Robert Doisneau, dal 15 novembre in mostra alla Gran Guardia a Verona

ROBERT DOISNEAU

Verona, Palazzo della Gran Guardia

15 novembre 2023 – 14 febbraio 2024

Al Palazzo della Gran Guardia di Verona, dal 15 novembre 2023 al 14 febbraio 2024 sarà possibile visitare l’esposizione Robert Doisneau, la grande retrospettiva sul celebre fotografo francese.
La mostra, curata da Gabriel Bauret, promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Silvana Editoriale, con il patrocinio del Comune di Verona, ripercorre la vicenda creativa del grande artista francese, attraverso 135 immagini in bianco e nero, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, nell’immediata periferia sud di Parigi.

A Montrouge, Doisneau ha sviluppato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi. Dallo stesso atelier, oggi le sue due figlie contribuiscono alla diffusione e alla divulgazione della sua opera, accogliendo le continue richieste di musei, festival e case editrici.

Tra le opere in mostra non poteva mancare Le Baiser de l’Hôtel de Ville, Paris, 1950, immagine celebre e iconica, ritenuta tra le più riprodotte al mondo, nella quale una giovane coppia si bacia davanti al municipio di Parigi. Il celebre scatto non fu frutto del caso: Doisneau stava realizzando un servizio per la rivista americana Life e per questo chiese ai due giovani di posare per lui.

“Quello che cercavo di mostrare era – racconta Doisneau – un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.”

Il percorso espositivo è arricchito dalla proiezione di estratti dal film di Clémentine Deroudille “Robert Doisneau. Le Révolté du merveilleux” e da un’intervista al curatore Gabriel Bauret.

La mostra è accompagnata dal catalogo “Robert Doisneau”, edito da Silvana Editoriale.

Nato nel 1912 a Gentilly, una città nella periferia sud di Parigi, Robert Doisneau muove i primi passi nel campo della litografia, attività che abbandonerà rapidamente in favore di un apprendistato presso lo studio di André Vigneau, che lo introduce al mondo della fotografia. Seguirà, per quattro anni, un’intensa collaborazione con il reparto pubblicitario della Renault.

Terminato questo impegno, Robert Doisneau approda al tanto ambito status di fotografo indipendente, ma il suo slancio viene spezzato dalla guerra, che tuttavia non gli impedirà di continuare a fotografare. Subito dopo la Liberazione della capitale, di cui è testimone, comincia un periodo molto intenso di commissioni per la pubblicità (e in particolare per l’industria automobilistica), la stampa (tra cui le riviste “Le Point” e in seguito “Vogue”) e l’editoria.

In parallelo, porta avanti i suoi progetti personali, che saranno oggetto di numerose pubblicazioni, a cominciare dal libro realizzato nel 1949 in collaborazione col suo sodale, il celebre scrittore Blaise Cendrars, La Banlieue de Paris, la prima sintesi dei molti racconti per immagini che dedicherà a questo mondo.

La sua traiettoria si incrocia anche con quelle di Jacques Prévert e Robert Giraud, la cui esperienza e amicizia nutrono la sua fotografia, nonché con quella dell’attore e violoncellista Maurice Baquet, protagonista di numerosi scatti del fotografo. Dal 1946 le sue fotografie vengono distribuite dall’agenzia Rapho. Qui conosce in particolare Sabine Weiss, Willy Ronis e, successivamente, Édouard Boubat, che insieme a lui formeranno una corrente estetica spesso definita “umanista”.

Nel 1983 gli viene assegnato il “Grand Prix national de la photographie”, a consacrazione di un’opera estremamente ricca e densa. Tale consacrazione passa attraverso le numerosissime esposizioni, in Francia come all’estero, le incalcolabili opere che rivisitano la sua fotografia dalle prospettive più varie e i documentari a lui dedicati. E a Verona il pubblico avrà il piacere di avvicinarsi al grande fotografo attraverso ben 135 delle sue più belle immagini.


ROBERT DOISNEAU
Verona, Palazzo della Gran Guardia
15 novembre 2023 – 14 febbraio 2024
 
Orari:
Da domenica a venerdì 10.00 – 19:30
sabato 10.00 – 20:30
 
Biglietti:
Intero: € 12,00
Ridotto: € 10,00
Scuole: € 4,00
Famiglia: adulti € 10,00, bambini € 4,00
 
Ufficio Stampa della Mostra
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499
Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net

Libri, “Bambini al tempo del lockdown”: arriva il pdf del volume UNICEF Bologna

DISPIACERE
Non mi piace vedere persone con la mascherina

Sono a casa da scuola da settimane e non mi piace…
Non mi piace stare chiusa in casa.
Non mi piace non vedere e abbracciare le persone che conosco.
Non mi piace stare a casa da scuola.
Non mi piace che ci sia il Coronavirus.
Non mi piace non sapere quando finirà il Coronavirus.
Non mi piace che nonostante ci sia il Coronavirus mia madre debba andare al lavoro.
Non mi piace vedere persone con la mascherina.

Il Comitato Unicef di Bologna ripropone l’emozionante volume “Bambini al tempo del lockdown” pubblicato nel 2020 con le testimonianze dei più piccoli. Il libro scritto in collaborazione con le scuole amiche di UNICEF vede il Cardinale Matteo Maria Zuppi firmare l’introduzione. La versione digitale del libro pronta ad essere distribuita nelle scuole dell’Emilia-Romagna e in altre regioni italiane. Il pdf sarà inviato a tutti coloro che ne faranno richiesta al Comitato Unicef.

Bambini al tempo del lockdown. Sogni ed emozioni” vuole essere un “viaggio” attraverso la paura, la speranza, il dispiacere, i sogni, tutte emozioni provate dai più piccoli durante la pandemia e in particolare durante il lockdown.
Il testo edito da Pendragon, pubblicato per la prima volta nel 2020, è una raccolta di disegni, poesie e pensieri scritti da circa cento ragazzi di dieci scuole del territorio bolognese, amiche di UNICEF.

Il Comitato Unicef di Bologna a cui si deve l’iniziativa del libro rilancia ora il progetto editoriale con l’obiettivo di una più capillare diffusione sul territorio regionale ma anche a livello nazionale. Al di là dei pareri degli esperti che in questi anni hanno cercato di spiegare l’emergenza pandemica sotto diversi punti di vista, i ragazzi, hanno espresso in maniera chiara i loro sentimenti e le loro emozioni proprio in queste pagine.

Il Cardinale e Arcivescovo di Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi firma l’introduzione del volume, riconoscendo ai ragazzi una scrittura capace di commuovere gli adulti.

Lo stesso Cardinale scrive: 

“La famiglia, l’amicizia, la bellezza delle relazioni, la speranza verso il futuro, la positività di fronte a ciò che accade, sono solo alcuni dei tesori che lo scrigno di questo libro ci regala e che dobbiamo custodire”.

Da qui l’invito a custodire il futuro di questo libro che è espressione della sensibilità e delle emozioni dei più piccoli ma che sono un esempio anche per gli adulti in un momento storicamente complesso, scandito purtroppo da guerre e distruzione.

Anche il presidente del Comitato Unicef Bologna, dott. Raffaele Pignone sostiene con forza l’importanza del messaggio racchiuso nel libro che insieme ai volontari torna a diffondere in tutta Italia:

“Credo sia uno dei libri più belli che descrive la pandemia e i ragazzi e per questo sarebbe un peccato se fosse conosciuto solo dai pochi che lo hanno acquistato nell’anno della sua pubblicazione. Con il supporto dei nostri volontari torneremo a distribuirlo sul territorio, a scuole, associazioni, comitati Unicef, ordini professionali sanitari e sociosanitari per poi occuparci di una capillare diffusione a livello nazionale, con il coinvolgimento anche del Ministero dell’Istruzione”.

Il progetto ha avuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e dell’Ufficio Scolastico Regionale ed è stato stampato dalla società Pendragon con il contributo del gruppo HERA spa.

“Bambini al tempo del lockdown. Sogni ed emozioni” è il libro che non “invecchia”, pronto a vivere una seconda vita.

È possibile richiedere la versione in PDF scrivendo all’indirizzo mail: comitato.bologna@unicef.it oppure per acquisti della versione cartacea contattare la Pendragon scrivendo a ordini@pendragon.it


Ufficio stampa
AD Communications

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Assegnato il Premio “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”

Da sinistra: Andreas Zampella (ph Fabrizio Spucches); Laurel-Hauge; Edson Luli

I Vincitori della seconda edizione del Premio Internazionale
“Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”:

Andreas Zampella, Laurel Hauge, Edson Luli

Premio alla ricerca artistica “Under 35”

La Giuria della seconda edizione del Premio Internazionale Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti” – composta da Lorenzo Benedetti – Curatore e Storico dell’arte, Giuseppe Capparelli – Curatore e Storico dell’arte, Luca Centola – Artista, Mario De Candia – Giornalista e Curatore, Fabio De Chirico – Direttore Servizio II Arte contemporanea e Servizio V Fotografia della Direzione Generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura, Gianfranco Grosso – Artista, Francesco Nucci – Presidente Fondazione VOLUME!, Davide Sebastian – Artista, Simona Spinella – Curatrice e Storica dell’arte, Delphine Valli – Artista, e coordinata da Roberta Melasecca – Architetto e Curatrice e da Stefania Calapai – Presidente Angelo Azzurro, dopo attente valutazioni delle 192 candidature presentate da artistə under 35, ha designato tre vincitorə. 
 

*** Il Premio Giovan Battista Calapai“, avente valore netto di € 1300,00 e comprensivo di una pubblicazione A-HEAD Edizioni è stato assegnato a
ANDREAS ZAMPELLA

*** La Menzione Speciale Theodora van Mierlo Benedetti” del valore netto di € 900,00 e comprensiva di una pubblicazione A-HEAD Edizioni è stata assegnata a
LAUREL HAUGE

*** Il “Premio Piero Gagliardi del valore netto di € 700,00 e comprensivo di una pubblicazione A-HEAD Edizioni è stato assegnato a
EDSON LULI
 

La premiazione si svolgerà a Roma presso Palazzo Valentini nel mese di dicembre 2023. Gli artisti vincitori riceveranno, in forma di omaggio, anche tre opere di Leandro Lottici


Il Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”, dedicato alla ricerca artistica di artisti under 35, è promosso da A-HEAD Project – Angelo Azzurro ONLUS e dedicato alla memoria di Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti, due figure centrali che hanno contribuito in modo determinante alla connessione tra la ONLUS dedicata alla lotta contro lo stigma dei disturbi mentali e il settore dell’arte, con la successiva nascita del progetto A-HEAD. Infatti Angelo Azzurro, attraverso il citato progetto, promuove l’arte contemporanea sviluppando un percorso ermeneutico e conoscitivo delle malattie mentali sostenendo le ricerche artistiche in tutte loro le declinazioni. Quest’anno l’iniziativa prevede non solo il Premio Giovan Battista Calapai e la Menzione Theodora van Mierlo Benedetti, ma anche il Premio Piero Gagliardi per ringraziare il curatore di A-HEAD per l’encomiabile lavoro di questi anni.

Il progetto A-HEAD nasce nel 2017 per volere della famiglia Calapai per la lotta allo stigma dei disturbi mentali e dalla collaborazione tra l’Associazione Angelo Azzurro ONLUS ed artisti e dj di respiro internazionale: infatti con il progetto A-HEAD Angelo Azzurro, curato da Piero Gagliardi dal 2017, mira a sviluppare un percorso ermeneutico e conoscitivo delle malattie mentali attraverso l’arte, sostenendo in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari laboratori che da anni l’associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali. Data la natura benefica del progetto, con A-HEAD la cultura, nell’accezione più ampia del termine, diviene un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di progetti riabilitativi della Onlus Angelo Azzurro, legati alla creatività, intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative. 


Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”
Seconda edizione
Premio alla ricerca artistica – Under 35

Segreteria organizzativa
Roberta Melasecca
premiocalapai@gmail.com

Angelo Azzurro ONLUS
infoangeloazzurro@gmail.com

https://associazioneangeloazzurro.org

Ufficio Stampa Angelo Azzurro
Alessio Morganti
alessio.mrg@hotmail.it

Barbara Speca
barbaraspeca@libero.it
Ufficio stampa A-HEAD

Roberta Melasecca_Interno 14 next – Melasecca PressOffice
roberta.melasecca@gmail.com

Aperta a New York la mostra sul periodo americano (1938/48) di CORRADO CAGLI

Corrado Cagli, Partita a carte, 1937

TRANSATLANTIC BRIDGES: CORRADO CAGLI, 1938-1948

Fino al 27 gennaio 2024

New York, CIMA – Center for Italian Modern Art

421 Broome St

Il Center for Italian Modern Art (CIMA) ha inaugurato la mostra Transatlantic Bridges: Corrado Cagli, 1938-1948, dedicata all’artista ebreo italiano Corrado Cagli (1910-1976).
La mostra, curata dal professor Raffaele Bedarida dell’università Cooper Union, vuol far luce sull’affascinante viaggio umano ed intellettuale intrapreso da Cagli durante gli anni trascorsi negli Stati Uniti, tra il 1938 ed il 1948, approfondendo gli aspetti della vita di Cagli durante gli anni ’30, quando fu costretto a lasciare il suo paese natale per sfuggire alla censura e alla persecuzione.

Pittore di talento, Cagli fu attivamente coinvolto in progetti pubblici commissionati dal regime fascista italiano. Tuttavia, dopo il 1937, il lavoro di Cagli attirò feroci critiche da parte dei soggetti reazionari all’interno dell’establishment fascista. Quale artista ebreo e apertamente omosessuale, Cagli divenne bersaglio di attacchi virulenti, soprattutto a seguito della promulgazione in Italia delle leggi razziali del 1938.

A causa di tali condizioni ostili, Cagli scelse di lasciare la sua terra natale e cercare rifugio negli Stati Uniti. In America divenne una figura influente nel milieu culturale ed artistico degli emigrati a New York. Trovò rispondenza nell’ambiente neoromantico facente capo alla Julian Levy Gallery e al Wadsworth Atheneum. Fu attivo nell’ambiente dei surrealisti anti-bretoni della rivista View e divenne protagonista di un momento fondamentale della cultura gay di New York, collaborando con artisti coinvolti con la Ballet Society e con Harper’s Bazaar, ed esponendo alla galleria di Alexander Iolas. Durante i suoi dieci anni di permanenza in America, Cagli continuò a produrre ed esporre disegni, un mezzo che gli permise di interrogare e criticare la retorica fascista. Mentre infuriava la seconda guerra mondiale, Cagli si arruolò nell’esercito americano, svolgendo addestramento sulla costa occidentale, prima di tornare in Europa per partecipare a eventi storici, quali il D-Day e la liberazione del campo di concentramento di Buchenwald. Alla fine della guerra Corrado Cagli giocò un ruolo cruciale nel ristabilire i legami culturali tra Italia e Stati Uniti, collaborando con il MoMA, Irene Brin e la galleria romana L’Obelisco.

La nuova mostra del Center for Italian Modern Art, che include disegni, dipinti, foto ed ephemera, non esplora solo i temi della guerra, dell’esilio e della discriminazione, ma mette anche in luce il poliedrico impegno di Cagli con l’ambiente surrealista e neoromantico di New York. Inoltre, la mostra fa luce sulla sua collaborazione con George Balanchine e la Ballet Society, evidenziando la profondità e la ricchezza della sua eredità artistica.

Il curatore Raffaele Bedarida, PhD, storico dell’arte specializzato in modernismo e politica transnazionale, ha una vasta esperienza nei temi di diplomazia culturale, migrazione e scambi tra Italia e Stati Uniti, ed è dunque particolarmente qualificato ad illustrare l’affascinante narrativa di Cagli. Il CIMA è onorato di presentare Transatlantic Bridges: Corrado Cagli, 1938- 1948, ed orgoglioso di esibire il lavoro di un artista straordinario, la cui vita e il cui lavoro costituiscono un richiamano ai temi di perseveranza, trasformazione ed espressione artistica, possibili nonostante le avversità. La mostra costituirà un’esplorazione stimolante e approfondita di un capitolo spesso trascurato della storia dell’arte italiana e americana.

La mostra è accompagnata da un nutrito calendario di eventi aperti al pubblico. Parte dei programmi è concepita in collaborazione con il Centro Primo Levi, che generosamente contribuisce all’analisi della vita e dell’opera di Cagli attraverso la pubblicazione dell’edizione in lingua inglese del libro di Raffaele Bedarida sull’artista.

Un ciclo di incontri e conversazioni con artisti contemporanei, concepito in risposta all’assegnazione di un premio ricevuto dal CIMA dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, affronterà i temi suggeriti dalla mostra di Cagli.

Tutti gli eventi pubblici del CIMA sono resi possibili grazie al generoso contributo della Fondazione Tiro a Segno di New York. La mostra sarà accompagnata da un catalogo a colori ideato in collaborazione con l’Archivio Cagli di Roma.

Corrado Cagli, Costume per i satiri, 1948 –
The triumph of Bacchus and Ariadne

CIMA

Fondato nel 2013 dalla storica dell’arte Laura Mattioli, il Center for Italian Modern Art (CIMA) è una fondazione pubblica no profit dedita a promuovere l’arte italiana moderna e contemporanea presso un pubblico internazionale. Attraverso mostre apprezzate dalla critica, una ricca programmazione di eventi pubblici ed un prestigioso programma di borse di studio internazionale, CIMA colloca l’arte moderna italiana in nuovi e più ampi contesti storici e culturali, evidenziandone il fondamentale contributo allo sviluppo della cultura artistica internazionale.

Situato in un luminoso loft nello storico quartiere di SoHo a New York City, CIMA offre un ambiente intimo che permette di apprezzare al meglio le opere d’arte. Le visite guidate della mostra, condotte dai borsisti ricercatori che CIMA invita a New York come parte della propria missione educativa, iniziano con la degustazione di un caffè espresso e sono seguite da un percorso della mostra concepito in modo da favorire un dialogo tra borsisti e visitatori. I programmi pubblici del CIMA offrono numerose opportunità per approfondire i temi della mostra e la conoscenza dell’arte italiana; e costituiscono una piattaforma volta a promuovere il dialogo tra artisti, ricercatori, scrittori e altre figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura.

Corrado Cagli nello studio di New York, 1946 – by Arnold Newman

Biografia ridotta

Corrado Cagli nasce ad Ancona il 23 febbraio 1910 da Alfredo Cagli, insegnante di matematica, e Ada Della Pergola, scrittrice per l’infanzia nota con lo pseudonimo di Fiducia. Nel 1915 si trasferisce con i genitori a Roma, dove compie dapprima solidi studi classici per poi frequentare l’Accademia di Belle Arti e lo studio di Paolo Paschetto (1885-1963), artista grafico e decoratore fra Liberty e Déco. Negli anni ‘30 a Roma propone la poetica del Primordio e dell’arcaismo nella Scuola che lo vede protagonista insieme a Capogrossi e Cavalli. Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano dove presenta una imponente pittura murale, due anni più tardi espone le sue opere più recenti alla II Quadriennale di Roma, mentre nel 1936 realizza per la VI Triennale di Milano la poderosa Battaglia di San Martino e Solferino (5,50 x 6,60 m), oggi conservata agli Uffizi. Nel 1937 la Repubblica Francese conferisce all’artista la medaglia d’oro per aver eseguito un ciclo di pitture (168 mq) nel vestibolo del Padiglione italiano all’Exposition Internationale des Arts et des Tecniques dans la Vie Moderne di Parigi.

Con l’emanazione delle leggi razziali è costretto a lasciare l’Italia, prima di partire riesce, tuttavia, ad ultimare l’affesco, poi distrutto, raffigurante Orfeo incanta le belve (3,15 x 2,35 m) nella Rotonda del Padiglione Italia alla XXI Biennale di Venezia e nel novembre del 1938 si trasferisce prima a Losanna, poi a Parigi e successivamente nel 1939 a New York dove inizia un’intensa attività espositiva, prima fra tutte quella allestita alla Julien Levy Gallery nel 1940. L’anno seguente si arruola nell’esercito americano e nel 1944 prende parte insieme alla Prima Armata Statunitense allo sbarco in Normandia ed alle campagne di Francia, Belgio e Germania, liberando anche il campo di concentramento di Buchenwald nel 1945. Terminato il secondo conflitto mondiale torna a New York, in uno studio sulla Second Avenue, figurando tra i fondatori della compagnia The Ballet Society ed ottenendo il Guggenheim Fellowship.

Nel 1948 si stabilisce definitivamente a Roma, sua patria artistica, dove sperimenta nuove tecniche e linguaggi pittorici, promuovendo inoltre le più recenti ricerche di altri artisti.
Nel luglio 1963 si tiene a L’Aquila un’ampia retrospettiva dal titolo Omaggio a Cagli, a cura di Enrico Crispolti, nell’ambito della rassegna internazionale “Aspetti dell’Arte Contemporanea”, mentre nel 1964 la XXXII Biennale di Venezia dedica all’artista una sala personale. Agli inizi degli anni ‘70 progetta e realizza a Göttingen, in un’area dove sorgeva una sinagoga distrutta dai nazisti nel 1938, il monumento-memoriale in acciaio inossidabile La notte dei Cristalli. Nel 1972 viene allestita a Palazzo Strozzi una mostra antologica, comprendente circa 600 opere, nella quale si evidenzia la sua nomadica esperienza pittorica.

Corrado Cagli muore a Roma il 28 marzo 1976.


Orari   
venerdì e sabato 11 – 18. Visite guidate 11 e 14.
Dal lunedì al giovedì su appuntamento solo per i members
 
Biglietto d’ingresso                           
15 USD per le visite guidate. 10 USD intero
Gratuito per members e studenti
 
Info                                                    
tel. +1 646 3703596 – italianmodernart.org
 
Ufficio stampa USA                           
Mikaela Duhs | Shore Fire Media | mduhs@shoefire.com
Rebecca Shapiro | Shore Fire Media | rchapiro@shoefire.com
 
Ufficio stampa ITALIA                        
StudioBegnini – info@studiobegnini.it
Roberto Begnini

Roma, alla Fondazione Carlo Levi “1923-2023: Rocco Scotellaro, presente e futuro”

La Fondazione Carlo Levi è lieta di presentare il numero monografico della rivista L’Ospite ingrato

1923-2023: Rocco Scotellaro, presente e futuro

Sabato 11 novembre 2023 ore 17.30

Fondazione Carlo Levi
Via Ancona 21 – Roma

Saranno presenti
Marco Gatto e Lorenzo Pallini – curatori del volume

Tra gli autori
Francesco Faeta e Luca Beltrami

Introduce

Daniela Fonti – Presidente Fondazione Carlo Levi

Sabato 11 novembre 2023 alle ore 17.30, la Fondazione Carlo Levi, in collaborazione con il Centro Interdipartimentale di Ricerca Franco Fortini e la redazione della rivista L’Ospite ingrato, in occasione dei cento anni dalla nascita di Rocco Scotellaro, presenta il volume monografico, 1923-2023: Rocco Scotellaro, presente e futuro, che la rivista L’Ospite ingrato ha dedicato al poeta e intellettuale lucano, con l’intento di offrire ricostruzioni attente e puntuali del cammino scotellariano, al fine di contribuire a una conoscenza critica e storicamente avvertita del suo lascito.

All’interno del volume, inoltre, sono presenti contributi fotografici e multimediali che restituiscono il senso di un lavoro di lungo corso dedicato ai luoghi e agli spazi fisici dall’esperienza sociale e politica di Scotellaro.

Saranno presenti Marco Gatto e Lorenzo Pallini – curatori del volume; tra gli autori Francesco Faeta e Luca Beltrami. Introduce Daniela Fonti – Presidente Fondazione Carlo Levi.

«L’ospite ingrato» online è una rivista scientifica internazionale semestrale e peer-reviewed del Centro interdipartimentale di ricerca Franco Fortini. Il progetto della rivista online nasce dalla volontà di creare uno spazio che, partendo dall’esperienza dell’«Ospite ingrato», proponga studi, discussioni ed interventi sulla letteratura, nelle sue relazioni con forme e temi dell’attualità, con particolare riguardo agli interessi culturali e agli ambiti di ricerca scientifica del Centro Franco Fortini.

Il numero monografico su Rocco Scotellaro è consultabile al seguente link:


INFO

Presentazione
numero monografico della rivista L’Ospite ingrato
1923-2023: Rocco Scotellaro, presente e futuro
Saranno presenti: Marco Gatto e Lorenzo Pallini – curatori del volume
Tra gli autori: Francesco Faeta e Luca Beltrami
I
ntroduce: Daniela Fonti – Presidente Fondazione Carlo Levi
Sabato 11 novembre 2023 ore 17.30
Fondazione Carlo Levi
Via Ancona 21 – Roma
«L’ospite ingrato»
ospiteingrato@gmail.com
www.ospiteingrato.unisi.it/
Fondazione Carlo Levi
carlolevifondazione@gmail.com
www.carlolevifondazione.it
 
Ufficio Stampa
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Pescara, GArt Gallery: IPman. Mostra personale a cura di Maria Arcidiacono

IPman

a cura di Maria Arcidiacono

Inaugurazione sabato 11 novembre 2023 ore 18.00

GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara

Fino al 22 dicembre 2023

Sabato 11 novembre 2023 alle ore 18.00, la GArt Gallery di Francesco di Matteo è lieta di presentare IPman, mostra personale dell’omonimo street artist, curata da Maria Arcidiacono.
Trentenne, nato a Chieti, autore di un’opera dedicata a Willy Monteiro molto apprezzata anche dalle istituzioni e la cui popolarità ha oltrepassato i confini pescaresi: questo, molto sinteticamente, è ciò che si sa pubblicamente dello street artist IPman, il protagonista del nuovo progetto espositivo della galleria pescarese di via Gobetti. 

I territori espressivi e di ricerca che l’artista percorre possiedono una grande carica ironica, spesso abbracciano la satira, prendono spunto dall’attualità, dai social, attingono al cinema, al fumetto, alla storia dell’arte e trovano talvolta in Banksy un modello ispiratore. Spray, stencil, poster art: Ipman esplora e interviene sulle strade pescaresi, su quelle parigine, su quelle romane o newyorchesi, ovunque con la stessa passione, la stessa volontà di mettere al centro l’autenticità del quotidiano, svelandone aspetti nascosti o sottovalutati. 

In occasione della mostra l’artista disporrà liberamente delle pareti della galleria che diventeranno ideale prosecuzione di quelle esterne: un’opera-supporto ai suoi lavori più recenti realizzati su tela. L’azione creativa, riflettendosi nello spazio espositivo, consentirà a chi lo visiterà di scoprire il mondo di Ipman con eroi sconosciuti e celebrità, omaggi e provocazioni, realtà grottesche e poetiche: la cultura alternativa della street art ci invita a rallentare il passo e a dedicarle uno sguardo più attento e meno frettoloso.

Ipman – Nota biografica 

Ipman, classe 92’ nato a Chieti, frequenta l’istituto d’arte Vincenzo Bellisario di Pescara dove consegue il diploma in grafica e stampa pubblicitaria. Fin da ragazzino era affascinato dalla cultura underground e dal graffitismo che ha praticato per un breve periodo, per poi iniziare a sperimentare diverse tecniche artistiche in strada che vanno dal semplice sticker, al poster o allo stencil, le sue fonti d’ispirazione sono sempre rivolte a tematiche contemporanee con uno sguardo anche all’arte del passato. Con sede a Pescara, i suoi interventi urbani si trovano in svariate città italiane ed estere come Roma, New York, Parigi; ha inoltre partecipato ad alcuni festival di arte urbana a Napoli e a Londra. Da qualche anno si è avvicinato al mondo delle gallerie d’arte mantenendo sempre la sua impronta, sperimenta vari supporti oltre la tela, portando l’arte urbana in contesti più formali.


IPman 
mostra personale a cura di Maria Arcidiacono

Inaugurazione sabato 11 novembre 2023 ore 18.00-21.00

Fino a venerdì 22 dicembre 2023
Orari: dal lunedì al sabato ore 17:30-20:00
GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara
Tel. +39 349 7913885
info@gartgallery.itwww.gartgallery.it 

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
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AMART Milano inaugura domani: grandi scoperte da Ghirlandaio a Schnabel 

Ritratto di dignitari. Tecnica mista su tela. Cina.
Dinastia Qing. Inizi sec.XVIII. 154×128 cm.

Old e new Masters in arrivo ad AMART
Da Ghirlandaio, van der Weyden, Rembrandt e Dürer
sino a Schnabel e Morandi

L’Antiquariato è a Milano! Inaugura domani, martedì 7 novembre (dalle ore 11 per la stampa), AMART, la mostra dell’Antiquariato organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi al Museo della Permanente.

Presenti 65 le gallerie, provengono da Milano ma anche dal resto d’Italia e dall’estero, sono specializzate in diverse aree artistiche e coprono dall’antico al contemporaneo.
Sono davvero molte le scoperte che attendono collezionisti e appassionati d’arte sino al 12 novembre. Nel grand tour delle opere di questa quinta edizione non è da perdere da Callea Antichità Design un capolavoro di Domenico Ghirlandaio (Firenze, 1448 – 1494), Madonna col Bambino (Madonna Wendelstadt), 1472 ca. Si tratta di un dipinto noto agli storici dell’arte da molto tempo e recentemente riconosciuto come opera di Domenico Ghirlandaio da Andrea De Marchi e da Cecilia Martelli. Il dipinto fu di proprietà di Matilda Rausch Dodge Wilson, moglie di John Dodge, uno dei fondatori della “Dodge Motor Company“. 

Tra gli Old master può vantare una provenienza illustre anche l’opera di Goswijn van der Weyden (1465 ca. – Anversa post 1538) proposto dalla Galleria Romigioli, una Madonna col Bambino in trono tra le Sante Caterina d ‘Alessandria e Margherita d’Antiochia del 1500-1510 ca. (Olio su tavola). Documentato nel Granducato di Lucca 1817-1824 (probabilmente presso la Famiglia Orsucci) fu sottoposto all’attività di tutela della Commissione di Michele Ridolfi, istituita da Maria Luisa di Borbone nel 1819. Il tema della Madonna in trono collocata in una loggia, circondata da angeli e santi rappresenta un soggetto di grande fortuna nei dipinti devozionali per uso domestico.

 “È con Rembrandt, e nei Paesi Bassi, che nel Seicento l’acquaforte raggiunge il massimo sviluppo” – spiega la gallerista Lorenza Salamon – la sua curiosità lo spinge a sperimentare tecniche miste, cercare supporti diversi dal consueto (come le carte d’importazione dall’Asia), con uno stile del tutto personale che lo favorirà nella propria affermazione artistica”. Nel suo stand, tra le altre, si potranno ammirare opere di Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Autoritratto alla Finestra, 1648, Acquaforte, puntasecca e bulino originale) e Albrecht Dürer (Melancolia I, 1514, Bulino originale, monogrammato e datato in lastra).

Ad AMART è possibile scoprire oggetti per ogni genere di collezione: Mayfair Rare Books and Manuscripts, specializzata in libri antichi, incunaboli e manoscritti, dal XV al XVIII secolo, riserva da sempre una particolare predilezione per i trattati di architettura e i libri d’arte, punta su un progetto “The Grand Tour” che si propone di riscoprire la bellezza e la magia del bel paese tramite le suggestioni e le testimonianze dei suoi antichi visitatori e le opere senza tempo dei suoi migliori artisti e incisori. Ecco dunque le proposte: Michele Marieschi (1710 – 1744) Magnificentiores selectioresque Urbis Venetiarum prospectus (Venezia, 1741). Vale a dire 21 tavole incise all’acquaforte e di Giovanni Battista Piranesi (1720 – 1778), Différentes vues de quelques restes de trois grands édifices, qui subsistent encore dans le milieu de l’ancienne ville de Pesto, autrement Possidonia, qui est située dans la Lucanie (Roma, 1778), 20 tavole incise all’acquaforte.

È destinato agli appassionati di libri antichi o di musica classica il Troisieme Concerto à violon principal composé et dedié à S.M. l’Imperatrice et Reine éxécute par l’auteur aux concerts de la Salle OlimpiqueParis, Guenin, s.d. (ma 1806) di Charles Philippe Lafont. Magnifico esemplare, molto probabilmente stampato in un piccolo numero di copie e mai destinato alla vendita. Lafont fu il più importante violinista e compositore di violino della prima metà del XIX secolo in Francia. Edizione della più grande rarità, di cui la Galleria Orsini afferma di non aver trovato traccia in nessuna biblioteca europea e bibliografia specializzata. Il formato è in-Folio; 3 parti per complessive 55 pagine di musica (in alcune incisa solo al recto). Ognuna delle parti ha un bel frontespizio inciso in rame con il titolo e l’Aquila Imperiale. Splendida la legatura in marocchino rosso alle Grandi Armi di Napoleone, con i piatti contornati da una cornice dorata decorata con un’alternanza di api e di stelle.

Facendo un balzo nel Novecento, la Galleria Copetti per la sua prima partecipazione ad AMART, ha scelto di portare un rilievo parietale n.1, in bronzo, di Mario Negri (Tirano, 1916 – Milano, 1987), del 1955-56. Esposto nel 1958 alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, proviene da collezione privata. Nello stesso stand saranno allestite anche opere inedite di Mirko Basaldella e Giacomo Manzù. In particolare si segnala un’importante scultura in legno di Mirko Basaldella, dei pannelli in cemento dipinto molto rari e particolari e opere su carta dal periodo figurativo al periodo informale e di Manzù una scultura in bronzo dorato Divertimento (Gru). La Galleria Tornabuoni proporrà tra le altre un capolavoro di Giorgio Morandi una natura morta del 1961, mentre Sperone Westwater alla sua prima volta alla mostra milanese espone una sorprendente Version of Chuck 12 di Julian Schnabel del 2003, dipinto a olio su tela cerata.

Il pubblico che visiterà l’edizione del ’23 troverà una manifestazione dalla veste rinnovata: completamente ridisegnati l’ingresso, il ristorante e il loggiato da Studio Pellizzari che si è avvalso per gli allestimenti di tessuti Dedar, Arredi Pedrali; luci Viabizzuno.

Premio per il miglior stand sarà aggiudicato la sera del’8 novembre da una giuria composta dall’interior design Clara Bona, dalla giovane e affermata curatrice e art blogger Maria Vittoria Baravelli, dall’architetto specializzato in museografia, Michele Piva e dallo storico dell’arte Stefano Zuffi.

Eleganza e cura, antico e contemporaneo trovano ad AMART una sintesi, a sottolineare la centralità di Milano nel mondo del mercato dell’arte.


8-12 NOVEMBRE 2023
Museo della Permanente
Mercoledì-sabato: ore 11.00 – 20.30
Domenica: ore 11.00 – 19.30
 
Museo della Permanente
via Filippo Turati 34, Milano
amart-milano.com
 
PER INFORMAZIONI
Email: antiquari@unione.milano.it
Telefono: 02.7750447
 
Ufficio stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro, roberta@studioesseci.net
Tel. 049 663499, www.studioesseci.net

Firenze: FIORI FOGLIE SPINE. Modelli botanici in cera dal Museo della Specola di Firenze

CARING FOR ART 3

FIORI FOGLIE SPINE
Modelli botanici in cera dal Museo della Specola di Firenze

Firenze, Museo dell’Opificio delle Pietre Dure

6 novembre – 6 dicembre 2023

Mostra a cura di Laura Speranza

Con l’emblematico titolo “Fiori, foglie e spine. Modelli botanici in cera dal Museo della Specola di Firenze “, il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Museo diretto da Laura Speranza, espone, a conclusione del restauro affidato ai tecnici dell’Opificio, qualcosa di assolutamente eccezionale: una sorprendente selezione di  modelli botanici in cera dalla collezione, unica al mondo, di quasi 200 modelli botanici a grandezza naturale del Museo della Specola di Firenze.

Saranno proposti al Museo dell’Opificio per lo spazio di un solo mese (dal 6 novembre al 6 dicembre), in una esposizione curata dalla direttrice Laura Speranza.

Quelli esposti al museo dell’Opificio sono capolavori della ceroplastica, considerati tra i più belli al mondo.  L’imitazione del reale e la raffinatezza esecutiva degli antichi ceroplasti fiorentini che li hanno creati nel corso del ‘700, destano ancora oggi stupore. Si ammira, in particolare, la creatività con cui questi artigiani – artisti hanno attinto all’uso dei più svariati materiali per ottenere effetti naturali, come l’aggiunta di un pulviscolo argentato per ottenere la brillantezza della superficie dell’Euphorbia canariensis, l’aggiunta di spine vere nei cactus o il ricorso a leggeri filamenti vegetali, simili alla tela del ragno, per simulare quella sorta di peluria che si trova fra le piccole foglie grasse della Sempervivum arachnoideum.

Queste piante in cera documentano la straordinaria varietà del mondo vegetale conosciuto tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo e dovevano stupire ed educare il pubblico del Museo di Storia Naturale di Firenze, voluto dal Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo di Lorena, nel 1775. 

Al tempo, il Museo venne dotato di una Officina di Ceroplastica dove esperti artisti ceraioli, oltre a realizzare modelli anatomici, produssero anche questi splendidi esemplari botanici identificati con il nome scientifico, in latino, secondo la nomenclatura introdotta da Carlo Linneo solo pochi anni prima (Species Plantarum, 1753).

Non basta, ogni modello è alloggiato in un elegante vaso di porcellana di Doccia, prodotto nella nota fabbrica Ginori, vero e proprio emblema del gusto raffinato del suo committente e di un’epoca in cui la scienza si faceva accompagnare dalla Bellezza e dall’Arte.

Nella piccola, raffinata mostra al Museo dell’Opificio, prima della loro esposizione nel nuovo allestimento de La Specola alla quale fa in qualche misura da battistrada, si potranno apprezzare sette tra i più interessati modelli botanici in cera, affiancati dalle immagini delle corrispettive piante presenti in Natura.

“Essenziali apparati didattici consentono  l’approfondimento della tecnica esecutiva delle piante in cera e delle attività svolte nel restauro appena ultimato, ove la consulenza botanica di Chiara Nepi ha avuto un ruolo determinante”, annuncia  la direttrice Laura Speranza.

La Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, Emanuela Daffra, sottolinea, da parte sua, come “il restauro di questo gruppo di preziosi manufatti si inserisca nella tradizione di fruttuosa collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure, attraverso il suo settore di restauro materiali, ceramici, plastici e vitrei,  con il Museo di Storia Naturale per il recupero e la manutenzione del suo ricco patrimonio di opere in cera, dai modelli anatomici a quelli botanici”. Lucilla Conigliello,  Direttore Tecnico SMA- Università di Firenze, afferma: “Come Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino siamo davvero lieti di poter dare con questa piccola esposizione un’anticipazione dello straordinario lavoro eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure per il restauro delle cere botaniche che tra pochi mesi tutti potranno apprezzare nel nuovo allestimento del Museo La Specola, che sarà davvero molto suggestivo. Il debito di riconoscenza che ci lega all’Opificio è grande, per tante attività e interventi programmati negli anni, su beni anche tra loro molto diversi. E’ un privilegio poter collaborare con funzionari e restauratori di altissimo profilo, in condivisione d’intenti, per garantire la conservazione di opere d’arte uniche”.


Ufficio Stampa Opificio delle Pietre Dure:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. +39. 049.663499
simone@studioesseci.net (rif. Simone Raddi)
 
Ufficio Promozione culturale Opificio delle Pietre Dure:
 Maria Emilia Masci opd.promozioneculturale@cultura.gov.it

Acquisite 8 opere di 3 artiste a favore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

LE NUOVE ACQUISIZIONI DELLA
FONDAZIONE PER L’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA CRT
AD ARTISSIMA 2023

Acquisite 8 opere d’arte di 3 artiste a favore del
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Anche quest’anno la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha ampliato la sua collezione acquisendo, nel corso dell’edizione 2023 di Artissima8 nuove opere realizzate da 3 artiste, destinandole come sempre alla fruizione pubblica: importanti lavori di Steffani Jemison, Marwa Arsanios e Cemile Sahin confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
 
Da più di vent’anni la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, ente “art oriented” della Fondazione CRT, è uno dei partner principali della fiera internazionale di Artissima, che sostiene attraverso differenti contributi, il più rilevante riferibile alla campagna acquisizioni; questo nella ferma convinzione che Artissima rappresenti per la città di Torino un’opportunità straordinaria per confermare e consolidare il proprio ruolo sulla scena internazionale. Tanto che, per questa edizione 2023, la Fondazione ha deciso di incrementare lo storico fondo destinato alle acquisizioni a 200.000 euro, investiti nell’acquisto di opere per un valore commerciale di 281.200 euro.
 
“In occasione del trentesimo anno di Artissima, la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT conferma il proprio sostegno, incrementando a 200.000 euro il budget destinato alle acquisizioni in fiera. Le opere acquistate quest’anno sono state scelte attraverso un accurato processo di selezione, operato dal nuovo Comitato scientifico della Fondazione, in sinergia con i direttori e i capo curatori del Castello di Rivoli e della GAM. Le opere sono destinate ai due musei, allo scopo di arricchire le loro collezioni in coerenza con le rispettive strategie e programmazioni” commenta Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
 
La Fondazione sostiene le gallerie e le artiste e gli artisti presenti in fiera attraverso l’acquisizione di opere, alimentando così una estesa collezione di lavori di arte contemporanea, oggi tra le più prestigiose: oltre 900 opere che spaziano dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, dalle grandi installazioni agli NFT, realizzate da circa 300 artisti – per un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro. A conferma della mission della Fondazione, le opere che entrano a far parte della propria collezione vengono immediatamente rese disponibili alla collettività attraverso il comodato ai due Musei per le rispettive attività espositive e per i prestiti ad altre istituzioni, consentendo a Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e a GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea un continuo aggiornamento delle proprie esposizioni e un dialogo costante con i principali attori della scena artistica internazionale.
 
Presente ad Artissima per la prima volta il nuovo Comitato Scientifico della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRTHans Ulrich Obrist (Direttore artistico Serpentine Galleries, Londra), Susanne Pfeffer (Direttrice Museum MMK für Moderne Kunst, Francoforte), Suhanya Raffel (Direttrice Museum M Plus, Hong Kong), Manuel Segade Lodeiro (Direttore Museo Nacional de Arte Reina Sofía, Madrid) e Vicente Todolì (Direttore artistico Fondazione Pirelli Hangarbicocca, Milano). 
Da sempre organo consultivo della Fondazione in materia di acquisizioni, il Comitato ha partecipato alla scelta delle acquisizioni in fiera, in sinergia con i Direttori e i Capo Curatori del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, e selezionando opere che valorizzeranno ulteriormente il patrimonio artistico di entrambi i musei, centri di eccellenza piemontese e punti cardine nell’avvicinare all’arte un pubblico esteso ed eterogeneo, a livello locale, nazionale e internazionale. 
 
In merito alle acquisizioni il Comitato Scientifico della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha dichiarato: “Il nuovo Comitato Scientifico della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT si è riunito per la prima volta a Torino in occasione della Fiera Internazionale di Artissima. Siamo felici di poter lavorare con il Consiglio di Amministrazione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e con i nuovi Direttori del Castello di Rivoli (Francesco Manacorda) e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (Chiara Bertola). Ci impegniamo sin d’ora, e nel corso dei prossimi anni, a contribuire alla definizione di una nuova traiettoria per la collezione CRT, affinché le opere d’arte in essa contenute possano riflettere la diversità e l’inclusione del nostro tempo“.


Opere acquisite a favore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Steffani Jemison
Untitled (Same Time/Go Figure) (Senza titolo – Stesso tempo/Vai a capire), 2023
Stampa lenticolare; opera unica
200 x 354 x 5 cm
Galeria Madragoa
 
Steffani Jemison
Untitled (Same Time) (Senza titolo – Stesso tempo), 2023
Vetri trovati specchiati, carta, grafite; opera unica
21.6 x 45.7 cm
Galeria Madragoa
 
Steffani Jemison
Untitled (Same Time) (Senza titolo – Stesso tempo), 2023
Vetri trovati specchiati, carta, acrilico; opera unica
21.6 x 45.7 cm
Galeria Madragoa
 
Steffani Jemison
Untitled (Same Time) (Senza titolo – Stesso Tempo), 2023
Vetri trovati specchiati, carta, acrilico; opera unica
21.6 x 45.7 cm
Galeria Madragoa
 
Steffani Jemison
Untitled (Same Time) (Senza titolo – Stesso Tempo), 2023
Vetri trovati specchiati, carta, grafite; opera unica
21.6 x 45.7 cm
Galeria Madragoa
 
Marwa Arsanios
Who is Afraid of Ideology? Part I (Chi ha paura dell’ideologia? Parte I), 2017
Video digitale, colore, suono. Edizione di 5 + 2 AP
18 min 16 sec
mor charpentier
 
Marwa Arsanios
Untitled (Senza titolo), 2023
Serigrafia su tessuto; pezzo unico
400 x 200 cm
mor charpentier
 
Cemile Sahin
Simple things (Cose semplici), 2023
Video installazione HD singolo canale (colore, suono), 6 stampe UV su pannelli di vetro fluorescent a forma di cuore (87.5 x 80 cm ciascuno), carta da parati, tappeto
Esther Schipper


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066

È il momento del Futurismo. Mostre a Milano, Matera, Treviso e non solo

Fortunato Depero, Ritratto Psicologico dell’aviatore Azari, 1922, olio su tela, 137×93 cm Milano, Galleria Bottegantica, AEROPITTURA FUTURISTA

FUTURISMO. È il momento del revival

Mostre in corso a Matera, Treviso, Milano, Mamiano di Traversetolo dopo quelle di Otterlo, Padova, Fontanellato…

In Italia, ma non solo, è il momento del Futurismo e dintorni. In questi giorni a Matera, in Palazzo Lanfranchi, e a Treviso, al Museo Nazionale Collezione Salce, sono state aperte due importanti, ampie rassegne interamente riservate a nuovi studi sul Movimento. Sono l’effetto di un progetto condiviso tra il Museo nazionale di Matera, diretto da Annamaria Mauro, e la Direzione regionale Musei Veneto, diretta da Daniele Ferrara.

Matera, in Palazzo Lanfranchi sino al 10 gennaio 2024, si può ammirare l’ampia rassegna “Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del movimento“, a cura di Massimo Duranti. Nell’esposizione materana è presente, tra le altre diverse opere, un fondamentale nucleo di manifesti futuristi concessi dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso.

Il Museo trevigiano, facente capo alla Direzione Regionale veneta, propone a sua volta un ricco focus sul tema del manifesto futurista, con il titolo “Futurismo di carta“. L’esposizione trevigiana, a cura di Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, si sviluppa nella sede del San Gaetano del Salce in due successivi momenti con altrettante mostre.  La prima, con la declinazione “Forme dell’avanguardia“, è aperta al San Gaetano sino al 25 febbraio 2024. A seguire, dal primo marzo al 30 giugno 2024, la seconda parte, contrassegnata dal sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità“.

Milano, intanto, alla Galleria Bottegantica sino al 2 dicembre a essere protagonista di una rilevante monografica è “Aeropittura Futurista. L’avanguardia italiana tra Biennali e Quadriennali“. Con questa mostra, curata da Fabio Benzi, la Galleria Bottegantica torna a occuparsi di Futurismo, in particolare della “Aeropittura”. La rassegna si concentra sulla partecipazione dei futuristi alle Biennali di Venezia (1926-1942) e alle Quadriennali d’Arte Nazionale di Roma (1931-1943), proponendo una accurata selezione di opere pittoriche e scultoree, nella quasi totalità esposte nelle rassegne veneziane e romane. Tramite queste mostre, Filippo Tommaso Marinetti, alla guida del movimento, cercò di assicurare un riconoscimento ufficiale al Futurismo italiano e una sua definitiva consacrazione.

Gli anni giovanili di uno dei grandi protagonisti del Futurismo, Umberto Boccioni sono in mostra, sino al prossimo 10 dicembre, nella raffinata monografica “Boccioni. Prima del Futurismo“, proposta alla Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, nel parmense. A cura di Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi, Stefano Roffi. Con oltre cento opere, tra cui alcuni capolavori assoluti dell’artista, la mostra si sofferma sulla figura del giovane Boccioni e sugli anni della formazione affrontando i diversi momenti della sua attività, dalla primissima esperienza a Roma, a partire dal 1899, sino agli esiti pittorici immediatamente precedenti l’elaborazione del Manifesto dei pittori futuristi nella primavera del 1910. Un decennio cruciale in cui Boccioni sperimenta tecniche e stili alla ricerca di un linguaggio originale e attento agli stimoli delle nascenti avanguardie.

“Progetti diversi, tutti di qualità notevole, che confermano come e quanto un nuovo revival del Futurismo sia in corso, dopo quello degli anni intorno al centenario del 2009”. Ad affermarlo è il professor Massimo Duranti, curatore della mostra materana e studioso tra i maggiori del Futurismo.

“In questi mesi sono state, e sono, molte le mostre, in Italia e all’estero, sul Movimento Marinettiano: tra le più recenti, a Padova, “Futurismo 1910-1915. La nascita dell’avanguardia”; in Olanda “Marinetti en het futurisme” al Rijksmuseum twenthe, Enschede; “Futurism & Europe. The aesthetics of a new world”, Kroller museum, Otterlo; “Dall’alto. Aero-pittura futurista” al Labirinto della Masone a Fontanellato di Parma e altre ne sono annunciate in Italia e all’estero. 

Il nuovo revival dimostra, comunque, che tuttora questa avanguardia artistica non solo genera attenzione ma anche che molta dell’arte attuale è debitrice proprio del Futurismo e dei suoi assunti”.

Del ruolo rilevante del Futurismo è convinto assertore anche il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che nel presenziare all’inaugurazione della mostra di Matera ha dichiarato: “Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità. Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.


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