Pescara, GArt Gallery: IOVADODAVOI – La doppia personale di Mauro Di Berardino e Fabrizio Molinario a cura di Maria Arcidiacono

Mauro Di Berardino – Fabrizio Molinario

IOVADODAVOI

a cura di Maria Arcidiacono

Inaugurazione sabato 26 novembre 2022 ore 18.00 – 21.00

GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara

Fino al 17 dicembre 2022

La frase palindroma iovadodavoi è stata scelta come titolo per la doppia personale, a cura di Maria Arcidiacono, di Mauro Di Berardino e Fabrizio Molinario, artisti diversi per generazione e provenienza ma con un discreto numero di punti di contatto, tutti inclusi in quel moto a luogo “speculare” evocato nel titolo. Inaugurazione sabato 26 novembre 2022 dalle ore 18.00. 

Iovadodavoi racchiude un’efficace sintesi del progetto espositivo: un incontro, un percorso dalla lettura bifronte, un luogo di riferimento, la GArt Gallery di Francesco Di Matteo a Pescara. La scelta curatoriale è stata quella di focalizzarsi sul tema del mondo urbano, con i suoi feticci e le sue alienazioni, che, pur declinato con modalità diverse, percepibili fin dal primo approccio visivo, presenta una parallela inclinazione verso un uso robusto del colore. 

Campiture accostate a contrasto, velocità esecutiva nei dettagli seminascosti nelle tele di Molinario, icone trasfigurate, attraversate da messaggi dissimulati su fondi spray nelle opere di Mauro Di Berardino. Entrambi sfuggono a una esatta classificazione: pur attingendo a movimenti vicino al neoespressionismo (Di Berardino) o alla cosiddetta arte irregolare (Molinario), la netta sensazione che prevale, osservando le loro opere, è quella di una spiccata vocazione alla massima libertà espressiva.  

L’allestimento ha voluto privilegiare l’ossimoro di una visione dicotomica e allo stesso tempo convergente, destinando ai due artisti una parete ciascuno, quasi a fronteggiarsi, cercando tuttavia contemporaneamente un punto di consonanza: una libera espressione del colore, volutamente priva di virtuosismi accademici e declinata dal ritmo urbano del nostro tempo, inesorabilmente squilibrato e straniante. 

Mauro Di Berardino

Mauro Di Berardino è un pittore e scultore con sede in Italia le cui opere sono state esposte a livello nazionale, così come in Svizzera, Stati Uniti e Lussemburgo. Mostre personali 2020Mauro Di Berardino Solo Show – The Urban Box, Pescara. Mostre collettive 2022Amore carnale Amore ideale. Chieti Poesia, Tempietto di Santa Maria del Tricalle, Chieti; Artisti contemporanei al Louvre – Carrousel de Louvre, Parigi; Pop Corner – Milda, Roma; No Boundries – General Gomez Arts, Sacramento, Stati Uniti. 2021Mostra 6 lati – Galleria e26, San Giovanni Teatino (Chieti); 20 x venti, Art Prize – Galleria Visioni Altre, Venezia; Save Biennale D’Arte Contemporanea per un Nuovo Mondo – Bastione San Giacomo, Brindisi; La divina commedia, a cura di Giorgio Gregorio Grasso – Milano, complesso monumentale. 2020Bateau Tiberis – battello Gilda ormeggiato sul Tevere, Roma; Io resto a casa, Io guardo da casa – Galleria Arte in regola, Roma. 201930esima edizione concorso nazionale di pittura Piero Della Valentina – Museo d’arte moderna di Cordignano (Treviso); Artbox. Project Miami 2.0 (durante ArtBasel) Miami, Stati Uniti. Riconoscimenti2021Save – the Biennale– Primo premio. Miglior dipinto Neoespressionista- Brindisi. 2020Bateau Tiberis – Nominato- Roma. 201930th edition of the national painting competition Piero Della Valentina – Nominato- Cordignano (Treviso). 

Fabrizio Molinario

Fabrizio Molinario nasce a Novara nel 1968, città in cui vive e lavora. Inizia la sua attività pittorica nel 2003. Ha esposto i suoi lavori in diverse Gallerie, spazi pubblici e fiere in Italia e all’estero. Mostre personali – 2021Lock Down – Studio San Marco, Novara; Mondo …animale – Spazio Eventa, Torino. 2020Bagnanti, a cura di Franco Crugnola – Showcase Gallery, Varese. 2019Animali Domestici, a cura di Gianpaolo Bonesini – Galleria Spazio Grafico, Massa Marittima (GR). 2018The end of the world, a cura di Diego Maria Rizzo – Vivace Gallery, Novara. 2017The Unusual Universe – Outsider Art Gallery, Copenaghen; Verso la meta, a cura di Andrea Colombo – Spazio Porpora, Milano; The Works, a cura di Paola Meliga – Paola Meliga Gallery, Torino. Mostre collettive – 2022Inclusioni, a cura di Yuliya Savitskaya – Florence Art Deposit Gallery, Firenze; No War – Window Arte, Novara. 202115 Group show – Outsider art Gallery, Copenaghen. 2020Real Art 5, a cura di Monica Villa – Galleria Villa Contemporanea, Monza; Outsider Art Fair New York, Galleria Rizomi, Parma. 2019ListaRossa, a cura di Andrea Borgonovo – Atelier Multimedia Galerie, Vienna; Affordable Fair Milano, Galleria Sbart Torino. 2018So Pop, a cura di Marco Pelligra – Isorropiahomegallery, Milano; Prospero books, a cura di Cristina Moregola – Cristina Moregola Gallery, Busto Arsizio (VA). 2017Uccidere Pasolini, a cura di Emilio Minotti – Galleria Galgarte, Bergamo.


INFO

Mauro Di Berardino – Fabrizio Molinario
IOVADODAVOI

A cura di Maria Arcidiacono

Fino a sabato 17 dicembre 2022
Orari: dal lunedì al sabato ore 17:30-20:00

GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara
Tel. +39 349 7913885
info@gartgallery.it
www.gartgallery.it


Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com
info@melaseccapressoffice.itinfo@interno14next.it
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

Espronceda Institute of Art & Culture Barcellona: FARNESINA Digital Art Experience – Festival Loop City Screen di Barcellona (Spagna)

FARNESINA Digital Art Experience 

Mostra collettiva a cura di Stefano Fake e Savina Tarsitano 

Espronceda, Institute of Art & Culture di Barcellona
In occasione del Festival Loop City Screen di Barcellona

Dal 10 al 25 novembre 2022

È stata inaugurata, per la prima volta a Barcellona, il 10 novembre 2022 la mostra FARNESINA Digital Art Experience presso Espronceda, Institute of Art & Culture nell’ambito del Festival Loop City Screen. La mostra si é aperta con un discorso inaugurale del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona Lucio Izzo, del Console Generale Emanuele Manzitti e con la presenza di Emilio Álvarez rappresentante del Loop City Screen Festival. 

Il progetto nasce da una nuova collaborazione creata grazie al direttore Lucio Izzo, dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, che ha portato Espronceda a conoscere il direttore artistico del progetto Farnesina Stefano Fake, e questo suo progetto così innovativo ed articolato di arte immersiva digitale. Come spiega Savina Tarsitano, co-curatrice della mostra e co-fondatrice di Espronceda, Institute of Art & Culture: “Presentare questo prestigioso progetto nell’ambito del Loop City Screen ci dà l’opportunità di far conoscere l’esperienza italiana al mondo catalano, con uno scambio interculturale sulla scena internazionale.” 

Dalla nascita della videoarte, al video mapping, al mondo digitale, la storia ci insegna che l’evoluzione del mondo artistico è lo specchio sia della storia che della società contemporanea la quale utilizza nuovi mezzi espressivi per rispondere ai cambiamenti in atto nel mondo contemporaneo. Questa mostra ci porta nel mondo artistico italiano attraverso il lavoro di 26 artisti e studi selezionati per questo progetto. Espronceda crede nell’importanza del dialogo tra le culture e nella valorizzazione degli artisti emergenti, e questo progetto risponde perfettamente a questa filosofia. Il progetto per Loop City Screen è curato da Stefano Fake in collaborazione con Savina Tarsitano

FARNESINA Digital Art Experience valorizza e promuove l’eccellenza italiana nel settore dell’arte digitale, attraverso l’organizzazione di mostre, esposizioni, performance e la partecipazione a eventi internazionali. Il progetto è promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Italiano. Il suo titolo si ispira all’iconico Palazzo della Farnesina a Roma, dove ha sede il Ministero e che ospita la più grande collezione d’arte pubblica del mondo, sede dove si è svolta la prima edizione della mostra. Attraverso la rete degli Istituti Italiani di Cultura, delle Ambasciate e dei Consolati Generali, il MAECI porta Farnesina Digital Art Experience nei luoghi più significativi di ogni angolo del pianeta. La mostra di Barcellona è organizzata grazie all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, all’Ambasciata d’Italia a Madrid, al Consolato Generale e all’Istituto d’Arte e Cultura Espronceda. L’organizzazione e la promozione sono curate da Bright Festival e ImmersiveExperience.Art con la direzione artistica di Stefano Fake. 

L’Italia è da sempre culla di creatività, innovazione e ricerca nel campo artistico e culturale. Lo è stata e continua ad esserlo anche nel campo delle nuove forme espressive che fanno ampio uso delle tecnologie digitali. Nel nostro Paese siamo stati testimoni di progetti pionieristici e abbiamo visto le realizzazioni di artisti e creativi che sono diventati un punto di riferimento nella sperimentazione dei nuovi linguaggi come il video mapping, le esperienze di arte immersiva, la light art, le performance audio-visive. Il progetto FARNESINA Digital Art Experience raccoglie per la prima volta le punte d’eccellenza a livello italiano e globale di queste nuove forme d’arte digitale. 

Studi/Artisti selezionati 


Antica Proietteria (Reggio Emilia); Antaless Visual Design (Palermo); Apparati Effimeri (Bologna); AreaOdeon (Monza); Delumen (Modena); FLxER (Roma); Full Frames (Montecatini); High Files Visuals (Torino); Immersive Media Studio (Siena/Milano); Kanaka Studio (Avellino); Karmachina (Milano); Leandro Summo (Bari); Luca Agnani Studio (Macerata); mammasONica (Catania); Michele Pusceddu (Cagliari); MONOGRID (Firenze); Mou Factory (Cremona); Odd Agency (Palermo); OLO Creative Farm (Como); OOOPStudio (Reggio Emilia); Plasmedia (Lecce/Foligno); Pixel Shapes (Ragusa); Proforma Video Design (Livorno); Sinapsi Videomapping Lab (Genova); THE FAKE FACTORY (Firenze/Milano); WOA Creative Company (Milano)



INFO

FARNESINA Digital Art Experience
Mostra collettiva curata da Stefano Fake e Savina Tarsitano
In occasione del Festival Loop City Screen di Barcellona

Espronceda, Institute of Art & Culture di Barcellona
Carrer D’Espronceda 326 Nave 4,5 & 10
08027 Barcelona
info@espronceda.net
www.espronceda.net


Dal 10 al 25 novembre 2022
Orari di apertura: dal martedì al sabato, 10.00 – 13.00 / 16.00 -19.30 

Maggiori info su
Espronceda.net

Roberta Melasecca
Interno 14 next – Melasecca PressOffice

tel. 3494945612 – roberta.melasecca@gmail.com
www.interno14next.it

Roma: Il festival STREET ART FOR RIGHTS 2022 presenta le FOTO dei muri finiti di Barbara Oizmud, Manuela Merlo, Davide Toffolo e Marqus

In anteprima le foto dei muri finiti
di Barbara Oizmud, Manuela Merlo, Davide Toffolo e Marqus

Street Art for Rights 2022
La street art per l’Agenda 2030 ONU

Street Arts For Rights vuole raccontare e diffondere la cultura della sostenibilità attraverso la street art, manifestazione pubblica di un’arte che nasce nel paesaggio urbano e ad esso appartiene.

Dopo i primi 9 goals realizzati nel 2020-2021, si chiude nel 2022 la triennalità del progetto Street art for rights con gli altri otto Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delineati nell’Agenda 2030 ONU. Urban artist provenienti da tutto il mondo hanno messo al centro del loro lavoro l’ambiente diffondendo nei quartieri con contesti difficili della periferia romana la cultura della sostenibilità attraverso la street art.

Rispetto per l’ambiente e arte si fondono quindi nella street art, vale a dire il linguaggio figurativo nato in strada. Scopo principe di questa espressione artistica è, infatti, la riqualificazione delle periferie tramite l’abbellimento di edifici e strutture civiche già esistenti. Combattere il grigiore del cemento con la vivacità dei colori, rendendo le città più belle e vivibili e allo stesso tempo trasmettere messaggi in maniera diretta, senza filtri o censure. Anche le strade e i muri possono diventare un mezzo per denunciare le cause del cambiamento climatico. Così writer e artisti di tutto il mondo grazie a Street Art For Rights regalano alla Capitale momenti di riflessione con opere che sensibilizzano le persone al rispetto dell’ambiente

Street art for RIGHTS vuole dare concretezza artistica al piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità promosso dall’ONU, avvicinando la comunità ai vari temi e sollecitando la discussione circa i problemi impellenti dell’era contemporanea su una scala di intervento più ampia. 

Per l’ultima annualità i quartieri che hanno ospitato le opere dei goals dal numero 10 al numero 17 saranno Settecamini, Ponte Mammolo e San Paolo

Il progetto, ideato e diretto da Giuseppe Casa e curato da Oriana Rizzuto, è organizzato dall’associazione culturale Taste & Travel in collaborazione con MArteSocial e MArteGallery e prevede un programma triennale di attività volte alla futura creazione di un museo a cielo aperto, pubblico e gratuito, al di fuori dei percorsi più battuti della Capitale.

Dopo i muri di Natalia Rak, Attorep e NSN997 vi presentiamo le opere murarie degli artisti Barbara Oizmud, Manuela Merlo, Davide Toffolo e Marqus.

SCOPRIAMO I MURI FINITI DI BARBARA OIZMUD, MANUELA MERLO, DAVIDE TOFFOLO E MARQUS

Obiettivo 11 – Città e comunità sostenibili
Davide Toffolo e Marqus – Via Settecamini 102, Roma

L’illustratore graffiante in stile gothic-punk Davide Toffolo traduce insieme a Marqus il tema delle città del futuro, l’idea di comunità sostenibili che si alimentano e si circondano di piante e di fonti di energia rinnovabili.

L’undicesimo obiettivo dell’Agenda 2030 è caratterizzato da tante sfumature diverse: garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti e riqualificare i quartieri poveri; o garantire a tutti l’accesso a un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile; ma anche potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire in tutti i paesi un insediamento umano che sia partecipativo, integrato e sostenibile.

I due artisti Marqus e Davide Toffolo hanno sviluppato soprattutto questo ultimo aspetto: una città verde, sostenibile, che sfrutta l’energia pulita delle centrali idroelettriche, eoliche e geotermiche, ma anche di energie sostenibili innovative che dovranno essere sviluppate nel futuro. Una città quindi piena di speranza e aria pulita.

Ad un lato del muro compare poi un gorilla disegnato da Davide Toffolo nel suo stile fumettista, a sottolineare come gli animali siano gli unici che rispettano e proteggono l’ambiente in cui vivono, e sono dunque da considerare gli unici “sovrani” di questo pianeta.

Davide Toffolo, opera finita – foto di © Elenoire

Chi è Davide Toffolo? 

Un fumettista, cantautore e chitarrista italiano, frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Le sue opere grafiche riguardano sia i fumetti che le animazioni.

Le sue opere grafiche riguardano sia i fumetti che le animazioni. Le sue due attività, fumettista e musicista, non sono separate, ma continuamente integrate da performance di disegno e musica, come le atmosfere musicali durante le sue mostre di fumetti o i videoclip dei singoli musicali.

Chi è Marqus? 

Marco Gortana, in arte Marqus, è uno street artist di Pordenone. Ha studiato all’Accademia di Belle arti di Brera: da lì ha deciso di indirizzare la sua arte verso il muralismo e i disegni in grande scala. Ha lavorato e viaggiato in giro per il mondo, e da artista giovane e originale, regala la sua visione immaginaria di città ideali.

Obiettivo 14 – Vita sott’acqua
Barbara Oizmud – Metro B Ponte Mammolo, Roma

Barbara Oizmud ha realizzato un’opera che è un invito ad una riflessione capillare sulla vita sott’acqua e sulla sempre più ampia diffusione di microplastiche all’interno dei mari.

L’opera che ha realizzato sulla parete della metropolitana di Ponte Mammolo si chiama “Polline“, ed è dedicata alla flora e fauna acquatica.  L’artista ha ragionato sul 14esimo obiettivo dell’Agenda ONU 2030, che mira a “conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile“. 

I mari stanno subendo moltissimo gli effetti del cambiamento climatico e dell’azione incontrollata dell’uomo. Le temperature, infatti, si sono alzate di alcuni gradi e le acque sono diventate sempre più salate, alterando il fragile equilibrio dell’ecosistema marino.

Inoltre pesci, molluschi e mammiferi muoiono per il forte inquinamento, non solo a causa di carburanti e rifiuti, ma anche perché minacciati da nemici più invisibili: microplastiche che vengono ingerite e provocano a lungo andare la morte.

Il risultato del lavoro di Oizmud è una creatura ibrida finita negli abissi, causa e al tempo stesso cura di una ferita collettiva generata dall’uomo. Polline è persona e animale, è oggetto e corallo. Polline è uno specchio della nostra società.

Barbara Oizmud, opera finita – foto di © Elenoire

Chi è Barbara Oizmud? 

Fotografa e illustratrice, i suoi lavori sono pubblicati su riviste come Wired, Vanity Fair, Style, GQ, GQ Spagna, Rolling Stone, F Magazine, Financial Times, Cover Up, Shift Magazine, Topolino. Ha anche realizzato campagne fotografiche per clienti come Red Bull, Fox, Sky, Discovery, Fremantle Media, Universal, RomaEuropaFestival. Dal 2003 al 2006 ha lavorato come vignettista collaborando a progetti con la RAI, una delle principali emittenti televisive italiane. Nel 2016 Barbara sbarca a Los Angeles. È una dei cinque fotografi scelti dallo staff di David Lynch, provenienti da tutto il mondo, per realizzare un reportage fotografico del suo primo Music Festival “Festival of Disruption”.

Obiettivo 16 – Pace, giustizia e istituzioni solide
Manuela Merlo – Via di Settecamini 102, Roma

A rappresentare il 16 goal dell’Agenda 2030 “Pace giustizia e istituzioni solide” è l’artista Manuela Merlo, in arte Uman, nel quartiere di Settecamini. L’artista ha rappresentato il goal 16 raffigurando una donna, simbolo della giustizia. Il suo volto è impreziosito da due pendenti, che simboleggiano la bilancia della giustizia, mentre è intenta ad abbracciare e prendersi cura di una colomba bianca simbolo di pace. Quest’ultimo simbolo lo ritroviamo con nuova forma, attorno alla figura: due colombe-origami di carta che ci indicano la fragilità della pace.

Chi è Manuela Merlo? 

L’incontro con la StreetArt è dirompente per Manuela Merlo quando conosce i “Pittori Anonimi del Trullo” l’associazione culturale con i quali collabora in progetti sociali, operando sul territorio con numerosi di interventi di StreetArt in vari quartieri di Roma, in special modo nella borgata del Trullo.

Manuela Merlo, opera finita – foto di © Elenoire

Il progetto, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

Street Art for RIGHTS è organizzato dall’Ass. cult. Taste & Travel, e fa parte delle attività sviluppate da MArteSocial, un incubatore   incentrato sulla sensibilizzazione di problematiche sociali attraverso progetti artistico-culturali che possano generare un impatto positivo sugli abitanti dei quartieri meno serviti che chiedono a gran voce servizi, cultura e integrazione. Street art for Rights è prodotto da MArtegallery e e fa parte dei progetti speciali all’interno della #BiennaleMArteLive, appuntamento biennale multiartistico e a carattere internazionale.


INFORMAZIONI UTILI
STREET ART FOR RIGHTS – III EDIZIONE

CONTATTI
Sito: www.streetartforrights.it
Mail: info@streetartforrights.it – info@martegallery.it
Facebook: www.facebook.com/StreetArtForRights/
Instagram: www.instagram.com/streetartforrights_/

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126             
info@culturaliart.com 
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia 
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann 
Youtube: Culturalia

Milano, Palazzo Reale. Sala delle Cariatidi: i calchi otto-novecenteschi documentano la storia espositiva delle tre Pietà di Michelangelo

LE TRE PIETÀ DI MICHELANGELO. TRE CALCHI STORICI PER LA SALA DELLE CARIATIDI

Milano, Palazzo Reale. Sala delle Cariatidi

22 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023

In occasione della mostra “Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi“, che documenta la storia espositiva delle tre Pietà di Michelangelo, il Castello Sforzesco ha organizzato una giornata di visite guidate speciali alla Pietà Rondanini, unica opera di Michelangelo a Milano.

Nella ricorrenza dei 70 anni dal giorno in cui la Pietà Rondanini venne esposta per la prima volta a Milano (17 novembre 1952), sono state offerte al pubblico tre visite guidate dedicate all’ultimo capolavoro di Michelangelo, per ripercorrere la storia del suo arrivo in città e la storia dei suoi allestimenti nel Museo d’Arte Antica e nel Museo Pietà Rondanini | Michelangelo.

Le visite guidate, a cura dei conservatori Giovanna Mori (responsabile Museo Pietà Rondanini | Michelangelo), Francesca Tasso (responsabile Musei del Castello Sforzesco) e Luca Tosi (Museo d’Arte Antica e Pinacoteca), si sono svolte giovedì 17 novembre 2022 al Castello Sforzesco.

A Milano, nella magnifica Sala della Cariatidi a Palazzo Reale, si può ammirare la mostra “Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi”. La mostra – promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura e organizzata da Palazzo Reale con la collaborazione del Castello Sforzesco – è a cura di Giovanna Mori, Domenico Piraina e Claudio Salsi.

Nata dalla sinergia tra Comune di Milano, Comune di Firenze e Musei Vaticani, l’esposizione consentirà al visitatore di apprezzare l’arte e l’inventiva michelangiolesca attraverso il confronto di tre calchi otto-novecenteschi, in ideale continuità con la mostra appena conclusa con grande successo al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.

Le tre Pietà di Michelangelo, nella forma dei loro calchi in gesso, giungono ora a Milano, dove saranno eccezionalmente riunite in uno spettacolare ed emozionante allestimento firmato da Massimo Chimenti, dal 22 ottobre all’8 gennaio 2023, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, che farà da palcoscenico unico e irripetibile. Tre lunghi teli, dispiegati per tutta l’altezza della sala e dal grande impatto visivo, faranno da sfondo alle Pietà amplificandone la forte valenza estetica e il senso religioso evocato dallo scultore in tre diverse fasi della sua vita.

Il calco della Pietà di San Pietro della Città del Vaticano fu realizzato nel 1975 all’interno del Laboratorio Calchi e Gessi dei Musei Vaticani da Ulderico Grispigni; l’occasione della sua realizzazione giunse in un momento drammatico per la Pietà ovvero l’atto vandalico del 1972 ai danni della scultura, che resero necessaria la preparazione di un nuovo calco.

Il calco della Pietà di Santa Maria del Fiore a Firenzedetta Pietà Bandini, conservato nella collezione della Gipsoteca fiorentina dell’Istituto d’Arte di Porta Romana, risale al 1882 circa e si deve al formatore fiorentino Oronzo Lelli.

Il calco della Pietà Rondanini fu commissionato nel 1953 al formatore milanese Cesare Gariboldi, allo scopo di determinare al meglio e in totale sicurezza, durante le prove di allestimento della statua

in marmo, l’ubicazione ideale per la scultura, conservata dal 1952 nel Castello Sforzesco. Oggi esposto in mostra dopo una accurata pulitura, è conservato nei depositi del Museo d’Arte Antica.

In occasione dell’esposizione è stata promossa un’attenta ricerca documentaria e iconografica sulle tre Pietà, finalizzata a creare un racconto visivo in grado di presentare episodi della storia recente che hanno avuto per protagoniste le sculture michelangiolesche: restauri, allestimenti e trasferimenti immortalati da vive testimonianze come scatti e filmati d’epoca, provenienti da importanti archivi e fototeche italiane che hanno collaborato al progetto.

“Grazie ai tre preziosi calchi, questa mostra spettacolare, allestita in una delle più belle sale della città, potrà raccontare ai visitatori l’evoluzione della sensibilità di Michelangelo lungo tutto l’arco della sua vita – ha dichiarato Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano –. Sarà una grande emozione poter abbracciare con un solo sguardo tutte le tre Pietà, e il confronto, a Milano, potrà essere integrato dalla visita al Museo della Pietà Rondanini al Castello Sforzesco, dove si trova l’originale dell’ultima Pietà, quella a cui il Maestro lavorò fino agli ultimi giorni della sua vita”.

Da giovane Michelangelo realizzò la Pietà Vaticana, scolpendo in tarda maturità le cosiddette Pietà Bandini di Santa Maria del Fiore a Firenze, e la Pietà Rondanini del Castello Sforzesco di Milano.

Tali esempi raccontano la sensibilità raggiunta dal genio toscano nel corso della sua lunga vita: dal grandioso lavoro giovanile di impronta classicista, fino alla scultura non finita degli ultimi suoi giorni. Oltre sessant’anni separano la prima Pietà, la Vaticana, dall’ultima, la Rondanini.

A quella vaticana Michelangelo mise mano nel 1498, appena ventenne. Il contratto richiedeva esplicitamente “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio”. La scultura sprigiona una bellezza magniloquente, perfetta, in linea con la prima produzione del Maestro toscano. Rispetto al viso della Madonna ritenuto da alcuni troppo giovane, l’artista si difese, all’epoca, affermando che sono proprio la purezza e la santità a preservare gioventù e bellezza.

Alla produzione giovanile si affianca quella dell’età matura, che vede Michelangelo molto cambiato come uomo e come artista, in crisi al punto di voler abbandonare la scultura, sua ragione di vita fino ad allora. Il sentimento che domina questi lavori è totalmente differente, lo stile diventa meno ridondante in considerazione del destino umano della sofferenza, della morte e della resurrezione.

Quando scolpì la Pietà Bandini, tra il 1547 ed il 1555, Michelangelo Buonarroti era già un uomo anziano che meditava spesso sulla fede, sulla passione di Cristo e sulla sua prossima morte.

La storia di questa Pietà è lunga e tormentata. Il marmo, pieno di impurità e troppo duro, non permetteva a Michelangelo di completare l’opera, e condusse l’artista a rompere un arto del Cristo e, successivamente, a prendere a martellate la statua rompendola in più punti.

L’ultima Pietà è la Rondanini, ora al Castello Sforzesco. Michelangelo lavorò su questo marmo fino a poco prima di morire. Nel “sublime non finito” dell’artista toscano si alternano parti concluse a parti non terminate o non lavorate affatto, in una composizione statuaria che – nelle parole di Luigi Serenthà – è capace di coinvolgerci “nel movimento inarrestabile del corpo del Cristo morto dentro il corpo della Madre”.

Il percorso espositivo vuole focalizzare agli occhi dei visitatori proprio questo, ossia il maturare dei sentimenti di uno dei più grandi geni della storia dell’arte, mostrando come un medesimo dramma possa raggiungere esiti così diversi, nelle mani di un artista immerso nel tempo e nel divenire dell’ispirazione.

Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, si avvale dei testi del Comitato Scientifico e dei curatori e presenta importanti saggi e schede relativi alle tre Pietà di Michelangelo a partire dalla giovanile Pietà Vaticana, alla Pietà della maturità realizzata per il Duomo di Firenze e infine alla Pietà Rondanini, scolpita in tarda età e rimasta incompiuta.


Scheda informativa

LE TRE PIETÀ DI MICHELANGELO. TRE CALCHI STORICI PER LA SALA DELLE CARIATIDI
Milano, Palazzo Reale. Sala delle Cariatidi
22 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023
Mostra a cura di Giovanna Mori, Domenico Piraina, Claudio Salsi

Una mostra di Comune di Milano – Cultura Palazzo Reale

Catalogo Silvana Editoriale

Info mostra
INGRESSO GRATUITO
www.palazzorealemilano.it
Orari:
Lunedì chiuso
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 10.00 – 19.30
giovedì: 10.00 – 22.30

Ufficio stampa Mostra
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Via San Mattia, 16 – 35121 Padova
Simone Raddi, tel. 049.66.34.99; simone@studioesseci.net

Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna
elenamaria.conenna@comune.milano.it

Bologna, Casa Morandi: Presentazione della mostra L’“Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo

L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo

A cura di Lorenza Selleri e Silvia De Biasi

Settore Musei Civici Bologna | Casa Morandi
Via Fondazza 36, Bologna
25 novembre 2022 – 5 febbraio 2023
Conferenza e preview stampa: mercoledì 23 novembre 2022 h 12.00

Casa Morandi si consolida la programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con Giorgio Morandi. A tal proposito giovedì 24 novembre 2022 alle h 18.00 inaugura L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo, mostra fotografica che presenta una straordinaria serie di ritratti non posati dell’artista nel suo ambiente domestico, realizzati nel 1959 da Mario De Biasi, allora fotoreporter del celebre settimanale “Epoca”.

L’esposizione, curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi – figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno – che rimarrà visibile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese, viene presentata alla stampa mercoledì 23 novembre 2022 alle h 12.00.

Interverranno

Lorenzo Balbi, responsabile Area Arte Moderna e Contemporanea | Settore Musei Civici Bologna
Lorenza Selleri, Museo Morandi |  | Settore Musei Civici Bologna, co-curatrice della mostra
Silvia De Biasi, responsabile Archivio Mario De Biasi e co-curatrice della mostra.


Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Venezia, Spazio Thetis: GENKI Metaverse Art Exhibition – ULTIMI GIORNI

Fei Jun – E. Church, Forecasting: Interesting Worlds1

KICKING OFF A NEW ERA, THE FUTURE HAS ARRIVED!

KICKING OFF A NEW ERA

“The 1st Annual METAVERSE Art@Venice”

gEnki

A cura di Angelo Maggi e Fu Sen

fino a 23.11.2022

Spazio Thetis – Arsenale Nord, Venezia

Ultimi giorni per visitare GENKI, un innovativo progetto espositivo che mette in dialogo la filosofia orientale con il Metaverso e NFT art 

Ultimi giorni per visitare presso lo Spazio Thetis, all’Arsenale di Venezia, gEnki,parte del progetto espositivo “The first annual Metaverse Art @Venice” ideato da Victoria Lu, artista eccentrica e nota critica d’arte del mondo cinese. L’esposizione visitata ormai da oltre 40000 persone, si sviluppa attraverso un percorso di installazioni digitali, opere NFT legate alla blockchain, con performance su web. I progetti sono focalizzati su tematiche quanto mai attuali, dalla fluidità di genere ai cambiamenti climatici, dal conflitto tra tradizione e tecnologia alla sostenibilità, al dialogo tra impermanenza e immortalità digitale e non manca il fashion, con sfilate di moda attraverso la realtà aumentata.

Una delle finalità della mostra è quella di attrarre in particolare i giovani della Generazione Z, i cosiddetti “nativi digitali” e di indurli a riflettere sulla possibilità di convivere in uno spazio altro, virtuale, in armonia e condivisione, cioè il Metaverso, che può divenire il riferimento per realizzare esperimenti di cooperazione incrociata, potenziamento tecnologico, ma anche di apertura e tolleranza, prendendosi cura del futuro, proteggendo l’ambiente, aspirando a un coinvolgimento globale e stimolando interazioni intellettuali e l’immaginazione.

Genki è un concetto filosofico antico in Oriente, che rappresenta l’energia vitale che genera ogni cosa. Essere Genki significa dare il meglio di se stessi e creare un legame positivo con le persone. Lo studio del Genki si riferisce alla percezione umana della natura e del mondo e potrà quindi contribuire a far comprendere il legame tra realtà fisica e virtuale, proponendo un nuovo modello di condivisione in cui un’arte senza confini di nazionalità o genere possa dare speranza semplicemente attraverso la sua bellezza.

Gran parte degli artisti partecipanti, più di 200, sono giovanissimi con una notevole presenza femminile, ancora rara in Occidente in questa nuova frontiera dell’arte.

Impossibile citare ogni progetto della mostra; tra i più significativi ricordiamo quello congiunto tra professori e studenti del Beijing Institute of Fashion Technology: WEAK ENTITY VIRTUAL FASHION SERIES.

Attraverso la combinazione di arte e tecnologia, si esplora il mondo della moda con esperienze immersive di integrazione online e offline, dove i confini tra mondo digitale e fisico si fanno sempre più sfumati, mentre l’integrazione tra tecnologia e arte, sempre più profonda. Una delle opere rappresentative del progetto è PLANT PLANET, mirata a esplorare la relazione reciproca tra il corpo e le piante, enfatizzando un modello di moda del futuro che si rifà alle loro forme ed estetica.

THEIRS SERIES, invece, è il progetto degli artisti Harrison Enli Yu e Heather Wong, che esplorando il tema della fluidità di genere, hanno dato vita a “Theirs”, idolo virtuale dotato di intelligenza artificiale, nat* nel 2022, all’interno del Metaverso. Scomparendo dal corpo fisico, Theirs, che non è né lui né lei, ma loro, può raggiungere l’immortalità digitale.

Dell’artista Fei Jun, che ha rappresentato la Cina nell’edizione 2019 della Biennale Arte, citiamo il progetto EMOLOG, una serie di immagini generate dai dati emotivi quotidiani dell’artista, come un momento di inspiegabile malinconia, panico per il COVID-19 o delusione riguardo elezioni americane; questi dati sono stati raccolti utilizzando dispositivi di frequenza cardiaca. Questo registro non è soggettivo, né necessariamente oggettivo, sembra virtuale, ma è inestricabilmente intrecciato con ogni giorno reale.

L’allestimento espositivo si snoda tra i due edifici cinquecenteschi collegati dal parco-sculture di Spazio Thetis e culmina con l’originale installazione di un grande monitor di 4 metri per 3 posizionato all’interno di una piscina per esperimenti scientifici attualmente vuota e protetta da una rete. Lo schermo riproduce un video musicale BORN A DRUM QUEEN dell’artista A-DUO con scene di danza dei tamburi da cui emerge il processo che va dalla competizione iniziale alla successiva integrazione tra i danzatori tradizionali e i danzatori contemporanei, creando un dialogo tra cultura classica e modernità.

gEnki, officina lamierini

BIOGRAFIE

VICTORIA LU

VICTORIA LU nasce in una famiglia di intellettuali a Taiwan ed emigra negli Stati Uniti all’inizio degli anni ‘70. Si forma sia presso il Collegio di Cultura Cinese a Taipei e presso l’Accademia Reale di Belle Arti di Bruxelles, conseguendo successivamente la Laurea Triennale e Magistrale in Pittura presso l’Università statale della California. Inizia a scrivere come critica d’arte e l’attività curatoriale negli anni Settanta. Tornata a Taiwan, inizia ad aiutare il governo a elaborare delle politiche riguardo l’arte pubblica e la promozione dell’educazione artistica verso il grande pubblico. Victoria Lu è stata la prima donna critica d’arte e curatrice del mondo artistico contemporaneo cinese. Attualmente insegna al programma di Dottorato in “Creative Industry” presso l’Università Shih-Chien di Taipei e presso la Scuola di Cinema e Audiovisual di Barcellona. Collabora, inoltre, con diverse istituzioni culturali ed è Direttrice Creativa del Museo di Arte Contemporanea di Shanghai, dell’Art Center Bund 18 di Shanghai, del Museo di Arte contemporanea Moon River di Pechino e del Museo Today Art di Pechino. È direttrice del Programma di Ricerca Estetica URBart all’ Università Autonoma di Barcellona e all’EINA Istituto Universitario di Design e Arte di Barcellona e Presidentessa dell’ Hub Creativo Future Pass di Taipei, Shanghai, Hangzhou e Los Angeles. Ha curato l’evento collaterale alla 54esima Biennale di Venezia “Future Pass: From Asia to the World”.

ANGELO MAGGI

ANGELO MAGGI è professore associato di Storia della rappresentazione fotografica dell’architettura e Storia dell’architettura contemporanea presso l’Università IUAV di Venezia. Attualmente ricopre il ruolo di mandatario del Rettore Iuav per le Relazioni Internazionali. Orientato agli studi della fotografia d’architettura, nell’insegnamento svolto presso numerose università italiane ed estere e nei lavori recenti, egli ha approfondito temi relativi alla rappresentazione intesa come strumento di indagine storiografica. Maggi ha largamente pubblicato saggi e libri. E’ autore di studi scientifici sulle figure di John Soane, Robert Byron, Evelyn George Carey, Giorgio Casali, Italo Zannier, Luigi Ghirri, Helmut Gernshiem, Lucia Moholy e attualmente svolge un lavoro di riscoperta e rivalutazione del fotografo d’architettura e saggista George Everard Kidder-Smith con contributi editoriali e partecipazione a conferenze internazionali.

SEN FU

SEN FU è nato nel 1987 a Qingdao, in Cina. Ha conseguito la laurea triennale in New Media e un Master in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente è dottorando di ricerca presso l’Università Ca’Foscari di Venezia dove sta lavorando ad una tesi sulla Storia dei Padiglioni della Biennale Cinese.

Ha avuto le seguenti esperienze lavorative presso la Biennale di Venezia: Regia del documentario di “Future Pass” per Evento Collaterale 2011; Assistente curatore di “Cracked Culture” e “Eastern Border”, Evento Collaterale 2011; Assistente curatore “The voice of unseen” per Evento Collaterale 2013; Curatore della mostra “A light-year”, Evento Collaterale, nel 2015; Produttore di “Modus” per Evento Collaterale nel 2017. Curatore e produttore di “Chinese Medicine” presso la Ierimonti Gallery di New York nel 2018. Coordinatore dell’evento collaterale Biennale Architettura 2021 di Venezia dal titolo Hakka Earthen Houses on variation – Co-operative Living, Art and Migration Architecture in China a Forte Marghera.


gEnki

gEnki, progetto a cura del Prof. Angelo Maggi, Vicerettore dell’Università IUAV di Venezia e del curatore Fu Sen, presenta le ricerche sviluppate congiuntamente da professori, studenti e artisti di Università di diverse parti del mondo, ed è stato promosso dall’Università IUAV di Venezia e dalla Scuola di Dottorato di Storia delle Arti dell’Università Cà Foscari di Venezia.

Spazio Thetis

Spazio Thetis rappresenta la parte culturale e artistica di Thetis spa, società di ingegneria che sviluppa progetti e applicazioni tecnologiche per l’ambiente e il territorio e che vanta un’importante collezione permanente di arte contemporanea, L’attività artistica di Spazio Thetis si concentra su alcune tematiche: land art, arte ambientale, arte e scienza promuovendo e sostenendo l’arte contemporanea attraverso diverse iniziative presso la propria sede nell’antico Arsenale veneziano con il parco giardino costellato di opere d’arte. In tanti anni di attività ha collaborato con importanti istituzioni come musei, gallerie e fondazioni per la realizzazione di mostre temporanee, eventi collaterali Biennale e Padiglioni nazionali, ma anche in qualità di promotore e organizzatore esso stesso. 


INFO

1° Annual METAVERSE Art @ VENICE 
gEnki
a cura di Angelo Maggi e Fu Sen
Fino al 23.11.2022 

ORGANIZZAZIONE e COORDINAMENTO
Victoria Lu 
CURATORE TECNICO 
Rick Juang

SITO WEB 
www.annualmetaverseart.com

DOVE
Spazio Thetis – Officina Lamierini e Tesa 106
Arsenale Nord, Venezia
Vaporetto linea 4.1- 4.2 – 5.1- 5.2 Fermata: Bacini 

ORARI DI VISITA 
Tutti i giorni dalle 10 alle 18

UFFICIO STAMPA NAZIONALE e P.R.
Cristina Gatti – Venezia 
Tel 338 6950929 
Email: cristina.gatti@fg-comunicazione.it

Arezzo, Piazza della Badia: L’installazione “La violenza non è amore” di Anna Izzo arriva ad Arezzo

L’installazione “La violenza non è amore” di Anna Izzo

Inaugurazione 20 novembre 2022 ore 17.00

Piazza della Badia – Arezzo

Fino al 1 marzo 2023

Il giorno 20 novembre 2022 alle ore 17.00 verrà inaugurata in Piazza della Badia ad Arezzo, alla presenza delle autorità, l’installazione scultorea La violenza non è amore di Anna Izzo, opera che prosegue il suo viaggio dopo le prime presentazioni a Città della Pieve e a Fiumicino. Le opere di Anna Izzo, pittrice e scultrice poliedrica tarantina oggi attiva tra Siena e Roma, dalla straordinaria carriera internazionale, sono stati esposti in prestigiosi contesti e premi d’arte contemporanea a Venezia, Milano, Capri, Hollywood, Washington, Miami, New York, Budapest, Firenze e Montecarlo, con grandissimo apprezzamento da parte del pubblico, ma anche di artisti come Arman, Mimmo Rotella, Daniel Spoerri, e numerosi critici, tra i quali si annoverano Costanzo Costantini, Vito Apuleio, Milena Milani, Linda De Sanctis, Ludovico Pratesi e Vittorio Sgarbi. 

Da sempre Anna è attenta al tema della piena rappresentazione della sensibilità femminile e del conflitto tra un’emancipazione di genere ormai compiuta e gli antichi retaggi sessisti e patriarcali che soprattutto in famiglia sviluppano ancora una violenta avversione per l’indipendenza e l’autonomia delle donne, le quali, sempre più spesso per mano di chi dice di amarle sono invece oggetto di violenze inaudite, fino all’annientamento totale per il quale è stato coniato l’odioso lemma di «femminicidio». 

Anna, sin dal 1996, ha approfondito il tema dell’incomprensione del mondo femminile con una straordinaria mostra personale dal titolo Seduzione (Fondazione d’Arte Caporrella, Roma) in cui i contrasti materici, cromatici e spaziali delle sue opere esprimevano meravigliosamente il contrasto tra bellezza e potere, tra amore e possesso, prigionia e libertà. Per unire la propria voce a quella delle tantissime donne (e uomini) che oggi si ribellano alla violenza di genere in tutto il mondo e in ogni cultura, Anna ha scelto la scultura monumentale. Installazioni polimateriche di grandi dimensioni al centro di frequentate piazze cittadine che prorompono in modo forte nella vita delle persone. Il tema della prigione, già utilizzato anche in un’altra scultura monumentale La violenza è una gabbia (permanente e installata a Capri, 2020) che esprimeva vicinanza ai temi e alle rappresentazioni del Me Too –il movimento contro la violenza di genere simboleggiato dalle scarpe rosse– torna anche ne La violenza non è amore. In essa è racchiuso un cuore ‘vero’, simbolo della vita e dell’amore ma anche del sacrificio estremo, che interroga tutti su cosa davvero significhi ‘amare’.

Anna Izzo – Note biografiche

Anna Izzo, pittrice e scultrice, nasce a Taranto ma già adolescente si trasferisce a Sorrento dove il padre gallerista la introduce nel mondo dell’arte con una importante frequentazione di artisti della scuola napoletana. Le sue opere attraversano vari materiali, ferro, bronzo, resina, in una continua ricerca estetica innovativa. I suoi lavori hanno ricevuto consensi di importanti artisti: Arman, Daniel Spoerri, Mimmo Rotella, ecc. ed di illustri critici d’arte quali Costanzo Costantini, Vito Apuleio, Milena Milani, Linda De Sanctis, Ludovico Pratesi, Vittorio Sgarbi, Paolo Levi che hanno scritto e parlato di lei e dei suoi lavori con significativi apprezzamenti. Vive e lavora tra Roma e Siena ed espone in Italia e all’estero. Tra le ultime mostre: luglio 2016 Conference Center Hollywood USA; ottobre 2016 Jolly Madison New York; novembre 2016 Sofitel Conference Washington DC; dicembre 2016 Palazzo Francavilla Palermo ritiro premio Gran Maestro; gennaio 2017 Galleria La Vaccarella Roma; gennaio 2017 Palazzo Barion Taranto ritiro premio Taras per l’arte; febbraio 2017 Galleria San Vidal Venezia; luglio 2017 Teatro dal Verme Milano; ottobre 2017 Biennale Milano International Art Meeting; ottobre 2017 Biennale Venezia Spoleto Pavillon; novembre 2017 Biennale Mantova; dicembre 2017 Miami Meet Milano USA; gennaio 2018 Palazzo Ximenes Firenze; marzo 2018 Biennale delle Nazioni Venezia; giugno 2018 Auditorium Dell’acquario Genova ritiro premio Cristoforo Colombo; ottobre 2018 Roma Galleria Triphè La Seduzione; giugno 2019 Trofeo Maestri D’Italia ArtExpò Biennale internazionale Arte contemporanea Mantova; luglio 2019 premio Internazionale Michelangelo Firenze; settembre 2019 mostra Biancoscuro Art Contest Montecarlo; novembre 2019 personale di scultura La gabbia Museo d’Arte Sacra Castelmuzio; novembre 2019 Budapest ArtExpò Biennale D’Arte Italiana; marzo 2020 Capri Scultura monumentale dal titolo La Violenza è una Gabbia; febbraio 2021 esposizione sculture al Premio Vittorio Sgarbi a Ferrara; novembre 2021 Città della Pieve scultura monumentale dal titolo La violenza non è amore; maggio 2022 Fiumicino scultura monumentale dal titolo La violenza non è amore.


INFO

La violenza non è amore
Installazione di Anna Izzo

Con il patrocinio del Comune di Arezzo e della Fondazione Guido D’Arezzo

Inaugurazione 20 novembre 2022 ore 17.00
Piazza della Badia – Arezzo

Fino al 1 marzo 2023

Anna Izzo
annaizzoart@gmail.com
www.annaizzoartdesign.com

Ufficio stampa per l’artista
Roberta Melasecca_Interno 14 next/Melasecca PressOffice
roberta.melasecca@gmail.com
tel. 3494945612
www.interno14next.it
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Marino/Roma: “Oltre il Futurismo” Alberto Bragaglia il pittore filosofo

N15A autoritratto tempera su carta 31×43

L’associazione culturale Adrenalina Project presenta

ALBERTO BRAGAGLIA 
il pittore filosofo
“OLTRE IL FUTURISMO”

In mostra opere, disegni e cimeli mai esposti prima

Performance e proiezione di contributi video inediti

dal 19 novembre all’11 dicembre al MUSEO CIVICO 
U. Mastroianni di Marino (RM)

INGRESSO GRATUITO 
– Infotel: 347 2711857 – Vernissage sabato 19 novembre ore 19,00

curatori: Francesca Barbi Marinetti (nipote di Filippo Tommaso Marinetti) e Ferdinando Colloca

Anteprima esposizione: 
www.albertobragaglia.com/#

Alberto Bragaglia il pictor philosophus dell’avanguardia italiana, considerato il teorico più acuto del Futurismo. Nato nel 1896 da una dinastia di artisti, il fratello Anton Giulio regista e padre del fotodinamismo, la mamma era una nobile Visconti. Amico di Balla e Boccioni, coi fratelli fondò a Via Condotti la nota Casa d’arte Bragaglia nel cuore di Roma dove esposero i più grandi pittori dell’epoca.

Alberto Bragaglia indiscusso artista d’avanguardia del novecento, considerato il teorico più acuto del Futurismo, mente geniale dalla fantasia estetica ma anche “genio incompreso”. Autore delle opere letterarie Panplastica e diPolicromia Spaziale Astratta, elaborò con la pittura queste teorie scandendo un ritmo differente dalla “eterna velocità onnipresente” e dalla “violenza travolgente” del Futurismo di Marinetti. Da questa caratteristica nasce l’appellativo di pictor philosophus  che dà l’idea di una mente caratterizzata da una vasta cultura

L’obiettivo dell’associazione Adrenalina punta a far scoprire l’unicità di questo artista probabilmente poco considerato perché non completamente assorbito dal movimento Futurista. La rilevanza dell’evento di spessore internazionale, sarà unica, con la rappresentazione della sua vita mai ripercorsa in precedenza.

Il visitatore potrà approfondire la sua arte e il concetto/pensiero osservando da vicino i lavori, oli su tela, tecniche miste e acquerelli su carta provenienti da collezioni private tra cui alcuni inediti. Una quarantina di dipinti oltre a numerosi disegni e cimeli mai esposti prima sveleranno la sua complessa personalità. Frequentatore degli atelier di via Margutta e di villa Strohl Fern, a stretto contatto con Umberto Boccioni e Giacomo Balla, dipinse e scrisse d’arte nel corso di tutta la sua vita. Ha vissuto il Futurismo dal suo studio come intellettuale e artista, cedendo al lato innovativo mescolato ad un personale intimismo, pur mantenendo negli scritti e nelle opere spirito di avanguardia. Per anni Bragaglia dipinge, insegna, scrive articoli e prosegue la sua ricerca di estetica; diventa anche critico d’arte e approfondisce le relazioni fra arte e teatro, al ritmo, alla danza, che lo porteranno a disegnare e dipingere atleti, ballerine, ma anche paesaggi e alberi.

La sua produzione incomincia verso il 1915 e prosegue fino al 1985. Prese due lauree, in Giurisprudenza e in Lettere e Filosofia e per molti anni, dipinse, insegnò, scrisse articoli e proseguì la sua ricerca di estetica e come pictor philosophus, ma fu lontanissimo da tutti gli schematismi novecenteschi.

Oggi, grazie al nipote, il figlio di Leonardo Bragaglia, Marco Bragaglia Minghi, si apre un nuovo capitolo per la riscoperta del grande artista. La pittura era una faccenda della quale era geloso e la condivideva con pochi. Ed è per questo motivo che non è venuto alla ribalta insieme ad altri e la numerosa produzione artistica rimase per decenni confinata nel suo studio.

Una parte delle opere in mostra sarà trasformata in NFT e proiettata nel metaverso, incardinando in pieno il significato del titolo “Oltre ” il futurismo.

Patrocinio: Comune di Marino – con il contributo della Regione Lazio

La Casa d’arte Bragaglia nel cuore di Roma

Nel 1918, in via Condotti 21, fu fondata la Casa d’arte Bragaglia dai fratelli Anton Giulio e Carlo Ludovico, galleria d’arte indipendente. Ivi si esposero le opere di Giacomo Balla; Umberto Boccioni, Francesco Cangiullo, Giorgio De Chirico, Antonio Sant’Elia, Fortunato Depero, Mario Sironi, Lorenzo Viani, Julius Evola, Ottone Rosai, Massimo Campigli, Filippo De Pisis.


Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma
Valerio de Luca –  addetto stampa
Via Piave 74, 00198 Roma

Bologna: CASA MUSEO RENZO SAVINI presenta la conferenza “Animali e Animaliers nella scultura italiana” a cura di Alfonso Panzetta nell’ambito della mostra di Nathalie Lefort

Casa Museo Renzo Savini

presenta la conferenza a cura di

Alfonso Panzetta

“Animali e Animaliers nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento”

nell’ambito della mostra di sculture dell’artista parigina Nathalie Lefort

Sabato 19 novembre 2022 ore 18:30

Casa Museo Renzo Savini
Via Letizia 11, Bologna

Prosegue la programmazione degli eventi culturali di Casa Museo Renzo Savini con il primo appuntamento autunnale sabato 19 novembre 2022 alle ore 18:30 nell’ambito dell’apertura della mostra di sculture dell’artista francese Nathalie Lefort, si terrà la conferenza del Professor Alfonso Panzetta, storico dell’arte, coordinatore della Scuola di Restauro e referente per il Patrimonio Storico nel settore Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Nell’intervento “Animali e Animaliers” nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento Panzetta illustrerà e approfondirà le dieci pregevoli sculture in bronzo portate da Parigi mettendole a confronto con la scultura dall’epoca del neoclassicismo al Novecento. L’esposizione potrà essere visitata dal pubblico nelle giornate di giovedì 17 novembre dalle 15:00 alle 20:00, venerdì 18 novembre dalle 10:00 alle 16:00, sabato 19 novembre dalle 11:00 alle 17:00 domenica 20 novembre dalle 11:00 alle 17:00 e lunedì 21 novembre dalle 10:00 alle 18:00.

Una delle opere in mostra

NATHALIE LEFORT

Nathalie Lefort, nata a Roubaix nella Francia settentrionale, studia Arti Grafiche presso l’Institution Saint-Luc de Tournai in Belgio. In seguito ad una prima esperienza nel campo della pubblicità scopre, durante un periodo di permanenza in America, due tecniche che le permettono di esprimersi e condividere le proprie emozioni: la pittura ad olio e l’acquerello; ma è solo durante un suo soggiorno in India che inizia ad avvicinarsi all’intarsio e alla combinazione di diversi materiali, comincia infatti ad appassionarsi alla materia e ha inizio così il suo percorso scultoreo con materiali come l’argilla e il bronzo. La scultura diventa parte fondamentale della sua espressione artistica, ma non abbandona la pittura, sulla quale torna periodicamente in una dimensione però più astratta.

LA CASA MUSEO RENZO SAVINI

Commissionata nel 1964 all’architetto Raoul Biancani, la Casa Museo Renzo Savini si configura come uno degli esempi più interessanti dell’architettura contemporanea, sviluppato su tre livelli, con un costante gioco armonico tra materiali e vetrate. Al suo interno è presente una ricca selezione di opere assemblate, nel tempo, dal collezionista Renzo Savini, con una coerente e metodica volontà di creare un unicum tra opere ed elementi architettonici di varie epoche. Una preziosa miscellanea di lavori artistici, manufatti di alto artigianato e reperti naturalistici. Un luogo pieno di suggestioni, dove Savini ha vissuto con la famiglia fino alla sua scomparsa. Renzo Savini (19 settembre 1931 – 13 luglio 2018) è stato un umanista di formazione classica. Grande collezionista, anticipava i tempi per la sua sensibilità e con ingegno sapeva cercare e accostare oggetti, creando una commistione di materiali e contrasti tra epoche diverse.

All’interno della casa è presente una piccola Kunstkammer (letteralmente “camera dell’arte”), nella quale sono raccolti manufatti di provenienze molteplici e multiformi, reperti e curiosità di ogni genere: pezzi di Castiglioni, Gavina e Scarpa; statue dei presepi barocchi e pupi del Settecento; bassorilievi rinascimentali incastonati nel muro; manoscritti e libri antichi; disegni del Tiarini e tele del Signorini.

Nella palazzina, al piano sottostante, ha risieduto per anni Dante Bini, architetto di fama mondiale, noto anche per aver ideato per Michelangelo Antonioni e Monica Vitti La Cupola, l’avveniristica villa sulla Costa Paradiso in Sardegna.

La Casa Museo fa parte della pubblicazione/censimento Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna (a cura di Cristina Ambrosini e Claudia Collina, edito da Bologna University Press) del Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna ed è membro dell’Associazione Nazionale Case della Memoria.

L’idea di creare Casa Museo Renzo Savini è della figlia Benedetta Savini Marescotti, proprietaria e referente.


INFORMAZIONI UTILI

INAUGURAZIONE MOSTRA: di sculture dell’artista parigina Nathalie Lefort

CON CONFERENZA DI ALFONSO PANZETTA: “Animali e Animaliers” nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento

DATA CONFERENZA: Sabato 19 Novembre 2022 alle ore 18:30

DURATA E ORARI MOSTRA:
Giovedì 17 novembre dalle 15:00 alle 20:00
Venerdì 18 novembre dalle 10:00 alle 16:00
Sabato 19 novembre dalle 11:00 alle 17:00
Domenica 20 novembre dalle 11:00 alle 17:00 e
Lunedì 21 novembre dalle 10:00 alle 18:00

DOVE: Casa Museo Renzo Savini, via Letizia 11, Bologna
parcheggio Giardini Margherita

ORGANIZZATA DA: BENEDETTA SAVINI MARESCOTTI

SITO: www.casamuseorenzosavini.it/it/

LINK BIO ARTISTA:
LE PARCOURS ARTISTIQUE DE NATHALIE LEFORT

Ingresso su prenotazione fino a esaurimento posti. Per partecipare è necessario prenotare all’indirizzo mail savinicultura@gmail.com

Bologna: Museo Davia Bargellini e Museo di Palazzo Poggi: Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese

Ritratto in cera del Settecento per la mostra del Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna (Roberto Serra / Iguana)
Nicola Toselli (Bologna 1705-1792), Ritratto del conte senatore Paolo Patrizio Zambeccari (1670-1756), post 1756. Collezione privata

Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese
A cura di Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Bianchi, Irene Graziani

In collaborazione con Museo di Palazzo Poggi | Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

19 novembre 2022 – 12 marzo 2023
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Museo di Palazzo Poggi

Inaugurazione venerdì 18 novembre ore 17.30
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini

Strada Maggiore 44, Bologna

www.museibologna.it/arteantica
www.sma.unibo.it

La mostra Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese – allestita al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini dal 19 novembre 2022 al 12 marzo 2023 con la curatela di Massimo MedicaMark Gregory D’ApuzzoIlaria Bianchi e Irene Graziani – si configura come primo evento espositivo organicamente incentrato sulla ritrattistica in cera realizzata in ambito bolognese durante il Settecento, secolo che conobbe il maggiore rilancio dell’arte antica e intrigante della ceroplastica già praticata nelle epoche classiche e medievali.

Dopo due importanti progetti espositivi che in anni recenti, a Venezia nel 2012 e a Francoforte sul Meno nel 2014, hanno segnato la riscoperta di una produzione ingiustamente dimenticata offrendone nuove chiavi di lettura, la storia di queste effigi artificiose a grandezza naturale dalle possibilità illusionistiche ambiguamente più reali del reale appare ancora oggi in grande parte da scrivere.

Forma artistica scarsamente indagata dal circuito accademico per via dell’antico pregiudizio verso una materia metamorfica considerata priva di valore estetico e una tecnica in bilico tra arte e artigianato, proprio nel capoluogo emiliano, durante il XVIII secolo, la ritrattistica scultorea in cera ebbe un ruolo di primaria importanza godendo di fortuna e apprezzamento come rappresentazione congeniale ad una triplice funzione: la trattazione delle discipline scientifiche avviata nella rinomata scuola di anatomia umana dell’Università, la raffigurazione del potere e la devozione religiosa.

Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna in collaborazione con il Museo di Palazzo Poggi afferente al Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, l’esposizione intende far conoscere al pubblico e rivalutare in una giusta prospettiva l’indubbia qualità di quanto ancora sopravvive di una produzione che, secondo le fonti documentarie, fu assai ricca e vide impegnati abilissimi scultori. A ricondurre con piena dignità questo patrimonio nel clima della gloriosa civiltà figurativa del Settecento bolognese fu lo storico dell’arte Andrea Emiliani, alla cui memoria l’iniziativa è significativamente dedicata, autore nel 1960 di un fondamentale saggio, ora ripubblicato nel catalogo che accompagna la mostra, in cui vi riconobbe una “realizzata unità fra imitazione, anzi super-imitazione del vero, e fantasia ricreante” in grado di evocare “un’allusione sconcertante all’umano”.

A partire dal nucleo di opere conservato al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, il progetto espositivo traccia un ampio e dettagliato panorama dell’officina ceroplastica a Bologna riunendo per la prima volta 18 opere, di cui 16 figure in cera e 2 terrecotte,di notevole fattura presenti in raccolte museali ed edifici di culto cittadini, potendo inoltre godere del prestito straordinario di pezzi appartenenti a collezioni private e dunque raramente visibili.
Accanto al Ritratto del conte senatore Paolo Patrizio Zambeccari (1670-1756) di Nicola Toselli esposto unicamente nella Mostra del Settecento Bolognese curata da Guido Zucchini nel 1935 a Palazzo d’Accursio, sono 3 i manufatti inediti visibili per la prima volta: la testa di Cristo in cera policroma, attualmente conservata presso il Museo provinciale dei Cappuccini di Bologna e attribuita a ceroplasta emiliano, e i due busti di San Carlo Borromeo e San Filippo Neri riferibili a Luigi Dardani, provenienti dal coretto della chiesa di Santa Maria di Galliera.
Il rinnovato interesse che la ricognizione si propone di sollevare verso un capitolo della storia dell’arte poco conosciuto al pubblico costituisce dunque un importante momento di aggiornamento degli studi, anche grazie ai restauri conservativi operati in vista dell’evento espositivo, e di nuovi riposizionamenti attributivi in un ambito produttivo storicamente travagliato da incertezze interpretative.

Il percorso espositivo si estende, naturalĭter, nella seconda sede del Museo di Palazzo Poggi dove si trova la “Camera della Notomia” dell’Istituto delle Scienze con la serie di otto statue in cera – di cui due nudi raffiguranti Adamo ed Eva, quattro Spellati e due scheletri – progettate ed eseguite tra il 1742 e il 1751 dal pittore, scultore e architetto Ercole Lelli su commissione del Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, asceso al soglio pontificio nel 1740 con il nome di Benedetto XIV.
In una temperie di rinnovato fervore della vita culturale cittadina per impulso dell’ecclesiastico bolognese, la presenza di una fiorente scuola di studi anatomici favorì l’affermazione di Bologna come capitale della ceroplastica scientifica, con la formazione della prima vera scuola di modellatori in cera. Le prerogative di questa tecnica, tali da imitare la consistenza ed il colorito anche delle membrane più sottili e quasi invisibili, ne fecero, infatti, uno strumento assai efficace per scopi didattici.
L’impegno strettamente connesso al mondo della scienza medica del capostipite della scuola bolognese Ercole Lelli venne in seguito assunto dai celebri coniugi Giovanni Manzolini Anna Morandi, creatori di decine di preparazioni anatomiche in cera, anch’esse conservate nelle collezioni storiche dell’ateneo bolognese, che diedero un fondamentale contributo all’avanzamento delle conoscenze di anatomia e di fisiologia grazie alla rappresentazione di parti del corpo umano di raffinatezza e minuzia tecnica del tutto straordinari per l’epoca e ammirati in tutta Europa.

Non solo per l’uso empirista guidato dalle prime pulsioni illuministe la città felsinea fu luogo di elezione per la produzione plastica in cera, come già non aveva mancato di rilevare il grande storico dell’arte austriaco Julius von Schlosser nella sua pionieristica Storia del ritratto in cera pubblicata nel 1911, dove ne sottolinea il contesto di “fruttuoso campo di azione nella scultura popolare religiosa”.
Nella Bologna di Papa Benedetto XIV la ceroplastica si ritagliò infatti uno spazio di affermazione più ampio, ponendosi quasi a concorrenza con le altre arti tradizionali (la pittura, la scultura in terracotta), riuscendo a soddisfare le richieste di una committenza sedotta dall’alto potenziale di verosomiglianza garantito dalla modellazione in cera associata ad altri materiali.
Ben compresa dal mondo della scienza, la strabiliante capacità di riproduzione del reale, di assoluta efficacia a fini didattici, si sarebbe infatti rivelata ugualmente strategica nel genere iconografico del ritratto “fra il documentario e l’agiografico”, secondo la definizione di Stefano Tumidei. Costituite da più parti i cui componenti erano ottenuti tramite modelli e calchi, le figure in cera venivano montate su strutture portanti, forme in legno imbottite o addirittura veri scheletri. La cera, miscelata ai diversi colori, veniva colata in sottili strati, rifinita con la stecca e con velature dipinte, quindi verniciata. L’applicazione di capelli, occhi in vetro, accessori metallici e vestiti di stoffe preziose e l’animazione del volto assicuravano risultati di impressionante realismo. L’inserimento entro teche di vetro ne salvaguardava l’integrità, oltre a circoscriverne sapientemente l’ambientazione entro una sorta di scatola scenica.

Ad inaugurare pubblicamente questa tipologia compositiva è il busto raffigurante Anna Maria Calegari Zucchini(1643-1741), tessitrice di modeste origini e analfabeta che ebbe fama di donna devota e in odore di santità, commissionato allo scultore Angelo Gabriello Piò ma eseguito dall’allievo Filippo Scandellari, che ne rivendicò la paternità dichiarandosi il primo ad aver introdotto a Bologna l’uso di realizzare figure in cera colorata. In questa creazione l’autore riesce a infondere forma sensibile alla profonda dimensione di fede della donna, che ha sopportato con gioia sofferenze e privazioni, incarnando un nuovo modello di santità presentato alla cittadinanza.

Strumento efficace di edificazione, la ceroplastica non solo si prestava perfettamente alla divulgazione di nuovi modelli di venerabilità, ma spesso si poneva al servizio delle devozioni dal carattere maggiormente empatico. Si diffonde infatti anche una produzione di soggetti religiosi (Santa FamigliaEcce HomoMaria Addolorata, santi), e soprattutto di busti a grandezza naturale che raffigurano personaggi dalla condotta di vita esemplare di cui si vuole promuovere il culto, come nel caso del busto di Padre Ercole Maria Giuseppe Isolani di cui è artefice lo stesso Scandellari.
Perfettamente rispondenti ad un’esigenza di aderenza al “vero” e al “vivo”, le figure in cera conquistano anche la dimensione mondana come nel caso dei magnifici ritratti degli aristocratici Francesco e Paolo Patrizio Zambeccari, appartenenti a una delle famiglie più importanti a Bologna per attività collezionistica,modellati, rispettivamente, da Luigi Dardani e Niccolò Toselli. Ma nella rassegna non mancano i borghesi (il ritratto commemorativo dell’architetto Carlo Francesco Dotti attribuito ad Angelo Gabriello Piò) e i “villani” (purtroppo perduti IlFattore e La Fattoressa di Casa Ghisilieri).

Documentata dalle fonti, ma anche da alcune testimonianze superstiti, anche la “testa di carattere” “testa d’espressione” è una tipologia affrontata dalla ceroplastica. Se talvolta pare più evidente l’allusione a significati allegorici moraleggianti sottesi alla raffigurazione di semplici “villani”, altre volte la presentazione di giovani di estrazione sociale non agiata sembra priva di ulteriori intenzioni e motivata unicamente dalla volontà di riconoscere il valore morale di un’umanità umile per origini, ma capace di fondare la propria esistenza su valori semplici e onesti. Così sembrerebbero indicare i due fanciulli della Fondazione Cavallini Sgarbi, ancora in cerca della mano dell’autore, che si pongono tuttavia come un corrispettivo delle più brillanti proposte pittoriche avanzate dagli anni Sessanta del Settecento dai talentuosi Ubaldo e Gaetano Gandolfi.

Alcune cere non bolognesi del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini consentono di estendere lo sguardo sulla ceroplastica europea coeva all’epoca qui considerata.
Dalla Germania provengono il Filosofo morente e il Matematico di Caspar Bernhard Hardy modellatore molto ammirato dai contemporanei, tra cui Johann Wolfgang Goethe. Interessato agli studi di fisiognomica di Johann Caspar Làvater, Hardy raffigura spesso i tipi umani per coppie antitetiche con l’intento di alludere a diverse o opposte qualità morali. Dalla Francia proviene invece il medaglione con Profilo femminile, probabile ritratto della principessa di Lamballe o della regina Marie-Antoinette, eseguito da un ignoto settecentesco verosimilmente negli anni della Rivoluzione francese.

Come suggerisce il titolo, la mostra intende giocare sull’antitesi tra verità e illusione, cioè sull’apparente contrasto fra gli effetti di conturbante iperrealtà da un lato, e l’inganno dei sensi dall’altro, che il virtuosismo mimetico dell’arte della ceroplastica era in grado di procurare allo spettatore come commistione tra immagine e vita. E lo è tuttora, come immutato è il rapporto dell’uomo con la morte e con il divino.

Il progetto espositivo si avvale di un comitato scientifico composto da Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Roberto Balzani, Ilaria Bianchi, Lucia Corrain, Irene Graziani e Antonella Mampieri.

Il catalogo, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Massimo Medica, viene pubblicato da Silvana Editoriale e contiene le prefazioni istituzionali di Osvaldo Panaro e Roberto Balzani; i saggi di Andrea Emiliani, Ilaria Bianchi, Lucia Corrain, Antonella Mampieri, Irene Graziani, Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Laura Speranza, Anna Maria Bertoli Bersotti; le schede critiche e la riproduzione a colori di tutte le opere esposte, comprensiva di una nuova campagna fotografica realizzata da Roberto Serra.

Gli organizzatori della mostra desiderano rivolgere un ringraziamento particolare a Butterfly Trasporti e Oasi Allestimento per il generoso supporto.

Per il prestito delle statue in cera di San Filippo Neri e di San Carlo Borromeo di Luigi Dardani, si ringrazia la Direzione Centrale degli Affari dei Culti e l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, in qualità di soggetto proprietario.

La mostra è a ingresso gratuito.
Con il titolo di ingresso al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini si accede a tariffa ridotta alla sede espositiva del Museo di Palazzo Poggi.

Durante il periodo di apertura sono previste visite guidate per il pubblico adulto, attività laboratoriali per bambini e conferenze. Per modalità di prenotazione e costi di partecipazione di ogni appuntamento si invita a consultare i siti web www.museibologna.it/arteantica e www.sma.unibo.it.


SCHEDA TECNICA

Mostra
Verità e illusioneFigure in cera del Settecento bolognese

A cura di
Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Bianchi, Irene Graziani

Comitato scientifico
Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Roberto Balzani, Ilaria Bianchi, Lucia Corrain, Irene Graziani, Antonella Mampieri

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

In collaborazione con
Museo di Palazzo Poggi | Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Periodo
19 novembre 2022 – 12 marzo 2023

Inaugurazione
Venerdì 18 novembre 2022 ore 17.30
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini

Sedi
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44, Bologna
Museo di Palazzo Poggi | Via Zamboni 33, Bologna

Orari di apertura
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Martedì, mercoledì, giovedì ore 10-15
Venerdì ore 14-18
Sabato, domenica, festivi ore 10-18.30
Chiuso lunedì non festivi, Natale

Museo di Palazzo Poggi
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 10-16
Sabato, domenica, festivi ore 10-18
Chiuso lunedì non festivi, 24 e 25 dicembre, 1 gennaio

Ingresso
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | gratuito
Museo di Palazzo Poggi | intero €  5 | ridotto €  3 (con il titolo di ingresso al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini si accede a tariffa ridotta alla sede espositiva di Palazzo Poggi)

Catalogo
Silvana Editoriale, Milano

Informazioni
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
Facebook: Musei Civici d’Arte Antica
Instagram: @museiarteanticabologna
TiKTok: @museiarteanticabologna
Twitter: @MuseiCiviciBolo

Museo di Palazzo Poggi
Via Zamboni 33 | 40126 Bologna
Tel.+39 051 2099610
sma.museizamboni33@unibo.it
sma.unibo.it/museopoggi
Facebook: Museo di Palazzo Poggi – SMA Unibo
Instagram: @museiunibo
YouTube: Sistema Museale di Ateneo – Università di Bologna

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Instagram: @bolognamusei

Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it