E. Palazzotto – Il progetto del restauro del Moderno

Con questo testo, frutto delle attività svolte nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica presso la facoltà di Architettura dell’Università di Palermo, è possibile affrontare il tema del restauro del moderno. Cesare Ajroldi, nell’introdurre il Quaderno dedicato al compianto prof. arch. Pasquale Culotta, spiega: «Diviene esplicito come lo studio di questi edifici non possa prescindere da una analisi delle fasi di formazione del progetto, e d’altra parte debba porsi la questione della possibile variazione d’uso, che quasi sempre (o sempre) è connessa con il tema di un rapporto con la contemporaneità di edifici che in genere hanno almeno 50 anni di vita. Si tratta pertanto di confrontarsi con un sistema costruttivo moderno, fatto per lo più di strutture intelaiate, e quindi in continuità con gli attuali modi di costruzione: anche se quasi sempre si pone comunque il problema delle tecniche, divenute obsolete, e/o dei materiali, per lo più fuori commercio. Si tratta di scegliere un uso, nel caso di variazioni, che sia compatibile con la qualità degli spazi esistenti. Si tratta di mantenere, fatte proprie queste premesse, il carattere dell’edificio da restaurare, pur apportando le necessarie modifiche. Si tratta, infine, così come per ogni tipo di restauro, di elaborare un progetto, sia pure di carattere particolare, in grado di mettere in luce le qualità migliori dell’edificio sul quale si interviene, attraverso un progetto che abbia tutti i caratteri della contemporaneità. In questo senso, non c’è una sostanziale differenza tra restauro e progetto, in quanto ogni progetto si trova davanti a vincoli di varia natura, su cui bisogna scegliere».

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IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del Quaderno   

Caterina Barilaro – Il Parco Letterario Horcynus Orca nell’area dello Stretto di Messina

In Sicilia, sono sorti 8 Parchi Letterari istituiti dalla Fondazione Ippolito Nievo (Stefano D’Arrigo, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello, Giovanni Verga, Elio Vittorini, Nino Savarese), di cui i primi 5 realizzati con il contributo della Sovvenzione Globale. I Parchi Letterari nell’Isola tracciano un itinerario storico-culturale segnato dalla vita e dalle opere di quegli scrittori che, del territorio, hanno fatto motivo delle loro narrazioni, della loro letteratura e che oggi l’iniziativa ripropone in un fertile connubio tra cultura e occasioni di sviluppo. Sono passeggiate fra reminiscenze letterarie, lettura delle pagine più intense della letteratura, che vengono riscoperte e vissute direttamente in quella natura, in quegli scorci di Sicilia che hanno emozionato e ispirato poesie e descrizioni. Un ponte letterario lanciato tra mito e tecnologia, tra storia e realtà virtuale, è il Parco Letterario dello Stretto “Stefano D’Arrigo – Horcynus Orca”.
Situato tra Scilla e Cariddi, lì «dove il mare è mare», crocevia fra la civiltà di Levante e la civiltà di Ponente, il Parco propone il recupero e la valorizzazione di un’identità culturale smarrita, intesa come tensione che combina i segni del passato con le sfide del futuro, puntando sulla valorizzazione di ecosistemi locali. Una strategia che tocca nel profondo il patrimonio identitario delle comunità locali, elevandolo a risorsa e rendendolo, perciò, plasmabile e utilizzabile.

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IMMAGINE DI APERTURA – Foto di Mike Palmer da Pixabay   

Nicoletta Gini – Il riso di Montaigne tra filosofia burlona e malinconia negli Essais

Il 18 Agosto del 1563, intorno alle 3 del mattino, a fianco dell’amato amico che tirava l’ultimo grande sospiro, Michel de Montaigne fu avvolto dalla tristezza. Gli spiriti vitali e il calore naturale si ritirarono verso il suo cuore, dove si ammassarono come per consolarlo o, piuttosto, per fuggire l’occasione dell’angoscia. Il viso si fece pallido, il naso sembrò allungarsi, le labbra si abbassarono e si gonfiarono d’aria per la mancanza di materia in quei muscoli deputati a mantenerle al loro posto. Gli occhi persero la loro gaia vivacità, arrestati da una grande pesantezza che scacciò via ciò che li rendeva lucenti. Il corpo dimorava smagrito e atrofizzato, incapace di produrre nuovi spiriti vitali, pronto ad attendere esso stesso la morte che, infatti, dicono i medici, spesso segue la tristezza. Cominciò così la solitudine di Montaigne.
È forse di qualche utilità prendere in considerazione la prospettiva che Montaigne stesso assume nel giustificare la scrittura degli Essais: essa colloca l’azione creatrice in un mutevole assetto corporeo e la pone conseguente a uno stato che lo sconvolge in modo organico. Egli, infatti, fa risalire l’inizio della sua attività letteraria all’invasione dell’umore melanconico causata dalla solitudine.

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IMMAGINE DI APERTURA – Montaigne   

Laura Parrivecchio – Il progetto di ri-uso nella città contemporanea

La città contemporanea si presenta oggi come una realtà eterogenea costituita da un insieme di ambienti diversi e discontinui nei quali si esplicitano il passare del tempo e dell’azione umana. Tali ambienti si configurano come vuoti urbani, spazi interstiziali distribuiti in vario modo all’interno di città costituite da centri storici, aree industriali dismesse, complessi residenziali periferici, a cui si aggiungono i tanti edifici e spazi abbandonati. Una realtà urbana in cui i «piani terra con le saracinesche abbassate ed edifici sfitti creano una scenografia che comincia ad essere familiare e quasi passa inosservata, da cui emergono le sagome di scheletri incompiuti, capannoni vuoti, retaggi rurali incastonati nel costruito» (Ferorelli, Cariello, 2014, domusweb).Tali luoghi sono il risultato sia della grande espansione urbana della metà del Novecento, sia dei vuoti lasciati dall’esodo degli insediamenti produttivi nei primi anni ’90che, come scrive Marc Augè, fungono da rovine.

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IMMAGINE DI APERTURA – Rielaborazione grafica della copertina della rivista   

Masi Ribaudo – Quaderno di Arca dei Suoni

http://www.arcadeisuoni.org

Il progetto “Arca dei Suoni” ha come scopo la valorizzazione delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, dei suoni, delle conoscenze e dei saperi della Sicilia, attraverso il concorso dei cittadini e delle comunità locali. “Arca dei Suoni” inaugura un nuovo sistema di archiviazione e condivisione dei beni culturali ‘intangibili’, promosso dall’Unità Operativa IX Nastroteca/Discoteca, del Servizio di Documentazione presso il Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione dei beni culturali e ambientali, con il sostegno del Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana, Servizio Promozione, Unità Operativa XV – Attività di educazione permanente. Al varo di “Arca dei Suoni” hanno preso parte attiva gli insegnanti e gli studenti dei seguenti Istituti scolastici statali:

  • Istituto Tecnico Industriale ‘Vittorio Emanuele III’ di Palermo;
  • Liceo Artistico ‘Eustachio Catalano’ di Palermo;
  • Istituto Tecnico Industriale ‘Leonardo da Vinci’ e Nautico ‘Marino Torre’ di Trapani;
  • Liceo Classico ‘Gian Giacomo Adria’ di Mazara del Vallo (TP).

Questo volume di sintesi raccoglie e rende disponibili al pubblico interessato alla salvaguardia dei beni culturali e dell’identità siciliana i contenuti di gran parte degli interventi di formazione rivolti ai partner della prima edizione del progetto, insieme ad alcune schede operative e indicazioni teoriche e metodologiche per la ricerca sul campo e ai commenti dei partecipanti.

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IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del libro

Maurizio Carta – Strutture e strategie per l’armatura culturale in Sicilia

Il volume presenta gli esiti di una ricerca biennale commissionata dal Dipartimento dell’Urbanistica della Regione Siciliana al Dipartimento Città e Territorio dell’Università di Palermo – ed affidata alla responsabilità scientifica di chi scrive – relativa all’interpretazione delle identità e delle opportunità del sistema culturale regionale ed il loro utilizzo come risorse e strumenti per l’attivazione di politiche di sviluppo fondate sulla dimensione culturale. La ricerca, svolta nell’ambito degli studi promossi dal Comitato tecnico scientifico per la redazione del Piano territoriale urbanistico regionale (Ptur), ha prodotto l’individuazione in Sicilia di sistemi culturali locali, intesi come aggregazioni territoriali caratterizzate dal riconoscimento dell’appartenenza ad una cultura locale specifica, connotate da un preciso tema nel “dominio culturale”, composto dalla complessa interazione tra risorse, attività, servizi, luoghi, soggetti ed economie. Gli esiti della ricerca, in termini di individuazioni di ambiti e di linee guida per le decisioni di livello regionale, si propongono di indirizzare le scelte della pianificazione nel dominio culturale, cioè di orientare le strategie e le conseguenti azioni di tutela, valorizzazione, fruizione, gestione, marketing e comunicazione per il sistema culturale regionale sia per il breve periodo (adeguando l’offerta culturale regionale a criteri di eccellenza ed attivando un piano di marketing strategico orientato alla valorizzazione delle risorse, al turismo culturale ed alla fruizione del tempo libero) sia sul medio-lungo periodo (valorizzando il territorio attraverso la creazione di un sistema integrato e diversificato di servizi per la fruizione e per la produzione culturale). Pianificare nel dominio culturale significa quindi rafforzare il perseguimento di una più evidente ed efficace “dimensione culturale dello sviluppo”, la quale richiede oggi con sempre maggiore vigore di declinare le trasformazioni sociali, economiche e territoriali verso il “progetto delle identità” del territorio, verso politiche che favoriscano la realizzazione di strategie culturali concertate e un reale partenariato tra tutti i soggetti coinvolti, in termini di scambio di informazioni, di trasferimento di “buone pratiche” e di sperimentazioni di azioni.

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IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del libro

Fausto Carmelo Nigrelli, Maria Rosaria Vitale – Piazza Armerina dalla Villa al Parco

Studi e ricerche sulla Villa Romana del Casale e del fiume Gela. Il volume è il risultato del forte interesse suscitato dalle vicende relative alla protezione dei mosaici di Piazza Armerina dopo la loro scoperta negli anni ’50. Il saggio di Maria Rosaria Vitale passa in rassegna il susseguirsi dei pareri, delle ipotesi e delle proposte riguardanti la protezione dei 4000 mq di mosaici concludendo la riflessione sulla sul dibattito riguardante la scelta di sostituire la copertura minissiana. Nel volume sono presenti anche tre contributi che riguardano la Villa, il territorio e la città. Uno dei contributi, curato da Mazzeo, si è occupato delle vicende che hanno portato all’assegnazione dei lavori sul sito archeologico a Minissi; un’altro contributo, curato da Filippo Gagliano riscostruisce le scelte di pianificazione del paesaggio nell’area attorno alla Villa; infine un altro contributo è dedicato al progetto del Parco archeologico . 

SCARICA IL LIBRO O LEGGILO SU ACADEMIA: Piazza Armerina: dalla Villa al Parco. Saggi e ricerche sulla Villa romana del Casale e il fiume Gela, Cannitello, Biblioteca del Cenide, 2010. ISBN: 978-88-87669-59-6

IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del libro   

Antonino Mazzaglia – Il paesaggio storico: fra legislazione, tecnologie e complessità

Il paesaggio nella sua evoluzione storica, determinata dalla continua interazione dell’uomo con l’ambiente naturale, costituisce uno degli ambiti di maggiore interesse della moderna ricerca archeologica. All’analisi e all’interpretazione dei paesaggi storici sono stati dedicati, sia in Italia, che all’estero, notevoli sforzi, che hanno conferito all’archeologia dei paesaggi una maturità di tecniche e di metodologie di ricerca che poche altre specializzazioni, fra quelle nate in seno alla disciplina, possono oggi vantare. Tuttavia, posto alla confluenza di molteplici interessi, il paesaggio è stato oggetto di profonde modifiche nell’uso e nella percezione delle comunità che in esso vivono e agiscono. Oggetto di numerose ridefinizioni legislative a livello nazionale e internazionale il paesaggio ha, infine, spesso mutato fisionomia, crescendo in complessità, parallelamente ad uno sviluppo tecnologico il quale ha interessato, in modo particolare, il settore del rilievo strumentale e dei sistemi di gestione e condivisione dei dati. Ciò ha innescato molteplici cambiamenti nel modo di condurre le ricerche, richiedendo un costante adattamento delle basi teoriche e metodologiche che sostengono lo studio e l’interpretazione dei paesaggi.

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Il paesaggio storico: fra legislazione, tecnologie e complessità

IMMAGINE DI APERTURA – Copertina del libro a cura di Daniele Malfitana, Archeologia Quo vadis? Riflessioni metodologiche sul futuro di una disciplina, Catania 2018.

Silvia Ippolito – La Befana: antenata donatrice, Nonna del fuoco, Vecchia/Strega d’Inverno

La Befana: una tradizione di origine remota, squisitamente italiana, e nondimeno per lo più soppiantata, al giorno d’oggi, dal primato – si noti, maschile – di Babbo Natale, figura più recente e nel complesso più rassicurante di quella che talvolta si presenta nel folklore come una vera e propria madre/strega distruttrice e pericolosa, persino divoratrice dei fanciulli cui fa visita, la notte del 6gennaio, a cavallo della sua scopa. In effetti, nonostante la Befana stessa sia stata sottoposta, quanto Babbo Natale/San Nicola a tentativi di “cristianizzazione” – si pensi alla sua identificazione con Sant’Agata o alla sua prossimità con la Santa Lucia del 13 dicembre -, questa risulta prima di tutto «erede di personaggi, funzionali all’interno delle culture contadine, ma inquietanti e inaccettabili perla Chiesa» (Erberto Petoia, Storia e leggende di Babbo Natale e della Befana, p. 18), e non potrà probabilmente mai liberarsi di quelle radici – eretiche, pagane, quindi stregoniche e demoniache – che le appartengono.

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La Befana: antenata donatrice, Nonna del fuoco, Vecchia/Strega d’Inverno

IMMAGINE DI APERTURA – Foto di efes da Pixabay

Elisa Bonacini – Comunicare i musei siciliani

Rinnovare il settore museale italiano significa anche ripensare la comunicazione attraverso le nuove tecnologie digitali che non possono essere più ignorate. Ma la Sicilia rischia di essere in questo settore un fanalino di coda.

Negli ultimi anni il settore museale italiano, complici soprattutto i social media, ha intrapreso la strada del cambiamento orientato ad una comunicazione bidirezionale, dialogica e partecipativa. Il MiBACT investe da anni sulla comunicazione e valorizzazione digitale. I profili su Facebook, Twitter, YouTube risalgono al 2009 e, sempre al 2009, risale la convenzione che ha consentito a Google di mappare in Street View molte aree archeologiche, siti monumentali e ville storiche. Le considerazioni generali da me espresse nella monografia Lavisibilit@ sul web del patrimonio culturale siciliano. Criticità e prospettive attraverso un survey on-line, con Guida multimediale ai musei siciliani sul web (2012), a distanza di quattro anni restano ancora valide e, escludendo qualche rara eccezione, restituiscono un panorama molto arretrato rispetto alle tendenze dell’offerta culturale digitale contemporanea e fortemente limitato a poche istituzioni.

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Comunicare i musei siciliani
Articolo a pagina 44 della rivista

IMMAGINE DI APERTURA – Copertina della rivista “Per fare cultura in Sicilia”: l’ambiente con le Ragazza in bikini nella Villa romana di Piazza Armerina in un immagine degli anni ‘60 (Collezione Daniele Anselmo)