Pisa Book Festival a caccia di storie

Nell’ambito del Pisa Book Festival il Museo della Grafica, in collaborazione con Pacini Editore, è lieto di invitarvi alle presentazioni dei volumi:

NOTIZIE VISIVE. LA COMUNICAZIONE AI TEMPI DELLA VISUAL CULTURE di Veronica Neri venerdì  1 ottobre ore 17:00 – 18.30

ARTE E DIRITTO PRIVATO. TEORIA GENERALE E PROBLEMI OPERATIVI a cura di Francesco Bosetti
sabato 2 ottobre ore 12:00 – 13:00

Eventi gratuiti – Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Per prenotare è necessario collegarsi alla pagina: https://museodellagrafica.sma.unipi.it/prenotazione-eventi-speciali/

Per ulteriori informazioni:
https://museodellagrafica.sma.unipi.it/2021/09/presentazioni-di-libri-per-il-pisa-book-festival-al-museo-della-grafica/

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa

Tel. 050/2216060 (62-66-67)

E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it

www.museodellagrafica.sma.unipi.it

IMMAGINE DI APERTURA – Inviti

Conegliano (Tv), Palazzo Sarcinelli – Steve McCurry. Icons

Steve McCurry. Icons è un percorso immersivo dentro lo stile e la poetica del grande fotografo americano. Un viaggio che porterà i visitatori alla visione di oltre 100 fotografie selezionate tra migliaia di scatti realizzati nel corso di una carriera quarantennale.

06 Ottobre 2021 – 13 Febbraio 2022
Conegliano (Tv), Palazzo Sarcinelli

STEVE MCCURRY
Icons

A cura di Biba Giacchetti
Mostra organizzata da ARTIKA, in collaborazione con Sudest57 e Città di Conegliano
Con il patrocinio di: Regione Veneto, Provincia di Treviso, Comune di Treviso
Partner: Coin, Coop, Fai, Touring Club
Sponsor: AccaKappa, Agenzia Generali di Conegliano, Banca della Marca

Steve McCurry è un artista, prima che fotografo documentarista; e, benché molte sue serie siano state commissionate da riviste e giornali occidentali, ogni fotografia riflette pienamente la sua visione intellettuale dell’uomo e della natura. McCurry è infatti un umanista nel pieno senso del termine. Egli ama gli esseri umani in tutte le sue manifestazioni e, da un punto di vista compositivo, predilige spesso i primi piani ravvicinati che gli permettono di entrate in totale empatia con i soggetti scelti.

La mostra ripercorre le grandi tematiche e i più incredibili scenari incontrati da McCurry nel corso della sua attività. Il percorso espositivo, curato da Biba Giacchetti, vuole essere un viaggio privo di coordinate limitanti, quanto piuttosto un viaggio onirico tra le icone del fotografo. Ogni visitatore potrà così trovare incantevoli personaggi e paesaggi mozzafiato; lasciandosi ispirare, fotografia dopo fotografia, in assoluta autonomia e libertà.
Tra gli ambienti protagonisti dell’attività di Steve McCurry troviamo, primo fra tutti, l’Afghanistan. Essendo una mostra rigorosamente a colori, non troviamo le prime “mitiche” foto del 1979, quando il fotografo visitò il paese clandestinamente al seguito dei Mujahidin. Al Sarcinelli si parte dal 1992 con un ritratto inedito ed emozionante di Kabul, città martoriata da oltre 15 anni di conflitto. Della capitale e dell’Afghanistan in genere, il fotografo ci racconta i lati più oscuri, gli episodi di violenza e di segregazione; ma tra le pagine di una delle zone più martoriate del pianeta affiora immancabile l’umanità. I minatori di Pol-e-Khomri, il fotografo ritrattista di strada a Kabul o i bambini che affollano il bagagliaio di una Chevrolet degli anni ’50 sono solo alcuni degli incantevoli momenti di vita con cui McCurry riesce sempre ad emozionare.
In mostra incontriamo l’India in tutte le sue roboanti sfaccettature. Dal ritratto della madre con il figlio che guarda verso l’interno di un taxi ai malsani cantieri di demolizione delle navi, McCurry ci racconta la vitalità e la complessità di un paese dalla cultura enorme, attraversato però da pesanti contraddizioni. Luoghi affollatissimi (come nelle fotografie dedicate al sistema ferroviario del subcontinente) in cui miseria e ricchezza paiono convivere armoniosamente, sclerotizzando così la percezione delle ingiustizie che possiede un occidentale. La passione del fotografo per l’India è tra le più antiche, con il suo trasferimento nel paese all’età di 28 anni (1978). Da questo paese provengono infatti alcuni degli scatti di personaggi che lo stesso artista identifica come amici: l’anziana signora di Vrindavan, il mago del Rajasthan con la barba decorata di arancione o il sarto che trasporta la sua macchina da cucire in piena stagione di monsoni.
Una foto dell’India, in particolare, rivela il grande talento di McCurry. Si tratta della rappresentazione di uno dei monumenti più visti e fotografati al mondo: il Taj Mahal. La struttura, che domina la città di Agra, appare nelle immagini di ogni turista del subcontinente; eppure, anche in uno dei posti più conosciuti del pianeta, Steve McCurry è capace di dar vita ad una fotografia insolita e straordinariamente nuova del luogo.
Dall’India e dai paesi limitrofi provengono gli scatti realizzati per raccontare il fenomeno atmosferico che colpisce metà della popolazione mondiale: il monsone. Tristemente noto per i venti provenienti dagli oceani tropicali che spirano sulle pianure asiatiche portando con sé piogge torrenziali, il monsone è protagonista di immagini incredibili. Dalle persone immerse nell’acqua fino al collo, alle donne del Rajasthan che si proteggono dalle tempeste di sabbia. Del monsone McCurry ci racconta anche l’aspetto meno clamoroso, con persone che svolgono le loro mansioni quotidiane sotto il diluvio più estremo. A sottolineare ancora una volta come, nonostante le sfortune e le avversità, la vita continui a scorrere a tutte le latitudini.
Un’ampia parte della produzione di McCurry vede invece, come protagonista, il buddismo: tema importante ed estremamente personale del suo lavoro. Tra le immagini esposte in mostra troviamo i grandi mausolei come la pagoda di Mingun, la Roccia d’oro di Myanmar in Birmania (imponente masso che si dice sia in equilibrio su una ciocca di capelli di Buddha) e il complesso monumentale di Angkor in Cambogia (oggi tra le mete turistiche più battute del paese). Accanto ai capolavori architettonici, McCurry inserisce molti scatti di fedeli buddisti provenienti da diversi paesi: come i piccoli monaci in un campo profughi in India (intenti a familiarizzare con oggetti occidentali), gli acrobatici monaci shaolin residenti in Cina e i tibetani, i cui ritratti radenti riflettono il grande amore che il fotografo nutre per questa terra e per chi la popola.
La mostra ci porta poi metaforicamente a viaggiare in altri paesi come Sri Lanka, Papua Nuova Guinea, Yemen, Kashmir, Italia, Giappone e molti altri da scoprire a Palazzo Sarcinelli.

Il percorso espositivo ci permette quindi di ammirare alcuni tra i più grandi progetti fotografici di Steve McCurry. Approfondimenti narrativi saranno presenti nell’audioguida che quest’anno sarà scaricabile tramite app sullo smartphone di chi entra in mostra.


INFORMAZIONI
t.: 351 809 9706
email: mostre@artika.it
web: www.artika.it

Informazioni utili per la visita

ORARI DI APERTURA
dal mercoledì al venerdì: 10 – 13 e 15 – 18
sabato, domenica e festivi: 10 – 19
Natale chiuso
(La biglietteria chiude 30 min. prima)

APERTURE STRAORDINARIE
1 novembre: 10 – 19
8 dicembre: 10 – 19
1 gennaio: 14 – 19; 6 gennaio: 10 – 19

BIGLIETTERIA
intero: € 12,00
ridotto: € 10,00 (studenti under 26, soci enti convenzionati, residenti nel Comune di Conegliano dal mercoledì al venerdì)
ridotto gruppi: € 10,00 (min 10 persone)
biglietto famiglia: € 10,00 genitori cad. + € 8,00 under 18 (min. 2 adulti e 1 minorenne)
gratuito: under 6, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino, insegnanti accompagnatori di classi
biglietto cortesia: € 2,00 persone diversamente abili

VISITE GUIDATE E AUDIOGUIDE
audioguida: 4,00
visita guidata con guida interna: € 90,00 a gruppo + biglietto: € 10,00 cad.
(1 biglietto omaggio per accompagnatore)
gruppi: min. 10 – max. 25 persone (salvo diverse disposizioni relative alla situazione pandemica)
visita guidata con guida esterna: € 40,00 a gruppo (noleggio microfonaggio obbligatorio)

Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente Roberta Barbaro: gestione3@studioesseci.net

IMMAGINE DI APERTURA Sharbat Gula, Peshawar, Pakistan, 1984 ©Steve McCurry

Dal MAD di Parigi: Il gioco dell’arredamento per ripercorrere una storia degli stili e delle tendenze

Attraverso le collezioni del Museo delle Arti Decorative di Parigi, sotto l’occhio benevolo dei suoi mecenati, scoprite l’appassionante storia dell’arredamento, cercando di associare ogni mobile al suo periodo storico. Si parte dall’età medievale e si arriva ai nostri giorni, secondo una scansione temporale ben precisa: Medioevo, Rinascimento, Stile Luigi XIII, Luigi XIV, Reggenza, Luigi XV, Transizione, Luigi XVI, Direttorio/Consolato, Impero, Restaurazione, Luigi-Filippo, Secondo Impero, Art Nouveau, Art Déco, Modernismo, Anni 1940-1950, Anni 1960-1970, Anni 1980-1990, Anni 2000-2020.

Per giocare basta cliccare sulle icone in alto, che rappresentano gli oggetti da collocare nell’ambiente: orologi, lampade, sedute, mobili dalla differente funzione, tavoli. Scegliete il pezzo che vi pare rispondente al periodo e trascinatelo sull’immagine. Sarà quello giusto oppure sarà sbagliato? Per saperlo, cliccate l’icona delle informazioni: comparirà una scheda esplicativa che spiegherà origine, data, autore, struttura costruttiva, materiali, particolarità. Una scheda davvero illuminante per illustrare le collezioni museali di cui i vari elementi sono tratti.

Ogni periodo è, inoltre, accompagnato dalla figura di uno degli studiosi-collezionisti più impegnati sull’argomento, i quali hanno donato la propria collezione d’arte al museo parigino: Émile Peyre, Jules Maciet, Moise de Camondo, Alexandrine Grandjean, Henri Bouillet, Georges Hoentschel, Louis de Polignac, Niki de Saint-Phalle.

Il gioco è nato dalla collaborazione creativa tra il team di MAD, l’agenzia Mosquito e lo studio di sviluppo 23Forward. Gli interni sono stati realizzati grazie ai disegni di Laurent de Commines, e i mecenati ritratti da Flo’ch. Un lavoro eccellente che sa dimostrare come i musei possano giocare anche la carta della digital gamification per interessare online il proprio pubblico.

È giunto il momento di divertirsi. Il gioco non è per niente facile, come si potrebbe pensare. In compenso, è disponibile in quattro modalità: bambino, dilettante, esperto, libero. Si può affrontare la sfida da soli oppure divertirsi in compagnia. È sicuramente un modo avvincente… e istruttivo per ripercorrere le diverse tendenze e movimenti stilistici succedutisi nel corso del tempo. Le istruzioni su come giocare si possono trovare cliccando in alto a sinistra nella pagina di ciascuno stile. Buon divertimento.

IMMAGINE DI APERTURA – Uno degli ambienti del gioco

Milano, Expowall Gallery – In mostra le donne di Sandro Miller

L’esposizione presenta trenta fotografie dell’artista statunitense, tratte da tre dei suoi progetti più celebrati – Crowns, Atropa, Malkovich Malkovich Malkovich – che esplorano l’universo femminile da diverse angolazioni e prospettive.

MILANO
EXPOWALL GALLERY
DAL 30 SETTEMBRE AL 17 DICEMBRE 2021

L’Altra di Altre.
Le donne di Sandro Miller tra serialità e identità

Ellanté M. #1, Chicago, 2016 © Sandro Miller/ Courtesy Gallery FIFTY ONE

Dal 30 settembre al 17 dicembre 2021, Expowall Gallery a Milano (via Curtatone 4) rende omaggio a Sandro Miller (Elgin, Illinois, 1958), uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea.

L’esposizione, dal titolo L’Altra di Altre. Le donne di Sandro Miller tra serialità e identità, realizzata in collaborazione con Gallery Fifty One, è uno degli eventi del Milano Photo Festival, e presenta trenta opere del fotografo statunitense, tratte da tre dei suoi progetti più celebrati – Crowns, Atropa, Malkovich Malkovich Malkovich – che esplorano l’universo femminile da diverse angolazioni e prospettive.

Con i suoi lavori, Sandro Miller approfondisce un’ontologia femminile che elimina somiglianze analogie a vantaggio della differenza e della molteplicità.

Nella serie Crowns, ad esempio, ritrae donne di colore acconciate con splendide pettinature, attraverso le quali affermano la loro libertà di scegliere come abbellirsi ed esprimono la loro creatività attraverso i tagli dei loro capelli. Sono fotografie connotate anche da un grande significato storico e sociale. Se, in generale, gli afroamericani sono stati sottoposti a secoli di odio razziale e oppressione negli Stati Uniti, in particolare, le donne di colore non hanno sempre goduto della libertà di portare i capelli a loro piacimento.

Nel ciclo Atropa, invece, Miller, riuscendo a ricreare, dopo mesi di sperimentazioni, l’effetto sbiadito e degradato tipico delle fotografie invecchiate, ritrae dei corpi femminili che sembrano trasformarsi in sculture primitive, che prendono la forma della dea Pomona, di busti ellenistici o ancora di reperti pompeiani.

In Malkovich Malkovich Malkovich, si avvale della complicità dell’amico John Malkovich che interpreta alcuni dei ritratti femminili più riconoscibili della storia della fotografia; ecco allora il grande attore trasformarsi nelle gemelle di Diane Arbus, in una improbabile Marilyn di Andy Warhol, nella Meryl Streep di Annie Leibovitz o nella modella dell’opera Larmes de Verre di Man Ray.

Sandro Miller (Elgin, Illinois, 1958). Note biografiche

All’età di sedici anni, dopo aver visto i lavori di Irving Penn, Sandro Miller sapeva di voler diventare fotografo. Perlopiù autodidatta, Miller si è affidato ai libri dei maestri della fotografia. Attraverso le loro immagini ha imparato l’arte della composizione, dell’illuminazione e del ritratto.

Più di trent’anni dopo Sandro è uno dei più affermati fotografi pubblicitari degli Stati Uniti.

Tra le sue campagne citiamo: Adidas, Allstate Insurance, American Express, Anheuser-Busch, BMW, Champion, Coca-Cola, Dove, Gatorade, Honda, Milk, Microsoft, Miller/Coors, Motorola, Nike, Nikon, Pepsi, Pony, UPS US Army, l’Esercito degli Stati Uniti d’America.

L’Altra di Altre. Le donne di Sandro Miller tra serialità e identità
Milano, Galleria Expowall (via Curtatone 4, MM Porta Romana – Crocetta)
30 settembre – 17 dicembre 2021

Inaugurazione: mercoledì 29 settembre 2021, ore 16.00 – 21.00 (su invito)

Per informazioni e appuntamenti:
T. +39 02 87287961; M. +39 338 8684605
www.expowallgallery.com

Orari: mercoledì – giovedì – venerdì dalle 15.00 alle 19.00 e su appuntamento

Agli spazi espositivi si accede presentando il Green pass

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, T. +39 02 36755700; M. +39 349 6107625
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

IMMAGINE DI APERTURA – Raeghn D. #1, Chicago 2017 © Sandro Miller/ Courtesy Gallery FIFTY ON

Secessione viennese: alcuni fra i protagonisti di primo piano

Tra la fine del secolo XIX e l’inizio del successivo, Vienna fu una delle capitali che dettero origine all’arte moderna, rivendicando un’architettura e un’arte adeguate all’evoluzione della società e della cultura. A queste si aggiunsero letteratura, musica, teatro. Non da meno furono la filosofia e persino la psichiatria. Fra i protagonisti di tale rivoluzione si possono ricordare da Otto Wagner a Wittgenstein, Mahler, Freud, Klimt, oppure nuove realtà produttive come la Wiener Werkstatte ideata da Hoffmann e Moser. Questi visionari, e molti altri ancora, hanno trasformato la capitale austriaca in uno straordinario laboratorio di idee che si sono riverberate in tutta Europa.

Vienna 1900: arte, vita e cultura  

Sigismund Freud: una brevissima introduzione

La Vienna di Wittgenstein

La vetrina di Wittgenstein: opulenza moderna a Vienna

Otto Wagner: Catalogo del Museo di Vienna

Gustav Klimt & Egon Schiele 

Koloman Moser 

La Wiener Werkstätte 

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

Federica Prina – Il mercante di Tylmon

Nelle terre fra Tylmon e Graak le notti sono cupe e piene di terrore; gli abitanti dei villaggi hanno perso il sonno da quando una bestia feroce ha iniziato a cibarsi dei loro capi, spingendosi fino al limite dell’abitato.
La misteriosa creatura caccia emergendo dalle tenebre, si nutre rapidamente, e poi svanisce, lasciando dietro di sé solo corpi orrendamente devastati e poche tracce, che i cani non riescono a seguire. Dopo l’uccisione di alcuni viandanti, le autorità hanno deciso di emanare una grossa taglia per la sua cattura e una schiera di avventurieri ed improvvisati cacciatori si è subito lanciata all’inseguimento, ma senza successo.
Ad ogni uccisione il loro numero aumenta, mentre il denaro della taglia potrebbe non bastare per spegnere l’ossessione che li consuma.

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IMMAGINE DI APERTURA – copertina del libro 

Roma, seminario: Nel centenario della traslazione del Milite Ignoto. Riflessioni sull’identità nazionale

Seminario:
Nel centenario della traslazione del Milite Ignoto. Riflessioni sull’identità nazionale

Lunedì 11 ottobre 2021 – Orario: 14:30 – 18:00
Aula dei Gruppi Parlamentari – Camera dei Deputati
Via di Campo Marzio, 78 – Roma

Ingresso consentito a partire dalle 14:00
Per accedere alla Sala è richiesto abbigliamento formale, per gli uomini giacca e cravatta
L’ingresso è consentito soltanto ai partecipanti muniti di Green Pass

Registrarsi scrivendo a info@vision-gt.eu entro mercoledì 6 ottobre
Sito web: www.vision-gt.eu
Pagina dedicata: Nel centenario della traslazione del Milite Ignoto

A cento anni dalla traslazione del Milite Ignoto è nata l’esigenza di un’analisi accademica sulla valenza simbolica del sacrificio del soldato, compiuto durante la guerra in nome della patria. Non solo, ma anche riflessione sul ruolo comunicativo a livello comunitario che quel sacrificio e quella tomba anonima hanno rappresentato e rappresentano per l’identità italiana. Un esempio, un’immagine con cui la società, pensando per “universali fantastici”, ha reso il valore, l’onore, l’amor patrio coincidenti in una salma riconosciuta da una madre affranta. Il “fenomeno” popolare di omaggio silente al caduto è stato l’esito sociale di una coesione che il simbolo stava incarnando e che avrebbe incarnato, in una Italia che per la prima volta si stava definendo paese. A distanza di anni, per quanto il modello tecnologico dominante di sviluppo tenda alla omologazione, il simbolo di un luogo, che è Milite non meno che Genius, perdura come i sepolcri onorari degli eroi Greci e Romani, come la figura del re mesopotamico nella sua valenza archetipica universale.

Programma dei lavori

14:30 – Saluti istituzionali

On. Edmondo Cirielli – Camera dei Deputati, Questore

Dott. Tiberio Graziani – Vision & Global Trends, Presidente

Prof. Silvio Bolognini – Università e-Campus, Direttore Cedis (Centro Ricerca e alta formazione Università e-Campus)

Relazioni

Prof.ssa Marina Simeone – Università e-Campus, UniTreEdu
La vicenda della traslazione del Milite Ignoto: da fatto storico a espressione unitiva della comunità nazionale

Gen. Marco Bertolini – Generale (aus.) di C.A.
La sovranità nazionale e il suo sacerdote: il Soldato

Prof. Attilio Vaccaro Belluscio – Università Europea di Roma
Immolazione come sublimazione del dovere di solidarietà: non vincolo giuridico, ma anima della comunità

Interventi previsti

Prof. Marco Marinacci – Università e-Campus, Fondazione Primato
Il Milite Ignoto: vicende storiche e rappresentazioni simboliche

Prof. Mario Pesce – Università per Stranieri “Dante Alighieri”
Brevi riflessioni etno religiose sul Milite Ignoto

Prof. Luigi Zingone – Università e-Campus
Il ruolo della comunicazione nella traslazione del Milite Ignoto

Nel corso del seminario saranno discusse le ricerche raccolte nel volume, curato dal Prof. Silvio Bolognini, “Il Milite ignoto. Alle radici della identità italiana”edizioni Mimes.


AVVERTENZA

“Si rende noto che, in base alla delibera approvata dal Collegio dei deputati Questori il 3 agosto scorso, a far data dal 6 agosto 2021 la partecipazione a iniziative istituzionali, culturali e convegnistiche o a conferenze stampa che si svolgano nelle sedi della Camera e che prevedono la presenza di soggetti non in possesso di un titolo di accesso permanente alle sedi medesime è consentita esclusivamente a coloro i quali siano muniti di una delle certificazioni verdi Covid-19 di cui all’articolo 9, comma 2, del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, come modificato dall’articolo 4, comma 1, lettera e), del decreto-legge 23 luglio 2021 n. 105. La disposizione non si applica ai soggetti la cui esenzione dalla campagna vaccinale risulti espressamente attestata da apposita certificazione medica rilasciata dall’autorità di sanità pubblica.

Il possesso delle certificazioni verdi è documentato attraverso la relativa esibizione in formato digitale ovvero cartaceo. La verifica delle certificazioni è effettuata dagli assistenti parlamentari, secondo le modalità definite dal Servizio per la sicurezza, ed è condizione per l’accesso ai locali nei quali si svolgono gli eventi. Effettuata la verifica, gli assistenti parlamentari riconsegnano ai soggetti interessati le certificazioni esibite all’atto dell’accesso. Non si procede alla conservazione dei dati personali contenuti nelle certificazioni.

Restano ferme le disposizioni vigenti in ordine: a) alla previa compilazione, ai fini dell’accesso alle sedi della Camera, del modulo informativo in materia di prevenzione dalla diffusione del Covid-19; b) alle condizioni e ai limiti prescritti per lo svolgimento degli eventi con la partecipazione di soggetti esterni, di cui alla deliberazione del Collegio dei Questori del 29 giugno 2021.”

Stefano Laporta, Ilaria Catastini – Progettare il domani. Riflessioni per un modello di dibattito pubblico

Una riflessione in merito al tema del dibattito pubblico sulle grandi opere, con alcuni spunti metodologici per migliorare i processi di coinvolgimento degli stakeholder, garantire la trasparenza del confronto, rendere più oggettivi possibile i processi decisionali e più rendicontabile il percorso. La ripresa economica post Covid è una sfida per l’Italia ma anche una grande occasione per migliorare l’efficienza di alcuni processi, quali quelli partecipativi propedeutici alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali, industriali, civili, anche grazie alle tecnologie dell’informazione e ai nuovi mezzi di comunicazione digitale. Un tema importante alla luce degli indirizzi normativi e urgente in relazione ai programmi di impiego delle risorse per la ricostruzione e ai vincoli della situazione sanitaria attuale.

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IMMAGINE DI APERTURA – copertina del libro 



Da sfogliare in biblioteca – Gustav Klimt 2/2

Klimt. Alle origini di un mito” questo è il titolo della mostra che dal 12 marzo al 13 luglio ha esposto venti tele a olio del pittore austriaco al Palazzo Reale Klimt Milano. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna (Österreichische Galerie Belvedere), promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, è curata da Alfred Weidinger, affermato studioso di Klimt e vice direttore del Belvedere, e si avvale della collaborazione per l’Italia della studiosa klimtiana Eva di Stefano. 

LEGGI ANCHE: Da sfogliare in biblioteca – Gustav Klimt 1/2

Klimt. Alle origini di un mito – Catalogo ufficiale della mostra 

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

Rovigo – Robert Doisneau, dal 23 settembre in mostra al Roverella

Provengono dall’atelier che Robert Doisneau aveva a Montrouge, nel sud della capitale francese, le selezionatissime immagini che il curatore Gabriel Bauret ha scelto di  presentare al pubblico italiano nella grande mostra monografica, promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dedicata al maestro francese della fotografia, che aprirà i battenti oggi 23 settembre in Palazzo Roverella.

23 Settembre 2021 – 30 Gennaio 2022
Rovigo, Palazzo Roverella

ROBERT DOISNEAU

A cura di Gabriel Bauret

Robert Doisneau, , Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris, 1934, © Robert Doisneau

È a Montrouge che Doisneau ha sviluppato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi. Dallo stesso atelier, oggi le sue due figlie contribuiscono alla diffusione e alla divulgazione della sua opera, accogliendo le continue richieste di musei, festival e case editrici.

Nato nel 1912 à Gentilly, una città nella periferia sud di Parigi, le prime tappe del percorso di Robert Doisneau sono segnate da una formazione nel campo della litografia, attività che abbandonerà rapidamente in favore di un apprendistato presso lo studio di un fotografo, André Vigneau, che gli fornisce una finestra sul mondo dell’arte. Seguirà, per quattro anni, un’intensa collaborazione con il reparto pubblicitario della Renault. Una volta libero da questo impegno, Robert Doisneau approda al tanto ambito status di fotografo indipendente, ma il suo slancio viene spezzato dalla guerra, che tuttavia non gli impedirà di continuare a fotografare. Subito dopo la Liberazione della capitale, di cui è testimone, comincia un periodo molto intenso di commissioni per la pubblicità (e in particolare per l’industria automobilistica), la stampa (tra cui le riviste “Le Point” e in seguito “Vogue”) e l’editoria. In parallelo, porta avanti i suoi progetti personali, che saranno oggetto di numerose pubblicazioni, a cominciare dall’opera “La Banlieue de Paris”, uscita nel 1949 e creata in collaborazione con lo scrittore Blaise Cendrars. La sua traiettoria si incrocia anche con quelle di Jacques Prévert e Robert Giraud, la cui esperienza e amicizia nutrono la sua fotografia, nonché con quella dell’attore e violoncellista Maurice Baquet, con il quale mette in scena un gran numero di immagini. Dal 1946 le sue fotografie vengono distribuite dall’agenzia Rapho. Qui conosce in particolare Sabine Weiss, Willy Ronis e, successivamente, Édouard Boubat, che insieme a lui formeranno una corrente estetica spesso definita “umanista”. Nel 1983 gli viene assegnato il “Grand Prix national de la photographie”, a consacrazione di un’opera estremamente ricca e densa. Tale consacrazione passa inoltre attraverso le numerosissime esposizioni, in Francia come all’estero, le innumerevoli opere che rivisitano la sua fotografia dalle prospettive più varie, e i documentari a lui dedicati. E a Rovigo il pubblico italiano avrà il piacere di avvicinarsi al grande fotografo attraverso ben 133 delle sue più belle immagini.

Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

Media Relation
Alessandra Veronese – cell. 348 311 11 44
Comunicazione
Roberto Fioretto – Responsabile Ufficio Comunicazione – Tel. 049 8234800
comunicazione@fondazionecariparo.it

Ufficio Stampa della Mostra:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499
Rif. Simone Raddi gestione2@studioesseci.net

IMMAGINE DI APERTURA Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau