La prima risposta del Tolicizumab nel fermare l’infiammazione polmonare è ottimale.

Paolo Ascierto, direttore dell’unità di immunologia clinica del Pascale di Napoli

di Paolo Pantani

“Ora la sperimentazione si è allargata ad oltre 50 pazienti in tutta Italia e nel giro di una settimana avremo un’indicazione più ampia”. Così Paolo Ascierto, direttore dell’unità di immunologia clinica del Pascale, spiega la fase 2 dell’uso dell’anticorpo per fermare la polmonite provocata dal coronavirus. “Stiamo proseguendo – spiega – su due binari paralleli. La situazione di emergenza ci spinge a usare subito il farmaco e lo possiamo fare anche perché la Roche che lo produce lo ha messo a disposizione gratuitamente su richiesta dei medici. E tutti lo chiedono, perché se il paziente risponde vuol dire che chi è in terapia intensiva ne esce presto e se lo prendi prima non ci vai. Siamo in contatto con gli ospedali del Nord Italia che stanno avviandone l’uso su decine di pazienti. Nel giro di una settimana avremo l’effetto su circa 50 pazienti trattati: se anche la metà di essi avrà avuto forti miglioramenti possiamo essere soddisfatti, perché significa avere in prospettiva bisogno della metà dei posti di terapia intensiva che sarebbero serviti. Ci darebbe una enorme speranza”. La prima risposta positiva sul Tolicizumab è arrivata dalla Cina che ha riscontrato netti miglioramenti in 20 dei 21 pazienti intubati e trattati con il farmaco. Il farmaco non cura il coronavirus ma combatte la polmonite da esso causata, spesso letale. La prima sperimentazione napoletana ha visto la ripresa di uno dei due pazienti, mentre sull’altro il team al lavoro sta valutando se provare con un nuovo ciclo del farmaco. Oltre alla sperimentazione per l’urgenza, se ne sta avviando una, con tempi più lunghi, scientifica: “Servono – spiega Ascierto – dei dati che abbiano pieno rigore scientifico e quindi abbiamo organizzato una task force tra Azienda dei colli e Isituto Pascale, coordinata da Franco Perrone che ha prodotto una bozza di protocollo scientifico e lo ha mandato all’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco, ndr) che deciderà gli step successivi”. In attesa della sperimentazione scientifica, però, il Tolicizumab corre: “I colleghi cinesi – spiega il Prof. Paolo Ascierto – stanno continuando ad usarlo gli abbiamo spiegato come lo usiamo e lo stanno facendo. Poi faranno una sperimentazione anche loro ma lo hanno già inserito nelle linee guida mediche del Paese contro il Covid19”. 
A questo punto ci auguriamo tutti che il professore Paolo Antonio Ascierto raggiunga  gli obiettivi terapeutici per fermare l’infiammazione polmonare causata dalla pandemia globale in atto.

#Civicrazia
#DifensoreCivicoCampania
#PresidenteRegioneCampania
#Chiudereicallcentersubito

IMMAGINE DI APERTURA – Foto di leo2014 da Pixabay

Experiences cambia la sua programmazione

La realtà è sempre poliedrica. Sta a noi scegliere quale faccia guardare, senza dimenticare le altre.

Il ministero dei Beni culturali e del Turismo ha comunicato che in ottemperanza delle nuove misure per il contenimento dell’emergenza epidemiologica COVID-19, in tutta Italia rimarranno chiusi al pubblico, fino al 3 aprile 2020, musei, parchi archeologici, archivi, biblioteche, cinema e teatri. Pertanto, riteniamo utile dedicare le nostre pagine alla lettura e ai tour virtuali dei più importanti musei italiani. Per cominciare, visiteremo alcuni luoghi dell’esperienza culturale di Milano, quale omaggio all’arte e alla storia della Lombardia, la più colpita delle regioni italiane. In alternativa ci immergeremo nella grande letteratura internazionale, che le biblioteche online permettono di conoscere. NOI STIAMO IN CASA. E vi accogliamo sul web.

IMMAGINE DI APERTURA – Foto di Daniel Nebreda da Pixabay 

Carnevale a Mamoiada: la danza di Mamuthones e Issohadores

A Mamoiada, piccolo comune della Barbagia a 17 chilometri da Nuoro, giovedì e martedì grasso (20 e 25 febbraio) si svolge il celebre Carnevale, che riprende riti ancestrali. L’origine di questo rito è antichissima: «est anticoriu», dicono i Sardi, riferendosi alle tradizioni la cui memoria si perde nel tempo.

Il Carnevale di Mamoiada è “uno degli eventi più celebri del folclore sardo”. Le sue maschere sono:
– I Mamuthones: uomini col viso ricoperto da una maschera nera dai rozzi lineamenti, vestiti col pellicce scure e con campanacci appesi alla schiena. 
– Gli Issohadores: uomini vestiti in corpetto rosso, maschera bianca, Sa Berritta (copricapo), cartzas (o cartzones, pantaloni bianchi) e s’issalletto (piccolo scialle), che scortano i Mamuthones.

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IMMAGINE DI APERTURAFoto di Gianni Careddu del costume tradizionale dei Mamuthones.

La comunicazione nell’era delle fake news – Quarta iniziativa della Scuola della Democrazia

L’Università di Messina – Dipartimento Di Scienze Politiche e Giuridiche e la Fondazione Nuovo Mezzogiorno promuovono la quarta iniziativa della Scuola della Democrazia come previsto nel programma relativo all’Anno 2019 -2020. Tema dell’incontro: LA COMUNICAZIONE NELL’ERA DELLE FAKE NEWS. Relatore: prof. Francesco Pira docente di sociologia della università di Messina. Introducono i professori: Patrizia Torricelli e Mario Calogero. L’incontro si terrà a partire dalle ore 15.30 del 13 febbraio 2020 presso l’aula “A. Campagna” del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche in via XX Settembre n.4 – Messina

Visita il sito web: https://www.scuoladellademocrazia.it/

IMMAGINE DI APERTURA: La Scuola di Atene di Raffaello Sanzio (Fonte Wikipedia)

“Raccolta di memorie” di Alberto Defez: un messaggio di impegno civile

di Paolo Pantani

Sono lieto di poter recensire il libro ” Raccolta di Memorie ” di Alberto Defez, perché posso cogliere l’occasione di celebrare la  sua figura gloriosa di combattente napoletano, ebraico, democratico, antifascista e posso raccontare di Napoli e della sua Storia millenaria, sempre sottodimensionata da una autentica “asimmetria informativa” da tutte le storiografie ufficiali. Da sempre infatti ci è toccato la definizione di “città plebea”, piena di  invereconde “pulcinellate”, in tutti i nostri avvenimenti, dalle Quattro Giornate di Napoli a risalire nel tempo.

Gli esempi sono innumerevoli,  a cominciare dall’eruzione del Vesuvio del 79 D.C. . Per la prima volta si dette luogo alla prima operazione di Protezione Civile della storia attraverso le galee della flotta imperiale romana ormeggiate a Miseno e al comando di Plinio il Vecchio la quali salparono al soccorso delle popolazioni colpite. Nessuno ne ha mai parlato in questi termini. Poi passiamo a Federico II di Svevia che affermò: «Quantunque la nostra maestà sia sciolta da ogni legge, non si leva tuttavia essa al di sopra del giudizio della ragione, che è la madre del diritto». Con questa espressione Federico II di Svevia, premesso che la legittimazione della sua autorità non proveniva dalla legge, indicava nella ragione e nel diritto le frontiere entro le quali intendeva esercitare i propri poteri. Questo configura il primo esempio della separazione dei poteri di uno stato moderno: Legislativo, Esecutivo e Giudiziario. Non solo, Federico II fu il fondatore Il 5 giugno 1224, all’età di trent’anni,  istituì con editto formale, a Napoli, la prima universitas studiorum statale, pubblica e laica della storia d’Occidente, in contrapposizione all’ateneo di Bologna, nato come aggregazione privata di studenti e docenti e poi finito sotto il controllo papale. L’università, polarizzata intorno allo studium di diritto e retorica, contribuì all’affermazione di Napoli quale capitale della scienza giuridica. Napoli non era ancora la capitale del Regno, ma Federico la scelse per la sua posizione strategica e il suo già forte ruolo di polo culturale e intellettuale.

Fino a Lorenzo Valla che propugnò a Napoli nel 1440, durante il pontificato diEugenio IV, scrisse un breve testo, pubblicato solo nel 1517 e intitolato La falsa Donazione di Costantino (De falso credita et ementita Constantini donatione), ripreso poi anche da Martin Lutero nella Riforma Protestante.  In esso Valla, con argomentazioni storiche e filologiche, dimostrò la falsità della Donazione di Costantino, documento apocrifo in base al quale la Chiesa giustificava la propria aspirazione al potere temporale: secondo questo documento, infatti, sarebbe stato lo stesso imperatore Costantino, trasferendo la sede dell’impero a Costantinopoli, a lasciare alla Chiesa il restante territorio dell’Impero romano (oggi la dimostrazione del Valla è universalmente accettata e lo scritto è datato all’VIII secolo o  addirittura IX secolo).

Sempre è presente questa  ostinata “asimmetria informativa”, eppure questo antico stato di frontiera europeo è riuscito, da solo, a contrastare l’espansionismo saraceno, con la Battaglia navale  di Ostia nell’estate dell’849, con al comando di Cesario Console,  evento che consentì anche di salvare il papato,  poi con la battaglia navale di Lepanto contro gli ottomani del 7 ottobre 1571, con la flotta armata e organizzata da Napoli con legni ed equipaggi nostri per oltre la metà della flotta, sotto le insegne congiuntamente dalle galee dell’Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia).

Si può tranquillamente affermare che abbiamo salvato l’Occidente almeno due volte, altrimenti ci saremmo tutti quanti addormentati come la Penisola Balcanica e la Grecia. Anche nelle rivolte popolari , come quella dei Lazzari contro i  francesi invasori e soprattutto con  la rivolta anti-inquisizione spagnola, testimoniata dalla lapide posta all’ingresso della Certosa di San Martino : «Ai popolani di Napoli che nelle tre oneste giornate del luglio MDXLVII, laceri, male armati e soli d’Italia francamente pugnando nelle vie, dalle case contro le migliori armate d’Europa tennero da sé lontano l’obbrobrio della Inquisizione Spagnola imposta da un imperatore fiammingo e da un papa italiano e provarono anche una volta che “il servaggio è male volontario di popolo ed è colpa dei servi più che dé padroni“».

Anche la prima rivoluzione anti-imperiale, antifiscale e anti-coloniale d’Europa è stata ridotta ad una “opera buffa”, come quella di Masaniello nel 1647, eppure qui nessuna  storiografia lo paragona al suo coevo Oliver Cromwell, sempre i soliti stereotipi di “città plebea”, senza dignità e senza onore, l'”inferno napoletano” descritto in maniera ignobile dal giornalista cuneese Giorgio Bocca.

Insomma questa è la nostra storia, anche il Risorgimento ha pagine  intere di napoletani come Gugliemo Pepe e Alessandro Poerio, per i moti dei costituzionali napoletani del 1820 e per  la difesa di Venezia  contro gli austriaci nel 1848,  ad Agesilao Milano che attentò alla vita del sovrano borbonico Ferdinando II colpendolo con una baionettata durante una parata militare, per non parlare del grande Carlo Pisacane che provò a fare la cosiddetta unità d’ Italia nel 1857, appena 4 anni prima di Garibaldi, ma non aveva l’appoggio della flotta inglese e delle cancellerie europee interessate alla costruzione del Canale di Suez e che ritenevano scomoda una presenza di uno stato sovrano concorrente nell’area interessata.

Inoltre, parlando del del Brigantaggio post-unitario, fu visto come una jaquerie plebea e cafona contro la realizzazione di una “perfetta e moderna” nazione unitaria e non come giusta rivolta sociale e contadina contro i soprusi della “italietta” dei borghesi e dei galantuomini proprietari terrieri, i quali erano pure razzisti contro i meridionali, secondo le teorie dell’ orripilante veronese  Cesare Lombroso, celebrato ancora oggi con un orrido museo a Torino pieno di teste mozzate ai rivoltosi contadini meridionali post-unitari, antesignano delle nefandezze compiute dai nazisti realizzando oggettistica con reperti umani delle vittime dei campi di concentramento.

Come non vedere una similitudine nelle rivolte popolari anti-inquisizione spagnola e anti-francesi del 1799 e le Quattro Giornate di Napoli? Queste cose le ha scritte anche Maria Antonietta Macciocchi nei suoi libri pubblicati nel 1993 Cara Eleonora dedicato ad Eleonora Pimentel Fonseca, e nel 1998 con L’amante della rivoluzione, sulla figura di Luisa Sanfelice.

Concludo questa lunghissima premessa, e me ne scuso, sostenendo che verso Napoli e il Meridione d’Italia esiste, oltre alla “asimmetria informativa”, anche una “censura additiva”, verso tutto quanto riguarda la nostra storia. La “censura additiva” venne definita come concetto da Umberto Eco per quanto riguardava una sua foto che lo ritraeva in maniera non consona su un noto settimanale. Per similitudine anche tutta la nostra storia viene vista in maniera fuorviante dal 1860 in poi, dalla data della Unità di Italia. Ovviamente non propugno nessuna secessione ma spero che questo squilibrio di giudizio in una Italia a due velocità finisca al più presto e mi batto per questo. A questo punto veniamo alle Quattro Giornate di Napoli: Il volume “RACCOLTA DI MEMORIE” di Alberto Defez comprende le testimonianze dirette, finora inedite, di due ebrei napoletani, figli di padri immigrati, vittime delle Leggi Razziali.

Si tratta di “MEMORIE DI ALBERTO DEFEZ“, notissimo ingegnere edile e professore di Architettura alla “Federico II”,  e di “MEMORIE DI BRUNO HERRMANN“, compagno di studi di ingegneria di Defez, che il primo a introdurre il personal computer a Napoli. Bruno Herrmann aveva personalmente consegnato ad Alberto Defez la sua testimonianza di perseguitato razziale e Defez lo aveva rilegato in dattiloscritto insieme al suo inedito. Due straordinarie testimonianze dirette  per la comprensione di due microcosmi umani sullo sfondo della storia della persecuzione degli ebrei in Italia. 

Il Memoriale di Alberto Defez è di grandissima importanza storica in quanto testimonianza di un ebreo che da vittima delle leggi razziali a Napoli, escluso dalla scuola, a 20 anni impugna la pistola datagli dal padre e con il fratello Leo Defez partecipa attivamente ai combattimenti delle Quattro Giornate, rischiando due volte la vita. Il suo coraggio e amor patrio tuttavia non finisce qui e, dopo aver combattuto per la liberazione di Napoli dai nazifascisti, si arruola volontario, coinvolgendo il fratello ed alcuni amici, nel Battaglione San Marco,  reparto di èlites di fanti da mare della allora Regia Marina partecipando attivamente alla liberazione dell’ Italia. Un Memoriale che, specie per la parte di Defez, testimonia di grandi valori umani e ne restituisce la speranza con il suo messaggio di impegno civile, oggi più che mai necessario, per i contemporanei e i posteri.

TESTIMONIANZE DIRETTE DI DUE EBREI NAPOLETANI VITTIME DELLE LEGGI RAZZIALI
Il giorno seguente 6 febbraio 2020 alle ore 17 presso l’associazione A.D.A. – Via Portiello 3 – Somma Vesuviana, Napoli si terrà un’altra presentazione a cura dell’istituto Campano per la Storia della Resistenza e condotta dal prof. Guido D’Agostino, presidente dell’istituto

Testimonianze dirette di due ebrei napoletani vittime delle Leggi Razziali

5 febbraio 2020, ore 17.30 presso la Comunità Ebraica di Napoli
Via Cappella vecchia 31, Napoli
Presentazione del memoriale delle Quattro Giornate di Napoli del prof. ing. Alberto Defez

Il volume RACCOLTA DI MEMORIE di Alberto Defez comprende le testimonianze dirette, finora inedite, di due ebrei napoletani, figli di padri immigrati, vittime delle Leggi Razziali. Si tratta di MEMORIE DI ALBERTO DEFEZ, noto ingegnere edile e professore di Architettura alla “Federico II”, e di MEMORIE DI BRUNO HERRMANN, compagno di studi di ingegneria di Defez, primo a introdurre il personal computer a Napoli, il quale personalmente gli aveva consegnato la sua testimonianza di perseguitato razziale e che Defez aveva rilegato in dattiloscritto insieme al suo inedito.
Due testimonianze dirette preziose per la comprensione di due microcosmi umani sullo sfondo della storia della persecuzione degli ebrei in Italia.
Il Memoriale di Alberto Defez è di grandissima importanza storica in quanto testimonianza di un ebreo che da vittima delle Leggi Razziali a Napoli, escluso dalla scuola, a 20 anni impugna la pistola datagli dal padre e con il fratello Leo Defez partecipa attivamente ai combattimenti delle Quattro Giornate, rischiando due volte la vita.
Il suo coraggio e amor patrio tuttavia non finisce qui e, dopo aver combattuto per la liberazione di Napoli dai nazifascisti, si arruola volontario, coinvolgendo il fratello ed alcuni amici, nel Battaglione San Marco, partecipando attivamente alla liberazione dell’Italia.
Un Memoriale che, specie per la parte di Defez, testimonia di grandi valori umani e ne restituisce la speranza con il suo messaggio di impegno civile, oggi più che mai necessario, per i contemporanei e i posteri.

In apertura:
Saranno proiettati brani del film BRUCIATE NAPOLI di Arnaldo Delehaye che, con un montaggio ad opera dello stesso regista napoletano, introducono alcune scene dell’intervista filmata ad Alberto Defez a Napoli, prodotta dalla SHOAH FOUDATION di Steven Spielberg.
Intervengono:
SANDRO TEMIN consigliere della Comunità Ebraica di Napoli e dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane (UCEI)
GIUSEPPE ARAGNO storico, autore della prefazione al volume
MASSIMO CARUSO nipote, figlio della sorella Ada, autore del testo introduttivo “Zio Alberto”
SUZANA GLAVAŠ curatrice
GIOVANNI SPEDICATI titolare de La Mongolfiera Editrice&Spettacoli

Lettura brani di testimonianze di Defez e Herrmann
In chiusura:
Brani di musica classica ed ebraica:
GENEROSO VEGLIONE fisarmonica

Il giorno seguente 6 febbraio 2020 alle ore 17
presso l’associazione A.D.A. – Via Portiello 3 – Somma Vesuviana, Napoli
si terrà un’altra presentazione a cura dell’istituto Campano per la Storia della Resistenza e condotta dal prof. Guido D’Agostino, presidente dell’istituto

IMMAGINE DI APERTURA – la copertina del libro

La Comunità ebraica di Napoli ricorda le vittime napoletane della Shoah

Il 30 gennaio, nel corso di due distinte cerimonie programmate in piazza Bovio e in via Luciana Pacifici dalle ore 10:45 alle 12 (circa), la Comunità ebraica di Napoli ricorderà: Amedeo Procaccia, Iole Benedetti, Elda Procaccia, Loris e Luciana Pacifici, Sergio Oreste Molco, Milena Modigliani, Aldo e Paolo Procaccia, vittime dell’odio e della violenza razziale, deportate nel campo di sterminio di Auschwitz il 30 gennaio 1944.  

Il programma

Ore 10:45 (Piazza G. Bovio n.33)

Presenta l’evento:

  • Daniele Coppin (responsabile della comunicazione della Comunità ebraica di Napoli).

Intervengono:

  • Lydia Schapirer (presidente della Comunità ebraica di Napoli)
  • Sandro Temin (consigliere UCEI)
  • Miriam Rebhun (presidente della sezione di Napoli Adei-Wizo)
  • Giuseppe Crimaldi (presidente nazionale della Federazione delle Associazioni Italia-Israele)
  • Nico Pirozzi (storico della Shoah)
  • Ugo Foà (testimone degli eventi)
  • Irio Milla (nipote di Luciana Pacifici)
  • Maskil Ariel Finzi, rabbino della Comunità ebraica di Napoli, leggerà una preghiera composta da Rav Samuel Hirsch Margulies (1858-1922) e, accompagnato dalle note del violino di Angela Yael Amato, intonerà il “Kaddish”. La solennità dell’evento sarà sottolineata dal suono dello Shofar.
  • Nel corso della cerimonia l’attrice Cristina Donadio leggerà alcuni passi estrapolati dal volume di Nico Pirozzi “Traditi – Una storia della Shoah napoletana”

Ore 11:45 (via Luciana Pacifici)

Cerimonia di ricordo della più piccola delle vittime napoletane della Shoah.

Intervengono:

  • Nico Pirozzi (storico della Shoah)
  • Nino Daniele (già assessore alla Cultura del Comune di Napoli, promotore dell’iniziativa del cambio del nome di via Gaetano Azzariti in via Luciana Pacifici)

Dal Museum of History and Holocaust Education la mostra “Ricordare Ravensbrück”

Il Museum of History and Holocaust Education (negli Stati Uniti) rappresenta una divisione all’interno del Dipartimento di musei, archivi e libri rari della Kennesaw State University (MARB). Istituito nel 2010, il Dipartimento di musei, archivi e libri rari è sotto la guida esecutiva della dott.ssa Catherine Lewis, professore di storia alla Kennesaw State University. Il dipartimento è costituito dal Museo di storia e dell’educazione all’Olocausto, dalla Sala dei libri rari di Bentley, dagli archivi della KSU e dalla gestione dei registri.

VISITA IL SITO WEB

Su Experiences pubblichiamo i pannelli espositivi riguardanti il grande campo di concentramento femminile di Ravensbrück, a 90 chilometri da Berlino. (Leggi la scheda su Wikipedia)

La versione in lingua italiana dei pannelli della mostra è stata tradotta da Teresa Lazzaro.

CLICCA I PULSANTI ALLA BASE DEL PANNELLO E PRENDI VISIONE DELL’INTERA MOSTRA

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Fondazione Nuovo Mezzogiorno – Scuola di democrazia

Invito di Francesco Barbalace
V. Presidente della Fondazione Nuovo Mezzogiorno

L’Università di Messina – Dipartimento Di Scienze Politiche e Giuridiche e la Fondazione Nuovo Mezzogiorno promuovono la terza iniziativa della Scuola della Democrazia come previsto nel programma relativo all’Anno 2019 -2020.Tema dell’incontro : “LIBERTA’ DEGLI ANTICHI e LIBERTA’ DEI MODERNI- DEMOCRAZIA DIRETTA E DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA.”RELATORE: PROF GIUSEPPE GIORDANO ORDINARIO DI STORIA DELLA FILOSOFIA DELLA UNIVERSITA’ DI MESSINAINTRODUCONO I PROFF: MARIO CALOGERO E PATRIZIA TORRICELLIL’INCONTRO  SI TERRA’ A PARTIRE DALLE ORE  15.00 DEL 3 GENNAIO 2020 presso l’AULA “A. CAMPAGNA” DEL DIPARTIMENTO  DI SCIENZE POLITICHE E GIURIDICHE in VIA XX SETTEMBRE – MESSINA

Visita il sito web: https://www.scuoladellademocrazia.it/

IMMAGINE DI APERTURA: La Scuola di Atene di Raffaello Sanzio (Fonte Wikipedia)

Brescia – I paesaggi, salvaguardia e promozione di un patrimonio italiano

PAESAGGI AGRICOLTURA E AMBIENTE
Tra tutele e valorizzazione
Brescia, Auditorium San Barnaba
venerdì 17 e sabato 18 gennaio 2020
Sito Web: http://www.ipaesaggi.com/

L’evento promosso da Ateneo di Brescia Accademia di Scienze Lettere e Arti, Fondazione ASM Gruppo a2a, Università degli Studi di Brescia, con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Brescia e con il contributo di numerosi Sostenitori sensibili all’argomento, ad ingresso gratuito, è articolato in due giornate (17 gennaio 2020 mattina e pomeriggio, 18 gennaio 2020 mattina), che si svolgeranno a Brescia presso l’Auditorium San Barnaba, piazzetta Arturo Benedetti Michelangeli in corso Magenta, 44.
Autorevoli studiosi e operatori presenteranno con una serie di relazioni la necessità del rispetto e delle interconnessioni tra l’ambiente, l’economia e l’agricoltura, dove il paesaggio soprintende come bene fondamentale.
Si vuole proporre un approccio culturale che affronti paesaggi-agricoltura-ambiente in modo inclusivo per la comprensione dei tratti fondamentali geo-morfologici, agro-faunistici e storico-antropici del territorio, con attenzione ai piccoli borghi. Una maggiore conoscenza dei tratti fondamentali induce: consapevolezza e rispetto dei luoghi, turismo consapevole e controllato, educazione ad una agricoltura di qualità e sostenibile.
Il tema Prospettive immediate e future, sicurezze e minacce, coordinato dal giornalista Massimo Tedeschi, sarà introdotto dalla relazione di apertura di Salvatore Settis archeologo, storico dell’Arte e Accademico dei Lincei, a cui seguiranno importanti contributi di docenti e/o professori universitari esperti nelle diverse discipline (geologiche, ambientali, forestali, climatiche, agrarie);
Il tema Insediamenti antropici nella pianura e nelle zone pedemontane, coordinato dal giornalista Riccardo Venchiarutti, alterna interventi di approfondimento come il contributo di Attivaree-Fondazione Cariplo, ad altri di taglio più discorsivo e di intrattenimento come il contributo del musicista Enrico Intra o di Fiorello Primi presidente di I borghi più belli d’Italia;
Il tema Terra ed acqua: le politiche del paesaggio agrario, coordinato dal giornalista Claudio Baroni, dopo relazioni di approfondimento, verrà concluso da una tavola rotonda con gli interventi e la discussione tra i quattro Presidenti di: Coldiretti, Confagricoltura, Associazione Industriale Bresciana, Camera di Commercio Brescia.

Le tre sessioni, sostenute e condivise dagli Ordini Professionali (Ordine degli Architetti PPC, Ordine degli Ingegneri, Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia, Ordine dei Geologi della Lombardia), verranno intercalate da coffee break offerti da Istituto Vincenzo Dandolo (che si occupa anche dell’accoglienza e dell’allestimento floreale) e da Coldiretti.

IMMAGINE DI APERTURA – Foto di stratrev da Pixabay.