Messina, Biblioteca Regionale: La silloge poetica “Ponti di rive opposte” di Josè Russotti

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”
Presentazione della silloge POETICA
“PONTI DI RIVE OPPOSTE”
di JOSE’ RUSSOTTI
27 OTTOBRE 2023 ore 17

Sala Lettura
via I Settembre,117-Palazzo Arcivescovile

Si terrà venerdì 27 ottobre 2023, alle ore 17, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, la presentazione della silloge poetica  “Ponti di rive opposte” di Josè Russotti, Nulla Die Edizioni, 2023. 

Con questa ultima fatica letteraria che si avrà il piacere di portare alla conoscenza dell’Utenza di questo Istituto, aprendo anche a nuovi fruitori, siamo certi che il poeta Josè Russotti, artista multiforme e pluripremiato, riuscirà a stuzzicare gli animi e a suscitare ampio dibattito sui paradigmi opposti del sentire e del vivere, immaginario e realtà da arginare e far coesistere in armonia.

Si terrà venerdì 27 ottobre 2023, alle ore 17, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, la presentazione della silloge poetica “Ponti di rive opposte” di Josè Russotti, Nulla Die Edizioni, 2023.
L’iniziativa culturale si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca Regionale Avv. Tommasa Siragusa, alla quale seguiranno i contributi di valore della Prof.ssa Pina D’Alatri, già Docente in Materie Letterarie presso i Licei e del Prof. Giuseppe Rando, già Ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Messina. Sarà presente l’Autore che drammatizzerà alcune letture dal testo.

Josè Russotti è nato a Ramos Mejìa, sobborgo a nord di Buenos Aires, il 31 marzo del 1952. Vive tra Messina e Malvagna (ME), ridente comune dei Nebrodi, luogo da dove discendono i Suoi natali, ed è artista multiforme. La sua produzione poetica ha concorso, ottenendo importanti riconoscimenti, a importanti Selezioni, fra le quali, e a titolo esemplificativo tout court, il Premio “Vann’Antò-Saitta”-Messina, il Premio “Città di Chiaramonte Gulfi, il Concorso letterario “Salva la tua lingua locale”-Roma, il Concorso “Pietro Carrera”–Catania, il Premio “Luigi Einaudi”–Paternò, il Premio “Poesia Circolare Epicentro”-Barcellona P.G.; il Premio “Città di Marineo”-Marineo; il Premio di Poesia “Colapesce”-Messina. È, altresì, autore di testi teatrali e due “corti di scena” si sono

classificati al secondo posto, rispettivamente nel 2017 e nel 2018 al Premio di Letteratura “Seneca”, sez. Teatro” – Bari.

Ha pubblicato un’Antologia di poeti siciliani, e il prestigioso volume “Malvagna mia” in cui l’Autore, già grafico presso la testata “Gazzetta del Sud”, si cimenta nell’arte della Fotografia. Ha sperimentato, inoltre, la ricerca nel campo della musica folk e etnica pubblicando nel 2004 il cd “Novantika, Ballate sulle rive dell’Alcantara”.

Per la diffusione della cultura siciliana ha ideato il concorso “Fogghi Mavvagnoti” e il premio “Cuba Bizantina”, dedicato alle eccellenze siciliane. E’ da segnalare, infine, di recente pubblicazione, il testo “Chiantulongu” (Edizioni Museo Mirabile, 2022), una sorta di romanzo in versi, in doppia lingua (siciliano variante malvagnese e italiano), nel quale l’Autore percorre il sentiero del dolore che scaturisce dall’esperienza di vita e che lacera l’animo, sofferenze rese ancora più toccanti dal colorito della lingua dialettale.

Con questa ultima fatica letteraria “Ponti di Rive opposte” che si avrà il piacere di portare alla conoscenza dell’Utenza di questo Istituto, aprendo anche a nuovi fruitori, siamo certi che il poeta Josè Russotti riuscirà a stuzzicare gli animi e a suscitare ampio dibattito sui paradigmi opposti del sentire e del vivere, immaginario e realtà da arginare e far coesistere in armonia.

(a cura di Maria Rita Morgana)


Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori durante l’incontro.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:     Ufficio Relazioni con il Pubblico
                       tel.090674564
                       urpbibliome@regione.sicilia.it
                                 (A cura di Ufficio Relazioni con il Pubblico. Maria Rita

Castello di Rivoli: Lunch Talks @ GDI – Torino. Parlare d’Arte. Grandi artisti, grandi mostre, grandi temi

Lunch Talks @ GDI – Torino. Parlare d’Arte. Grandi artisti, grandi mostre, grandi temi 

Un programma del Castello di Rivoli in collaborazione con Gallerie d’Italia – Torino

Da giovedì 26 ottobre 2023, ore 13-14

Gallerie d’Italia – Torino, Arena
Piazza San Carlo 156, Torino

Dopo il successo della prima edizione, dal 26 ottobre 2023 tornano i Lunch Talks @ GDI – Torino. Parlare d’Arte. Grandi artisti, grandi mostre, grandi temi, un nuovo programma di incontri a cura del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea in collaborazione con le Gallerie d’Italia – Torino.
Lunch Talks @ GDI – Torino. Parlare d’Arte. Grandi artisti, grandi mostre, grandi temi offre l’opportunità di avvicinarsi all’arte contemporanea. Con un’attenzione particolare alla fotografia, alla sua nascita ed evoluzione, e al rapporto che la lega indissolubilmente alle altre forme di arte, le tematiche che saranno affrontate durante questa edizione dei Lunch Talks sono l’occasione per conoscere le opere di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, approfondire mostre epocali che hanno ridefinito il concetto di arte, ed esplorare i nodi tematici che animano il dibattito culturale contemporaneo.
 
Gli incontri sono tenuti da Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli, Marcella Beccaria, Vice Direttore, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni, e Marianna Vecellio, Curatore, che accompagneranno il pubblico in un affascinante viaggio nell’arte dei nostri giorni, condividendo le loro dirette esperienze e il loro continuo lavoro di ricerca.
 
Lunch Talks propongono una nuova forma di “pausa pranzo”. Gli incontri avverranno, dalle ore 13 alle ore 14, negli spazi dell’Arena delle Gallerie d’Italia di Torino, in un ambiente rilassato e informale. I partecipanti riceveranno un lunch box a cura di Costardi Bros e potranno concludere l’esperienza con una visita alle mostre allestite alle Gallerie d’Italia di Torino.
 
Il programma è a cura del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea in collaborazione con Gallerie d’Italia – Torino.
 
 Lunch Talks @ GDI – Torino
Parlare d’Arte.2
Grandi artisti, grandi mostre, grandi temi
a cura del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
in collaborazione con Gallerie d’Italia – Torino
 
 
26 OTTOBRE 2023 (h. 13-14)
Carolyn Christov-Bakargiev, Lee Miller e Artisti in guerra
Il lunch talk esamina le fotografie scattate da Lee Miller durante la Seconda Guerra Mondiale e presenta ulteriori artisti che hanno vissuto contesti bellici e che hanno decantato testimonianze anche fotografiche della guerra.
 
9 NOVEMBRE 2023 (h. 13-14)
Marcella Beccaria, Otobong Nkanga
L’incontro approfondisce l’arte di Otobong Nkanga e i modi in cui l’artista, a partire dai suoi primi lavori fotografici, affronta importanti tematiche quali lo sfruttamento delle risorse naturali e la distanza che in molti casi separa gli esseri umani dal pianeta che li ospita.
 
16 NOVEMBRE 2023 (h. 13-14)
Marianna Vecellio, Fabio Mauri
L’appuntamento è dedicato all’artista e intellettuale romano Fabio Mauri e approfondisce il suo rapporto con il cinema, e l’uso e il riuso di foto e film per raccontare la storia e la memoria dell’essere umano.
 
30 NOVEMBRE 2023 (h. 13-14)
Carolyn Christov-Bakargiev, Pensieri Atlantici sulla Biennale di São Paolo 2023
Pensieri Atlantici su Coreografie dell’impossibile, 35esima edizione della Biennale di São Paolo, a cura di Diane Lima, Grada Kilomba, Hélio Menezes e Manuel Borja-Villel e attualmente in corso. La storia e lo sviluppo dei punti di vista decoloniali da Okwui Enwezor a oggi.
 
7 DICEMBRE 2023 (h. 13-14)
Marianna Vecellio, Giuseppe Penone / Paolo Pellion di Persano, Jannis Kounellis / Claudio Abate, Giovanni Anselmo / Paolo Mussat Sartor e Marisa Merz / fotografi diversi. Per un’immagine della vita dell’arte, la fotografia nell’arte a cavallo fra gli anni sessanta e settanta
Il lunch talk affronta l’uso della fotografia nell’Arte povera, nell’Arte concettuale e nella Land art, a cavallo fra gli anni sessanta e settanta.
 
14 DICEMBRE 2023 (h. 13-14)
Marcella Beccaria, La luce nell’arte
Da Caravaggio in poi, un viaggio alla scoperta della luce nella storia dell’arte, senza dimenticare la nascita della fotografia quale originale forma di “scrittura di luce”.

Prenotazione obbligatoria: torino@gallerieditalia.com
 
Il costo dell’attività è di € 22 e include un lunch box a cura di Costardi Bros e il biglietto d’ingresso al museo.


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066


Ufficio Stampa Gallerie d’Italia
Silvana Scannicchio | silvana.scannicchio@intesasanpaolo.com 
Andrea Ferro | andrea.ferro1@intesasanpaolo.com 

Torino, Musei Reali, Sale Chiablese: AFRICA. Le collezioni dimenticate

Faretra e frecce; Somalia, seconda metà XIX secolo; legno, cuoio, cm 65 x 18 x 9;
Dono del Capitano di Vascello Sorrentino al re Umberto I, 1897

Torino, Musei RealiSale Chiablese

AFRICA. LE COLLEZIONI DIMENTICATE

Dal 27 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024

Il 27 ottobre 2023 apre nelle Sale Chiablese la mostra AFRICA. Le collezioni dimenticate, a cura di Elena De Filippis, Enrica Pagella e Cecilia Pennacini, realizzata dai Musei Reali con la Direzione regionale Musei del Piemonte e il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino (MAET), la collaborazione di CoopCulture e il supporto della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura per il programma di attività collaterali.

Tra il 2022 e il 2023 i Musei Reali e la Direzione regionale Musei hanno condotto interventi di recupero e restauro delle collezioni africane presenti nei depositi dell’Armeria Reale e nelle raccolte dei Castelli di Aglié e di Racconigi, e hanno sostenuto progetti di ricerca sugli album fotografici conservati alla Biblioteca Reale di Torino e nelle due residenze sabaude: centinaia di opere, sottratte all’oblio, sono state catalogate e restaurate. Nel corso del progetto è emersa la necessità di confrontarsi con esperti di storia africana e con le comunità di origine per costruire un dialogo, un ponte interculturale e una chiave di accesso alla realtà contemporanea dei nuovi cittadini, provenienti in particolare dal corno d’Africa. Da questa riflessione è scaturita la collaborazione con il MAET e con l’artista concettuale Bekele Mekonnen Nigussu, docente all’Università di Addis Abeba, il quale, grazie alla mediazione di Lucrezia Cippitelli, è stato ospite ai Musei Reali per una residenza di ricerca, finalizzata alla creazione di un’opera site-specific per la mostra.

Manto di gala di un capo etiope; Etiopia, circa 1936; Velluto viola ricamato a fiorami e ornati in oro; cm 126×95; Dalle collezioni di Vittorio Emanuele III. Dono di un comandante etiope (degiac) al re Vittorio Emanuele III di Savoia per il tramite di Rodolfo Graziani, 1936

Africa. Le collezioni dimenticate presenta, dal 27 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024, oltre 150 oggetti tra statue, utensili, amuleti, gioielli, armi, scudi, tamburi e fotografie provenienti dalle collezioni sabaude e dal MAET di Torino, con prestiti dal Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino e dal Museo delle Civiltà di Roma. Il percorso è suddiviso in cinque sezioni, organizzate intorno alle personalità torinesi presenti in Africa nella seconda metà dell’Ottocento, le cui raccolte sono confluite nelle collezioni pubbliche.

La prima sezione, Italiani in Africa: esploratori, avventurieri e consoli, è dedicata alle raccolte, tra il 1857 e il 1890, di Giacomo Antonio Brun Rollet, esploratore delle sorgenti del Nilo in Sudan, di Vincenzo Filonardi, armatore e console a Zanzibar nel 1882, e di Giuseppe Corona, attivo in Congo.

Le vie dello sfruttamento: ingegneri in Congo focalizza l’attenzione sul contributo di ingegneri e tecnici torinesi come Pietro Antonio Gariazzo, Carlo Sesti, Tiziano Veggia e Stefano Ravotti impegnati nella costruzione di infrastrutture coloniali in Congo, con una selezione di armi, strumenti musicali, tessuti e oggetti artistici e d’uso quotidiano.

La terza sezione, Conquistare la montagna: il Rwenzori, è dedicata alla spedizione del Duca degli Abruzzi e di Vittorio Sella sul massiccio al confine tra l’Uganda e l’attuale Repubblica Democratica del Congo, documentata da una straordinaria serie di immagini fotografiche.

La sezione Dalla spartizione dell’Africa all’aggressione coloniale raccoglie opere provenienti da Eritrea, Cirenaica e Tripolitania, Somalia, Etiopia: figurano soprattutto scambi e doni diplomatici, oltre a manufatti accumulati o depredati nel corso delle guerre coloniali italiane.

Il percorso termina con l’installazione dell’artista etiope Bekele Mekonnen, una reinterpretazione in chiave contemporanea delle relazioni documentate dalle opere esposte.

La mostra è resa possibile grazie  a un finanziamento della legge 77/2006 che sostiene progetti dei siti italiani posti sotto la tutela dell’UNESCO, come il sito delle Residenze sabaude, e a un contributo dei Musei Reali di Torino.

Un programma di disseminazione accompagna la narrazione scientifica ed etica del percorso attraverso una serie di eventi, che intrecciano approfondimenti istituzionali e cultura visiva, performance musicali e artistiche. Il Public Programme, sviluppato dalla Direzione regionale Musei con i Musei Reali, l’Università di Torino e il supporto della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, è teso a coinvolgere le istituzioni del territorio e i nuovi spazi culturali che operano con intenti sociali: attività per ragionare sulla storia delle relazioni tra l’Italia e l’Africa a partire dal patrimonio comune, aprire il dibattito su questioni che riguardano la decostruzione delle narrazioni coloniali, nuove cittadinanze, l’emergenza di storie e produzioni culturali ibride. Il programma, che includerà laboratori presso le scuole di Agliè e Racconigi, sarà ospitato al Circolo dei Lettori, ai Musei Reali, a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, al Museo d’Arte Orientale, al Castello di Racconigi, al Castello di Agliè, a Palazzo Carignano, nella Casa di quartiere San Salvario, all’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e coinvolgerà anche l’Associazione Donne Africa Subsahariana e II Generazione e il Centro Interculturale della Città di Torino.


AFRICA. Le collezioni dimenticate
Musei Reali – Sale Chiablese
27 ottobre 2023 – 25 febbraio 2024
Piazzetta Reale, Torino
 
Sito internet:
https://museireali.beniculturali.it/
 
Area stampa:
https://museireali.beniculturali.it/area-stampa/
 
Social
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IG museirealitorino
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Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco T +39 02 36755700
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Castello di Rivoli: Sensing Painting. Opere dalla Collezione d’arte della Fondazione CRC

Sensing Painting.
Opere dalla Collezione d’arte della Fondazione CRC

A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria
In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo
27 ottobre 2023 – 28 gennaio 2024
Castello di Rivoli, Secondo piano, Sala 18
Inaugurazione: 26 ottobre 2023, ore 16

Sensing Painting. Opere dalla Collezione d’arte della Fondazione CRC presenta opere appartenenti alla Collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, raccolte dal 2017 ad oggi attraverso ColtivArte, progetto promosso dalla stessa Fondazione e coordinato da una Commissione Scientifica di alto profilo composta dal Direttore del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, dal Direttore dell’Art Institute presso la Academy of Art and Design FHNW di Basilea Chus Martínez e dal Direttore del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude Guido Curto.
 
La mostra valorizza le linee guida in base alle quali è stata costruita la Collezione: tra queste in particolare la forte presenza di opere d’arte di giovani artisti del territorio piemontese e italiano, l’attenzione al panorama contemporaneo internazionale e la preminenza di opere pittoriche. Il progetto espositivo, che mette in mostra opere prodotte da 50 artisti, evidenzia come la pittura mantenga un ruolo fondamentale quale linguaggio espressivo, soprattutto nel contesto dell’attuale era digitale. Rispetto alla smaterializzazione che caratterizza un’ampia parte della quotidianità, la mostra invita il pubblico a un incontro attivo e diretto con le opere d’arte, dall’insostituibile valore esperienziale, fisico e sensoriale.
 
In linea con la grande attenzione che Fondazione CRC e Castello di Rivoli dedicano alle giovani generazioni e al tema dell’educazione, la mostra offre un ricco programma di laboratori gratuiti dedicati alle scuole. Per le scuole primarie e secondarie di primo grado, nell’ambito dei laboratori dedicati all’arte contemporanea, il Rondò dei Talenti, polo educativo e formativo realizzato dalla Fondazione CRC nel centro di Cuneo, accoglierà una volta a settimana il laboratorio Sensing Painting. Le attività saranno curate dalla Scatola Gialla, con la supervisione del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli. Per le scuole secondarie di secondo grado, è previsto un ricco programma inedito di visite e workshop correlati alla mostra e alla Collezione del Castello di Rivoli, a cura del Dipartimento Educazione del Museo, per ripensare alla storia della pittura in chiave contemporanea.
 
Inoltre, per promuovere la visita alla mostra, la Fondazione CRC mette a disposizione biglietti gratuiti d’ingresso per ogni residente in provincia di Cuneo e per un suo accompagnatore.
 
Francesca Lavazza, Presidente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, dichiara “Questa importante collaborazione tra il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Fondazione CRC si inserisce nel contesto di un dialogo attivo tra artisti emergenti, pubblico, istituzioni e la comunità nel suo insieme. La partecipazione delle scuole al ricco programma educativo collegato alla mostra favorisce l’avvicinamento delle giovani generazioni ai linguaggi dell’arte contemporanea, e in parallelo la riscoperta degli esponenti dei movimenti culturali del territorio”.
 
“Consolidando l’impegno nella promozione dell’arte,” dichiara Ezio Raviola, Presidente della Fondazione CRC, “la Fondazione CRC ha sviluppato negli ultimi anni un programma di acquisizioni che riflette la volontà di scoprire patrimoni artistici “nascosti” e di sostenere talenti emergenti. Il progetto Coltivarte, avviato nel 2017, è il cuore pulsante di questa attività e nasce con l’obiettivo di valorizzare il talento di giovani artisti tramite l’acquisizione di opere d’arte e la creazione di occasioni di fruizione aperte alla comunità. Una parte di questa collezione viene esposta nella straordinaria cornice del Castello di Rivoli: dopo il successo della mostra Pittura in Persona a Cuneo nel 2021, Sensing Painting continua la fruttuosa collaborazione tra le due istituzioni per offrire al pubblico, non solo cuneese, l’opportunità di immergersi nell’universo della contemporaneità artistica in questo evento dal respiro internazionale”.
 
Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli, afferma “è stato un piacere collaborare con la Fondazione CRC fin dal 2017. Attraverso il progetto ColtivArte, questa nuova collezione piemontese è capace di testimoniare le ricerche principalmente in pittura più avanzate dei giovani, sia a livello locale sia internazionale. La pittura che potrebbe sembrare un mezzo obsoleto nell’era digitale, si riafferma come mezzo sensibile di verifica del proprio essere vivente, come nel titolo, Sensing Painting, che Marcella Beccaria, co-curatrice della mostra ha voluto attribuire a questo importante progetto”.
 
Artisti in mostra includono: Vernon Ah Kee, Cornelia Badelita, Nora Berman, Valerio Berruti, Rossella Biscotti, Anna Boghiguian, Nicola Bolla, Benni Bosetto, Sol Calero, Ludovica Carbotta, Guglielmo Castelli, Alex Cecchetti, Manuele Cerutti, Claudia Comte, Regina de Miguel, Barbara De Vivi, Patrizio di Massimo, Bracha L. Ettinger, Francesca Ferreri, Camille Henrot, Golnaz Hosseini, Anne Imhof, Diego Kohli, Agnieszka Kurant, Andrea Massaioli, Elena Mazzi, Daniele Milvio, Ad Minoliti, Pietro Moretti, Giuseppe Mulas, Rudi Ninov, Francis Offman, Seth Price, Tabita Rezaire, Mathilde Rosier, Giangiacomo Rossetti, Giuliana Rosso, Lin May Saeed, Erik Saglia, Georgia Sagri, Alan Sierra, Elisa Sighicelli, Ania Soliman, Marta Spagnoli, Victoria Stoian, Sarah Sze, Inka ter Haar, Paolo Turco, Alice Visentin, Zadie Xa.


Biografie degli artisti

Vernon Ah Kee (Innisfail, Queensland, 1967)
Vernon Ah Kee vive e lavora a Brisbane, nel Queensland. Ah Kee è membro delle popolazioni Kuku Yalanji, Waanji, Yidinji, Gugu Yimithirr e Koko Berrin. La sua pratica, che include disegno, scrittura, video, fotografia e installazione, ruota intorno a una critica della cultura australiana dal punto di vista dell’esperienza delle popolazioni aborigene. Le opere di Ah Kee rispondono alla storia della ritrattistica dei “primitivi” e riposizionano gli aborigeni in Australia quale popolo contemporaneo che abita spazi e tempi reali e attuali. Mostre personali includono: Vernon Ah Kee: The Island, Campbelltown Arts Centre, New South Wales (2020); Will I Live, Apartment der Kunst, Monaco (2017); Waru, Queensland Art Gallery | Gallery of Modern Art, Brisbane e Kick Arts, Contemporary Arts, Cairns, Queensland (2010). Mostre collettive includono: ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); A Year in Art: Australia 1992, Tate Modern, Londra (2021); 14th Istanbul Biennial (2015); unDisclosed: 2nd National Indigenous Art Triennial, National Gallery of Australia, Canberra (2012); Once Removed, Padiglione australiano, Biennale di Venezia (2009); 16th Biennale of Sydney (2008).

Cornelia Badelita (Radauti, Romania, 1982)
Cornelia Badelita vive e lavora a Torino. I suoi dipinti, che si sviluppano orizzontalmente, traggono ispirazione dalle predelle, le tele orizzontali che corredavano le pale d’altare quali appendici alla narrazione rappresentata nei pannelli centrali. Allo stesso modo, i quadri di Badelina sono storie accessorie, note a piè di pagina di una narrazione ignota allo spettatore. Mostre personali includono: Continuu, Galleria Peola Simondi, Torino (2022); Dublu, Galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea, Monza (2021); Reflecție Repetiție, Galleria Alberto Peola, Torino (2021). Mostre collettive includono: Tra Ottocento vigezzino e arte contemporanea, Casa De Rodis, Domodossola (2022); Waiting for the Prince, Videoinsight Foundation, Torino (2021); Anni zero, il decennio liquido, BAM Biennale del Piemonte, Casa del Conte Verde, Rivoli (2020); Passare il segno, Pinacoteca Albertina, Torino (2017); Biennale del Piemonte, Il cuore sacro dell’Arte, Castello di Moncalieri (2015); Guardiani del tempo, Gemine Muse, MAO – Museo d’arte orientale, Torino (2010).

Nora Berman (Los Angeles, 1990)
Nora Berman vive e lavora a Los Angeles. Spaziando dalla performance alla pittura e alla scultura, la sua ricerca è incentrata su diversi aspetti della contemporaneità, tra cui le dinamiche di potere, il linguaggio, la religione, la spiritualità, la sessualità, la presenza digitale, il Dark Web, le teorie del complotto e la violenza. Con le sue visioni colorate, Berman cerca di rendere tangibile l’intangibile, di operare trasformazioni magiche, di dare forma a figure ultraterrene. Mostre personali includono: Heart Ships, Stars Gallery, Los Angeles (2022); Miracle Zone, Le Maximum, Los Angeles (2021); Sparkly22Miracles, Five Car Garage, Los Angeles (2020). Mostre collettive includono: Borderlinking, High Art, Paris (2020); Atlas of Heavens. “Next generation”, Kunsthaus Baselland, Basel (2018); Welcome to Longtang, Longtang, Zürich (2018); As Above, So Below: Portals, Visions, Spirits & Mystics, IMMA – Irish Museum of Modern Art, Dublin (2017); Friendly Takeover, Marta Herford Museum, Herford (2014).

Valerio Berruti(Alba, Cuneo, 1977)
Valerio Berruti dal 1995 vive e lavora a Verduno, Alba, in una chiesa sconsacrata del XVII secolo da lui restaurata. La sua ricerca include lo studio di antiche tecniche, tra cui quella dell’affresco. Assolute ed essenziali, le sue figurazioni sono spesso ispirate al mondo della famiglia, degli affetti e dell’infanzia. Mostre personali includono: Amai, Art Square Felissimo Museum, Kobe (2021); La giostra di Nina, Galleria Grande, Reggia di Venaria, Venaria (2020); Endless Love, Istituto Italiano di Cultura, Los Angeles (2018). Mostre collettive includono: Além de 2020, Arte italiana na pandemia, MAC – Museu de Arte Contemporãnea, San Paolo (2021); The Intuitionist, The Drawing Center, New York (2014); Detour, Centre Pompidou, Parigi (2008). Nel 2009 è stato tra gli artisti che hanno rappresentato il Padiglione Italia alla 53. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia.

Rossella Biscotti(Molfetta, Bari, 1978)
Rossella Biscotti vive e lavora tra Rotterdam e Bruxelles. La sua produzione artistica attraversa il film, la performance e la scultura. Con ricerche d’archivio e indagini orali, l’artista esplora momenti oscuri della storia recente, analizzandone in particolare il sistema istituzionale, per ricostruire narrative individuali che si innestano nel presente. Mostre personali includono: Rossella Biscotti, new work, Witte de With, Rotterdam (2019); The City, Kunsthaus Baselland, Basel (2018); The Trial, GULAG History State Museum, Moscow (2016); The Undercover Man, Sculpture Center, New York (2014). Mostre collettive includono: 55. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2013); 13th Istanbul Biennal, Istanbul (2013); dOCUMENTA (13), Kassel (2012); Manifesta 9, Genk (2012). Ha vinto, tra gli altri, il Premio ACACIA (2017), il Premio Quadriennale di Roma (2016), il Mies van der Rohe Preis, Kunstmuseen Krefeld (2013), il Premio Italia Arte Contemporanea, MAXXI, Roma (2010).

Anna Boghiguian(Il Cairo, 1946)
Di origine armene, Anna Boghiguian vive e lavora nomadicamente tra Europa, Asia, Africa e nelle Americhe, pur mantenendo lo studio e la casa al Cairo. Empatica osservatrice della condizione umana, nelle sue opere Boghiguian offre una interpretazione unica della vita contemporanea, tra passato e presente, poesia e politica, osservazione critica del mondo. Le sue opere combinano una umanità dispersa, sofferente e nomade, vittima della Storia e dei suoi conflitti. Mostre personali includono: Anna Boghiguian, Kunsthaus Bregenz (2022); Anna Boghiguian, Tate St Ives, St Ives (2019); The Loom of History, New Museum, New York (2018); Anna Boghiguian, Sharjah Art Foundation, Sharjah (2018); Anna Boghiguian, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2017). Mostre collettive includono: ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); Padiglione della Repubblica dell’Armenia, 56. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2015), padiglione vincitore del Leone d’Oro per la migliore Partecipazione Nazionale; 14th Istanbul Biennial (2015); dOCUMENTA (13), Kassel (2012); Sharjah Biennial, Sharjah (2011); 11th International Istanbul Biennial (2009).

Nicola Bolla (Saluzzo, 1963)
Nicola Bolla vive e lavora a Torino. Affascinato dal mondo del collezionismo e dalle Wunderkammer, colleziona oggetti antichi e curiosi. Attraverso la sua pratica, che spazia dalla pittura alla scultura e all’installazione, Bolla produce delle vanitas, figure simboliche che rimandano all’idea di caducità della vita con teschi, animali, mandala, utilizzando svariati materiali, tra cui cristalli di Swarovski e carte da gioco. Mostre personali includono: Nicola Bolla. Senza Titolo!, Complesso della Cavallerizza, Torino (2022); Nicola Bolla, Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (2021); Sonata A Kreutzer, Fondazione Ducci, Roma (2014). Mostre collettive includono: Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali, Musei Reali, Torino (2022); Palazzo con vista, The Pool NYC, Venezia (2015); Orpheus Dream, Padiglione Italia, 53a Biennale di Venezia (2009).

Benni Bosetto (Merate, 1987)
Benni Bosetto vive e lavora a Milano. Al centro della sua pratica, che combina disegno, scultura, installazione e performance, è il corpo, decostruito e re-immaginato, e i suoi gesti. Ispirandosi a narrazioni antropologiche, religiose, a credenze popolari e alla storia dell’arte, le opere di Bosetto pongono lo spettatore in uno spazio senza tempo, in cui l’oggettività e le spiegazioni unitarie sono abbandonate a favore di una concezione frammentata della realtà. Mostre personali includono: Stultifera, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (2022); Il Portico, Almanac, Torino (2020); Ambiente X, Kunstraum, Londra (2019). Mostre collettive includono: Afterimage, MAXXI L’Aquila (2022); Io dico Io – I say I, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2021); FUORI, Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2020).

Sol Calero (Caracas, 1982)
Sol Calero vive e lavora a Berlino. Con la pittura quale elemento centrale della sua pratica, Calero realizza lavori luminosi, colorati e vibranti, che riflettono sull’iconografia dell’America Latina e sui suoi cliché, e su questioni di genere, identità, rappresentazione, sfruttamento, migrazione, emarginazione. L’artista realizza anche grandi installazioni immersive, scenografie che ricordano set televisivi, dove la pittura si unisce alla scultura e al mosaico. Mostre personali includono: El barco de barro (The Clay Ship), Copenhagen Contemporary, Copenhagen (2020); El Autobus, Tate Liverpool, Liverpool (2019); Pica Pica, Düsseldorf Kunstverein, Düsseldorf (2018); La Sauna Caliente, Kunsthaus Bregenz, Bregenz (2016). Progetti curatoriali includono: Desde el Salón (From the Living Room). Sol Calero selects from the Hiscox Collection, Whitechapel Gallery, Londra (2021). Mostre collettive includono: ARS22 – Living Encounters, Museum of Contemporary Art Kiasma, Helsinki, 2022; Die Absurde Schönheit des Raumes, Hamburger Kunsthalle, Amburgo (2020); Amazonas Shopping Center, Preis der Nationalgalerie, Hamburger Bahnhof – Museum for Gegenwart, Berlino (2017); Salon of Hybrid Things, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2015). Calero, con Christopher Kline, gestisce il project space Kinderhook and Caracas a Berlino. È cofondatrice del progetto CONGLOMERATE.

Ludovica Carbotta (Torino, 1982)
Ludovica Carbotta vive e lavora tra Torino e Barcellona. Il suo lavoro indaga l’individuo e il modo in cui abita l’ambiente che lo circonda. Combinando installazione, scultura, disegno, architettura, scrittura e performance, l’artista esplora ciò che definisce “fictional site specificity”, l’ideazione di luoghi immaginari o l’inserimento di luoghi reali in contesti di fantasia, riscoprendo l’immaginazione quale strumento di costruzione della conoscenza. Mostre personali includono: Monowe, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2019); Inches, Feet, Verse, Metre, Marsèlleria, New York (2018); MonoweRemnants from the future, Kiosko, Santa Cruz de la Sierra (2016). Mostre collettive includono: 58. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2019); What’s Love Got to Do with It?, The Drawing Center, New York (2019); That’s IT!, MAMbo – Museo d’Arte Moderna, Bologna (2018). Nel 2018 ha vinto il New York Prize, Istituto Italiano di Cultura, New York, e nel 2016 la Menzione Speciale al Premio ITALIA, MAXXI, Roma. Carbotta è cofondatrice di Progetto Diogene, Torino, un programma di residenze internazionali, e di The Institute of Things to Come, un centro di ricerca su scenari futurologici.

Guglielmo Castelli(Torino, 1987)
Guglielmo Castelli vive e lavora a Torino. Attraverso la sua pratica, Castelli riflette sulla pittura osservando e dialogando con la storia dell’arte, la letteratura e molteplici spunti culturali. L’artista riconosce nella pittura uno tra i primi gesti umani compiuti con un’intenzionalità artistica a partire dai dipinti rupestri in epoca preistorica. Al centro dei suoi lavori si colloca la ricerca sul corpo, in una dimensione evanescente, onirica, in cui figurazione e astrazione si incontrano. Mostre personali includono: The Cabin LA Presents: A Curated Flashback, Green Family Art Foundation, Dallas, Texas (2023); Ornate Impotence, The Cabin, La Brea Studio Residency, Los Angeles (2020); Sia inteso come tutto ciò che non pesa, Le nuove frontiere del contemporaneo, Fondazione Coppola, Vicenza (2019); Goodmorning Bambino, Künstlerhaus Bethanien, Berlino (2018). Mostre collettive includono: Pittura italiana oggi, Triennale di Milano (2023); ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); FUORI, 17a Quadriennale d’arte 2020, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2020); A Strong Desire, PS120, Berlino (2018); Biennale internationale d’art contemporain de Melle (2018); Recto/Verso 2, Fondation Louis Vuitton, Le Secours populaire français, Parigi (2018). Nel 2015 ha vinto il Premio speciale sezione Pittura del Combat Prize.

Alex Cecchetti(Terni, 1977)
Alex Cecchetti vive e lavora a Parigi. Inclusiva di coreografia, performance, pittura, scultura, video e poesia, la sua pratica è da lui definita “art of avoidance” (arte di evitare). I molteplici interessi dell’artista includono l’intelligenza delle piante e il rapporto tra umani e non umani. Mostre personali includono: Je suis un monstre marin, Museum of Contemporary Art of Haute-Vienne, Château de Rochechouart (2023); Occupie Paradit, Netwerk, Aalst (2020); At The Gate Of The Music Palace, Spike Island, Bristol (2018); Tamam Shud, Centre For Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia (2017). Tra le altre, ha realizzato performance presso MAXXI, Roma (2020); Serpentine Galleries, Londra (2019), Centre Pompidou, Parigi (2017). Mostre collettive includono: Persones Persons, Biennale Gherdëina ∞ (8), Dolomiti (2022); Da parte degli artisti: dalla casa al museo, dal museo alla casa. Omaggi alle opere della Collezione Cerruti. Capitolo 2, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2019); Plant Sex, Serpentine Galleries, Londra (2019). Nel 2019 ha partecipato a Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019, rievocazione organizzata dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, e Fondazione CRC, Cuneo.

Manuele Cerutti (Torino, 1976)
Manuele Cerutti vive e lavora a Torino. La sua ricerca pittorica include l’attenzione al dettaglio, il frammento o l’oggetto, a partire da reperti che custodisce nel suo studio. Nelle sue opere quanto dipinto, per quanto piccolo e apparentemente insignificante, diventa un personaggio specifico, protagonista di grandi tableaux vivants e non nature morte. Mostre personali includono: Dona Ferentes, Studio Museo Felice Casorati, Pavarolo, Torino (2020); Gleiches zu Gleichem, Wilhelm Hack Museum, Ludwigshafen am Rhein (2017); Proprioception, Istituto Italiano di Cultura, Londra (2016). Mostre collettive includono: Prima che il gallo canti, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene, Cuneo (2021); Ciò che vedo. Nuova Figurazione in Italia, MART, Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto (2020); Premio Lissone 2018, MAC – Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (2018). Tra gli altri riconoscimenti, ha vinto l’Illy Present Future Prize nel 2004. È il vincitore dell’Italian Fellowship in Visual Arts 2021/2022 dell’American Academy in Rome. È cofondatore di Progetto Diogene, Torino.

Claudia Comte (Grancy, Svizzera, 1983)
Claudia Comte vive e lavora a Basilea. A partire dall’osservazione della natura e dei suoi mutevoli schemi, l’artista elabora ampie installazioni ambientali che incorporano il mondo dalla prospettiva dell’esperienza del digitale. Affrontando temi di urgente attualità come il cambiamento climatico, l’ecologia e l’inquinamento globale, l’artista racconta anche la memoria dei materiali e la saggezza del lavoro manuale. Mostre personali includono: From Where We Rise, Fundacíon Casa Wabi, Puerto Escondido (2023); After Nature, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid (2021); How to Grow and Still Stay the Same Shape, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2019-2021); I have grown taller from standing with Trees, Copenhagen Contemporary, Copenhagen (2019). Mostre collettive includono: Futuros abundantes, C3A Centro de Creación Contemporánea de Andalucía, Córdoba (2022); More, More, More, TANK, Shanghai (2020); Salon Suisse: ATARAXIA, evento collaterale alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2016); The Language of Things, Public Art Fund, City Hall Park, New York (2016). Comte ha vinto, tra gli altri, il Prix de la Ville du Locle, Triennale de l’Art Imprime Contemporain (2015) e lo Swiss Art Award (2014).

Regina de Miguel (Malaga, 1977)
Regina de Miguel vive e lavora a Berlino. La sua pratica interdisciplinare, che comprende disegno, pittura, scultura, fotografia e video, riflette sulla presunta oggettività dei dispositivi scientifici di rappresentazione e sulle condizioni di produzione della conoscenza scientifica. Partendo da una ricerca che unisce filosofia della scienza, ecofemminismo e speculative fiction, nelle sue opere de Miguel sottolinea le relazioni mutevoli e multiformi che definiscono la realtà del singolo e i diversi legami che si stabiliscono con l’ambiente circostante. Mostre personali includono: Arbustos de nervios como bosques de coral, The Green Parrot, Barcellona (2021); Rising Anxiety, Maisterravalbuena, Madrid (2019); But reality has no synonyms, SAVVY Contemporary, Berlino (2018); Aura Nera, Centro Cultural Santa Mónica, Barcellona (2016); All knowledge is enveloped in darkness, Kunsthalle São Paulo, San Paolo (2014). Mostre collettive includono: Encuentros: obras de la Colección TBA21, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid (2023); Wie geht es jetzt weiter? Zwölf Erzählungen aktueller Kunst aus Spanien, Frankfurter Kunstverein, Francoforte (2022); Futuros abundantes, C3A Centro de Creación Contemporánea de Andalucía, Córdoba (2022).

Barbara De Vivi(Venezia, 1992)
Barbara De Vivi vive e lavora tra Venezia e Newcastle. La sua pittura rielabora temi iconografici che attraversano la storia dell’arte, in particolare relativi alla mitologia e ad antiche leggende, unite al proprio vissuto personale e familiare. Sulle tele prendono forma paesaggi onirici in cui i soggetti e i vari elementi in scena si configurano in racconti aperti, narrazioni frammentarie e allusive. Mostre personali includono: Artificial Arcadia, Photo Open Up, Padova (2023); Snap Trap, Palazzo Merulana, Roma (2021); Immaginifico, Spazio Siracusa, Agrigento (2019); La scintilla latente, Ca’ dei Ricchi, Treviso (2019). Mostre collettive includono: Come un’onda, come in volo, Museo Francesco Baracca, Lugo (2023); Les danses nocturnes, a cura di Eastcontemporary, Entrevaux (2021); Danae Revisited, Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (2021); Premio Francesco Fabbri, Villa Brandolini, Pieve di Soligo (2020); 101ma Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2017). Ha vinto il Combat Prize, sezione Pittura, nel 2017.

Patrizio di Massimo(Jesi, Ancona, 1983)
Patrizio di Massimo vive e lavora a Londra. Interrogandosi sull’idea del ritratto come veicolo di espressione e rappresentazione di precisi stati d’animo, l’artista include riferimenti alla storia della pittura e all’arte del Novecento. Giorgio de Chirico, Otto Dix e il movimento tedesco della Nuova Oggettività sono solo alcuni tra i numerosi riferimenti riscontrabili nelle opere dell’artista. Mostre personali includono: Antologia/Anthology (2013-2023), Musei Civici – Palazzo Pianetti, Jesi (2023); Il ciclo de La Risalita, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020-2021); Patrizio Di Massimo, Palazzo Ducale, Urbino (2019); KURA., Fonderia Artistica Battaglia, Milano (2019); Me, Mum, Mister, Mad, Kunsthalle Lissabon, Lisbona (2014); The Lustfult Turk, Gasworks, Londra (2013). Mostre collettive includono: ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); Garden of Six Seasons, ParaSite, Honk Kong (2020), ÜberMauer, Biennale Arcipelago Mediterraneo, Palermo (2019); EVA International, Limerick (2018); Ennesima, Triennale di Milano (2015); Ritratto dell’artista da giovane, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2014); Premio Italia 2012, MAXXI, Roma (2012).

Bracha L. Ettinger (Tel Aviv, 1948)
Bracha L. Ettinger vive e lavora tra Parigi e Tel Aviv. La pratica dell’artista affonda le radici nel suo passato autobiografico, nella storia dei genitori sopravvissuti all’Olocausto, e analizza i concetti di trauma, oblio, sguardo femminile e “matrixial” (matriciale), di spazio dell’inconscio e di passaggio dall’invisibile al visibile enfatizzando le proprietà dell’arte di curare e guarire l’individuo e la società. I suoi dipinti sono caratterizzati da una dimensione in bilico tra astratto e figurativo ottenuta attraverso tratti finissimi, nonché l’applicazione di strati di colore e la definizione di forme che creano un’atmosfera obliqua fra oscurità e luce e invitano lo spettatore a immergersi in un tempo intimo e spirituale. Mostre personali includono: Bracha Lichtenberg Ettinger, Radicals, Parigi (2022); Bracha’s Notebooks, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2021); Bracha L. Ettinger: Eurydice – Medusai, 14th Istanbul Biennial (2015); Alma Matrix. Bracha L. Ettinger and Ria Verhaeghe, Fundació Antoni Tàpies, Barcellona (2010); Bracha L. Ettinger: Notebooks, KIASMA Museum of Contemporary Art, Helsinki (2006). Mostre collettive includono: Artists in a Time of War, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2023); Espressioni. La proposizione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2021); Spaces in Crisis, Haifa Museum of Art (2020); Cuore di tenebra / Heart of Darkness, OGR Officine Grandi Riparazioni, Torino (2019); dOCUMENTA (13) (2012); ELLES [elles@centrepompidou], Centre George Pompidou, Parigi (2011).

Francesca Ferreri (Savigliano, 1981)
Francesca Ferreri vive e lavora a Torino. La sua ricerca artistica indaga il rapporto tra restauro e algoritmi matematici come punto di partenza di un processo di rappresentazione volto ad analizzare la materia in relazione alla sua dimensione spazio-temporale e alla percezione. Muovendo da oggetti o frammenti esistenti, attraverso una forma personale di “restauro”, Ferreri suggerisce nelle sue opere l’azione di ricostruire un oggetto immaginario. Mostre personali includono: Dona Ferentes, Museo Felice Casorati, Pavarolo (2022); GAUSSIANA, Museo Casa Morandi, Bologna (2020); Fuzzy Traces, P/////AKT – Amsterdam (2016). Mostre collettive includono: Eclettica!, Museo Ettore Fico, Torino (2022); Collezione (in) particolare, Museo d’Arte Contemporanea Lissone (2021); Failures of Cohabitation, M HKA, Anversa (2019).

Camille Henrot (Parigi, 1978)
Camille Henrot vive e lavora a New York. Con una pratica che spazia tra pittura, film, installazione, performance, disegno e scultura, Henrot trae ispirazione dalla letteratura, dalla mitologia, dall’antropologia culturale, dal cinema, dalla biologia evoluzionistica, dalla religione, della psicanalisi, dai social media e dalla quotidianità. Nei suoi disegni, l’artista predilige linee fluide, organiche, e colori pastello, rievocando il mondo infantile. Mostre personali includono: Is Today Tomorrow, National Gallery of Victoria, Melbourne (2021); Days are Dogs, Palais de Tokyo, Parigi (2017); IF WISHES WERE HORSES, Kunsthalle Wien, Vienna (2017); The Restless Earth, New Museum, New York (2014); The Pale Fox, Kunsthal Charlottenborg, Copenhagen (2014); Snake Grass, Schinkel Pavillon, Berlino (2014). Mostre collettive includono: Liverpool Biennial (2021); 9th Berlin Biennale, Berlino (2016); Taipei Biennial (2014); Gwangju Biennial (2014); 55. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2013), dove ha vinto il Leone d’Argento. Ha inoltre vinto il Nam Jun Paik Award nel 2014 e l’Edvard Munch Award nel 2015.

Golnaz Hosseini (Teheran, Iran, 1990)
Golnaz Hosseini vive e lavora a Basilea. Nella sua pratica pittorica, Hosseini indaga il significato e la funzione delle strutture visive proprie del sistema di rappresentazione pittorico attraverso una pratica che sperimenta l’unione di astrazione e figurazione. Mostre personali includono: Herbarium, Life-Minimus, Salts-Mario Kreuzberg, Basilea (2023); Dry Mouth, Responsibility, Basilea (2020); Pentimento, Die Treppe, Basilea (2022). Mostre collettive includono: Amore, Social Club, Basilea (2023); I Hear A New World – 14 Miaows Of The Future. 25 Years Of Fondation Beyeler, Fondation Beyeler, Riehen (2022); Peace or Never «Next Generation», Kunsthaus Baselland, Basilea (2022).

Anne Imhof(Gießen, Germania, 1978)
Anne Imhof vive e lavora a Berlino e New York. Attraverso performance, pittura, scultura, installazione e suono, l’artista riflette sull’esperienza del mondo contemporaneo nel quale la fisicità è sempre più mediata dalla comunicazione digitale e dall’uso massiccio dei social media. Nuove forme di narcisismo, alienazione, distacco e specifiche gestualità sono alla base delle sue durational performances, azioni che Imhof realizza in stretta collaborazione con altri artisti e musicisti. Mostre personali includono: YOUTH, Stedelijk Museum, Amsterdam; Natures Mortes, Palais de Tokyo, Parigi (2021); SEX, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020-21), Art Institute of Chicago, Chicago (2019), Tate Modern, Londra (2019); Angst, Kunsthalle Basel, Basilea (2016); Deal, MoMA PS1, New York (2015). Mostre collettive includono: The Paradox of Stillness, Walker Art Center, Minneapolis (2020); The Violence of Gender, Tai Kwun, Hong Kong (2019); Biennale de Montréal, Montréal (2016). Imhof ha rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia del 2017, in occasione della quale ha ricevuto il Leone d’Oro per la migliore Partecipazione Nazionale. Ha inoltre vinto l’Absolut Art Award (2017) e il Preis der Nationalgalerie (2015).

Diego Kohli (Madrid, 1991)
Diego Kohli vive e lavora tra Barcellona e Berna. Nella sua ricerca pittorica, Kohli indaga l’effetto che la trasparenza del colore ha sulla spazialità dell’immagine. La riflessione sul gioco pittorico si combina con l’osservazione del mondo esterno e dei processi naturali, nel loro aspetto esperienziale ma anche formale e strutturale. Mostre collettive includono: Aschlimann Corti-Stipendium 2023, Kunstmuseum Thun (2023); Cantonale 22, Kunsthaus Langenthal (2022); PEACE OR NEVER, Kunsthaus Baselland, Basilea (2022); PamPam 22, Museo Reales de Atarazanas, Valencia (2022); Salon Brand New, Museo de Arte Contemporáneo CondeDuque, Madrid (2021).

Agnieszka Kurant (Łódź, Polonia, 1978)
Agnieszka Kurant vive e lavora a New York. La pratica di Kurant indaga temi quali l’intelligenza collettiva, le intelligenze non umane e lo sfruttamento del capitale sociale all’interno del capitalismo di sorveglianza. La sua ricerca si pone in dialogo con molteplici autori provenienti da diversi ambiti disciplinari, tra cui gli scritti sulla plasticità e gli automatismi di Catherine Malabou e Franco Bifo Berardi, il lavoro di Manuel DeLanda e gli scritti del neuroscienziato Antonio Damasio. Mostre personali includono: Agnieszka Kurant. Uncomputables, Kunstverein Hannover (2023); Agnieszka Kurant. Crowd Crystal, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2021); Errorism, Muzeum Sztuki, Łódź (2021); 019 Public Billboard Program, Design Museum Gent, Gand (2019); The End of Signature, Guggenheim Museum, New York (2015). Mostre collettive includono: Broken Nature, Museum of Modern Art, New York (2020); Cybernetics of the Poor, Kunsthalle Wien, Vienna (2020); 16th Istanbul Biennial (2019); Art and Space, Guggenheim Bilbao (2017); Storylines: Contemporary Art at the Guggenheim, Solomon R. Guggenheim Foundation, New York (2015); 72 hours of Truce, MoMA PS1, New York (2013).

Andrea Massaioli (Torino, 1960)
Andrea Massaioli vive e lavora a Torino. Attraverso pittura e scultura, l’artista compone paesaggi lirici e poetici, popolati da soggetti provenienti dal mondo animale e vegetale. Eventuali riferimenti all’essere umano sono resi come dettagli anatomici o figure di neonati. Nei suoi dipinti, Massaioli predilige l’utilizzo dell’oltremare, colore di cui apprezza il fulgore elettrico, non riproducibile digitalmente. Mostre personali includono: Deep Blue, Palazzo Botton, Castello di Castellamonte, Castellamonte (2016); Primordium, Galleria 41 Artecontemporanea, Torino (2008); Ciocca Artecontemporanea, Milano (2008); Chiudimi in un bacio, Studio Ercolani, Bologna (2004). Mostre collettive includono: Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea, La Venaria Reale, Venaria (2021); What can we see from silk road, 7th Beijing International Art Biennal, National art Museum of China, Pechino (2017); Imago Mundi – Luciano Benetton Collection: Praestigium Italia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2015).

Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984)
Elena Mazzi vive e lavora a Torino e a Venezia. Partendo dall’esame di casi specifici, nelle sue opere rilegge il patrimonio culturale e naturale di determinati luoghi o situazioni, intrecciando fatti documentati e storie trasmesse dalle comunità locali, guardando alle complesse relazioni tra esseri umani, natura e cultura. Mostre personali includono: Di rame, cera, ferro, glicini e ghiaccio, PAV, Torino (2022); Routes, Der Tank, Basilea (2021); Silver Rights, ar/ge kunst Gallery, Bolzano e Sodertalje Konsthall, Stoccolma (2021); Una Boccata d’Arte. Spicule, Galleria Continua presso Cervo, Liguria (2019). Mostre collettive includono: Rethinking nature, MADRE, Napoli (2020-2021); That’s IT!, MAMbo – Museo d’Arte Moderna, Bologna (2018-2019), 14th Istanbul Biennial, Istanbul (2015). È vincitrice, tra gli altri, del bando pubblico Cantica21, promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali (2020), e della 7. edizione dell’Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali (2019).

Daniele Milvio (Genova, 1988)
Daniele Milvio vive e lavora tra Milano e Ansedonia, Grosseto. L’artista adotta molteplici linguaggi e formati, mantenendo un’attitudine pittorica anche nelle sculture di piccolo formato. Appropriandosi di repertori iconografici tradizionali, l’artista ne manipola simbologie e metafore. Nelle sue opere ricorrono figure scarne e convulse, fisionomicamente deturpate. Questi personaggi sono inseriti in luoghi che sembrano essere fuori dal controllo del tempo. Mostre personali includono Die besten Jahre unseres Lebens, Weiss Falk, Basilea (2019); Brache, Supportico Lopez, Berlino (2017). Mostre collettive includono The Estate, Kim? Contemporary Art Centre, Riga (2019); I sette messaggeri, Marselleria, Milano (2017).

Ad Minoliti (Buenos Aires, 1980)
Ad Minoliti vive e lavora a Buenos Aires. Nella pratica dell’artista, che comprende disegno, installazione, grafica digitale, il linguaggio dell’astrazione geometrica si mescola alle teorie di genere. Minoliti concepisce la pittura non come un mero formato espressivo ma piuttosto come un insieme di idee visive, spesso declinate in scenari post-umani, atte ad aprire nuove prospettive sulle nozioni di sessualità e biologia. Mostre personali includono: Biosfera Peluche/ Biosphere Plush, Tate St Ives (2022); Biosfera Peluche, BALTIC Centre for Contemporary Art, Newcastle (2021); Fantasias Modulares, MASS Moca, Massachusetts (2021); Atrium Project, Museum of Contemporary Art Chicago (2019). Mostre collettive includono: Forget Sorrow Grass, Guangdong Times Museum, Guangzhou (2019); Still I Rise, Nottingham Contemporary, Nottingham (2019).

Pietro Moretti (Roma, 1996)
Pietro Moretti vive e lavora a Roma. Le sue opere pittoriche rappresentano scene di vita quotidiana, con elementi autobiografici, traendo spunto da atmosfere fiabesche, dai fumetti e dal grottesco. In una tensione tra pittura figurativa e astratta e attraverso l’impiego di colori non naturalistici, i quadri di Moretti accentuano gli stati fisici e psicologici dei personaggi ritratti, immersi in un’atmosfera familiare e onirica al tempo stesso. Mostre personali includono: Le storture del cactus, Galleria Doris Ghetta, Milano (2023); Pietro Moretti – La carrozza Porosa e altri inizi, SARP Palazzo Previtera, Linguaglossa (2022). Mostre collettive includono: Figure Out, unosunove – arte contemporanea, Roma (2022), The Eternity Exhibition, My Beautiful City, The Painting Rooms, Londra.

Giuseppe Mulas (Alghero, 1995)
Giuseppe Mulas vive e lavora a Torino. La sua pratica artistica, che include pittura, scultura e installazione, indaga il tema del corpo e dalla sessualità, quest’ultima intesa come l’impulso a ricercare stimoli sensoriali nel reale. Il concetto di corpo è anche indagato in relazione al concetto di casa, lo spazio intimo della dimensione corporea, che nella contemporaneità vive una profonda trasformazione causata dalla digitalizzazione dei luoghi e delle esperienze. Mostre personali includono: Sleep Well Childhood, Galleria Alberto Peola, Torino (2020). Mostre collettive includono: 6 pittori, Museo Studio Felice Casorati, Pavarolo (2021); Artissima Unplugged, GAM – Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2020).

Francis Offman (Butare, Ruanda, 1987)
Francis Offman vive e lavora a Bologna. La sua pratica si sviluppa come una forma di cura per lo scarto. Tutti i materiali adottati – tele, carta, cemento, gesso di Bologna, fondi di caffè e la pittura stessa – sono infatti recuperati e anche la decisione di non servirsi di telai discende da questa logica. L’abbandono del figuratismo è da ascrivere più alle labili e stratificate reminiscenze del proprio vissuto che ad una tensione verso l’Astrattismo europeo. Mostre personali includono: Quotidiana: Paesaggio, Quadriennale di Roma, Palazzo Braschi, Roma (2022); Francis Offman, Herald St | Museum St, Londra (2021); You Might Know, MA*GA, Gallarate (2021). Nel 2021, ha partecipato alla 19. Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo e nel 2023 alla Liverpool Biennial. Nel 2020, ha ottenuto il Premio Regione Emilia-Romagna per supportare e promuovere l’arte contemporanea.

Rudi Ninov (Teteven, Bulgaria, 1992)
Rudi Ninov vive e lavora a Francoforte. La sua pratica, che si compone di disegno, pittura e scultura, nasce da un interesse per il linguaggio, la fonetica, la costruzione dei fonemi e i meccanismi della scrittura. Nei suoi lavori forme astratte si combinano con la rappresentazione figurativa di oggetti, ritagli di fumetti e appunti scritti, proponendo storie di fantasia che indagano il linguaggio scritto come forma di esperienza personale sintetica. Mostre personali includono: Writing Paintings, Galleria Continua, San Gimignano (2023); Colour Notes in Epilogue, Fondazione Elpis, Portico e San Benedetto (2021); Flatlands, American University of Bulgaria, Blagoevgrad (2018). Mostre collettive includono: Brittle Power, Kunsthal 44Møen, Møn (2021); Pretty sure it’s just the wind, Swimming Pool and Goethe-Institut, Sofia (2021); ORBIT, Messeturm, Francoforte (2020); EY-Benefizauktion, Museum für angewandte Kunst, Francoforte (2019).

Seth Price (Gerusalemme, 1973)
Seth Price vive e lavora a New York. Price utilizza ogni tipo di medium, dalla scultura al film, dal web design alla musica, dagli abiti alla poesia, per scandagliare l’infinta flessibilità del mondo digitale, la sua immaterialità totalizzante e le profonde trasformazioni che la tecnologia ha operato sulla contemporaneità. Il processo di ripetizione, ingrandimento ed elisione fa dei suoi foto-collage delle pagine che compongono un racconto di superfici, tra le quali si riconoscono la pelle umana, la carta e la pellicola sintetica. Mostre personali includono: Da parte degli artisti: dalla casa al museo, dal museo alla casa. Omaggi alle opere della Collezione Cerruti. Capitolo 1, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2019); Seth Price: Danny, Mila, Hannah, Ariana, Bob, Brad, MoMA PS1, New York (2018); Social Synthetic, Stedelijk Museum, Amsterdam (2017). Mostre collettive includono: A Leap into the Void: Art beyond matter, GAMeC Bergamo (2023); Collection 1970 – Today, Search Engines, Museum of Modern Art, New York (2020); Phantom Plane, Cyberpunk in the Year of the Future, Tai Kwun Centre for Heritage & Arts, Hong Kong (2019); Art in the Age of the Internet, 1989 to Today, Institute of Contemporary Art, Boston (2018). Nel 2018 ha partecipato alla 13. Biennale di Shanghai.

Tabita Rezaire (Parigi, 1989)
Tabita Rezaire vive e lavora a Johannesburg. La sua pratica, che comprende arte digitale e video, ma anche forme artistiche più tradizionali come gli arazzi, esplora il colonialismo e i suoi effetti sull’identità, la tecnologia, la sessualità, la salute e la dimensione spirituale, proponendo una lettura della realtà che si discosta dall’egemonia della cultura occidentale. Mostre personali includono: Fusion élémen.terre, Les Abattoirs, Tolosa (2023), Premium Connect, Batalha Centro de Cinema, Porto (2022); Immaculate Symbiosis, Centraal Museum, Utrecht (2021); Premium Connect, Hiroshima Museum of Art (2019). Mostre collettive includono: CONNECTING, KANAL Centre Pompidou, Bruxelles (2023); NTU, Nolan Oswald Dennis, Tabita Rezaire, Bogosi Sekhukhuni, Kunsthalle Bern, Berna (2023); Helsinki Biennial 2023: New Directions, HAM, Helsinki Art Museum (2023); On Caring, Repairing and Healing, Gropius Bau, Berlino (2022); Reclaim the Earth, Palais de Tokyo, Parigi (2022); Rivus, Sydney Biennial (2022); Feminist Histories, MASP, San Paolo (2019); Biennale di Berlino (2016).

Mathilde Rosier (Parigi, 1973)
Mathilde Rosier vive e lavora nella Borgogna, in Francia. Attraverso la combinazione di disegno, pittura, film, danza e teatro, Rosier costruisce mondi rovesciati, la cui musica interiore coinvolge chi guarda, contribuendo alla perdita delle coordinate spazio-temporali. Le sue opere mettono in scena rappresentazioni mistiche di animali nella cornice di scenografie ispirate alla natura. Mostre personali includono: In the Fields of Intensive Prosperity, Fondation d’entreprise Pernod Ricard, Parigi (2023); Le Massacre du printemps, MADRE, Napoli (2020); Figures of Climax of the Impersonal Empire, Fondazione Guido Lodovico Luzzatto, Milano (2018). Mostre collettive includono: Kosmos Emma Kunz, Aargauer Kunsthaus, Aarau, 2021; Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2018).

Giangiacomo Rossetti(Milano, 1989)
Giangiacomo Rossetti vive e lavora a New York. I suoi dipinti lasciano spazio a soggettività a un tempo funeste e idilliache. Le sue pennellate precise e i passaggi chiaroscurali echeggiano una tensione tipica del barocco europeo, aprendo a una ricerca sulle tecniche illusorie della pittura moderna e contemporanea. Mostre personali includono: Lesson #12 – Giangiacomo Rossetti “Tower 1”, Fiorucci Art Trust, Londra (2021); Le Fantasie, Greene Naftali, New York (2020); Bones of the Men, Mendes Wood DM, Bruxelles (2019); Deepstaria Enigmatica, Riverside, Berna (2018). Mostre collettive includono: ESPRESSIONI CON FRAZIONI, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2022); Winterfest: An Exhibition of Arts and Crafts, Aspen Art Museum (2020); Techniques of the Observer, Greene Naftali Gallery, New York (2019); Nightfall, Mendes Wood DM, Bruxelles (2018); Verlörung, Art Berlin, Berlino (2018).

Giuliana Rosso (Torino, 1992)
Giuliana Rosso vive a lavora a Torino. La sua ricerca si muove tra pittura e disegno, con contaminazioni tridimensionali che pone in relazione stretta con lo spazio reale. Il suo lavoro indaga una condizione umana di inquietudine costante, intrisa di sentimenti contrapposti dove l’infanzia e l’adolescenza ne diventano metafora. Mostre personali includono: But I Doubt, I tremble,I see (shaking edges and) the wild thorn tree, Pina, Vienna (2021); Soltanto ora, perdute, mi diventano vere, VEDA, Firenze (2019). Mostre collettive includono: Espressioni. La proposizione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020); Capriccio 2000, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2019); Expdanded Painting, Galleria Massimo Minini, Brescia (2019).

Lin May Saeed(Würzburg, Germania, 1973 – Berlino, 2023)
Lin May Saeed ha vissuto e lavorato a Berlino. Il suo lavoro sviluppa uno studio approfondito dei miti delle civiltà antiche e del loro influsso sul pensiero politico e sociale dei giorni nostri. Questi importanti temi sono spesso declinati in opere fatte con il polistirolo espanso, materiale le cui caratteristiche sono in contrasto con la scultura tradizionale. Mostre personali includono: Lin May Saeed. Im Paradies fällt der Schnee langsam, Georg Kolbe Museum, Berlino (2023); Lin May Saeed. Arrival of the Animals, The Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts (2020); Lin May Saeed: Biene, Studio Voltaire, Londra (2018). Mostre collettive includono: Eurasia – A Landscape of Mutability, M HKA Museum of Contemporary Art Antwerp, Anversa (2021-2022); Espressioni. La proposizione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2021); Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2018); 9. Biennale di Berlino (2016).

Erik Saglia(Torino, 1989)
Erik Saglia vive e lavora a Torino. Nella sua opera pittorica lo spazio assume un ruolo essenziale. L’impostazione delle griglie simmetriche è per l’artista un momento rituale scandito dal suono del nastro adesivo che si srotola sulla tela mentre i movimenti del suo corpo si fanno sempre più meccanici e precisi nel pitturare, verniciare o stendere colori spray. Mostre personali includono: Una tranquilla Apocalisse, Spazio Lampo, Chiasso (2020); Pregenesi, Palazzo Lancia, Torino (2018). Mostre collettive includono: Collezione (in) particolare, Museo d’Arte Contemporanea Lissone, Lissone (2021); Looklock, Palazzo Ercolani, Bologna (2021); Sphères, Galleria Continua, Les Moulins, Boissy-le-Chàtel (2013). È uno dei cofondatori di Spazio Buonasera, Torino (2015-2019).

Georgia Sagri (Atene, 1979)
Georgia Sagri vive e lavora tra Atene e New York. La sua pratica include performance, scultura, video, scrittura e disegno. Influenzata dal suo impegno come attivista e utilizzando spesso il proprio corpo e la propria voce come punto focale delle sue opere, Sagri indaga la costruzione dell’identità, le norme sociali e le strutture di potere contemporanee, mettendo in discussione e sovvertendo gli schemi comportamentali e i sistemi di credenze. Mostre personali includono: Case_L, Kunsthalle Friart Fribourg (2022); IASIStage of Recovery, de Appel, Amsterdam (2019); GEORGIA SAGRI and I, Portikus, Francoforte (2018); Mona Lisa Effect, Kunsthalle Basel, Basilea (2013); Antigone Model / ΜοντέλοτηςΑντιγόνης, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2013). Mostre collettive includono: YOYI! Care, Repair, Heal, Gropius Bau, Berlino (2022); Le Grand désenvoûtement Chapitre 1, Palais de Tokyo, Parigi (2022); Time Is Thirst, Kunsthalle Wien, Vienna (2019); dOCUMENTA 14, Atene e Kassel (2017); Manifesta 11, the European Biennial of Contemporary Art, Zurigo (2016); Secret Surface: Where Meaning Materializes, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2016); Biennale di Lione (2013); Whitney Biennial, New York (2012).

Alan Sierra (Sonora, Messico, 1990)
Alan Sierra vive e lavora a Basilea. I disegni di Sierra, centrali nella sua pratica che comprende anche scultura e performance, sono concepiti dall’artista come brevi testi i cui soggetti sono elementi ed esperienze di vita quotidiana, sovvertiti nei loro significati superficiali e riscritti secondo prospettive inedite. Mostre personali includono: Vísperas, la Capella, Barcellona (2022). Mostre collettive includono: El Gran Grito “Next Generation”, Kunsthaus Baselland, Muttenz (2023); Who Tells a Tale Adds a Tale, Denver Art Museum, Texas (2021), Omissísimo, Galeria Cavalo, Rio de Janeiro (2020).

Elisa Sighicelli (Torino, 1968)
Elisa Sighicelli vive e lavora a Torino. L’artista utilizza la fotografia per fare un lavoro sulla fotografia. Fondendosi con supporti tattili e materici, le sue immagini catturano gli echi del visibile, analizzando i modi in cui la realtà riflette su se stessa. Mostre personali includono: As Above, So Below, GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milano (2023); Carla Accardi and Elisa Sighicelli, 55 Walker Street, uno spazio di Bortolami Gallery, kaufmann repetto, Andrew Kreps Gallery, New York (2020); Da parte degli artisti: dalla casa al museo, dal museo alla casa. Omaggi alle opere della Collezione Cerruti. Capitolo 3 – Elisa Sighicelli, Lumenombra Lumenicta, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2019). Mostre collettive includono: Stasi Frenetica, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2020); Marking Time, MCA – Museum of Contemporary Art Australia, Sydney (2012). Nel 2009, è stata una delle artiste a rappresentare il Padiglione Italia in occasione della 53. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia.

Ania Soliman (Varsavia, 1970)
Ania Soliman vive e lavora a Parigi. Incentrandosi sulla relazione tra natura e tecnologia, la sua pratica di disegno abbraccia processi di mappatura, colorazione e cancellazione. I materiali di partenza si trasformano in opere sovrascritte, tracciando l’esperienza intima dell’artista nel vivere lo spazio digitale, fatto di discontinuità, reti subliminali e ripetizioni virali. Mostre personali includono: Inside the Thing is Nothing, Pera Museum, Istanbul (2015), in occasione della 14th Istanbul Biennial; Semiwild, Museum of Cultures, Basilea (2014). Mostre collettive includono: Unprecedented Times, Kunsthaus Bregenz, Bregenz (2020); Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2018). Nel 2010, ha partecipato alla Whitney Biennial, New York.

Marta Spagnoli (Verona, 1994)
Marta Spagnoli vive e lavora a Venezia. La sua pratica artistica si concentra sulla pittura e sul disegno, indagando la costante reciprocità tra l’esperienza umana, la dimensione animale e l’ambiente che li ospita. Nelle sue opere elementi organici, mitologici e antropomorfi si intrecciano tra loro e animano uno spazio in evoluzione, libero da collocazioni temporali e spaziali. Il bianco della tela è il punto di partenza per lo svolgimento cromatico e narrativo delle opere, in cui il colore e la sua materialità riscrivono costantemente la struttura di ogni immagine. Mostre personali includono: In primo luogo, Galleria Continua, Roma (2022); Earthly Body, Galleria Continua, Les Moulins (2021); Felicia Munera, Una Boccata d’Arte, Ronciglione (2020). Mostre collettive includono: De leur temps (7), un regard sur les collections privées françaises, Fonds régional d’art contemporain, Dunkerque (2023); DA→A Gli artisti della Collezione BLM 1998→2018, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2022); Italian Twist, Fondazione Imago Mundi, Treviso (2021); Libere Tutte, Casa Testori, Novate Milanese (2019).

Victoria Stoian (Chișinău, 1987)
Victoria Stoian vive e lavora a Torino. La memoria della sua terra, la Moldavia, è all’origine delle sue opere pittoriche. Riferimenti a tradizioni culturali, ma anche a catastrofi naturali oppure a tensioni politiche sono tra i soggetti che animano i suoi dipinti. Nelle sue tele, l’artista riflette sul caos, la fragilità e il conflitto articolandoli attraverso una pittura libera, nella quale il disegno è prodotto dall’accostamento di precise pennellate. Mostre personali includono: Nistru-Confines, Alberto Peola, Torino (2018); Rallenting. Codri Earthquake, Studio la Città, Verona (2015). Mostre collettive includono: Eclettica, MEF – Museo Ettore Fico, Torino (2022); 1000 EVENTI Storie di galleria, Giuseppe Pero, Milano (2018); 906090, Giuseppe Pero, Milano (2017); I capricci del destino, Giuseppe Pero, Milano (2015).

Sarah Sze (Boston, 1969)
Sarah Sze vive e lavora a New York. Attingendo al mondo fisico e a quello digitale, l’artista assembla complesse opere multimateriche che abbracciano scultura, pittura, disegno, incisione, video e installazione. Microscopici e macroscopici, questi universi catturano gli osservatori proponendo inedite esperienze intrise dell’effimera temporalità di umili oggetti quotidiani. Mostre personali includono: Sarah Sze, Nasher Sculpture Center, Dallas, Texas (2023); Night into Day, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi (2020-2021); Off the Wall, San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco (2020). Mostre collettive includono: .paint, Museum of Contemporary Art Chicago (2020); Surrounds, 11 Installations, The Museum of Modern Art, New York (2019). Nel 2016, ha ricevuto il Louise Blouin Foundation Award. Nel 2013, ha rappresentato gli Stati Uniti in occasione della 55. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia. Nel 2021 l’artista ha presentato la sua prima installazione video ambientale e monumentale nel contesto del programma Art Basel Parcours.

Inka ter Haar (Duisburg, Germania, 1980)
Inka ter Haar vive e lavora a Basilea. Nei suoi dipinti, che raccontano storie di amore, sessualità, violenza e morte, ter Haar ritrae oggetti d’arredo quotidiani – sedie, tavoli, lampade… – resi attraverso campiture di colore piene e vibranti, in cui il corpo umano compare solo come frammento. Sospendendo le leggi della prospettiva, le immagini di ter Harr sottolineano l’illusione dello spazio pittorico. Mostre personali includono: FREUD ME – Matthias Dornfeld & Inka ter Haar, Waldburger Wouters, Bruxelles (2023); Inka ter Haar. LOVE, Kunsthaus Langenthal (2021). Mostre collettive includono: We are so many here, Kunsthalle Basel, Basilea (2022); A–PART, Kunsthalle Basel, Basilea (2021).

Paolo Turco (Cuneo, 1981)
Paolo Turco vive e lavora a Mondovì. I luoghi che esplora gli fornisco non soltanto lo spunto concettuale ma anche i materiali per realizzare le sue opere. Pietre, terra, legno, ma anche rifiuti, soprattutto in plastica, sono raccolti in piccoli vasetti in vetro. Chiusi con coperchi in metallo, questi vasetti sono accostati come fossero tessere di un mosaico, delineando composizioni che riproducono ed interpretano gli originali paesaggi incontrati. Mostre personali includono: D’acque, di fiori, di montagne, Museo Civico della Stampa, Mondovì (2008); Natural-mente, Accademia Albertina di Belle Arti, Torino (2002). Mostre collettive includono: Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea, Reggia di Venaria Reale, Torino (2021); Italia Giovane Stato, Fondazione Peano, Cuneo (2011).

Alice Visentin (Ciriè, Torino, 1993)
Alice Visentin vive e lavora a Torino. I dialoghi con la nonna materna e le donne del borgo di montagna da cui proviene la sua famiglia ispirano le sue opere pittoriche. Menestrelli, giganti, gigantesse e pastori sono alcuni tra i personaggi che ricorrono nelle sue opere. Presentati con dignità quasi regale, essi sono i protagonisti di racconti fantastici, nei quali l’umano e dettagli di natura si uniscono talvolta confondendosi gli uni con gli altri. Mostre personali includono: The morning tide of moods, Lateral Roma (2023); Malefate, Almanac Project, Torino (2021); Planète, Istituto Italiano di Cultura, Parigi (2021); Una Boccata d’Arte. Il comizio, la merenda, il canto, Galleria Continua, Avise (2020). Nel 2019 ha interpretato Enrico Baj in Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019, rievocazione organizzata dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, e Fondazione CRC, Cuneo. Nel 2019 ha vinto il premio ACCADEMIBAC, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e dalla Fondazione La Quadriennale di Roma. È una delle cofondatrici di Spazio Buonasera, Torino (2015-2019). Nel 2023 è stata vincitrice di una borsa di studio in Arti Visive presso l’American Academy in Rome.

Zadie Xa(Vancouver, 1983)
Zadie Xa vive e lavora a Londra. Pittura, performance, video e tessuti sono mezzi attraverso cui l’artista si interroga su molteplici argomenti che, dall’ecologia, includono la fantascienza e le religioni antiche. Nelle sue opere, le tradizioni culturali coreane sono rilette in chiave post-digitale, dando vita a personaggi le cui storie propongono inedite mitologie. Mostre personali e performance includono: Child of Magohalmi and the Echoes of Creation, De La Warr Pavillion, Bexhill-on-Sea (2019); Tramway, Glasgow (2019); Yarat Contemporary Art Space, Baku (2019); Meetings on Art, 58. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia (2019). Mostre collettive includono: Lee Scratch Perry The Orbzerver, Museo MACRO, Roma; Still I Rise: Feminisms, Gender, Resistance – Act 3, Arnolfini, Bristol (2019); Body Armor, MoMA PS1, New York (2018). Nel 2021 è tra le artiste invitate a Bodies of Water, 13. Biennale di Shanghai.


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
Consulenza Stampa
Stilema | anna.gilardi@stilema-to.it | tel. 011.530066


Ufficio Comunicazione Fondazione CRC
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Ufficio stampa locale
Autorivari studio associato | staff@autorivari.com | tel. 0171.601962
Fabrizio Pepino | f.pepino@autorivari.com 

ROME ART WEEK 2023 – Gli appuntamenti da segnare in agenda oggi e domani 26 ottobre

ROME ART WEEK 2023
Continua la settimana dell’arte contemporanea, dopo la grande apertura di lunedì 23 ottobre

Gli appuntamenti da segnare in agenda di mercoledì 25 ottobre e giovedì 26 ottobre

Continua la settimana dell’arte contemporanea, Rome Art Weeek, dopo la grande apertura di lunedì 23 ottobre che ha visto inaugurare centinaia di mostre personali e collettive, open studio, performance, talk, eventi e visite guidate, creando così una rete di artisti, gallerie, fondazioni, istituti di cultura stranieri, spazi indipendenti e curatori, sviluppando e sostenendo la conoscenza e la diffusione dell’arte a più livelli e promuovendo un nuovo turismo nella Capitale legato al contemporaneo.

Al fine di facilitare la visita dei diversi luoghi aderenti a RAW, sono state organizzate visite guidate, suddivise per zone o aree tematiche, che si svolgono a piedi, in piccoli gruppi che vengono accompagnati nelle strutture espositive e negli studi degli artisti e che è possibile prenotare al link

 

Anche le giornate di mercoledì 25 ottobre e di giovedì 26 ottobre 2023 propongono un ricco ventaglio di eventi e inaugurazioni sparsi per la capitale. Tra questi vi segnaliamo:

25 ottobre 2023

Mostre ed eventi

  • La Fondazione Cervelli Ribelli propone un dialogo con l’intelligenza artificiale con il lavoro di Alessandro Bavari, artista italo-francese nel progetto Incanti sintetici tra umano e A.I. e quello di Fabrizio Intonti nella performance I am I
  • La Fondazione Memmo presenta la prima mostra in Italia di Sin Wai Kin, a cura di Alessio Antoniolli, con la nuova opera video da cui prende nome la mostra, Dreaming the End, interamente girata a Roma.
  • L’Accademia d’Ungheria in Roma, in occasione dei 110 anni dalla nascita di Robert Capa, propone la mostra fotografica ROBERT CAPA, il fotoreporterorganizzata in collaborazione con il Robert Capa Contemprary Photography Center Budapest.
  • Il Museo Hendrik Christian Andersen presenta la mostra Le tele di Penelope. Partitura a schema libero in 5 movimenti di Danilo Maestosi, un viaggio nel tempo che conduce l’artista a cercare il contatto con le opere del Museo Andersen e la «città ideale» sognata dal pittore norvegese.
  • Presso gli spazi dell’AAIE Center for Contemporary Art inaugura la mostra personale di Gio Montez a cura di Yongxu Wang. 

Open Studio

  • – Tra gli open studio da visitare, per meglio conoscere il processo artistico, si segnalano Franco Losvizzero, Massimo Napoli, Alessia Nardi e Consuelo Mura, Peter Flaccus, Wibaa.

Visite Guidate

Il Percorso der Core, una passeggiata dalla Fontana di Trevi a Palazzo Sforza Cesarini, il Percorso San Lorenzo, il Percorso Trastevere e il Percorso Villaggio Globale, insieme alle altre prenotabili al link


26 ottobre 2023

Mostre ed eventi

  • Presso Villa Altieri, il Miami New Media Festival XVIII presenta la prima italiana dei video selezionati attraverso la call realizzata in collaborazione con la Rome Art Week.
  • La Fondazione Giuliani presenta prima personale a Roma della celebre artista Liz MagorThe rise and the fall
  • Il Lavatoio Contumaciale propone la mostra personale di Javier, Armonia delle sfereaccompagnata in apertura dalla performance di Louis Siciliano e Giovanni Imparato che eseguiranno musiche composte espressamente “in frequenza armonica” con le opere esposte.
  • François Ghebaly inaugura l’apertura di un nuovo spazio espositivo temporaneo, Rhinoceros Gallery, la prima espansione della galleria al di fuori degli Stati Uniti dalla sua fondazione nel 2009: la mostra d’esordio riunisce una selezione trasversale di artisti della galleria, con Neïl Beloufa, Max Hooper Schneider, Em Rooney e Ludovic Nkoth.
  • L’Instituto Cervantes di Roma ospita la mostra Migrantes di Issa Watanabe, una delle più famose illustratrici latinoamericane degli ultimi anni. 
  • Il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti decorative presenta il lavoro di Sally Smart (nata nel 1960) è una delle principali artiste contemporanee australiane riconosciuta a livello internazionale per le sue installazioni, performance, video e opere tessili che affrontano le intricate relazioni tra corpo, pensiero e cultura.

Open Studio e Visite guidate

Tra gli open studio è possibile visitare quelli di Laura Federici, Andrea Felice, Paola Grizi, Giulia Ripandelli, Daniele Ruffini. 

Continuano anche le visite guidate nel vari Rioni del centro, in diversi percorsi ragionati e studiati appositamente per districarsi attraverso l’ampia offerta di questa settimana dell’arte 2023. 


Rome Art Week è un progetto culturale totalmente indipendente e no profit promosso da Kou – Associazione per la promozione delle Arti visive, nella quale tutto lo staff organizzativo, da otto anni, mette a disposizione le proprie competenze in forma totalmente gratuita e volontaria, credendo fermamente nella possibilità di generare una vera rete tra tutti gli operatori culturali romani che lavorano nel contemporaneo. 

Rome Art Week si avvale: del patrocinio del Ministero della Cultura, Regione Lazio, Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Sapienza Università di Roma, Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’arte in Roma, CIU Confederazione Italiana Unione delle professioni Intellettuali; con il supporto e collaborazione di: Roma Capitale Assessorato ai Grandi Eventi Sport Turismo e Moda. Sostenitori: Poste Italiane, Idea Positivo. Partner: Certart, Menexa, Art Shares. Media partner: Dimensione Suono soft, E-zine, The Art Libido, Prima Pagina News. Partner tecnici: Hotel Parrasio. Iniziative partner: Miami New Media Festival. Ufficio stampa di supporto: Incandenza (partner e patrocini aggiornati alla data 18 ottobre 2023).

Le news e gli elenchi dei partecipanti sono in costante aggiornamento e disponibili su www.romeartweek.com 


INFO
#romeartweek 23-28 ottobre 2023
[w] romeartweek.com
[e] info@romeartweek.com
[fb]: www.facebook.com/romeartweek
[in]: www.instagram.com/romeartweek
[tw]: www.twitter.com/romeartweek
[vim]: www.vimeo.com/romeartweek

Sede organizzativa
[a] Via della Barchetta, 13 – 00186 Roma 
[t] +39 06 21128870

Ideazione e organizzazione
Kou Associazione no-profit per la promozione della arti visive
[a] Via della Barchetta, 13 – 00186 Roma
[w] www.kou.net
[cf] 97815340589

Ufficio Stampa RAW
Roberta Melasecca
[e] roberta.melasecca@gmail.com
[e] press@romeartweek.com

Ufficio Stampa di supporto
Incandenza

[e] incandenza@incandenza.it
[w] www.incandenza.it

Pisa, Museo della Grafica: Guida all’Opera “Il Barbiere di Siviglia”

Il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa) e la Fondazione Teatro di Pisa sono lieti di invitarvi all’evento

Guida all’OperaIL BARBIERE DI SIVIGLIAGiovedì 26 ottobre, ore 18:00Nelle suggestive sale del Museo della Grafica, in via eccezionale, il direttore artistico della Fondazione Teatro di Pisa Cristian Carrara, attraverso brani e arie celebri, curiosità e aneddoti sulla vita di Gioachino Rossini, e sulla genesi e la composizione del Barbiere di Siviglia, approfondirà con il pubblico la trama, i personaggi e gli aspetti musicali del capolavoro rossiniano.Saranno presenti il regista Luigi De Angelis, il direttore Francesco Pasqualetti e gli artisti del cast. 

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Ricordiamo che fino a domenica 29 ottobre sarà possibile visitare la mostra di maquettes La Bottega di Figaro.

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-67-59-70)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Messina, FORO G gallery: Inaugurata la personale di pittura di Giovanni Gargano

La nuova mostra personale di pittura
di Giovanni Gargano

a cura di Roberta Guarnera
e testo critico di Mariateresa Zagone

Giorno 21 ottobre si è inaugurata presso la FORO G gallery di Messina la mostra personale, di pittura, di Giovanni Gargano dal titolo “10|20 linee di confine. Ricerca e forma del paesaggio”.
L’artista usa razionalmente qui e con attitudine minimal lo stile astratto, combinando diverse tecniche di colore in modo equilibrato, in forma verticale ed orizzontale.
A cura di Roberta Guarnera e con il testo critico di Mariateresa Zagone, è visitabile fino al 5 Novembre.

Nella foto da sinistra a destra: Mariateresa Zagone  (testo critico) Giovanni Gargano (artista) e Roberta Guarnera (curatrice della mostra e titolare della FORO G gallery)


Gli orari di visita sono:
Mercoledì 10 – 13 / 15.30 – 18.30
Giovedì 10 – 13
Venerdì 15.30 – 18.30
Sabato e Domenica 10 – 13

1- 2 NOVEMBRE 10 – 13
Fuori orario è possibile fissare un appuntamento su info@foroggallery.com


FORO G gallery
foroggallery.com
Via Lago Grande 43B 98165 Ganzirri (ME)

Instagram: @forog.gallery

Ospedale Villa Bellombra (BO): con l’arte fiorisce il benessere dei pazienti – Mostra di Elham M. Aghili 

Elham M. Aghili FIORITURA IN CORSO

Ospedale Villa Bellombra: qui l’arte fiorisce per il benessere dei pazienti

Fioritura in corso di Elham M. Aghili è il titolo della mostra che l’Ospedale Villa Bellombra di Casteldebole, a Bologna, si appresta ad accogliere per offrire ai pazienti e a tutti i visitatori un messaggio positivo e di rinascita. L’inaugurazione è prevista mercoledì 25 ottobre alle ore 15 alla presenza della direzione sanitaria e del personale dell’ospedale insieme all’artista iraniana Elham Aghili e alla curatrice Eleonora Frattarolo. 

Dopo la mostra fiabesca di Angelo Maisto, l’atrio dell’ospedale riabilitativo Villa Bellombra continua a popolarsi di opere ispirate alla natura, in una visione sempre onirica ma stavolta configurandosi in una dimensione tridimensionale.
Si tratta infatti di installazioni di fiori e piante costruite da Elham M. Aghili con una tecnica che utilizza i filati di scarto, sostenuti da un “anima” di capsule di medicinali in plastica, anch’essi scarti, in un’ottica di riciclo e sostenibilità dei materiali.

Grazie all’attenzione e all’investimento nel valore terapeutico dell’arte del Consorzio ospedaliero Colibrì, l’ospedale Villa Bellombra ha voluto destinare il proprio atrio a mostra d’arte permanente per rendere più leggera e piacevole l’atmosfera di un ambiente ospedaliero.

“Crediamo moltissimo nell’arte soprattutto quando porta con sè un messaggio sociale e inclusivo. Abbiamo scelto una artista donna anche in riferimento alla centralità che hanno le donne nel nostro Bilancio di Genere. Questa iniziativa artistica sarà arricchita ed integrata da una mostra diffusa nel giardino di Villa Bellombra che ospiterà delle opere in sintonia con i progetti riabilitativi dell’ospedale” – dichiara il Cav. del lavoro Averardo Orta amministratore delegato del Consorzio Colibrì.

Villa Bellombra – foto Giacomo Maestri

La mostra è un’iniziativa a cura di The Rooomconcept agency specializzata in tematiche legate alla sostenibilità ambientale, all’innovazione, alla creatività e alla responsabilità sociale.

“L’intervento di Elham M. Aghili a Villa Bellombra si configura come un grande prato collocato sul pavimento della hall, su cui sorgono fiori fantastici, piante surreali, fogliami immaginari. Una selva festosa costruita con filati coloratissimi che emana gioia di vivere ed energie positive” – queste le parole della curatrice della mostra Eleonora Frattarolo.

Elham M. Aghili

Elham M. Aghili si racconta

Sono sempre stata una grande osservatrice del rapporto tra l’essere umano, la natura e l’ambiente che lo circonda, e in esso ho individuato il mio viaggio nell’arte, provando a dare vita ad ambienti immersivi ed immaginifici che sono diventati man mano un micromondo personale parallelo a quello reale. Un micromondo tanto selvaggio, invasivo e quasi primitivo, quanto calcolato in ogni suo piccolo dettaglio. Grazie alle mie radici iraniane e al mestiere di famiglia, che mi hanno sempre portata a vivere a stretto contatto con i tappeti persiani, è stato istintivo riconoscere nei filati il materiale elettivo della mia ricerca, e ritrovare assonanze formali e simboliche con il processo di vita della natura per dare forma ed energia alla mia espressione artistica. I tappeti persiani sono una delle prime rappresentazioni figurative in tessile del giardino quale metafora del mondo,  metafora che nella mentalità persiana è vissuta come una visione interiore, oltre ad essere il nostro habitat. Una visione che in ogni modo cerca l’incontro col mondo, oggi caratterizzato da cambiamenti climatici devastanti, atroci guerre e pandemie globali. Ed è proprio In questo momento che anche nella mia ricerca l’arte ha continuato a svolgere il suo ruolo di sentinella. Gli intrecci si sono trasformati in ambienti ibridi, vivi e vivaci, talvolta immersivi. Come se il tempo si potesse fermare in un attimo a noi ignoto e fatato, in cui la vita si sovrappone alla sopravvivenza, lo stupore si sostituisce all’angoscia e il cambiamento torna a far fiorire la bellezza.

Elham M. Aghili

Eleonora Frattarolo curatrice della mostra racconta Elham M. Aghili

Nel comporre l’immaginario di fitta natura surreale ad alta densità, Elham M. Aghili si avvale di una pratica creativa nutrita di potente immaginazione e di una chirurgica abilità tecnica e fantastica. L’utilizzazione di filati Chanel usati, di capsule plastiche medicali adoperate come anime nelle singole opere, sono inoltre conseguenza di attenzione ecologica verso scarto e riciclo, e di sensibilità che nel manipolare e visionare il residuale, ne concepisce altra vita, ulteriori morfologie, moltiplicate e addizionate risultanze cromatiche. Le mani di Elham sono quindi mani fatate, in grado di tramutare fili singoli, solitari e modesti, in volumi plastici, scultorei, in splendidi fiori e piante avvincenti, dalle combinazioni coloratissime, sovradimensionate, stupefacenti. Energie cromatiche di una botanica che non attrae insetti, ma sembra proliferare e moltiplicarsi perché dotata di una linfa aliena nel nostro mondo, sconosciuta, davvero misteriosa. E a volte, a guardar bene, sembra anche che queste creature in forma di fiori e di piante siano incorporazioni materiche così esuberanti e movimentate anche perché traggono la propria fonte vitale non solamente dal suolo, dall’aria e dalla luce, ma addirittura da propensioni carnivore, pur sempre fiabesche, incredibili e sorprendenti.            

Eleonora Frattarolo


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Roma, Spazio Urano: Strutture 2009-2023 – Open studio di Francesco Campese

Autoritratto

Strutture 2009-2023
Open studio di Francesco Campese

a cura di Simona Pandolfi

Sabato 28 ottobre 2023, ore 18.00

Evento all’interno della Rome Art Week (23-28 ottobre 2023)

Spazio Urano, via Sampiero di Bastelica 12 – Roma (Pigneto)

In occasione della Rome Art Week 2023, Francesco Campese ha deciso di aprire le porte del suo studio, Spazio Urano, mostrando ai visitatori una serie di lavori realizzati in differenti anni di attività, ma accomunati dal medesimo interesse per le strutture architettoniche e il loro inserimento nello spazio.

In occasione della Rome Art Week 2023, Francesco Campese ha deciso di aprire le porte del suo studio, Spazio Urano, mostrando ai visitatori una serie di lavori realizzati in differenti anni di attività, ma accomunati dal medesimo interesse per le strutture architettoniche e il loro inserimento nello spazio.
I lavori realizzati tra il 2009 e il 2013 si distinguono per l’originalità della rappresentazione del contesto urbano: scorci di edifici, strutture che si alzano verso il cielo, viste dall’alto o dal basso, inquadrature da destra o da sinistra, e il volto della città che velocemente muta ma continua a dialogare con la sua storia. All’inizio Campese ha indagato la realtà circostante meditando sull’incidenza della luce sulle strutture in tutte le sue variabili, successivamente la sua ricerca è progredita oltre la dimensione reale.

In una cospicua serie di lavori successivi, realizzati tra il 2013-2015, l’artista ha elaborato misteriose strutture architettoniche dal sapore antico, quinte teatrali senza attori, che rievocano l’insegnamento dei Maestri del Trecento e del Quattrocento, le leggi della prospettiva rinascimentale e le atmosfere sospese della Metafisica e del Realismo magico.

Omaggio alla terra

Dopo lo studio dei Maestri e la realizzazione di opere incentrate sul tema del paesaggio, Campese è ritornato sul tema delle strutture. Nei recenti lavori da una parte ha conservato lo stile asciutto e ritmato delle opere iniziali, dall’altra ha acquisito una maggiore consapevolezza plastica delle forme geometriche, che vengono inquadrate in soluzioni di volta in volta sempre più ardite, spesso sospese e avvolte da un’atmosfera metafisica.

Come afferma l’artista, «nelle opere più recenti l’intento è quello di uscire fuori dalla rappresentazione della città, quindi dalle strutture urbane, e di afferrare qualcosa che si avvicina al “divino”, prendendo spunto da misteriose strutture antiche, come le piramidi, i monoliti, la porta del sole. Indagare appunto il mistero: è quello che cerco di trasmettere allo spettatore».

In alcune tele del 2023, soprattutto in quelle di piccole dimensioni, le strutture sembrano addirittura voler balzare fuori dallo spazio prospettico per procedere incontro allo spettatore, ipotizzando quasi una futura evoluzione delle “Strutture” di Francesco Campese verso l’esplorazione delle profondità della modellazione 3D.


Informazioni
L’open studio sarà visitabile su appuntamento durante la Rome Art Week
Sabato 28 ottobre 2023, ore 18.00, incontro con Francesco Campese in studio

Per appuntamento: tel 3290932851; e-mail info@spaziourano.com

Roma, Capitolium Art: ANTONIA DI GIULIO – L’addio della Duchessa

Mercoledì scorso si è svolto un particolare opening a Spazio all’Arte, che sanciva la svolta artistica di Antonia Di Giulia raccontata dall’ambasciatore Umberto Vattani.
La mostra è in corso a Roma a Spazio al’Arte in via delle Mantellate 14b,  con le grandi tele della pittrice e le fotografie di Mario Schivano. I testi critici del Catalogo firmati da Achille Bonito Oliva. 

Il 19 ottobre scorso, nella sede romana della Casa d’aste Capitolium Art, Spazio all’Arte, ha avuto luogo un evento particolare, “L’ADDIO DELLA DUCHESSA”. Un’artista, identificata per anni come la “Duchessa della pittura”, ed un abito che da fisico diventa per anni mentale e artistico. Proprio in questo spazio in Via delle Mantellate, dove lavorava e abitava Mario Schifano, Antonia Di Giulio incontra il Maestro. Nacque, complice un abito settecentesco, da Duchessa di Valmont, un dialogo che dette inizio al ruolo della Duchessa per Antonia Di Giulio. “L’epoca del Rococò, quando l’horror vacui barocco diventa capriccio teso all’eccentricità e diventa in qualche modo ansietà da camera, diventa sentimento domestico interpretato in maniera festevole dall’abito della pittrice, dalla Duchessa della pittura che porta al passaggio dell’abbigliamento in uno spazio che è quello della esemplarità” scrive Achille Bonito Oliva nel testo critico del Catalogo della mostra. – “È un abito che non avrei voluto togliere mai” – ha commentato Antonia Di Giulio all’opening. Ad ogni tela esposta nelle mostre della pittrice è sempre affiancato uno degli scatti che Mario Schifano fece in questo studio. Fino ad oggi, quando l’Artista decide di cambiare direzione al suo percorso artistico.

Mentore di Antonia Di Giulio da sempre. Achille Bonito Oliva definisce la sua arte “pittura che viaggia dal ‘700, sfonda il 2000 nella coscienza di una durata che l’ambivalenza, il doppio gioco dell’arte di tessitura e superficie, travestimento e abbigliamento, velocità e regressione, ridondanza e disciplina, possano prolungare la vita ad un’arte oggi sempre più mortificata da una tecnologia che ne assorbe tutti i risultati scremandone la sua utopia. Antonia di Giulio conserva invece dell’utopia il concetto, la definizione u-topos, dal greco “non luogo”. “Ella si sospende nel tempo e attraversa lo spazio della pittura, si disloca in una oscillazione, una sorta di altalena Watteau del ‘700, ci introduce in questo viaggio verso Chythera, un viaggio verso la poesia su un’altalena che ha alle spalle il ‘700 e di fronte il 2000″. 

Nell’incontro che ha aperto il 19 ottobre la mostra, introdotto dal Responsabile di Spazio all’Arte, Willy Zuco, l’Ambasciatore Umberto Vattani, cultore dell’arte, ispiratore tra l’altro dell’operazione artistica della Collezione Farnesina a Roma, racconta di come Schifano abbia intravisto nella allora giovanissima Antonia una fonte nuova di ispirazione anche per lui, sempre curioso, sempre in costante ricerca. Schifano le fa indossare l’abito, in una curiosa esperienza fotografica e pittorica e un costante gioco tra coperto ed esibito, cogliendo l’occasione di variare sul tema del Barocco. Le pennellate di Schifano su alcune delle fotografie, in particolare quelle che disegnano ali intorno al corpo di Antonia, quasi a farne un angelo, ispirano a loro volta verso l’alto la pittura di Antonia Di Giulio, come si nota nelle grandi tele delle “Nuvole” in mostra a Spazio all’Arte. Tra le fotografie di Schifano esposte inoltre, ha evidenziato l’Ambasciatore Vattani, alcune già indicano l’imminente svolta: la necessità della pittrice di svestirsi di quell’abito e voltare pagina. Così indica la grande fotografia realizzata su carta d’argento e montata come un ritaglio su una tela bianca a sancire il passaggio della pittrice da un luogo a un altro; e così un’altra foto esposta, dominata dalla trasparenza, dove si distinguono solo i tratti del volto e Antonia tiene in mano un oggetto sfumato, che si rivela essere una piccola tela, la tela con la quale l’artista darà inizio ad un nuovo percorso.  

La mostra “L’addio della Duchessa”, con le fotografie di Mario Schifano e le grandi tele di Antonia Di Giulio, è visitabile a Spazio all’Arte, Via delle Mantellate 14b, dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.00.

Sabato 28 ottobre prossimo, dalle 16.00 alle 21.00, il Finissage della mostra, nell’ambito della partecipazione di Capitolium Art alla Rome Art Week.

L’ingresso è libero. Per informazioni: comunicazione@capitoliumart.it


Comunicazione
Spazio all’Arte – Capitolium Art Roma
e-mail: comunicazione@capitoliumart.it