Genova: Esposizione del Libro d’Ore Durazzo o Offiziolo Durazzo

A GENOVA dal 13 AL 15 OTTOBRE “I ROLLI DAYS D’AUTUNNO SFOGLIANO LA STORIA”

Esposizione straordinaria con visite guidate del manoscritto Offiziolo Durazzo, capolavoro assoluto della miniatura italiana del Rinascimento e una delle opere più importanti conservate nella biblioteca civica. Un’opera eccezionale, raramente esposta al pubblico ( ultima volta negli anni ’60 ) e che si distingue per due peculiari caratteristiche: l’uso della pergamena purpurea e la crisografia, cioè la scrittura a lettere d’oro. Un evento imperdibile con il quale la Berio apre le cebrazioni per il proprio bicentenario nell’anno di Genova Capitale del Libro. In contemporanea (dal 13 ottobre e per tutto il mese) nel tunnel d’ingresso e nello spazio BerioIdea al pianoterra della biblioteca: L’Offiziolo Durazzo: un tesoro svelato (pannelli informativi e proposte di lettura a tema)

Il Libro d’Ore Durazzo, o Offiziolo Durazzo, realizzato quasi certamente a Parma nei primi anni del Cinquecento, è un “libretto da mano” di piccolo formato destinato a un pubblico colto e raffinato. Contiene una raccolta di salmi e preghiere (Uffici) da recitare nelle ore canoniche della giornata (da cui la definizione di Libro d’ore o Offiziolo). Prende nome dal suo ultimo proprietario, Marcello Luigi Durazzo, che lo lasciò alla Biblioteca Berio per testamento nel 1847. La prima intensa suggestione estetica che l’Offiziolo Durazzo suscita è determinata dal colore porpora utilizzato per tingere la pergamena, che richiama alla mente i codici purpurei della tarda antichità, identificandolo subito come un prodotto di lusso unico e irripetibile. Con sei miniature a piena pagina e quindici più piccole, alle quali si aggiungono la serie dei mesi e oltre duecento iniziali figurate, l’Offiziolo Durazzo è la prova più eccelsa del pittore e miniatore parmense Francesco Marmitta, autore di codici prestigiosi e della Pala di San Quintino oggi al Louvre di Parigi. Il testo dell’Offiziolo Durazzo è opera del massimo maestro dell’arte calligrafica del tempo, Pietro Antonio Sallando, originario di Reggio Emilia e docente di grammatica e calligrafia all’Università di Bologna. 

Il lusso che è la cifra dell’Offiziolo Durazzo si manifesta nella legatura in argento cesellato con fermagli ornati di piccoli rubini. Proprio questa inconfondibile legatura consente di riconoscere l’Offiziolo nel libricino esibito da un misterioso personaggio di cui non conosciamo l’identità, che si fa ritrarre circondato da oggetti antichi in un enigmatico dipinto del Parmigianino oggi alla National Gallery di Londra.

E allora chi ha voluto l’Offiziolo Durazzo? Chi ne è stato il committente? Queste domande rimangono ad oggi senza risposta. Di un’opera d’arte che nel Cinquecento era considerata tanto emblematica da diventare parte di un’altra opera, nulla è trapelato per secoli, così che soltanto nel1826 se ne ha per la prima volta notizia. Compare a Genova, nell’inventario dell’eredità  di Antonio Bacigalupo, genovese di madre lusitana, dove è descritto come «ufficio in pergamena pavonazza con tutte le lettere in oro».


Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
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