Il premio Nobel per la Letteratura 2020, la cui prima assegnazione risale al 1901, quest’anno è andato a Louise Glück. L’autrice americana, classe ’43, ha già vinto, tra gli altri, il Pulitzer nel 1993 e il National Book Award per la poesia nel 2014
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I vincitori del premio Nobel per la Letteratura dal 1901 al 2020
1901 – Sully Prudhomme (Francia):
“in riconoscimento della sua composizione poetica, che dà prova di un alto idealismo, perfezione artistica ed una rara combinazione di qualità tra cuore ed intelletto”
1902 – Theodor Mommsen (Germania):
“al più grande maestro vivente della scrittura storica, con speciale riferimento al suo maggior lavoro, Storia di Roma”
1903 – Bjørnstjerne Bjørnson (Norvegia):
“un tributo alla sua nobile, magnifica e versatile poeticità, con la quale si è sempre distinto per la chiarezza della sua ispirazione e la rara purezza del suo spirito”
1904 – Frédéric Mistral (Francia):
“in riconoscimento della chiara originalità e della vera ispirazione della sua produzione poetica, che splendidamente riflette gli scenari naturali e lo spirito nativo del suo popolo, e, in aggiunta, al suo importante lavoro come filologo provenzale”
1904 – José Echegaray y Eizaguirre (Spagna):
“in riconoscimento delle numerose e brillanti composizioni che, in maniera individuale ed originale, hanno fatto rivivere la grande tradizione del dramma spagnolo”
1905 – Henryk Sienkiewicz (Polonia):
“per i suoi notevoli meriti come scrittore epico”
1906 – Giosuè Carducci (Italia):
“non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all’energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica”
1907 – Rudyard Kipling (Regno Unito):
“in considerazione del potere dell’osservazione, dell’originalità dell’immaginazione, la forza delle idee ed il notevole talento per la narrazione che caratterizzano le creazioni di questo autore famoso nel mondo”
1908 – Rudolf Christoph Eucken (Germania):
“in riconoscimento della sua seria ricerca della verità, il suo potere di penetrare il pensiero, la sua enorme capacità di visione, il calore e la forza delle sue opere con le quali ha trasmesso una filosofia idealistica della vita”
1909 – Selma Lagerlöf (Svezia):
“per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”
1910 – Paul Johann Ludwig Heyse (Germania):
“un tributo alla consumata capacità artistica, permeata dall’idealismo, che egli ha dimostrato durante la sua lunga carriera produttiva come poeta lirico, drammaturgo, novellista e scrittore di storie brevi famose nel mondo”
1911 – Maurice Polidore Marie Bernhard Maeterlinck (Belgio):
“per le sue molte attività letterarie, specialmente per la sua opera drammatica, che si distinguono per la ricchezza d’immaginazione e la poetica fantastica, che rivela, a volte sotto forma di favola, una profonda ispirazione, mentre in un modo misterioso si rivolge ai sentimenti propri del lettore e ne stimola l’immaginazione”
1912 – Gerhart Hauptmann (Germania):
“in riconoscimento della sua fertile, varia ed eccelsa produzione nella sfera dell’arte drammatica”
1913 – Rabindranath Tagore (India Britannica):
“per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell’ovest”
1914 – Non assegnato
1915 – Romain Rolland (Francia):
“un tributo all’elevato idealismo della sua produzione letteraria, alla comprensione ed all’amore per la verità con le quali ha descritto i diversi tipi di esistenza umana”
1916 – Carl Gustaf Verner von Heidenstam (Svezia):
“in riconoscimento della sua importanza come esponente rappresentativo di un nuovo tempo nella nostra letteratura”
1917 – Karl Adolph Gjellerup (Danimarca):
“per la sua varia e ricca poeticità, ispirata da elevati ideali”
1917 – Henrik Pontoppidan (Danimarca):
“per le sue reali descrizioni della vita moderna in Danimarca”
1918 – Non assegnato
1919 – Carl Spitteler (Svizzera):
“in riconoscimento al suo poema epico, Olympischer Frühling”
1920 – Knut Hamsun (Norvegia):
“per il suo monumentale lavoro, Il risveglio della Terra”
1921 – Anatole France (Francia):
“in riconoscimento della sua brillante realizzazione letteraria, caratterizzata da nobiltà di stile, profonda comprensione umana, grazia, e vero temperamento gallico”
1922 – Jacinto Benavente (Spagna):
“per il felice metodo col quale ha proseguito la tradizione illustre del dramma spagnolo”
1923 – William Butler Yeats (Irlanda):
“per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un’intera nazione”
1924 – Władysław Stanisław Reymont (Polonia):
“per il suo grande romanzo epico, I contadini”
1925 – George Bernard Shaw (Regno Unito):
“per il suo lavoro intriso di idealismo ed umanità, la cui satira stimolante è spesso infusa di una poetica di singolare bellezza”
1926 – Grazia Deledda (Italia):
“per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi”
1927 – Henri Bergson (Francia):
“in riconoscimento delle sue ricche e animate idee e della brillante capacità con la quale ha saputo esprimerle”
1928 – Sigrid Undset (Norvegia):
“principalmente per la sua imponente descrizione della vita nordica durante il medioevo”
1929 – Thomas Mann (Germania):
“principalmente per i suoi grandi romanzi I Buddenbrook e La montagna incantata”
1930 – Sinclair Lewis (Stati Uniti):
“per la sua arte descrittiva vigorosa e grafica e per la sua abilità nel creare, con arguzia e spirito, nuove tipologie di personaggi”
1931 – Erik Axel Karlfeldt (Svezia):
“la poesia di Erik Axel Karlfeldt”
1932 – John Galsworthy (Regno Unito):
“per la sua originale arte narrativa, che trova la sua forma più alta ne La saga dei Forsyte”
1933 – Ivan Alekseevič Bunin (Russia/Francia):
“per la precisione artistica con la quale ha trasposto le tradizioni classiche russe in prosa”
1934 – Luigi Pirandello (Italia);
“per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale”
1935 – Non assegnato
1936 – Eugene Gladstone O’Neill (Stati Uniti):
“per la forza, l’onestà e le emozioni profondamente sentite dei suoi lavori drammatici, che incarnano un concetto originale di tragedia”
1937 – Roger Martin du Gard (Francia):
“per la forza artistica e la verità con la quale ha dipinto il conflitto umano così come gli aspetti fondamentali della vita contemporanea nel suo ciclo di romanzi Les Thibault”
1938 – Pearl Sydenstricker Buck (Stati Uniti):
“per le sue ricche e veramente epiche descrizioni della vita contadina in Cina e per i suoi capolavori biografici”
1939 – Frans Eemil Sillanpää (Finlandia):
“per la sua profonda comprensione dei contadini del proprio paese e la squisita arte con la quale ha ritratto il loro modo di vivere e la relazione con la natura”
1940 – Non assegnato
1941 – Non assegnato
1942 – Non assegnato
1943 – Non assegnato
1944 – Johannes Vilhelm Jensen (Danimarca):
“per la sua fervida immaginazione poetica con la quale ha combinato una intellettuale curiosità e uno stile fresco e creativo”
1945 – Gabriela Mistral (Cile):
“per la sua lirica, ispirata da forti emozioni, che ha fatto del suo nome un simbolo delle aspirazioni idealistiche dell’intero mondo latino americano”
1946 – Hermann Hesse (Germania/Svizzera):
“per la sua forte ispirazione letteraria coraggiosa e penetrante esempio classico di ideali filantropici ed alta qualità di stile”
1947 – André Gide (Francia):
“per la sua opera artisticamente significativa, nella quale i problemi e le condizioni umane sono stati presentati con un coraggioso amore per la verità e con una appassionata penetrazione psicologica”
1948 – Thomas Stearns Eliot (Regno Unito):
“per il suo notevole e pionieristico contributo alla poesia contemporanea”
1949 – William Faulkner (Stati Uniti):
“per il suo contributo forte e artisticamente unico al romanzo americano contemporaneo”
1950 – Bertrand Russell (Regno Unito):
“in riconoscimento ai suoi vari e significativi scritti nei quali egli si erge a campione degli ideali umanitari e della libertà di pensiero”
1951 – Pär Fabian Lagerkvist (Svezia):
“per il suo vigore artistico e per l’indipendenza del suo pensiero con cui cercò, nelle sue opere, di trovare risposte alle eterne domande che l’umanità affronta”
1952 – François Mauriac (Francia):
“per il profondo spirito e l’intensità artistica con la quale è penetrato, nei suoi romanzi, nel dramma della vita umana”
1953 – Winston Churchill (Regno Unito):
“per la sua padronanza delle descrizioni storiche e biografiche, nonché per la brillante oratoria in difesa ed esaltazione dei valori umani”
1954 – Ernest Hemingway (Stati Uniti):
“per la sua maestria nell’arte narrativa, recentemente dimostrata con Il vecchio e il mare e per l’influenza che ha esercitato sullo stile contemporaneo”
1955 – Halldór Laxness (Islanda):
“per la vivida potenza epica con la quale ha rinnovato la grande arte narrativa dell’Islanda”
1956 – Juan Ramón Jiménez (Spagna/Porto Rico):
“per la sua poesia piena di slancio, che costituisce un esempio di spirito elevato e di purezza artistica nella lingua spagnola”
1957 – Albert Camus (Francia):
“per la sua importante produzione letteraria, che con perspicace zelo getta luce sui problemi della coscienza umana nel nostro tempo”
1958 – Boris Pasternak (URSS):
“per i suoi importanti risultati sia nel campo della poesia contemporanea che in quello della grande tradizione epica russa” (rifiutato su pressione del regime sovietico)
1959 – Salvatore Quasimodo (Italia):
“per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”
1960 – Saint-John Perse (Francia):
“per il volo sublime ed il linguaggio evocativo della sua poesia che in modo visionario riflette gli stati del nostro tempo”
1961 – Ivo Andrić (Jugoslavia):
“per la forza epica con la quale ha tracciato temi e descritto destini umani tratti dalla storia del proprio Paese”
1962 – John Steinbeck (Stati Uniti):
“per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l’umore sensibile e la percezione sociale acuta”
1963 – Giorgos Seferis (Grecia):
“per i suoi scritti eminentemente lirici, ispirati da un profondo legame con il mondo della cultura ellenica”
1964 – Jean-Paul Sartre (Francia):
“per la sua opera che, ricca di idee e pregna di spirito di libertà e ricerca della verità, ha esercitato un’influenza di vasta portata nel nostro tempo” (rifiutato)
1965 – Michail Aleksandrovič Šolochov (URSS):
“per la potenza artistica e l’integrità con le quali, nella sua epica del Don, ha dato espressione a una fase storica nella vita del popolo russo”
1966 – Shmuel Yosef Agnon (Israele):
“per la sua arte narrativa profondamente caratteristica con i temi della vita della gente ebrea”
1966 – Nelly Sachs (Germania/Svezia):
“per la sua scrittura lirica e drammatica eccezionale, che interpreta il destino d’Israele con resistenza commovente”
1967 – Miguel Ángel Asturias (Guatemala):
“per i suoi vigorosi risultati letterari, profondamente radicati nei tratti distintivi e nelle tradizioni degli Indiani dell’America Latina”
1968 – Yasunari Kawabata (Giappone):
“per la sua abilità narrativa, che esprime con grande sensibilità l’essenza del pensiero giapponese”
1969 – Samuel Beckett (Irlanda):
“per la sua scrittura, che – nelle nuove forme per il romanzo ed il dramma – nell’abbandono dell’uomo moderno acquista la sua altezza”
1970 – Aleksandr Isaevič Solženicyn (URSS):
“per la forza etica con la quale ha proseguito l’indispensabile tradizione della letteratura russa”
1971 – Pablo Neruda (Cile):
“per una poesia che con l’azione di una forza elementare porta vivo il destino ed i sogni del continente”
1972 – Heinrich Böll (Germania Ovest):
“per la sua scrittura che con la relativa combinazione di vasta prospettiva sul suo tempo e di un’abilità sensibile nella descrizione ha contribuito ad un rinnovamento della letteratura tedesca”
1973 – Patrick White (Australia):
“per un’arte narrativa epica e psicologica che ha introdotto un nuovo continente nella letteratura”
1974 – Eyvind Johnson (Svezia):
“per un’arte narrativa, lontana da vedersi negli anni e nei paesi, al servizio della libertà”
1974 – Harry Martinson (Svezia):
“per una scrittura che cattura le gocce di rugiada e riflette il cosmo”
1975 – Eugenio Montale (Italia):
“per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”
1976 – Saul Bellow (Canada/Stati Uniti):
“per la sensibilità umana e la sottile analisi della cultura contemporanea che si trovano combinati nella sua opera”
1977 – Vicente Aleixandre (Spagna):
“per una scrittura poetica creativa che illumina la condizione dell’uomo nell’universo e nella società attuale, allo stesso tempo rappresentando il grande rinnovamento delle tradizioni della poesia spagnola tra le guerre”
1978 – Isaac Bashevis Singer (Stati Uniti):
“per la sua veemente arte narrativa che, radicata nella tradizione culturale ebraico-polacca, fa rivivere la condizione umana universale”
1979 – Odysseas Elytīs (Grecia):
“per la sua poesia, che, contro lo sfondo di tradizione greca, dipinge con forza e chiarezza intellettuale la lotta dell’uomo moderno per la libertà e la creatività”
1980 – Czesław Miłosz (Polonia):
“che con voce chiara e lungimirante espone la condizione degli uomini in un mondo di gravi conflitti”
1981 – Elias Canetti (Bulgaria/Regno Unito):
“per i suoi lavori caratterizzati da un’ampia prospettiva, ricchezza di idee e potere artistico”
1982 – Gabriel García Márquez (Colombia):
“per i suoi romanzi e racconti, nei quali il fantastico e il realistico sono combinati in un mondo riccamente composto che riflette la vita e i conflitti di un continente”
1983 – William Golding (Regno Unito):
“per i suoi romanzi che, con l’acume di un’arte narrativa realistica e la diversità e universalità del mito, illuminano la condizione umana nel mondo odierno”
1984 – Jaroslav Seifert (Cecoslovacchia):
“per la sua poesia che, dotata di freschezza, sensualità ed inventiva, fornisce un’immagine di liberazione dello spirito e della versatilità indomita dell’uomo”
1985 – Claude Simon (Francia):
“che nei suoi romanzi fonde la creatività del poeta e del pittore nella profonda conoscenza del tempo e la descrizione della condizione umana”
1986 – Wole Soyinka (Nigeria):
“che in un’ampia prospettiva culturale e con una poetica fuori dagli schemi mostra il dramma dell’esistenza”
1987 – Iosif Aleksandrovič Brodskij (Russia/Stati Uniti):
“per una condizione di scrittore esauriente, denso di chiarezza di pensiero e di intensità poetica”
1988 – Nagib Mahfuz (Egitto):
“che, attraverso gli impianti ricchi di sfumatura – ora con limpide vedute realistiche, ora evocativamente ambiguo – ha formato un’arte narrativa araba che si applica a tutta l’umanità”
1989 – Camilo José Cela (Spagna):
“per una prosa ricca ed intensa, che con la pietà trattenuta forma una visione mutevole della vulnerabilità dell’uomo”
1990 – Octavio Paz (Messico):
“per una scrittura appassionata, dai larghi orizzonti, caratterizzata da intelligenza sensuale e da integrità umanistica”
1991 – Nadine Gordimer (Sudafrica):
“che con la sua scrittura epica magnifica – nelle parole di Alfred Nobel – è stata di notevole beneficio all’umanità”
1992 – Derek Walcott (Saint Lucia):
“per un’apertura poetica di grande luminosità, sostenuto da una visione storica, il risultato di un impegno multiculturale”
1993 – Toni Morrison (Stati Uniti):
“che in racconti caratterizzati da forza visionaria e rilevanza poetica dà vita ad un aspetto essenziale della realtà statunitense”
1994 – Kenzaburō Ōe (Giappone):
“che con forza poetica crea un mondo immaginario in cui vita e mito si condensano per formare uno sconcertante ritratto dell’attuale condizione umana”
1995 – Séamus Heaney (Irlanda):
“per gli impianti di bellezza lirica e di profondità etica, che esaltano i miracoli giornalieri e la vita passata”
1996 – Wisława Szymborska (Polonia):
“per la poesia che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti di realtà umana”
1997 – Dario Fo (Italia):
“seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”
1998 – José Saramago (Portogallo):
“che con parabole sostenute da immaginazione, compassione e ironia ci permette ancora una volta di afferrare una realtà elusiva”
1999 – Günter Grass (Germania):
“le cui giocose fiabe ritraggono la faccia dimenticata della storia”
2000 – Gao Xingjian (Cina/Francia):
“per un’opera dal valore universale, intuito pungente e ingegnosità linguistica che hanno aperto nuove strade al romanzo e al teatro cinese”
2001 – Vidiadhar Surajprasad Naipaul (Trinidad e Tobago/Regno Unito):
“per aver unito una descrizione percettiva ad un esame accurato incorruttibile costringendoci a vedere la presenza di storie soppresse”
2002 – Imre Kertész (Ungheria):
“per una scrittura che sostiene l’esperienza fragile dell’individuo contro l’arbitrarietà barbarica della storia”
2003 – John Maxwell Coetzee (Sudafrica):
“che in innumerevoli maschere ritrae il sorprendente coinvolgimento dello straniero”
2004 – Elfriede Jelinek (Austria):
“per il flusso melodico di voci e controvoci in romanzi e testi teatrali, che con estremo gusto linguistico rivelano l’assurdità dei cliché sociali e il loro potere”
2005 – Harold Pinter (Regno Unito):
“perché nelle sue commedie [egli] scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione”
2006 – Orhan Pamuk (Turchia):
“perché nel ricercare l’anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture”
2007 – Doris Lessing (Regno Unito):
“cantrice dell’esperienza femminile, che con scetticismo, fuoco e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa”
2008 – Jean-Marie Gustave Le Clézio (Mauritius/Francia):
“autore di nuove partenze, avventura poetica ed estasi sensuale, esploratore di un’umanità al di là e al di sotto della civiltà regnante”
2009 – Herta Müller (Romania/Germania):
“con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa ha rappresentato il mondo dei diseredati”
2010 – Mario Vargas Llosa (Perù/Spagna):
“per la sua cartografia delle strutture del potere e per la sua immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”
2011 – Tomas Tranströmer (Svezia):
“attraverso le sue immagini dense e nitide, ha dato nuovo accesso alla realtà”
2012 – Mo Yan (Cina):
“che con un realismo allucinatorio fonde racconti popolari, storia e contemporaneità”
2013 – Alice Munro (Canada):
“maestra del racconto breve contemporaneo”
2014 – Patrick Modiano (Francia):
“per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e scoperto il mondo della vita dell’occupazione”
2015 – Svjatlana Aleksievič (Bielorussia):
“per la sua opera polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo”
2016 – Bob Dylan (Stati Uniti):
“per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”
2017 – Kazuo Ishiguro (Giappone/Regno Unito):
“che, in romanzi di grande forza emotiva, ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”
2018 – Olga Tokarczuk (Polonia):
“per un’immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”
2019 – Peter Handke (Austria):
“per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”
2020 – Louise Glück (Stati Uniti):
“per la sua inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”
IMMAGINE DI APERTURA – Louise Glück – Ill. Niklas Elmehed. © Nobel Media. (Fonte: Pagina del sito ufficiale del Premio)