A Treviso in mostra opere mai esposte di Arturo Martini – In arrivo il “Legionario ferito”

Arturo Martini con Palinuro

ARTURO MARTINI. I capolavori

Treviso, Museo Luigi Bailo
31 marzo – 30 luglio 2023

Mostra a cura di Fabrizio Malachin e Nico Stringa

Martini, dalla retorica celebrativa al Palinuro, primo monumento italiano alla Resistenza.

Esposto per la prima volta il Legionario ferito

“Arturo Martini. I capolavori”, al Museo Bailo, a Treviso, dal 31 marzo al 30 luglio, aggiunge al fitto elenco di prestigiosi prestiti una scultura mai vista prima, rimasta da più di 80 anni protetta, quasi nascosta dopo l’unica apparizione alla Quadriennale di Roma del 1939, nella casa museo di Vado Ligure.

Si tratta del marmo “Legionario ferito”, realizzato dallo scultore trevigiano nel 1936-37 (il gesso), al più tardi entro il 1938 il marmo. “L’opera – commenta uno dei curatori, Fabrizio Malachin – s’inserisce in quel clima di entusiasmo successivo alla guerra d’Etiopia, quando la ritrovata pace era portatrice anche di attese di nuove commissioni pubbliche. Gusto ancora retorico in quel legionario raffigurato seduto, gambe divaricate e braccia sollevate, mentre si sta fasciando il braccio: potente quel gesto, tra collera e impotenza, portato in una dimensione monumentale e che richiama, nel particolare della benda tesa nello spazio, quanto aveva fatto Antonio Canova nel Dedalo e Icaro con il filo di ferro!”

“La presenza in mostra di quest’opera – dichiarano i curatori – consente di approfondire, decantate le passioni politiche, un decennio fondamentale dell’attività artistica di Arturo Martini, quello che intercorre tra la metà degli anni ’30 e gli anni ’40. Quello sguardo rivolto in alto, al futuro, sembra del resto anticipare una ricerca che porterà al Palinuro: marmo dedicato al partigiano Primo Visentin, detto “Masaccio”, caduto a Loria il 29 aprile 1945, che si trova al Palazzo del Bo di Padova. Se il Legionario esprime in quello sguardo sollevato l’aspirazione verso un futuro migliore, lo stesso concetto è esaltato nel Palinuro dove non c’è alcuna retorica, ma prevale il ‘concetto’, come di continuo si sforzava di fare Antonio Canova: il monumento celebrativo non deve essere incentrato su un’apoteosi del personaggio da commemorare, ma evidenziare, appunto, un concetto che gli fosse connesso. E qui siamo nell’ambito del raggiungimento della ‘Liberazione’ grazie alle azioni di numerosi eroi. È il primo monumento alla lotta partigiana in Italia, a quella Liberazione dal nazifascismo che Visentin non vide, visto che fu assassinato pochi giorni prima della definitiva liberazione, mentre stava intimando la resa a un gruppo di tedeschi in fuga”. 

Arturo Martini: Legionario ferito, 1936-37

Legionario e Palinuro, lontani nella sensibilità, esemplificano però quella straordinaria capacità di Arturo Martini di narrare per immagini con grande potenza: icone di periodi e momenti creativi diversi”.

“Nel primo si collocano importanti commissioni pubbliche. Al 1937, risale ad esempio l’altorilievo per il Palazzo di Giustizia di Milano progettato da Marcello Piacentini.  Il suo rilievo sulla “Giustizia corporativa” era affiancato dalle visioni della Giustizia biblica e di quella romana, illustrate da Arturo Dazzi e Romano Romanelli. Opera ricca di significati allegorici interpretati in chiave mitica, più espressiva che simbolica e perciò potente e poetica: un giudizio universale laico con la Giustizia assisa come Giudice tra scene bibliche con Adamo ed Eva e il Figliol Prodigo, vale a dire tra i grandi temi resi celebri proprio dai suoi grandi gruppi scolpiti qualche anno prima (presenti in mostra). Le fatiche fisiche richieste da questa grande opera in marmo ebbero come conseguenza una lunga convalescenza e aprirono le porte a una nuova forma espressiva, la pittura, sperimentata inizialmente a Burano, dove sentimento e poesia prevalgono in opere che vedono il Martini pittore posizionarsi tra i giovani della nuova generazione in chiave fortemente espressiva”.

Ma le nuove commissioni lo riportarono a Milano, dove le sue opere vennero richieste per l’Arengario in piazza Duomo a Milano, sul tema della storia cittadina. Molto lontano dalla Giustizia Corporativa, il rilievo è appiattito con effetti d’intaglio da primitivo che gli consente di allontanarsi dalla facile retorica per forme utili al racconto. Per i sospetti dovuti alle numerose commissioni pubbliche (Athena per l’Università La Sapienza a Roma, il Tito Livio per il Liviano di Padova, il bassorilievo Pegaso per il Palazzo delle Poste a Savona, la Vittoria alle Poste di Napoli eccetera) l’artista subì un processo d’epurazione nel 1945.

“Legionario e Palinuro – concludono Malachin e Stringa – sono così l’esempio di come Martini non possa essere classificato in schemi rigidi: artista che sapeva cogliere le opportunità, certo, ma senza mai rinnegare sé stesso. Dallo stesso blocco di marmo nasce, ad esempio, il Tito Livio e (da una grande scheggia di risulta) la Donna che nuota sott’acqua, entrambe documentate in mostra. Più che opera monumentale in linea con quell’epoca, il Tito Livio è un eroe romantico con quell’atteggiamento meditativo, mentre in opere come Donna che nuota sott’acqua Martini raggiunge vertici assoluti: quella scultura acefala, dove esaspera il concetto di spazio, è tra le più importanti opere del Novecento e restituisce alla scultura italiana il primato in Europa”.


Mostra organizzata da Comune di Treviso – Musei Civici.
In collaborazione e con il contributo di Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti
Main sponsor: Generali Valore Cultura e Consorzio di tutela del Prosecco DOC

CAMERA DI COMMERCIO di Treviso – Belluno|Dolomiti
La Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti investe, ed è parte delle idee progettuali assieme alle Istituzioni cittadine e loro eco nel mondo grazie alla rete camerale italiana all’estero. Il programma delle mostre del Museo Bailo racconta la bellezza che deve essere evidenziata e proposta a quel pubblico che ricerca la genialità dell’artista, come Arturo Martini, la raffinatezza dei luoghi, la ricercatezza dei sapori, la piacevolezza del ben vivere.

GENERALI VALORE CULTURA AL MUSEO LUIGI BAILO
Con lo Spazio Valore Cultura al Museo Bailo, Generali sostiene le attività artistiche organizzate dal Comune di Treviso con l’obiettivo di riscoprire i grandi maestri della tradizione restituendoli alla città. Generali Valore Cultura è il progetto che sostiene le migliori iniziative artistiche e culturali per renderle accessibili a un pubblico sempre più vasto e per valorizzare la comunità e i territori.
“Proteggiamo le emozioni”, è l’idea che sostiene l’agire del progetto: un impegno nei confronti del futuro, delle nuove generazioni e delle loro emozioni. 

IL CONSORZIO DI TUTELA DEL PROSECCO DOC da sempre sostiene il mondo della cultura e dell’arte in molte delle sue espressioni, con particolare attenzione alle arti visive, alla musica e allo spettacolo. Intensificando la propria presenza nei settori culturali più diversi come quello museale o il mondo del cinema, ha così sviluppato una rete di connessioni attraverso le quali è in grado di valorizzare il Genio italiano, riscontrabile nell’ampio patrimonio materiale e immateriale del Bel Paese.


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MUSEO LUIGI BAILO
Borgo Cavour, 24 Treviso
prenotazioni e visite guidate: info@museicivicitreviso.it
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www.museicivicitreviso.it
 
ORARI: da martedì a domenica 10.00 – 18.00
BIGLIETTI: (il biglietto comprende la visita alla mostra “Canova Gloria Trevigiana”
e al Museo Bailo), intero: € 9,00 ridotto: € 6,00

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