Che cosa sta succedendo nel mondo del lavoro? Partendo anche dalla propria esperienza personale, oltre che dalla sua inchiesta, Luigi Furini esplora un mondo che si rivela spesso tanto crudele e assurdo da diventare ridicolo. Un viaggio nella giungla di chi è troppo vecchio per le imprese e troppo giovane per avere la pensione, tra i “mobbizzati ” dell’unico paese europeo senza una legge in materia, tra i giovani precari, tra i lavoratori poveri e gli “scoraggiati”, cancellati anche dalle liste del collocamento.
Firenze, Palazzo Strozzi, con una sezione speciale al Museo Nazionale del Bargello Verrocchio, il maestro di Leonardo a cura di Francesco Caglioti e Andrea De Marchi Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello con la collaborazione della National Gallery of Art, Washington DC 9 marzo – 14 luglio 2019
Dal 9 marzo al 14 luglio 2019 Verrocchio, il maestro di
Leonardo presenta per la prima volta a Palazzo Strozzi, con una sezione
speciale al Museo Nazionale del Bargello, straordinari capolavori di Andrea del
Verrocchio, a confronto serrato con opere capitali di precursori, artisti a lui
contemporanei e discepoli, come Desiderio da Settignano, Domenico del
Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta,
Lorenzo di Credi e Leonardo da Vinci. Nel 2019 si celebra il cinquecentesimo
anniversario della morte di quest’ultimo, il suo più grande allievo, e
l’esposizione di Palazzo Strozzi e del Museo Nazionale del Bargello si offre
come uno dei più importanti eventi a livello internazionale nell’ambito delle
celebrazioni leonardiane.
Artista emblematico del Rinascimento e prototipo del genio
universale, Verrocchio sperimentò nella sua bottega tecniche e materiali
diversi, dal disegno alla scultura in marmo, dalla pittura alla fusione in
bronzo. Egli formò un’intera generazione di maestri, con i quali ha sviluppato
e condiviso generosamente il proprio sapere. Nella storia dell’arte solo
Giotto, Donatello e Raffaello hanno dato origine a una “scuola” paragonabile a
quella di Verrocchio. Tramite il suo insegnamento si formarono artisti che
hanno diffuso in tutta Italia, e fuori, il gusto e il linguaggio figurativo
fiorentino, come testimoniano opere quali il David in prestito dal Museo
Nazionale del Bargello, uno dei simboli assoluti dell’arte del Rinascimento e
della cittĂ di Firenze stessa, e il Putto col delfino, in prestito dal Museo di
Palazzo Vecchio, opera capitale e modello di naturalezza. Alla scultura si
affiancano dipinti supremi come la Madonna col Bambino della Gemäldegalerie di
Berlino o la Madonna col Bambino e angeli e l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo
della National Gallery di Londra: capolavori presentati insieme per la prima
volta, che attestano lo straordinario talento di Verrocchio nel campo della
pittura, in cui diviene punto di riferimento per i suoi celebri allievi.
Formidabile, inoltre, la selezione di disegni e dipinti su lino provenienti da
alcuni dei piĂą importanti musei del mondo, che permetteranno un confronto vivo
e diretto tra i lavori del maestro e quelli dei suoi allievi, come nel caso
della celebre Dama dal mazzolino del Bargello posta accanto allo studio di
Braccia e mani femminili di Leonardo da Vinci, generosamente concesso in
prestito da Sua MaestĂ la Regina Elisabetta II. Parte fondamentale della mostra
sono infatti opere del giovane Leonardo, che negli anni Settanta lavorò nella
bottega di Verrocchio, contribuendo al passaggio verso la Maniera Moderna, uno
dei temi più avvincenti dell’arte di tutti i tempi. L’esposizione si propone di
illustrare l’inesauribile vena creativa del maestro in un intreccio profondo e
continuo tra pittura e scultura, presentando la sua opera nel dialogo costante
con allievi fuori dal comune, per i quali la sua bottega fu luogo di intensa
sperimentazione e condivisione.
Argento, mercurio ed oro costituiscono gli elementi in gioco del primo procedimento fotografico di successo: la dagherrotipia, frutto di un vero e proprio miracolo tecnologico ottocentesco e oggi più che mai riconosciuta come un bene unico ed insostituibile del patrimonio culturale mondiale. Era il 1839 e la diffusione pubblica dell’invenzione della dagherrotipia, nata nel pieno della civiltà industriale, introdusse un nuovo medium, tra i più universali e in continua evoluzione, attraverso il quale il nostro sguardo posato sul mondo si è definitivamente modificato.
Ferrara, Castello Estense L’arte per l’arte – Dipingere gli affetti: la pittura sacra a Ferrara tra Cinque e Settecento Mostra a Cura di Giovanni Sassu con la collaborazione di Tito Manlio Cerioli e Romeo Pio Cristofori 26 Gennaio 2019 – 26 Dicembre 2019
Torna al Castello Estense di Ferrara “L’arte per l’arte”, il progetto del Comune di Ferrara, promosso in collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte, dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico della città reso inaccessibile dopo il sisma del 2012. Dopo le opere di De Pisis, Boldini, Previati e Mentessi delle Gallerie d’Arte Moderna, protagoniste delle prime due esposizioni del progetto l’Arte per l’Arte, l’attenzione si sposta ora verso il periodo dal Cinque al Settecento. Le sale riccamente affrescate dell’ala sud e dei Camerini del Castello ospiteranno infatti la quadreria di proprietà dell’ASP – Azienda Servizi alla Persona di Ferrara, depositata presso i Musei di Arte Antica.
Ed è così che protagonista di questa mostra sarà anche la città di Ferrara, nel tentativo di ricomporre il tessuto connettivo di un’«araldica della beneficenza» (per usare una felice definizione di Andrea Emiliani) che costituì la manifestazione più tangibile di quella pietas sei e settecentesca animata da empatica affettività e impegno sociale. Un attivismo che portò ad ornare alcuni dei luoghi sacri più rappresentativi, oggi quasi tutti scomparsi o mutati per fattezze o destinazioni d’uso, come i conservatori femminili di Santa Barbara e di Santa Margherita, o l’Opera Pia della Povertà Generale. Un vero e proprio viaggio nel tempo, insomma, alla ricerca delle radici moderne di Ferrara. Questo vale non solo sotto il profilo storico-artistico, ma anche dal punto di vista sociale: il fatto che queste opere siano state ereditate dall’ASP – Azienda Servizi alla Persona di Ferrara, e che quest’ultima abbia collaborato e sostenuto la realizzazione del progetto espositivo, rappresenta il filo rosso che collega l’attività umanitaria degli antichi Istituti caritatevoli, con l’attuale declinazione delle politiche attive per il welfare della città .
IMMAGINE DI APERTURA – Ippolito Scarsella (1551-1620), Madonna di Reggio e Santi, 1600 circa, tela cm 144,5 x 112,5, Ferrara, Azienda Servizi alla Persona, inv. DOC18 (in deposito presso i Musei di Arte Antica)
Seguendo l’onda emotiva suscitata dalle prime sensazionali scoperte a Pompei e ad Ercolano intorno alla metĂ del XVIII secolo, cresce il numero di viaggiatori che dall’Europa si spostano in Italia per ammirare le vestigia del passato. Grazie alla sensibilitĂ dei sovrani borbonici le cittĂ sepolte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. tornano alla luce con le loro splendide pitture, immagini di un mondo che si credeva scomparso per sempre. Il Grand Tour, il viaggio alla scoperta dei siti antichi italiani, fu un vero e proprio movimento culturale, che affiancò l’affermarsi del neoclassicismo nella letteratura e nell’arte. L’antico detta il gusto e diventa un modello imprescindibile di bellezza ed armonia. I rampolli delle nobili famiglie europee completavano il loro percorso di istruzione con questo viaggio, a volte pericoloso e faticoso, che poteva durare anche anni. Un’esperienza certamente ricca di emozioni, compiuta in nome del sapere e della conoscenza, da un lato, e dell’evasione e del diletto, dall’altro. La Sicilia è una delle mete privilegiate, che attrae con il fascino irresistibile delle sue rovine. Il patrimonio monumentale siciliano offriva inoltre la singolare opportunitĂ di incontrare la civiltĂ greca, senza dovere affrontare un pericoloso viaggio in Grecia, all’epoca sotto la dominazione turca. Molti viaggiatori riempiono i taccuini della loro esperienza a contatto con l’antichitĂ e, talvolta, corredano le loro impressioni di illustrazioni. Studenti di arte, incisori e vedutisti lasciano preziose testimonianze delle loro “visioni di antico” nei luoghi d’arte italiani.
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Tanti libri si limitano a dire che il digiuno fa bene, questo libro ci insegna come farlo davvero. Lo psichiatra e nutrizionista Stefano Erzegovesi ha messo a punto il sistema definitivo, semplice ed efficace per spegnere la fame e accendere la mente. Non si tratta di una dieta ma di un vero e proprio metodo, basato su un giorno di digiuno, o meglio di magro, alla settimana.
Umani racconta la storia di come siamo diventati le creature che oggi siamo, con quella capacità , questa sì unica, di indagare su ciò che ci rende ciò che siamo. Aggiornato alle ultimissime scoperte in campo antropologico, Umani è un saggio elettrizzante e fresco, che mostra quanto di inequivocabilmente animale persista in noi e quanto di straordinariamente umano ci renda diversi.
Un nuovo sito internet sviluppato da The Visual Agency in collaborazione con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, consente di avere una visione d’insieme del capolavoro del genio fiorentino. L’applicazione, attraverso una visualizzazione assolutamente innovativa basata sugli argomenti trattati, permette di sfogliare il Codice Atlantico e mettere in luce l’evoluzione del pensiero leonardesco negli anni.
In occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla scomparsa di Leonardo da Vinci, The Visual Agency, società milanese di information design specializzata in infografica e data visualization,in collaborazione con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, ha concepito, progettato e sviluppato un innovativo strumento che consentirà di approfondire, come mai si era fatto in precedenza, il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, il vero “tesoro leonardiano” conservato alla Biblioteca Ambrosiana. Dal 15 aprile 2019, infatti, è online www.codex-atlanticus.it, un sito internet in italiano e inglese, in grado di offrire una visione panoramica e di dettaglio dell’evoluzione del pensiero leonardesco negli anni.
“La data visualization è la principale competenza della nostra agenzia – afferma Matteo Bonera, Creative Director The Visual Agency – ed è stata applicata a questo progetto di digital humanities, diventando un linguaggio di analisi e sintesi capace di fare luce sulla complessitĂ di un’opera così articolata”. “Il progetto sviluppato da The Visual Agency – dichiara mons. Francesco Braschi, dottore della Biblioteca Ambrosiana -, a cui il Collegio dei Dottori ha voluto dare il suo convinto supporto, per i suoi caratteri di innovazione, rigorositĂ e accessibilitĂ a chiunque, corrisponde pienamente alla missione affidata da Federico Borromeo alla Biblioteca Ambrosiana. Il nostro fondatore, infatti, piĂą di quattro secoli fa aveva ben chiaro il proprio progetto culturale, ovvero unire la piĂą elevata qualificazione a livello accademico e scientifico con la piĂą alta capacitĂ nella divulgazione e condivisione della conoscenza in tutte le sue forme: teologico-filosofica, storica, letteraria, artistica”.
“Poter
“svelare” in modo accessibile e accattivante i temi trattati nel Codice
Atlantico – continua monsignor Braschi – significa avvicinare i visitatori
della Biblioteca e gli utenti del sito a una comprensione piĂą veritiera di
Leonardo e della sua opera, troppo spesso frettolosamente e superficialmente
ridotti al rango di “icona” ultimamente incomprensibile. Nel riconoscere il
genio di Leonardo, Federico Borromeo non mancava di sottolineare come la
mancanza di veri amici, capaci di incanalare la sua insaziabile sete di
conoscenza, gli avesse impedito di far fruttare appieno i suoi talenti. Un
giudizio prezioso, che ci permette di trarre dalla frequentazione di questo
straordinario personaggio un aiuto a comprendere anche la nostra vita”.
I visitatori di www.codex-atlanticus.it potranno sfogliare il Codice partendo da una panoramica generale organizzata per materie trattate e anno di stesura delle pagine. Selezionando una particolare materia o argomento è possibile evidenziare le pagine interessate. Molto interessante è la funzione che consente di organizzare il Codice seguendo l’ordine cronologico nel quale è stato redatto. Selezionando una pagina specifica è possibile vedere le immagini di recto e verso del foglio, approfondire gli argomenti trattati e risalire alle pagine simili. L’accesso al sito è gratuito e non richiede una registrazione ed è ottimizzato per la fruizione attraverso dispositivi mobili e tablet. Inoltre,
nella sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana, che accoglie a rotazione
alcuni dei fogli piĂą significativi del Codice
Atlantico, è presente un totem con schermo sensibile al tatto, per ricreare
in situ le stesse esperienze di
visita a di approfondimento, che si possono avere sul sito www.codex-atlanticus.it.
L’intero
progetto si basa su una ricerca svolta sul volume Il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci: indici per materie e
alfabetico di Augusto Marinoni, a cura di Pietro C. Marani. La grande mole
di informazioni ricavata è stata elaborata per ottenere i dati relativi alla
datazione e all’individuazione degli argomenti trattati in ogni singolo foglio del codice
(organizzati in cinque materie: Architettura
e Arti Applicate, Fisica e Scienze Naturali, Geometria e Algebra, Scienze
Umane, Strumenti e Macchine) e per creare un enorme database che consente
di risalire, a partire da ogni frammento di pagina, all’anno in cui era stato
scritto, alla materia e alla sotto-materia di cui trattava.
Codex-Atlanticus.it Una nuova luce sulla piĂą grande opera di Leonardo da Vinci
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