Rancate, Mendrisio (Svizzera): Alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst la mostra “Domenico Fontana e i suoi cantieri”

Giovanni Guerra, Innalzamento e abbassamento dell’obelisco con lo stemma di Sisto V, 1586, penna, pennello, inchiostro su tratti a pietra nera (Parigi, Beaux-Arts de Paris)

LE “INVENZIONI DI TANTE OPERE”
Domenico Fontana (1543-1607) e i suoi cantieri

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst

Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera

27 novembre 2022 – 19 febbraio 2023 

A cura di: Nicola Navone, Letizia Tedeschi, Patrizia Tosini

Domenico Fontana, ticinese di origine ma lungamente attivo a Roma e a Napoli, viene solitamente abbinato al ricordo di quell'”acqua alle corde” che, leggenda vuole, abbia consentito all’architetto di innanzare l’obelisco di Piazza San Pietro. Un episodio di colore per dar conto dell’ammirazione vissuta dai contemporanei nell’assistere a questo evento, partecipe nei decenni conclusivi del Cinquecento del grandioso riordino di Roma voluto da papa Sisto V (1585-1590), per farne una città moderna degna della funzione di cuore del Cattolicesimo.

Egli è, ora, protagonista di una originale mostra promossa dalla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio, Cantone Ticino, Svizzera) e dall’Archivio del Moderno dell’Università della Svizzera italiana, in partenariato con i Musei Vaticani, e con il patrocinio della Biblioteca Apostolica Vaticana e della Fondazione della Guardia Svizzera Pontificia del Vaticano, che si svolgerà dal 27 novembre 2022 al 19 febbraio 2023. L’esposizione presenta la carriera e le opere dell’architetto Domenico Fontana mettendone in luce il dialogo con i numerosi artisti che collaborano alla realizzazione dei grandi cantieri da lui progettati e diretti, tra Roma, Napoli, Amalfi e Salerno.


Domenico Fontana, le «invenzioni di tante opere».
Una storia di storie

Dal catalogo: introduzione di Letizia Tedeschi


Ufficio stampa

per la Svizzera:
Pinacoteca Züst
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
www.ti.ch/zuest

per l’Italia:

Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Padova, Italia
Tel. +39 049.663.499 (Simone Raddi)
simone@studioesseci.net 
www.studioesseci.net  

COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST

Rancate (Mendrisio) si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. La Pinacoteca si trova di fronte alla chiesa parrocchiale. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti, o con l’autobus (linea 524, Mendrisio-Serpiano).

Roma, S. Maria del Carmine: Per “Oltre il tempo” di Guillaume Rossignol i concerti “Bach to the future” di Giordano Antonelli

Opere di Guillaume Rossignol esposte nella mostra “Oltre il tempo” 

Oltre il tempo
Guillaume Rossignol

Fino al 4 dicembre 2022

Bach to the future – Concerti Sei Suite Bach
Giordano Antonelli – Violoncello

27 novembre / 4 dicembre
Centro Santa Maria del Carmine

Via del Carmine 4 – Roma

Fino al 4 dicembre 2022, presso le Sale del Centro Santa Maria del Carmine a Roma, è possibile visitare la mostra Oltre il tempo di Guillaume Rossignol, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Roma Capitale, del Municipio I Roma Centro, dell’Institut Français e in collaborazione con il Movimento dei Focolari. 

In mostra una serie di opere pittoriche -paesaggi e figure- che indagano il modo di percepire il tempo: la stessa realizzazione delle opere, alcune delle quali ha richiesto oltre venti anni di lavoro, è proprio una riflessione sul rapporto tra l’artista e la dimensione temporale odierna, accelerata, tanto da privare la creazione artistica di un elemento fondamentale, il tempo. Le scene ritratte da Rossignol, temporali ed ipnotiche, invitano l’osservatore a cercare una risposta introspettiva e a intuire che vi è molto altro oltre il tempo

Il percorso della mostra include anche una serie di tre concerti, il primo svoltosi il 5 novembre e gli altri in programma per il 27 novembre e il 4 dicembre. Infatti, la mostra Oltre il tempo si muove nel tempo delle Sei Suites per Violoncello solo di Johann Sebastian Bach, interpretate dal violoncellista Giordano Antonelli, nel progetto Bach to the Future: una simbologia remota percorre i sei capolavori, suddivisi in tre “stazioni-concerti”, un viaggio nel mistero dell’Ars Perennis di Bach. 

Bach to the Future
Giordano Antonelli, Violoncello

J.S.Bach 
Sei Suites a Violoncello solo senza Basso 
Suite 1 BWV1007: Hortus Paradisius 
Suite 2 BWV1008: Expulsio
Suite 3 BWV1009: Verbum caro factum est 
Suite 4 BWV 1010: Passio
Suite 5 BWV 1011: Mors
Suite 6 BWV 1012: Resurrectio 

Guillaume Rossignol – Note biografiche

Guillaume Rossignol nasce a Parigi nel 1971. Inizia a dipingere all’età di 17 anni, quando rimane colpito dalla potenza espressiva di un autoritratto di Van Gogh. Frequenta i Cours du soir presso la Ville de Paris, dove studia disegno con il pittore Remi Aron. È in questo periodo che inizia a dipingere paesaggi, ispirato dalla campagna circostante la capitale francese. Il suo lavoro, inizialmente segnato nel profondo dall’Impressionismo, viene in seguito influenzato dalle opere di Matisse, Picasso e dalle avanguardie del Novecento. Durante un viaggio a Firenze, gli affreschi di Masaccio rappresentano per lui una nuova rivelazione. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studierà per due anni, per approfondire le opere del primo Rinascimento italiano. In Toscana frequenta anche il mondo del restauro, che gli permette di comprendere meglio le possibilità e i limiti delle diverse tecniche pittoriche. Di ritorno in Francia svolge il suo servizio militare come obiettore di coscienza nelle comunità Emmaus fondate dall’Abbé Pierre. Trascorre un anno a Budapest, dove studia l’Anatomia artistica con il maestro Kiss Tibor presso l’Accademia di belle Arti. Successivamente frequenta i corsi di morfologia di Jean-François Debord all’École des beaux-arts di Parigi. In Francia inizia una serie di quadri a cui lavorerà per oltre vent’anni. Nel 2005 si trasferisce in Sabina, dove attualmente vive con la sua famiglia. I suoi lavori sono presenti in Europa e negli Stati Uniti.

Giordano Antonelli – Note biografiche

Giordano Antonelli ha compiuto studi di prassi esecutiva della Musica Antica e Violoncello Barocco presso la Schola Cantorum Basiliensis di Basilea, nella classe del M° Christophe Coin. Dal 1998 al 2003 e’ stato 1° Violoncello Solista dell’Orchestra Sinfonica di Granada (OCG, Spagna), realizzando registrazioni discografiche con Harmonia Mundi France, e tournèe concertistiche in Spagna, Francia, Germania, Belgio, Austria, USA.Giordano Antonelli ha ricoperto il ruolo di 1°Violoncello Solista e continuista  presso l’Orchestra del Theatre Royale La Monnaie –Bruxelles, Orquesta Ciudad de Granada,  Orchestra Barocca di Sevilla, I Fiati di Parma, la Kammer Orchester Basel,  Neues Orchester Basel, Orchestra Barocca di Granada, Prague Mozart Orchestra, Gustav Mahler Jugend Orchester (tutti); suonando come 1° violoncello al fianco di direttori come C.Hogwood, G.van Waas, G.Antonini, B.Sargent, F.Brueggen, F.Biondi, K.Ono, P.Herreweghe, C.Abbado. Attivo soprattutto nell’interpretazione e lo studio filologico del repertorio Barocco e Classico (1650-1750). Il primo Violoncello Solista dei Berliner Philharmoniker, L.Quandt ha scritto di lui: “... he is one of the rare musicians, who are able to create links between active musicians and music scientists as well as to build up and to leed ensembles who perform ‘directly from the archieves’.” Suona frequentemente con un Violoncello Piccolo a 5 corde, largamente utilizzato nel XVIII° secolo, per il quale ha realizzato un approfondito studio filologico e di repertorio (Paolo Castello, Genova, 1793); con il Violoncello Piccolo a 5 corde realizza inoltre la direzione dell’Ensemble Musica Antiqua Latina.


Oltre il tempo – Guillaume Rossignol
Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Roma Capitale, del Municipio Roma I Centro e dell’Institut Français
In collaborazione con il Movimento dei Focolari
Fino al 4 dicembre 2022
Orari
: dal lunedì al venerdì 10-17; sabato e domenica 15-19

Bach to the Future
Domenica 27 novembre ore 17.30
Domenica 4 dicembre ore 17.30

Centro Santa Maria del Carmine

Via del Carmine 4 – Roma

Per informazioni
Guillaume Rossignol 
www.guillamerossignol.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next

roberta.melasecca@gmail.com  
www.melaseccapressoffice.it

Bologna, Museo del Patrimonio Industriale: Mostra Antologia della moto bolognese, 1920-1970

Settore Musei Civici Bologna | Museo del Patrimonio Industriale
Antologia della moto bolognese, 1920-1970
26 novembre 2022 – 28 maggio 2023
Mostra realizzata con il contributo di Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale

Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna -istituzione culturale votata allo studio, alla documentazione e alla divulgazione della storia economico-industriale della città e del suo territorio, attraverso la ricostruzione delle vicende succedutesi dall’affermarsi dell’industria serica nel Medioevo fino all’odierno distretto meccanico della motoristica e dell’automazione – aggiunge un nuovo momento espositivo al filone Moto bolognesi,cheha costituito uno dei principali interessi della sua attività di ricerca: sabato 26 novembre 2022 (a partire dalle ore 13) sarà aperta al pubblico la mostra Antologia della moto bolognese, 1920-1970.
Il nuovo focus tematico, realizzato il contributo dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale,si inserisce nel percorso espositivo del museo e rimarrà visibile fino al 28 maggio 2023.

Antologia della moto bolognese, 1920-1970 porta a compimento un ampio e importante lavoro di indagine condotto negli anni dal museo, con momenti di restituzione pubblica quali le recenti esposizioni Moto bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l’automobile (2021/2022) e Moto bolognesi C.M. Trent’anni memorabili 1929-1959 (2018).
A partire dalle collezioni permanenti del museo, in cui sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di alcune aziende locali che ebbero un ruolo di primo piano nel settore motoristico, il progetto è nato con l’obiettivo di realizzare una puntuale e completa ricognizione dell’industria motociclistica in area bolognese – terra di motori per eccellenza – dalla nascita negli anni Venti del Novecento fino agli anni Sessanta, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale.
L’impegno nell’indagine condotta su fonti composite – documenti, memoria orale, immagini fotografiche e filmate, giornali e riviste specializzate del tempo – ha consentito la ricostruzione di un centinaio di biografie di aziende, la schedatura tecnica di modelli e pezzi analizzati e la formazione di un ricchissimo archivio fotografico realizzato grazie all’aiuto del mondo del collezionismo.

La mostra ripercorre cinquant’anni di produzione motociclistica bolognese che si è distinta, fin dagli esordi, per l’inventiva e le capacità di numerosi tecnici che si sono cimentati, con diversa fortuna, nella realizzazione di veicoli sempre molto curati, non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche estetico, imponendosi inoltre ai più alti livelli, con le versioni da competizione, in ambito nazionale ed estero.
Attraversando stagioni diverse e spesso difficoltose – la fase pionieristica, le ristrettezze e le distruzioni del periodo bellico, la ripresa ed il miracolo economico – le piccole e medie case costruttrici della città e del territorio circostante hanno sempre esposto nelle “vetrine” delle fiere del settore, e quindi offerto sul mercato, una gamma di motocicli unica per quantità, varietà e bellezza.
Solo pochi marchi sono riusciti a tradurre l’apprezzamento della critica e dei singoli appassionati in un vero e proprio successo commerciale, tuttavia l’industria bolognese delle due ruote, anche con l’apporto del settore della componentistica, ha lasciato un segno indelebile nella storia del motociclismo italiano.

Il percorso espositivo diAntologia della moto bolognese, 1920-1970 presenta 32 motociclette realizzate dai più importanti marchi del cinquantennio ed è arricchito da una serie di materiali multimediali: sette contributi filmati provenienti dall’Istituto Luce,l’intera serie delle moto esposte nelle precedenti esposizioni e il filmato, prodotto dal museo, Italiani in motocicletta, basato sui cinegiornali dell’Istituto Luce (1930-1940).

La storia del motociclismo bolognese prende avvio nel 1899 quando il Touring Club Italiano organizza una gara in circuito e i numerosi spettatori accorsi possono ammirare, con stupore, un nuovo veicolo: il motociclo. Nel 1904 è la ditta Grazia e Fiorini a cimentarsi, per prima in città, nella realizzazione di due motocicli in versione Corsa e Turismo.
Sarà la guerra ad accelerare un progresso tecnologico che avrà ricadute anche in ambito motoristico. Le ditte G.D e M.M., nate nel 1923 e 1924, si distinguono subito per qualità e affidabilità. Sono le gare a determinare, per tutti i costruttori, l’andamento positivo della produzione. I nuovi modelli vengono allestiti in versione da competizione ed una vittoria, o una buona prestazione,  nel “Raid Nord-Sud” (Milano-Napoli) o nel “Giro Motociclistico d’Italia”, hanno un’immediata ricaduta sulle vendite.

Negli anni Trenta le ristrettezze imposte dalle scelte autarchiche del regime fascista mettono a dura prova il mondo delle due ruote. A Bologna, solo la M.M. conserva un ruolo preminente, sia dal punto di vista commerciale che sportivo, aggiudicandosi un gran numero di gare e di record di velocità in ambito nazionale ed estero.
Con la dichiarazione di guerra, nel 1940, iniziano gli anni bui: la produzione di moto di fatto cessa, consentendo solo quella di un esiguo numero di motocarri. Infine i bombardamenti aerei portano alla distruzione di molte officine.

Terminata la guerra nel 1945, i motocicli tornano a circolare in ordine sparso ed in numero esiguo, essendo l’uso limitato alle necessità di lavoro e dalla scarsità di benzina. La produzione si incentra perciò su economici micromotori da applicare alle biciclette o a telai appositamente predisposti. In questo settore si afferma la Ducati realizzando il Cucciolo, uno dei micromotori che più contribuisce all’affermazione della “motorizzazione popolare” in Italia.
A livello sportivo Moto Morini e F.B primeggiano in Italia e all’estero. Morini vince il Campionato Italiano 125 nel 1948 e 1949, mentre F.B Mondial, milanese ma interamente progettata e costruita a Bologna, si aggiudica il Campionato del Mondo nel 1949, 1950 e 1951.

Negli anni Cinquanta lo scenario motociclistico bolognese è estremamente vivace, con ben 55 marche di motocicli finiti, perlopiù di piccole e medie cilindrate. Solo alcune si avviano ad avere un assetto ed una organizzazione produttiva moderni, con stabilimenti efficienti e un’adeguata dotazione di macchine: in città Ducati e Moto Morini, a Porretta Terme la DEMM; inoltre le lombarde/bolognesi F.B Mondial e MI-VAL. Marche storiche e prestigiose, come C.M e M.M., si avviano invece al declino.
In campo sportivo primeggiano Benelli, Guzzi, F.B Mondial, Moto Morini, MV, Parilla, aziende che possono permettersi gli elevati costi delle squadre corsa. La storia sportiva Ducati vede molte importanti affermazioni: il Motogiro del 1956, il Campionato Italiano 125 nel 1957 e l’epica impresa di Leopoldo Tartarini e Giorgio Monetti con il giro del mondo nel 1957-58.

Gli anni Sessanta sono difficili per il motociclismo nazionale perché si affaccia la prepotente concorrenza dell’automobile. Dai listini scompaiono i modelli 500 ed i grossi motocarri. Restano invece gli scooter e le piccole e medie cilindrate capaci di alte prestazioni. Arrivano le moto giapponesi, mono e pluricilindriche, potenti, veloci, con finiture di lusso. Il mercato cerca, quindi, di adeguarsi alle domande dei clienti: sono necessarie varianti ai modelli di base che a loro volta fanno crescere il numero dei componenti delle moto.
In area bolognese agisce un indotto capace di fabbricare qualsiasi parte meccanica, di pari passo con il progresso tecnico. Si evolvono e perfezionano i motori, il sistema desmodromico viene utilizzato non solo su quelli da competizione, ma anche da super-sport. Lo stesso vale per i componenti della ciclistica, dalle sospensioni ai freni.
La produzione diventa differenziata e polivalente, ai modelli base Turismo si aggiungono un gran numero di varianti, con aggiornamenti continui nel corso dell’anno. Si registra anche un crescente interesse dall’estero per i prodotti italiani, con un’attività di esportazione oltralpe ed oltre oceano. Ottengono redditizi contratti, tra le altre, le bolognesi Ducati, MI-VAL, F.B Mondial, Moto Morini.
Si registrano anche la presenza e l’affermazione di nuove case produttrici, come la Italemmezeta, poi Italjet, caratterizzata da una eclettica produzione, e di marchi già conosciuti che trovano una nuova importante dimensione produttiva e commerciale, come Cimatti, Malaguti, Malanca, Testi, apprezzati in particolare per le loro piccole cilindrate.
Alle loro spalle, la rassicurante presenza di case costruttrici di motori, come DEMM (attiva e affermata anche nella produzione di motocicli), Franco Morini e Minarelli in grado di produrre tutta la gamma da 48 a 175 cm, a 2 e 4 tempi, per tutti gli usi, turismo, sport, competizione, trasporto.

In mostra anche la M.M. 175 del 1933 che consegue il Record Mondiale di Velocità sul Chilometro lanciato effettuato nel tratto rettilineo tra l’8° e il 9° km della strada che collega Borgo Panigale a San Giovanni in Persiceto.

All’interno del percorso espositivo è inoltre consultabile, secondo vari percorsi di indagine, una banca dati multimediale cheracchiude schede tecniche, immagini, marchi e note informative dei 98 produttori di motociclette attivi sul territorio fino al 1960. Si tratta di un’esaustiva “enciclopedia” del motociclismo bolognese resa possibile dal contributo del mondo del collezionismo che ha conservato e messo a disposizione una ricca documentazione composita: fotografie d’epocapubblicitàriviste del settoremanualicataloghi e molto altro.

Museo del Patrimonio Industriale

Il Museo del Patrimonio Industriale – collocato nella suggestiva sede di una fornace da laterizi del XIX secolo – studia e racconta la storia economico produttiva di Bologna e del suo territorio dal tardo Medioevo ai giorni nostri.
Il percorso espositivo si apre con la ricostruzione dell’organizzazione produttiva dell’antica “Città dell’acqua e della seta” che ha visto Bologna – tra i secoli XV e XVIII – esportare filati e veli di seta in tutto il mondo occidentale. Questa supremazia produttiva entra in crisi alla fine del secolo XVIII quando la Rivoluzione Industriale costringe ad aggiornare saperi e organizzazione del lavoro.
La città è costretta a riprogettare il proprio futuro, puntando sulla formazione tecnica come elemento strategico di rinnovamento: nel corso del XIX secolo si afferma, così, l’Istituto Tecnico Aldini Valeriani. Da questa scelta, oltre che dall’esistenza di fattori economici, organizzativi, logistici e amministrativi favorevoli, scaturisce la ripresa produttiva della città nella seconda metà dell’Ottocento che porterà un secolo dopo all’affermazione dell’attuale distretto industriale.
Bologna si configura oggi come una vera e propria capitale dell’industria meccanica ed elettromeccanica. La ricchezza e la complessità del distretto viene ricostruita attraverso le sue principali articolazioni produttive: le macchine da pasta, la motoristica e l’automazione meccanica, settore, quest’ultimo, nel quale la città compete a livello mondiale.


Informazioni

Museo del Patrimonio Industriale
Via della Beverara 123 | 40131 Bologna
Tel. +39 051 6356611 | Fax +39 051 6346053
museopat@comune.bologna.it
www.museibologna.it/patrimonioindustriale 
Facebook: Museo del Patrimonio Industriale
Instagram: @museopat
YouTube: Museo del Patrimonio Industriale

Orari di apertura
giovedì, venerdì h 9.00 – 13.00
sabato, domenica, h 10.00 – 18.30

Biglietti
€ 5 intero | € 3 ridotto | € 2 ridotto speciale giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura

Informazioni per la stampa – Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 – e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 6496620 – e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it

La mostra è realizzata con il sostegno di

Alessandria: Un nuovo Museo per il complesso monumentale di Santa Croce

Da Papa Pio V ai giorni nostri: un nuovo museo per il Complesso Monumentale di Santa Croce nei pressi di Alessandria

Giornata di approfondimento dedicata al Complesso con il coinvolgimento del Vasari  che progettò la “machina vasariana”

Tecnologie digitali e Realtà Virtuale per incrementare la fruizione e l’accessibilità dei beni culturali – Il caso studio del museo di Santa Croce

Presentazione del volume “Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi. Legami d’Arte e d’Architettura a Santa Croce di Bosco Marengo

Venerdì 25 novembre 2022 dalle ore 9,00  presso  Palatium Vetus –  Alessandria

INGRESSO LIBERO

proseguono ad Alessandria le celebrazioni per i 450° anni della morte di Papa San Pio V con attività culturali snodate su tutto l’anno 2022 con l’intento di attualizzare la figura di Antonio Michele Ghislieri unico Papa piemontese con ricadute positive sul territorio, a livello turistico e culturale.

 Il prossimo evento sarà di approfondimento alla presenza di scienziati, studiosi, architetti e con visite guidate al nuovo Museo vasariano di Santa Croce di Bosco Marengo.

L’appuntamento avrà luogo venerdì 25 novembre presso Palatium Vetus di Alessandria.  A partire dalle ore 9,00  si illustrerà il nuovo allestimento del museo di Santa Croce con una nuova collezione permanente che ospiterà, oltre alle splendide opere del Vasari, innumerevoli opere restaurate e da molti anni non più esposte al pubblico. 

E’ un percorso turistico e artistico di interesse nazionale come proposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e promosso dal FAI.

La macchina di Vasari

Il visitatore potrà comprendere l’unitarietà delle diverse creazioni attraversando una proiezione immersiva accompagnata da un commento sonoro, prima di accedere alla visione delle opere originali. L’idea del nuovo allestimento museografico ha avuto avvio con il restauro della grande tavola della “machina” di Vasari. Tale restauro, finanziato dal Ministero dell’Interno, ha avviato il riallestimento del Complesso; la pala, infatti, costituisce il fulcro ideale di un percorso di visita che attraversa la storia dalla fondazione cinquecentesca del luogo.

Verrà presentato inoltre il volume di Beppe Merlano, Antonella Perin e Maria Carla Visconti, dal titolo “Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi. Legami d’Arte e d’Architettura a Santa Croce di Bosco Marengo (SAGEP editore), dedicato alla chiesa boschese. Nel libro si descrive come i restauri di Santa Croce in Bosco Marengo hanno evidenziato tutta la struttura pittorica e architettonica della chiesa sia riconducibile all’intelligenza di Giorgio Vasari, che l’ha anche corredata di una serie ineguagliabile di opere artistiche. Nel corso del tempo furono molte le maestranze incaricate di concepire l’imponente chiesa di Bosco Marengo, un unicum per magnificenza e per il ruolo che riveste nella Storia dell’Arte del Basso Piemonte. Nel volume si fornisce una lettura delle diverse stratificazione e si chiarisce quali siano stati gli interventi occorsi nella chiesa nel progredire del tempo. Il volume è dotato di una significativa sezione dedicata alle biografie delle maestranze che si sono alternate nei lavori di costruzione e restauro di Santa Croce.

Seguiranno gli interventi di Cinzia Oliva, una dei massimi esperti nel restauro di tessili antichi, impegnata nel restauro conservativo dei paramenti ecclesiastici e del Dott. Massimo Migliorini (Torino – responsabile del XR lab – Extended Reality Lab – Links Foundation (fondazione finanziata da Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino) per la digitalizzazione del museo e la ricostruzione del modello in “realtà immersiva” della grandiosa “macchina d’altare” di Giorgio Vasari. A seguire, grazie agli interventi di Padre Costantino Gilardi e della dott. Sara Badano, l’attenzione si concentrerà sull’archivio domenicano di Santa Croce, una preziosissima e unica miniera di documenti solo di recente inventariata e tutta da scoprire.

Progetto architettonico e allestimenti: Arch. Loredana Iacopino – Torino; Arch. Monica Fantone funzionario della Soprintendenza di Torino; curatrice insieme al dott. Mario Epifani del progetto scientifico riguardante il percorso espositivo del Museo di Santa Croce; Arch. Stefano Pezzato responsabile LL.PP. e Complesso monumentale di Santa Croce per il Comune di Bosco Marengo; Responsabile Unico del Procedimento relativamente ai lavori per il Museo di Santa Croce).

Grazie al comitato della Diocesi di Alessandria, la Provincia di Alessandria, il Comune di Alessandria e il Comune di Bosco Marengo, con il fondamentale sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

SINOSSI DEL VOLUME 
“Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi- Legami d’Arte e d’Architettura a Santa Croce di Bosco Marengo”,
edito da Sagep Editori.

I restauri di Santa Croce in Bosco Marengo, in provincia di Alessandria, hanno evidenziato come tutta la struttura pittorica e architettonica della chiesa sia riconducibile all’intelligenza progettuale del grande artista aretino, che l’ha anche corredata di una serie ineguagliabile di opere artistiche. Nel corso del tempo sono state molte le maestranze coinvolte nella realizzazione e nei successivi interventi di restauro dell’imponente chiesa di Bosco Marengo, un unicum per magnificenza e per il ruolo che riveste nella Storia dell’Arte e dell’Architettura del Basso Piemonte. Nel volume recentemente pubblicato si fornisce una lettura delle diverse stratificazioni e si chiarisce quali siano stati gli interventi occorsi nella chiesa con il progredire del tempo. La giornata di studi, che trae spunto dallo stesso, affronta e approfondisce vari temi: le fasi evolutive della Chiesa, l’importanza delle fonti documentarie, il Manierismo nell’arte e nell’architettura tra Toscana e Piemonte, gli interventi di restauro.


Melina Cavallaro 
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Bologna, Casa Morandi: Apre la Mostra L’“Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo

L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo
A cura di Lorenza Selleri e Silvia De Biasi

Settore Musei Civici Bologna | Casa Morandi
Via Fondazza 36, Bologna
25 novembre 2022 – 5 febbraio 2023
Opening 24 novembre 2022 h 18.00

Casa Morandi si consolida la programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con Giorgio Morandi. A tal proposito giovedì 24 novembre 2022 alle h 18.00 inaugura L'”Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo, mostra fotografica che presenta una straordinaria serie di ritratti non posati dell’artista nel suo ambiente domestico, realizzati nel 1959 da Mario De Biasi, allora fotoreporter di “Epoca”. L’esposizione, curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi – figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno – rimarrà visibile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese.

È l’aprile del 1959 quando Mario De Biasi, inviato da Enzo Biagi, giovane direttore della rivista “Epoca”, si reca in via Fondazza 36 per realizzare un reportage su Giorgio Morandi. Noto per il carattere schivo e la ritrosia verso qualunque forma di esposizione della sua persona, l’artista accetta tuttavia di essere fotografato tra le mura di casa, nel salotto in cui si accoglievano gli ospiti, rigorosamente in giacca e cravatta.
Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”.  Come scrive Lorenza Selleri nel testo che accompagna la mostra:
 
Sembra essere questa la scelta condivisa con De Biasi che in una serie continua di scatti riesce a ritrarre l’artista in atteggiamenti di apparente naturalezza e disinvoltura. Morandi tuttavia non riesce a guardare dritto l’obiettivo e De Biasi non sembra esserne infastidito, ma anzi riesce a trasformare l’evidente imbarazzo dell’artista in un suo punto di forza.  Se la postura in piedi non sembra soddisfare nessuno dei due (del resto non è facile atteggiare le mani in modo da allontanare rigidità e goffaggine), quella seduta al tavolo tondo ottocentesco, con le mani intente a sfogliare le pagine di alcuni libri o ad accendersi una sigaretta, è perfetta”.

Assistiamo così a situazioni di domestica routine, tra libri da sfogliare come fonte di piacevole erudizione, l’immancabile sigaretta tra le dita e il caffè servito dalla sorella Maria Teresa, che riesce a strappare un raro sorriso al sempre composto e austero Morandi. Interessante la selezione di volumi che il maestro scelse di sfogliare durante la visita di De Biasi: sul tavolo è possibile riconoscere l’opera più importante della storica dell’arte tedesca Grete Ring, A century of French painting 1400-1500, in cui Morandi si sofferma sulla celebre tavola con la Trinità e Storie di San Dionigi di Henri Bellechose, così come sui particolari del Trittico con la Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment. Inoltre, probabilmente per trovare un terreno comune con il fotografo che gli stava di fronte, è presente sul tavolo la monografia di Henri Cartier Bresson, Images à la Sauvette, dono che Michelangelo Antonioni inviò a Morandi pochi giorni prima.

Anche De Biasi non ebbe purtroppo, come nessun altro fotografo, la possibilità di ritrarre l’artista al lavoro nello studio, nell’atto sicuramente più identitario, quello del dipingere, né gli fu permesso di includere nei suoi scatti il cavalletto, i pennelli, la tavolozza, i colori e gli oggetti protagonisti della ricerca artistica di Giorgio Morandi. Le fotografie però ci regalano un vivido spaccato di un ambiente della casa di via Fondazza, della disposizione degli arredi, delle suppellettili e dei quadri così come posizionati e vissuti all’epoca.

Spiega ancora Lorenza Selleri, entrando nel dettaglio della fisionomia di Morandi “letta” dal fotoreporter e del contesto in cui fu fotografato:
 
De Biasi focalizzò la sua attenzione anche sulla fisionomia di Morandi, il volto allungato, «l’aureola di capelli bianchi da frate giottesco» (Angelo Del Boca, Morandi ‘quello delle bottiglie’ ha perdonato sette volte ai suoi allievi, in ‘Il Mattino dell’Italia Centrale’, Firenze, 23 ottobre 1953) il labbro inferiore fortemente pronunciato, gli occhiali rotondi dalla montatura in tartaruga scura sempre sul naso o tutt’al più sollevati sulla fronte (quasi a riecheggiare la celebre fotografia di Herbert List del 1953). Cosicché, scatto dopo scatto, diede vita ad una sequenza di primi piani intensi e fortemente espressivi di uno stato d’animo meditabondo e accigliato insieme. […] De Biasi riuscì a penetrare la roccaforte di quell’appartamento e a far conoscere attraverso i suoi scatti l’aspetto originale di quella stanza, che Morandi scelse come set fotografico, e che oggi non esiste più. Le sue immagini trasmettono appieno quel “senso di sobrio, misurato, decoroso agio borghese” di cui scriverà Arnaldo Beccaria nel 1963 (Arnaldo Beccaria, Il pittore che detesta il danaro, in ‘Tempo’, 26 ottobre 1963). Pochi mobili di foggia ottocentesca color noce scuro tirati a lucido incorniciano la figura di Morandi. […] La luce calda di un lampadario chandelier si sparge ovunque creando un’atmosfera particolarmente suggestiva grazie ai riflessi e ai giochi di luce creati dalle gocce in cristallo e De Biasi sembra esserne affascinato”.

Accanto alle diciannove fotografie scattate a Bologna in casa di Morandi, il pubblico potrà vedere in mostra altri cinque ritratti realizzati da De Biasi a Milano, in cui il maestro bolognese è presente grazie alle proprie opere: tre di questi mostrano Lamberto Vitali nel suo appartamento, circondato da ben quattordici dipinti di Morandi, e altri due hanno come soggetto Elio Vittorini, intento a leggere e scrivere nel suo studio, dove s’intravede una Natura morta di Morandi, priva di cornice, datata 1949.

In occasione di L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo viene resa disponibile un’agile pubblicazione in italiano e inglese che include un testo di Lorenza Selleri e una selezione di immagini delle opere esposte.
La mostra è corredata da documenti, numeri originali del settimanale “Epoca” (provenienti dall’archivio del museo e dalla Biblioteca dell’Istituto Storico Parri), libri provenienti dalla biblioteca personale dell’artista e da una video-intervista a Mario De Biasi realizzata da Laura Leonelli nel 2005 per il programma “Leonardo TV”.

Mario De Biasi 

L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo
Veduta della mostra a Casa Morandi
Foto Ornella De Carlo
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Casa Morandi

Mario De Biasi (Sois, Belluno, 1923 – Milano, 2013) inizia a fotografare nel 1945grazie al fortuito ritrovamento di materiale fotografico tra le macerie di Norimberga, dove era stato deportato al lavoro coatto come radiotecnico. Rientrato in Italia, presenta la sua prima mostra personale nel 1948 e nel 1953 diventa professionista entrando nella redazione di “Epoca”. Per lo storico settimanale della Mondadori lavora per più di trent’anni, realizzando centinaia di copertine e innumerevoli reportages in tutto il mondo per documentare non solo vari eventi di cronaca o le bellezze di luoghi e paesaggi ma anche calamità naturali e guerre. Le sue foto sulla rivolta d’Ungheria del 1956 gli fanno guadagnare fama internazionale e l’appellativo di “italiano pazzo“.   Dopo il pensionamento continua a fotografare per passione tutto quello che attira la sua insaziabile curiosità.
Le sue immagini sono state pubblicate in oltre cento libri e in molteplici riviste ed esposte in numerose mostre fotografiche e musei in Italia e all’estero. Nel 1994 la sua celebre foto “Gli italiani si voltano” è stata utilizzata come poster della mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968 al Guggenheim Museum di New York.                                  
Nel 1982 ha ricevuto il premio Saint Vincent di giornalismo e nel 2003 è stato insignito dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) del titolo di “Maestro della fotografia italiana”. Nel 2006 ha ricevuto l'”Ambrogino d’oro” dal sindaco di Milano e dopo la sua morte il suo nome è iscritto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano.  


Mostra in collaborazione con

SCHEDA TECNICA

Mostra:
L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo

A cura di:
Lorenza Selleri e Silvia De Biasi

In collaborazione con:
Archivio Mario De Biasi

Sede:
Casa Morandi
Via Fondazza 36, 40125 Bologna

Periodo di apertura:
25 novembre 2022 – 5 febbraio 2023
Opening: giovedì 24 novembre 2022 h 18.00

Orari di apertura:
sabato h 14.00 – 17.00; domenica h 10.00 – 13.00 / h 14.00 – 17.00
venerdì 25 novembre 2022 apertura straordinaria h 14.00 – 17.00

Ingresso:
gratuito
Prenotazione on line: https://www.midaticket.it/eventi/casa-morandi

Informazioni:
Casa Morandi
Tel. +39 051 6496611
casamorandi@comune.bologna.it
www.mambo-bologna.org/museomorandi/
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel

Settore Musei Civici Bologna:
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna:
email UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it  
Elisa Maria Cerra – tel. +39 051 6496653 – e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – tel. +39 051 6496620 – e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it
Con la collaborazione di Ornella De Carlo

A Matera la mostra “Trame di luce”. La personale di Ingrid Gozzano allestita negli Ipogei di Palazzo Viceconte

Trame di luce
le opere di Ingrid Gozzano a Palazzo Viceconte

Inaugurazione venerdì 25 novembre alle ore 18 negli Ipogei di Palazzo Viceconte in via San Potito n.7 a Matera

Colori potenti, intensi, vibranti, audaci, opere ai confini fra il figurativo e l’astratto dipinte fra il 2008 e il 2022 che raccontano il percorso artistico di Ingrid Gozzano.

Giunge a Matera, dopo l’esposizione a maggio alla Galleria della Biblioteca Angelica (MiBACT) a Roma, la mostra Trame di luce personale di Ingrid Gozzano.

Allestita negli ipogei di Palazzo Viceconte, in via San Potito n.7 a Matera, la mostra sarà inaugurata venerdì 25 novembre alle ore 18 alla presenza dell’artista. Interverranno: dott.ssa Margherita Arena per Palazzo Viceconte / Cultura, che cura l’organizzazione della personale, e l’architetto Angelo Bianco Chiaromonte, direttore artistico della Fondazione SoutHeritage.

La personale Trame di luce presenta oltre venti dipinti in cui, come scrive Costanza Barbieri curatrice della mostra a Roma, “la materia-colore si rivela dapprima come elemento figurativo, identificato con lane stese al sole ad asciugare, sassi sul bordo del mare, muri dipinti, panni stesi all’aria e alla luce, oggetti annotati con cura, osservati o fotografati nel corso di viaggi, di passeggiate, d’improvvise rivelazioni. Queste osservazioni si sono sedimentate nell’immaginazione, conservando la ricchezza cromatica, le profondità di tono e le sfumature, la qualità e la densità della materia, soffice o pesante, e si sono poi trasfigurate in forme autonome, dove il colore prende il sopravvento e si impone sull’originario modello. Una trasfigurazione che acquista anche valenza simbolica, perché l’astrazione crescente, nel corso degli anni, spinge a evocare nuovi contenuti, diversi da quelli originari. […] L’autrice fa emergere una materia pulsante e corposa, ritmica e inquieta, che va molto oltre lo spunto iniziale: è possibile cambiare registro, migrare dal figurativo all’informale e viceversa. […] Le matasse si trasformano, nell’ultima serie di opere, in grandi masse cromatiche tendenti al non figurativo, sprazzi di luce colorata, come Contrasti di colori e Incontri di colori (2022). Progressivamente le forme si sfaldano e il colore diventa protagonista in accordi imprevisti, in sfilacciamenti che sono tutt’uno con le pennellate e i tocchi di luce.” (estratto dal testo critico di Costanza Barbieri)

Ingrid Gozzano, discendente del poeta Guido Gozzano e figlia del neurologo Mario Gozzano, giunge alla pittura dopo una vita dedicata alla famiglia e al suo lavoro di psichiatra dell’età evolutiva.
“Nella mia famiglia la vena artistica scorre fluente – racconta Ingrid Gozzano – due dei miei fratelli, il pittore Franco e il fotografo Renato, hanno segnato per qualità e per innovazioni apportate i rispettivi campi in cui hanno operato. Giungere alla pittura è stato per me un percorso naturale, ho voluto raccontare e condividere attraverso la luce e i colori una parte del mio vissuto e la mostra a Palazzo Viceconte sarà un momento per condividere le mie opere con il pubblico di Matera”.

Organizzata e promossa da Palazzo Viceconte/Cultura e con il patrocinio artistico della Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea, la mostra Trame di luce – personale di Ingrid Gozzano sarà aperta al pubblico – con ingresso libero – fino al 6 gennaio 2023. Sarà possibile visitarla dal martedì al sabato, dalle 16:00 alle 19:30, giorni di chiusura la domenica e il lunedì e le giornate del 25 dicembre 2022 e 1 gennaio 2023.

Ingrid Gozzano – Note biografiche

Ingrid Gozzano, discendente del poeta Guido Gozzano e figlia del neurologo Mario Gozzano, è cresciuta in un ambiente ricco di stimoli artistici e scientifici. Il bello era ovunque e rappresentava per lei una condizione naturale in cui muoversi. Attirata da tante passioni diverse, sceglie di sposarsi giovanissima per riprendere gli studi un decennio più tardi. Laureatasi in Medicina – Psichiatra dell’età evolutiva, ha contemporaneamente approfondito i suoi studi sulla psicoanalisi che tuttora rappresentano la terra dalla quale si sente sostenuta nella folta trama di rapporti umani e artistici. Solo negli ultimi decenni Ingrid ha dato ascolto alle sue esperienze trasponendole nelle sue opere.


Informazioni:
Organizzata e promossa da Palazzo Viceconte / Cultura

Trame di luce – personale di Ingrid Gozzano

Inaugurazione venerdì 25 novembre 2022
Ore 18,00
Ipogei di Palazzo Viceconte
via San Potito n.7 – Matera

La mostra è allestita negli Ipogei di Palazzo Viceconte
Apertura al pubblico dal 25 novembre 2022 al 6 gennaio 2023.

Ingresso libero.
Giorni e Orari dal martedì al sabato, dalle 16:00 alle 19:30
Giorni di chiusura domenica e lunedì – 25 dicembre e 1° gennaio
Tel. +39 0835 330 699

La mostra è realizzata con il patrocinio artistico della Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea.

Web  https://palazzoviceconte.it/

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Hashtag  #tramedilucematera #ingridgozzano #gozzanoapalazzoviceconte 

Ufficio stampa
Sissi Ruggi
addetto stampa per la mostra Trame di luce

Per contatti e ulteriori informazioni
ufficiostampa@sissiruggi.com

Roma, Rosso20sette Arte Contemporanea: Shepard Fairey aka Obey – Power of Women – A cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro

Shepard Fairey aka Obey
Power of Women

A cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro

Opening
sabato 26 novembre 2022 
ore 18.00

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 24 dicembre 2022

Il giorno 26 novembre 2022  alle ore 18.00, Rosso20sette arte contemporanea presenta Shepard Fairey aka OBEY, considerato uno dei più noti e influenti street artist contemporanei, con la mostra Power of women, in cui saranno presentate al pubblico alcune delle sue più importanti icone femminili. La mostra sarà composta da 27 opere serigrafiche numerate e firmate dall’artista e un’opera unica su legno, in vendita, provenienti da una collezione privata, un percorso espositivo in cui saranno presenti opere storiche come la serie “We the people” creata a sostegno delle minoranze etniche americane, “Freedom to lead” dedicata alla premio nobel birmana Aung Suu Kyi, “Occupy Protester” realizzata nel 2012 a favore del movimento Occupy wall street, “Eye alert” opera del 2010 che rappresenta una forte critica al sistema sanitario americano, fino ad altre opere significative come “Mujer fatale” del 2007 dedicata alle donne del movimento zapatista in Messico, “Peace woman” del 2008, “Rise above rebel” del 2010, “Viva la revolution” del 2007 ed altre più recenti. La mostra durerà fino al 24 dicembre.

I lavori di Fairey sono conservati in molti importanti musei contemporanei: il Museum of Modern Art di New York, il Museum of Contemporary Art San Diego, il Los Angeles County Museum of Art, e il Victoria and Albert Museum in London.

Frank Shepard Fairey

Frank Shepard Fairey (Charleston, 15 febbraio 1970) è un artista statunitense. Figlio di un medico e di un agente immobiliare, Fairey cresce nella Carolina del Sud, compie studi artistici e nel 1988 si diploma presso l’Accademia d’arte. Nel 1989 idea e realizza l’iniziativa Andre the Giant Has a Posse; dissemina i muri della città con degli adesivi (stickers) che riproducono il volto del lottatore di lotta libera André the Giant; gli stessi sono stati poi replicati da altri artisti in altre città. Lo stesso Fairey ha poi spiegato che non vi era nessun significato particolare nella scelta del soggetto: il senso della campagna era quello di produrre un fenomeno mediatico e di far riflettere i cittadini sul proprio rapporto con l’ambiente urbano. Ma l’iniziativa che ha dato visibilità internazionale a Fairey è stato il manifesto Hopeche riproduce il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia, diventato l’icona della campagna elettorale che ha poi portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca. Il critico d’arte Peter Schjeldahl ha definito il poster “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”. Il manifesto apparve, sempre durante la campagna elettorale del 2008, con altre due scritte: “Change” e “Vote”. Il comitato elettorale di Obama non ufficializzò mai la collaborazione con Fairey, probabilmente perché i manifesti venivano affissi illegalmente, come nella tradizione della street-art, ma il presidente, una volta eletto, inviò una lettera all’artista, resa poi pubblica, in cui ringraziava Fairey per l’apporto creativo alla sua campagna. La lettera si chiuse con queste parole: “Ho il privilegio di essere parte della tua opera d’arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno“.


INFO

Shepard Fairey aka Obey
Power of Women
A cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro

Opening sabato 26 novembre ore 18.00

Rosso20sette Arte Contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 24 dicembre 2022

Orari: dal martedì alla domenica 11-19,30

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma
info@rosso27.com
tel.06 64761113
www.rosso27.com

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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Alessandria e province: EVENTI NAZIONALI. “Felice Giani 200″ – Anteprima da domani 24 novembre

Allestimento della mostra a San Sebastiano Curone dedicata a Felice Giani

Alessandria celebra i 200 anni del noto pittore neoclassico alessandrino Felice Giani.

Giovedì 24 novembre la presentazione degli eventi a lui dedicati che vanno da fine 2022 al 2024  presso la Biblioteca Civica e l’inaugurazione della prima mostra “Felice Giani 200” Anteprima esposta presso la sede dell’Archivio a San Sebastiano Curone (AL)

La Biblioteca Civica di Alessandria ospiterà da giovedì 24 novembre 2022, il primo lancio di presentazione dedicato a Felice Giani, pittore piemontese nato a S. Sebastiano Curone nel 1758, ritenuto uno dei massimi esponenti del neoclassicismo. Le sue opere sono presenti nei musei di tutto il mondo: al Louvre, agli Uffizi, all’Hermitage di San Pietroburgo, al Quirinale, a Palazzo di Spagna, precursore della figura dell’interior designer.

In concomitanza, l’Archivio ‘Pittor Giani’ intende celebrare l’anniversario dei duecento anni dalla morte del maestro (scomparso a Roma nel 1823) organizzando una serie di eventi che prenderanno avvio con la mostra “Felice Giani 200 Anteprima” che sarà inaugurata presso la sede dell’Archivio a San Sebastiano il 24 novembre 2022 e che proseguirà nel 2023 coinvolgendo la Città di Alessandria e province in rassegne di grande importanza per la conoscenza di Giani e delle sue opere e si concluderà nel 2024 con una mostra dedicata all’entourage del pittore ed una prestigiosa collaborazione con il Cooper Hewitt Design Museum di New York che conserva molte opere del maestro neoclassico.

Il progetto, a cura dell’ l’Archivio “Pittor Giani”, è supportato da: Regione Piemonte, Comune di San Sebastiano Curone AL, Comune e Provincia di Alessandria, Comune e Diocesi di Tortona, Comuni di Forlì, Faenza, Brisighella, Marradi, Fondazione CRAL e CRT.

Allestimento della mostra a San Sebastiano Curone
dedicata a Felice Giani

Biblioteca Civica “Francesca Calvo”,  giovedi 24  dalle ore 16:00 per scoprire Felice Giani, la sua storia d’artista e i prestigiosi lavori realizzati, fra tele, schizzi e pitture murarie che adornano alcuni dei più prestigiosi palazzi nobiliari italiani a partire dal Quirinale a Palazzo di Spagna avrà come protagonista Marcella Vitali, storica dell’arte dell’Archivio Pittor Giani di San Sebastiano Curone, curatrice degli eventi del programma triennale e grande conoscitrice dell’opera dell’artista.

La Vitali con la presentazione “Felice Giani e la nuova visione dell’antico in età moderna” delineerà il ruolo rilevante del pittore sansebastianese nella storia dell’arte italiana, attraverso la scoperta di una serie di prestigiose e pregevoli opere dell’artista.

All’appuntamento in Biblioteca interverranno inoltre Vincenzo Basiglio, segretario dell’APG, insieme Arch. Mariastella Daffunchio responsabile del progetto, che illustreranno le linee guida che hanno portato all’ideazione dell’ambiziosa serie di eventi e dettaglieranno le azioni espositive in programma per il 2022, 2023 e 2024 svelando alcuni dei capolavori in arrivo e le istituzioni culturali coinvolte nel progetto.

L’ingresso alla presentazione è libero e l’iniziativa si svolgerà secondo le normative vigenti. 

Per informazioni: biblioteca.civica@comune.alessandria.it


Note di presentazione del progetto FELICE GIANI

L’archivio del pittore neoclassico Felice Giani (1758-1823) da San Sebastiano Curone in provincia di Alessandria è un tesoro conosciuto, ma che presenta molti spunti di ricerca e di analisi che soltanto in parte si potranno affrontare nell’inteso programma di eventi, esposizioni di opere e conferenze a tema, avviato in questa fine d’anno 2022 e proseguirà sino al 2024.

L’anteprima del calendario per i 200 anni dalla morte si sviluppa in una mostra di opere sue e di altre personalità di primo piano del suo tempo con le quali collaborò ed ebbe intensi scambi culturali, collocata nella sede dell’Archivio Pittor Giani in San Sebastiano e visitabile sino al 31 dicembre, che avrà la conferenza di inaugurazione nella Biblioteca Civica di Alessandria giovedì 24 novembre a cura della prof.ssa Marcella Vitali.

Farà seguito, entro la fine del 2022 sempre in Alessandria la conferenza “Felice Giani, il Foto Bonaparte e la cultura napoleonica” con la partecipazione della dr.ssa Aurora Scotti, autrice di una pubblicazione per i tipi di Franco Maria Ricci sul Foro Bonaparte, d’epoca neoclassica realizzato dall’architetto Antolini con disegni di figura realizzati da Felice Giani.

Intenso il programma delle esposizioni e di rari documenti, che troveranno accoglienza in Alessandria, San Sebastiano Curone e Tortona:

EVENTI 2023

ALESSANDRIA – Marengo Museum, dal 2 giugno al 1° ottobre
“Giani, Antolini e Pistocchi celebrano Napoleone Bonaparte” opere inerenti i rapporti con Napoleone, le amicizie filofrancesi dalle prime avventure giacobine alla caduta dell’Impero

ALESSANDRIA – Palazzo Cuttica, dal 1° settembre al 3 dicembre
L’incisione neoclassica e alcune opere dedicate all’imperatore tratte da ” Le Musée Français” esposizione in contemporanea con la mostra a Palatium Vetus di alcune opere incisorie tratte dalla raccolta francese, nella sezione napoleonica

ALESSANDRIA – Palatium Vetus, dal 1° settembre al 3 dicembre
Felice Giani e il suo sogno “Preromantico”: la cultura di Napoleone – le residenze aristocratiche, eleganza e raffinatezza

TORTONA – Museo Diocesano, dal 1° settembre al 2 dicembre
“La religiosità di un Giacobino”

SAN SEBASTIANO CURONE dal 2 giugno al 1° ottobre
Oratorio della Trinità, “Il viaggio da Faenza a Marradi”
Archivio Pittor Giani, “Felice Giani e dintorni, opere da collezioni private
Archivio Piero Leddi, “Disegni di Felice Giani raccolti da Piero Leddi”

EVENTI 2024

SAN SEBASTIANO CURONE
Archivio Pittor Giani, Archivio Piero Leddi, dal 2 giugno al 15 settembre
Felice Giani e la cultura del suo tempo, le frequentazioni, l’ambiente di provincia
Archivio Pittor Giani, Archivio Piero Leddi, dal 2 giugno al 15 settembre 
disegni dal Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum di New York, Palazzi da sogno


Melina Cavallaro 
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Valerio De Luca resp. addetto stampa  
Via Piave 74 – 00198 Roma – www.freetrade.it  Skypecavallaro.melina

A Reggio Emilia il Festival Fotografia europea 2023 – “EUROPE MATTERS: visioni di un’identità inquieta”

FOTOGRAFIA EUROPEA 2023

“EUROPE MATTERS: VISIONI DI UN’IDENTITÀ INQUIETA”

XVIII edizione a Reggio Emilia

28 aprile – 11 giugno 2023

Aprono oggi le iscrizioni per le due call più attese del festival di Reggio Emilia: Open Call e Speciale 18/25

Il Festival Fotografia Europea è grandi mostre, è partecipazione cittadina, è incontri, relazioni, workshop ed è anche stimolo, occasione, opportunità di far conoscere il proprio progetto, di misurarsi con un tema ogni volta inedito, di confrontarsi con esperti, giornalisti, galleristi. Questa opportunità inizia domani, grazie all’apertura delle iscrizioni per partecipare alla Open Call internazionale del 2023. EUROPE MATTERS è il centro di tutti i progetti che dovranno pervenire all’indirizzo di Fotografia Europea e le sfaccettature della sua Identità Inquieta saranno i cerchi concentrici che i partecipanti proveranno a raccontare attraverso l’obiettivo. La complessità del cogliere la natura dell’Europea come comunità, le politiche di inclusione ed esclusione, la persistenza delle idee di storia e di cultura nel presente, le nozioni di appartenenza e solidarietà, così come quelle di fragilità e inquietudine, sono gli spunti da cui la diciottesima edizione vuole partire per stimolare riflessioni, creatività e nuove visioni.

Ai lavori più significativi sarà data la possibilità, se selezionati, di partecipare al circuito ufficiale di Fotografia Europea, a Reggio Emilia dal 28 aprile all’11 giugno e di ricevere un premio di € 3000 che servirà a coprire i costi di produzione, installazione, trasporti, vitto e alloggio per i giorni inaugurali. I vincitori potranno così lavorare in contatto con lo staff del Festival alla realizzazione dell’installazione finale. La partecipazione è aperta fino al 16 gennaio 2023 a tutti i fotografi, i curatori e collettivi europei di qualsiasi età e i progetti ricevuti saranno valutati da una giuria composta dal comitato artistico del Festival.

Confermato il supporto di Iren alla Open Call internazionale di Fotografia Europea che, già special sponsor del festival, sposa questo progetto particolare per ribadire l’impegno e dunque il sostegno alla ricerca di nuovi talenti e di nuovi sguardi sulla realtà contemporanea.

Promosso sempre dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia torna anche il progetto formativo Speciale diciottoventicinque, dedicato a ragazzə tra i 18 e i 25 anni (nati tra il primo gennaio 1998 e il 31 dicembre 2004) amanti della fotografia.

Ideato per chi ha voglia di imparare, condividere e confrontarsi con il mondo dell’arte e della fotografia, il format, giunto alla sua dodicesima edizione, costituisce un’opportunità unica per condividere pensieri, linguaggi, visioni, incontrare esperti e ideare insieme a loro un progetto collettivo che farà parte del circuito ufficiale di fotografia Europea 2023 – Europe matters.

Sarà Elena Mazzi, l’artista che quest’anno accompagnerà i giovani partecipanti verso un progetto collettivo e che in 10 incontri li porterà a riflettere su un argomento, osservarlo e studiarlo attraverso la macchina fotografica. Di origini reggiane, Elena ha già conquistato, con i suoi progetti, una posizione di spicco nel panorama artistico contemporaneo, rileggendo poeticamente il patrimonio culturale e naturale dei luoghi e intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali. E’ quello che proverà a fare con i ragazzi di questa edizione di Speciale 18/25. Il suo laboratorio prenderà le mosse dallo studio di un’area specifica del territorio reggiano (il Campovolo), per guidare, incontro dopo incontro, i giovani ad una loro personale lettura del luogo indicato, focalizzando l’attenzione sull’ identità dello spazio e sulle sue caratteristiche, sulle particolarità che certi spazi comportano a livello di stato-nazione, e sulle varie realtà e comunità che frequentano l’area. Il risultato sarà un lavoro condiviso, ibrido, a metà tra libro d’artista, manuale tecnico, atlante geopolitico, rivista, fanzine e diario, con contributi testuali e visivi. Per partecipare al progetto è necessario iscriversi inviando entro il 9 gennaio all’indirizzo didattica@palazzomagnani.it il modulo di iscrizione scaricabile da fotografiaeuropea.it insieme a un progetto personale sviluppato precedentemente.

C’è un’altra opportunità ancora aperta, lo ricordiamo, per gli amantə della fotografia, in questo caso per presentare un progetto editoriale: è FE+SK Book Award, il premio dedicato al libro fotografico ideato da Fotografia Europea insieme a Skinnerboox – casa editrice specializzata in fotografia contemporanea – a cui è ancora possibile partecipare inviando il proprio progetto fotografico fino al 16 gennaio 2023.

Tutti i dettagli sulle modalità di partecipazione e le tempistiche sono pubblicati su: ww.fotografiaeuropea.it


Per informazioni: Rosa Di Lecce / Ilaria Gentilini
didattica@palazzomagnani.it call@fotografiaeuropea.it
0522 444441 – 444408

Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it

Firenze, Museo degli Innocenti: GRANDE SUCCESSO della mostra “ESCHER” – Oltre 30mila visitatori in un mese

Allestimento – Giorgio Magini fotografo – Escher anteprime – 02
Allestimento – Giorgio Magini fotografo – Escher anteprime – 05

OLTRE 30.000
VISITATORI
NEL PRIMO MESE

Inaugurata lo scorso 20 ottobre, la mostra “ESCHER” al Museo degli Innocenti di Firenze sta scalando le classifiche delle mostre più visitate in Italia.

Sono oltre 30mila i visitatori che nel primo mese di apertura hanno sperimentato l’immaginifico universo escheriano coi suoi mondi impossibili, le sue geometrie e le influenze che ha avuto e continua ad avere sull’immaginario collettivo in tutti i campi delle arti applicate, dai cartoon alla musica fino alla moda.

Un record per il Museo degli Innocenti, e un dato molto interessante per le mostre d’arte realizzate a Firenze, i cui visitatori si compongono per il 60% da pubblico italiano e per il 40% da pubblico straniero.
Il dato è rilevante perché queste percentuali si rilevano solo nella città di Firenze. In tutte le altre città italiane, comprese Roma, Milano, Napoli, Torino e Venezia, la percentuale del pubblico italiano si attesta tra l’85 e il 90%.

Le provenienze sono da tutto il mondo, con percentuali interessanti che vanno dal 1.31% dell’America Latina al 3,29% della Spagna e del Portogallo, al 3,27% da Regno Unito e Irlanda fino al 3,47 dagli Stati Uniti.
Mancano, per ragioni legate al Covid e alla guerra, le provenienze asiatiche e russe.

Fino al 26 marzo 2023 al Museo degli Innocenti – che grazie alla collaborazione con Arthemisia è diventato un punto di riferimento del capoluogo toscano come sede di grandi mostre d’arte – la mostra antologica – con circa 200 opere e i lavori più rappresentativi che lo hanno reso celebre in tutto il mondo – racconta Escher attraverso le opere più iconiche della sua produzione quali Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata, che appartengono all’immaginario comune riferibile al grande artista.

Con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher FoundationMaurits In Your Event, ed è curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, partner Mercato CentraleBarberino Designer Outlet Unicoop Firenze, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner QN La Nazione, radio partner Radio Monte Carlo, educational partner Laba e media coverage by Sky Arte.
Il catalogo è edito da Maurits.


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