, oltre al Neorealismo per il quale è giustamente famosa, potesse offrire altre chiavi di lettura di grande interesse. – spiega Walter Guadagnini – Abbiamo quindi individuato tre nuovi grandi temi: primo, la fotografia americana degli anni ’30, che Bertero ha considerato interessante in quanto anticipazione e contraltare del nostro Neorealismo; secondo, l’Italia vista attraverso l’obbiettivo di grandi fotografi stranieri come Capa, Cartier-Bresson, Orkin, Barbey, List; terzo, la stagione del grande rinnovamento della fotografia italiana degli anni ’70/’80, con tutti i suoi protagonisti, Mulas, lodice, Basilico, Ghirri, Scianna,Cresci, Zaza, Berengo Gardin, Giacomelli e molti altri. Più, inoltre, una piccola sezione dedicata a Torino, luogo centrale agli albori e non solo della fotografia italiana.

Nelle sale di CAMERA, la Storia diventa lo sfondo su cui si sviluppano innumerevoli storie, parlandoci di un Paese e di tanti paesi. I protagonisti sono contadini, preti, famiglie, nobildonne, militari, bambini e fotografi che, con gli accenti e le lingue più disparate, hanno scritto il ricordo di queste vicende. Il racconto nasce nell’Italia appena liberata dal fascismo, fra le macerie e la povertà di una società provata dalla guerra, legata – in particolare nel sud del paese – a tradizioni ancora ancestrali, soprattutto sul piano religioso, estremamente affascinanti per i fotografi del cosiddetto periodo “Neorealista”. Prosegue poi lungo gli anni del boom economico, tra nuovo benessere e nuovi modi di vita, esemplificati dalla stagione eroica di Via Veneto a Roma e dei “paparazzi” che la animavano. La storia si conclude negli anni Settanta e Ottanta, con i grandi maestri della fotografia di paesaggio e di quella concettuale, che hanno saputo evolvere le premesse degli anni precedenti in una nuova lingua, divenuta oggi a sua volta classica.

Questa mostra è però anche e soprattutto l’omaggio alla splendida storia di un collezionista che, a partire dalla fine degli anni Novanta ad oggi ha raccolto circa duemila stampe con una passione unica. Una collezione nata quasi per caso e proseguita negli anni con tale lucidità e determinazione da divenire un punto di riferimento mondiale per la conoscenza e lo studio del neorealismo fotografico italiano. Parti della collezione sono già state esposte in sedi prestigiose all’estero, da Photo Espana al Fotomuseum di Winterthur fino al Metropolitan Museum di New York, e in Italia, grazie alla volontà di Guido Bertero di condividere il suo patrimonio con il pubblico, in un’ottica di estrema apertura e volontà di diffondere la conoscenza di questo linguaggio.

La mostra è accompagnata da un volume pubblicato da Umberto Allemandi editore, introdotto da Walter Guadagnini. Oltre la riproduzione di più di 250 immagini, all’interno del volume sarà possibile ripercorrere queste vicende attraverso il dialogo fra collezionista e curatore.

L’attività di CAMERA è realizzata grazie a Intesa Sanpaolo, Lavazza, Eni, Reda, in particolare la programmazione espositiva e culturale è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo.

IMMAGINE DI APERTURALuigi Ghirri, Alpe di Siusi, 1979 © eredi di Luigi Ghirri (Particolare)

Collezioni: Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Battaglia di Isso tra Alessandro e Dario III
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Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Italia

Il Museo è tra i più antichi e importanti al mondo per ricchezza e unicità del patrimonio archeologico. L’origine e la formazione delle sue collezioni sono legate alla figura di Carlo III di Borbone che, asceso al trono del Regno di Napoli nel 1734, si fece promotore dell’esplorazione delle città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d.C. e del progetto di un Museo Farnesiano, con il trasferimento in città di parte della ricca collezione ereditata dalla madre Elisabetta. Si deve al figlio Ferdinando IV la decisione di riunire nell’attuale edificio la collezione Farnese e la raccolta vesuviana, che costituiscono i due nuclei principali del Museo.

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Museo Archeologico Nazionale di Napoli – Superquark 18/07/2018

IMMAGINE DI APERTURA – Salone della Meridiana.(Fonte Wikipedia)

Carnevale a Mamoiada: la danza di Mamuthones e Issohadores

A Mamoiada, piccolo comune della Barbagia a 17 chilometri da Nuoro, giovedì e martedì grasso (20 e 25 febbraio) si svolge il celebre Carnevale, che riprende riti ancestrali. L’origine di questo rito è antichissima: «est anticoriu», dicono i Sardi, riferendosi alle tradizioni la cui memoria si perde nel tempo.

Il Carnevale di Mamoiada è “uno degli eventi più celebri del folclore sardo”. Le sue maschere sono:
– I Mamuthones: uomini col viso ricoperto da una maschera nera dai rozzi lineamenti, vestiti col pellicce scure e con campanacci appesi alla schiena. 
– Gli Issohadores: uomini vestiti in corpetto rosso, maschera bianca, Sa Berritta (copricapo), cartzas (o cartzones, pantaloni bianchi) e s’issalletto (piccolo scialle), che scortano i Mamuthones.

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IMMAGINE DI APERTURAFoto di Gianni Careddu del costume tradizionale dei Mamuthones.

Storie curiose: Alessandro Barbero – Come pensava un uomo del Medioevo: il mercante

Dino Compagni era un mercante fiorentino. La città e la sua prosperità erano le uniche cose a cui teneva, e la gente andava divisa in due categorie: le brave persone, che si davano da fare per il bene comune, e i malvagi. Ammirava i gentiluomini capaci di rischiare la pelle in battaglia, ma ne temeva la violenza e trovava giusto che fossero esclusi dal governo della città. Quando parlava del papa o di un re, abbassava la voce, intimidito davanti a personaggi così grandi, e quasi non osava criticarli. Per sorteggio si trovò ad avere responsabilità politiche a Firenze in un momento cruciale, ne fu così sbalordito che si mise a scrivere, in italiano, perché in latino non avrebbe saputo farlo. La sua Cronica mostra la Firenze del tempo di Dante attraverso gli occhi di un uomo del popolo, di quelli a cui solo nei comuni italiani poteva capitare di essere chiamati al governo.

IMMAGINE DI APERTURA – Antonio Cuccinelli, Dino Compagni in San Giovanni predica la pace tra guelfi e ghibellini, tela ottocentesca a palazzo Compagni, Firenze – Particolare (Fonte: Wikipedia)

Milano: Leonardo da Vinci e Guido da Vigevano. Anatomia in figure

Milano, Sala Sottofedericiana dell‘Ambrosiana (ingresso da Piazza San Sepolcro)
7 febbraio – 29 marzo 2020
Leonardo da Vinci e Guido da Vigevano. Anatomia in figure
a cura di Paola Salvi

Guido da Vigevano, Disegno del carro a vento da Texaurus regis Francie acquisitionis terre sancte de ultramare, nec non sanitas corporis eius et vita ipsius prolungationis ac etiam cum custodia propter venenum, c. 1375, Yale nel Center for British Arts.

L’esposizione pone a confronto i modi di raffigurazione anatomica di due geni del passato, attraverso le riproduzioni del capolavoro di Guido da Vigevano, Anothomia designata per figuras, e di alcuni fogli di Leonardo da Vinci che evidenziano l’evoluzione dei suoi studi sul corpo umano. Alcuni disegni anatomici leonardeschi sono stati tradotti in cinque sculture realizzate con la tecnica tradizionale della ceroplastica. Completa la mostra il modello ligneo del carro a vento di Guido, ideato come macchina da guerra ma che può essere ritenuto anche la prima auto-mobile della storia.
All’interno del percorso di visita della Cripta di San Sepolcro, dal 7 febbraio al 29 marzo 2020, la Sala Sottofedericiana della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano ospita una mostra che pone a confronto le figure di due geni del passato quali Guido da Vigevano (1280-1349) e Leonardo da Vinci (1452-1519) e i loro metodi di raffigurazione anatomica. L’esposizione, curata da Paola Salvi, resa possibile dal Comune di Vigevano, col patrocinio della Regione Lombardia, dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dell’Università di Pavia, sostenuta dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e organizzata con l’Associazione OverArt associazione culturale no profit, chiude il programma d’iniziative proposte dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano per valorizzare il suo patrimonio di opere di Leonardo, tra i più importanti al mondo, e degli artisti della sua cerchia. La rassegna presenta la riproduzione delle 18 figure (in 16 tavole) del trattato Anothomia designata per figuras (1345) di Guido da Vigevano, accanto a una serie di riproduzioni di disegni anatomici di Leonardo da Vinci, realizzati tra il 1480 e il 1517 circa. Da alcuni di questi disegni, che appartengono al vasto repertorio anatomico di Leonardo, conservati nelle collezioni della Regina Elisabetta II d’Inghilterra nel Castello di Windsor, sono state ricavate cinque sculture, ideate da Paola Salvi e realizzate da Moreno Vezzoli, con la tecnica tradizionale della ceroplastica, per fare apprezzare la loro precisione anatomica e la bellezza artistica. “Si è voluto porre l’attenzione sulla bellezza artistica – afferma Paola Salvi – poiché Leonardo per conoscere l’interno del corpo umano ha praticato la dissezione, presumibilmente con l’assistenza di un “cerusico”, come era d’uso al tempo, ma con l’intento di superarla riportando le conoscenze acquisite alla vita del corpo in azione”. “I suoi disegni – continua Paola Salvi – seguono la fedeltà anatomica del corpo vivente, superano nella ricercatezza grafica ogni aspetto “macabro” e testimoniano non solo la realtà della rappresentazione anatomica, ma anche le teorie della sua epoca, quelle stesse che Leonardo visualizza laddove l’esperienza non gli permette di verificarle ed eventualmente confutarle”. Il percorso espositivo si completa, grazie alla collaborazione di Carlo E. Rottenbacher, docente del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione dell’Università di Pavia, con la ricostruzione in scala del carro “a vento” di Guido da Vigevano, modello ligneo derivante dal disegno progettuale contenuto VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA Piazza Pio XI, 2 20123 Milano, Italy t +3902806921 fax +390280692215 P.I. 04196990156 www.ambrosiana.it 3 nel Texaurus Regis Francie (1335), un manoscritto che, per la sua epoca, presenta notevoli soluzioni meccaniche e di visualizzazione. Le figure di Guido da Vigevano – medico e progettista del primo veicolo in grado di muoversi producendo autonomamente l’energia necessaria – e di Leonardo da Vinci sono accomunate dalla stessa intenzione raffigurativa. Se Guido da Vigevano ha provveduto a dare rappresentazione ‘realistica’ al metodo anatomico, confidando nel valore conoscitivo delle immagini, un secolo e mezzo dopo Leonardo da Vinci prosegue questo percorso ponendo al centro l’armonia delle forme e la vitalità del corpo umano in movimento. La mostra prosegue idealmente nella sala Federiciana della Pinacoteca Ambrosiana dov’è allestita, fino al 1° marzo, la mostra Leonardo da Vinci e il suo lascito: gli artisti e le tecniche, curata da Benedetta Spadaccini, che presenta alcuni disegni originali di Leonardo conservati alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana tra i quali studi anatomici di gambe e la celebre lettera di presentazione a Ludovico il Moro che si legano al tema anatomico e alla progettazione di macchine da guerra.

IMMAGINE DI APERTURAScultura in ceroplastica, busto con braccio alzato, ideazione Paola Salvi, realizzazione Moreno Vezzoli.

Costanza Rizzacasa d’Orsogna – Non superare le dosi consigliate

«Non c’è un problema che un farmaco non curi, mamma lo dice sempre. A casa nostra non si parla, si prendono medicine. Così lei mi dà il Dulcolax ogni sera perché sono una bambina grassa. Due compresse, quattro, otto. E io non so che legame ci sia tra il Dulcolax e una bambina grassa, visto che non dimagrisco…» C’è un peso che non si può perdere, anche quando l’hai perso tutto. Matilde lo sa: la mamma, bulimica, passa le giornate a vomitare; lei ha cominciato a ingrassare quando aveva sei anni ed è affamata da una vita. 

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Pusteblume0815 da Pixabay 

06 – Filosofia – Locke e l’empirismo – Remo Bodei

John Locke nasce il 29 agosto del 1632 a Wrington, vicino a Bristol. La sua giovinezza coincide con quel periodo turbolento della storia inglese che vede la prima rivoluzione, l’esecuzione di re Carlo I, nel 1649, e l’instaurazione del Commonwealth of England. Nel 1652 entra all’Università di Oxford e, pochi anni più tardi, viene chiamato a insegnare nello stesso istituto. Ha inizio il periodo più importante della sua formazione intellettuale: legge le opere di Cartesio, di Hobbes e si dedica allo studio delle scienze naturali e della medicina. All’età di trentacinque anni, entra a far parte della vita politica, quando diventa segretario di Lord Ashley, futuro conte di Shaftesbury e Lord Cancelliere, di cui seguirà le alterne vicende; nel 1675 Ashley perde il favore di re Carlo II e Locke si ritira in Francia, dove rimane per quattro anni iniziando la stesura del suo Saggio sull’intelletto umano. Nel 1683 è poi la volta dell’Olanda, dove Locke partecipa ai preparativi della spedizione di Guglielmo III d’Orange che, nel 1689, con la Gloriosa Rivoluzione, ottiene la corona inglese. Tornato in patria, l’autore acquista grande fama come rappresentante intellettuale del nuovo Stato liberale. Questo è il periodo in cui vedono la luce le sue opere più importanti, tra le quali l’Epistola sulla tolleranza, i Due trattati sul governo e, nel 1690, il Saggio sull’intelletto umano, che ottiene da subito un grande successo. Locke trascorre gli ultimi anni della sua vita nel castello di Oates, nell’Essex, dove si spegne il 28 ottobre del 1704.

IMMAGINE DI APERTURAFoto di morhamedufmg da Pixabay  

Torino: Helmut Newton. Works

30 Gennaio 2020
Helmut Newton. Works
Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
30 gennaio 2020 – 3 maggio 2020

(Immagine guida – Exhibition main image)
Helmut Newton Rushmore, Italian Vogue 1982 ©Helmut Newton Estate

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre la stagione espositiva del 2020 inaugurando la grande retrospettiva Helmut Newton. Works, promossa da Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino.

Il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo che sin dagli inizi non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi veramente unici. Il risultato è un insieme di opere non solo particolarmente personali e di successo, ma che hanno raggiunto un pubblico di milioni di persone anche grazie alle riviste e ai libri in cui sono apparse, e alle mostre delle sue foto.

Nel percorso di mostra si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000, offrendo la possibilità ai visitatori di comprendere fino in fondo il suo lavoro come mai prima d’ora.

Quattro sezioni che rendono visibile come in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.

Il chiaro senso estetico di Newton pervade tutti gli ambiti della sua opera, oltre alla moda, anche nella ritrattistica e nella fotografia di nudi. Al centro di tutto le donne, ma l’interazione tra uomini e donne è un altro motivo frequente della sua opera.

Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata.

Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.

IMMAGINE DI APERTURA – Helmut Newton Claudia Schiffer, Vanity Fair Menton 1992 ©Helmut Newton Estate

Collezioni: Museo Regionale di Scienze Naturali a Torino

L’elefante del re
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Museo Regionale di Scienze Naturali Torino, Italia

Il MRSN – Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, attualmente chiuso per interventi di restauro, è un settore della Regione Piemonte.
Elemento centrale del museo sono le sezioni scientifiche. Le collezioni naturalistiche, costituite nel corso di oltre duecentocinquant’anni, vengono conservate, incrementate e valorizzate al fine di promuovere la scoperta, la conoscenza e la salvaguardia della natura in tutti i suoi aspetti. Il percorso di visita si snoda nell’edificio già sede dell’Ospedale San Giovanni Battista, sorto alla fine del XVII secolo ad opera di Amedeo di Castellamonte e completato da altri illustri architetti, che ospita il museo fin dalla sua istituzione, nel 1978. A più di due secoli dalla nascita di Charles Darwin, nel 2013 è stato inaugurato “Lo spettacolo della natura. 

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Un giorno al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (extended version)

IMMAGINE DI APERTURA – Immagine tratta da uno dei volumi del fondo di libri antichi acquistato dagli eredi del marchese Spinola

Susanna Caccia Gherardini, Marco Pretelli (a cura di): Memories on John Ruskin

“Memories on John Ruskin – Unto this last” è il nuovo volume in edizione speciale della collana RA – Restauro Archeologico di didapress. Raccoglie una serie di articoli scritti per il convegno internazionale tenutosi al Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze in occasione dei duecento anni dalla nascita di John Ruskin.

IMMAGINE DI APERTURA – Particolare della copertina della rivista.

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