Eugène Delacroix – La Libertà che guida il popolo

La Libertà che guida il popolo (1830), Museo del Louvre, Parigi

IL DIPINTO

La Libertà che guida il popolo (La Liberté guidant le peuple) è un dipinto a olio su tela (260×350 cm) del pittore francese Eugène Delacroix, realizzato nel 1830 e conservato nel museo del Louvre a Parigi. La tela, esposta al Salon del 1831, fu acquistata per la bella cifra di 3.000 franchi dal governo francese, che voleva esporla nella sala del Trono del palazzo del Lussemburgo come monito per il «Re Borghese» Luigi Filippo, asceso al trono francese dopo la fuga di Carlo X. L’opera, tuttavia, venne giudicata troppo pericolosa e «rivoluzionaria» e, pertanto, venne prudentemente confinata in un attico, sprofondando nell’oblio. Da quell’anno in poi fu esposta solo nel 1848, in occasione della Rivoluzione (ma solo per alcune settimane), e nel 1855 all’Esposizione Universale di Parigi, con il permesso del nuovo imperatore Napoleone III. Dal 1874, invece, l’opera fa parte delle collezioni del museo del Louvre, dove è tuttora esposta.

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Autoritratto (1837 circa), Museo del Louvre, Parigi

L’ARTISTA

Ferdinand Victor Eugène Delacroix, più semplicemente noto come Eugène Delacroix (Charenton-Saint-Maurice, 26 aprile 1798 – Parigi, 13 agosto 1863), è stato un artista e pittore francese, considerato il principale esponente del movimento romantico del suo paese. Ferdinand Victor Eugène Delacroix nacque il 26 aprile 1798 a Charenton, in una famiglia della haute bourgeoisie: il padre, Charles-François Delacroix, era un uomo politico francese nominato sotto il Direttorio ministro degli Esteri, mentre la madre, Victoire, era la figlia di un benestante ebanista parigino, Jean-François Oeben. Ci sono motivi per credere che suo padre, Charles Delacroix, all’epoca del concepimento di Eugène fosse sterile, e che il suo vero padre sia in realtà Charles Maurice de Talleyrand, futuro ministro degli Esteri e amico assai intimo della famiglia, al quale in età adulta Eugène assomiglierà sia nell’aspetto che nel carattere. Nel corso della sua carriera di pittore Delacroix rimarrà sotto la protezione prima dello stesso Talleyrand, ed in seguito di suo nipote, Charles Auguste Louis Joseph Demorny, duca de Morny, fratellastro di Napoleone III e presidente della camera dei deputati francese.

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Su MAMbo channel il tema della ripetizione e della ciclicità contemporanea

Vai su YouTube MAMbo Channel

In risposta alla nuova misura di sospensione dell’apertura dei musei disposta dal DPCM dell’8 marzo 2020 sul contenimento della diffusione del Coronavirus, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna lancia “2 minuti di MAMbo”, un’iniziativa di engagement digitale con la pubblicazione di nuovi contenuti video visibili da oggi fino al 5 aprile. Ogni giorno, dal martedì alla domenica come simbolicamente nei giorni di apertura ordinari del museo, alle ore 15.00 verrà pubblicato un nuovo contributo sul canale YouTube MAMbo Channel (https://www.youtube.com/channel/UCif0…), poi rilanciato sulle piattaforme social Facebook, Instagram e Twitter del museo. Quattro gli ambiti tematici su cui, a rotazione consecutiva, saranno incentrate le clip: la mostra temporanea AGAINandAGAINandAGAINand, la collezione permanente MAMbo, il Museo Morandi e il Dipartimento educativo MAMbo. Con questa iniziativa, di semplice produzione e facilmente fruibile, il MAMbo trasferisce la propria mission di diffusione della cultura contemporanea nella dimensione digitale, aderendo alla campagna #iorestoacasa, nata spontaneamente sulla rete per invitare a per combattere la diffusione del virus limitando le relazioni sociali.

Museo d’arte moderna di Bologna
Il Museo d’arte moderna di Bologna (abbreviato anche in MAMbo) è uno dei principali musei italiani di arte moderna e contemporanea. È sede dell’Istituzione Bologna Musei, orientata alla ricerca artistica contemporanea. Ospita sia collezioni permanenti che mostre temporanee. All’interno si trovano una biblioteca, una libreria e un bar/ristorante.
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IMMAGINE DI APERTURA – La sede del MAMbo nell’ex Forno del pane

Théodore Géricault – La zattera della Medusa

La zattera della Medusa, 1818-1819, Parigi, Museo del Louvre

IL DIPINTO

La zattera della Medusa (Le Radeau de la Méduse) è un dipinto a olio su tela (491×717 cm) di Théodore Géricault, realizzato nel 1818-19 e conservato nel Museo del Louvre di Parigi. Completato quando l’artista aveva soltanto 29 anni, il dipinto rappresenta un momento degli avvenimenti successivi al naufragio della fregata francese Méduse, avvenuto il 2 luglio 1816 davanti alle coste dell’attuale Mauritania, a causa di negligenze e decisioni affrettate da parte del comandante Hugues Duroy de Chaumareys che, oltre a non navigare da circa venticinque anni, non aveva una buona conoscenza di quelle acque, cosa che portò la fregata ad incagliarsi sul fondale sabbioso. Oltre 250 persone si salvarono grazie alle scialuppe, le rimanenti 150, la ciurma, dovettero essere imbarcate su una zattera di fortuna, lunga 20 metri e larga 7, e di queste soltanto 10 fecero ritorno a casa.

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Autoritratto del 1821

L’ARTISTA

Jean-Louis André Théodore Géricault (Rouen, 26 settembre 1791 – Parigi, 26 gennaio 1824) è stato un pittore francese esponente dell’arte romantica. Géricault svolse le sue prime esperienze pittoriche nell’ambiente neoclassico francese che in quegli anni era influenzato dalle figure di David e Ingres. Dopo un periodo di soggiorno a Roma, dove ebbe modo di studiare le opere di Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Caravaggio, fece ritorno a Parigi, nel 1817, dove conobbe Eugène Delacroix. In quegli anni realizzò il suo quadro più famoso: La zattera della Medusa, che fu esposto nel Salone d’Autunno del 1819 ricevendo aspre critiche.

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Le Passeggiate del Direttore: Le sale storiche e il Canone Regio

Cosa c’è di meglio di una web serie per tenervi compagnia? A grande richiesta, vi presentiamo LE PASSEGGIATE DEL DIRETTORE, la prima stagione di una serie firmata dal Museo Egizio, un viaggio nella storia suddiviso in brevi episodi. 

Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Nel 2004 il ministero dei beni culturali l’ha affidato in gestione alla “Fondazione Museo Egizio di Torino”. Nel 2019 il museo ha fatto registrare 853 320 visitatori, risultando il sesto museo italiano più visitato. Nel 2017 i Premi Travellers’ Choice di TripAdvisor classificano l’Egizio al primo posto tra i musei più apprezzati in Italia, al nono in Europa e al quattordicesimo nel mondo.
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Le Passeggiate del Direttore: Le sale storiche e il Canone Regio

IMMAGINE DI APERTURA – Ingresso del museo egizio, Torino (Fonte Wikipedia)

Autori vari – Andrà tutto bene

Ritanna Armeni, Stefania Auci, Alice Basso, Barbara Bellomo, Gianni Biondillo, Caterina Bonvicini, Federica Bosco, Marco Buticchi, Cristina Caboni, Donato Carrisi, Anna Dalton, Giuseppe Festa, Antonella Frontani, Enrico Galiano, Alessia Gazzola, Elisabetta Gnone, Massimo Gramellini, Jhumpa Lahiri, Florence Noiville, Clara Sánchez, Giada Sundas, Silvia Truzzi, Ilaria Tuti, Hans Tuzzi, Marco Vichi, Andrea Vitali.
Oggi la paura ha un nuovo nome: Covid-19. Per sconfiggerlo l’unica strada è rimanere a casa. Tra le quattro mura che ci hanno sempre protetto e che ora, però, sono diventate confini invalicabili. Sono diventate quasi un nemico. E invece, giorno dopo giorno, chi da sempre lavora con le parole ha scoperto che le stanze, le finestre, anche gli angoli più remoti di casa sono ali verso il mondo. Ognuno di loro ha così scelto il modo per dare vita a questa magia.
TUTTI I PROVENTI DELLA VENDITA DI QUESTO E-BOOK SARANNO DEVOLUTI IN BENEFICENZA ALL’OSPEDALE PAPA GIOVANNI XXIII DI BERGAMO

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IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Mohamed Hassan da Pixabay  

Pio Fedi – Ratto di Polissena

Ratto di Polissena

IL DIPINTO

Il Ratto di Polissena è una scultura di Pio Fedi collocata nella Loggia dei Lanzi a Firenze. Scolpita tra il 1855 e il 1865 dopo una lunga gestazione con studi e disegni (molti dei quali ancora conservati a Firenze e a Roma) è considerata il capolavoro dell’artista ed una delle più significative opere della scultura ottocentesca italiana, tanto da meritarsi la prestigiosissima collocazione in piazza della Signoria a Firenze, unica opera moderna tra capolavori antichi e rinascimentali. Il soggetto della scultura è Polissena, figlia minore di Priamo, rapita da Neottolemo per essere sacrificata in previsione della partenza delle navi greche per il ritorno dalla guerra di Troia.

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Luigi Mussini, ritratto di Pio Fedi, 1842

L’ARTISTA

Pio Fedi (Viterbo, 31 maggio 1816 – Firenze, 1º giugno 1892) è stato uno scultore italiano. Si formò all’Accademia di Belle Arti di Firenze ed ebbe modo di visitare anche Vienna, per due anni, dal 1837 al 1838. Fin dalla sua gioventù la sua produzione è particolarmente ricca di disegni e bozzetti. In quegli anni a Firenze si scontravano due correnti in scultura, e lui seguì prima la linea purista per poi avvicinarsi a quella del realismo ideale. Scolpì due sculture per il loggiato degli Uffizi (Nicola Pisano – firmata – e Andrea Cesalpino), ma il suo lavoro più noto è il Ratto di Polissena, dal vivo dinamismo, unica scultura moderna scelta per figurare nella Loggia della Signoria (1866).

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MUSME di Padova, Museo di Storia della Medicina: online con LiveMUSME

Il teatro anatomico: l'”omone” del MUSME

Il MUSME, Museo di Storia della Medicina, inaugurato il 5 giugno 2015, è già considerato un’eccellenza a livello nazionale.
Si tratta di un museo di nuova generazione che racconta, attraverso l’ausilio di tecnologie all’avanguardia e la possibilità di interazione da parte del visitatore, lo straordinario percorso della Medicina da disciplina antica a scienza moderna. Rispettando il contesto padovano in cui è inserito, il museo pone l’accento sulla storia e sul ruolo rivestito dalla Scuola medica patavina.
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LIVEMUSME PER LE SCUOLE

Siamo pronti a raggiungere tutti i ragazzi direttamente a casa loro e portarli in visita guidata o nei nostri laboratori per scoprire le sale del museo o indagare il corpo umano.
Prenota una visita guidata o un laboratorio didattico LIVE!

Scopri il MUSME, il Museo dove è vietato NON toccare!

IMMAGINE DI APERTURA – Sala B: l’Università di Padova e la rivoluzione scientifica del XVI secolo (Fonte Wikipedia)

Élisabeth-Louise Vigée Le Brun – Ritratto di Maria Antonietta e i suoi figli

Ritratto di Maria Antonietta e i suoi figli

IL DIPINTO

Maria Antonietta e i suoi figli è un dipinto ad olio su tela della pittrice francese Élisabeth Vigée Le Brun, realizzato nel 1787. Destinato originariamente a decorare il Salone di Marte, seconda sala del Grand appartement du roi, nella reggia di Versailles, è oggi conservato nell’antichambre du grand couvert, seconda sala del Grand appartement de la reine, destinata al tempo di Maria Antonietta ai pranzi ufficiali della famiglia reale. Nel 1785 lo scandalo della collana aveva completamente distrutto la reputazione, già molto precaria, della regina di Francia Maria Antonietta, vista con disgusto dal suo popolo come la straniera che svuotava le casse dello Stato per capricci inimmaginabili. Per questo motivo la regina commissionò alla sua pittrice ufficiale, Élisabeth Vigée Le Brun, un ritratto di Stato che la rappresentasse per quello che era realmente: la devota madre dei suoi figli. Il dipinto fu ordinato nel 1785 dal conte d’Angiviller, sovrintendente alle arti, e l’esecuzione iniziò nel luglio del 1786, a pochi giorni dalla nascita della quarta ed ultima figlia della regina, Sofia. Madame Vigée Le Brun ritirò gli accessori e i vestiti dal guardaroba regale a luglio, e li riconsegnò un anno dopo a ritratto terminato.

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Autoritratto mentre dipinge Maria Antonietta (1790) Galleria degli Uffizi, Firenze

L’ARTISTA

Élisabeth-Louise Vigée Le Brun (Parigi, 16 aprile 1755 – Louveciennes, 30 marzo 1842) è stata una pittrice francese, considerata una delle più grandi ritrattiste del suo tempo, con Maurice Quentin de La Tour e Jean-Baptiste Greuze. Suo padre, Louis Vigée, era pastellista. Di sua madre si dice che fosse saggia e molto bella. Battezzata nella chiesa di Saint-Eustache a Parigi, fu poi messa a balia in campagna, a Épernon. Fu riportata a Parigi a sei anni, e messa in collegio al convento della Trinità. Qui si notò che la piccola Louise-Élisabeth disegnava dappertutto, sui muri della scuola non meno che sui suoi quaderni. La bambina aveva circa otto anni quando suo padre, estasiato davanti a un suo disegno, le profetizzò un avvenire di pittrice. A undici anni fu tolta dal convento e riportata a vivere in famiglia.

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I musei dei bambini italiani regalano la Guida galattica al Coronavirus!

In questo momento delicato di chiusure e restrizioni che riguardano il Paese e le famiglie, i musei dei bambini italiani – Children’s Museum VeronaExploraLa Città dei Bambini e dei Ragazzi e MUBA – hanno deciso di unire virtualmente le forze per presentare la Guida galattica al Coronavirus
Una guida gratuita e scaricabile per spiegare ai bambini e alle loro famiglie questo “microbo venuto da lontano” che sta cambiando le abitudini di tutti, ponendo l’accento sulla prevenzione, a partire dai piccoli gesti di ogni giorno. 
 La Guidagalattica è un progetto che parte dall’Italia ma che raggiungerà l’Europa e il Mondo grazie alle versioni bilingue e al dialogo continuo con Hands on Europe!

Scopri e scarica subito la Guida galattica al Coronavirus!

MUBA delle meraviglie!

IMMAGINE DI APERTURA – La copertina della Guida

Anton Raphael Mengs – Ritratto del re Ferdinando IV di Napoli

Ritratto del re Ferdinando IV di Napoli (1751-1825). Il giovane monarca appare con le insegne dell’Ordine del Vello d’oro e dell’Ordine di San Gennaro.

IL DIPINTO

Il Ritratto di Ferdinando IV è un dipinto olio su tela di Anton Raphael Mengs, realizzato nel 1759 e conservato all’interno del Museo nazionale di Capodimonte, a Napoli. Il dipinto è stato commissionato a Anton Raphael Mengs dalla regina Maria Amalia di Sassonia per celebrare l’ascesa al trono del regno di Napoli del figlio Ferdinando I delle Due Sicilie, a soli otto anni, a seguito dell’abdicazione del padre Carlo III, destinato a diventare il nuovo sovrano di Spagna: si tratta quindi del primo ritratto ufficiale del nuovo re, di cui esiste una copia, sempre dello stesso artista, datata 1760 e conservata al Museo del Prado di Madrid; quella conservato al museo di Capodimonte, nella sala 33 dell’Appartamento Reale della reggia di Capodimonte, risulta però essere di fattura e qualità pittorica migliore.

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Anton Raphael Mengs, Autoritratto (circa 1775); museo dell’Ermitage, San Pietroburgo

L’ARTISTA

Anton Raphael Mengs (Aussig, 12 marzo 1728 – Roma, 29 giugno 1779) è stato un pittore, storico dell’arte e critico d’arte tedesco, attivo anche a Roma e a Madrid. L’artista fu acclamato da tutta Europa come il maggiore esponente del Neoclassicismo. Rinnegando la tradizione pittorica del Barocco e del Rococò, attraverso lo studio dell’antico e di Raffaello, Mengs creò composizioni di nobile semplicità, con colori chiari e brillanti.

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