CALL eXtralap laboratorio arti performative: Bando Internazionale Under 35 per progetti performativi – Scadenza invio candidature 30 aprile 2023

Una delle sale espositive dell’Arca – Laboratorio delle arti contemporanee di Teramo
che ospita la prima edizione di 
eXtralap – laboratorio arti performative

CALL eXtralap laboratorio arti performative
Bando Internazionale Under 35 per progetti performativi

Scadenza invio candidature 30 aprile 2023

Per la prima edizione di eXtralap – laboratorio di arti performative, eXtramuros lancia una Call riservata ad Under 35 al fine di selezione due progetti performativi che saranno sviluppati durante eXtralap, in un periodo compreso tra il 3 e il 20 giugno 2023, negli spazi de L’Arca – laboratorio delle arti contemporanee di Teramo. 

La partecipazione al bando è gratuita ed aperta a cittadinə residentə in Italia o all’estero, a partire dal 18° anno di età, senza limiti di nazionalità, sesso, etnia o religione, fino al raggiungimento del 35° anno di età compiuto alla data della pubblicazione del bando. I progetti dovranno essere di carattere performativo e partecipativo, coinvolgendo la cittadinanza o comunità specifiche. La scadenza dell’invio delle proposte è fissata al 30 aprile 2023. 

I due progetti vincitori riceveranno un rimborso spese per viaggio e materiali di 300 euro, nonché alloggio e diaria per tutto il periodo del progetto. 

La Giuria è composta da: Roberta Melasecca, direttore artistico di eXtramuros e eXtralap; Michela Becchis, storica dell’arte; Enzo De Leonibus, direttore Museolaboratorio Ex Manifattura Tabacchi; Maurizio Coccia, direttore Palazzo Lucarini Contemporary; Silvano Manganaro, Accademia Belle Arti de L’Aquila; Elena Bellantoni, Accademia Belle Arti de L’Aquila; Ivan D’Alberto, direttore Festival Corpo; Simona Isacchini, storica dell’arte.

Infatti, dal 10 maggio al 20 giugno 2023, l’Arca – Laboratorio delle arti contemporanee di Teramo ospita la prima edizione di eXtralap – laboratorio arti performative, un laboratorio dedicato alla ricerca artistica nel campo delle arti performative, a cura di Roberta Melasecca, all’interno di eXtramuros, un progetto promosso dall’Associazione culturale blowart, coordinato dal consigliere comunale delegato dall’Amministrazione Comunale, Luca Pilotti, con il contributo dello stesso Comune e il patrocinio di Cittadellarte Fondazione Pistoletto. 

eXtralap – laboratorio arti performative propone una indagine ed una ricognizione del panorama artistico nel campo delle arti performative e si presenta al pubblico come un laboratorio urbano intensivo che riflette e incarna l’idea di una città aperta, osmotica, circolare; mira a costruire spazi inclusivi partendo da un sistema identitario e di appartenenza per diramarsi, attraverso un percorso fluido, verso un territorio ampliato, che connette la città agli altri centri di produzione artistica. L’obiettivo di eXtralap, così come quello di eXtramuros, è quello di riscoprire e incentivare la nascita una comunità unita, attiva, dialogante, attenta alle visioni, che aiuta, che supporta, che crea, che illumina, che consola, che immagina, che impara dai processi virtuosi, che accoglie proposte e dinamiche inedite. 

eXtralap – laboratorio arti performative si rivolge ai giovani, agli studenti, alla cittadinanza tutta che è invitata a partecipare attivamente alla costruzione dei diversi appuntamenti. Proprio per iniziare un processo di connessione con un territorio sempre più ampliato, eXtralap dedica le diverse settimane ai progetti performativi partecipativi, ai laboratori e ai diversi contributi culturali di diversi artisti che lavorano in ambito nazionale e internazionale, scelti e invitati dal comitato scientifico, di vari centri culturali e dei progetti vincitori della Call eXtralap, dedicata agli artisti under 35, al fine di generare una rete interregionale connettendo così la città di Teramo agli altri luoghi di produzione artistica.

Il tema della prima edizione di eXtralap, e della call, è “round trips” tentando così di indagare quali sono i processi dell’andare e tornare nella propria terra e nella propria città con la consapevolezza di voler essere costruttori in prima persona di un sistema fluido che non comprende barriere e frontiere ma ci fa diventare contemporaneamente cittadini della nostra città e cittadini del mondo. La prima edizione di eXtralap affronta, dunque, il tema della migrazione, intesa come una condizione creativa e privilegiata e che rappresenta la condizione della contemporaneità. 

Gli artisti invitati a partecipare ad eXtralap sono: Paolo Angelosanto, Artisti Innocenti, Mandra Cerrone, Alessandra Cristiani, Francesca Fini, Eva Gerd, Giovanna Maria Lacedra, Barbara Lalle e Marco Marassi, Francesca Lolli, Nora Lux, Francesca Romana Pinzari, Monica Pirone, Silvia Stucky, Lucrezia Testa Iannilli.

I centri di produzione artistica che collaboreranno sono Palazzo Lucarini Contemporary – Trevi (PG); Corpo – Festival delle Arti Performative promosso da CAPPA Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art – Pescara; MuseoLaboratorio Ex Manifattura Tabacchi – Città Sant’Angelo (PE).

Sono in corso accordi con l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila e con Spazio Matta di Pescara

Inoltre eXtralap intende sviluppare la vocazione dello spazio che lo ospita, l’Arca: un laboratorio di sperimentazione per l’arte contemporanea.


INFO

CALL eXtralap – laboratorio arti performative
Bando Internazionale Under 35
Apertura bando: 27 marzo 2023
Scadenza invio candidature: 30 aprile 2023
Designazione e pubblicazione vincitori: 10 maggio 2023
Inaugurazione progetti: periodo dal 3 al 20 giugno 2023


Segreteria organizzativa
Roberta Melasecca
extramurosteramo@gmail.com
tel. 3494945612

eXtralap
laboratorio arti performative
I edizione 
Laboratorio di Arti Performative
a cura di Roberta Melasecca
all’interno di eXtramuros
Comitato scientifico: Roberta Melasecca, Michela Becchis, Simona Isacchini

eXtramuros
Con il patrocinio di: Comune di Teramo
In compartecipazione con: Comune di Teramo
Con il patrocinio di: Cittadellarte Fondazione Pistoletto ONLUS
Promosso da: Associazione blowart
Coordinamento: Luca Pilotti – Consigliere comunale delegato dall’Amministrazione Comunale
Direzione artistica e organizzativa: Roberta Melasecca, Pina Manente

Contatti e Comunicazione
Roberta Melasecca
extramurosteramo@gmail.com
roberta.melasecca@gmail.com
tel. 3494945612
www.melaseccapressoffice.it
Facebook: www.facebook.com/extramurosteramo
Web: https://extramurosproject.wordpress.com

Bianchi e Neri di Serse alla Reggia di Colorno

Serse: Canneti, 2016, grafite su carta su alluminio, 90 x 134 cm.
Courtesy: l’artista e GALLERIA CONTINUA

SERSE. Bianchi e Neri

Reggia di Colorno

22 aprile – 11 giugno 2023

Mostra a cura di Didi Bozzini     

Vernice della Mostra: sabato 22 aprile, ore 11

La Reggia di Colorno (Parma) propone un raffinato racconto in bianco e nero di Serse. Sono “paesaggi dell’anima” quelli che l’artista triestino propone in questa mostra. Offrendo un percorso attraverso quei paesaggi, dalla natura incontaminata fino all’architettura che li abita e ne interpreta il senso.
Serse. Bianchi e Neri” si potrà ammirare in Reggia dal 22 aprile all’11 giugno, in una mostra organizzata da Antea con la direzione di Antonella Balestrazzi, il patrocinio di Provincia di Parma, la collaborazione di Galleria Continua e il sostegno di Gruppo Spaggiari Parma s.p.a., Agenzia CFC – Reale Mutua – Parma. La mostra ed il catalogo (edito da Gruppo Spaggiari) sono a cura di Didi Bozzini.

“I disegni di Serse – scrive il curatore – non sono gli esercizi di un virtuoso iperrealista, ma le pagine di un racconto. Da leggere, da “ascoltare con gli occhi”, come se fossero i fogli del diario di un calligrafo. Oppure, le annotazioni minuziose di una fenomenologia dello sguardo. O ancora, i versi di un poema romanticamente ispirato alla sublimità della natura. Una scrittura di pietra, di luce e d’acqua, che parla della mente, dell’occhio e della mano. Un racconto con una sola voce narrante, diversi scenari e più strati di significato”.

“La superficie monocroma è invariabilmente in bianco e nero. Screziata dalla vibrazione delle tonalità di grigio che il chiaroscuro genera tra il bagliore e la tenebra, in un’apparente assenza di colore. Solo apparente, perché in realtà quelle nuances di perla o d’antracite sono veri e propri colori, i colori del pensiero. Cioè le sfumature della riflessione con cui l’artista tramuta le cose prima in idee e poi in figure. Perché, come ricordava Annibale Carracci, “disegnare è pensare con le mani”.

“Lo strumento di lavoro privilegiato, pressoché unico, è la matita di grafite. Prolungamento minerale della mano, che deposita sul foglio bianco le tracce della propria fatica. I sedimenti di un tempo lungo, meditativo, in cui il fare assume la forma di una liturgia laica. Ripetuta all’infinito, fino all’incantesimo. Fino all’apparizione di un’immagine della realtà, che sembra una fotografia, ma è un disegno. Il disegno di una fotografia”.

Dice Serse: “Sono attratto dalla sublimità della natura, dalla smisuratezza che la distingue e che ci attraversa lasciando in noi indelebili i segni della sua grandezza.

I paesaggi che disegno non rinviano ad alcunché di esterno, ma a quella “immensità interiore” così cara alla poetica romantica. Sono dunque paesaggi dell’anima.”

Serse – Note biografiche

Serse è nato a San Polo di Piave nel 1952, vive e lavora a Trieste.  Il fulcro della sua pratica artistica è il disegno a grafite su carta. Dalla grafite di Serse nasce una delle più intense rivisitazioni del tema-paesaggio nell’arte contemporanea: mari, superfici acquatiche, riflessi vegetali sull’acqua, cieli nuvolosi, alte montagne, boschi innevati e spazi naturali privi di figure umane e trasformati da luce e ombra. Per Serse, la tecnica della grafite “consente sia di compiere il gesto tautologico del disegno, sia di realizzare un’opera che non mente sulla sua natura di puro disegno”.

Una selezione delle sue mostre personali più recenti include: “Ondes Tracées” (Galleria Continua, Parigi, 2022); “Qui tutto è aperto. Fogli d’Acqua” (St Regis, Galleria Continua, Roma, 2020); “Water Veils” (Modern Studio, Shanghai); “Serse” (Museo Tan Guobin, Changsha, 2017); “Aquí todo está abierto. Nada es cercano, nada es lejano” (Museo Nacional De Bellas Artes, L’Avana, 2017); “Paysage Analogue dessins 1994-2014”, Musée d’Art Moderne et Contemporain de Saint Étienne, 2014); “Serse – Koh-i-noor” (Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Rimini, 2012); “Geometriche dissolvenze” (Ex Pescheria, Trieste, 2010).


Ufficio Stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo – tel. 049.663499
Referente: Simone Raddi simone@studioesseci.net

Milano: alla Wunderkammern l’esclusiva mostra “Silver Screen Eye-Cons” dell’artista londinese D*FACE

DFace, Careless Whisper HPM – Turquoise (August 2019), Emulsion (hand painted) and screenprinted on 370gsm paper, Edition 9 of 10, Credits DFace Studio

D*FACE
Silver Screen Eye-Cons

Press Preview 12 aprile ore 17.30 
Opening 12 aprile ore 18.30 

Wunderkammern Via Nerino 2, Milano

Wunderkammern è lieta di presentare nella sede milanese in Via Nerino 2 la prima personale dell’artista londinese D*Face, dal titolo Silver Screen Eye-Cons.

Silver Screen Eye-Cons è il titolo della nuova mostra proposta dalla galleria Wunderkammern a Milano realizzata dall’artista londinese conosciuto in arte come D*Face. L’esposizione è curata da Giuseppe Pizzuto con testo critico di Silvano Manganaro, docente all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Sono molte e diverse tra loro le opere esposte in questa inedita mostra in cui si potranno vedere lavori raffiguranti l’iconico D*Dog, personaggio ispirato al cartone animato dei Peanuts, nonché i suoi famosi Digital Drawings, opere in cui l’artista combina disegno a matita e schermi digitali, gli HPM (Hand Painted Multiples) che uniscono la pittura a mano alla serigrafia, fino ad arrivare a un unico ed esclusivo omaggio al cinema italiano realizzato grazie a interventi su poster di famosi film della nostra cinematografia.

DFace, Portrait (2020), Credits DFace Studio

D*Face, uno degli esponenti dell’arte urbana più importanti della scena britannica e internazionale, è nato e cresciuto a Londra, dove già dalla sua prima mostra che si è tenuta nel 2005 ha conseguito importanti successi di pubblico e di critica.Ha coltivato sin da adolescente il suo interesse per i graffiti, la musica hip hop, l’estetica punk e soprattutto la cultura skate anche grazie alle pagine della rivista americana Thrasher e alla grafica provocatoria di artisti come Jim Phillips e Vernon Courtlandt Johnson che lo hanno portato a seguire un percorso di graphic design e illustrazione. La sua passione diventa presto una professione e comincia a lavorare come illustratore e designer freelance, al contempo inizia a realizzare le prime importanti opere negli spazi urbani con una varietà di tecniche e mezzi come vernice spray, adesivi, poster e stencil. I suoi lavori – in cui armonizza arte, design e graffiti – lo rendono uno dei precursori della street art così come la conosciamo oggi. I suoi murales si possono apprezzare in tutto il mondo: da Parigi a Madrid, da Brooklyn a Stoccolma, da Città del Messico a Taipei. Lo stile pop sovversivo di D*Face e il suo iconico personaggio D*Dog sono diventati un elemento fondante dell’arte urbana. “aPOPcalittico” è come spesso l’artista ha descritto il proprio lavoro, fortemente ispirato al Pop Americano degli anni ’80. La sua visione è infatti ricca di ironia e di critica rispetto al mondo contemporaneo governato da materialismo e consumismo. Sono numerose le sue collaborazioni, tra le quali citiamo quelle con gli artisti Banksy e Shepard Fairey (Obey), il gruppo musicale Blink-182 e il brand Triumph Motorcycles.


Media partner: Artuu, FACE Magazine, Collater.al

WUNDERKAMMERN 
Via Nerino, 2, 20123 Milano 
www.wunderkammern.net 
wunderkammern@wunderkammern.net 
Tel. +39 02 8407 8959 
Orari di apertura: lun – sab, 10-14 e 15-19.

UFFICIO STAMPA
Studio Martinotti 
francescamartinotti.com 
martinotti@lagenziarisorse.it 

Brescia, Mo.Ca. – Centro delle nuove Culture: NATURA FRAGILE. Quando le parole non bastano

Aldo Durazzi, Terremoto del Belice, 1968

NATURA FRAGILE
Quando le parole non bastano

24 marzo – 18 giugno 2023

Brescia, Mo.Ca.
– Centro delle nuove Culture

L’esposizione presenta 100 fotografie, scattate dai più importanti autori della cronaca e del reportage italiani che descrivono la fragilità della natura che si manifesta attraverso terremoti, alluvioni, mareggiate e fenomeni estremi.

A cura di Renato Corsini

Dal 24 marzo al 18 giugno 2023, il Mo.Ca. – Centro delle nuove Culture a Brescia ospita la mostra Natura fragile. Quando le parole non bastano, curata da Renato Corsini, col contributo della Banca Valsabbina, che raccoglie 100 fotografie, scattate dai più importanti autori della cronaca e del reportage italiani che descrivono la fragilità della natura che si manifesta in tutta la sua drammaticità, ovvero quando terremoti, alluvioni, mareggiate e fenomeni estremi, uniti all’imperizia dell’uomo, diventano tragedia.

La rassegna è una delle iniziative della VI edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana, con la curatela artistica di Renato Corsini che, dal 24 marzo al 27 agosto 2023, propone una serie di iniziative allestite nelle più prestigiose sedi espositive della città che, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura Italiana 2023, ruota attorno al tema Capitale, e alle aree d’azione su cui si costruisce il programma; in particolare, la cultura come cura, che reinterpreta la tradizione solidale locale, la città natura, per ridisegnare le relazioni in vista di una coesistenza sostenibile, la città dei tesori nascosti, per ripensare il rapporto con il patrimonio esistente.

L’iconografia del disastro passa attraverso il lavoro di quei professionisti, da Mario Dondero a Giorgio Salomon, da Giorgio Lotti a Vittorio La Verde, da Walter Battistessa a Giuseppe Palmas, da Agenzia Dufoto a Gruppo Dietro a un vetro, che per primi si presentano sui luoghi delle sciagure e ne sanno documentare la tragicità del momento con un intento cronistico, scevro dalla speculazione sulla rappresentazione del dolore.

C’è una frase all’inizio della mostra del famoso fotografo Marc Riboud che dice “non è necessario fotografare i morti per documentare l‘intensità di una tragedia”. Questo è il filo conduttore di tutta la mostra che parla dell’icnografia della rappresentazione delle tragedie provocate dalla natura. Grandi fotografi italiani che hanno documentato la storia degli eventi atmosferici estremi in Italia con circa 110 fotografie che costituiscono il nucleo della mostra. Natura fragile dà spazio anche a un evento che esattamente 100 anni fa ha colpito il territorio bresciano: la tragedia del Gleno che colpì in modo particolare il paese di Darfo. Renato Corsini, curatore

Giorgio Lotti, Alluvione Firenze, 1966

Il percorso espositivo si muove attraverso i luoghi delle sciagure italiane che più hanno colpito il paesaggio e l’immaginario collettivo, dalle immagini di Giuseppe Palmas durante l’alluvione del Polesine del 1951, a quelle di Giorgio Lotti che riporta alla memoria i disastri dell’Arno quando invase Firenze nel 1966, a quelle di Aldo Durazzi e di Renato Corsini scattate a seguito del terremoto del Belice nel 1968 e del Friuli nel 1976, a quelle ancora di Giorgio Salomon sulla Tempesta Vaia del 2018.


NATURA FRAGILE. Quando le parole non bastano
Brescia, Mo.Ca. – Centro delle nuove Culture (via Moretto 78)
24 marzo – 18 giugno 2023
 
Inaugurazione: sabato 25 marzo, dalle 15.00 alle 19.00
 
Orari:
martedì-domenica, 15.00-19.00. La biglietteria chiude un’ora prima
 
Informazioni:
Ma.Co.f
Intero: € 5
Ridotto: € 4 (bambini di età inferiore ai 7 anni, adulti sopra i 65 anni e studenti)
Gruppi: € 5
Scuole: € 4
Con il biglietto d’ingresso è possibile visitare tutte le esposizioni allestite al Ma.Co.f: Brescia Photo Festival mostre temporanee e la sezione di fotografia Bresciana.
 

Ufficio stampa

CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli marta.pedroli@clp1968.it
T. +39 02 36755700 | M. +39 347 4155017 | www.clp1968.it
 
Ufficio stampa Fondazione Brescia Musei
Francesca Raimondi
T. +39 331 8039611 | raimondi@bresciamusei.com
 

Bologna, Collezioni Comunali d’Arte: Leggiadro Barocco. L’attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone

Giuseppe Marchesi detto il Sansone
L’ebbrezza di Noè, 1725 ca.
Olio su tela
Bologna, collezione privata

Leggiadro Barocco
L’attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone

A cura di Antonella Mampieri e Angelo Mazza

1 aprile – 2 settembre 2023

Collezioni Comunali d’Arte | Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6, Bologna

www.museibologna.it/arteantica

Inaugurazione venerdì 31 marzo 2023 ore 17.30

Le Collezioni Comunali d’Arte di Bologna presentano la prima mostra monografica dedicata al pittore Giuseppe Marchesi (Bologna, 1699-1771), per riscoprire una figura artistica significativa che operò sul versante classicista della scuola bolognese del Settecento.
Promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica e curata da Antonella Mampieri e Angelo Mazza, la mostra dossier si intitola Leggiadro Barocco. L’attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone e sarà aperta al pubblico dal 1 aprile al 2 settembre 2023, con inaugurazione venerdì 31 marzo alle ore 17.30.

Nella cosmopolita Bologna del XVIII secolo, la scena artistica si presentava quanto mai vivace. Tra i pittori più fecondi si distinse Giuseppe Marchesi, di temperamento irrequieto e di corporatura imponente, alla quale dovette il soprannome di Sansone. Allievo di artisti di spicco della generazione precedente, come Aureliano Milani e Marcantonio Franceschini, Marchesi si inserì nel solco della tradizione pittorica locale che trova nei Carracci e nei loro allievi – in particolare Guido Reni, Francesco Albani e Domenico Zampieri detto il Domenichino – il modello imprescindibile. Questo orientamento stilistico era sostenuto e promosso anche dalla principale istituzione artistica presente in città, l’Accademia Clementina, alla quale Marchesi appartenne, ricoprendo svariati incarichi, didattici e di direzione, fino alla nomina a Principe nel 1752. La successiva evoluzione artistica lo portò al progressivo abbandono di un’arcadica classicità a favore di una componente quasi manieristica, prossima per intensità alla maniera di Francesco Monti e Vittorio Maria Bigari.

La sua biografia, presente solo nelle vite manoscritte composte dall’erudito bolognese Marcello Oretti nella seconda metà del secolo, manca nella Felsina Pittrice di Luigi Crespi (1739) e compare solo marginalmente nella Storia dell’Accademia Clementina di Giampietro Zanotti (1739) che pure ne riconosce, assieme a Luigi Lanzi, le notevoli qualità artistiche per “un modo di dipingere così bello e così forte, che tutti diletta, e buona, e gran fama gliene viene”.
Piuttosto precocemente si opera una sovrapposizione tra le opere di Marchesi e quelle del contemporaneo Ercole Graziani junior, tanto che alla Mostra del Settecento Bolognese del 1935, che segna la ripresa dell’interesse per questo periodo della storia dell’arte locale, molte delle opere presenti portano l’attribuzione al Graziani. Spetterà al critico Renato Roli operare una primabrillante ricostruzione del catalogo dell’artista nel 1971, distinguendo le mani dei due pittori e restituendo a Marchesi opere che erano state considerate del collega. Gli studi successivi, condotti principalmente da Antonella Mampieri e Angelo Mazza, hanno ampliato il catalogo dei dipinti noti, aggiungendo esemplari di grafica e incisioni realizzate su disegno del Marchesi.

La capacità di fondere colori caldi e forti muscolature, derivati dalla lezione dei Carracci, con la grazia arcadica del disegno, tipica della pittura del Franceschini, resero il Sansone un pittore alla moda, aggiornato sulle tendenze post-barocche che in Francia e Austria già andavano per la maggiore, apprezzato dal pubblico e dai colleghi. Petit maître prolifico e garbato, la sua vivace vena narrativa diede esiti di estrema piacevolezza soprattutto negli anni giovanili, circoscrivibili tra il terzo e il quarto decennio del secolo. Culmine di questa fase è la decorazione ad affresco della volta e dell’abside della chiesa di Santa Maria di Galliera, a Bologna, sua prima vera grande commissione pubblica (1732–1744), che lo consacrerà come pittore di composizioni sacre e profane in patria, in altre regioni italiane e in diversi paesi europei (Inghilterra e Olanda).

La mostra dossier pensata per le Collezioni Comunali d’Arte, che conservano nella raccolta permanente il dipinto di soggetto storico Clemente VIII restituisce agli Anziani di Bologna le chiavi della città, si incentra sul periodo iniziale della sua vicenda, elegante ed aggraziato: dall’emancipazione del suo rapporto con Marco Antonio Franceschini, che gli trasmise il suo moderato gusto arcadico, fino al 1725, punto di avvio convenzionale della carriera autonoma dell’artista.
Attorno a due freschi idilli pendant, ritrovati recentemente sul mercato antiquario ed esposti per la prima volta al pubblico da collezione privata – Mosé e le figlie di Jethro e Salomone incensa gli idoli, il cui successo è dimostrato dalla presenza di copie presso il Museo Diocesano di Imola – vengono riuniti altri esempi di pittura da “stanza” di tema sacro e profano, che documentano al meglio lo stile giovanile dell’artista nei primi venti anni di attività. Tra questi le Quattro Stagioni provenienti dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna e l’Ebbrezza di Noèoggi in collezione privata. Completano l’esposizione un ritratto in miniatura con Testa di giovane donna conservato al Museo Davia Bargellini e due vivaci disegni dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, il Ratto delle Sabine e il Ratto di Elena, progetti preparatori per un grande dipinto da realizzare nella sala d’onore della casa poi appartenuta ai mercanti Buratti, promotori delle arti e di vari artisti bolognesi. Solo il secondo, datato 1725, venne poi realizzato dal pittore e, come detto, apre la sua carriera documentata.

La figura di Giuseppe Marchesi fu dimenticata in seguito ai cambiamenti della storia del gusto che condannarono il Settecento come secolo superficiale e vuoto di contenuti. La mostra allestita alle Collezioni Comunali d’Arte intende proporre una lettura rinnovata di questo protagonista del ‘barocchetto’ bolognese, consentendo di formulare nuove ipotesi sull’ordinamento cronologico della sua produzione di esordio.

Giuseppe Marchesi detto Sansone
Clemente VIII restituisce agli Anziani le chiavi della città di Bologna, 1739-1740
Olio su tela
Bologna, Collezioni Comunali d’Arte

L’esposizione è accompagnata da una omonima pubblicazione a cura di Antonella Mampieri e Angelo Mazza, con la collaborazione di Silvia Battistini, che contiene una prefazione di Massimo Medica, un testo di Mirko Bonora e saggi di Antonella Mampieri e Angelo Mazza.

Durante il periodo di apertura sono previste attività gratuite di mediazione ed educazione rivolte al pubblico adulto e dell’infanzia. Per la partecipazione è richiesto il biglietto del museo.

Visite guidate
Sabato 1 aprile 2023 ore 16.00
Lunedì 10 aprile 2023 ore 16.00
Sabato 22 aprile 2023 ore 16.00
Domenica 7 maggio 2023 ore 16.00 (visita guidata alla mostra e alla cattedrale di San Pietro)
Domenica 4 giugno 2023 ore 16.00 (visita guidata alla mostra e alla chiesa della Madonna di Galliera)
Giovedì 15 giugno 2023 ore 17.30
Giovedì 6 luglio 2023 ore 17.30
Giovedì 20 luglio 2023 ore 17.30
Giovedì 3 agosto 2023 ore 17.30
Sabato 2 settembre 2023 ore 17.00

Laboratori per bambini
Sabato 20 maggio 2023 ore 15.00
Venerdì 16 giugno 2023 ore 17.00

Si ringrazia Oasi Allestimenti per il supporto.


SCHEDA TECNICA

Mostra
Leggiadro Barocco
L’attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone

A cura di
Antonella Mampieri, Angelo Mazza

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

Periodo
1 aprile – 2 settembre 2023

Inaugurazione
Venerdì 31 marzo 2023 ore 17.30

Sede
Collezioni Comunali d’Arte

Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6, Bologna

Orari di apertura
Martedì, giovedì 14.00-19.00
Mercoledì, venerdì 10.00-19.00
Sabato, domenica e festivi 10.00-18.30
Chiuso: lunedì non festivi, 1° maggio

Ingresso
Intero € 6 | ridotto € 3 | ridotto speciale 19-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Biglietto integrato Collezioni Comunali d’Arte e Torre dell’Orologio: intero € 8 | ridotto € 5

Catalogo
SAGEP Editori, Genova

Informazioni
Collezioni Comunali d’Arte
Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 2193998
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
Facebook: Musei Civici d’Arte Antica
Instagram: @museiarteanticabologna
TiKTok: @museiarteanticabologna
Twitter: @MuseiCiviciBolo

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Instagram: @bolognamusei

Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
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Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Ortigia (Siracusa): Apre a Palazzo del Vermexio la mostra ARGENTOVIVO

Apre a Palazzo del Vermexio
la mostra

Argentovivo

Dal 30 marzo al 31 ottobre 2023

Palazzo del Vermexio, Ortigia (SR)

Esperienza, sogno, racconto: Argentovivo è questo e molto altro. Difficile dare una definizione a quello che a tutti gli effetti è un viaggio immersivo nella cultura antica, una mostra dove l’esperienza è conoscenza e il sogno si mescola alla realtà.

Un perfetto connubio di tradizione e tecnologia, grazie alla quale le protagoniste dell’esposizione – le monete del Medagliere del Museo Archeologico Paolo Orsi – prendono vita e ci accompagnano a scoprire i grandi miti del passato. Dalla superficie metallica a quella digitale, in mostra si rincorrono, alla stregua di giochi illusionistici, racconti di ninfe, eroi, dei e mortali, che trovano una nuova dimensione in un viaggio dal sapore epico. 

Queste monete ricche di storie aprono una finestra sulla vita dell’epoca trasportando fisicamente il visitatore nei miti e nelle leggende che le corredano. Un modo alternativo di raccontare la mitologia grazie ad un linguaggio contemporaneo, trasversale e poetico al tempo stesso, capace di ammaliare il visitatore di ogni età.

Arrivato alla sua seconda edizione, Argentovivo è un invito ad intraprendere un percorso che permette di toccare con mano le grandi culture del passato, avvolgendo il viaggiatore nelle spire della storia e coinvolgendolo come mai una mostra ha fatto prima.


Scheda tecnica


Titolo: Argentovivo
Promossa da: ADITUS CULTURE
Sede: Palazzo del Vermexio, Ortigia (SR)
Date: 30 marzo – 31 ottobre 2023
Inaugurazione: giovedì 30 marzo 2023, ore 11
Orari: lunedì chiuso; martedì – venerdì 10 – 19; sabato, domenica e festivi 10 – 19. Per le aperture serali visitare il sito http://www.aditusculture.com/esperienze/siracusa/mostre-eventi/argentovivo-palazzo-vermexio
Ingresso: 4€ a persona.
Riduzioni e gratuità su http://www.aditusculture.com/esperienze/siracusa/mostre-eventi/argentovivo-palazzo-vermexio
 
Info al pubblico: info@aditusculture.com | www.aditusculture.com
 
Si ringrazia: Il Comune di Siracusa e il sindaco Francesco Italia; Assessore Tutela e valorizzazione dei Beni e Attività Culturali Benedetto Fabio Granata; Dirigente settore Cultura e turismo Enzo Miccoli; Responsabile servizio cultura e turismo Nunzio Marino; Funzionario ufficiale gabinetto del sindaco Emanuela Sipione; un ringraziamento speciale va alla Dott.ssa Angela Maria Manenti

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Asti, Palazzo Mazzetti: Proroga fino al 14 maggio della mostra “Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque”

Immagine dell’allestimento della mostra

Grande successo per la mostra
“Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque” a Palazzo Mazzetti di Asti che proroga fino al 14 maggio

Asti, Palazzo Mazzetti
fino al 14 maggio 2023

Palazzo Mazzetti di Asti è grande il successo ottenuto dalla mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque che, dalla sua apertura lo scorso 26 novembre 2022, ha visto un’importante crescita di pubblico e di prenotazioni tanto da indurre la Fondazione Asti Musei a prorogare eccezionalmente l’esposizione fino al prossimo 14 maggio.

Una mostra tutta dedicata alla Belle Époque, ai salotti, alle nobildonne e alla moda: un mondo passato e travolgente che trova nel genio di Giovanni Boldini l’artista che, più di ogni altro, ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria.
Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.
Una mostra che pone l’accento sulla capacità dell’artista di psicoanalizzare i suoi soggetti, le sue “divine”, facendole posare per ore, per giorni, sedute di fronte al suo cavalletto, parlando con loro senza stancarsi di porle le domande più sconvenienti, fino a comprenderle profondamente e così coglierne lo spirito, scrutandone l’anima.

80 magnifiche opere – tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La signora in rosa (1916), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) – sono protagoniste di una narrazione cronologica e tematica al tempo stesso.

Immagine dell’allestimento della mostra

La mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, con il contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, con il patrocinio della Provincia di Asti, vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti ed è curata da Tiziano Panconi.
Catalogo edito da Skira.


SEDE
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357
Asti

INFORMAZIONI
T. +39 0141 530 403
www.museidiasti.com
info@fondazioneastimusei.it  
prenotazioni@fondazioneastimusei.it

ORARI
Martedì – domenica 10.00/19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

Hashtag ufficiale

#BoldiniAsti

Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Pisa, Museo della Grafica: Inaugurazione della mostra “I colori dell’anima. Giuseppe Viviani (1898-1965)”

Il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa) è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra

I COLORI DELL’ANIMA. GIUSEPPE VIVIANI (1898-1965)

venerdì 31 marzo, ore 18:00

In un suggestivo percorso cronologico, con opere provenienti da collezioni pubbliche e private e di cui molte riscoperte e riproposte per l’occasione, la produzione dell’artista viene ricomposta attraverso i più significativi momenti espositivi che ne hanno accompagnato l’ampio successo internazionale.

La mostra si articola nelle seguenti sezioni:

  • Ritratti
  • A Marina di Pisa
  • Negli anni ’30, tra pittura e incisione
  • Gli anni ’40: tra i grandi del ‘900
  • Gli anni ’50: il successo, i premi, gli amici
  • I colori e i fiori dell’anima

Per ulteriori informazioni
Cliccare il logo:

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-66-67)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Sirmione, Castello Scaligero: fra le proposte di Garda Heritage la mostra “Castello, feritoie e torri scudate”

Castello, feritoie e torri scudate

1 aprile 2023, ore 15.00

Castello Scaligero, Sirmione

Oggi il Castello Scaligero di Sirmione è “semplicemente” una delle più straordinarie cartoline dell’intero Garda. È un monumento da ammirare, fotografare, godersi. Ma non è sempre stato così. Quando venne eretto, e per molto tempo, è stato soprattutto un presidio di difesa sul duplice fronte della terra e dell’acqua. Qui una compagnia di arcieri era pronta giorno e notte a mettersi all’opera contro i nemici che ambivano a strappare il castello ai signori di Verona.

Tempi in cui tirare con l’arco non era uno sport ma una necessità di sopravvivenza e quando a dover essere centrato non era il bersaglio su un simulacro ma il nemico.

A visitarlo oggi, così bello, armonico e ospitale, diventa davvero difficile fare un passo indietro sino alla metà del Trecento, quando è stato innalzato come macchina da guerra. A far rivivere il Castello nella sua veste fondante, il 1 aprile, con inizio alle ore 15.00, saranno Antonello Pedrari e Luciano Marini, esperti di tiro con l’arco storico.

“Visitare il Castello accompagnati dal racconto degli arcieri consentirà – afferma Fulvio Besana, direttore del Castello – di cogliere le ragioni delle caratteristiche architettoniche del sistema scaligero. Si scopriranno tutti i segreti di questo importante sistema antico di difesa e si avrà modo di comprendere come determinate scelte strutturali, architettoniche e costruttive siano strettamente legate alla funzionalità delle stesse, all’evolversi delle tecniche di guerra e all’ambiente dove sorgono”.


L’iniziativa rientra nelle proposte di Garda Heritage, lo speciale abbonamento annuale ai Musei del Garda promosso dalla Direzione regionale Musei Lombardia del Ministero della Cultura.

L’abbonamento consente il libero accesso, per un intero anno, ai tre musei statali del Garda: il Castello Scaligero e le Grotte di Catullo, a Sirmione, e la Villa Romana a Desenzano del Garda. Al costo di soli 21 euro consente inoltre di partecipare, con diritto di prelazione rispetto al resto del pubblico, a questa serie di incontri e alle altre iniziative proposte dai Musei Gardesani. “I possessori di Garda Heritage, inoltre – sottolinea Emanuela Daffra, Direttore regionale Musei Lombardia (Ministero della Cultura) – ricevono in omaggio anche una bottiglia dell’olio prodotto dall’oliveto storico delle Grotte di Catullo, straordinariamente delicato e fuori commercio, o la nuova edizione della guida del Castello”.

Al meeting del 1 aprile al Castello Scaligero possono intervenire, oltre ai possessori di Garda Heritage (cui è comunque riservato il diritto di prelazione), anche gli altri interessati. Per loro sarà sufficiente l’acquisto del normale biglietto di ingresso al Castello.

Prenotazione consigliata a drm-lom.didattica@cultura.gov.it


Sede e informazioni
Castello Scaligero di Sirmione
Piazza Castello, 34
25019 Sirmione
Tel +39 030 916468
 
Orari
Martedì-sabato 8.30-19.15
Domenica 8.30-13.30
 
Biglietti
6,00 € biglietto intero
2,00 € biglietto ridotto (18-25 anni)
Gratuito minori di 18 anni
 
Biglietto congiunto per Villa Romana di Desenzano, Grotte di Catullo e Castello Scaligero di Sirmione:
14,00 € intero
6,00 € ridotto
 
Garda Heritage
Accesso illimitato ai tre siti museali per un anno a partire dalla data di acquisto al costo di 21,00 €
 
Ufficio comunicazione
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
www.museilombardia.cultura.gov.it
 
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499
roberta@studioesseci.net, referente Roberta Barbaro

A Treviso in mostra opere mai esposte di Arturo Martini – In arrivo il “Legionario ferito”

Arturo Martini con Palinuro

ARTURO MARTINI. I capolavori

Treviso, Museo Luigi Bailo
31 marzo – 30 luglio 2023

Mostra a cura di Fabrizio Malachin e Nico Stringa

Martini, dalla retorica celebrativa al Palinuro, primo monumento italiano alla Resistenza.

Esposto per la prima volta il Legionario ferito

“Arturo Martini. I capolavori”, al Museo Bailo, a Treviso, dal 31 marzo al 30 luglio, aggiunge al fitto elenco di prestigiosi prestiti una scultura mai vista prima, rimasta da più di 80 anni protetta, quasi nascosta dopo l’unica apparizione alla Quadriennale di Roma del 1939, nella casa museo di Vado Ligure.

Si tratta del marmo “Legionario ferito”, realizzato dallo scultore trevigiano nel 1936-37 (il gesso), al più tardi entro il 1938 il marmo. “L’opera – commenta uno dei curatori, Fabrizio Malachin – s’inserisce in quel clima di entusiasmo successivo alla guerra d’Etiopia, quando la ritrovata pace era portatrice anche di attese di nuove commissioni pubbliche. Gusto ancora retorico in quel legionario raffigurato seduto, gambe divaricate e braccia sollevate, mentre si sta fasciando il braccio: potente quel gesto, tra collera e impotenza, portato in una dimensione monumentale e che richiama, nel particolare della benda tesa nello spazio, quanto aveva fatto Antonio Canova nel Dedalo e Icaro con il filo di ferro!”

“La presenza in mostra di quest’opera – dichiarano i curatori – consente di approfondire, decantate le passioni politiche, un decennio fondamentale dell’attività artistica di Arturo Martini, quello che intercorre tra la metà degli anni ’30 e gli anni ’40. Quello sguardo rivolto in alto, al futuro, sembra del resto anticipare una ricerca che porterà al Palinuro: marmo dedicato al partigiano Primo Visentin, detto “Masaccio”, caduto a Loria il 29 aprile 1945, che si trova al Palazzo del Bo di Padova. Se il Legionario esprime in quello sguardo sollevato l’aspirazione verso un futuro migliore, lo stesso concetto è esaltato nel Palinuro dove non c’è alcuna retorica, ma prevale il ‘concetto’, come di continuo si sforzava di fare Antonio Canova: il monumento celebrativo non deve essere incentrato su un’apoteosi del personaggio da commemorare, ma evidenziare, appunto, un concetto che gli fosse connesso. E qui siamo nell’ambito del raggiungimento della ‘Liberazione’ grazie alle azioni di numerosi eroi. È il primo monumento alla lotta partigiana in Italia, a quella Liberazione dal nazifascismo che Visentin non vide, visto che fu assassinato pochi giorni prima della definitiva liberazione, mentre stava intimando la resa a un gruppo di tedeschi in fuga”. 

Arturo Martini: Legionario ferito, 1936-37

Legionario e Palinuro, lontani nella sensibilità, esemplificano però quella straordinaria capacità di Arturo Martini di narrare per immagini con grande potenza: icone di periodi e momenti creativi diversi”.

“Nel primo si collocano importanti commissioni pubbliche. Al 1937, risale ad esempio l’altorilievo per il Palazzo di Giustizia di Milano progettato da Marcello Piacentini.  Il suo rilievo sulla “Giustizia corporativa” era affiancato dalle visioni della Giustizia biblica e di quella romana, illustrate da Arturo Dazzi e Romano Romanelli. Opera ricca di significati allegorici interpretati in chiave mitica, più espressiva che simbolica e perciò potente e poetica: un giudizio universale laico con la Giustizia assisa come Giudice tra scene bibliche con Adamo ed Eva e il Figliol Prodigo, vale a dire tra i grandi temi resi celebri proprio dai suoi grandi gruppi scolpiti qualche anno prima (presenti in mostra). Le fatiche fisiche richieste da questa grande opera in marmo ebbero come conseguenza una lunga convalescenza e aprirono le porte a una nuova forma espressiva, la pittura, sperimentata inizialmente a Burano, dove sentimento e poesia prevalgono in opere che vedono il Martini pittore posizionarsi tra i giovani della nuova generazione in chiave fortemente espressiva”.

Ma le nuove commissioni lo riportarono a Milano, dove le sue opere vennero richieste per l’Arengario in piazza Duomo a Milano, sul tema della storia cittadina. Molto lontano dalla Giustizia Corporativa, il rilievo è appiattito con effetti d’intaglio da primitivo che gli consente di allontanarsi dalla facile retorica per forme utili al racconto. Per i sospetti dovuti alle numerose commissioni pubbliche (Athena per l’Università La Sapienza a Roma, il Tito Livio per il Liviano di Padova, il bassorilievo Pegaso per il Palazzo delle Poste a Savona, la Vittoria alle Poste di Napoli eccetera) l’artista subì un processo d’epurazione nel 1945.

“Legionario e Palinuro – concludono Malachin e Stringa – sono così l’esempio di come Martini non possa essere classificato in schemi rigidi: artista che sapeva cogliere le opportunità, certo, ma senza mai rinnegare sé stesso. Dallo stesso blocco di marmo nasce, ad esempio, il Tito Livio e (da una grande scheggia di risulta) la Donna che nuota sott’acqua, entrambe documentate in mostra. Più che opera monumentale in linea con quell’epoca, il Tito Livio è un eroe romantico con quell’atteggiamento meditativo, mentre in opere come Donna che nuota sott’acqua Martini raggiunge vertici assoluti: quella scultura acefala, dove esaspera il concetto di spazio, è tra le più importanti opere del Novecento e restituisce alla scultura italiana il primato in Europa”.


Mostra organizzata da Comune di Treviso – Musei Civici.
In collaborazione e con il contributo di Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti
Main sponsor: Generali Valore Cultura e Consorzio di tutela del Prosecco DOC

CAMERA DI COMMERCIO di Treviso – Belluno|Dolomiti
La Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti investe, ed è parte delle idee progettuali assieme alle Istituzioni cittadine e loro eco nel mondo grazie alla rete camerale italiana all’estero. Il programma delle mostre del Museo Bailo racconta la bellezza che deve essere evidenziata e proposta a quel pubblico che ricerca la genialità dell’artista, come Arturo Martini, la raffinatezza dei luoghi, la ricercatezza dei sapori, la piacevolezza del ben vivere.

GENERALI VALORE CULTURA AL MUSEO LUIGI BAILO
Con lo Spazio Valore Cultura al Museo Bailo, Generali sostiene le attività artistiche organizzate dal Comune di Treviso con l’obiettivo di riscoprire i grandi maestri della tradizione restituendoli alla città. Generali Valore Cultura è il progetto che sostiene le migliori iniziative artistiche e culturali per renderle accessibili a un pubblico sempre più vasto e per valorizzare la comunità e i territori.
“Proteggiamo le emozioni”, è l’idea che sostiene l’agire del progetto: un impegno nei confronti del futuro, delle nuove generazioni e delle loro emozioni. 

IL CONSORZIO DI TUTELA DEL PROSECCO DOC da sempre sostiene il mondo della cultura e dell’arte in molte delle sue espressioni, con particolare attenzione alle arti visive, alla musica e allo spettacolo. Intensificando la propria presenza nei settori culturali più diversi come quello museale o il mondo del cinema, ha così sviluppato una rete di connessioni attraverso le quali è in grado di valorizzare il Genio italiano, riscontrabile nell’ampio patrimonio materiale e immateriale del Bel Paese.


Per informazioni: www.museicivicitreviso.it
+39 0422 658951
info@museicivicitreviso.it
 
Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Roberta Barbaro – roberta@studioesseci.net
 
MUSEO LUIGI BAILO
Borgo Cavour, 24 Treviso
prenotazioni e visite guidate: info@museicivicitreviso.it
T 0422 658964
www.museicivicitreviso.it
 
ORARI: da martedì a domenica 10.00 – 18.00
BIGLIETTI: (il biglietto comprende la visita alla mostra “Canova Gloria Trevigiana”
e al Museo Bailo), intero: € 9,00 ridotto: € 6,00