Ercolano: la città di Ercole sepolta da una nube piroclastica

 

“Roma, una città un impero” è una rivista degna di attenzione, dedicata a monografie su opere tutelate dalla soprintendenza di Roma. Ha interrotto da tempo le proprie pubblicazioni ed è un vero peccato. In questo numero leggiamo una serie di articoli interessanti e, fra questi, uno dedicato alla scoperta di Ercolano.

Pur essendo meno famosi degli scavi di Pompei gli scavi di Ercolano ne rappresentano il naturale completamento. Gli scavi dei due antichi insediamenti, pur mostrando città romane dello stesso periodo, presentano delle differenze sostanziali che impongono al turista attento una visita ad entrambe. Pompei è stata dissepolta quasi completamente e per questo offre una visione di insieme su come poteva essere una antica città romana sotto il regno di Tiberio. L’antica Ercolano invece non è stata completamente dissepolta perché sullo stesso territorio sorge la città nuova, mancano infatti all’appello molti edifici pubblici, ma i dettagli sono molto meglio conservati. Infatti la cittadina di Ercolano fu sepolta da una nube ardente, che i geologi chiamano nube piroclastica, la cui temperatura superava di molto i 100° e che trascinava anche frammenti di rocce vulcaniche e pomice ridotti a forma liquida. Raffreddandosi, queste polveri assunsero l’aspetto di una fanghiglia capace di insinuarsi e penetrare in ogni interstizio, impedendo la decomposizione di materiali come legno e stoffa che erano stati carbonizzati ma non distrutti dall’improvviso enorme calore. 

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