Bologna, Teatro dell’ABC: Festival del Confine – Programma della Prima Edizione

PRIMA EDIZIONE
DEL FESTIVAL DEL CONFINE

24, 25 e 26 novembre 2023 
Teatro dell’ABC, piazza di Porta Castiglione 3

Ore 18,00 – ConferenzaIl confine del sé
Identità della persona e senso dell’esistenza 
Andrea Zohk 
Dialoga con lui Gabriele Via
 
Qual è il nesso tra l’identità che ciascuno di noi percepisce come propria e il senso che conferiamo alla nostra esistenza? Per pervenire a una risposta vengono indagate innanzitutto le basi psicofisiologiche e ontogenetiche dell’identità personale. Qui si mostra la continuità organica e biologica che lega le dimensioni istintuali, sensomotorie e pulsionali, alla costituzione della sfera personale. Partendo dalla costituzione dell’autocoscienza riflessiva, l’indagine si sofferma poi sulla genesi e l’essenza del soggetto morale, che viene circoscritto esaminando il crinale tra “normalità” e “anormalità” psichiatrica. Infine l’esplorazione dei temi della “maschera”, dell’autoinganno e della ricerca di autenticità fanno emergere quell’esigenza di orientamento e motivazione radicale che chiamiamo problema del senso dell’esistenza. 
 
Ore 21,30 – Performance/concerto
Il confine tra normalità e follia
SCULTURE SONORE
Concerto per strumenti autocostruiti, viola, clarinetto e voce
Letture da interiezioni di Antonin Artaud
Un arsenale acustico che ridefinisce i contorni dell’avanguardia,
aprendo la strada a territori sonori oscuri ed inesplorati.
Creature abissali, organismi planctonici ed entomologici apparati
nuovamente raggruppati come in una nuova preistoria.
Sperimentazione pura. Libera. Inquieta.
Le letture della serata sono tratte dall’opera di Antonin Artaud
 
Pol Palli – sculture sonore
Guglielmo Pagnozzi – clarinetto
Valentino Corvino – viola
e
Gabriele Via – voce narrante

Ore 16 – Conferenza
“Tra pienezza e mancanza: il paradosso del limite”
Dal limite come pienezza, sicurezza, protezione (coscienza della nostra finitudine e limitatezza nel pensiero greco), al limite come mancanza e desiderio di superarla nella nostra epoca della illimitatezza esasperata.
 
Francesca Rigotti
Colloquia con lei Gabriele Via
Francesca Rigotti Filosofa e saggista italiana, è stata docente alle Università di Göttingen e di Zurigo, visiting fellow all’Università di Princeton. Insegna dal 1996 all’Università della Svizzera italiana.
 La sua ricerca è caratterizzata dalla decifrazione e dall’interpretazione delle procedure metaforiche e simboliche sedimentate nel pensiero filosofico, nel ragionamento politico, nella pratica culturale e nell’esperienza ordinaria.
È Presidente della Giuria del Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi lungo l’Oglio
 
Ore 21,30 – Performance/concerto
Il confine tra le culture
Maram al-Masri
colloquia con lei Alberto Masala Tita Ruggeri – seconda voce
Valentino Corvino -violino

Maram al-Masri è una poetessa e scrittrice siriana , esule a Parigi dal 1982.
Pubblica il suo primo libro  -Ti minaccio con una colomba bianca- nell’84 a Damasco.
Nel 97 con -Ciliegia rossa su piastrelle bianche- ottiene il “Prix Adonis” e il libro viene tradotto in molte lingue.
La sua scrittura non è tanto tecnica quanto organica, fatta di passionalità, di quotidianità di cose semplici ma incontenibili.
Il suo stile poetico non si può facilmente inquadrare in una ben precisa corrente letteraria, occidentale o araba, ma fa scuola tra molte giovani poetesse arabe.

Ore 16,00 – Conferenza
“Cell melodies”
Il confine tra arte e scienza 
Carlo Ventura
Dialoga con lui Gabriele Via
 
Le nostre cellule, incluse le cellule staminali, oscillano di continuo, producendo segnali meccanici, a volte sonori, elettrici e luminosi. Oggi disponiamo di strumenti sofisticati per decifrare queste vibrazioni e ci stiamo rendendo conto che non si tratta di frequenze isolate, ma di vere e proprie “composizioni frequenziali”. Melodie cellulari per un codice morfogenetico, capace di generare forme e architetture che vanno dal livello molecolare fino all’anatomia macroscopica. Le cellule sono anche in grado di “sentire” questi segnali, come una sorta di codice capace di cambiare il loro destino. Possiamo convogliare vibrazioni meccaniche e luce in modo da attivare le staminali in ogni tessuto del corpo, stimolando il nostro potenziale di auto-guarigione: una medicina rigenerativa non più basata sul trapianto di cellule. Suono, colore e movimento sono da sempre gli strumenti della nostra espressione artistica: l’Arte può parlare alle dinamiche più profonde della nostra biologia.
 
Ore 21,30 – Performance/concerto
Un cielo fatto solo d’amore
L’epistolario di Sibilla Aleramo e Dino Campana
Il confine tra passione e ossessione
La serata è dedicata all’incontro straordinario tra Dino Campana e Sibilla Aleramo, rievocato attraverso le lettere che i due amanti si scrissero tra il 1916  il 1918.
Voci e suoni si rincorrono ad evocare il viaggio fatto di passione, sentimenti, paure, tenerezze, tradimenti e ricongiungimenti, miseria e malattia, tutto sotto “un cielo solo d’amore”.

Guglielmo Pagnozzi – clarinetto, elettronica
Serena Pecoraro – canto, elettronica
Filippo Giuffrè – elettronica, synth autocostruiti
Giuseppe Franchellucci – violoncello
Barbara Corradini – voce narrante
Marco Cavicchioli – voce narrante
Regia – Gianni Marras


Le serate sono a ingresso gratuito

PRENOTAZIONE CONSIGLIATA
mail: abcprenot@libero.it

CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

Agenzia di comunicazione e ufficio stampa
tel : +39-051-6569105
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Orchestra Sinfonica di Matera: due concerti dedicati a tutte le donne vittime di violenza

L’ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA

DEDICA IL CONCERTO DEL 23 NOVEMBRE A MATERA

E DEL 24 NOVEMBRE AD ALTAMURA

A TUTTE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Realizzato in collaborazione con il Club Soroptimist di Matera, il concerto ha in programma musiche di Rossini, Mercadante e Rota eseguite dal grande organico dell’Orchestra diretta dal Maestro Michele Nitti. Sul palco la talentuosa flautista Elisa Calabrese vincitrice della selezione regionale del Concorso “Giovani Talenti Femminili della Musica – Alda Rossi Da Rios”, indetto dal Soroptimist International d’Italia.

A pochi giorni dalla 24° celebrazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e partecipando al dolore per la morte di Giulia Cecchettin, la Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera (Fosm) e il Club Soroptimist Matera dedicano il concerto in programma giovedì 23 a Matera e venerdì 24 novembre a Altamura a tutte le donne uccise dalla violenza maschile.

“Mercadante e donne su una canzone d’amore è il titolodel concerto che si terrà – domani 23 novembre all’auditorium Gervasio a Matera e venerdì 24 novembre al teatro Mercadante ad Altamura – affermano la presidente della Fosm Gianna Racamato e la presidente fondatrice del Club Soroptimist Matera, oggi Past President e Delegata nazionale Patrizia Minardi – un concerto che avevamo organizzato da tempo e immaginato di dedicare alle donne e alla loro capacità di affermare il proprio potenziale individuale e collettivo, realizzare le loro aspirazioni e creare nel mondo forti comunità pacifiche. Le cronache con la loro brutalità quotidiana e le fredde statistiche che si aggiornano di ora in ora, ci hanno fatto maturare la convinta necessità di dedicare questo concerto a tutte le donne vittime della brutalità maschile. Rispondiamo con la bellezza dell’arte e della musica, con il talento di una giovane flautista vincitrice della selezione regionale del Concorso “Giovani Talenti Femminili della Musica – Alda Rossi Da Rios”, indetto dal Soroptimist International d’Italia, all’insensatezza di chi spezza vite, distrugge famiglie e prova a spegnere le donne”.

Le musiche scelte per lo spettacolo Mercadante e donne su una canzone d’amore sono un omaggio alle donne, risolute come la Isabella de L’Italiana in Algeri, talentuose come il flauto solista Elisa Calabrese, ispiratrici della bellezza della composizione di Nino Rota. L’Orchestra Sinfonica di Matera diretta dal Maestro Michele Nitti aprirà il concerto con l’Overture da L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, una delle partiture più fantasiose e felici, per invenzione melodica e inedite soluzioni formali, del compositore di Pesaro. Il Concerto in Mi minore per flauto e orchestra di Saverio Mercadante è una composizione che metterà in luce il virtuosismo del flauto solista, la talentuosa Elisa Calabrese. A concludere il programma sarà il grande organico, con cinquanta strumentisti, dell’Orchestra che eseguirà la Sinfonia n.4 sopra una canzone d’amore di Nino Rota. “Primo direttore del Conservatorio Duni di Matera – ricorda il direttore artistico della Fosm Saverio Vizziello – Rota è particolarmente noto al grande pubblico per la sua attività di autore di colonne sonore di film. Meno note sono le quattro sinfonie da lui composte, fra queste c’è un autentico capolavoro la Sinfonia n.4, che deve la sua denominazione “sopra una canzone d’amore” al terzo movimento, l’Andante sostenuto, è uno dei temi romantici più belli del ‘900″.

Per entrambi i concerti, a Matera e ad Altamura: l’ingresso è alle 20:30 e il sipario alle 21. I biglietti al costo di 10 euro, ridotto studenti euro 5, si possono acquistare a Matera in prevendita al Cineteatro Comunale Gerardo Guerrieri, in piazza Vittorio Veneto, 23. Ad Altamura al botteghino del Teatro Mercadante in via dei Mille n.159, dal martedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.

Il prossimo appuntamento della stagione autunnale della Fosm è in calendario il 7 dicembre all’Auditorium Raffaele Gervasio e l’8 dicembre al Teatro Mercadante di Altamura. Protagonista sarà il violoncellista Giovanni Sollima sul palco come solista e come direttore dell’Orchestra Sinfonica di Matera.

Informazioni sul concerto di
Giovedì 23 novembre ore 20:30 – Auditorium Raffaele Gervasio – Matera
e di Venerdì 24 novembre ore 20:30 – Teatro Mercadante – Altamura

MERCADANTE E DONNE SU UNA CANZONE D’AMORE
In collaborazione con l’Associazione Soroptimist Club Matera
Elisa Calabrese – flauto
Programma di sala:
o   Gioachino Rossini – Ouverture da L’italiana in Algeri
o   Saverio Mercadante – Concerto in Mi minore per flauto e orchestra
Allegro maestoso – Largo – Rondò russo: Allegro vivace
o   Nino Rota – Sinfonia n.4 sopra una canzone d’amore
Allegro – Scherzo: Allegro vivace – Andante sostenuto – Finale: Allegro impetuoso
ORCHESTRA SINFONICA DI MATERA
Direttore: Michele Nitti

La Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera è partecipata da Comune di MateraProvincia di Matera e Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera che ne sostengono le attività.

A queste istituzioni si aggiungono: il Ministero della Cultura che ha ammesso l’Orchestra al percorso per il riconoscimento quale ICO Istituzione Concertistica Orchestrale e la sostiene attraverso il Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus), e la Regione Basilicata, che la sostiene con fondi regionali.

La stagione concertistica 2023, con la direzione artistica del Maestro Saverio Vizziello, è realizzata in collaborazione con il Teatro Mercadante di Altamura, il Festival Duni, Soroptimist Club di Matera, il Premio Internazionale Paganini e si svolge con il sostegno dei Comuni di: Accettura, Bernalda, Garaguso, Grassano, Irsina, Miglionico, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Nova Siri Scalo, Pisticci, Policoro, Pomarico, Scanzano Jonico, Stigliano, Tursi e Valsinni, l’Arcidiocesi di Matera – Irsina – Tricarico, il Comitato organizzatore dei festeggiamenti per Maria Santissima della Bruna.


Sissi Ruggi
addetto stampa
della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera – FOSM
e-mail ufficiostampa@orchestrasinfonicamatera.it

Roma: LA__LINEA Arte Contemporanea inaugura “Linea Mares” dell’artista Luce Delhove

Luce Delhove, asper mare, 2023, tempera su viseline, cm 47×39

a cura di Virginia Carbonelli e Simona Pandolfi

Inaugurazione giovedì 23 novembre 2023, ore 18.00

Dal 23 novembre al 6 dicembre 2023

Orario settimanale: dal martedì al venerdì, ore 17.00/19.30

LA__LINEA Arte Contemporanea inaugura, giovedì 23 novembre 2023 alle ore 18.00 Linea Mares, una mostra personale di opere su carta e viseline dell’artista Luce Delhove che si forma a Roma, ma che opera tra Roma, Milano e Città della Pieve. In mostra saranno esposte le sue recenti opere grafiche: una serie di incisioni a bulino, puntasecca e rotella dal titolo “Linea mares”, che invitano ad entrare nei riflessi e nei moti dell’acqua attraverso segni incisi in maniera diretta su matrici di rame e stampati su carta con inchiostro nero. Inoltre saranno esposte una serie di opere su viseline, eseguite con la tecnica pittorica della tempera dove i protagonisti assoluti sono il colore azzurro, le sue trasparenze e le sue sfumature; attraverso lo spontaneo gesto pittorico che richiama alla mente il movimento dell’acqua, Luce Delhove conduce lo spettatore a riflettere sulle forme della natura oltre a mostrarci il suo universo interiore.


la__lineaartecontemporanea
Via di San Martino ai Monti, 46 – 00184, Roma
lalinea.arte@gmail.com
instagram: @lalineaartecontemporanea

Passato, presente e futuro in quattro mostre al MAN di Nuoro

Passato, presente e futuro in quattro mostre al MAN di Nuoro

Nuoro, Museo MAN
Via Sebastiano Satta 27

Il MAN di Nuoro apre la stagione invernale con due progetti originali,
che mettono a confronto passato e presente, per proiettarsi nel futuro.

Un progetto inedito dedicato a un dialogo ideale fra il classico e il Novecento, in cui il MAN indaga il nesso che, a distanza di secoli, collega la ricerca spaziale di Lucio Fontana con il valore dello spazio nelle composizioni di Giotto, unitamente alla presenza fortemente simbolica del colore oro nella sua reificazione dell’infinito e dell’altrove. Una tensione verso il trascendente che accomuna antichi e moderni.

126 metri quadri di opera, 539 strips in alluminio naturale riciclabile, 90 metri lineari di binari, 3130 rivetti di collegamento e 40 tubi al neon cangiante.
Tutti i numeri dell’installazione firmata a quattro mani da Pininfarina Architecture e Patrick Tuttofuoco.
Non solo automobili per il celebre marchio italiano, ma anche arte e architettura.
Così il design incontra la ricerca di un artista contemporaneo negli spazi del MAN di Nuoro.

In questa occasione saranno presentate in anteprima anche le mostre:

Storia di una amicizia, di una formazione comune, di un viaggio a nord per tre autori sardi che, fra i banchi dell’ISIA, vivace Bauhaus in salsa italiana, “scuola-laboratorio” ispirata dal concetto di sintesi delle arti, appresero lo spirito del lavoro di squadra e il valore del progetto totale.

Vincitore di Strategia Fotografia 2023, bando del Ministero della Cultura, l’artista sardo, di Nuoro, classe 1974, presenta al MAN un percorso inedito dedicato all'”Arte dell’abitare”. Da tempo la ricerca di Chironi si sviluppa attraverso progetti che prevedono che l’artista vivi e lavori in case e residenze d’arte in varie parti del mondo.
Fra cui, le architetture disegnate da Le Corbusier in 12 paesi.


Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
tel. 049.66.34.99
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net
 
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro
tel +39.0784.252110
Orario invernale: 10:00 – 19:00
Orario estivo: 10:00 – 20:00
(Lunedi chiuso)
info@museoman.it

Editoria: “Al di là del buio”, l’ultimo romanzo di Vincenzo Valtriani

Il romanzo “Al di là del buio” tocca corde emotive profonde, esplorando la fragilità umana e il costante confronto con la vita e la morte.

La scrittura accattivante e coinvolgente dell’autore Vincenzo Valtriani trasporta il lettore attraverso una gamma di emozioni, dall’amore incondizionato al dolore straziante.

“Al di là del buio” si distingue per la sua capacità di trattare argomenti delicati con sensibilità, invitando i lettori a riflettere sulla complessità delle relazioni familiari e sulla resilienza dell’animo umano di fronte alle sfide della vita.

Una storia toccante e ben scritta che rimarrà con il lettore anche dopo la lettura.

Il romanzo si focalizza nel ritratto sentimentale di Emanuele, il protagonista, che ha perso la moglie, restando quindi vedovo, e che sta per perdere anche il figlio, ricoverato in ospedale in fin di vita come tossicodipendente. I due piani affettivi di marito e padre stanno per essere entrambi svuotati dolorosamente.
Emanuele, il primo personaggio che compare ed il protagonista del romanzo, è il padre. Attraverso di lui, viene fornita una perfetta rappresentazione del dolore, espresso in modo paterno, della sofferenza e del cordoglio.

In quegli istanti di agonia trascorsi nell’ospedale in cui il figlio Giacomo versa inesorabilmente in fin di vita, a Emanuele non resta altro che abbandonarsi al ricordo. Il primo tra tutti: il momento in cui il figlio venne concepito da lui e dalla moglie Luisa.
Poco dopo, un altro ricordo affiora nella mente di Emanuele: la scena della moglie Luisa. Lei si era ammalata di depressione: Emanuele l’aveva vista diversa, distrutta, lontana da quella che era stata. Anche in quel caso, si era domandato se avesse qualche responsabilità verso quella sua condizione ormai irrecuperabile, che l’aveva costretta alla degenza.

Attraverso la sua storia, si apre un rapporto con gli altri ospiti della casa di cura che non lo lasciano indifferente e con cui imbastisce uno scambio generoso di umanità con sguardo curioso e umanamente capace di vicinanza.
E nello stesso modo in cui Emanuele aveva assistito da marito impotente alla morte della moglie, ora si trovava ad assistere da padre con la medesima impotenza a quella del figlio.

Vinto dal sonno, si risveglierà quando il figlio è appena dipartito. Emanuele leverà al cielo una preghiera: “Che oltre il buio ci sia sempre la luce”.

L’autore Vincenzo Valtriani è nato a Pisa nel 1940 ed è ex Ufficiale di Marina Mercantile.
Laureato in “Scienze per la Pace” presso l’Università di Pisa, si è specializzato in Cooperazione internazionale e mediazione dei conflitti ed Esperto in Diritto Islamico

Ha pubblicato fino ad ora:

  • La Vita Antica
  • Mamma c’è in povero alla porta
  • Dai no global ai new global
  • L’Islam questo nostro sconosciuto
  • Al di là del buio
  • Dialogo tra un fedele musulmano e un laico italiano sul rapporto con Dio nella sua pratica divina

Appassionato di fotografia, collabora con varie associazioni per promuovere i Diritti Umani e Facilitare l’Integrazione, ha fatto parte della “Tavola Della Pace” per il Centro Gandhi.

Il romanzo “Al di là del buio” è stato pubblicato con PubMe, è disponibile sui migliori store online.


Sara Bontempi
Redattrice editoriale 

Travel Blogger: https://www.iriseperiplotravel.com
Staff Radio Nord Borealis: https://www.radionordborealis.it/ 

Roma, Plus Arte Puls: mostra collettiva “IO SIAMO. Necessità di un’esperienza”

a cura di Ida Mitrano e Rita Pedonesi

Progetto promosso dall’Associazione Culturale in tempo

Inaugurazione 23 novembre 2023 ore 18.00

Plus Arte Puls
Viale G. Mazzini 1 – Roma

Fino al 3 dicembre 2023

Giovedì 23 novembre alle ore 18.00 presso Plus Arte Puls si inaugura la mostra IO SIAMO. Necessità di un’esperienza, promossa dall’Associazione Culturale in tempo di Roma, a cura di Ida Mitrano e Rita Pedonesi

Il progetto da cui nasce la mostra è il risultato di una riflessione sui mutamenti epocali che connota l’Associazione. Mutamenti che impongono grandi domande sulla condizione umana, sulla vita e, non per ultimo, sulla creatività e l’arte. In questa direzione, tra difficoltà e slanci, si è sempre mossa l’esperienza associativa, ormai quasi quindicinale, che afferma la necessità dell’arte e la sua funzione come processo creativo dell’essere che, attraverso l‘intelligenza della mano che sente e pensa, si esprime generando l’opera. Un processo che origina da una soggettività che oggi nella propria indicibile interiorità è capace di captare il senso e tradurre quei sintomi non verbalizzabili del disagio del vivere contemporaneo. Un cercare interiore, dove l’inconsapevolezza svolge un ruolo centrale e orientativo.

Al contrario, l’intelligenza artificiale, che può solo simulare e non generare, quando si sostituisce al processo creativo dell’essere, minaccia il binomio insostituibile di arte e umano, pena la perdita dell’identità. Con questo progetto l’Associazione intende dichiarare la priorità della difesa dei fondamentali della nostra specie e la sacralità dell’essere di cui l’arte è custode. Per questa ragione, gli artisti protagonisti del percorso Io siamo si autodefiniscono artisti dell’aura, riferendosi a Benjamin, per sottolineare quel quid imponderabile e unico che è l’opera.

Venti gli artisti dell’Associazione partecipanti: Anna Addamiano, Patrizia Borrelli, Ennio Calabria, Antonella Catini, Stefano Ciotti, Giovambattista Cuocolo, Dario Falasca, Carlo Frisardi, Simonetta Gagliano, Giuseppe Indaimo, Ana Maria Laurent, Danilo Maestosi, Lina Passalacqua, Alessandra Pedonesi, Stefano Piali, Marilisa Pizzorno, Nino Pollini, Vinicio Prizia, Rasta Safari, Nicola Santarelli. 

Le opere esposte sono state realizzate durante il percorso durato un anno, scandito da incontri che ha visto l’Associazione con i propri artisti, volta per volta protagonisti, in un dialogo entusiasmante, non facile, nell’identificare nuovi parametri, oltre quelli canonici di lettura dell’opera che ormai hanno perso senso e valore. Al progetto hanno partecipato e dato il loro contributo in catalogo: Ennio Calabria – presidente onorario dell’Associazione, Rita Pedonesi – presidente, Ida Mitrano, Tiziana CaroselliDanilo Maestosi e Carla Mazzoni. In catalogo figurano anche brevi riflessioni degli artisti.

Nel corso della mostra, sabato 2 dicembre dalle ore 17.30 alle ore 20.00, gli artisti dialogheranno con i visitatori interessati alla loro opera sui temi proposti dall’iniziativa e in relazione alla loro ricerca.


IO SIAMO
Necessità di un’esperienza

A cura di Ida Mitrano e Rita Pedonesi
Promosso da: Associazione Culturale in tempo
In collaborazione con Plus Arte Puls
Media Partner: associazione culturale blowart

Inaugurazione 23 novembre 2023 ore 18.00
Plus Arte Puls
Viale G. Mazzini 1 – Roma
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Fino al 3 dicembre 2023

Orari: lunedì ore 16.00 – 19,30; da martedì a sabato 11.00-13.00 / 16.00 -19.30; domenica 11.00 -13.00 
Associazione in tempo
intempo@live.it

Comunicazione
Roberta Melasecca
associazione culturale blowart – Melasecca PressOffice – interno14next

roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it

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La “Legomania” approda a Milano!

Dal 22 novembre presso gli spazi della Permanente in via Turati saranno ospitati meravigliosi e fantastici diorami, mai esposti prima in città, costruiti interamente coi mattoncini che hanno fatto impazzire generazioni di bambini e appassionati del mondo Lego.

Una mostra pensata per bambini e adulti, per giocare, per mettere alla prova la propria inventiva, per passare il tempo con la famiglia o coi propri amici e per sognare e divertirsi.

Dal 22 novembre il Museo della Permanente si prepara a inaugurare il Natale all’insegna del gioco, del divertimento e dello stare insieme.
Milano è infatti pronta ad accogliere LEGO LIFE, una straordinaria mostra pensata per tutte le famiglie e gli appassionati di ogni età dei moduli per le costruzioni più famosi al mondo.

Una mostra unica nel suo genere e ricca di tantissime novità!
Accanto ad alcuni immensi diorami – dettagliatissime riproduzioni di fantastici mondi in scala ridotta costruiti attraverso la passione e l’ingegno di alcuni tra i più grandi collezionisti Lego e costruttori d’Europa – ad accompagnare e intrattenere i visitatori sono state pensate ad hoc una coloratissima sala immersiva, una mostra di opere ispirate alla storia dell’arte e rielaborate in chiave Lego, un grande laboratorio dove i bambini possono sbizzarrirsi ad assemblare le proprie costruzioni e tanti giochi di ruolo in larga scala con i quali confrontarsi durante la visita.

Con il patrocinio del Comune di Milano, promossa dal Museo della PermanenteLEGO LIFE è una mostra prodotta e organizzata da Piuma in collaborazione con Arthemisia e vede come partner Il Mercato Centrale Milano.

La mostra, non è direttamente sponsorizzata da LEGO, è realizzata grazie ad alcuni dei più grandi collezionisti del mondo.


Orario apertura
Tutti i giorni 10.00 – 19.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Siti e hashtag ufficiale
www.arthemisia.it
www.lapermanente.it
LegoLifeMilano

Informazioni
info@arthemisia.it

Biglietti
Intero € 14,00
Ridotto € 12,00
(bambini dagli 11 ai 18 anni e studenti universitari
con tesserino)
Ridotto speciale € 10,00
(bambini dai 4 agli 11 anni)

Uffici Stampa
Arthemisia

Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306

Museo della Permanente
Anna Miotto anna.miotto@lapermanente.it
T +39 02 6551445

Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna elenamaria.conenna@comune.milano.it

Trieste: Alla Galleria Planetario la mostra “GRANDANGOLO 2” 

Gianni Dova, “Danza bretone”, olio su tela cm 148X114

ALLA GALLERIA PLANETARIO DI TRIESTE UNA COLLETTIVA SULLA FIGURAZIONE
VISTA DA ARTISTI ITALIANI E INTERNAZIONALI

Alla Galleria Planetario di Trieste è allestita la mostra “GRANDANGOLO 2” dedicata alla Figurazione vista da: Alberto Abate, Gianni Bertini, Paolo Borghi, Davide Coltro, Francesco De Grandi, Gianni Dova, Sam Drukker, Daniele Galliano, Carlo Maria Mariani, Bass Meerman, Concetto Pozzati, Pierluigi Pusole, Olga Tobreluts. Le opere esposte in Galleria (via Fabio Filzi 4), di “grande taglia” per le loro dimensioni, potranno essere ammirarle fino al 9 dicembre 2023, da martedì al sabato 11:00 – 13:00 o in altri orari solo per appuntamento (tel. 335205015 – 3386531478 – 3276862343 – info@galleriaplanetario.com).

Qualche breve nota sugli artisti, le cui opere rappresentano un’importante testimonianza dell’arte contemporanea italiana e internazionale.
Alberto Abate ètra i principali esponenti del movimento artistico dell’Anacronismo di Maurizio Calvesi e della “Pittura Colta”, teorizzata dal critico Italo Mussa.
Gianni Bertini si è affermato come un protagonista del New  Realism” e della Mec-Art i movimenti teorizzati dal critico francese Pierre Restany; oltre a pittore è stato poeta scrittore, scenografo e critico. 
Paolo Borghi, lo scultore che ha lavorato con Paolo Portoghesi, con i critici Calvesi, Mussa, Pontiggia, è l’artista che ha realizzato a Trieste la “Nike” fuori dello stadio Rocco.
Davide Coltro è tra i migliori videoartisti protagonista da diversi anni con i lavori landscape, e quadri mediali.  

Francesco De Grandi, “Malerba”, 2005, olio su tela cm 180×250

Francesco De Grandi, nato e cresciuto a Palermo, dal 2016 è docente di pittura all’Accademia delle Belle Arti della sua città. Della generazione nata negli anni 60 è tra i migliori in Italia.
Gianni Dova, pittore che ha attraversato da protagonista i movimenti in Italia, dall’Astrazione geometrica, lo Spazialismo, la Pittura Nucleare fino alla fine della sua breve ed intensa vita Il Surrealismo.
Sam Drukker, pittore olandese che si ispira alla tradizione del suo Paese, le figure molto intense sono contemporanee alla pittura francese e belga. Nel 2004 la galleria Planetario ha progettato una personale dell’artista.
Daniele Galliano, nato nel 1961, diviene noto in Italia e fuori con la mostra del 1994 “Narcotica, frenetica, smaniosa, eccitante” poi partecipa alla Biennale di Venezia. Viene invitato a mostre internazionali I maggiori critici scriveranno su Galliano.
Carlo Maria Mariani sarà prima attratto dall’arte concettuale, con una pittura iperrealista, poi negli anni 80 della pittura neoclassica chiamata “Pittura Colta, teorizzata dal critico Italo Mussa, e dal “Postmodernismo” come veniva chiamata negli Stati Uniti, dove Mariani dal 1993 andrà a vivere.
Bas Meeman, pittore olandese che si forma alla Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam. L’artista si distingue per dipingere la quotidianità con colori vivaci diretti capace di impressionare e suggestionare profondamente il visitatore.

Pierluigi Pusole, “Standard”, 2002, olio su tela cm 180×150

Pierluigi Pusole, inizia precocemente distinguendosi a Torino nella cosiddetta cultura “underground, la sua tecnica pittorica è molto rapida distinguendosi con le immagini prese da foto che tramette su carta e tela cambiando le figure fino a divenendo ombre colorate. Viene invitato a mostre in Italia e all’estero in Gallerie e musei importanti.
Olga Tobreluts, artista di San Pietroburgo, pioniere dell’arte digitale in Russia. Le opere sono rappresentazioni realistiche di soggetti mitologici.  L’artista si cimenta con la fotografia, la pittura e la scultura, le opere sono esposte nei principali musei internazionali.

Alberto ABATE 2001, “Il Monte di Venere, olio sutel CM 200X180
Gianni BERTINI 1977,” La Speranza” olio su tela emulsionata cm 195×120
Paolo BORGHI 2006, Il Tempo occulto” bronzo cm 60x18x16
Paolo BORGHI 2002, “Gaia” bronzo cm 162x32x30
Paolo BORGHI 1990 “La condizione del Mito” bronzo cm 55x60x35
Davide COLTRO 2006, Landscape, stampa lambda su alluminio cm 90×150
Davide COLTRO 2006, “Quadro Mediale” cm 90X70
Francesco DE GRANDI 2005, “Malerba” olio su tela cm 180×250
Gianni DOVA 1977, “Danza Bretone” olio su tela cm 148×114
Sam DRUKKER 2007, “Donna in abito blu” olio su tela cm 180×120
Daniele GALLIANO 2000, “Quando provo a fare meditazione” olio su tela cm 150×250
Carlo Maria MARIANI 1989, “Turris Eburneus” tecnica mista su tela cm 230×190
Bas MEERMAN 1997, “Der Kommunist”, olio su tela cm 175×160
Bas MEERMAN 1997, “The Bible””, olio su tela cm 175×160
Concetto POZZATI 2000, “L’ Uovo Maschile della Sentinella”, olio su tela, cm 70X 80
Pierluigi PUSOLE 2002 “Standard” olio su tela cm 180×150
Olga TOBRELUTS 2001 “San Sabastian” Digitale su tela cm 102×85


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Picasso, Depero, Klee, Sarzi, hanno guardato al “gioco creativo” come fonte di ispirazione estetica

Fortunato Depero, Gallina (Marionette dei Balli Plastici) 1918 (ricostruzione 1980) legno, 62 x 56 x 13 cm
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto –
Fondo Depero (MD 0026-f) – Foto © Archivio fotografico e Mediateca Mart

MARIONETTE  E  AVANGUARDIA
PICASSO DEPERO KLEE SARZI

Reggio Emilia, Palazzo Magnani

17 novembre 2023 – 17 marzo 2024

Quella proposta dalla Fondazione Palazzo Magnani a Reggio Emilia, dal 17 novembre 2023 al 17 marzo 2024, è una mostra-spettacolo assolutamente originale, nel senso che una mostra così in Italia non si è mai vista. E nemmeno all’estero.
Ad andare in scena sarà “Marionette e Avanguardia. Picasso · Depero · Klee · Sarzi“, coordinata da James Bradburne, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani.

L’esposizione si sviluppa attorno al concetto di “quarta parete”, ovvero la capacità di coinvolgimento emotivo che fa di uno spettacolo ben riuscito una realtà capace di immergere lo spettatore nella storia messa in scena. Quando una marionetta o un burattino rompe la quarta parete, conquista la fiducia del pubblico, dando allo spettacolo il potere di sfumare la divisione tra palcoscenico e mondo, tra arte e vita.

A capirlo bene sono stati quegli artisti – protagonisti del mondo dell’Arte e del Teatro di figura – che, piuttosto che liquidare le marionette e i burattini (in inglese si usa per entrambi il termine puppets) come semplici giochi per bambini, hanno preso sul serio il loro entusiasmo e anzi, hanno guardato al “gioco creativo” come a una fonte di ispirazione estetica per cercare nuove modalità di espressione visiva. La nozione stessa di “bambino” come distinto dall’adulto si è manifestata in vari modi nel corso del Novecento e ha stimolato alcuni artisti a sfruttare il potenziale educativo del “teatro di figura”, spesso apparentemente legato ai bambini, per creare un mondo migliore e migliorare i cittadini in un momento cruciale del loro sviluppo.

Mentre alcuni artisti vedevano il potenziale delle marionette e dei burattini per immaginare un mondo migliore, i satirici usavano spettacoli trasgressivi e pungenti per attaccare l’establishment politico. Rivolgendosi a un pubblico adulto e attingendo a una solida tradizione di satira politica del “teatro di figura”, i burattini, in particolare, sono stati usati anche per criticare le condizioni politiche e sociali. La miniatura di un burattino, infatti, lo rende un portavoce sicuro per una protesta a voce alta, perché la sua mordacità è mitigata dalla carineria. Chi potrebbe essere infastidito da un puppet? I burattini dicono la verità al potere in un modo in cui gli attori teatrali tradizionali non possono mai farlo.

A Palazzo Magnani ad accogliere i visitatori sono i costumi a grandezza naturale disegnati da Pablo Picasso per Parade, balletto coreografico che i Ballets russes di Sergej Djaghilev portarono in scena a Parigi nel 1917.

Poi una folla di puppets: le marionette (manipolate dall’alto) e i burattini (manipolati dal basso), dagli esemplari più antichi, come i Pulcinella o gli Arlecchino della Commedia dell’Arte, a quelli di Otello Sarzi, reggiano di adozione, realizzati con materiali sperimentali.

Due palcoscenici (a simulare una baracca e un castelet) allestiti nelle sale a piano terra, consentiranno a tutti i visitatori di cimentarsi con il “teatro di figura”. Grazie alla collaborazione con la Compagnia marionettistica Carlo Colla di Milano e l’Associazione 5T di Reggio Emilia, un ricco programma di micro-spettacoli/performance, interpretati da professionisti del “teatro di figura”, anima i fine settimana per tutta la durata della mostra. Vedendoli all’opera c’è da chiedersi: “Le marionette e i burattini vanno in paradiso quando muoiono?”, domanda del tutto naturale, collocandosi i puppets in una zona grigia, tra creature viventi e oggetti inanimati.

Alcuni protagonisti dell’Arte si sono “appropriati” e cimentati in questa forma d’arte per la loro qualità di incantesimo e ambiguità. I registi come mezzo per sostituire gli attori. Il sogno di dare vita agli oggetti e le conseguenze della loro autonomia hanno affascinato scrittori e artisti da Collodi a Capek, ma anche tanti artisti italiani come i futuristi Enrico Prampolini e Fortunato Depero: le marionette esprimevano un’estetica macchinica, erano astratte e, dopo la devastazione della Prima guerra mondiale, catturavano la triste realtà dei soldati di ritorno amputati e mutilati, come illustrato da Sironi, Carrà e de Chirico.

Fino alla fine degli anni Venti, Vienna era una delle capitali culturali europee e, insieme a Berlino, una fucina di creatività nell’arte, nel teatro, nella musica, nella filosofia e nelle scienze.

Alla fine dell’Ottocento, sull’onda dell’orientalismo, le classiche marionette giavanesi cominciarono ad apparire sulle scene europee. L’artista e illustratore austriaco Richard Teschner, in particolare, sviluppò l’arte della marionetta a bastone fino a raggiungere un punto culminante, che influenzò artisti da Parigi a Mosca.

Grazie alla riscoperta da parte di Oskar Schlemmer del classico di Kleist Sul teatro delle marionette (1810), le marionette, i giocattoli e i giochi per bambini divennero un elemento centrale della pratica del Bauhaus nella Weimar degli anni Venti: Paul Klee, Andor Weininger, Lothar Schreyer, Sophie Täuber Arp e Oskar Schlemmer.

L’indagine si sposta quindi sull’avanguardia russa con “Le marionette e la Rivoluzione”. Quando Lenin e la moglie Natalia Krupskaya decisero di combattere l’analfabetismo e di formare il nuovo cittadino sovietico, capirono che l’uso delle marionette era l’ideale e, lavorando con artisti, architetti e scrittori di primo piano, figure come Natalia Sats, Samuil Marshak, El Lissitzky, Aleksandra Ekster, Nina Efimova, hanno sperimentato nuove forme di teatro per bambini.

L’esposizione si completa con un omaggio a Otello Sarzi (Vigasio, VR 1922 – Reggio Emilia 2001) grazie alla stretta collaborazione con la Fondazione Famiglia Sarzi. Nato da una tradizione di burattinai che durava da generazioni, Otello fu un giovane aiutante della compagnia itinerante di famiglia che, nel tempo, entrò in contatto con alcuni dei protagonisti della scena artistica, teatrale e cinematografica italiana dell’epoca.  Nel 1957, a Roma, Otello inizia la sua opera creativa e innovativa con il “T.S.B.M.” Teatro Stabile Burattini e Marionette, intrattenendo importanti collaborazioni, mettendo in scena testi di Brecht (Un uomo è un uomo), Garcia Lorca (Il teatrino di Don Cristobal) e Arrabal (Pic-nic) e realizzando, con tecniche innovative, anche figure molto grandi. Ne è un esempio la figura gigante di carta realizzata da Otello Sarzi per lo spettacolo Mavra di Igor Stravinskij rappresentato al Festival “Due Mondi” di Spoleto nel 1984. La compagnia intraprende tournée anche all’estero e, nel 1969, si stabilisce presso Reggio Emilia, alternando presenze nazionali, europee e internazionali. Frequenti sono le collaborazioni con la televisione italiana. Numerosi i suoi spettacoli di rilievo, spesso anche tecnicamente molto complessi, ambiziosi e sempre caratterizzati da un forte impegno culturale e un’esplicita consapevolezza politica. Otello Sarzi rappresenta, in Italia, uno dei momenti più alti e importanti del “teatro di figura” nel secondo dopoguerra.

El Lissitzky
Interpretazione 3D di Giramondo, (IN DER ZEIT), “The Time Traveller” (1923)
costruzione e design di Henry Milner, 2009 da El Lissitzky, Figure.
Il Design plastico dello spettacolo elettro-meccanico
“Vittoria sul sole”
Vernice di cellulosa su legno, metallo, plexiglass, 60,5 x 42 x 28 cm
Paesi Bassi, Eindhoven, Collezione Van Abbemuseum
Photography: Perry van Duijnhoven, Eindhoven

Ritengo che l’obiettivo principale della mostra sia quello di aprire uno spazio dell’immaginazione in cui un bastone possa tornare a essere un cavallo, un drago o un flauto“, chiosa James M. Bradburne, che della mostra è il coordinatore scientifico.

Questa proposta assolutamente originale rappresenta un altro bel traguardo raggiunto da Palazzo Magnani nel segno non soltanto della qualità artistica, ma anche di una grande attenzione a due tratti distintivi della nostra comunità: l’estro, il genio e la fantasia del nostro territorio, qui testimoniati dalle opere di Otello Sarzi, e il sistema educativo, un’altra nostra eccellenza, pure protagonista di questo progetto“, dice il Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni.

“Una mostra davvero unica – aggiunge l’Assessora alla cultura e al marketing territoriale del Comune di Reggio Emilia, Annalisa Rabitti – che parla di marionette e burattini come un mondo artistico, scoprendolo nel percorso dei grandi nomi dell’arte del Novecento come Picasso, Depero, Klee e mette in relazione questi grandissimi con Otello Sarzi, una figura poetica che ha segnato la storia artistica ed educativa di Reggio Emilia.  Questa, infatti, diventa un’occasione per valorizzare il nostro patrimonio cittadino e metterlo in connessione con il patrimonio internazionale del “teatro di figura”. Una mostra sognante, Marionette e Avanguardia parlerà un linguaggio trasversale, tanto ai bambini quanto al mondo degli adulti, che anche grazie a laboratori e incontri collaterali alla mostra, sarà l’occasione per far riemergere la parte più bella di noi adulti, la meraviglia tutta infantile che le marionette e i burattini sanno evocare”.

Rossella Cantoni, la Presidente della Fondazione Famiglia Sarzi, racconta: “Nel 2022, anno del centenario della nascita di Otello Sarzi, avevamo proposto alla Fondazione Palazzo Magnani una mostra che rendesse omaggio alla portata innovativa del lavoro dell’artista burattinaio. Successivamente la scelta compiuta dalla Fondazione Magnani e da James Bradburne, ha allargato molto gli orizzonti e gli obiettivi, accogliendo il nome di Otello Sarzi accanto ai prestigiosi Picasso, Depero, Klee, Teschner. Questa scelta ci rende pieni d’orgoglio per il riconoscimento alla grande creatività, alla tecnica rappresentativa e all’impegno sociale espressi da Otello Sarzi nei tanti decenni di vita e di lavoro espressi nella nostra Reggio Emilia“.

Dopo il lavoro svolto con le mostre “What a Wonderful World” e “L’arte inquieta. L’urgenza della creazione”, con questo progetto espositivo – dice Maurizio Corradini, Presidente della Fondazione Palazzo Magnani – la Fondazione prosegue nel suo progetto di valorizzazione del patrimonio locale, ponendolo in dialogo con i grandi movimenti artistici europei. La mostra sarà anche l’occasione per riscoprire una parte importante della vocazione educativa della nostra città, (quando personaggi straordinari si trovarono a lavorare fianco a fianco, sperimentando e innovando), nonché l’opportunità di riappropriarsi di quella forza creativa, quel potere di immaginazione, che ognuno di noi ha fin dalla tenera età, ma che fatica a mantenere nel corso della vita.”

Arricchiranno la mostra una serie di attività collaterali – visite guidate, conferenze, attività formative e didattiche per scuole di ogni ordine e grado, corsi di aggiornamento per insegnanti – progettati e realizzati dal Dipartimento didattico della Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con Fondazione Reggio Children Fondazione Famiglia Sarzi; eventi esclusivi per aziende nonché progetti speciali per soggetti con fragilità in collaborazione con FCR – Farmacie Comunali Riunite (progetto Reggio Emilia Città senza Barriere), ASP Reggio Emilia Città delle persone, Consorzio Oscar Romero (progetto Strade), AUSL di Reggio Emilia, con l’obiettivo di parlare a diversi pubblici, nella consapevolezza che l’arte, fruita e praticata, sia la strada maestra per coniugare sviluppo individuale e coesione sociale.

Hanno contribuito alla realizzazione della mostra: Attolini Spaggiari Zuliani & Associati Studio Legale e Tributario, FCR- Farmacie Comunali Riunite, Coopservice Soc. Coop., NaturaSì e Emak S.p.A..  

La mostra è, inoltre, l’occasione per stimolare riflessioni attraverso una serie di incontri pubblici su tematiche storico-artistiche, ma anche di stretta attualità. Se da un lato viene approfondito il contesto storico dei movimenti e dei protagonisti della mostra, così come la dimensione pedagogica del burattino in alcune delle grandi tradizioni europee, fino alle sperimentazioni degli anni Settanta e Ottanta del Novecento che hanno fatto di Reggio Emilia una delle capitali mondiali della ricerca in ambito educativo, dall’altro l’attenzione è portata su alcuni aspetti meno noti del teatro di figura come il tema dell’embodiment e del doppio, fino agli automi e agli avatar digitali; l’utilizzo del teatro di figura come strumento per prendersi cura delle persone e delle relazioni, gli aspetti  filosofici, psicologici e psichiatrici ad esso correlati.

Giovanni Stanghellini, Mauro Sarzi, Alessandro Bergonzoni,  Fulvio De Nigris, Adriano Ferrari, Martina Mazzotta, Gabriele Vacis, Christian Fuchs, Nicoletta Misler,  Moreno Pigoni sono solo alcuni dei protagonisti che ci accompagneranno in questo viaggio meraviglioso.

Marionette e avanguardia nasce anche per far rivivere il valore della creatività e il potere  dell’immaginazione in ognuno di noi, per questo durante il primo weekend di apertura, tutto Corso Garibaldi sarà animato da eventi e spettacoli: ci sarà il mercato tradizionale con artigianato artistico, negozi aperti anche la domenica, performance sui trampoli, laboratori per famiglie e, naturalmente, spettacoli di burattini!


Mostra in collaborazione con:

Nel 2020 James M. Bradburne ha fondato il Centro Internazionale di Ricerca sulla Cultura dell’Infanzia (CIRCI) con la seguente missione: preservare, studiare e comunicare l’esperienza dell’infanzia e i valori della curiosità, della creatività e dell’apprendimento. CIRCI si impegna a difendere la competenza, la curiosità, l’immaginazione, l’ambizione, i desideri e i diritti umani fondamentali del bambino tramite ricerche archivistiche, progetti sperimentali e collaborazioni artistiche. Il centro è ospitato presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano ed è coordinato da un consiglio di amministrazione indipendente e internazionale. Tra le ricerche condotte sino ad ora ed attualmente in corso di realizzazione: il libro per bambini nella collezione sovietica dei coniugi Hans Edward e Hedwig Adler; il libro per l’infanzia nella collezione dell’architetto viennese Otto Prutscher; la pedagogia della DDR nella collezione berlinese di libri per bambini di Hein Köster; la propaganda nella collezione dell’Archivio dei Quaderni di Scuola di Milano; la rappresentazione del conflitto nei disegni dei bambini (1914-2022); un’opera di marionette ispirata al racconto “Il viaggio sul pesce” di Tom Seidmann-Freud, nipote di Sigmund Freud.

La Fondazione, costituita nel 1996 per volontà di Otello Sarzi, si pone come fine la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico della Famiglia Sarzi, teatranti e burattinai da generazioni, nonché la promozione dei valori culturali ed artistici espressi durante la loro lunga attività professionale. Il 21 giugno 2019 viene inaugurato il nuovo percorso museale “La casa dei burattini di Otello Sarzi” che illustra la storia, l’attività e il pensiero di questa famiglia di teatranti divenuta protagonista del Teatro di figura nazionale e internazionale. La sede espositiva si trova a  Cavriago (Reggio Emilia) in Via Buozzi 2.


Ufficio stampa: Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Simone Raddi, tel. 049.66.34.99; simone@studioesseci.net

Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it

Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano: “Dacia. L’ultima frontiera della Romanità”

MNIR, Elmo di Coţofenești

21 novembre 2023 – 21 aprile 2024

Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano

Oltre 1000 opere provenienti da 47 musei della Romania esposte per la prima volta in Italia

Dal 21 novembre 2023 il Museo Nazionale Romano ospita nelle Aule delle Terme di Diocleziano la mostra “Dacia. L’ultima frontiera della Romanità”, la più grande e prestigiosa esposizione di reperti archeologici organizzata dalla Romania all’estero negli ultimi decenni, per ripercorrere lo sviluppo storico e culturale del proprio territorio nell’arco di oltre millecinquecento anni, dall’VIII sec. a.C. all’VIII sec. d.C.

La mostra, a cura di Ernest Oberlander direttore del Museo Nazionale di Storia della Romania, e di Stéphane Verger direttore del Museo Nazionale Romano, si riallaccia alle esposizioni di Madrid (Museo Archeologico Nazionale, 2021) e Bucarest (Museo Nazionale di Storia della Romani, 2022), ampliandone il percorso: a Roma infatti (fino al 21 aprile 2024) saranno presentati circa 1000 oggetti provenienti da 47 musei rumeni, oltre che dal Museo Nazionale di Storia della Repubblica di Moldova, per la prima volta esposti accanto ad alcuni reperti del Museo Nazionale Romano.

MNIR, Testa dalla tomba principesca di Peretu

La realizzazione dell’evento è stata possibile grazie all’Ambasciata della Romania in Italia, in partenariato con il Museo Nazionale di Storia della Romania e il Museo Nazionale Romano, al Ministero Romeno della Cultura, al Ministero degli Affari Esteri della Romania, al Ministero della Difesa Nazionale della Romania, all’Istituto Culturale Romeno tramite l’Accademia di Romania, al Ministero della Cultura italiano e alla Direzione generale Musei.

Posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra segna un doppio anniversario per i rapporti bilaterali romeno-italiani: sono trascorsi infatti 15 anni dalla firma del Partenariato Strategico Consolidato tra la Romania e l’Italia e 150 anni dalla costituzione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia.

MINAC, Glykon di Tomis

L’esposizione, il cui tema centrale è la costruzione della Romanità, mette insieme importanti reperti – come il Serpente Glykon da Tomis, raffigurazione in marmo di un ‘demone buono’ che guarisce dalle epidemie; il magnifico elmo d’oro di Cotofeneşti di manifattura tracia, con varie scene di sacrificio; l’elmo celtico di bronzo da Ciumeşti, col sorprendente cimiero a forma di aquila; il tesoro gotico di Pietroasele del IV secolo d.C. – per seguire l’evoluzione storica dell’attuale Romania e raccontare i numerosi contatti e scambi avvenuti grazie all’abbondanza di risorse del territorio e alla posizione privilegiata tra l’Europa e l’Asia.


Museo Nazionale Romano
mn-rm@cultura.gov.it
Ufficio stampa Angelina Travaglini
mn-rm.eventi@cultura.gov.it

Ambasciata della Romania in Italia

roma@mae.ro

Ufficio stampa mostra “Dacia. L’ultima frontiera della Romanità”
Adele Della Sala
ads@ufficiostampa-arte.it