La personale di Simone D’Auria “My World” inaugura la galleria Spirale Milano | Art&Co

Dal 18 novembre 2021, il cuore di Milano si arricchisce di un nuovo luogo espositivo: SPIRALE MILANO | ART&CO, in via Moneta 1. L’evento inaugurale è My World, la personale di Simone D’Auria (Bergamo, 1976), una delle personalità artistiche più interessanti del panorama creativo che ha pensato per l’appuntamento a una mostra/installazione che occupi i diversi livelli in cui si sviluppa la galleria.

MILANO
18 NOVEMBRE 2021 | 30 GENNAIO 2022

LA PERSONALE DI SIMONE D’AURIA
“MY WORLD”
INAUGURA LA GALLERIA SPIRALE MILANO | ART&CO

L’esposizione presenta 60 opere che illustrano
il suo percorso artistico degli ultimi dieci anni

Simone D’Auria, Spoon, neon, vetro soffiato, 33×152 cm

La mostra, in programma fino al 30 gennaio 2022, promossa e organizzata da Spirale Milano e Art&Co, presenta 60 opere capaci di esplorare la ricerca più recente dell’autore bergamasco di nascita, ma milanese di adozione, tratte da alcuni dei suoi cicli più famosi.

A partire dal progetto Spoon, la serie di cucchiai giganti (alti oltre 150 cm) che richiamano Claes Oldenburg, realizzati in plastica riciclata, simbolo della rigenerazione dei materiali inquinanti presenti nei mari e negli oceani. Con Spoon, D’Auria si concentra sul rapporto dell’individuo con il mondo, approfondendo il tema della fame, intesa come fame di vita, di pensiero, di libertà, di esperienze, di apertura verso gli altri.

“L’arte di D’Auria è una pratica pop e ben si intenda non “popolare” nella sua versione dispregiativa – chiarisce Milovan Ferronato nel suo testo in catalogo -, bensì di accorta rilettura del sostrato sociale. Il concetto di artigiano è stato per molti anni desueto e di poco appeal, e invece nell’ultimo periodo ha ritrovato, oserei dire finalmente, il suo agognato riconoscimento. Essere artigiani delle proprie opere, come lo è nel caso di D’Auria, significa conoscere il valore plastico della materia, accudirlo al fine di plasmarlo. Significa, in poche parole, essere degli scultori”.

Naturale evoluzione di Spoon è la creazione dei dipinti di Mr. Spoon (che in mostra occuperanno un’intera parete), un personaggio-icona dotato di una propria dimensione artistica che vive all’interno di capolavori come la Danza di Matisse, l’Urlo di Munch, o di opere di autori quali Magritte, Banksy, Jeff Koons, Keith Haring e molti altri ancora.

Il tema della difesa della natura è molto presente nei lavori di D’Auria. Un esempio è la scultura Good boy, che verrà esposta per la prima volta, dove uno squalo addenta un globo che rappresenta la terra, o Moby sbang, una balena stilizzata dalle superfici specchianti.

La rassegna presenta inoltre alcune sculture in fibra di vetro della serie Fuck-Tank, nella quale, con il suo spirito dissacrante, D’Auria crea dei piccoli carri armati in fibra di vetro, le cui forme non convenzionali diventano uno strumento per proteggersi dalle sfide quotidiane dell’esistenza.

Al piano ipogeo della galleria, una sala farà dialogare gli acrilici su tela della serie Sorry Fontana, che interpreta i famosi tagli dell’artista italo-argentino, con la scultura di Pinocchio che pende dal soffitto.

Per tutta la durata della mostra, gli ambienti di Spirale Milano saranno avvolti dalla colonna sonora composta appositamente da Matteo Rigamonti, musicista, produttore, ingegnere del suono e DJ.

Accompagna la mostra, un volume (Skira) con testo di Milovan Farronato.


SIMONE D’AURIA. My world
Milano, Spirale Milano | Art&Co (via Moneta 1)
18 novembre 2021 – 30 gennaio 2022

Ingresso libero esclusivamente per le persone munite di green pass COVID-19

Orari: da martedì a sabato, dalle 15.00 alle 19.30

Informazioni
Tel. 02 878827; info@spiralemilano.com

Sito internet
www.simonedauria.com
www.artcogallerie.com

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | tel. 02.36755700 | clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it

IMMAGINE DI APERTURA Simone D’Auria, Photo credits: Massimiliano Braca

Espressionismo – La forza creatrice per scrutare l’interiorità più profonda dell’animo

di Sergio Bertolami

29 – La tempesta dell’Espressionismo

Ogni anno ha la sua storia. Per riprendere le fila del discorso sull’arte del Novecento (Seconda serie), scelgo il 1905 e non a caso. È l’anno in cui Einstein elabora la teoria della relatività ristretta e Robert Wood realizza il primo cristallo di sicurezza. Johon Danton costruisce il primo juke box con cui la gioventù dell’epoca può alternare le note di una doppia dozzina di dischi. Nella capitale austriaca, al Theater an der Wien, Franz Lehàr mette in scena l’operetta La vedova allegra e, alla Königliches Opernhaus di Dresda, Richard Strauss rappresenta in musica la Salomè di Oscar Wilde. Ma ciò che ci interessa più da vicino è che sempre a Dresda, in quello stesso anno 1905, un gruppo di studenti di architettura, desiderosi di conquistarsi “libertà d’azione e di vita”, fonda un movimento prorompente che chiamerà Die Brücke (il Ponte). Questi giovani hanno deciso di esprimersi con una tecnica recuperata dall’incisione e dalla xilografia del XV e del XVI secolo tedesco (Grünewald, Dürer, Cranach), ma tengono presenti le sperimentazioni condotte da Van Gogh, da Gauguin e le sue influenze polinesiane. La loro grafica restituisce linee spigolose, crude, immagini deformate. Non sono i soli, perché a Parigi, da ottobre a novembre di quello stesso 1905, nella sala 7 del Salon d’Automne, sono esposte opere così travolgenti per la violenza espressiva del colore, steso in tonalità pure e con effetti assolutamente innaturali, che il critico Vauxcelles definisce «cage aux fauves» quella sala del tutto inospitale, come dire la gabbia delle bestie “dal pelo fulvo”, cioè la gabbia delle belve selvagge. Sembra quasi che nella capitale francese non si paventi più che in una mostra possa esserci un nuovo scossone: i tempi dei contestati Salon sono lontani e la pittura rassomiglia all’acqua cheta della Senna che scorre sotto i ponti.

Scrive L’illustration: «Ci è stato detto: “Perché L’illustration, che consacra ogni anno ai tradizionali Saloni di primavera tutto un numero, sembra ignorare il giovane Salon d’Automne?”. Voi lettori di provincia e stranieri, esuli lontani dal Grand Palais, sareste felici di avere almeno un’idea di questi capolavori poco conosciuti, che i giornali più seri (lo stesso Temps) hanno così calorosamente elogiato. Per queste ragioni, dedichiamo due pagine, così da riprodurre al meglio delle nostre capacità una dozzina di quadri suggestivi del Salon d’Automne. Manca sfortunatamente il colore, ma si potranno almeno giudicare il disegno e la composizione. Se alcuni lettori rimarranno sorpresi da certe nostre scelte, invitiamo tutti a leggere le righe stampate sotto ogni quadro: sono i pareri dei più illustri scrittori d’arte, e noi ci sottraiamo (da ogni commento) dietro la loro autorevolezza. Mettiamo soltanto in evidenza che, se la critica, in passato, riservava tutto il suo incenso alle glorie consacrate e tutto il suo sarcasmo ad esordienti e praticanti, oggi le cose sono davvero cambiate». Sicuro che sono cambiate! Per tornare a Dresda, anche la Dresdner Secession è ormai fuori dal tempo e persone come il professore Gotthardt Kuehl, pioniere dell’Impressionismo tedesco col suo circolo Die Elbier (L’Elba), non possono che combattere una battaglia persa in partenza.

Henri Matisse, Donna con cappello, 1905, San Francisco Museum of Modern Art

La verità è che in questi anni si stanno sviluppando nuove sensibilità che trovano le premesse nelle esperienze di personalità come Ensor, Munch, van Gogh, Gauguin. Sensibilità che scorgono possibili relazioni con l’arte popolare, con le culture primitive, con le nuove espressioni musicali. L’arte non è a compartimenti stagni, disciplinata e analgesica. Ci sono nuovi linguaggi, non sempre univoci, che non hanno ancora neppure un nome che li accomuni, né un organo di stampa che ne diffonda lo spirito. Tempo al tempo: solo cinque anni più tardi Herwarth Walden – scrittore, critico, compositore di musica – fonderà una galleria d’arte e una relativa rivista, Der Sturm, ovvero La tempesta: sono approdi concettuali di un movimento che alle “impressioni” di una realtà oggettiva sostituirà le “espressioni” del mondo soggettivo dell’artista. Sulle pagine di Der Sturm del 1914, Adolf Behne titola Deutsche Expressionisten un suo intervento. Nel 1916 Hermann Bahr pubblica un libro di successo: Expressionismus. L’Espressionismo, grazie a questi testi, si chiarisce al pubblico come movimento artistico che propone di contrapporre alla pittura impressionista un’arte personale, coinvolgente, capace di fare risaltare ogni umano dramma esistenziale. Mentre l’Impressionismo descrive ancora la realtà fisica, l’Espressionismo non ambisce più questa realtà, ma la vuole sottomessa alle turbolenze degli stati d’animo. Un movimento, dunque, del tutto innovativo che racchiude due vitalità contrapposte: l’una sensitiva, l’altra volitiva. Le sue forme espressive saranno per questo diverse. Nella Francia di Bergson, e del suo “slancio vitale”, prende strada il movimento dei Fauves. Nella Germania di Nietzsche, e della sua “volontà di potenza”, si affermeranno Die Brücke e Der Blaue Reiter. Due vitalità, quella francese e quella tedesca, che teoricamente avrebbero potuto fondere il classicismo latino e mediterraneo con il romanticismo germanico e nordico. Una fusione che non si realizzerà mai, in assenza di una ricerca comune, anche se ci saranno incontri e tentativi. Il vento della Storia spira in realtà in tutt’altra direzione. Il dissidio delle nazioni per l’egemonia economica e politica in Europa porterà ben presto al primo conflitto mondiale. Una sorta di testimonianza dal vivo è proprio il libro di Hermann Bahr. Expressionismus, uscito nel corso della Grande guerra, ebbe tre edizioni in poco tempo. Le sue intense pagine mettono in luce la reazione dell’Espressionismo nei confronti dell’Impressionismo, giustificando in qualche modo il suo grido di angoscia, la sua mancanza di speranza. Ne stralcio un brano iniziale, condensando più pagine in poche righe. Mi pare che rappresentino bene il dibattito interiore tra generazioni diverse.

kirchner, Invito alla Brücke, 1906

«Dovrei tenere una conferenza a Danzica, all’Hebest. Il consigliere comunale Goerltz, presidente dell’associazione dove spesso prendo la parola, mi ha offerto di parlare sull’ultima arte: sull’Espressionismo, il Cubismo, il Futurismo. Mi ha incoraggiato a non risparmiarmi. Ma quando ho detto di sì, è stato difficile per me, perché ho dovuto riflettere prima di tutto su cosa penso io stesso dell’Espressionismo. Sono cresciuto con l’Impressionismo. Ero un impressionista prima di conoscerne uno. Quindi, ho seguito l’Impressionismo per tutto il corso della mia vita. E quando all’improvviso l’ho visto non più minacciato dal vecchio, ma dalla nuova gioventù, mi sono ricordato che per noi s’era fatta sera. All’inizio ho solo concluso che era finalmente ora che imparassi a invecchiare dignitosamente. Quelli che erano giovani quando anche io ero giovane non lo volevano affatto, e questo mi dava fastidio. Ora vedono i giovani così stolti e ingiusti, come trent’anni fa vedevano noi. La prima conseguenza è stata che ho evitato d’incontrare gli espressionisti. Piano piano l’ho superato, e mi sono detto: devi imparare a orientarti, delle nuove persone sono qui, lo vedi! Così ho fatto. Non ho capito tutto di loro, ma non ho trovato nulla che mi ha fatto arrabbiare: ho visto all’opera grande volontà, con passione pura e, anche se non sempre potevo interpretarla, ho avuto la forte sensazione della più bella promessa. Dopotutto, cosa c’entra con i cittadini di Danzica, se mi piace o non mi piace l’Espressionismo e per quali ragioni? Che senso ha promuovere un’arte o mettere in guardia contro quell’arte? Ha senso essere Giudici d’arte?».

Il numero della rivista Der Sturm sulla quale appare il saggio di Adolf Behne, 1914
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Pagina dopo pagina Hermann Bahr spiegava che inizialmente furono definiti “Espressionisti” i componenti di un gruppo di pittori francesi, non tedeschi. Erano Picasso e altri artisti della cerchia di Matisse. Era un modo appropriato per indicare i nuovi orientamenti dell’arte francese. Il termine Espressionismo entrò nell’uso “tedesco” dopo che nel 1914 il critico figurativo Adolf Behne, esponente dello Sturm, affermò che il nuovo movimento rappresentava «il ridestarsi di tendenze che hanno sempre dominato l’arte nelle sue epoche più felici». In realtà, sulla scena erano comparsi i due gruppi della Brücke e del Blaue Reiter. In sintonia con loro, Herwarth Walden colse nell’Impressionismo e nell’Espressionismo non due fasi storiche nella evoluzione dell’arte moderna, bensì due differenti momenti dello spirito umano. La ricerca comune consisteva per lui nel comprendere le immagini del mondo, non più necessariamente legate ad una rappresentazione naturalista (ein getreues Abbild der Natur), ma rispecchiava nell’opera d’arte il contenuto dell’immagine interiore (Bild). «È qualcosa di più di un mero ricordare o di una semplice riproduzione del vedere sensibile; è una produzione autentica, perché il vedere spirituale ha una forza creatrice, la forza di creare un mondo secondo leggi diverse da quelle della vista sensibile».

IMMAGINE DI APERTURA – L’orologio al Musée D’Orsay – Foto di Hermann Traub da Pixabay 

Fiona Grace – Una Villa in Sicilia: Omicidio all’olio di oliva

Questo è il romanzo di debutto di una nuova affascinante serie “cozy mystery” firmata dall’autrice bestseller Fiona Grace. La protagonista del racconto, Audrey Smart, 34 anni, è una brillante veterinaria stufa dei suoi clienti esigenti che pensano di saperne più di lei e che non hanno a cuore i loro animali. Distrutta dalle infinite ore di lavoro, si chiede se sia arrivato il momento di una nuova direzione. E quando la cena di classe per il quindicesimo anniversario (e le sue speranze di riaccendere una vecchia fiamma) si rivelano un disastro, Audrey capisce che è arrivato il momento di cambiare.

Audrey vede un annuncio per una casa da 1 dollaro in Sicilia: la cosa la incuriosisce. Unico intoppo è che la casa ha bisogno di essere ristrutturata, una cosa di cui lei sa molto poco. Si chiede se sia vero, e se lei possa essere sufficientemente pazza da farlo. Riuscirà Audrey a costruirsi una vita e una carriera – oltre alla casa dei suoi sogni – in un bellissimo paesino siciliano? E magari anche trovare l’amore? Oppure una morte inaspettata – un delitto che solo lei potrà risolvere – metterà fine a tutti i suoi piani? Certi sogni sono forse troppo belli per potersi avverare?

Un giallo da sbellicarsi dalle risate, pieno zeppo di mistero, intrighi, rinnovo, animali, cibo, vino, e ovviamente amore. UNA VILLA IN SICILIA catturerà il vostro cuore e vi terrà incollati alle pagine fino alla fine.

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IMMAGINE DI APERTURA – copertina del libro 

Biblioteca Fregene Gino Pallotta (Roma): incontro su “Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante”

La Biblioteca Fregene Gino Pallotta concluderà le iniziative dell’anno 2021 offrendo al pubblico due eventi su Dante Alighieri e aprirà la stagione culturale del 2022 con uno dei più conosciuti ed amati artisti internazionali, Gustav Klimt.

Infatti, in occasione delle grandi mostre in corso a Roma, “Inferno” alle Scuderie del Quirinale e “Klimt. La Secessione e l’Italia” a Palazzo Braschi, la Biblioteca ha organizzato tre incontri, curati dallo storico dell’arte Sandro Polo, che mirano ad approfondire le tematiche delle esposizioni ancorandole ai contesti storici sociali, artistici e culturali.

Biblioteca Fregene Gino Pallotta
Incontro

Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante

A cura di Sandro Polo

27 novembre 2021 ore 18.00

Casa della Partecipazione
Via del Buttero, 10 – Maccarese (Fiumicino – RM)

Il giorno 27 novembre alle ore 18.00 presso la Casa della Partecipazione di Maccarese si svolgerà l’incontro “Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante”: Sandro Polo parlerà delle scoperte scientifiche, degli usi, dei costumi e dei grandi cantieri fiorentini dell’epoca di Dante, espressione di quel nuovo modo di pensare che costituirà la premessa alla nascita del Rinascimento toscano. Nel Duecento e per buona parte del Trecento Firenze vive un momento di straordinaria fioritura culturale, economica e demografica che la trasformarono in una delle metropoli più grandi e importanti dell’epoca: in questo contesto dinamico e creativo vivono e si esprimono i due principali artefici di una nuova, rivoluzionaria cultura: Dante e Giotto. Nell’anno in cui ricorre il settimo centenario della morte di Dante la conferenza rappresenta un omaggio della Biblioteca al Poeta.

Il giorno 11 dicembre alle ore 18.00 presso la Casa della Partecipazione di Maccarese, l’incontro “L’immaginario dantesco nella storia dell’arte” costituisce un’introduzione alla mostra “Inferno” -visitabile fino al 9 gennaio 2022- che racconta l’iconografia del mondo dei dannati, dal Medioevo ai nostri giorni. Sandro Polo illustrerà, contestualizzandoli, alcuni fra gli oltre 200 capolavori esposti alle Scuderie del Quirinale e si soffermerà sulla diffusione e il senso del revival gotico che ha caratterizzato buona parte dell’architettura eclettica ottocentesca italiana. Coloro che vorranno approfondire ulteriormente il percorso della mostra potranno visionare il catalogo in biblioteca.

Infine, il 5 gennaio alle ore 18.00, sempre presso la Casa della Partecipazione di Maccarese, la Biblioteca apre la nuova stagione culturale con l’incontro “Klimt e la Secessione Viennese”. A cavallo tra Ottocento e Novecento Vienna appare come una capitale europea elegante e pacata dolcemente sospesa tra i valzer e le operette di Strauss e Lehar. Dietro questa facciata rassicurante la città è scossa da forti tensioni sociali che ne stanno minando le fondamenta. Una stupefacente presenza di artisti e intellettuali intercetta e indaga le inquietudini e i sottili cambiamenti in corso alla luce delle sconvolgenti novità freudiane. L’opera di Klimt rispecchia fedelmente le contraddizioni di questo periodo: il suo lavoro, pur risplendendo di aurea bellezza, è attraversato da linee e immagini nervose, da un eros potente e misterioso che ammalia e allarma. Klimt non va oltre, rimane uno splendido e irrequieto tramonto sulla Storia; saranno i drammatici linguaggi di Schiele, Kokoschka, Schoenberg e molti altri ad anticipare quell’abisso verso cui Vienna e tutta l’Europa stanno inesorabilmente scivolando: la I Guerra Mondiale. Coloro che vorranno approfondire ulteriormente il percorso della mostra potranno visionare il catalogo in biblioteca. Per rispettare adeguatamente le norme anti-Covid la Biblioteca ha deciso di organizzare gli incontri presso la Casa della Partecipazione di Maccarese che garantisce un sereno distanziamento. È necessaria la prenotazione: scrivere a bibliofregene@libero.it.


INFO

Incontro
Arte e vita quotidiana ai tempi di Dante

A cura di Sandro Polo
27 novembre 2021 ore 18.00

Incontro
L’immaginario dantesco nella storia dell’arte

A cura di Sandro Polo
11 dicembre 2021 ore 18.00

Incontro
Klimt e la Secessione Viennese

A cura di Sandro Polo
5 gennaio alle ore 18.00

Casa della Partecipazione
Via del Buttero, 10 – Maccarese (Fiumicino – RM)
È necessaria la prenotazione: scrivere a bibliofregene@libero.it.
Ingresso con Green Pass

Biblioteca Fregene Gino Pallotta
Viale della Pineta 140 – Fregene

Tel. 06/65210745 – 06/65210744
bibliofregene@libero.it
www.bibliotecafregene.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next

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Autori vari: Il Gabinetto di Architettura antica e Tecnica degli stili

Catalogo della mostra “Studio Tecnico di Architettura” del Politecnico di Torino. Presentazione del patrimonio e degli archivi al fine delle ricerche sull’architettura antica e moderna a cavallo tra Otto e Novecento come strumento per la formazione dei professionisti del Politecnico.

CONTINUA A LEGGERE SU ACADEMIA.EDU (OPPURE ESEGUI IL DOWNLOAD): Il Gabinetto di Architettura antica e Tecnica degli stili “Mostra fotografica strumenti per la didattica nelle collezioni storiche della biblioteca centrale d’ingegneria”

IMMAGINE DI APERTURA tratta dalla copertina del volume

Autori vari
Il Gabinetto di Architettura antica e Tecnica degli stili

Roma, Fondazione Toti Scialoja: Arte e identità della specie umana di Gabriele Simongini

Presentazione del libro

Arte e identità della specie umana

di Gabriele Simongini

Intervengono:
Arnaldo Colasanti – Claudio Crescentini – Alberto Dambruoso

29 novembre 2021 ore 18.00

Fondazione Toti Scialoja
Via di S. Maria in Monticelli 67 – Roma

Colophon e sommario del libro

Il giorno 29 novembre 2021 alle ore 18.00 la Fondazione Toti Scialoja ospita la presentazione del libro Arte e identità della specie umana (Manfredi Edizioni) di Gabriele Simongini. Interverranno, oltre all’autore, il Presidente della Fondazione Arnaldo Colasanti, e gli storici dell’arte Claudio Crescentini e Alberto Dambruoso. L’evento costituisce la prima di una serie di presentazioni che coinvolgeranno diversi protagonisti del mondo dell’arte, affrontando di volta in volta un tema specifico del saggio.

L’arte è oggetto di una aggressione parassitaria da parte della moda, del design, dei social network, della speculazione finanziaria e del marketing che è parallela alla costante, progressiva cancellazione della memoria e della natura alla quale stiamo assistendo passivamente. Nel segno di un pluralismo polifonico che superi e purifichi l’ego autoriale, in questo saggio Gabriele Simongini ricorre ad una sorta di dialogo ideale e ad un montaggio di voci autorevoli, diverse e disseminate nel tempo, che hanno colto quasi profeticamente i segni dell’annichilimento di arte, natura e memoria che caratterizza la nostra epoca. L’obiettivo, tenendo conto che l’ibridazione fra gli esseri umani e la tecnologia è ormai inevitabile, è quello di ipotizzare come proprio l’arte possa salvaguardare l’identità della specie umana riallacciando legami profondi, primigeni e ramificati con la memoria e con la natura, svincolandosi il più possibile dall’abbraccio mortale dell’intrattenimento e della strategia puramente speculativa del sistema finanziario ma anche contrastando la colonizzazione del vivente da parte delle macchine.

Al termine della presentazione sarà possibile visitare la sede della Fondazione, dimora di Toti Scialoja negli ultimi suoi anni, che conserva alcune sue opere nonché la sua biblioteca.

Gabriele Simongini insegna Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Collabora con “Il Tempo”. Fa parte dei Comitati scientifici della Fondazione Toti Scialoja, della Libera Associazione Vasco Bendini e dell’Archivio Vinicio Berti. È stato Commissario nella XIV Quadriennale Nazionale d’Arte (2004-2005). Ha fatto parte del Comitato di Studi per il Padiglione Italia della 54a Biennale Arti Visive di Venezia (2011). È stato consulente artistico della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. Ha curato numerose mostre in musei italiani e stranieri, dedicando cataloghi e monografie anche a gruppi e sodalizi come l’Art Club, “Forma 1” e la Scuola di piazza del Popolo. Ha pubblicato, fra l’altro, il “Catalogo Ragionato dell’Opera Incisa (1962-1993) di Piero Dorazio” (1996) e il libro “Astrattismo italiano” (2004).


INFO
Gabriele Simongini
Arte e identità della specie umana

Manfredi Edizioni

Fondazione Toti Scialoja
Via di S. Maria in Monticelli 67 – Roma
info@totiscialoja.it – tel. +39 06.68809900
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IMMAGINE DI APERTURA – Invito

Pisa, Museo della Grafica: Un pomeriggio d’autunno al museo tra opere d’arte, carta e penna

Il Museo della Grafica organizza il laboratorio per famiglie:

UN POMERIGGIO D’AUTUNNO AL MUSEO
TRA OPERE D’ARTE, CARTA E PENNA 

Domenica 28 novembre, ore 16:00
Età consigliata: 6 – 11 anni

Come moderni cantastorie e con l’aiuto di alcune carte speciali, inventeremo un’originale storia ispirandoci alle opere della mostra Lo scrigno svelato. Tesori d’arte dalle collezioni pisane.

E non dimenticate di portare via con voi le carte speciali per poter creare tante altre storie divertenti insieme ai vostri amici e in famiglia!

Età consigliata per i bambini: 6 – 11 anni (età scolare)
Costo: 4 €
Partecipazione su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it
Scadenza prenotazioni: venerdì 26 novembre, ore 13:00.
È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività. 
Per maggiori informazioni clicca qui
Telefono: 050 2216059/70 – Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it

Per accedere al Museo è necessaria la certificazione verde COVID-19 per gli adulti accompagnatori

IMMAGINE DI APERTURA – Invito

Il vino? Uno strumento di relazione – Paolo Pantani intervista i professori Bruno de Concilis e Pasquale Persico

Paolo Pantani, nella sua rubrica in onda su Canale 695, emittente partenopea, s’intrattiene con i suoi ospiti su di un tema estasiante, nel vero senso della parola. Il professore Pasquale Persico, ordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Salerno e il professore Bruno de Concilis, rettore dell’Ateneo di Vini Erranti. Parleranno di terroir, che nel linguaggio degli specialisti dell’enogastronomia, indica il rapporto tra un prodotto agricolo e il territorio in cui è coltivato. Il prodotto in questione è naturalmente il vino e sul vino l’intera trasmissione si svolge, mettendo in luce le molteplici sfaccettature positive, che, se colte nel modo più opportuno, prospettano possibilità economiche migliori per i nostri territori: un vero e proprio passaporto per il futuro.

Paolo Pantani su Canale 695

IMMAGINE DI APERTURA Illustrazione ArtTower da Pixabay 

Biblioteca Regionale Universitaria: Messina e le cure al soldato Cervantes, nel solco delle conquiste della Medicina e della Farmacia nel XVI e XVII secolo

Nel rispetto delle misure anti-Covid e previa  esibizione di green pass, venerdì 26 novembre 2021, alle ore 17, in occasione del 450° della Battaglia di Lepanto e del ricovero di Cervantes nel Grande Ospedale, avrà luogo presso la Biblioteca Regionale “Giacomo Longo” di Messina, in occasione del 450° della Battaglia di Lepanto, l’evento titolato:

Messina e le cure al soldato Cervantes, nel solco delle conquiste della Medicina e della Farmacia nel XVI e XVII secolo.
Testi di Miguel De Cervantes Saavedra e scritti intorno alla Sua figura

In esposizione pregevoli testi del Fondo Antico, tratti dal Catalogo d’Istituto “Medicina e Farmacia dal 1497 al 1830”, altre pubblicazioni rare di Cervantes e testi moderni sulla figura, produzione e permanenza a Messina di Cervantes. All’inaugurazione della mostra, in presenza tra l’altro di Autorità cittadine, precederà una conferenza per ricostruire il ricovero di Cervantes nell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia,reso dal Manager delle Professioni Sanitarie, Pedagogista e Fisioterapista, Dott. Filippo Cavallaro.
Faranno da corollario alla manifestazione culturale i costumi storici di Bettina Cascio Gioia-Associazione Corteo Storico Carlo V (Nicosia) e la presenza dei figuranti dell’Associazione storico-culturale Tercio Viejo de Sicilia.
Vi attendiamo numerosi!

Post dell’evento sono presenti sulle pagine social della Biblioteca:
FACEBOOK
INSTAGRAM

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e/o suggerimenti.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Ufficio Relazioni con il Pubblico
Funzionario Direttivo: Maria Rita Morgana

urpbibliome@regione.sicilia.it
tel.090674564

IMMAGINE DI APERTURA – Locandina

Vincenzo Scolamiero a Siena con la mostra “Del silenzio e della trasparenza”

Sotto le volte medievali si alternano 60 grandi tele, lavori su carta, libri d’artista, video e altri materiali, frutto di una rigorosa ricerca che muove dalla forza astraente della poesia e della musica e prende forma in una pittura lenta, sedimentata, allo stesso tempo concreta e misteriosa. 

Del silenzio e della trasparenza

Pittura, musica, poesia e oro in mostra
Vincenzo Scolamiero a Siena
Palazzo Pubblico – Magazzini del Sale

SIENA, PALAZZO PUBBLICO – MAGAZZINI DEL SALE
27 NOVEMBRE – 9 GENNAIO 2022
INAUGURAZIONE 27 NOVEMBRE ORE 11.30-17

Il dialogo tra pittura, musica e poesia vanta una solida tradizione italiana. Spartiti, antifonari, note e pentagrammi sono sempre apparsi nei dipinti, dal Medioevo all’Ottocento; e innumerevoli artisti, nel tempo, sono stati musici e poeti, compositori o esecutori, in un dialogo costante che solo agli esordi del secolo scorso si trasforma nell’inedito linguaggio dell’astrazione, allorché la pittura trova nel lessico musicale o lirico la ragione per abbandonare le forme della realtà, e con esse la mimesi.

Eppure tra i vasti ambienti in laterizio, splendido esempio di recupero di spazi pubblici fino a mezzo secolo fa dimenticati, sono esposti una sessantina di lavori nei quali il rapporto tra le tre arti non proviene dalla tradizione, né attinge a scontate reciprocità, ma fonda una prassi espressiva vitalissima e nuova.

Protagonisti della personale di Vincenzo Scolamiero, che già dal titolo Del silenzio e della trasparenza argomenta in bella forma arcaica lo spirito che la anima, sono alcuni recenti cicli di grandi tele e quaderni d’artista. Lavori eseguiti con pigmenti vari, inchiostri, chine e scintillanti polveri metalliche, a comporre forme solide e piane, lastre di colore e pieghe terrestri, tagliate dalla luce e scompaginate da un vento ancestrale. 

Dell’azzurro silenzio-1 Omaggio a Luigi Nono, 2020

Il tema centrale è, certo, il rapporto con la musica e la poesia, e celebra l’incanto che l’artista romano ha provato nell’incontro con alcuni grandi compositori contemporanei – tra gli altri, Birtwistle, Ades, Reich, Adams e certa musica minimalista o liturgica, oltre al suo amato Luigi Nono, cui è dedicata una sezione – e in quello con i tanti poeti cari, cui si aggiungono alcune recenti scoperte, quali le liriche del premio Nobel Louise Glück. Ma per Scolamiero musica e poesia non sono riecheggiamenti, né evocazioni di atmosfere. Il rapporto è necessario e reciproco: la sua pittura si nutre di esse, ne trae senso e ne restituisce immagine, in una fluidità di relazioni e rimandi che cerca tra le arti un filo conduttore eterno e immutabile.

Ogni potente suggestione nuova non fa che esaltare forme e spazi già sedimentati, nella ricerca figurativa di Scolamiero, che sia la forza primigenia delle composizioni di Birtwistle a sommuovere come un terremoto le zolle e le carte dipinte, o l’ossessiva ciclicità dell’antifona medioevale che scarta di un soffio il ritmo di alcune sue serie figurative, oppure l’eco tellurica dei versi della Louise Glück che aiuta l’artista a esplorare le profondità dell’ombra. 

Ma un terzo protagonista accende le tele in mostra. Se la poesia e la musica alimentano l’immaginazione e indirizzano le forme, una recente sperimentazione materica ne orienta il lume, per dirla con Leonardo, e nel contempo restituisce concretezza e verità alla tensione ideale: con l’uso originalissimo di preziose polveri lamellari, le stesse usate nei laboratori di restauro e doratura, Scolamiero accumula altro spazio, spinge verso il piano limite dei dipinti con ampie stesure luminescenti – declinando ori rosati, arancio e grigi – che si piegano come lastre preziose sotto una forza misteriosa. L’oro invade tutto, dalle superfici luminose alle più oscure cavità, accende le ombre e risplende nei colori. E sembra, qui al pianterreno del Palazzo Pubblico, volere rendere omaggio all’illustre scuola senese che dal Medioevo al Rinascimento ha insegnato a generazioni di grandi artisti a stendere dolcemente la foglia dorata sui fondi lignei, poi a lucidarla e a punzonarla per le aureole, gli orli dei manti, le cornici e le ali degli angeli.

Alle tele si aggiunge la produzione di tre cicli di libri d’artista, altro modello raro di commistione tra lessico musicale o poetico ed espressione figurativa. Gli esemplari sono frutto della collaborazione con il poeta Milo De Angelis – da cui sono state realizzate 12 opere uniche – e con la compositrice Silvia Colasanti, dallo scambio con la quale ne sono uscite sette del tipo partitura/pittura.

Un terzo libro d’artista è stato commissionato dalla Federazione Unitaria Scrittori Italiani per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri. È un’altra delle speciali sperimentazioni espressive in cui Scolamiero lascia sgorgare e scorrere il flusso della fascinazione sollevata dalla grande poesia dantesca, per poi incanalarla nel serrato e rigoroso processo della creazione artistica.

La mostra è presentata dal Comune di Siena, ideazione e cura inner room – Siena, ed è realizzata in collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana di Siena, la Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma, e con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Roma e del Museo d’Arte Contemporanea Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona di Rende (CS).

In occasione dell’esposizione sarà disponibile il catalogo con testi delle storiche dell’arte Francesca Bottari, Tiziana D’Acchille, Giuliana Stella, pubblicato da De Luca Editori d’Arte in Roma.

In collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana di Siena, una selezione di tavole del libro/opera “Ogni cosa ad ogni cosa ha detto addio”, realizzato con la compositrice Silvia Colasanti, saranno esposte nei locali della Chigiana Art Café, in Via di Città, 89, Siena.

Earth dances Omaggio a Harrison Birtwistle, 140×190

Biografia

Diplomato in Pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, nel 1986.

È docente di Pittura presso il Dipartimento di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Roma, città nella quale vive e lavora.

Inizia la sua attività artistica con la mostra personale presentata da Antonio Alessandro Mercadante presso la Galleria Ferro di Cavallo a Roma nel 1987, viene selezionato nello stesso anno per la più importante rassegna di quegli anni rivolta agli artisti emergenti del Comune di Roma, Assessorato alla Cultura: Giovani Artisti a Roma III dove ha una sala personale nel Palazzo delle Esposizioni di Roma. Del 1990 l’incontro con Maurizio Calvesi che presenterà una sua mostra personale nella Galleria de’Serpenti di Roma nel 1991. Nel 1995 inizia la collaborazione con la Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma e nel 1999 la doppia personale Laura Barbarini e Vincenzo Scolamiero sempre alla Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea. Del 1996 la personale alla galleria AA.M-Architettura Arte Moderna a cura di Fabio Briguglio e Francesco Moschini. Numerose da allora le mostre personali e le rassegne espositive di carattere nazionale e internazionale, alle quali ha partecipato: dalla Quadriennale Romana, alla Biennale di Venezia, dalla Biennale d’Arte Sacra curata da Maurizio Calvesi, alla rassegna The return of the cadavre exquis del Drawing Center di New York, alla mostra Italia,Giappone-venti artisti a confronto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, curata da Augusta Monferini.

Viene più volte invitato al Premio Michetti dove vince il primo premio nell’estate del 2014, e ancora espone al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Chiostro del Bramante sempre di Roma, alla Casa dei Carraresi di Treviso e a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto. Nella primavera del 2014 il suo lavoro è stato esposto a Palazzo Fava a Bologna nella mostra curata da Marco Goldin La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, nella rassegna Attorno a Vermeer. I volti, la luce, le cose. Collaborazione, questa, con Marco Goldin, che lo invita nelle sue rassegne già dal 1996, nella mostra itinerante Pitture il Sentimento e la Forma – Artisti italiani degli anni cinquanta e sessanta alla Casa dei Carraresi di Treviso, e nella mostra Pittura d’Italia paesaggi veri e dell’anima, del 2009 presso Castel Sismondo a Rimini, dello stesso anno la partecipazione al XLVII Premio Vasto d’Arte Contemporanea – L’Icona Ibrida, a cura di Gabriele Simongini, Vasto, Chieti.

Inoltre sue mostre personali sono state ospitate in rilevanti spazi pubblici:  la mostra La piuma e la pietra nella Galleria Nazionale d’Arte Contemporanea della Repubblica di San Marino – Logge dei Balestrieri, la mostra Invito a palazzo arte e storia nelle banche, nelle sale della Banca Nazionale del Lavoro, Sede Centrale di Roma, la mostra Col niente e la rugiada  presso la Galleria d’Arte Comunale d’AC di Ciampino, e L’incongruo naturale nella Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea di Gaeta, nel Museo Carlo Bilotti di Roma.

Nel 2014, 2015 e 2017 è presentato al Busan Art Fair di Busan in Korea introdotto dalla Kips Gallery di New York. Nel 2014 è presente in Korea a Seul nella mostra Ariadne’s thread – con Luca Coser, Enrico Luzzi, Vincenzo Scolamiero, curata da Ken Kim e Nicola Davide Angerame per la galleria and.n Gallery di Seul.

Nel mese di maggio 2015 è invitato a New York per una residenza d’artista dalle gallerie Kips Gallery, bcs Gallery e ARNPY, Long Island, New York, conclusasi con la mostra There are reasons a cura di Nicola Davide Angerame.

Altre importanti mostre personali sono: 2008 In un giro di vento presso la Galleria Delloro di Roma, nel 2014 Senza permesso in un campo, presso la Galleria Porta Latina di Roma con testi in catalogo di Lorenzo Canova e Antonio Mercadante e nel 2016 la personale L’incongruo naturale presso la Pinacoteca Comunale d’arte Contemporanea di Gaeta con testi in catalogo di Giorgio Agnisola, Marcello Carlino e Claudio Crescentini.

Nel 2017 inizia un rapporto di collaborazione con la compositrice Silvia Colasanti per la quale elabora video scenografie e immagini per il frontespizio ed il booklet del Requiem “Stringeranno nei pugni una cometa” commissionato alla compositrice dal 60” festival dei Due mondi di Spoleto per commemorare le vittime dei terremoti in centro Italia. Le video scenografie sono state proiettate durante l’esecuzione del concerto finale del Transart Festival di Bolzano nel settembre 2017. Nel 2018 termina la realizzazione di sette libri-opera realizzati a quattro mani con la compositrice Silvia Colasanti sul suo Quartetto d’Archi: Ogni cosa ad ogni cosa ha detto addio, per le Edizioni Eos-Libri d’Artista di Piero Varroni in Roma. Nello stesso anno viene invitato ad esporre presso l’Art Museum di Phoenix – China nella rassegna Italian Contemporary Art of Cross-Cultural Vision, a cura di Zhang Yidan e Wang Shengwen. Nel 2019 tiene l’importante mostra personale Della declinante ombra presso il Museo Carlo Bilotti di Roma, che segna la presenza di quasi 12.000 visitatori, la mostra è stata a cura di Gabriele Simongini, con catalogo De Luca Editore d’Arte.

Nel luglio dello stesso anno la mostra Turbulence con la Galleria Mizuma Kips & Wada Art Gallery di New York e sempre nel 2019 la doppia mostra personale Distico – Piero Sadun Vincenzo Scolamiero a cura di Marco di Capua per la Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma.

Nel marzo 2021 al Museo Napoleonico di Roma la mostra Le altre opere – Artisti che collezionano artisti, a cura di Lucilla Catania, Daniela Perego, Claudio Crescentini, Federica Pirani, Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale, Sovrintentenza Capitolina, Roma

È rappresentato a Roma dalla Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea


Ufficio stampa Melasecca PressOffice
Roberta Melasecca
tel. + 39 3494945612-
email: info@melaseccapressoffice.it


SCHEDA INFO

Titolo mostra: Vincenzo Scolamiero – Del silenzio e della trasparenza

Luogo Museo: Palazzo Pubblico – Magazzini del Sale – Piazza del Campo 1, Siena

Apertura al pubblico: Inaugurazione 27 novembre 2021 h.11.30 – 17.00

Promossa da: Comune di Siena,

Ideazione e cura: inner room, Siena

In collaborazione con:                                  
Fondazione Accademia Musicale Chigiana,
Galleria Edieuropa – QUI arte contemporanea
Museo Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona – Arte Contemporanea

Con il patrocinio di: Accademia di Belle Arti di Roma

Catalogo: De Luca Editori d’Arte in Roma

Info Mostra: 27 novembre 2021 / 9 gennaio 2022

Servizi museali


SPONSOR SISTEMA MUSEI CIVICI

ORARI:
dal lunedì alla domenica dalle ore 10, 00 alle 18,00 (chiusura biglietteria 17, 15)
Natale: Museo chiuso
Capodanno: 12.00 – 18.00

BIGLIETTI (Museo Civico + Magazzini del Sale)
Intero € 10,00
Ridotto € 9,00
– ragazzi da 12 a 19 anni, over 65, studenti universitari non iscritti ad istituzioni universitarie senesi, militari, categorie convenzionate
Biglietto famiglia (2 adulti+minori da 11 a 18 anni) € 22,00

Gratuito:
– residenti nel Comune di Siena, minori di 11 anni, scuole pubbliche ed universitarie senesi, docenti accompagnatori, accompagnatori gruppi, portatori di handicap e relativo accompagnatore, giornalisti
biglietti cumulativi: Museo Civico + Santa Maria della Scala € 14,00
Biglietti integrati: Museo Civico + Santa Maria della Scala + Pinacoteca Nazionale di Siena € 20,00

INFO E PRENOTAZIONI
Tel.: 0577-292614/15
E-mail: ticket@comune.siena.it
on line:  B-ticket

I biglietti cumulativi sono prenotabili su: ticket@comune.siena.it  
sul sito del museo civico e al 0577292615
oltre che sul sito del SMS al 0577286300  
sienasms@operalaboratori.com