Daniel Tarozzi – Una moneta chiamata fiducia

La ricostruzione di Tarozzi fa capire come la moneta abbia il potere di ridisegnare l’economia in quanto metro di scambio universale, per riannodare il tessuto sociale di comunità schiacciate sotto il peso della crisi economica, e mettendo al centro la sostenibilità sociale e ambientale. Le persone sono il più grande capitale che abbiamo. E la moneta è il modo per tenerle unite e aiutarle. 

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04 – POP ART – La società di massa diventa arte – Gianfranco Maraniello

Negli Stati Uniti, gli anni Cinquanta del Novecento si concludono con un periodo di forte crescita economica e con l’esplosione dei consumi di massa. Il nuovo benessere modifica e uniforma le abitudini e i gusti della società: si diffondono in tutto il Paese nuovi oggetti, come l’automobile, il televisore, la lavatrice, che diventando autentici status symbol. La diffusione dei beni è favorita e veicolata dai mass media, il cui linguaggio diventa più evoluto e raffinato: la pubblicità, con i suoi slogan diretti e le immagini di forte impatto emotivo, è il principale catalizzatore di questo mutamento epocale. Gli artisti si confrontano con il cambiamento, elaborando strumenti comunicativi adeguati alle nuove dinamiche della società: nasce la pop art.

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Fidenza Village: Unconventional Verdi – The extraordinary maestro

20 Ottobre 2019 – Fidenza, Fidenza Village
UNCONVENTIONAL VERDI – THE EXTRAORDINARY MAESTRO.
L’Opera incontra i linguaggi della fashion photography e del design upcycle

Luca Cacciapuoti – Aida Missoni e Radames ZadigVoltaire

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi detto Giuseppe Verdi è nato a Roncole di Busseto, fra le nebbie della Bassa parmigiana, il 10 ottobre 1813 ed è considerato il più grande compositore italiano di tutti i tempi. Genio burbero e romantico, sospettoso e riservato, permalosissimo e persino un po’ ipocondriaco. Adorato, invidiato, adulato, detestato, sbeffeggiato, corteggiato dai potenti, inseguito dai gossip, dagli impresari e dagli ammiratori, sempre sulla cresta dell’onda e sulle pagine dei giornali di tutto il mondo come un’odierna pop star. Unconventional Verdi è un progetto di fashion photography. Unconventional Verdi – The extraordinary Maestro è un progetto artistico di Fidenza Village in collaborazione con lo studio creativo Kreativehouse. Nasce per regalare agli ospiti del villaggio l’emozione delle Opere di Giuseppe Verdi, un talento italiano conosciuto in tutto il mondo e nato proprio a pochi chilometri dal villaggio le cui architetture si ispirano proprio alle scenografie di Aida, Macbeth, Rigoletto, Otello, il Trovatore, Don Carlo. A pochi giorni dal Festival Verdi e in vista degli eventi di portata internazionale che incoroneranno Parma Capitale Italiana della Cultura 2020, Fidenza Village annuncia un grande progetto che fonde arte, moda e design. Unconventional Verdi – The extraordinary Maestro nasce per celebrare Giuseppe Verdi, uno dei talenti creativi italiani più famosi al mondo, attraverso i linguaggi contemporanei: un esperimento di fotografia artistica e installazioni poetiche che invadono il Villaggio con le celebri arie del Maestro. Le emozioni immortali delle Opere di Verdi non sono mai state così al passo coi tempi, così “front row”, poesia viva sulla bocca di tutti. Unconventional verdi è un progetto di fashion photography – Aida, Otello, Don Carlo, Nabucco, Giovanna D’arco, Rigoletto e il Trovatore incontrano i nuovi linguaggi dell’arte e della moda, passando per le Instagram stories. In Unconventional Verdi – The extraordinary Maestro si incontrano due mondi, quello della ricerca delle tendenze di moda e quello delle avanguardie dell’arte visiva -in particolar modo la fotografia sperimentale, per produrre un progetto fotografico open-air in cui i personaggi e le parole delle più celebri Opere di Giuseppe Verdi liberano tutto il loro potenziale romantico e i loro temi più profondi, tornando a parlare un linguaggio pop e di avanguardia per commuovere, stupire, emozionare. Per raccontare la contemporaneità di Verdi è stato realizzato anche un fashion film che ha come protagonista Luca Cacciapuoti (Arsenyco), il fotografo protagonista degli scatti, e come colonna sonora un cut-up poetico delle più belle parole verdiane. Jil Sander, Vivienne Westwood, Missoni, Ermenegildo Zegna, Hugo Boss, Paul Smith, Sergio Rossi, Etro, Nike, Marni, Le Silla (brand presenti a Fidenza Village con le loro boutique) sono alcuni dei marchi di moda che hanno accettato la sfida di Unconventional Verdi – The extraordinary Maestro. I loro capi iconici vestono moderni Aida, Violetta, Otello e gli altri in un sofisticato gioco di rimandi letterari e cinematografici in cui gli echi del passato si fondono con le paure e le speranze per il futuro.

I TALENTI COINVOLTI – da sempre Fidenza Village sostiene i giovani talenti, promuove la creatività e l’innovazione. Il fotografo Luca Cacciapuoti e lo stylist Nicola Pantano sono i due talenti emergenti coinvolti nel progetto curato da Kreativehouse. Sono due creativi provenienti da mondi diversi, quello dell’editoria di moda e quello della cultura artistica underground, si incontrano in un esperimento di comunicazione mai tentato prima.
Luca Cacciapuoti, fotografo – Luca Cacciapuoti è nato a Napoli nel 1993 ed è un artista visivo. Il suo percorso comincia all’Accademia delle Belle Arti di Napoli dove studia Nuove tecnologie per l’Arte, portando avanti una carriera di oltre dieci anni come performer nelle compagnie di teatro indipendenti, toccando i teatri di tutta Europa. É in questo periodo che si avvicina al mondo della fotografia artistica e di moda collaborando con diversi fashion brand indipendenti. Un creativo dal carattere passionale e sanguigno che segue il proprio istinto creativo proprio come Giuseppe Verdi. Nei suoi scatti la dimensione teatrale e drammatica si mescola con il testo creando un interessante incontro di linguaggi che riformula risposte e genera visioni alternative. Nella fotografia di Luca Cacciapuoti c’è una ricerca estetica che fonde diversi linguaggi: cinema, teatro, videoart e pittura. C’è la luce spirituale di Caravaggio, c’è lo spirito dei romantici della prima metà dell’Ottocento. C’è il palcoscenico e ci sono i sentimenti umani, gli istinti che davanti alla macchina fotografica come sul palco di un teatro d’Opera diventano tableau poetici capaci di colpire, emozionare, commuovere lo spettatore. “Il mio modo di fare foto viene dal mondo del teatro. Nei miei scatti ci trovi Sorrentino e Pina Bausch, Lars Von Trier e Michelangelo Antonioni. Fotografare le Opere di Verdi è come muovermi in un mondo che è mi è allo stesso tempo familiare e distante”.
Nicola Pantano, stylist – Nicola Pantano è nato a Taormina nel 1996 ed è uno dei giovani talenti della comunicazione di moda italiana. Ha studiato all’Accademia del Lusso di Milano dove ora insegna styling e trends research. Il suo talento sta nel saper interpretare l’anima di un abito e di comunicarla attraverso uno stile inconfondibile, definire le immagini di una collezione, creare icone, anticipare le tendenze. Nicola lavora nell’editoria come consulente di moda mettendo la sua esperienza e il suo gusto a disposizione dei magazine e dei fotografi prima e durante gli scatti sul set. Nicola collabora con Vogue Italia per i progetti speciali Vogue Talents e The Next Green Italia ed è stylist del progetto digitale Shareable di Condé Nast. I racconti nelle Opere di Verdi, contemporanei, potenti e delicatissimi. Le Opere di Giuseppe Verdi contengono richiami alla mitologia, alle fiabe e alla grande letteratura. Mettono in scena icone dell’amore eterno e inconsolabile, del conflitto tra culture, delle grandi emozioni umane, ma sono anche racconti stratificati e densi di significati simbolici evidenti e più nascosti. Sono favole senza tempo che parlano all’umanità di oggi rivelando tutta la gamma dei sentimenti, dei desideri e delle contraddizioni dell’uomo contemporaneo. “Giuseppe Verdi ha saputo esprimere in musica in maniera profonda e immediata i sentimenti universali dell’uomo: l’amore, la pietà, la passione, la gelosia, il dolore e per questo la sua opera parla ancora oggi a persone di ogni età, nazionalità e cultura, creando uno stretto legame emozionale con ciascuna di loro” afferma Anna Maria Meo, Direttore Generale del Teatro Regio di Parma.

Altra location di pregio degli scatti sono gli spazi del prestigioso Grand Hotel et de Milan, (via Manzoni 29 a Milano). Un luogo ricco d’atmosfera, denso di tracce del passaggio di illustri personaggi il cui nome è scritto nella storia e, ancora oggi, hotel prediletto dalle celebrità della cultura, dello spettacolo, della moda, della musica e del business nazionale ed internazionale. É nella Suite 105 che il Maestro Verdi soggiornò dal 1872, alternando così la vita cittadina e di lavoro, a quella tranquilla di Sant’Agata, la sua tenuta di campagna. All’interno della suite a lui dedicata, Giuseppe Verdi compose “Otello” e “Falstaff”.

FIDENZA VILLAGE con Parma Capitale della CulturaFidenza Village fa parte dei soci fondatori del comitato Parma2020, contribuendo, in qualità di fiero ambasciatore del territorio nel mondo, a portare alta la qualifica di Capitale Italiana della Cultura oltre i confini nazionali e in tutti gli 11 Villaggi di The Bicester Village Shopping Collection.

KREATIVEHOUSE
Unconventional Verdi è un progetto artistico a cura di Kreativehouse. Kreativehouse è un brand creativo di comunicazione e consulenza strategica per la moda, l’arte e il settore del non profit.

IMMAGINE DI APERTURALuca Cacciapuoti – rigoletto dett

Adriano Olivetti. L’urbanistica, l’architettura, l’INU

Per Adriano Olivetti l’Urbanistica è la disciplina che “sposa la creatività con la programmazione” e che definisce il quadro di riferimento per realizzare belle architetture e piacevoli spazi pubblici. Un’idea della gestione del territorio, che nasce da una filiera in cui il Piano costruisce un’idea della città e che attraverso il progetto trova una sua forma.  Per far conoscere il pensiero di Olivetti sul rapporto tra Urbanistica e Architettura e per rinnovare le ragioni del necessario dialogo tra questi saperi, l’INU Umbria e gli ordini professionali, hanno scelto un modo insolito: accanto al linguaggio colto della conferenza centrata sul tema “Adriano Olivetti. L’urbanistica, l’architettura, l’INU”, è stato affiancato il linguaggio pop di uno spettacolo che racconta la vita e l’utopia di Olivetti a “suon di musica”. 
In questo volume sono raccolti i contributi di quella “giornata particolare” avvenuta a Perugia, il 5 dicembre 2014 in un affollato Teatro Pavone.
VAI ALLA PAGINA DELLA FONDAZIONE ADRIANO OLIVETTI E SCARICA IL LIBRO

IMMAGINE DI APERTURA  Copertina del libro

Collezioni: Fondazione Adriano Olivetti

Website della Fondazione

Nata nel 1962 per iniziativa degli eredi di Adriano Olivetti, la Fondazione promuove e tutela la figura e l’opera di Adriano Olivetti. La Fondazione Adriano Olivetti è un’ istituzione indipendente che si sostiene attraverso le attività che svolge e grazie al contributo di chi crede nella sua missione. Ha sede a Roma e Ivrea.
SCHEDA DI LETTURA SU WIKIPEDIA

VISITA LA COLLEZIONE SU GOOGLE ARTS & CULTURE FONDAZIONE ADRIANO OLIVETTI – ROMA, ITALIA

IMMAGINE DI APERTURA – Foto da Flicr.com, Le magasin Olivetti de Carlo Scarpa (Venise) di Jean-Pierre Dalbéra, Licenza Creative Commons (CC BY 2.0)

Musen Design: L’arte è integrata nella vita

Il team di lavoro

Al fine di rendere unico ogni spazio, questo gruppo di designer cinesi aspira a dare ad ogni pezzo una storia unica. La maggiore speranza è che ciascun proprietario possa sentire ogni angolo dello spazio, come esclusivo della propria vita. Per questo motivo le innovazioni proposte si staccano dal quadro tradizionale e trovano un equilibrio tra praticità ed estetica. Così facendo ogni spazio diviene sostanzialmente uno diverso dall’altro. All’insegna dell’essenzialità.

IL WEBSITE DEL GRUPPO
BEHANCE

IMMAGINE DI APERTURA  TRATTA DA BEHANCE

Con nuova e stravagante maniera – Giulio Romano a Mantova

DAL 6 OTTOBRE 2019 AL 6 GENNAIO 2020
AL COMPLESSO MUSEALE PALAZZO DUCALE DI MANTOVA
LA MOSTRA
“CON NUOVA E STRAVAGANTE MANIERA”. GIULIO ROMANO A MANTOVA
Con il sostegno eccezionale del Musée du Louvre di Parigi

Giulio Romano e bottega, Diomede combatte contro i fratelli Ideo e Fegeo, Mantova, Complesso Museale Palazzo Ducale, Sala di Troia

Mantova 2019: anno di Giulio Romano.

La figura di Giulio Romano, pseudonimo di Giulio Pippi de’ Jannuzzi (Roma, 1492 o 1499 – Mantova, 1546), il più talentuoso tra gli allievi di Raffaello, sarà celebrata da un importante evento in programma a Palazzo Ducale di Mantova.

Dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020, si terrà “Con nuova e stravagante maniera”. Giulio Romano a Mantova, una mostra nata dalla collaborazione tra il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova e il Musée du Louvre di Parigi, curata da Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Roberta Serra, con la collaborazione di Michela Zurla, che intende illustrare la figura di Giulio Romano e la sua “nuova maniera” di fare arte, in particolare nella città gonzaghesca, mettendone in luce le peculiarità e l’aspetto fortemente innovativo.

Intesa Sanpaolo, nell’ambito di Progetto Cultura, è partner della mostra.

Il progetto elaborato dal comitato scientifico – composto da Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Renato Berzaghi, Paolo Carpeggiani, Sylvia Ferino-Pagden, Augusto Morari, Roberta Serra e Luisa Onesta Tamassia – vede il coinvolgimento del Département des Arts Graphiques del Musée du Louvre che, per la prima volta, concederà in prestito un nucleo di settantadue disegni, che ripercorreranno, in maniera organica e completa, la carriera professionale di Giulio Romano, dagli esordi a Roma, alla lunga e intensa attività a Mantova, evidenziando la molteplicità dei suoi interessi.

Il suo genio poliedrico, infatti, si espresse in forme artistiche e discipline estremamente varie, dall’architettura alla pittura, dagli arazzi all’oreficeria, trovando un comune denominatore nella pratica del disegno, nella quale Giulio eccelse fin dagli anni di formazione nella bottega di Raffaello.

Accanto alle opere del Louvre la mostra proporrà un’ulteriore e ricca selezione di disegni, provenienti dalle più importanti collezioni museali italiane e straniere (tra cui l’Albertina di Vienna, il Victoria & Albert Museum di Londra, la Royal Collection a Windsor Castle), oltre a dipinti, arazzi e stampe.

Saranno inoltre utilizzate le più recenti tecnologie digitali al fine di ricreare, attraverso ricostruzioni 3D, oggetti e ambienti giulieschi. “L’iniziativa di Palazzo Ducale su Giulio Romano – afferma Peter Assmann, direttore del Complesso Museale Palazzo Ducale – vuole essere un grande evento culturale che mostri al mondo l’eccezionalità della figura storica del più celebre allievo ed erede di Raffaello. Maestro del Manierismo, Giulio Romano ha lasciato a Mantova testimonianze straordinarie del suo talento di pittore, architetto e uomo di cultura. “Con nuova e stravagante maniera”, con la prestigiosa collaborazione di una rinomata istituzione europea come il Louvre, rappresenta un’importante chance per la città: andare oltre la tradizionale concezione di mostra temporanea per riunire tutte le forze produttive locali intorno a Palazzo Ducale e rafforzare l’immagine di Mantova come città d’arte in Europa e nel mondo. Al di là della sua importanza culturale specifica si tratta di un’occasione per fare rete tutti insieme verso un unico grande obiettivo di crescita collettiva”.

“La mostra Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova – sottolinea Jean-Luc Martinez, presidente e direttore del Musée du Louvre di Parigi -, che si svolgerà a Palazzo Ducale di Mantova nell’autunno 2019, è il frutto di un partenariato eccezionale tra il Musée du Louvre e il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova. L’evento espositivo permetterà di presentare negli ambienti di Palazzo Ducale una scelta di settantadue fogli di Giulio Romano (1492 o 1499 – 1546) scelti all’interno del ricco fondo di disegni di mano dell’artista conservato al Louvre, il più importante oggi noto”.

“La presentazione dei disegni del Louvre – prosegue Jean-Luc Martinez -, completata dalla scelta di un’ulteriore quarantina di opere provenienti da altre istituzioni, offrirà al pubblico la possibilità di percorrere tutta la carriera di Giulio Romano, l’allievo di Raffaello che fu maggiormente influenzato dal suo stile e dal suo modo di lavorare. Questi fogli saranno eccezionalmente messi a confronto con le opere finite allo scopo di illustrare la relazione che, all’epoca, legava il maestro, i collaboratori e gli allievi: tra questi ultimi possiamo citare Fermo Ghisoni, Rinaldo Mantovano e, soprattutto, Giovan Battista Bertani, colui che gli succederà nella direzione dei lavori in Palazzo alla sua scomparsa nel 1546”.

La mostra si articolerà in tre sezioni che approfondiranno aspetti diversi dell’attività di Giulio Romano mettendo in luce la “nuova e stravagante maniera” della sua arte, secondo la definizione coniata da Giorgio Vasari nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti.

La prima, Il segno di Giulio, allestita al piano terreno del Castello di San Giorgio, analizzerà la produzione grafica di Giulio come progettista, designer epittore presentando il suo fondamentale apporto all’elaborazione del linguaggio manierista. Dagli interventi architettonici agli schizzi per dipinti e oggetti, ogni singolo segno è una novità assoluta da tradurre, copiare e imitare. La forza creatrice di Giulio sarà esaminata attraverso una selezione del corpus dei disegni conservati al Musée du Louvre di Parigi.

Attraverso questi disegni si illustreranno i momenti immediatamente precedenti l’arrivo nella città gonzaghesca di Giulio Romano per poi presentare la sua lunga attività mantovana, in particolare il suo lavoro come disegnatore e progettista. I suoi fogli raccontano l’evoluzione del suo operare e illustrano le esperienze relative ai diversi cantieri mantovani, del territorio e fuori lo Stato dei Gonzaga, come testimoniato dai disegni per Palazzo Te.

La prima sezione si chiuderà indagando il suo rapporto con le arti e il passaggio tra la fase di progetto e la sua realizzazione. I disegni qui esposti trattano dell’attività del Pippi come designer, inventore di argenterie e arazzi, avendo cura di affrontare la produzione di Giulio ad ampio spettro. In mostra si troverà una decina di fogli in relazione con dipinti e oggetti come vasellame o trionfi da tavola. Sarà inoltre presentato un arazzo della serie dei Giochi di putti (Modena, Raffaele Verolino), che sarà esposto accanto al disegno preparatorio (Chatsworth, The Devonshire Collections) e a un frammento del cartone preparatorio oggi al Louvre.

La sezione dal titolo Al modo di Giulio, occuperà la Corte Nuova e l’Appartamento di Troia, suggerendo un dialogo diretto tra i disegni dell’artista e la decorazione della residenza dei Gonzaga. Il Palazzo Ducale fu il cantiere nel quale Giulio Romano riversa la sua genialità e la sua capacità d’innovare. Sala per sala, laddove è ancora possibile, s’instaurerà una relazione tra i suoi disegni e gli ambienti reali. È il caso, ad esempio, della Sala dei cavalli dove sarà esposto il disegno preparatorio per la decorazione del soffitto con la Caduta di Icaro, confronto che sarà apprezzabile tramite uno specchio.

In mostra si potranno inoltre ammirare i rilievi eseguiti da Ippolito Andreasi detto l’Andreasino che hanno tramandato l’aspetto originario delle stanze progettate da Giulio, particolarmente importanti per approfondire la comprensione delle parti non sopravvissute ai secoli. Così avviene per il Camerino dei Cesari e per la Loggia dei marmi detta poi dei Mesi, ambienti per i quali i disegni dell’Andreasi permettono un confronto diretto tra l’idea di Giulio Romano e quanto sopravvive negli ambienti stessi.

La rassegna si chiuderà nell’appartamento della Rustica con Alla maniera di Giulio, nella quale verrà approfondito, da un lato, il tema di Giulio Romano architetto, analizzato grazie a numerosi disegni provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche europee, tra cui spicca la Copia da Giulio Romano di Andrea Palladio (Londra, Royal Institute of British Achitects), e, dall’altro, quello della sua eredità, con le opere di allievi e discepoli, come Fermo Ghisoni, Giovanni Battista Bertani, Lorenzo Costa e altri.

In questa sezione sarà creato un approfondimento sulle case del Pippi, in particolare su quella di Mantova e sulla produzione di opere religiose. Si potranno qui osservare alcune pale d’altare eseguite da artisti della cerchia di Giulio Romano a confronto con i disegni originali del maestro.

La mostra, con il patrocinio di Mantova Città d’Arte e Cultura, in partnership con Intesa Sanpaolo, Air Dolomiti, con il supporto di Finservice, con gli sponsor Fondazione Comunità Mantovana Onlus, Fondazione Banca Agricola Mantovana, Mantova Outlet Village, Ghirardi, Lubiam, e con gli sponsor tecnici Skira e Gruppo Mauro Saviola, ha ottenuto il sostegno di diversi partner, enti e forze produttive del territorio mantovano: l’operazione culturale si è posta sin da subito l’obiettivo di coinvolgere le principali energie del contesto locale strutturando un ricco calendario di eventi a partire dai mesi primaverili del 2019 per tutto il proseguo dell’anno.

Catalogo Skira.

“Giulio Romano Mantova. Il 2019 è l’anno in cui celebriamo l’artista e il suo genio – sottolinea Mattia Palazzi, sindaco di Mantova -, del quale troviamo traccia e splendida testimonianza ovunque nella nostra città. Dalle grandi mostre del Ducale e di Palazzo Te a numerosi e significativi altri eventi, Giulio Romano sarà protagonista di un anno ricco di proposte culturali uniche e irripetibili, realizzate in stretta collaborazione con tutte le principali realtà culturali del territorio. Un anno speciale dunque per visitare la nostra città che dal 2016, anno in cui stata Capitale italiana della cultura, non ha mai smesso di puntare sull’originalità. Per questo oggi Mantova può definirsi a pieno titolo una città che produce cultura e lo fa con un respiro internazionale”.

“Il Polo di Mantova del Politecnico di Milano – ricorda Federico Bucci, prorettore del Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano -, consolida ulteriormente la collaborazione con il Palazzo Ducale rendendo disponibili le proprie competenze sia nell’elaborazione del progetto scientifico della mostra, grazie al fondamentale contributo del Professore emerito Paolo Carpeggiani, sia attraverso un allestimento espositivo degli esiti delle attività di didattica e ricerca, svolte dal Polo di Mantova, sugli interventi di Giulio Romano nella Reggia dei Gonzaga”.

“Fin dalla prima presentazione – afferma Franco Amadei, segretario generale della Fondazione Comunità Mantovana – è apparsa chiara l’importanza di una mostra dedicata al grande artista Giulio Romano: vuoi per la partnership del museo del Louvre (condivisione assai inusuale e perciò esaltante) vuoi per il concetto del progetto, volto a far dialogare mirabilmente architetture e immagini e disegni. La Fondazione della Comunità Mantovana non poteva quindi restarne indifferente e il sostegno si è fatto ancor più convinto allorché si è compresa la volontà di creare un evento non solo di richiamo internazionale ma di coinvolgimento delle potenzialità del territorio mantovano. Siamo perciò lieti di far parte di quella numerosa schiera di attori impegnati a contribuire al successo della originale esposizione mantovana, unica perché ricca di testimonianze e di realizzazioni”.

“Abbiamo deciso di supportare la mostra di Giulio Romano – afferma l’amministratore delegato di Gruppo Finservice, Guido Rovesta – per accrescere ancora di più il richiamo culturale e l’inestimabile bellezza della città di Mantova. Desideriamo contribuire allo sviluppo del territorio, apprezzando le importanti risorse culturali che lo stesso offre. Sosteniamo l’iniziativa con l’intento preciso di ampliare l’affluenza e le possibilità di partecipazione del pubblico, attraverso le straordinarie aperture serali. Desideriamo dare sviluppo al territorio e all’occupazione. Un impegno che sentiamo profondamente nostro e che siamo orgogliosi di accogliere attraverso questa prestigiosa iniziativa di richiamo internazionale”.

“La Fondazione Banca Agricola Mantovana – sottolinea il direttore Fiorenza Bacciocchini – ha sempre considerato Palazzo Ducale uno dei monumenti mantovani sul quale orientare i propri interventi, consapevole della sua centralità nella storia della nostra città e dell’attrattiva turistica che esercita a livello internazionale. Dopo l’intervento finanziario del 2019, finalizzato al restauro della Galleria della Mostra, che ospiterà parte del percorso espositivo dedicato a Giulio Romano, non poteva dunque mancare il sostegno delle Fondazione Bam anche a questo straordinario evento. Una mostra inedita, che celebra il grande genio del Maestro cinquecentesco attraverso un percorso espositivo che raccoglie opere provenienti dal Louvre e anche da altre prestigiose istituzioni museali. Un evento sul quale, certamente, si concentrerà l’attenzione di studiosi, intellettuali e del grande pubblico, e che farà risplendere nuovamente nel mondo Mantova e il suo territorio”.

Tra le iniziative legate alla mostra di Giulio Romano, si distingue, per l’alto tasso di esclusività ed innovazione, la caspule collection a cura di Lubiam, azienda mantovana leader nel menswear d’alta gamma.

Ispirata dallo stretto intreccio tra arte e moda, la capsule sarà disegnata da Giovanni e Giulia Bianchi, appartenenti alla quarta generazione della famiglia e alla guida del team creativo dell’azienda. I capi dedicati alla mostra saranno firmati Luigi Bianchi Mantova Sartoria, marchio storico, oggi sinonimo di stile ed esclusività. Una collezione rigorosamente Made In Italy, che si contraddistingue per le lavorazioni preziose e per l’utilizzo di materiali di qualità eccellente. In questa speciale occasione, la collezione vedrà nascere al suo interno una selezione di capi dedicati all’opera di Giulio Romano, che non subisce l’effetto del tempo ma rimane integra e attuale ancora oggi. Racconta Giulia Bianchi: “L’aspetto che rende questo progetto così stimolante non deriva solamente dall’indiscusso prestigio della Mostra e dei partner coinvolti, ma dalla richiesta che ci viene fatta di mettere a disposizione la nostra creatività ed il know-how dell’azienda per realizzare dei capi assolutamente inediti. Una sfida che ci lusinga e ci vedrà impegnati a fondo per rispettare il tema proposto. A differenza di altri tipi di partnership che abbiamo già sperimentato nel campo dell’arte, questa collaborazione si traduce in un vero e proprio lavoro a quattro mani con il Museo”.

Dario Pistone, AD di Multi Outlet Management Italy, società che gestisce l’Outlet di Mantova e il network Land Of Fashion, afferma “il nostro Village di Mantova ha aderito subito al sostegno di una Mostra così importante e di caratura internazionale, vista la partecipazione del Louvre, certi che sarà per tutto il territorio una grande occasione di affluenza turistica e di valorizzazione delle risorse. Ci aspettiamo che il 2019 porti alla città di Mantova grande visibilità e che al nostro Village possano giungere rilevanti numeri di turisti e visitatori, oltre a quelli davvero considerevoli che possiamo già vantare”.

Mantova Outlet Village si trova a pochi chilometri dalla storica città di Mantova e dalle bellezze del Lago di Garda. Inaugurato nel 2003, conta più di 110 negozi e si configura come una delle realtà economiche di maggiore interesse della sua area. I visitatori del Village sono amanti della città, molti dei quali turisti provenienti da Verona e dal Lago di Garda e grazie al posizionamento strategico sull’A22.

IMMAGINE DI APERTURA – Giulio Romano e bottega, Orfeo ucciso dalle baccanti, Collezione privata

Edward Snowden – Errore di sistema

È il 2013. E quell’uomo sta per dire addio alla vita come la conosceva. Sei anni dopo, dalle pagine di questa intensa autobiografia, Snowden rivela per la prima volta il proprio ruolo nella creazione della tecnologia che ha consegnato agli Stati Uniti un’arma troppo potente per qualunque governo intenda conservarsi democratico, e cosa lo ha spinto a denunciarne infine l’esistenza. Scritto con genio, grazia, passione e una fede incrollabile nel valore dell’onestà, Errore di sistema è una testimonianza cruciale dell’età digitale in cui viviamo, destinato a diventare un classico imprescindibile.  

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03 – NEO DADA – La riflessione sul fare arte – Carlos Basualdo

Nel 1913 Marcel Duchamp presenta a un’esposizione ufficiale il primo “ready-made”, sostituendo definitivamente la tecnica pittorica tradizionale con un nuovo modo di fare arte, di matrice essenzialmente intellettuale. Ha inizio un processo che prosegue per tutto il Novecento, in cui l’opera d’arte perde i suoi connotati espressivi ed estetici per acquisire aspetti culturali e conoscitivi. L’invenzione di Duchamp è punto di partenza per le ricerche di carattere concettuale e performativo degli anni Cinquanta e Sessanta: tra queste in particolare vi è il neo dada, i cui principali protagonisti, gli americani Jasper Johns e Robert Rauschenberg, approdano a un’idea di arte come specchio della società contemporanea, che è ormai in piena fase consumistica.

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Cambiamenti climatici – Effetto Greta Thunberg

Anna Meldolesi, giornalista scientifica, svolge una breve analisi sul carisma dell’attivista svedese, intervistando per “Il Tascabile” l’esperto di leadership John Antonakis. «Quali sono gli ingredienti del suo carisma? Non rischia di bruciarsi troppo in fretta?». John Antonakis, che insegna comportamento organizzativo alla facoltà di economia di Losanna, risponde: «È molto inusuale che delle persone tanto giovani riescano a ottenere attenzione e potere in questa misura. Credo siano efficaci come portavoce di movimenti sociali perché rappresentano il futuro della società, incarnano le questioni di cui sono promotrici». Leggiamo per intero l’articolo e, chi come noi è allarmato per lo stato di salute del pianeta, avrà modo di approfondire il tema.
LEGGI L’ARTICOLO SU “IL TASCABILE”

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