Pecorino Sardo: un nome che è un’istituzione

Le prime notizie storiche sulle tecniche di produzione dei formaggi sardi risalgono alla fine del ‘700. I formaggi allora prodotti erano denominati i bianchi, i rossi fini, gli affumicati, la fresa e lo spiatatu. Il rosso fino e l’affumicato potrebbero essere considerati i progenitori del Pecorino Sardo DOP. Questi formaggi venivano ottenuti da latte crudo o da latte riscaldato con pietre arroventate immerse in esso, che ne uccidevano i batteri. Alcuni produttori usavano effettuare la semicottura, o come si usava dire in gergo si “riportava a fuoco” la cagliata. Agli inizi del ‘900 cominciano a diffondersi gradualmente alcune nuove pratiche di base, quali l’uso del termometro, la filtrazione del latte, l’impiego di caglio liquido titolato e di macchinari moderni per una lavorazione igienicamente più sana. In questo periodo alcuni importanti studiosi del settore parlano di un pecorino dolce, fabbricato con caglio liquido di vitello e con cottura della cagliata seguita da compressione della pasta con un torchio.

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PECORINO SARDO

Ezio Godoli – Antonio Sant’Elia e l’architettura del suo tempo

Le forzature che hanno accompagnato la costruzione negli anni 1930 del mito di Sant’Elia pioniere dell’architettura moderna, hanno orientato il successivo dibattito critico, alimentando come reazione una sterile polemica sulla sua appartenenza al Futurismo, condizionata da pregiudizi ideologici e culturali. Ad una storicizzazione tendenziosa che ha inteso confinare la sua produzione nell’area di un tardo Liberty influenzato dalla scuola viennese di Otto Wagner, si è accompagnata una interpretazioni riduttiva dei disegni della Città nuova come scenografie ispirate all’immaginario metropolitano statunitense. 

IMMAGINE DI APERTURAA. Sant’Elia, stazione di treni ed aerei, 1914. Immagine tratta dal volume di Ezio Godoli, p. 23.

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Carlo Collodi: Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino è un romanzo per ragazzi scritto da Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista toscano Carlo Lorenzini. La prima metà apparve originariamente a puntate tra il 1881 e il 1882, pubblicata come La storia di un burattino, poi completata nel libro per ragazzi uscito a Firenze nel febbraio 1883. Racconta le esperienze accidentali – dannose e crudeli, ma attraenti e ricche di colpi di scena – di una marionetta animata, Pinocchio, prediletto da suo padre, Mastro Geppetto, un povero falegname. Molto più di un burattino che vuole diventare bambino, più di un volto tondo nasuto di legno, più del protagonista di un libro “morale”, Pinocchio è un’icona universale e una metafora della condizione umana. Il libro – che si presta a una pluralità di interpretazioni – è un capolavoro mondiale che ha ispirato centinaia di edizioni, traduzioni in 260 lingue, trasposizioni teatrali, televisive e animate, come quella di Walt Disney; ha reso nozioni largamente comuni idee come quella del naso lungo del bugiardo. Tra i giudizi favorevoli, quello di Benedetto Croce: «il legno, in cui è tagliato Pinocchio, è l’umanità»; reputò il libro una fra le grandi opere della letteratura italiana.

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CARLO COLLODI LE AVVENTURE DI PINOCCHIO, STORIA DI UN BURATTINO, Bemporad & figlio, Firenze 1902 (disegni di Carlo Chiostri, incisioni di A. Bongini)

Divinazione e superstizione – Il lato magico della cultura

La gente cerca da sempre di portare certezza nella propria vita tentando di prevedere ciò che l’attende dietro l’angolo. Ecco otto modi affascinanti in cui gli europei hanno cercato le risposte. Abbiamo osservato le stelle e gli schemi delle nuvole, scrutato goccioline di metallo fuso, ispezionato viscere di animali, offerto mani, piedi e volti a vecchi indovini e persino studiato la coagulazione del formaggio. E tutto nella speranza di conoscere l’inconoscibile. In Europa, nessuna comunità è più strettamente associata dei Rom alla divinazione del futuro. Per secoli, indovine zingare chiamate drabardi hanno offerto i propri servizi a tutti, con una rigorosa eccezione: altri rom. L’immagine delle drabardi era talmente nota e diffusa da diventare sinonimo di predizione del futuro, facendosi strada nella cultura popolare attraverso film, libri, dipinti e persino giochi da tavolo, come questo creato da Parker Brothers nel 1899.

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DIVINAZIONE E SUPERSTIZIONE

Messina: quando si spedivano saluti e baci con le cartoline

Chi ricorda le cartoline? Acquistate dai tabaccai della città, a Messina per esempio, lungo la via Garibaldi parallela al Porto con le sue navi ormeggiate e allora interamente praticabile. Si potevano vedere i turisti scegliere le vedute più belle, scriverle e indirizzarle seduti al tavolo di un bar mentre sorbivano una granita con panna e brioche, imbucarle nella cassetta rossa delle lettere… Nessuna nostalgia, solo la consapevolezza del tempo che passa.

Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy – 2019

Le etichette dei prodotti raccontano i consumi degli italiani. L’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy incrocia le informazioni riportate sulle etichette dei 100 mila prodotti di largo consumo digitalizzati a dicembre 2018 dal servizio Immagino di GS1 Italy (oltre 100 variabili tra ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo) con le rilevazioni Nielsen su venduto, consumo e fruizione dei media.

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Le “Grida di Parigi”, una delle più famose serie di acqueforti dell’epoca

Le “Grida di Parigi” sono espressioni caratteristiche dei mestieri del passato, utilizzate in particolare dai vari venditori ambulanti, che operavano nelle strade della capitale, dal Medioevo alla Prima guerra mondiale. Segnalavano la presenza dei venditori e le merci che proponevano di acquistare, animando le strade e le piazze di “questa grande città così bella, ma così rumorosa” ( Boileau ).
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Jules Verne – I ribelli del Bounty / Les Révoltés de la Bounty

Bligh e gli altri lasciano la HMS Bounty e salgono sul gommone.

I ribelli del Bounty (in francese Les Révoltés de la Bounty) è un racconto di Jules Verne ispirato alla vicenda del famoso ammutinamento sul Bounty del 28 aprile 1789. Venne pubblicato nel 1879 insieme al romanzo I cinquecento milioni della Bégum all’interno della serie dei Viaggi straordinari. Verne preferisce concentrarsi sulla figura del capitano della nave, William Bligh, e infatti l’opera narra del difficile viaggio, compiuto a bordo di una scialuppa di soli 7 metri, con cui Bligh e i diciotto uomini rimastigli fedeli raggiunsero la colonia olandese di Timor dopo aver navigato per quarantasette giorni e percorso 3618 miglia nautiche.
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JULES VERNE LES REVOLTES DE LA “BOUNTY – 1829

Salamini Italiani alla Cacciatora: una piccola riserva di gusto

La Denominazione Cacciatore deriva etimologicamente dal suo originario utilizzo nella razione che i cacciatori portavano nelle bisacce durante le loro escursioni. La storia del prodotto si sviluppa di pari passo con l’evoluzione della cultura rurale tipica delle regioni che compongono il territorio di produzione, da cui deriva la materia prima lavorata secondo tradizioni consolidate. I richiami storici al salame Cacciatore sono presenti soprattutto nelle tradizioni gastronomiche lombarde che si sono mantenute fino ai nostri giorni.

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SALAMINI ITALIANI ALLA CACCIATORA