Salvatore Bottari – Stampa e opinione pubblica a Messina nell’Ottocento

Scrive Salvatore Bottari nella premessa al saggio: «Come ha evidenziato in un’opera celeberrima Jürgen Habermas, il formarsi della sfera pubblica diviene un elemento di controllo del potere assoluto nelle società dell’ancién regime; quasi un salutare ossimoro che contribuisce a sgretolare l’alleanza tra trono e altare e apre scenari nuovi nella società europea tra XVIII e XIX secolo. In una dimensione caratterizzata dall’ampliarsi della libertà d’espressione, l’individuo ha, dunque, la possibilità di passare dalla sfera soggettiva all’agone pubblico. È un percorso che si attaglia alla vicenda di gran parte degli statiitaliani preunitari e, particolarmente, del Regno delle Due Sicilie. Solo nelle società capitalistiche avanzate, per tornare all’impostazione di Habermas, affiorano, prevalgono e s’impongono quei caratteri distorsivi (burocratizzazione della vita politica e socioeconomica, irrompere dei monopoli, affermarsi nel campo della comunicazione di strumenti di manipolazione pubblicitaria ecc.) che riducono le potenzialità dell’opinione pubblica e ne inficiano la funzione».

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Stampa e opinione pubblica a Messina nell’Ottocento

IMMAGINE DI APERTURA – Frontespizio del libro da cui è tratto il saggio

Vincenzo Fontana – Novecento architettura italiana 1918-29

Vincenzo Fontana è un architetto e storico dell’architettura italiano. Docente all’università di Venezia, come autore attualmente è piuttosto noto anche al di fuori degli ambienti accademici, principalmente per un corposo testo illustrato: Profilo di architettura italiana del Novecento. Il volume riporta una sintesi ragionata degli stili, correnti e orientamenti di tutto l’ultimo secolo della nostra architettura. Da novembre 2011 è in pensione, ma continua a fare ricerca partecipando a convegni e pubblicando. 

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IMMAGINE DI APERTURA – Elaborazione grafica delle schede pubblicate su Academia.edu

Dalibor Vesely: Come il corpo si manifesta in architettura

“Il rapporto del corpo con l’architettura e il complesso fenomeno della corporalità hanno sempre occupato una posizione privilegiata nella storia della cultura europea. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda la tradizione derivata da Vitruvio, che paragonò direttamente il corpo umano a quello di una costruzione nel primo capitolo del terzo libro del De Architectura. Vitruvio trasse da questa analogia una serie di affermazioni che annullarono il bisogno di spiegare il significato di proporzione, simmetria e armonia in architettura. Sebbene questo argomento accentuatamente coinvolgente sia stato trattato con molta attenzione e finezza dai critici, è ancora scarsamente compreso”.

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IMMAGINE DI APERTURA – Copertina della rivista Casabella n. 856 

Marco Rosario Nobile: Architettura “cannibale”

Il saggio è incentrato su un elenco di architetture che conservano parti di edifici precedenti, destinati alla demolizione. Questo testo esplora diverse motivazioni e pratiche che possono giustificarne la conservazione. Anche se la casualità degli eventi orienta verso risposte che tengono conto di difficoltà economiche inaspettate, in molte storie emerge un persistente scetticismo verso l’armonia e la completezza, oltre a intriganti componenti simboliche.

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IMMAGINE DI APERTURA – Elaborazione grafica della copertina della rivista 

Edoardo Ratti: La preistoria e la sua divulgazione

Generalmente si tende a separare la storia dalle scienze perché le competenze della prima portano ad indirizzarci verso un approccio più umanistico mentre le seconde adoperano un metodo di lavoro più scientifico. Questo non significa però che una disciplina umanistica non si avvalga di metodi scientifici, infatti proprio l’archeologia che viene inserita in ambito umanistico è una disciplina che si collega a diverse scienze e necessita di esse per produrre risultati nella sua missione di ricerca. Il ruolo dell’archeologo nella società risulterebbe più chiaro se in Italia fosse presente un Albo professionale come esiste per altre professioni, carenza che crea non poche difficoltà nell’ingaggio di specialisti. Recentemente alcuni tentativi in tal senso sono stati compiuti: nell’aprile 1997 ad esempio è stata fatta la proposta di legge N. 3614(DDL. 13-3614) per la costituzione dell’Albo degli archeologi e di altre figure professionali simili. Soprattutto il grande pubblico ha scarsa conoscenza di questa materia, specialmente in ambito preistorico, e non ha ben chiare le varie mansioni e ambiti di lavoro dell’archeologo, abbiamo quindi cercato di comunicare nozioni che noi riteniamo fondamentali, in modo coinvolgente per creare nuovo interesse verso questa disciplina e dipanare i dubbi più grossolani spesso presenti tra i non specialisti. Fortunatamente oggi è diventato molto più facile che non in passato scrivere di argomenti tecnici per il grande pubblico, adoperando un personal computer per fare un collage di frammenti di diversi documenti, utilizzando programmi traduttori, scanner e programmi di riconoscimento caratteri e insieme alla mole infinita di informazioni reperita da Internet è possibile poi scrivere un documento in breve tempo. Saper coinvolgere comunicando è un’altra cosa, non stiamo parlando di romanzi, che per fortuna resteranno sempre un’opera soggettiva per chi scrive e per chi legge, ma stiamo trattando di divulgazione di argomenti scientifici e quindi abbiamo lasciato da parte i documenti scritti indirizzandoci verso attività che fossero più coinvolgenti.

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La preistoria e la sua divulgazione attraverso la sperimentazione interattiva

IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del libro

Antonio Baglio – Messina negli anni della “duplice ricostruzione” (1909-1960)

Scrive Antonio Baglio: «Non è un azzardo affermare – come è stato avanzato da parte di alcuni studiosi di urbanistica e architettura – che Messina abbia rappresentato la più importante città nuova costruita nel XX secolo, dopo il terribile sisma che l’ha colpita il 28 dicembre 1908, provocando un numero impressionante di morti e la distruzione del vecchio centro. A distanza di pochi decenni un’altra calamità – questa volta causata non dalle forze della natura ma dall’intervento umano – si sarebbe abbattuta sulla città dello Stretto con le ferite inferte dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale, particolarmente virulenti in un sito che rappresentava un nodo strategico nel quadro dei collegamenti con la penisola e nell’area del Mediterraneo. Ciò avrebbe comportato giocoforza la necessità di una seconda ricostruzione, destinata a ripercuotersi non solo sul versante economico, quanto sulla formazione di una identità urbana apparsa ancor più slegata dall’immagine della vecchia città ottocentesca. Non sono mancate analisi puntuali e riflessioni su come sia mutata la città nel corso del Novecento e sull’impatto che gli eventi prima rievocati hanno esercitato nel disegnare un volto cittadino profondamente diverso rispetto a quello dei secoli passati, sotto il profilo economico, socio-culturale e identitario. Nel saggio vengono ripercorsi quegli interventi destinati a modellare la fisionomia nuova della città novecentesca, al fine di valutarne le ricadute sul tessuto urbano, nella ridefinizione delle sue gerarchie territoriali e sociali e nell’affermazione di condizioni e dinamiche economiche incentrate prevalentemente sulle attività terziarie».

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Governare la città. Politica, amministrazione e gestione del territorio a Messina negli anni della “duplice ricostruzione” (1909-1960), in G. Silei (a cura di), Società del rischio e gestione del territorio, Pacini editore, Pisa 2020

IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del libro da cui è tratto il saggio della casa editrice Pacini di Pisa

Francesca Spatafora – Nutrire la città. A tavola nella Palermo antica

Se è vero che il cibo è cultura e l’alimentazione è il suo linguaggio (Niola 2009),Palermo è certamente il luogo ideale per cogliere, attraverso la cucina e il modo di nutrirsi, i molteplici volti di una città che, fin dalla nascita, dell’integrazione ha fatto la sua cifra essenziale, valorizzando le differenze anziché annullarle attraverso più semplici processi di omologazione.Luogo di incontri e contaminazioni, la città, fondata alla fine del VII secolo a.C.da genti venute dall’Est, occupò un territorio pressoché disabitato. Solo nelle più remote epoche preistoriche, infatti, alcune zone intorno all’area scelta successiva-mente per l’insediamento stabile, erano state frequentate con una certa assiduità in un susseguirsi di “culture” rappresentate attraverso il mutare dell’ambiente e l’evolversi delle pratiche alimentari, ben rispecchiate anche dal vasellame utilizzato per la preparazione e il consumo del cibo.

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F.Spatafora (a cura), Nutrire la città. A tavola nella Palermo antica, Palermo 2015

IMMAGINE DI APERTURA – La copertina del libro

I Quaderni di Symbola – Piccoli Comuni e Cammini d’Italia

“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.”
Italo Calvino, Collezione di sabbia

Dopo aver raccontato i Piccoli Comuni italiani attraverso le tipicità DOP/IGP e gli Appennini, Symbola, in collaborazione con Fondazione IFEL, esplora i Cammini d’Italia per analizzare il valore e la ricchezza dei Piccoli Comuni: veri e propri cantieri di diversità culturale e territoriale, dove l’accoglienza diventa una risorsa, la sostenibilità si tramuta in spinta alla crescita e l’identità si trasforma in competitività.
All’interno di questa rete i Cammini d’Italia si configurano come un network di percorsi che collega tradizioni, natura e bellezza, economia a misura d’uomo e agroalimentare a filiera corta, multinazionali  tascabili e associazioni non profit.

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IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del Quaderno

Strategie di divulgazione dell’archeologia online: metodologie, strumenti e obiettivi

Internet e i social media hanno profondamente cambiato il modo in cui le informazioni vengono trasmesse e fatte circolare. Da una comunicazione “uno a molti”, tipica dei mass media tradizionali, si è passati ad una comunicazione “molti a molti” in cui i singoli producono contenuti e li distribuiscono, interagendo con quello che gli altri condividono. Per dirla con le New Clues di Searls e Weinberger «sulla Rete, il medium siamo noi». L’aspetto fortemente sociale di Internet fa sì che la rete e i social media siano perfettamente integrati nella vita quotidiana di moltissime persone, fatto che è evidente dalla continua crescita del numero degli utenti attivi, con un incremento costante degli utenti dei social media, spesso consultati tramite dispositivi mobili.

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Strategie di divulgazione dell’archeologia online: metodologie, strumenti e obiettivi. Dalla redazione del piano editoriale alla misurazione dei risultati, in Archeologia e Calcolatori, 27, 2016

IMMAGINE DI APERTURA – La copertina del libro

I Quaderni di Symbola – Musei del Futuro

Competenze digitali per il cambiamento e l’innovazione in Italia

Come possono i musei rispondere ai nuovi bisogni di una società in continuo mutamento? Quali sono le competenze necessarie per i professionisti del settore per rispondere alle sfide che pone l’introduzione del digitale?
Nell’ambito del progetto Mu.SA – Museum Sector Alliance, co-finanziato dal Programma Erasmus+, Melting Pro e Symbola hanno condotto un’indagine di scenario con l’obiettivo di mappare i bisogni formativi dei professionisti museali in Italia. Si è scelto di operare attraverso un approccio campionario, per raccogliere le indicazioni necessarie per lo sviluppo di corsi di aggiornamento professionale, in relazione alla tematica digitale e alle competenze trasferibili.
Nella ricerca sono stati coinvolti 32 esperti italiani del settore, tra direttori di musei e parchi archeologi, esperti di vari ambiti della sfera museale, project manager di musei di piccole dimensioni, di start-up innovative e cooperative che forniscono servizi museali, docenti universitari, esperti di profili professionali e rappresentanti delle istituzioni competenti in materia, a livello regionale e nazionale.

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