Nova Gorica, Castello di Kromberk, Goriški muzej: “Il dinamismo della materia”

Colomba della Guerra, 1969

Castello di Kromberk > Goriški muzej > Nova Gorica
Fino all’11 febbraio 2024

Il dinamismo della materia
opere di Massimo Gardone, Zdenko Kalin, Janez Lenassi, Vladimir Makuc,
Marcello Mascherini
, Davide Maria Palusa, Mario Sillani Djerrahian e Vasja Žbona
a cura di Katarina Brešan e Massimo Premuda
in collaborazione con l’Archivio Mascherini
organizzata da Goriški muzej e Casa CAVE Visogliano/Vižovlje

Giovedì 9 novembre è stata inaugurata al Castello di Kromberk di Nova Gorica “Il dinamismo della materia”, una grande collettiva retrospettiva a cura di Katarina Brešan e Massimo Premuda in collaborazione con l’Archivio Mascherini per celebrare i 40 anni dalla morte dello scultore Marcello Mascherini (Udine 1906-Padova 1983) con un corpus di bronzi, bozzetti e stampe, ma anche fotografie, documentazione originale e i suoi attrezzi da lavoro.

In mostra oltre 50 opere fra cui le sculture di Mascherini e le fotografie di Massimo Gardone, Davide Maria Palusa e Mario Sillani Djerrahian che vengono messe in dialogo e contrasto con le vitali sculture di Zdenko Kalin (Solkan 1911-Ljubljana 1990), Janez Lenassi (Opatija 1927-Piran 2008) e Vasja Žbona (Miren 1945-Paris 2013) dalla Collezione d’Arte del Castello di Kromberk, insieme agli iconici uccelli di Vladimir Makuc (Solkan 1925-2016), di cui il Goriški muzej-Museo del Goriziano di Nova Gorica custodisce il prezioso fondo.

L’esposizione intende dunque analizzare come gli artisti italiani e sloveni abbiano affrontato, e genialmente risolto, il tema dell’aria, del vento, del movimento e del volo, e si inserisce nell’ambito della nona edizione de L’Energia dei Luoghi / Festival del Vento e della Pietra, organizzato dall’associazione Casa CAVE di Visogliano/Vižovlje e sostenuto da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Duino Aurisina, Fondazione Pietro Pittini e Fondazione Foreman Casali., in proiezione di GO!25, Nova Gorica e Gorizia, Capitale Europea della Cultura 2025.

Massimo Premuda racconta così il concept dell’omaggio all’opera di Mascherini da parte di tre autori di oggi che reinterpretano a tanti anni di distanza con il loro particolare occhio contemporaneo tre sculture del maestro inerenti i venti presenti sul territorio: “In mostra un nucleo significativo di fusioni di Mascherini, in particolare gabbiani, colombi e uccellacci della fine degli anni Sessanta e dei primi anni Settantache documentano l’interesse dell’artista sui fenomeni legati all’aria, avendo nella sua lunga carriera rappresentato, oltre a diversi drammatici volatili, i suggestivi venti del nostro territorio in tutte le loro possibili declinazioni: Bora, Scirocco, Libeccio… tre nomi che ben descrivono la nostra macroarea e che con le loro peculiari caratteristiche sono forieri degli straordinari ed estremi fenomeni atmosferici dl nostro golfo! In particolare, nella declinazione della decorazione navale, tanti gruppi scultorei di Mascherini hanno preso il largo da Trieste sulle eleganti nave bianche, quale la raffinatissima motonave Augustus del 1951, riccamente decorata dai migliori artisti delle regione. In esposizione quattro spettacolari bronzi del maestro: “Colomba della Guerra” (1969), “La Guerra” (1970) , “Uccellaccio” (1970) e “Gabbiano ferito” (1973) con relativi bozzetti e incisioni, che rappresentano un corpus dall’inconfondibile unità linguistica e che riflettono le preoccupazioni dell’artista per le sorti della società e del mondo. E ancora i disegni “Studio per gabbiano” e “Mare e vento” che, insieme al raro materiale proveniente dall’Archivio Mascherini, ci raccontano l’interesse del maestro per la natura che lo circondava, in particolare dopo il 1955, anno in cui si stabilì nella baia di Sistiana, “ponendolo in quotidiano contatto con un mondo geologicamente unico e tale da divenire importante motivo ispiratore nella sua produzione. Dopo gli anni dell’arcaismo e del mito classico, apparvero le scabrosità e le pietrosità che la natura forniva come motivi di confronto non più idilliaco, odoroso di selve e di salso, quanto piuttosto brutale  e possente, riflesso di una società  sempre più conflittuale.” (da Claudio H. Martelli)
Infine viene presentato anche un nucleo di due opere che riprende il mito del volo e della caduta di Icaro con un’imponente fusione di oltre 2 metri del 1957 che simboleggia l’ambizione all’ascesa e con un bronzetto dei primi anni Settanta che ne raffigura la caduta, quasi a voler rappresentare visivamente l’attuale Sindrome di Icaro che, mutuata dal mito in psicologia, si riferisce a personalità di tipo narcisistico, spesso in posizioni sociali elevate che, sovrastimando i propri limiti, falliscono l’obiettivo.

Janez Lenassi, Burja, 1974

La profonda e sofferta ricerca di Mascherini viene così messa in dialogo e contrasto con le fotografie omaggio di tre artisti contemporanei che hanno voluto rileggere a tanti anni di distanza le opere di uno dei più significativi scultori del Novecento italiano:  i bronzi “Bora” e “Scirocco” del 1951, che decoravano la motonave Augustus e oggi esposti al MuCa, il Museo della Cantieristica di Monfalcone, e “Lotta di Chimere” del 1967, il gruppo bronzeo installato all’incrocio fra via Palestrina e via San Francesco nel Borgo Franceschino di Trieste.

Massimo Gardone (Genova, 1961) reinterpreta il mito della “Bora” di Mascherini attraverso un algido dittico fotografico stampato su HD Metal Print e montato su alluminio dal titolo “Soffio di Bora” che dialoga con Bonjour”, un suggestivo mare sferzato dalla bora, tratto dalla serie “La Luce Del Vento”. Il lavoro trasforma con il soffio metallico della Bora, e sotto gli occhi dello spettatore, la superficie del mare in una distesa artica, cristallizzando il pelo dell’acqua e pietrificandolo in una fusione scultorea. E come afferma lo stesso fotografo: “ll bronzo in grafite. La scultura in disegno. Il tratto deciso graffia la superficie. La gioia è sorprendente, il divertimento manipolatore mi fa sorridere, mi mette di buon umore. Nei tratti gentili la musa soffia a fior d’acqua, il vento si fa visibile lasciando le sue orme. Una piccola canoa e un transatlantico si sovrappongono nel ricordo intimo di uno sguardo amorevole. Un omaggio garbato, e nulla più.”

Mario Sillani Djerrahian (Addis Abeba, 1940), figura storica della sperimentazione videofotografica, ci presenta invece l’esuberante vento “Scirocco”, che Mascherini aveva immaginato a cavallo di un pesce annunciante il suo passaggio soffiando in una conchiglia, mentre fugge dal museo e si libera nella tempesta. Nuovamente, nella ricerca di Sillani, il paesaggio irrompe nello spazio espositivo divenendo paesaggio mentale, o “endotico”, e la scultura prende letteralmente il volo in uno scatto dal taglio futurista per evadere dal museo e immergersi in dense nuvole cariche di umidità riportandolo in un ambiente che solo la mente può elaborare.

Infine Davide Maria Palusa (Trieste, 1989) rilegge il potente gruppo scultoreo “Lotta di Chimere” che lo stesso Mascherini, in un’intervista del 1975, aveva così descritto: “Sono due chimere, meglio forse due culture che si scontrano, o due venti; bah, sono quello che vuoi immaginare tu, comunque sono due idee contrastanti”. Palusa interpreta questo violento scontro fra terribili forze contrarie come un incontro che, proprio attraverso i vuoti rimasti fra i due personaggi femminili urlanti, lascia spazio al fluire dell’aria e, perché no, anche alla possibilità di compenetrarsi di idee e punti di vista diversi, trasformando la lotta in abbraccio, proprio su uno spigolo di una casa, potente metafora dell’eterno scontro-incontro fra culture di cui la nostra terra di confine si è sempre nutrita. Pertugi dunque di una possibile riconciliazione?”

Così Katarina Brešan sottolinea le possibili convergenze fra gli artisti sloveni e italiani in mostra: “Al Castello di Kromberk la mostra è stata arricchita con le opere di artisti, soprattutto scultori, della nostra collezione, e con opere che erano già esposte nella mostra permanente, ma che ora, in un contesto diverso, offrono nuove possibilità di lettura e interpretazione. Quando diventano oggetto di una riflessione che prende in considerazione la dinamica, il movimento, l’aria, il vento e il volo, le opere d’arte che conosciamo bene e che osserviamo frequentemente, si rivelano in un modo diverso e vi vediamo qualcosa di nuovo, di fresco. In precedenza le percepivamo in modo indipendente, ciascuna con la propria espressione, nel contesto dell’opera di ciascun artista, mentre ora sono unite da un nuovo filo rosso, nonostante le diverse origini concettuali, tecniche, luoghi e tempi di creazione. Si prestano ad incantarci di nuovo, specialmente quando mettiamo in dialogo il maestro italiano con i nostri artisti Zdenko Kalin (Solkan 1911 – Lubiana 1990), Vladimir Makuc (Solkan 1925 – Lubiana 2016), Janez Lenassi (Opatija 1927 – Pirano 2008) e Vasja Žbona (Miren 1945 – Parigi 2013). Su di loro è già stato scritto molto, li abbiamo visti in mostre personali, dove le loro opere sono state interpretate singolarmente, con temi da cui sono scaturite, attraverso materiali e tecniche che li hanno segnati.

Per la sua serie dedicata agli uccelli, Marcello Mascherini ha riflettuto sullo spazio e il volo, mentre Zdenko Kalin, suo contemporaneo e anch’egli un maestro nella scultura in bronzo, dieci anni prima nei suoi “Giochi tra bambini” si è dedicato al rapporto tra la materia e l’aria che la circonda, tra il pieno e il vuoto, tra il movimento e la quiete. Con queste sculture, che rappresentano un passo verso la scultura moderna slovena nonostante non rinneghino la tradizione, emerge tutta l’allegria, la giocosa spensieratezza dell’infanzia, diventando un contraltare alle angosciose composizioni di corpi sofferenti di Mascherini. Entrambi gli scultori, che hanno lavorato in ambienti specifici, in paesi confinanti ma con diverse condizioni sociali e politiche, hanno influenzato in modo significativo la produzione artistica del proprio tempo. Entrambi a loro modo hanno fatto ricorso alla sperimentazione, delineando la transizione verso una diversa comprensione della materia e dello spazio. Mascherini si è spinto verso una maggiore astrazione negli anni ’60, passando anche a composizioni biomorfe e zoomorfe, mentre Kalin si è concentrato principalmente sulla figura umana e sul ritratto. In un certo momento, soprattutto negli anni ’50, erano espressivamente molto simili, soprattutto nella percezione della figura, allungata, dinamica, con un senso per l’essenziale.

Gli uccelli e il volo sono tra i motivi più riconoscibili di un altro compaesano di Solkan, Vladimir Makuc, noto per essere un grande sperimentatore delle tecniche grafiche. La sua vasta opera include anche una pittura e scultura eccezionale, soprattutto a partire dalla metà degli anni ’70. Nel vuoto della campagna carsica, istriana e mediterranea, si svolge la vita semplice di varie specie di uccelli, che l’artista, nonostante la semplificazione di un disegno infantile, rende riconoscibili. Oltre a questi c’è spazio per quadrupedi e anche per l’uomo, ma tutti devono quasi adattarsi alle creature alate che planano sulle correnti d’aria, enfatizzate dalle immancabili frecce. Le composizioni sono in qualche modo dominate dal cielo, che in base al colore determina l’atmosfera e il momento del giorno. Nel mondo di Makuc compaiono anche elementi che suggeriscono che il mondo sta avanzando verso il progresso tecnologico, che però vengono lasciati in secondo piano. L’opera dell’artista è concentrata sull’intimità e contemporaneamente sull’universalità del tempo eterno della natura.

Alla “Bora” marmorea di Janez Lenassi si allaccia un’altra serie di sculture di Mascherini, che ha come oggetto l’interpretazione di diversi venti della nostra terra. Nel suo stile caratteristico, Lenassi ha lavorato il marmo bianco in modo minimale, dando l’impressione fosse tagliato e levigato dal vento. L’unico intervento evidente della mano umana è costituito dalla linea verticale che corre lungo la parte anteriore e termina con una forma concava in cima, conferendo un senso di equilibrio. Nonostante il formato verticale si opponga costantemente alle forti variazioni atmosferiche ben note ai residenti del Litorale, la bora è riuscita a lavorare la scultura da tutte le parti.

Seguendo Lenassi possiamo spostarci mentalmente nel centro di Nova Gorica, dove dal 1960 sorge il suo monumento a Edvard Rusjan, dedicato dall’artista a Icaro in veste di aviatore caduto. Un’opera quasi contemporanea a quella di Mascherini, così diverse eppure entrambe segnate da una forte verticalità, con le gambe radicate a terra e le ali rivolte verso il cielo.

Con Vasja Žbona torniamo al bronzo e all’uccello, che in termini figurali è l’opera più riconoscibile nel suo repertorio. Tutte le sue sculture derivano dalla natura, suggerendo principalmente elementi vegetali e sono prevalentemente realizzate in legno, il suo materiale preferito. Žbona si è trasferito dal suo paese, Miren, nella metropoli parigina e ha fatto parte della cerchia dell’artista cubano Augustín Cárdenas. Come suo assistente, ha adottato approcci surrealistici e il cosiddetto biomorfismo, che astrae le forme principalmente dal mondo delle piante. Nel suo lavoro, Žbona ha tratto ispirazione principalmente dalla natura del suo paese natio, che non lo ha mai lasciato. Forse questa è la caratteristica che accomuna tutti gli artisti della mostra, tutti riportano il segno di questo pezzo di terra, anche coloro che si sono trasferiti qui, ambientandosi. Sono stati marchiati dalla sua struttura rocciosa, la vegetazione, la fauna, i venti, il mare… e anche dalle persone che generano una società così complessa, difficile, opprimente e allo stesso tempo leggera e giocosa, che mostra il suo lato migliore nella grande arte visiva.

Due eventi collaterali animeranno infine la mostra: alle 11 di domenica 3 dicembre 2023, “Questo felice giorno della cultura slovena”, e di giovedì 8 febbraio 2024, “Giornata della Cultura Slovena”, verranno condotte dai curatori due visite guidate bilingui per raccontare a più voci i possibili punti di incontro e divergenza fra le opere esposte degli artisti italiani e sloveni.


info
Castello di Kromberk > Goriški muzej
Grajska cesta 1, Kromberk, Nova Gorica
martedì > venerdì 9 > 17 | domenica e festivi 10 > 18
lunedì chiuso | sabato su prenotazione
biglietto intero 4€ | ridotto 2€
+386 (0)5 3351811 – goriski.muzej@siol.net
https://goriskimuzej.si/it/collezioni-permanenti/il-castello-di-kromberk

Casa CAVE Contemporary Art VisoglianoVižovlje Europe
casacave.art@gmail.com
http://casacave.euhttps://www.facebook.com/CasaCAVE.contemporaryArt

Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Rovigo, Palazzo Roncale: la Quadreria tirata a sorte, per disfarsene

Vittore Ghirlandi detto Fra Galgario, Ritratto di ragazzo vestito all’orientale,
olio su tela (seminario)

Rovigo, Palazzo Roncale

2 dicembre 2023 – 10 marzo 2024

Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, a cura di Alessia Vedova, da una idea di Sergio Campagnolo.

Il prossimo appuntamento di Palazzo Roncale, sede espositiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, sarà con “Il Conte e il Cardinale. I capolavori della Collezione de Silvestri” (dal 2 dicembre 2023 al 10 marzo del 2024). La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con Comune di Rovigo, Accademia dei Concordi e Seminario Vescovile, nasce da una idea di Sergio Campagnolo ed è affidata alla curatela scientifica di Alessia Vedova.

L’esposizione si propone di portare nuova luce alla singolare vicenda che occorse all’imponente collezione d’arte, e non solo, appartenuta al casato de Silvestri. Nel 1877, i due ultimi eredi – il nobiluomo Gerolamo e il fratello cardinale Pietro – legarono la quadreria di famiglia, per metà al Seminario Vescovile, e per l’altra metà al Comune di Rovigo e all’Accademia dei Concordi. Senza però stabilire cosa dovesse pervenire a chi.  Il patrimonio da dividere tra le due istituzioni era imponente: oltre 200 opere. Un lascito che provocò una contesa al rovescio, dato che entrambi i co-beneficiari lottarono per “scaricare” all’altro il possesso della Collezione, considerandola troppo ingombrante e per nulla interessante. Il Seminario acquisì volentieri la collezione archeologica che i de Silvestri avevano lasciato insieme alla quadreria, mentre auspicarono che a farsi carico di quest’ultima fosse l’Accademia dei Concordi. Che era stata felicemente destinataria di un altro lascito della famiglia, la preziosissima Biblioteca Silvestrina, ricca di 40 mila documenti e volumi, tra cui capolavori unici come la trecentesca Bibbia Istoriata Padovana. Un’altra gemma del patrimonio, la Casa di Francesco Petrarca ad Arquà, i de Silvestri l’avevano già destinata al Comune di Padova, cui tutt’ora appartiene.

Rifiutare il lascito, definito dall’esperto dell’epoca come “cose da bottega di rigattiere”, non si poteva, così, dopo lunghe diatribe, la gara a disfarsene venne salomonicamente risolta dai numeri: le opere con un numero di inventario pari andarono al Seminario Vescovile, quelle dispari all’Accademia. Benignità della sorte, alla recente confluenza della Pinacoteca del Seminario nella Pinacoteca dell’Accademia, la collezione smembrata è tornata unita; recuperando l’originaria unità a cui avevano aspirato i due illustri donatori.

Sebastiano Bombelli , Triplice ritratto, olio su tela (seminario)

Perché tanta indifferenza per una così imponente collezione d’arte? A spiegarlo è la curatrice della mostra, Alessia Vedova: “Quella dei nobili de Silvestri è una tipica collezione privata dell’epoca: molte opere settecentesche o seicentesche, che al momento non erano particolarmente apprezzate, un buon numero di copie volute per scopo di studio o decorativo, ritratti, nature morte, piccoli paesaggi, opere devozionali. Nulla che veramente intrigasse gli Accademici o gli ecclesiastici”.

“Un giudizio che agli occhi di oggi appare davvero miope. Basti pensare alle grandi opere trecentesche e quattrocentesche di Nicolò di Pietro e Quirizio da Murano, tra i capolavori della attuale Pinacoteca, alle tele di Mazzoni, Nogari, Pittoni, Pietro Della Vecchia, Giambattista Piazzetta, Pietro Longhi, Fra Galgario…” 

“Questa mostra – continua la curatrice – riaccende i riflettori sulla Collezione e ne fa oggetto di una importante campagna di studi, preceduta da una nuova campagna fotografica. A quasi 150 anni dalla donazione, si analizzerà e documenterà questo patrimonio in gran parte finito nei depositi. L’indagine scientifica di tutte le opere continuerà anche dopo la mostra e in questo lavoro sarò affiancata da altri specialisti universitari. Al termine di questa ricerca, immagini e schede scientifiche dell’intera collezione saranno rese disponibili on line. Un altro progetto riguarda la messa on line dell’intera Bibbia Istoriata, manoscritto miniato oggi suddiviso tra Rovigo e la British Library di Londra.

La mostra proporrà al pubblico una selezione delle più significative opere della Collezione, ma com’è nella tradizione delle esposizioni di Palazzo Roncale, servirà anche a far conoscere al pubblico la storia del casato dei de Silvestri, presenti a Rovigo sin dal Ducato Estense. Non saranno indagate solo le figure dei due ultimi protagonisti ma anche quelle di altri membri di una famiglia che si è distinta per molti aspetti in città e nel Polesine. Naturalmente sarà presentata la vicenda del Cardinale Pietro, personalità di spicco nella Roma di metà Ottocento, momento cruciale per le sorti dello Stato Pontificio. Silvestri assunse l’incarico di seguire gli intessi dell’Impero Austroungarico presso il Soglio di San Pietro, salvo convincersi della necessità di unire Roma al nuovo Regno d’Italia, posizione naturalmente avversata dalla corte papale, al punto che alla sua morte non gli venne tributato alcun omaggio solenne. La sua salma venne silenziosamente tumulata al Cimitero del Verano e poi traslata nella tomba di famiglia a Rovigo.

Con la morte del Cardinale, nel 1875, preceduta di un anno da quella del fratello, la famiglia si estinse. Il palazzo e i beni non diversamente assegnati giunsero infine al Vescovo di Adria e da essi prese vita il “Patronato-Scuola de Silvestri per le fanciulle povere”. Un esempio davvero unico di munificenza, che la mostra consente, per la prima volta, di approfondire e documentare.

Info: Fondazione Cariparo www.fondazionecariparo.it


Rovigo – La mostra che dal 30 novembre sarà in Palazzo Roncale con il titolo “Il Conte e il Cardinale. I capolavori della Collezione Silvestri”, oltre a svelare una serie di notevolissime opere d’arte, porta in luce la  figura e la storia del  Cardinale,Pietro de Silvestri, che sull’Unità d’Italia aveva idee decisamente poco gradite al Papa del momento, Pio IX.

La mostra, promossa   dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo insieme all’Accademia dei Concordi, al Comune di Rovigo e al Seminario Vescovile, è ideata da Sergio Campagnolo e curata da Alessia Vedova.

Pietro de Silvestri era nato a Rovigo il 13 febbraio del 1803 dal conte Carlo e da Antonia Dottori Sanson. Dopo gli studi letterari presso il Seminario rodigino, si laurea   all’Università di Padova in teologia e diritto.

È del 1826 l’ordinazione sacerdotale seguita dall’incarico nella parrocchia dei Ss. Francesco e Giustina e dall’insegnamento di discipline bibliche e della lingua ebraica nel Seminario diocesano.

Nel 1836 al giovane sacerdote rodigino giunge dall’Imperatore Francesco 1^ la nomina ad uditore per l’Austria alla Sacra Rota. Giunto a Roma  si mostra molto attivo nella riorganizzazione dell’antica istituzione, fino adiventarne decano.

Il prestigio che andava conquistandosi nella Curia Pontificia venne premiato, il  15 marzo 1858, dalla porpora cardinalizia decisa da Papa Pio IX. Pochi mesi dopo il governo austriaco gli conferisce l’incarico di protector nationis austriacae presso la corte papale, incarico di assoluta fiducia finalizzato a salvaguardare gli interessi e le relazioni privilegiate dell’Impero con il Papa e la Curia romana. In quanto cardinale, gli venne assegnata la titolarità della chiesa di San Marco  e residenza nel contiguo Palazzo Venezia, già sede dell’ambasciata della Serenissima a Roma.

Sono gli anni in cui matura l’Unità d’Italia e il cardinale si mostra uno “dè più favorevoli, dè più energici” alleati di Cavour presso la Curia romana. Il suo è un mutamento di campo che non passa inosservato. L’Austria gli toglie l’incarico di rappresentanza e la sede di Palazzo Venezia, mentre de Silvestri entra in conflitto con il potente Segretario di Stato, cardinale Giacomo Antonelli, e lo stesso Papa.

Considerato come “capo della cospirazione in Roma”, de Silvestri corre il concreto rischio di essere privato della stessa porpora cardinalizia. Queste ostilità gli consigliano un atteggiamento molto defilato.

Il suo ruolo e peso nella Questione Romana sono tutti da verificare. Le opinioni degli storici risultano molto contrastanti. C’è chi lo considera un “insignificante opportunista”, “soggetto di scarsi talenti” e chi gli riconosce una statura ben diversa.

La distruzione da lui voluta della corrispondenza e di altri documenti ha privato gli storiografi di testimonianze che avrebbero potuto meglio chiarire il suo ruolo politico.

Di certo la sua posizione all’interno della Curia Papale era del tutto compromessa, tanto che venne tenuto all’oscuro persino della convocazione del Concilio Ecumenico Vaticano 1^ e venne messo il veto sulla sua nomina ad Arcivescovo di Milano, pur caldeggiata nel 1867 dal Governo Italiano. Vittorio Emanuele II lo indicò, senza fortuna, tra i candidati al Soglio Pontificio graditi al Governo italiano.

Dopo Porta Pia, e il disfacimento dello Stato Pontificio, de Silvestri entrò a far parte della speciale commissione incaricata di riorganizzare la Curia.

Morì a Roma il 19 novembre 1875 e venne provvisoriamente sepolto, senza particolari onori, al cimitero del Verano per essere poi trasferito nella tomba di famiglia a Rovigo.

Pietro de Silvestri non fu, probabilmente, un finissimo stratega politico. Ma fu certamente uomo di grande cultura. Già da giovane era stato ammesso tra gli Accademici dei Concordi. Alla “sua” Accademia destinò la ”Silvestriana”, raccolta di 40 mila volumi tra i quali testi unici e rari, così come aveva già donato la Casa del Petrarca, possedimento di famiglia. E, infine, con il fratello conte Gerolamo, l’intera collezione d’arte e di archeologia dei de Silvestri, conferendone una metà al Comune e all’Accademia dei Concordi e l’altra al Seminario Vescovile. Gli altri beni mobili ed immobili di famiglia, in assenza dell’erede designato, finirono nella disponibilità del Vescovo di Adria.

Informazioni parzialmente tratte da: SILVESTRI, Pietro de di Alessandro Capone –
Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 92 (2018)


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Casalecchio di Reno, Bologna: Politicamente Scorretto. Programma di sabato 18 nov.

Politicamente Scorretto 2023:
Articolo 21. Libertà di pensare, diritto di sapere

Il programma di sabato 18 novembre 2023

La XVIII edizione della rassegna curata da Carlo Lucarelli continua con la quinta e penultima giornata dedicata alla letteratura

Dal 14 al 19 novembre 2023 a Casalecchio di Reno (BO)

Il programma della giornata di sabato 18 novembre 2023 di Politicamente Scorretto 2023 prevede numerosi appuntamenti dedicati alla letteratura. Il ricco programma di eventi ed ospiti della XVIII edizione della rassegna curata da Carlo Lucarelli, ideata nel 2005 dal servizio Casalecchio delle Culture e promossa dal Comune di Casalecchio di Reno, prosegue focalizzandosi sul tema “Articolo 21. Libertà di pensare, diritto di sapere”, in riferimento all’Articolo 21 della Costituzione Italiana.

Alle ore 15.00, sabato 18 novembre 2023, torna il consueto appuntamento con “La Letteratura indaga i gialli della politica” presso la Casa della Conoscenza, dove Carlo Lucarelli incontrerà e dialogherà con diversi autori. Si inizia con Paolo Borrometi autore di “Traditori” (Solferino Editore, 2023) che attraverso un reportage giornalistico ci accompagna in un viaggio nella storia d’Italia in cui denuncia i traditori, i criminali che mirano a creare confusione nel Paese per raggiungere i propri interessi illegittimi a discapito della verità. Perché tante stragi e delitti in Italia rimangono impuniti? È questa la domanda che l’autore Borrometi si pone e alla quale tenta di rispondere analizzando i tanti casi irrisolti del passato, dallo sbarco degli americani in Sicilia nel 1943 fino ad arrivare ai giorni nostri, passando per le bombe degli anni Settanta e la strategia della tensione: da Portella della Ginestra a via Fani, dall’Italicus al Rapido 904, da Bologna a Capaci Via d’Amelio, fino all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. Una storia approfondita, alternativa e potente del lato oscuro del Paese.

Si prosegue con il procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Palermo Marzia Sabella, che porterà sul palco di Politicamente Scorretto il suo libro “Lo Sputo” (Sellerio Editore, 2022), un racconto che mette in luce il coraggio di una donna disperata, la prima a testimoniare contro la mafia. La protagonista è Serafina Battaglia, una donna siciliana senza paura e riverenza che ebbe il coraggio di denunciare l’associazione mafiosa di cui essa stessa aveva fatto parte, fino alla morte. In pagine pervase da un’ironia sottile seppur amara si susseguono delitti, funerali, lutti, vendette e sangue, ma senza nessuna enfasi o retorica, come un reportage in bianco e nero. Una storia vera che non è solo documentazione storica ma che, grazie all’abilità narrativa della scrittrice, diventa una vivida pagina letteraria.

Un’altra presentazione di rilievo sarà quella di “Trecento giorni di sole. La vita di mio padre Rocco, giudice scomodo” (Mondadori Editore, 2023), il libro autobiografico dell’avvocato Giovanni Chinnici. L’autore evidenzia i suoi stati d’animo quando all’età di diciannove anni perse il padre, ucciso sotto casa con la prima auto-bomba della mafia. Il giudice Chinnici, il “maestro” di Falcone e Borsellino, fu colui che alla fine degli anni Settanta capì l’importanza di lavorare affinché le istituzioni riconoscessero l’esistenza del fenomeno mafioso e lo affrontassero con gli strumenti adeguati. Colui che istituì quello che, qualche mese dopo il suo omicidio, divenne noto come il Pool antimafia di Palermo“Trecento giorni di sole. La vita di mio padre Rocco, giudice scomodo” è il racconto di un figlio che non ha avuto il tempo di parlare da uomo a uomo con suo padre, è il racconto di un magistrato che ha lottato per squarciare il velo su un fenomeno, quello mafioso, di cui pochi, allora, erano disposti a riconoscere l’esistenza. Il racconto di un uomo che, a costo della vita, ha lottato per rendere l’Italia un Paese migliore.

Infine salirà sul palco anche lo scrittore Francesco Marchi, autore del libro “E il rosso intonò una canzone” (Scatole Parlanti Editore, 2022), con la partecipazione di Marco Ognissanti, ex brigatista BR. La narrazione ruota attorno a Marco, un giovane agente di polizia che nell’autunno del 1979 viene assegnato alla Digos della Questura di Milano, dove si scontrerà con gli anni più duri e sanguinosi della lotta al terrorismo. Durante un servizio, un suo collega viene colpito mortalmente e Marco ha un attimo d’indecisione, così gli assassini riescono a fuggire. La ricerca dei responsabili dell’omicidio s’intreccia con le vicende personali dei protagonisti: il Rosso, Dracula, Sergio, Ciro, Nicola, Salvatore e il vecchio Arturo, mentre sarà la bomba alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che obbligherà Marco e i suoi colleghi a riflettere sul proprio lavoro. Attraverso le voci di poliziotti e terroristi, Francesco Marchi condivide con il pubblico un punto di osservazione particolare e personale sugli anni di piombo, una delle pagine più drammatiche della storia italiana.

La quarta e penultima giornata della rassegna si concluderà sempre presso la Casa della Conoscenza alle ore 20.45 con “Il Caso Moro“, evento a cura di CGIL Bologna. Qui l’ex magistrato e scrittore Giuliano Turone, autore di “Italia occulta. Dal delitto Moro alla strage di Bologna, il triennio maledetto che sconvolse la Repubblica” (Chiarelettere Editore, 2019) dialogherà con Carlo Lucarelli e Gianni Monte, segretario CDLM_CGIL Bologna. La storia raccontata dall’autore porta i lettori in una sequenza impressionante di stragi, assassinii, complotti, tentativi di colpi di Stato: Moro, Pecorelli, Sindona, Ambrosoli, Mattarella, Amato, la strage di Bologna, la P2, Andreotti. Un insieme di fatti maturati in un arco di tempo ristretto (1978-1980) e rimasti il più delle volte senza giustizia, che sono stati recuperati e ricostruiti in un disegno complessivo ricco di frammenti e risvolti dimenticati o trascurati durante i processi. Con Turone, testimone e protagonista come magistrato di quella terribile stagione, ci addentriamo tra storie torbide e sconvolgenti che hanno come protagonisti criminali, terroristi e mafiosi, ma pure uomini delle istituzioni, veri traditori della Repubblica. Turone spiega e dimostra che è solo grazie al sacrificio di eroi valorosi tra magistrati, carabinieri, finanzieri e poliziotti, e all’impegno di alcuni politici tenaci e coraggiosi che l’Italia è riuscita a rimanere un Paese libero. Dunque è essenziale non dimenticare e informare le nuove generazioni su quelli che furono gli eventi che segnarono quegli anni terribili, spesso resi volutamente indecifrabili per coprire responsabilità e bugie.

Gli eventi saranno trasmessi in diretta streaming sulla pagina Facebook e il canale Youtube di Politicamente Scorretto.

Alla Casa della Conoscenza sarà inoltre presente il bookshop a cura della Libreria Carta Bianca.

Il programma completo è consultabile sul sito www.politicamentescorretto.org.


Politicamente Scorretto è un progetto del Comune di Casalecchio di Reno in collaborazione con Carlo Lucarelli e con il sostegno e la co-progettazione della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della L.R. 18/2016. Partner: Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Avviso Pubblico Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, ATER Fondazione, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Fondazione Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Club Tenco, CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Percorsi di Pace, Libreria Carta Bianca, Giovani Reporter. Sponsor: Melamangio e Elior.


INFORMAZIONI UTILI
 
POLITICAMENTE SCORRETTO 2023 – XVIII EDIZIONE
QUANDO: dal 14 al 19 novembre 2023
DOVE: Casalecchio di Reno (BO)
Casa della Conoscenza, Via Porrettana 360
Teatro comunale Laura Betti, Piazza del Popolo 1
Casa per la Pace “La Filanda”, Via dei Canonici Renani 8

Tutti gli eventi sono gratuiti, fino ad esaurimento posti.
Gli spettacoli teatrali al Teatro Laura Betti sono a pagamento. Per informazioni sugli spettacoli si rimanda al sito: www.teatrocasalecchio.it  
 
REALIZZATO DA: Comune di Casalecchio di Reno in collaborazione con Carlo Lucarelli e con il sostegno e la co-progettazione della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della L.R. 18/2016
COORDINATO DA: Servizio Casalecchio delle Culture

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Bergamo, Palazzo della Ragione: YAYOI KUSAMA. Infinito Presente

Yayoi Kusama, Fireflies on the Water, 2002. Mirrors, plexiglass, lights, and water, 111 × 144 1/2 × 144 1/2 in. (281.9 × 367 × 367 cm). Whitney Museum of American Art, New York; purchase with funds from the Postwar Committee and the Contemporary Painting and Sculpture Committee and partial gift of Betsy Wittenborn Miller 2003.322. © Yayoi Kusama. Photograph by Sheldan C. Collins

BERGAMO | PALAZZO DELLA RAGIONE

17 NOVEMBRE 2023 – 24 MARZO 2024

La mostra ospita Fireflies on the Water, una delle Infinity Mirror Room più iconiche dell’artista più popolare al mondo.

Esposta per la prima volta in Italia, l’opera proviene dalla collezione permanente
del Whitney Museum of American Art di New York.

A cura di Stefano Raimondi

Dal 17 novembre 2023 al 24 marzo 2024, Palazzo della Ragione a Bergamo sarà teatro di una straordinaria operazione artistica e culturale.
In occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, uno dei più antichi palazzi comunali d’Italia accoglierà la mostra di Yayoi Kusama (Matsumoto, Giappone, 1929), l’artista più popolare al mondo, secondo un sondaggio condotto dalla rivista The Art Newspaper, che porterà nel cuore della città orobica Fireflies on the Water una delle sue Infinity Mirror Room più iconiche, proveniente dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York.

“È una mostra ambiziosa e speciale – afferma il curatore Stefano Raimondi, fondatore e direttore di The Blank Contemporary Art -, resa possibile da un progetto articolato, che ha richiesto due anni di lavoro, e dai rapporti internazionali con il Whitney Museum of American Art, senza dubbio uno dei più importanti musei al mondo”.

“Yayoi Kusama – prosegue Stefano Raimondi – è un’artista amata in modo trasversale da più generazioni e pubblici, capace di meravigliare e stupire, e la stanza Fireflies on the Water è sicuramente la più adatta a sottolineare le tematiche che accompagnano Bergamo Brescia nell’anno della Capitale Italiana della Cultura, che affrontano i temi della resilienza, della cura, per aprirsi infine a una nuova dimensione piena di luce, energia e sconfinate possibilità”.

“La presentazione di questa importante mostra – sottolinea Giorgio Gori, sindaco di Bergamo – in un contesto storico di prestigio e di grande valore per la comunità quale è Palazzo della Ragione, è un segnale importante per la nostra città e per tutto il mondo dell’arte contemporanea nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura”.

“Bergamo da tempo – prosegue Giorgio Gori -, grazie al grande lavoro di The Blank, di GAMeC e di altri soggetti di rilievo, lavora per promuovere e valorizzare l’arte contemporanea in città: quest’ultima è centrale nella programmazione del progetto di Capitale 2023, grazie all’esposizione di Kusama, alle installazioni di piazza della Libertà e del KilometroRosso, ma anche al cantiere per la nuova Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della città, cantiere che avrà inizio proprio nel 2023 nell’attuale palazzetto dello sport della città”.

“Il fatto che un’istituzione importante come il Whitney Museum of American Art di New York – ricorda Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo – conceda un prestito di questo rilievo, trasmette il valore del percorso che Bergamo ha intrapreso da diversi anni nell’ambito dell’arte contemporanea e di pari passo del cammino fatto da The Blank, una realtà del territorio che è diventata un interlocutore culturale credibile e conosciuto a livello internazionale e un attore capace di promuovere la città e la comunità”.

L’allestimento, curato da Maria Marzia Minelli, si compone di un percorso introduttivo che approfondisce la ricerca di Yayoi Kusama attraverso poesie, filmati e documentazioni, creando uno spazio di condivisione fisica e digitale dell’esperienza vissuta e permettendo di entrare da più punti di vista nell’immaginario della celebre artista giapponese.

Al centro del percorso Fireflies on the Water è un’installazione dalle dimensioni di una stanza pensata per essere vista in solitudine, una persona alla volta.

L’opera consiste in un ambiente buio, rivestito di specchi su tutti i lati; al centro della sala, si trova una pozza d’acqua, che trasmette un senso di quiete, in cui sporge una piattaforma panoramica simile a un molo e 150 piccole luci appese al soffitto che, come suggerisce il titolo, sembrano lucciole.

Questi elementi creano un effetto abbagliante di luce diretta e riflessa, emanata sia dagli specchi che dalla superficie dell’acqua. Lo spazio appare infinito, senza cima né fondo, inizio né fine. Come nelle prime installazioni di Yayoi Kusama, tra cui l’Infinity Mirror Room (1965), Fireflies on the Water incarna un approccio quasi allucinatorio alla realtà. Sebbene legato alla mitologia personale dell’artista e al processo di lavoro terapeutico, quest’opera si riferisce anche a fonti varie come il mito di Narciso e il paesaggio giapponese nativo di Kusama.

Il luogo che accoglie l’installazione è ovattato nelle luci e nei suoni e l’arrivo alle soglie della stanza ha la valenza di un atto meditativo, di una contemplazione capace di portare il pubblico in una dimensione altra e diversa, un invito ad abbandonare il senso di sé e ad arrendersi a una sorta di magia meditativa.

Durante la mostra si svolgerà un ampio programma di laboratori progettati dai servizi educativi di The Blank per le scuole e le famigle. Yayoi Kusama. Infinito Presente è completamente accessibile alle persone sorde anche attraverso visite guidate in LIS – Lingua dei Segni.

Venezia, 1966 – XXXIII edizione della Biennale d’Arte di Venezia. Gli artisti Yayoi Kusama e Lucio Fontana durante la performance (pirata) Narcissus Garden ai Giardini della Biennale.
©Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Maggiori informazioni e dettagli sulle prevendite sul sito www.theblank.it

L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo esclusivo, realizzato e pubblicato da Skira.

L’arte e la vita per Kusama sono indissolubilmente legate: Yayoi Kusama è nata in Giappone, a Matsumoto, nel 1929, da una famiglia agiata che aveva previsto per lei una precisa posizione nella società. Fin da bambina però Kusama comincia ad avere delle allucinazioni uditive e visive. Come la stessa artista ha raccontato è iniziato tutto in un campo di fiori: “C’era una luce accecante, ero accecata dai fiori, guardandomi intorno c’era quell’immagine persistente, mi sembrava di sprofondare come se quei fiori volessero annientarmi”.

L’arte si rivela fin da subito un elemento necessario e terapeutico, con la quale gestisce le sue allucinazioni. I suoi genitori, tuttavia, non accettano la sua passione, tanto che sua madre distrugge i suoi disegni prima che lei riesca a terminarli. È proprio per questo motivo che una delle prime forme d’arte di Yayoi Kusama sono i pois, elementi veloci da disegnare.

Dedicandosi con grande dedizione allo studio dell’arte, nonostante il parere contrario della famiglia, rimase colpita dai dipinti dell’artista Georgia O’Keeffe, moglie di Alfred Stieglitz, e decise di scriverle. Fu proprio dopo aver ricevuto la sua risposta che Yayoi Kusama si trasferì nel 1958 negli Stati Uniti, prima a Seattle e poi a New York. Qui all’inizio trova notevoli difficoltà nell’ambiente artistico, sia perché fortemente maschilista, sia per le sue origini giapponesi, ma ben presto comincia a farsi notare con le sue opere. Già negli anni sessanta Kusama consolida la sua posizione nell’avanguardia newyorkese e viene considerata una rivoluzionaria per l’epoca.

Dopo aver raggiunto la fama in tutto il mondo, nel 1973 Yayoi Kusama torna in Giappone e nel 1977 si fa ricoverare spontaneamente in un istituto psichiatrico dove vive ancora oggi. Ma questo non le ha in alcun modo impedito di affittare un atelier davanti all’ospedale, in cui si reca ogni giorno per dipingere. In questi anni infatti ha continuato a lavorare, collaborando anche con celebri marchi di moda, e a dedicarsi completamente alla sua ricerca, dipingendo quadri e scrivendo romanzi e poesie.


L’evento, promosso da The Blank Contemporary Art in intesa culturale con il Comune di Bergamo, si svolge nell’ambito di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. La sinergia tra istituzioni, imprese e arte è uno degli elementi che concorre alla crescita sociale e culturale della comunità. In questa prospettiva risulta particolarmente significativo il contributo di Camera di Commercio di bergamo  e la partecipazione come Main Sponsor di Isocell Precompressi S.p.A., il supporto come Main Partner di Banca Generali Private, Gruberg e MAGRIS, il sostegno di Alias (Design & Furniture), Art Care (Trasporto, produzione e allestimento), Carminati Adv (Media Partner), CLP Relazioni Pubbliche (Ufficio Stampa), CVO GROUP (Security Partner), Linda (Cleaning Partner), Merlino ( Kids Lab Furniture), Mida Ticket (Biglietteria), Phillips (Technical Partner), Achille Pinto (Educational Partner), Settecento Hotel (Accomodation Partner), Skira (Publishing Partner), Zenato (Wine Partner) e la partecipazione come Event Partner di Alluminio Agnelli, Dielle Ceramiche, Evelyne Aymon, Palazzo Monti.

La mostra è parte del programma del Festival di Arte Contemporanea ARTDATE, organizzato da The Blank e Palazzo Monti dal 9 al 26 novembre nelle città di Bergamo e Brescia.

La manifestazione Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede Intesa Sanpaolo e A2A nel ruolo di Main Partner, Brembo nel ruolo di Partner di Sistema, Ferrovie dello Stato Italiane e SACBO quali Partner di Area. Il Ministero della Cultura e Regione Lombardia sono partner istituzionali insieme a Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca.


YAYOI KUSAMA. Infinito Presente
Bergamo, Palazzo della Ragione (Piazza Vecchia, 8A)
17 novembre 2023 – 24 marzo 2024
 
Orari e informazioni: www.theblank.it
T. +39.035.19903477; associazione@theblank.it
 
Biglietti in prevendita (incluse commissioni e diritti di prevendita)
Singolo intero: €14,50; Under 18 ridotto singolo: €12,50
Gruppi (min. 15 persone, max. 30 persone per slot): €13,50; Gruppi Scuole (min.15 persone): €6,00
Gruppi Scuole + Laboratorio (min. 15 persone, max. 30 persone): €8,50
Gratuito: insegnanti in visita con la classe; bambini 0-3 anni; disabili e accompagnatori
 
Visite guidate (minimo 7 persone): €70,00

Biglietteria online: www.midaticket.it

Prenotazioni scuole e gruppi
Le scuole e i gruppi potranno prenotare la visita e i laboratori al numero dedicato di assistenza +39 035 19903477 (da martedì a venerdì ore 9-13) o scrivendo a scuole@theblank.it e gruppi@theblank.it Tutte le informazioni dei laboratori sono presenti alla pagina web https://theblank.it/scuole-e-laboratori/

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | T. +39 02.36755700 | clara.cervia@clp1968.it
Marta Pedroli | T. +39 02.36755700 | marta.pedroli@clp1968.it | www.clp1968.it

Messina, BRUM: 1923 nascita della Repubblica di Turchia: le fasi salienti della sua storia

A 100 anni dalla proclamazione dello Stato nazionale, il mantra di Erdoğan, attuale leader turco “Una nazione, una bandiera, una patria, uno Stato. Questo non è uno slogan, questi sono i capisaldi della nostra esistenza.” risuona ancora.

Si terrà venerdì 17 novembre 2023, alle ore 17:30, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, la presentazione in prima assoluta del saggio del Prof. Roberto Sciarrone “1923, la nascita della Repubblica di Turchia. Da Costantinopoli ad Ankara, quale futuro?”, Edizione Nuova Cultura, 2023. La monografia è impreziosita dalla prefazione del Prof. Antonello Folco Biagini, Docente Emerito presso Sapienza Università di Roma e dalla post-fazione del Prof. Fabio L. Grassi, Docente Associato Sapienza Università di Roma.

L’iniziativa culturale si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’ Introduzione della Direttrice, Avv. Tommasa Siragusa, che fungerà poi da Moderatrice. Seguiranno i contributi di valore dei Docenti presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università degli Studi di Messina: Prof. Salvatore Bottari, Ordinario di Storia Moderna e del Prof. Dario Caroniti, Ordinario di Storia delle Dottrine Politiche. Interverrà il Dott. Domenico Interdonato, Giornalista e Presidente UCSI Sicilia. Sarà presente l’Autore.

Attraverso la presentazione del testo, ripercorreremo le fasi salienti della complessa storia della Turchia, Paese dalle molteplici sfumature che è parte di due continenti, Europa e Asia. Già nel menzionarla evoca un passato importante di civiltà antichissime, di celebri imperi. Popolazioni diverse per usi, costumi, lingue, arte che si sono susseguite lasciando tracce indelebili di sé: Assiri, Ittiti, Persiani, Greci, Romani, Bizantini, Ottomani. Si palesano alla memoria città dal passato glorioso come Pergamo, con la sua Biblioteca, rinomato centro di cultura del periodo ellenistico. Condottieri e sultani illuminati hanno gettato le basi per la Turchia di oggi. La battaglia di Lepanto è la chiave di volta che conduce al declino dell’Impero Ottomano, destinato poi a scomparire dopo la sconfitta nella prima Guerra mondiale degli Imperi centrali e, in particolare, della

1923, la nascita della Repubblica di Turchia. Da Costantinopoli ad Ankara. Quale futuro?

Germania, della quale era alleato, e il suo immenso territorio votato a sgretolarsi, predato dai colonizzatori.

Il 29 ottobre 1923, Mustafa Kemal diventa il primo presidente della Repubblica della Turchia, acclamato eroe dopo aver combattuto per la salvaguardia del Paese e conosciuto da tutti come Ataturk (padre dei turchi). La Repubblica recideva i legami col passato. Mustafa Kemal operò riforme radicali che modificarono la storia della Turchia: eliminò le imposizioni tradizionali sull’abbigliamento, laicizzò il paese, latinizzò i caratteri dell’alfabeto, favorì l’istruzione proiettando la Turchia sempre più vicina all’Europa. A 100 anni dalla proclamazione dello Stato nazionale, il mantra di Erdoğan, attuale leader turco “Una nazione, una bandiera, una patria, uno Stato. Questo non è uno slogan, questi sono i capisaldi della nostra esistenza.” risuona ancora.

Il saggio del Prof. Sciarrone ci interroga su quale futuro per la Turchia si potrà prospettare. Ha ottenuto lo status di paese candidato all’Unione Europea dal Consiglio di Helsinki del dicembre 1999 e ha avviato i negoziati di adesione con l’Unione europea il 3 ottobre 2005. E se allo stato attuale, è soltanto geograficamente e parzialmente parte dell’Europa,riuscirà a divenire in toto uno stato europeo?

(a cura di Maria Rita Morgana)

Roberto Sciarrone, Ph.D in History of Europe, Sapienza Università di Roma. È nato a Messina il 17/02/1981. Già ricercatore in Storia dell’Europa orientale presso il Dipartimento di Storia Culture Religioni di Sapienza Università di Roma, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia d’Europa nel 2013. Si occupa di politica estera italiana dall’Unità alla Seconda guerra mondiale, ha pubblicato monografie e saggi su riviste scientifiche nazionali e internazionali. È iscritto all’Albo dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio (2016), collabora con l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito (AUSSME), è inoltre membro della Società Italiana di Storia Internazionale (SISI) e della Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco), della
Società Italiana di Storia Militare (SISM) e dell’Associazione Giornalisti Europei (AEJ). Collabora con Rivista Militare, Geopolitica.info, Paese Italia Press, America Oggi, The Post Internazionale, Formiche, Rivista Marittima, La Svolta. È responsabile ufficio stampa per l’Università degli Studi di Roma UnitelmaSapienza.

Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori durante l’incontro.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:     Ufficio Relazioni con il Pubblico
                       tel.090674564
                       urpbibliome@regione.sicilia.it
                              

Casalecchio di Reno, Bologna: Politicamente Scorretto. Programma di venerdì 17 nov.

Politicamente Scorretto 2023:
Articolo 21. Libertà di pensare, diritto di sapere

Il programma di venerdì 17 novembre 2023

La XVIII edizione della rassegna curata da Carlo Lucarelli continua con una quarta giornata ricca di eventi ed ospiti

Dal 14 al 19 novembre 2023 a Casalecchio di Reno (BO)

La giornata di venerdì 17 novembre 2023 della XVIII edizione di Politicamente Scorretto preannuncia un programma ricco di contenuti culturali, con al centro workshop, panel e spettacoli teatrali. La rassegna curata da Carlo Lucarelli, ideata nel 2005 dal servizio Casalecchio delle Culture e promossa dal Comune di Casalecchio di Reno, quest’anno focalizza l’attenzione sull’Articolo 21 della Costituzione italiana, presentando come tema centrale dell’edizione “Articolo 21. Libertà di pensare, diritto di sapere”.

La quarta giornata di venerdì 17 novembre 2023 ha inizio alle ore 9.30 presso la Casa per la Pace “La Filanda”, con il workshop dedicato al giornalismo e privacy realizzato in collaborazione con Libera Bologna, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna e Fondazione Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna“Politicamente Scorretto. Libertà di espressione dei giornalisti, diritto di cronaca e privacy” sarà un laboratorio aperto al pubblico e ai giornalisti, che si svilupperà attraverso due panel: la prima parte si concentrerà sulla Riforma Cartabia e su come questa abbia impatto sul diritto di cronaca. La seconda parte, invece, si concentrerà sull’etica e sulla deontologia professionale a partire dal linguaggio fotografico e dal fotogiornalismo. A guidare i partecipanti alcuni nomi prestigiosi del giornalismo italiano: Silvestro Ramunno, presidente dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna; Giuseppe Pipitone, caposervizio de ilfattoquotidiano.it; Tommaso Romanin, giornalista ANSA; Costanza Matteuzzi, avvocata esperta di criminalità informatica e di tutela della protezione dei dati e cyber security; Alessandro Ruggeri, fotografo professionista. Coordina il workshop Sofia Nardacchione, responsabile del settore informazione di Libera Bologna e Libera Emilia-Romagna.

Partecipazione gratuita con obbligo di prenotazione: per i giornalisti iscrizione su www.formazionegiornalisti.it (max. 40 posti), per il pubblico iscrizione per email a info@politicamentescorretto.org (max. 15 posti).

Si prosegue alle ore 17.30 presso la Casa della Conoscenza con il panel dedicato alla mafia e al gioco d’azzardo realizzato in collaborazione con Avviso Pubblico, alla presenza dei giornalisti Giovanni Tizian, caposervizio e inviato cronaca e inchieste per Domani, e Paolo Bonacini, giornalista autore dell’inchiesta “Aspromonte emiliano. Gli ospiti dialogheranno con l’assessore alla Legalità del Comune di Casalecchio di Reno Massimo Masetti. Durante l’evento saranno approfonditi i legami tra mafia e gioco d’azzardo e la tradizionale fragilità del settore rispetto a infiltrazioni e interessi criminali. Da un lato, l’estensione dell’offerta di gioco legale viene concepita come argine alla diffusione di quello illegale; dall’altro, si sottolinea il crescente ruolo delle organizzazioni mafiose in questo tipo di attività, evidenziando un rapporto direttamente proporzionale tra l’allargamento dell’offerta legale e la crescita degli illeciti. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook e il canale Youtube di Politicamente Scorretto.

Paolo Nori

La serata di venerdì 17 novembre 2023 si conclude al Teatro Laura Betti alle ore 21.00 con “La Libertà. Primo Episodio“, spettacolo di e con Paolo Nori. Fare un discorso sulla Libertà che, partendo da un principio e passando poi da uno svolgimento, sia in grado di giungere ad una conclusione, che sia quindi in qualche modo finito, o definitivo, è lo stesso Paolo Nori a dircelo, non è possibile. Ecco perché il suo nuovo spettacolo si intitola La Libertà. Primo episodio”un primo tentativo, la prima tappa di un percorso possibile. Il noto scrittore italiano racconta e si racconta attraverso due figure straordinarie della letteratura russa, Daniil Charms e Iosif Brodskij, che con le loro opere e la loro vita hanno cantato e incarnato, forse, quell’idea di libertà che l’avvocato anarchico Pietro Gori aveva espresso così: “Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà.” In scena le parole di Paolo Nori fluiscono accompagnate dalle musiche originali composte da Alessandro Nidi che le esegue in scena insieme a Alessandro ZezzaAndrea CoruzziFilippo Nidi, con le luci di Luca Bronzo. Lo spettacolo è a cura di Paola Donati, la produzione di Fondazione Teatro Due. Ingresso a pagamento: 18 euro (con riduzioni) oppure Abbonamento Politicamente Scorretto carnet 4 spettacoli a 40 euro. A cura di ATER Fondazione.

Venerdì 17 novembre 2023 è l’ultima giornata della Mostra Libertà di espressione e satira pacifista“, con i manifesti provenienti dall’archivio del CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, che offriranno, con le immagini e i testi, esempi di una partecipazione diffusa contro la guerra e per la pace. La mostra è a cura dello stesso CDMPI e dell’associazione Percorsi di Pace.

Il programma completo è consultabile sul sito www.politicamentescorretto.org.


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Genova, Palazzo Ducale: Apre la mostra “ARTEMISIA GENTILESCHI. Coraggio e passione”

Artemisia Gentileschi
Autoritratto in forma di allegoria della Pittura, con un ritratto maschile
sul cavalletto, 1630-35,
Olio su tela, 98×74,5 cm
Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, Palazzo Barberini

Per la prima volta a Genova, una grande mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi (1593 – post 1654), una delle artiste più amate di sempre.

Prima donna ad essere ammessa nella prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, bambina prodigio, donna di incredibile coraggio e determinazione, Artemisia è la pittrice che fa della passione per l’arte la sua ragione di vita.

Violentata a 17 anni da Agostino Tassi, un amico e collega del padre, diventa la protagonista di uno dei primi processi mediatici della storia, da cui uscirà vincitrice, ma segnata per sempre nell’anima.

La storia, le opere e il talento di Artemisia sono raccontati nella mostra genovese attraverso grandi capolavori e rivelazioni sorprendenti.
Prodotta da Arthemisia con Palazzo Ducale di Genova, la mostra aprirà al pubblico il 16 novembre 2023.

Dal 16 novembre 2023 al 1° aprile 2024, nei saloni dell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale di Genova sfilano alcuni tra i maggiori capolavori di una delle artiste più potenti della storia, dalla vita appassionante, ricca di colpi di scena, fallimenti e successi straordinari.
È Artemisia Gentileschi, iconico esempio di tenacia e genialità, donna dalla vita tutt’altro che facile, segnata dalla prematura scomparsa della madre, dal contesto sociale che non le permette di affermarsi come pittrice, fino al traumatico stupro.
Ma, nonostante ciò, Artemisia è capace di emergere attraverso il suo indiscutibile talento artistico e il suo coraggio trasmettendo, attraverso le eroine protagoniste dei suoi quadri, il suo desiderio di riscatto e di affermazione all’interno di una società in cui le donne hanno un ruolo sottomesso e dove la pittura è una pratica raramente concessa al sesso femminile.

La sua figura e i suoi dipinti hanno segnato così profondamente la storia dell’arte italiana che risuonano ancora prepotenti nel nostro tempo.

La mostra, a cura dello storico dell’arte Costantino D’Orazio, propone un percorso suddiviso in 10 sezioni, tra vicende familiari appassionanti, soluzioni artistiche rivoluzionarie, immagini drammatiche e trionfi femminili e offre l’opportunità di vedere raccolti oltre 50 capolavori sparsi in tutta Europa e negli Stati Uniti, opere che permettono di delineare un ritratto preciso della personalità complessa di una delle artiste più celebri al mondo.

La mostra è promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la CulturaComune di Genova e Regione Liguria e rientra nell’ambito delle iniziative di Genova Capitale Italiana del Libro 2023.
La mostra vede come sponsorGenerali Valore Culturaspecial partnerRicolamedia partnerIl Secolo XIX e mobility partnerFrecciarossa Treno Ufficiale.

La mostra rientra nel progetto “L’Arte della solidarietà” realizzato da Arthemisia con Komen Italiacharity partner della mostra.
Unire l’arte con la salute, la bellezza con la prevenzione: è questa l’essenza di un progetto che vede il colore rosa della Komen Italia fondersi con i capolavori esposti nelle mostre.
Nel concreto, una parte degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti di ingresso della mostra verrà devoluta da Arthemisia per la realizzazione di specifici progetti di tutela della salute delle donne.
Con questa partnership Komen Italia si prepara al grande evento nazionale per festeggiare il suo 25esimo anno della “Race for the cure” il prossimo maggio 2024.

Il catalogo, edito da Skira e a cura di Costantino D’Orazio, presenta i testi di Pietrangelo Buttafuoco, Riccardo Lattuada, Anna Orlando, Yuri Primarosa, Vittorio Sgarbi e Claudio Strinati.


Informazioni e prenotazioni
T. +39 010 8171600
www.palazzoducale.genova.it
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#ArtemisiaGentileschiGenova

Biglietti
Intero € 16,00
Ridotto € 15,00

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it 
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306

Bologna, Museo Civico Medievale: Lippo di Dalmasio e le arti fra Trecento e Quattrocento

A cura di Massimo Medica e Fabio Massaccesi

18 novembre 2023 – 17 marzo 2024
Museo Civico Medievale | Lapidario
Via Manzoni 4, Bologna

Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna presentano la prima mostra monografica dedicata a Lippo di Scannabecchi detto Lippo di Dalmasio, il più noto e celebrato dei pittori bolognesi del tardo Medioevo, documentato a Pistoia e a Bologna dal 1377 al 1410.
Lippo di Dalmasio e le arti a Bologna tra Trecento e Quattrocento, a cura di Massimo Medica e Fabio Massaccesi, è visibile nel Lapidario del Museo Civico Medievale dal 18 novembre 2023 al 17 marzo 2024.

Promossa congiuntamente con il Dipartimento delle Arti – Alma Mater Studiorum Università di Bologna, e in collaborazione con la Pinacoteca Nazionale di Bologna, l’iniziativa espositiva si configura idealmente come capitolo conclusivo di un ciclo di mostre dedicato ai principali protagonisti della pittura gotica bolognese, che con le loro prolifiche botteghe dominarono la scena cittadina tra Trecento e Quattrocento: Vitale da Bologna (2010), Simone dei Crocifissi e Jacopo di Paolo (2012) e Giovanni da Modena (2015).

La conferenza stampa con visita in anteprima si svolgerà oggi, giovedì 16 novembre 2023 alle ore 11.00. presso il Museo Civico Medievale, in via Manzoni 4 a Bologna.

Intervengono:

Elena Di Gioia

delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana


Eva Degl’Innocenti

direttrice Settore Musei Civici Bologna


Massimo Medica

direttore Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica e co-curatore mostra


Fabio Massaccesi

professore associato Dipartimento delle Arti – Alma Mater Università di Bologna e co-curatore mostra.

Figlio del pittore Dalmasio (Bologna, 1315 circa – Bologna, 1374 circa) e nipote del noto artista Simone di Filippo detto Simone dei Crocifissi (Bologna, 1330 circa – Bologna, 1399), Lippo appartenne alla prestigiosa famiglia ghibellina degli Scannabecchi.
Come il padre, fu a lungo attivo in Toscana, a Pistoia, dove è probabile abbia intrapreso la sua attività, ottenendo le prime importanti commissioni. Tale esperienza dovette comunque incidere sulla sua prima formazione, portandolo poi a svolgere un importante ruolo di raccordo artistico tra i due versanti dell’Appennino. Ugualmente determinante dovette essere la sua parentela con Simone dei Crocifissi, con cui Lippo condivise, una volta rientrato a Bologna intorno al 1390, l’atteggiamento fortemente conservatore e “normalizzante” nei confronti dei modi più immaginosi di Vitale da Bologna. Ciò gli permise presto di divenire uno dei più prestigiosi maestri attivi nell’appena avviato cantiere di San Petronio, come documenta il suo coinvolgimento nel 1393, nella realizzazione di un’ancona su tela, ora perduta, per l’altare maggiore della Basilica, eseguita insieme a Giovanni di Ottonello. Come risulta dall’ampia documentazione superstite, Lippo seppe abbinare, in questi anni, una brillante carriera, contrassegnata da numerose prestigiose commissioni, ad un pronunciato impegno civico, documentato dai numerosi incarichi pubblici.

Attraverso un aggiornato lavoro di ricerca, la presentazione di due opere inedite e una campagna di restauri eseguiti per questa occasione, la mostra intende proporre una rivalutazione organica della personalità e del percorso di Lippo di Dalmasio in riferimento al contesto del sistema culturale in cui si trovò ad operare, restituendo nella sua reale collocazione storico-artistica l’ampiezza sfaccettata e l’altissima qualità tecnica della sua produzione, soggetta nei secoli a giudizi altalenanti, oltre la fama stereotipata di pittore prettamente devozionale.
Il percorso espositivo si compone di 32 opere – tra dipinti su tavolaaffreschisculture e manoscritti – e si articola in tre sezioni. Accanto ai dipinti e agli affreschi di Lippo di Dalmasio, sono presentate opere di alcuni degli artisti più rinomati a lui contemporanei – Simone dei CrocifissiJacopo di PaoloNicolò di GiacomoGiovanni di Fra SilvestroDon Simone CamaldoleseLorenzo MonacoJacobello e Pierpaolo Dalle Masegne -, prestati per l’occasione da importanti musei, biblioteche, chiese italiane e collezioni private.

La mostra si avvale di un comitato scientifico composto da Silvia Battistini, Daniele Benati, Giancarlo Benevolo, Gabriella Bernardi, Mark Gregory D’Apuzzo, Gianluca del Monaco, Fabio Massaccesi, Massimo Medica, Ilaria Negretti, Raffaella Pini, Angelo Tartuferi.

Il catalogo pubblicato da Dario Cimorelli Editore, a cura di Massimo Medica, Fabio Massaccesi e Silvia Battistini, contiene saggi di Giancarlo Benevolo, Raffaella Pini, Daniele Benati, Angelo Tartuferi, Fabio Massaccesi, Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Gianluca del Monaco, Ilaria Negretti, Silvia Battistini.


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Casalecchio di Reno, Bologna: Politicamente Scorretto. Programma di giovedì 16 nov.

Politicamente Scorretto 2023:
Articolo 21. Libertà di pensare, diritto di sapere

Gli eventi di giovedì 16 novembre 2023

La rassegna curata da Carlo Lucarelli prosegue con una terza giornata incentrata sul dialogo e sulla libertà d’espressione

Dal 14 al 19 novembre 2023 a Casalecchio di Reno (BO)

Dopo le prime due giornate ricche di ospiti e novità, Politicamente Scorretto 2023 prosegue nella giornata di domani, giovedì 16 novembre 2023, con un programma dedicato ai valori della giustizia, legalità e solidarietà. Ideata nel 2005 dal servizio Casalecchio delle Culture, la XVIII edizione della rassegna culturale curata da Carlo Lucarelli e promossa dal Comune di Casalecchio di Reno vede come tema centrale “Articolo 21. Libertà di pensare, diritto di sapere”, in riferimento all’Articolo 21 della Costituzione italiana.

IL PROGRAMMA DI GIOVEDÌ 16 NOVEMBRE 2023

La giornata di giovedì 16 novembre 2023 avrà inizio alle ore 17.30 alla Casa della Conoscenza dove l’avvocato di parte civile dell’associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 Andrea Speranzoni e il giornalista e autore di “La Strage di Bologna” (Feltrinelli Editore, 2023) Paolo Morando saliranno sul palco al fianco di Carlo Lucarelli. L’obiettivo è costruire un dibattito sull’Articolo 21, facendo riferimento ad una delle stragi più disastrose e memorabili della città di Bologna: la strage del 2 agosto 1980. Durante il panel si farà luce su una delle stragi più cruente d’Italia e sul complesso iter giudiziario, fatto di insabbiamenti e depistaggi, che ha portato a far luce sui rapporti tra la “massoneria deviata” (non solo italiana) e i “gruppi di fuoco”. Questi argomenti si ritrovano anche nel libro di Paolo Morando. Morando, infatti, tenta di fare il punto sulla storia processuale e sulle novità emerse dalle sentenze su Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, entrambi condannati all’ergastolo per concorso alla strage. Nel corso del tempo, il catastrofico evento ha finito per avvalorare le posizioni più eterogenee e contraddittorie, così Paolo Morando ha scritto questo libro che rappresenta un tassello fondamentale per articolare una riflessione ampia, documentata, utile per fare luce sul caso e per non dimenticare.

Alle ore 20.45 si prosegue sempre presso la Casa della Conoscenza con un talk dedicato al “Giornalismo coraggioso” con ospiti Paolo Mondani, giornalista che ha collaborato tra gli altri al programma Report di Rai 3, Azzurra Meringolo (in collegamento), inviata Radio Rai in Medio Oriente, e la moderazione di Carlo Lucarelli.

Paolo Mondani è un noto giornalista che ha lavorato per quotidiani italiani e network esteri. Nel 1997 è entrato a far parte del team Rai ed ha collaborato agli Speciali di Raidue. Inoltre, tra il 1999 e il 2002 ha lavorato come inviato per Circus, Raggio Verde, Sciuscià, Emergenza Guerra e Sciuscià edizione straordinaria. Nel 2003 è inviato e coautore di Report, su Rai Tre. Dopo aver messo in pausa la collaborazione tra il 2004 e il 2006, l’anno successivo Paolo torna nel team di Report realizzando l’inchiesta andata in onda il 30 maggio 2022 dal nome “La pista nera”, che ha svelato la presenza di Stefano Delle Chiaie, il fondatore di Avanguardia Nazionale, sul luogo della strage di Capaci del 23 maggio 1992 e i suoi contatti con esponenti mafiosi.

Azzurra Meringolo

Azzurra Meringolo è giornalista presso la redazione esteri del Giornale Radio Rai, dove si occupa soprattutto di questioni mediorientali. È stata caporedattrice di AffarInternazionali, ha collaborato con testate nazionali e internazionali e diretto la rivista Arab Media Report. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico Ivan Bonfanti e la sua tesi di dottorato sull’antiamericanismo egiziano si è aggiudicata il premio Maria Grazia Cutuli. Nel 2013 si è aggiudicata il premio di scrittura Indro Montanelli con I ragazzi di Piazza Tahir e nel 2014 il premio Franco Cuomo International Award per la sezione saggistica. Nel 2017 ha pubblicato Il sogno antiamericano, Viaggio nella storia dell’opposizione araba agli Stati Uniti, seguito nel 2019 dall’inchiesta Fuga dall’Egitto.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook e il canale Youtube di Politicamente Scorretto.

Alla Casa della Conoscenza sarà inoltre presente il bookshop a cura della Libreria Carta Bianca.

Prosegue fino a venerdì 17 novembre 2023, dalle 15.30 alle 19.00 alla Casa per la Pace “La Filanda”, la Mostra Libertà di espressione e satira pacifista, con i manifesti provenienti dall’archivio del CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, che offriranno, con le immagini e i testi, esempi di una partecipazione diffusa contro la guerra e per la pace. La mostra è a cura dello stesso CDMPI e dell’associazione Percorsi di Pace.

Il programma completo è consultabile sul sito www.politicamentescorretto.org.


Politicamente Scorretto è un progetto del Comune di Casalecchio di Reno in collaborazione con Carlo Lucarelli e con il sostegno e la co-progettazione della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della L.R. 18/2016. Partner: Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Avviso Pubblico Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, ATER Fondazione, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Fondazione Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Club Tenco, CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Percorsi di Pace, Libreria Carta Bianca, Giovani Reporter. Sponsor: Melamangio e Elior.


INFORMAZIONI UTILI
 
POLITICAMENTE SCORRETTO 2023 – XVIII EDIZIONE
QUANDO: dal 14 al 19 novembre 2023
DOVE: Casalecchio di Reno (BO)
Casa della Conoscenza, Via Porrettana 360
Teatro comunale Laura Betti, Piazza del Popolo 1
Casa per la Pace “La Filanda”, Via dei Canonici Renani 8

Tutti gli eventi sono gratuiti, fino ad esaurimento posti.
Gli spettacoli teatrali al Teatro Laura Betti sono a pagamento. Per informazioni sugli spettacoli si rimanda al sito: www.teatrocasalecchio.it  
 
REALIZZATO DA: Comune di Casalecchio di Reno in collaborazione con Carlo Lucarelli e con il sostegno e la co-progettazione della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della L.R. 18/2016
COORDINATO DA: Servizio Casalecchio delle Culture

PARTNER: Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Avviso Pubblico Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, ATER Fondazione, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Fondazione Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Club Tenco
SPONSOR: Melamangio, Elior
 
CONTATTI
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Asti: “La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta”

Michelangelo Merisi detto Caravaggio
Canestra di frutta, 1597-1600
Olio su tela, cm 47×61
Veneranda Biblioteca Ambrosiana,
Pinacoteca – Milano
©Veneranda Biblioteca Ambrosiana /
Mondadori Portfolio

“LA CANESTRA DI CARAVAGGIO. Segreti ed enigmi della Natura Morta”in programma aPalazzo Mazzetti di Asti, dal 25 novembre 2023 al 7 aprile 2024.

Un prestito eccezionale: la celebre “Canestra di frutta” di Caravaggio arriva ad Asti.

La Canestra di Caravaggio è considerata la prima Natura Morta della storia dell’arte.
Una mostra straordinaria che ci racconta i segreti e gli enigmi della Natura Morta, partendo dall’analisi del capolavoro del Merisi, custodito da oltre quattrocento anni nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Dal 25 novembre, Palazzo Mazzetti si arricchisce di opere cariche di simbologie, significati e indizi, specchio di costumi, necessità, fantasie e ossessioni delle società tra Cinquecento e Settecento.

La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta è la straordinaria mostra che, a partire dal 25 novembre 2023 fino al 7 aprile 2024, a Palazzo Mazzetti di Asti vedrà protagonista indiscusso il celebre capolavoro del Merisi eccezionalmente prestata dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Una mostra unica nel suo genere che – a cura dello storico dell’arte Costantino D’Orazio – racconta la nascita e l’evoluzione nel tempo della Natura Morta, genere pittorico che, nell’intera Storia dell’Arte italiana, viene inaugurato da Caravaggio proprio con la sua celebre Canestra di frutta (1597-1600).
Da un Caravaggio agli inizi della sua carriera l’opera viene acquisita dal Cardinale Federico Borromeo alla fine del Cinquecento e poi donata dallo stesso prelato milanese alla Biblioteca Ambrosiana nel 1607.
Il successo di questo quadro è talmente immediato da produrre la nascita di un genere, che nella mostra verrà indagato attraverso oltre venti preziose tele prestate da prestigiose collezioni private – come la collezione Pallavicini e la collezione Cremonini – e da vari e importanti musei (dalla Galleria Borghese alla Venaria Reale), esempi significativi appartenenti sia all’iconografia precedente alla Canestra sia dipinti dopo l’apparizione della “fiscella” di Caravaggio.

La mostra, con il contributo concesso dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, con il patrocinio della Provincia di Asti, vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.


SEDE
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357
14100 Asti

INFORMAZIONI
FONDAZIONE ASTI MUSEI
www.museidiasti.com
prenotazioni@fondazioneastimusei.it
info@fondazioneastimusei.it
T. +39 0141 530403

ORARI
Lunedì – domenica 10.00 – 19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Hashtag ufficiale
CaravaggioAsti
@museidiasti
@arthemisiaarte

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it | M. +39 392 4325883
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it