Ferrara, Palazzo dei Diamanti: RINASCIMENTO A FERRARA. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

RINASCIMENTO A FERRARA
Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa
Ferrara, Palazzo dei Diamanti

18 febbraio – 19 giugno 2023

Mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli

Organizzata da Fondazione Ferrara Arte (direttore Pietro Di Natale) e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con Direzione generale archeologia, belle Arti e paesaggio del Ministero della Cultura, con il patrocinio del Ministero della Cultura

Vernice per la Stampa: giovedì 16 febbraio 2023, ore 12

Per la riapertura dei nuovi spazi espositivi di Palazzo dei Diamanti una grande mostra su Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

Ercole de’ Roberti: Porzia e Bruto, c. 1490-93
Olio su tavola, cm 48,7 x 34,3
Fort Worth, Kimbell Art Museum

A seguito di un complesso intervento di restauro e riqualificazione, Palazzo dei Diamanti il 18 febbraio 2023 riaprirà i battenti accogliendo la mostra dedicata a due grandi maestri ferraresi del Rinascimento: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. L’esposizione costituisce la prima tappa di un progetto più ampio e ambizioso intitolato Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d’Este, che indagherà la vicenda storico-artistica del periodo compreso tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio. Gli altri momenti del percorso – idealmente inaugurato dalla rassegna Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este, tenutasi a Palazzo dei Diamanti nel 2007 – saranno dedicati ai grandi protagonisti di quella stagione: Mazzolino e Ortolano, Dosso e Garofalo, Girolamo da Carpi e Bastianino.

Le oltre cento opere esposte, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, offriranno al pubblico un’occasione unica, e forse irripetibile, per scoprire (o riscoprire) l’arte di due grandi interpreti del Rinascimento italiano: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa.

Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de’ Roberti (Ferrara c. 1450 – 1496) era l’erede dell’Officina ferrarese, il più giovane e intelligente tra quanti parteciparono al clima culturale di Palazzo Schifanoia, negli ultimi anni del governo di Borso che proprio allora riceveva il titolo di duca (1471). Operò a più riprese a Bologna, dove lasciò una impronta profondissima, ma non vi è dubbio che a Ferrara trovò l’ambiente più adatto in cui esprimersi durante l’ultimo decennio della sua vita, trascorso alle dipendenze della corte.

Fu Lorenzo Costa (Ferrara 1460 – Mantova 1535), di dieci anni più giovane, a raccoglierne l’eredità e a continuarne lo stile nelle opere giovanili. Ma durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura mutò in direzione di una maggiore morbidezza, di una classicità calma e distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino stavano imponendo una nuova “maniera”, che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga.

I visitatori potranno seguire la carriera di Ercole attraverso oltre venti opere (di gran lunga il numero maggiore mai riunito), dagli esordi alla compiuta maturità. Tra le prove giovanili saranno presenti gli scomparti del polittico Griffoni, eseguito a fianco di Francesco del Cossa, e i luminosi Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio che giungeranno da Washington, una commissione che sancisce il prestigio raggiunto nella vicina Bologna. Le sale dedicate agli ultimi anni, quando Ercole dopo il rientro in patria era divenuto pittore di corte degli Este, saranno impreziosite da quattro dipinti di rara raffinatezza, grazie al prestito eccezionale concesso dalla National Gallery di Londra: oltre al dittico che appartenne alla duchessa Eleonora d’Aragona, la Raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia, forse provenienti da una chiesa ferrarese. Dal Kimbell Art Museum di Forth Worth arriva la tavola con Porzia e Bruto che sarà ricongiunta alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena.

Non meno ricca la selezione di lavori di Costa, che prende avvio dal periodo giovanile, durante il quale il pittore è impegnato in un fruttuoso confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti qui riunite per la prima volta. Questa fase, che passa attraverso capolavori come la Natività del Musée des Beaux-Arts di Lione, trova un termine e una sintesi in una serrata successione di straordinarie pale d’altare degli anni Novanta del Quattrocento. Per illustrare il Costa più classicheggiante e pacato sarà in mostra una serena Sacra Famiglia dal Museo di Toledo in Ohio; mentre per documentare il periodo mantovano, finora meno frequentato dagli studi, interverranno la Santa Veronica del Louvre, il Ritratto di cardinale del Minneapolis Institute of Art, sino all’ultima opera nota, la Madonna e santi della chiesa di Sant’Andrea a Mantova, datata 1525.

I due protagonisti saranno affiancati da maestri nobili e da compagni di viaggio contemporanei: Mantegna, Cosmè Tura, Nicolò dell’Arca, Marco Zoppo costituiranno il punto di partenza, mentre Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino offriranno una sponda di dialogo lungo il percorso espositivo.

La mostra avrà il suo prologo ideale a Palazzo Schifanoia, dove il giovane Ercole de’ Roberti esordì nel Salone dei Mesi realizzando il mese di Settembre.


Informazioni
tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it

Ufficio Stampa
Ufficio Stampa Fondazione Ferrara Arte
Anja Rossi
comunicazione.ferrararte@comune.fe.it

In collaborazione con
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo www.studioesseci.net tel. 049663499
rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net 

Foligno, Palazzo Trinci: Da oggi aperta al pubblico la mostra “I LOVE LEGO”

“I LOVE LEGO”

Palazzo Trinci, Foligno
7 dicembre 2022 – 4 giugno 2023

La Legomania approda a Foligno.
Da questa mattina a Palazzo Trinci di Foligno sono ospitati meravigliosi e fantastici diorami costruiti interamente coi mattoncini che hanno fatto impazzire generazioni di bambini e appassionati del mondo Lego.

Una mostra pensata per giocare, mettere alla prova la propria inventiva, passare il tempo con la famiglia o coi propri amici e per tornare un po’ tutti a sognare e divertirsi.

Foligno si prepara a inaugurare il Natale all’insegna del gioco, del divertimento e dello stare insieme. Palazzo Trinci è infatti accoglie il pubblico con I LOVE LEGO, una mostra pensata per tutte le famiglie e gli appassionati di ogni età dei moduli per le costruzioni più famosi al mondo. Città immaginifiche, ricostruzioni storiche, continenti inesplorati e interi villaggi abitati dalle popolarissime minifigures che, da sempre, sono presenti nell’immaginario collettivo del grande pubblico perché tutti, almeno una volta nella vita, ci si è trovati a mettere alla prova la propria inventiva e provato a costruire il mondo dei propri sogni.

In mostra sono presenti 7 immensi diorami, dettagliatissime riproduzioni di fantastici mondi in scala ridotta costruiti attraverso la passione e l’ingegno di alcuni tra i più grandi appassionati e costruttori al mondo: dalle ambientazioni caraibiche dove scorrazzano i pirati a scene della seconda guerra mondiale; dalle riproduzioni di aree naturalistiche agli scorci delle vie del centro storico con quartieri, stazioni ferroviarie e strade; dalla conquista dello spazio sul suolo lunare alla suggestiva riproduzione della Roma del medioevo; ambientazioni realizzate in decine di metri quadrati con oltre mezzo milione dei mattoncini.

Ad arricchire la mostra e renderla più dinamica – tra boschi e palazzi, tra astronavi e pirati – il visitatore è invitato anche una divertente “caccia al personaggio”, una sfida nel rintracciare personaggi celebri (e non) nascosti all’interno delle installazioni: da Harry Potter a Dart Vader, diversi gli ospiti a sorpresa inseriti nelle divere installazioni che accompagnano nella visita tutti coloro che vogliono divertirsi a scovare tra i mattoncini.

E ancora, a dimostrare quanto i moduli Lego siano in grado di “creare arte a 360°”, in mostra a Palazzo Trinci immancabili saranno anche le tele di Stefano Bolcato, rivisitazioni in versione ‘omini LEGO’ delle più grandi e famose tele e capolavori della storia dell’arte, dalla Gioconda ai più attuali quadri di Frida Kahlo; ma anche le vignette/installazioni comiche del collettivo LEGOlize – autori nel 2016 dell’omonima pagina umoristica che oggi conta oltre 2 milioni di followers sui social – dove la comicità diventa arte.

La mostra I LOVE LEGO, promossa da Palazzo Trinci – Museo della Città e dal Comune di Foligno, è prodotta e organizzata da Piuma in collaborazione con Arthemisia.

La mostra, non è direttamente sponsorizzata da LEGO, è realizzata grazie ad alcuni dei più grandi collezionisti del mondo.


I DIORAMI

LIBERAZIONE
Con circa 120.000 pezzi questo diorama è la rappresentazione storica dell’ingresso degli alleati in unodei paesi della provincia italiana che nel 1945 erano ancora sotto il controllo delle truppe tedesche. Letruppe si fanno strada tra i ruderi dei bombardamenti e le carcasse dei mezzi militari. La cura deidettagli e la fedeltà delle riproduzioni restituiscono una fotografia emozionante e coinvolgente.

GRANDE DIORAMA CITY
Il Grande Diorama City è la massima espressione – composto di circa 160.000 pezzi – del tema cittadino rappresentato da costruzioni uniche e irripetibili, realizzate interamente con mattoncini originali e utilizzando sia tecniche di costruzione tradizionali, sia tecniche anticonvenzionali. I costruttori progettano e realizzano indipendentemente le loro opere usando ispirazioni e stili diversi, utilizzando schizzi, disegni tecnici ma anche software di progettazione assistito dedicati ai mattoncini Lego. La collezione di queste creazioni viene arricchita costantemente da nuove opere composte da migliaia di mattoncini e ricche di particolari. L’assetto urbano viene definito usando software CAD più convenzionali; si delineano così i quartieri del centro storico, stazione e tratta ferroviarie, zone verdi e aree ricreative.

FORI IMPERIALI – FORO DI AUGUSTO – ANNO 2 A.C.
Con circa 60.000 pezzi Il Foro di Augusto è il secondo in ordine cronologico tra i Fori Imperiali di Roma e questo diorama ne rappresenta una fedelissima e dettagliata ricostruzione.Nella piazza sorge il tempio dedicato a Marte Vendicatore, inaugurato nel 2 a.C., che si appoggiava sul fondo all’altissimo muro perimetrale. Alla testata del portico settentrionale un ambiente distinto ospitava una statua colossale dell’imperatore. Al centro della piazza spicca la quadriga trionfale dell’imperatoreAugusto Vittorioso.

DIORAMA MEDIEVALE
90.000 pezzi rappresentano una città ispirata a Roma nel medioevo: le nuove costruzioni, create in mattoni e materiali di risulta, si addossano e si sovrappongono agli antichi edifici inglobandoli in una architettura caotica ma affascinante; case, torri e campi coltivati sorgono dove prima erano le grandi piazze pavimentate in marmo e travertino mentre chiese nascono dove prima si ergevano templi.

GRANDE DIORAMA PIRATI
Circa 200.000 mattoncini creano il diorama che rappresenta la riproduzione degli insediamenti caraibici dei coloni inglesi del XVIII secolo. La tranquillità della natura incontaminata degli atolli vulcanici viene interrotta dal fragore delle cannonate delle navi imperiali a caccia dei pirati che inseguono i tesori nascosti, prede delle scorribande passate. Il tutto ai piedi del grande vulcano pronto ad eruttare.

DIORAMA ARTICO
In questa installazione, circa 80.000 pezzi, riproducono una porzione della calotta polare artica su cui è stata installata una base dedita allo studio delle risorse naturali. Sono presenti laboratori di analisi, hangar per il ricovero dei velivoli, zone adibite alle estrazioni minerarie, impianti eolici per la produzione di energia elettrica. Ormeggiata sulla banchina naturale c’è la grande nave rompighiaccio da ben35.000 pezzi, completamente arredata al suo interno.

DIORAMA CLASSIC SPACE
Ideato e progettato da uno dei più grandi collezionisti al mondo di set e pezzi originali della serie anni’80 Lego®Classic Space il grande diorama “Spazio” che con 35.000 pezzi riproduce un insediamento minerario lunare. In questo futuristico scenario l’uomo si avvale dell’aiuto di astronavi, droidi e macchinari per la ricerca di nuove risorse. La sua realizzazione è in continuo divenire in quanto di volta in volta si arricchisce di nuovi elementi unici e irripetibili creati dal costruttore che trae ispirazione oltre che dalla serie originale anche dalle più importanti saghe di fantascienza cinematografiche


Titolo
I love Lego

Sede
Palazzo Trinci
P.zza della Repubblica, 25
06034 – Foligno (PG)

Date al pubblico
7 dicembre 2022 – 4 giugno 2023

Orario apertura
dal martedì alla domenica 10 – 13 / 15 -19

orario continuato 10 – 19 giorni di:
pasqua (9 aprile 2023)
pasquetta (10 aprile 2023)
25 aprile, 1 maggio  e 2 giugno

chiuso i lunedì non festivi, mattina del 25 dicembre e del 1 gennaio
(la biglietteria chiude 30 minuti prima)

Biglietti
Intero € 12,50
Ridotto € 10,00

Informazioni e prenotazioni
T. +39 0742 330 584 /585

Sito
www.comune.foligno.pg.it

Hashtag ufficiale
#ILoveLegoFoligno

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Alla Galleria del Cembalo la grande mostra fotografica “LA VIE EN VERT” di Karmen Corak 

Karmen Corak, 8298

La Galleria del Cembalo presenta la mostra

LA VIE EN VERT

Fotografie di Karmen Corak

Dal 7 dicembre 2022 al 3 febbraio 2023

Galleria del Cembalo

Palazzo Borghese, Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma

Il 7 dicembre 2022 la Galleria del Cembalo ha il piacere di inaugurare nelle proprie sale La vie en vert, un nuovo progetto fotografico di Karmen Corak, artista italiana di origine slovena che ha studiato Arti Grafiche in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta in Italia, Giappone e Austria. La mostra sarà visitabile fino al 3 febbraio 2023.

Le fotografie esposte sono testimonianza di una natura venerata, di una contemplazione paesaggistica che muove l’osservatore a dialogare con esse. Le immagini sono il risultato di un processo evolutivo che prende le mosse dall’amore per i giardini, unito ad un profondo interesse per la cultura tradizionale dell’Estremo Oriente. Ed è dal Giappone, sull’isola di Shikoku, che proviene la carta washi, ideale per stampare queste immagini.

Scattate nei giardini botanici in ItaliaSloveniaGermaniaFranciaCina e Giappone, le fotografie di Karmen Corak assegnano un valore cultuale all’impermanenza, alla dissolvenza del paesaggio, riflettendo sulla sua valenza poetica. In tal modo le immagini suggeriscono, anche attraverso i più piccoli dettagli, la spiritualità della sua connessione con il paesaggio e la profondità di un rapporto interiore, basato sulla vibrante interazione tra memoria e presente.

KC Berlin 2802, 2019

Un forte impatto ha avuto sulla fotografa una celebre frase del poeta J.C. Friedrich Hölderlin: “Pieno di meriti, ma poeticamente, abita l’uomo su questa terra“. A guidare lo spettatore tra le fotografie in mostra, Corak scrive che questa riflessione sulla Natura “evoca in me il ricordo di gioia infantile e le scoperte del sentimento ‘verde’ nel giardino di famiglia. La luce riflessa sulle piante rimaneva come una reminiscenza nei miei occhi. La contemplazione della Natura, rinvia a tutto ciò che è stato visto nel passato, nell’immaginazione, o all’esperienza intima, una rivelazione nel tempo. Il paesaggio è una sorgente inesauribile che invita all’interazione“.

Abbiamo conosciuto Karmen Corak come restauratrice di opere antiche su carta e appassionata del Giappone e delle tecniche di stampa antica tradizionale di quel paese. Poi abbiamo scoperto il suo lavoro fotografico, che nell’indagine delle forme nascoste della natura cela una ricerca intima di sé e della profonda appartenenza al tutto” dichiara la direttrice della Galleria del Cembalo Paola Cavazza.

KARMEN CORAK

Karmen Corak, nata in Slovenia, studia Arti Grafiche in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta in Italia, Giappone e Austria. Segue seminari di fotografia con Rinko Kawauchi e HansChristian Schink. Vive e lavora tra Roma e Venezia. Ha lavorato alla GNAMall’Accademia a Venezia ed ora alla Calcografia a Roma come restauratrice di carta/stampe antiche. Partecipa alle mostre collettive in Cina, Corea, Croazia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Russia, Slovenia, Spagna, Ungheria e USA; e con le mostre personali alle diverse edizioni del Festival Internazionale di Fotografia a Roma. Riceve premi internazionali in Fine Art Photography a Parigi, Malaga e Berlino.


GALLERIA DEL CEMBALO

La Galleria del Cembalo, un grande spazio espositivo aperto per iniziativa di Paola Stacchini Cavazza all’interno di Palazzo Borghese, nel cuore antico di Roma, tra piazza di Spagna e il Tevere, vuole restituire ai collezionisti e agli appassionati d’arte alcune delle sale al pianterreno che Marcantonio IV Borghese fece decorare alla fine del Settecento per ospitarvi la propria collezione di opere d’arte.

L’attività espositiva, diretta in collaborazione con Mario Peliti, ha come elemento centrale la fotografia e il suo dialogo con le altre forme di espressione artistica.

La mostra inaugurale, nel maggio del 2013, si intitolava Passaggi ed era a cura di Giovanna Calvenzi. Il tema centrale era la discontinuità di stile e di contenuti nel lavoro di fotografi italiani di tre generazioni. Erano esposte fotografie di Ugo Mulas, Mario Cresci, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Francesco Radino, Antonio Biasiucci, Paolo Pellegrin, Luca Campigotto, Paolo Ventura, Silvia Camporesi, Alice Pavesi e Moira Ricci. Da allora, nell’arco di nove anni sono state prodotte cinquantadue mostre, tra monografiche e collettive, talvolta di rilevante impegno curatoriale, presentando sia lavori di autori celebrati sia nuove proposte.

La galleria annovera tra i suoi artisti Letizia Battaglia, Antonio Biasiucci, Christopher Broadbent, Danila Tkachenko, Alessandro Imbriaco, Luca Campigotto, Lorenzo Castore, Nicolò Cecchella, Stefano Cerio, Kathryn Cook, Karmen Corak, Cortis & Sonderegger, John Demos, Giorgia Fiorio, Joan Fontcuberta, Charles Fréger, Michael Kenna, Charles March, Massimo Siragusa, Toni Thorimbert. Grazie alla continuità e costanza nella programmazione, la Galleria del Cembalo costituisce un punto di riferimento nel panorama culturale romano.

Con regolarità le mostre della galleria sono state recensite da TG 5, RaiNews24, L’Espresso, Internazionale, Io Donna, Sette, Il Giornale dell’Arte, Arte, Artribune, Exibart. Servizi sulla Galleria del Cembalo sono apparsi sul New York Times e Le Figaro. Nelle sale della galleria si ospitano frequentemente presentazioni di libri, incontri di lavoro, eventi privati su richiesta.


INFORMAZIONI UTILI

MOSTRA LA VIE EN VERT DI KARMEN KORAK
Dal 7 dicembre 2022 al 3 febbraio 2023
DOVE: Galleria del Cembalo, Palazzo Borghese – Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma
ORARI: Da mercoledì a venerdì dalle 15.30 alle 19.00 – sabato dalle 11.00 alle 19.00
INGRESSO LIBERO

CONTATTI
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TELEFONO: +39 06 83796619 (attivo durante gli orari d’apertura)
SITO: www.galleriadelcembalo.it/
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CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Messina, FORO G gallery: la mostra “Segnalibro d’Artista” ideata da Mariateresa Zagone

Venerdì 16 Dicembre alle ore 17:30 inaugurerà la mostra dei partecipanti dell’Open Call “Segnalibro d’Artista” ideata da Mariateresa Zagone e che ha visto la stretta collaborazione di FORO G gallery.

41 sono gli artisti, da diverse regioni italiane e dall’estero, che hanno “segnato” la loro visione secondo le proprie tecniche e il proprio linguaggio e saranno in mostra dal 16  al 23 Dicembre presso la FORO G gallery, in via Lago Grande 43B, a cura di Mariateresa Zagone e Roberta Guarnera.

Inoltre giorno 16 Dicembre, durante il vernissage verrà proclamatə il vincitorə, che si aggiudicherà una mostra presso la galleria nell’anno 2023.

Gli artisti:
Adriano Fuscà, Alberta Dito,  Alessandro Maio,  Angela Andaloro,  Angelo Carmisciano, Anna Spinazzola,  Anna Viscuso,  Antonio Attinà,  Chiara Smedile,  Danitani,  Demetrio Scopelliti, Eliana Camaioni, Erika Loreto, Francesca Barbagallo, Francesco Di Benedetto, Francesco Grillo, Giorgia Minisi, Giovanni Gargano, Giulia Bartoccelli,  Giuseppe Vaccaro, Giuseppre De Pasquale, I tuoi gelatini preferiti & Fab Lab,  Ilaria Rosselli Del Turco, Laura Martines, Leonardo Di Domenico, Maria Celeste Arena, Maria Felice Vadalà, Maria Inferrera, Monica Mihaela Radu, Monreau, Nicola Micali, Paola Francesca Pietrafitta, Pippo Galipò, Rosalia Sparacello, Sara Lovari, Sefora Adamovic, Sergio Sajia, Stefano Lo Voi, Veronica Rastelli, Vincenzo Magro, Virginia Lorenzetti .

Il PAFF! compie 4 anni: Open Day domani 7 Dicembre con appuntamenti e attività

Il PAFF! compie 4 anni: Open Day con appuntamenti e attività Il 7 dicembre dalle 10 alle 22 con ingresso libero

Alle 11.30 cerimonia in ricordo di Salvatore Oliva

Il 7 Dicembre il PAFF! – Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone supera il quarto anno di attività e per l’occasione organizza una giornata di eventi per tutti i gusti e tutte le età: l’apertura è prevista alle 10 e continua fino alle 22, con ingresso gratuito. L’appuntamento è un momento di restituzione per ringraziare la città e il territorio dell’affetto, partecipazione, gradimento che hanno sempre dimostrato verso il PAFF!, uno dei contenitori culturali creativi più dinamici in ambito nazionale che è realizzato da Associazione Vastagamma APS, con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia negli spazi messi a disposizione da Comune di Pordenone. Il programma prevede alle 10 l’apertura delle tre mostre: The Spirit of Will Eisner, Tony Wolf – Attenti al Lupo e Nel segno di TEX – Emanuele Barison.

Alle 11.30 cerimonia di scopertura della targa dedicata a Salvatore Oliva, grande appassionato e studioso del fumetto, che è stato tra gli ispiratori della nascita del PAFF!. Alla cerimonia sono state invitate le istituzioni cittadine, la moglie Cristina Colizzi ed è aperta a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere il compianto amico. Dalle 15 alle 18, spazio all’intrattenimento e alle attività per le famiglie con i laboratori per i più piccoli e le letture animate proposte in collaborazione con Molino Rosenkranz, le visite guidate alla mostra di Tony Wolf e il taglio della torta di compleanno del PAFF!

Alle 18.30 l’innovativo progetto Allestimento Solidale l’esclusiva opportunità di portarsi a casa (letteralmente), attraverso la forma di un’asta solidale semiseria e non convenzionale, i preziosi allestimenti scenografici – gigantografie, sagome, pannelli – delle mostre passate del PAFF!. Un progetto di economia circolare e responsabilità sociale fermamente voluto dal direttore artistico Giulio De Vita, che prevede anche la donazione gratuita di materiali neutri a scuole, enti e associazioni interessate. E di seguito la festa continua, allietata da un aperitivo, con il dj set di Mary Disastro fino a chiusura.


ITALIENS PR
Cecilia Sandroni
sandroni@italienspr.com

PAFF!
Palazzo Arti Fumetti Friuli
V.le Dante, 33
33170 Pordenone
0434 392941
www.paff.it

Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’arte Contemporanea Luigi Spazzapan: Sottsass/Spazzapan in duetto a Gradisca

Luigi Spazzapan: Torino di notte, 1955,
tempera su cartone, 78×56 cm. Collezione Eugenio Giletti

16 Dicembre 2022 – 30 Aprile 2023

Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’arte Contemporanea Luigi Spazzapan

SOTTSASS/SPAZZAPAN

    Mostra a cura di Lorenzo Michelli e Vania Strukelj, promossa da ERPAC – Servizi Ricerca, Musei e Archivi Storici della Regione Friuli Venezia Giulia.

    Vernice della Mostra: giovedì 15 dicembre 2022, ore 18

    Non c’è biografia, anche breve, su Ettore Sottsass che non citi l’importanza del suo rapporto con il pittore Lugi Spazzapan. Ci si trova dinnanzi ad un dato acquisito, da tutti accettato, sottolineato dallo stesso Sottsass nei suoi scritti autobiografici, ma mai – sino a questa mostra-indagine – compiutamente documentato.

    Per questo “Sottsass/Spazzapan”, in programma dal 16 dicembre 2022 al 30 aprile 2023 alla Galleria Regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), è una di quelle occasioni realmente da non perdersi per tutti coloro che studiano o semplicemente apprezzano i due maestri, diversissimi per origine, formazione, destino. Eppure strettamente vincolati da un fondamentale momento di tangenza.

    La mostra, a cura di Lorenzo Michelli e Vanja Strukelj, è promossa da ERPAC – Servizi Ricerca, Musei e Archivi Storici della Regione Friuli Venezia Giulia.

    Il trentino Sottsass e l’italo-sloveno Luigi Spazzapan si incontrano a Torino, dove entrambi erano approdati dalle loro terre di origine. Spazzapan, all’epoca della loro frequentazione, è già un uomo (ed un artista) fatto. Quarantenne, arriva a Torino nel 1928, e a Torino resta sino alla morte, trent’anni dopo. Gli inizi torinesi non sono dei più facili: nel capoluogo piemontese Spazzapan era giunto per partecipare al concorso per la decorazione murale del Padiglione della Chimica all’Esposizione Internazionale. Non solo il suo progetto viene bocciato ma per motivi politici gli viene ritirato anche il passaporto. I rapporti con Edoardo Persico e Lionello Venturi, la vicinanza con il gruppo dei Sei, gli permettono di uscire dal suo isolamento. Accanto alle illustrazioni per la “Gazzetta del Popolo”, i suoi disegni, che -ricorda proprio Sottsass- invadono lo spazio del suo studio, rivelano la fulminante energia del suo segno in cui evocazioni espressioniste trovano un inedito dinamismo, mentre nei dipinti esplode il colore: Spazzapan guarda alla Francia, guarda a Matisse. Ma al di là della sua pittura, l’artista ha una sua presa anche per la sua capacità di affabulatore, per la sua carica anarchica, il suo comportamento eccentrico.

    E tra i giovani che guardano a lui come figura di riferimento c’è anche il giovane  Sottass. Ettore, figlio d’arte, con una passione per il disegno e l’architettura, frequenta a partire dalla metà degli anni Trenta lo studio del pittore. E resta affascinato dalla sua arte e dalla sua personalità.

    Scriverà Sottsass di Spazzapan «era un pittore molto bravo, un pittore serio, elegante, aggiornato; sapiente nell’uso dei colori, dei ritmi e dei non ritmi, delle strutture o non strutture. Soprattutto sapeva che cos’è un segno, che cos’è un quadro depositato nel vuoto. Sapeva bene quando il quadro c’è e quando non ci sarà mai».

    Spazzapan è un maestro che non si atteggia a insegnante. I pomeriggi trascorsi nel suo studio fanno da contraltare al rigoroso percorso di studi al Politecnico. Gli fanno acquisire una metodologia, lo allenano ad un continuo interrogarsi sul senso della pittura e sul significato di segno e colore: un’eredità che l’architetto si poterà con sé negli anni.

    La mostra, grazie al prestito di circa 120 opere (tempere, disegni, ceramiche) dal fondo Sottsass conservato allo CSAC dell’Università di Parma, mette in luce indubbie consonanze e incroci e le distanze tra i percorsi dei due artisti. Introdotto da una sezione interamente dedicata a Spazzapan, in cui al patrimonio della Galleria gradiscana si affiancano tre importanti prestiti dalla GAM di Torino, il percorso espositivo si snoda in otto “stanze”. A partire dalle prime prove del giovane Sottsass, ancora iscritto negli ultimi anni Trenta all’ateneo torinese, fino a tutti gli anni Quaranta, il confronto tra i progetti d’interni, i bozzetti per stoffe e tappeti, le illustrazioni dell’allievo e le prove del maestro ci fanno scoprire inattese consonanze: nella energia del segno, nella esplosione del colore. Allo stesso tempo però in questi stessi progetti si vengono a delineare elementi iconici, su cui l’architetto designer lavorerà nei decenni successivi: griglie costruttive, “mandala” che nel tempo si caricano di significati assai più complessi. Al di là della lezione di Spazzapan, le ultime sale della mostra vogliono presentare proprio queste differenti dimensioni di Sottsass che sopravviverà a Spazzapan per decenni e che avrà modo di affrontare orizzonti culturali assai lontani da matrici secessioniste o francesi.

    Il catalogo, edito da Skira, permetterà di seguire il percorso della mostra, attraverso un ricchissimo apparato di immagini e sarà arricchito da numerosi saggi, che inquadreranno questo rapporto secondo differenti prospettive. Ai contributi dei curatori, Lorenzo Michelli, curatore e conservatore della Galleria Spazzapan, e Vanja Strukelj, si affiancheranno interventi di Martina Corgnati, Simona Riva e Francesca Zanella.

    Per informazioni

    Ufficio Stampa della Mostra:
    Studio ESSECI, Sergio Campagnolo 
    www.studioesseci.net 
    +39 049.6634999 
    roberta@studioesseci.net (rif. Roberta Barbaro)

    Museo Nazionale Romano presenta ULISSE E GLI ALTRI. Alla scoperta dei capolavori nascosti del Museo Nazionale Romano

    Mosaico con Ulisse e le Sirene
    Mosaico
    Da Quarto di Corzano, ambiente termale di una mansio (stazione di posta)
    Terme di Diocleziano, depositi (Olearie), inv. 519957
    Metà-fine II secolo d.C.

    La scena principale è inquadrata da una cornice vegetale: Ulisse è legato all’albero maestro di una
    nave con le vele arrotolate e le corde sciolte, mentre i suoi compagni continuano a remare; a
    sinistra una sirena in tunica corta suona una lira, mentre di quella di destra si riconoscono solo le
    zampe di uccello. In corrispondenza dei diversi personaggi sono indicati alcuni nomi in greco. A
    un secondo momento di vita del mosaico risalgono invece le iscrizioni latine che rimandano
    probabilmente ai gestori della mansio.

    Testa di Ulisse
    Marmo greco a grandi cristalli
    Roma, dal sepolcreto degli Statili
    Terme di Diocleziano, depositi (Magazzino Monteporzio), inv. 130
    Prima età imperiale

    La testa ritrae un uomo maturo con chioma fluente e folta barba, che si volta vigorosamente verso destra; l’identificazione con Ulisse è dovuta alla presenza del copricapo conico e rigido, il cosiddetto pileus, che aderisce alla testa, ricadendo sulla nuca a coprire i capelli lunghi.

    Testa di Penelope
    Marmo pario
    Da Roma, Tevere
    Terme di Diocleziano, depositi (Magazzino Monteporzio), inv. 580
    Prima metà del II secolo d.C.

    Nonostante lo stato di conservazione molto compromesso, nella testa è possibile riconoscere la replica di un tipo statuario noto come Penelope. La scultura si caratterizza infatti per la posa reclinata del capo, sostenuto dalla mano destra (di cui resta una piccola parte sopra la tempia) e coperto da un copricapo su sui si posa un pesante mantello, e per la disposizione dei capelli che si susseguono in piccoli riccioli a virgola lungo il contorno del viso.

    Testa di Circe
    Marmo greco
    Da San Felice Circeo (vetta del monte Circeo, ruderi del santuario c.d. di Circe, 1928)
    Terme di Diocleziano, depositi (Magazzino Monteporzio), inv. 108914
    Prima metà del I secolo a.C.

    L’identificazione di questo ritratto femminile con Circe si deve al suo ritrovamento sul promontorio del Circeo; come indica il taglio alla base del collo, la testa doveva appartenere a una scultura modellata a parte, forse la statua di culto del santuario a lei dedicato. Il ritratto, caratterizzato da lineamenti marcati che indicano una bellezza dura e sicura di sé, era arricchito con un diadema che sormontava l’acconciatura, come dimostrano i tre perni visibili sul capo.

    Ulisse e gli altri
    Alla scoperta dei capolavori nascosti del Museo Nazionale Romano

    8 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023
    (prima esposizione)

    APERTURA AL PUBBLICO da giovedì 8 dicembre 2022

    Terme di Diocleziano
    Viale E. De Nicola 78, Roma

    Il Museo Nazionale Romano apre le porte dei propri depositi e svela alcuni straordinari reperti, rendendo accessibile un patrimonio culturale inaspettato.

    Attraverso Depositi (ri)scoperti si avvia infatti il progetto di valorizzazione, costituito da un ciclo di brevi esposizioni, che permetterà di far conoscere al pubblico una grandissima quantità di opere solitamente custodite all’interno dei depositi: migliaia sono i reperti conservati in questo “museo nel museo“, quali sculture, mosaici, affreschi, oggetti in terracotta, in vetro e in bronzo. Reperti rinvenuti nel corso di più di un secolo di vita del Museo Nazionale Romano che raccontano non solo l’antichità di Roma, ma anche la storia della sua trasformazione e dei suoi scavi, dall’istituzione di Roma Capitale ad oggi.

    La prima tappa del viaggio tra i depositi del Museo Nazionale Romano è dedicata a “Ulisse” (8 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023) che, con la sua inappagabile sete di conoscenza, incarna l’incapacità di arrendersi di fronte a un mondo inaccessibile.

    Viaggiatore per eccellenza, Ulisse è guida ideale per iniziare questo percorso alla scoperta di opere sconosciute, (ri)scoperte ed esposte nelle maestose Aule delle Terme di Diocleziano.

    Il viaggio di Ulisse continuerà idealmente nel secondo momento espositivo dedicato a “gli altri” (14 gennaio – 19 febbraio 2023), approfondendo il rapporto tra gli antichi Romani e le altre culture. Una riflessione sul modo in cui gli antichi percepivano e rappresentavano popolazioni diverse tra stereotipi, diffidenza e curiosità.

    Il Museo Nazionale Romano conserva un ingente patrimonio archeologico, storico e artistico di cui solo una piccola parte è visibile nel percorso espositivo permanente. È nostro dovere – dichiara Stéphane Verger Direttore del Museo Nazionale Romano – far riemergere dai tanti magazzini del museo le opere, i contesti archeologici più significativi. Grazie al programma “Urbs, dalla città alla campagna romana” finanziato dal Programma Nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, il Museo Nazionale Romano sarà in grado nei prossimi anni di aprire nuovi spazi espositivi che permetteranno di ampliare il percorso museale. Nelle more del completamento dei lavori nelle quattro sedi del Museo, si proporranno delle presentazioni tematiche temporanee nelle quali si riuniranno delle opere poco note, mai viste o da tempo nascoste nei magazzini. Il primo di questi Depositi (Ri)scoperti è il frutto di un proficuo partenariato pubblico-privato, un tipo di collaborazione che si augura possa essere rinnovato e ampliato nel futuro. La scelta del tema – Ulisse e gli altri – è particolarmente adatta al momento che sta vivendo il Museo Nazionale Romano, che inizia un’impegnativa avventura attraverso la quale contribuirà a traghettare il pubblico verso le nuove realtà del mondo, della Storia e della contemporaneità.”

    Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di ANAGINA – Associazione Nazionale Agenti Imprenditori Assicurativi e l’allestimento a cura di Contemporanea Progetti – che da oltre venti anni organizza mostre in Italia e nel mondo – si avvale di un’esposizione immersiva e multimediale ad alto contenuto emozionale.Sul sito istituzionale del Museo Nazionale Romano (museonazionaleromano.beniculturali.it) saranno disponibili testi in linguaggio facilitato realizzati dal Servizio Educativo del MNR, specificatamente dedicati a persone con disabilità cognitiva e ai loro caregiver, per permettere la preparazione della visita e facilitare la comprensione del percorso espositivo a questo pubblico con esigenze speciali.

    Il percorso espositivo inizia dal grande mosaico di Ulisse e le Sirene (da Quarto di Corzano, provincia di Rieti, II secolo d.C.), che sarà presentato in un suggestivo allestimento multimediale che immerge il visitatore nel racconto del viaggio di Ulisse.

    Intelligente, intraprendente, tenace e assetato di sapere e di avventura, Ulisse è rappresentato nelle sue fattezze dalla testa di Ulisse in marmo greco (proveniente dal sepolcreto degli Statili, prima età imperiale): un uomo maturo, con chioma fluente e fitta barba, riconoscibile dal caratteristico copricapo, il pileus, suo comune attributo.

    A dare risalto alle virtù di Ulisse contribuiscono le numerose figure femminili che animano il mito: l’amata moglie Penelope (esposta una testa in marmo del II secolo d.C.); l’affascinante Circe, con i suoi magici sortilegi (esposto un suo ritratto in marmo greco rinvenuto nel 1928 sul promontorio del Circeo); e la sua protettrice divina Atena, rappresentata da un busto rinvenuto nel suburbio di Roma.

    A raccontare le avventure di Ulisse, e degli altri personaggi che gravitano intorno alla sua figura, sono inoltre esposti un sarcofago con raffigurazione di Achille tra le figlie di Nicomede (da Isola Sacra, seconda metà del II secolo d.C.) e un‘urna con scena della contesa per le armi di Achille (proveniente da Ostia Antica, seconda metà del II secolo d.C.).

    A partire dal 14 gennaio (fino al 19 febbraio 2023), un secondo momento espositivo sarà dedicato a coloro che ruotano intorno alla figura di Ulisse, ovvero “gli altri”: altri popoli, altre culture, altri mondi.

    Lo sguardo si amplia e dal viaggio di un solo eroe si passa a quello dell’intero popolo dei Romani, qui raccontati per la loro capacità di rapportarsi con genti diverse – dai barbari ai minuscoli pigmei – e di confrontarsi con le tante popolazioni sconfitte e assoggettate.

    Il progetto di valorizzazione dei depositi proseguirà (ri)scoprendo e restituendo ai visitatori altri straordinari reperti del Museo Nazionale Romano.

    Marmo bianco a grana fine
    Dall’Isola Sacra
    Terme di Diocleziano, depositi (Aula V), inv. 115173
    Seconda metà del II secolo d.C.

    Sulla sinistra è raffigurato un gruppo di ragazze, le figlie del re Nicomede cui Teti, la madre di Achille, aveva affidato il figlio per proteggerlo dalla guerra; richiamato dal trombettiere, in secondo piano nella parte sinistra del sarcofago, e da Ulisse e Diomede, in primo piano sempre sulla sinistra, Achille, al centro della scena, è già in armi e pronto alla battaglia nonostante una delle ragazze, Deidamia, cerchi di trattenerlo.
    Foto_Hartwig_Koppermann

    Uffici Stampa

    MUSEO NAZIONALE ROMANO
    Angelina Travaglini | mn-rm@beniculturali.it
    Adele Della Sala | ads@ufficiostampa-arte.it
    Anastasia Marsella | am@ufficiostampa-arte.it

    Treviso: Aprono al Museo Civico Luigi Bailo quattro nuove sale

    Il nuovo Grande Bailo si arricchisce di 4 sale dedicate ad Alberto Martini, Nino Springolo, Lino Selvatico e Giovanni Barbisan

    Il nuovo Bailo si allarga. Al percorso museale già esistente si aggiungono 4 nuove sale, riservate ad altrettanti protagonisti della pittura veneta del Novecento: Alberto Martini, Nino Springolo, Lino Selvatico e Giovanni Barbisan. “Il nostro intento è quello – evidenziano il sindaco Mario Conte e l’assessore alla cultura Lavinia Colonna Preti – di presentare, con un nucleo attentamente selezionato di opere, 4 artisti che nel precedente ordinamento venivano solo “accennati”, a cominciare dall’ “altro Martini”, l’opitergino Alberto. Artista straordinario per capacità tecnica e visionarietà, uno dei maggiori artisti italiani dello scorso secolo, il simbolista italiano per eccellenza. Per l’allestimento della nuova Sala Alberto Martini abbiamo chiesto, e generosamente ottenuto, la collaborazione del Comune di Oderzo e della Fondazione Oderzo Cultura: un vivo ringraziamento al sindaco, Maria Scardellato, alla presidente, Maria Teresa De Gregorio, e al direttore Filippo Maria Covre”. 

    “In attesa delle Celebrazioni, nel ’24, del Centenario della morte di Alberto Martini – aggiunge Fabrizio Malachin -, la Fondazione ha concesso per la Sala Martini un gruppo davvero significativo di opere, a partire dal grande “Autoritratto”. Nella Sala si potranno ammirare anche 23 chine su cartoncino delle illustrazioni, celeberrime, della “Divina Commedia”, 18 cartoline illustrate dedicate al tema della “Danza Macabra”, un gruppo di strumenti di lavoro dell’artista, insieme alle opere patrimonio dei Civici Musei Trevigiani: i 7 pastelli intitolati Fantasie al sole, testimonianze di un simbolismo nutrito di letteratura, e L’esprit travaille, autoritratto interiore dipinto alla ‘maniera nera’, notevolissimo esempio del periodo parigino”.

    Se gli artisti simbolisti cercavano di superare la pura apparenza delle cose, trovando un legame tra il dato oggettivo e i sentimenti soggettivi, tentando così di ritrovare la spiritualità che esiste nella cruda realtà ma fa parte del regno dell’invisibile, con gli altri protagonisti si entra in una sfera diversa dal ritorno all’ordine all’osservazione del dato naturale.

    La Sala riservata a Nino Springolo (1886 –  1975) riunisce così importanti opere del maestro, principalmente focalizzate su due filoni: il ritratto ed i paesaggi. Con capolavori come il “Sile alla Fiera” del 1939, o “Il fiume a primavera” del 1928 si apre una spettacolare sequenza di vedute sul Sile, per poi passare ai ritratti: “Piero” del 1923, “Gemma” del 1941 eccetera. Anche su Springolo, nel ’24 è in programma una approfondita mostra monografica.

    La donazione recentemente pervenuta di opere e testimonianze di Lino Selvatico (1872 –1924), troverà spazio nella Sala a lui dedicata. Più estesamente sarà documentata nella monografica che all’artista veneto viene annunciata per i prossimi mesi, presentandolo come uno dei più ricercati e raffinati ritrattisti sulla scia di Giovanni Boldini, Corcors, Lavery. Grazie alla donazione, il magistrale “Ritratto di Teresita Lorenzon”, patrimonio dei Musei Civici potrà straordinariamente essere affiancato dal suo bozzetto ad olio e da due altri importanti dipinti.

    Anche Giovanni Barbisan (1914 – 1988) torna prepotentemente parte dell’allestimento del Bailo con opere grandi e scenografiche. Innanzitutto l’affresco che lo vide protagonista alla Biennale del 1936 per la sezione affresco, I nostri migliori amici sono i rurali, ma anche il grande telero con Martire fascista, e poi due Autoritratti del 1937 e degli anni ’50. A rappresentarlo anche alcune magnifiche Nature Morte, una delle quali ad affresco.

    Il Bailo arricchisce così la sezione permanente attraverso 4 protagonisti dell’arte che da Treviso hanno mosso i lori primi passi.


    Ufficio Stampa:

    Comune di Treviso
    Staff Gabinetto del Sindaco – Portavoce Francesco Vigato
    Tel. 0422.658635, Cell. 340.2840164
    portavoce.sindaco@comune.treviso.it

    Ufficio stampa “Programma ’22- ‘24”
    Studio ESSECI – Sergio Campagnolo, tel. +39 049.663499
    Ref. Roberta Barbaro, roberta@studioesseci.net

    Bari: Allo Spazio Murat “I LOVE LEGO” – Una mostra pensata non solo per bambini

    Foto scattata durante la 5a edizione della mostra ospitata al Museo “Piana delle Orme”
    www.romabrick.it www.itlug.org

    I LOVE LEGO

    Spazio Murat, Bari
    9 dicembre 2022 – 19 marzo 2023

    Allo Spazio Murat di Bari arriva dal 9 dicembre I LOVE LEGO,
    la mostra sui mattoncini colorati più famosi al mondo.
    Un’esperienza imperdibile per i tanti bambini appassionati, per le famiglie e per i tantissimi adulti che continuano a coltivare l’amore per i mattoncini che, ogni anno, intrattengono e fanno sognare milioni di persone.

    La mostra aprirà al pubblico venerdì 9 dicembre a partire dalle ore 15.00.

    Per inaugurare il Natale all’insegna del gioco e del divertimento, dal 9 dicembre lo Spazio Murat di Bari ospita I LOVE LEGO, una mostra pensata non solo per bambini ma anche per tutti gli appassionati di ogni età. In un gioco di colori e prospettive, tra spettacolari diorami e creazioni artistiche, fino al 19 marzo 2023 sarà possibile divertirsi all’interno di scenari minuziosamente riprodotti e ambienti realizzati in decine di metri quadrati con oltre mezzo milione dei mattoncini più famosi del mondo.

    I LOVE LEGO presenta in scala ridotta dettagliatissime riproduzioni di fantastici mondi: dai castelli ispirati alle epiche battaglie medievali a scene della seconda guerra mondiale; dalla frenesia della città contemporanea coi suoi grattacieli, centro storico, aree ricreative e stazioni ferroviarie agli scorci delle vie del centro storico di tipici villaggi bavaresi; dalla conquista dello spazio, alla suggestiva riproduzione di un paesaggio natalizio estroso e pieno di sorprese.

    Costruzioni e non solo. Attraverso una “caccia al personaggio” – tra grattacieli e palazzi, tra astronavi e cavalieri – il visitatore è invitato a cercare personaggi celebri (e non) nascosti all’interno delle installazioni: da Harry Potter a Dart Fener, diversi gli ospiti a sorpresa inseriti nelle diverse installazioni che accompagnano nella visita tutti coloro che vogliono divertirsi a scovare tra i mattoncini.

    Mattoncini ma non solo: a dimostrare quanto i moduli più famosi del mondo siano in grado di “creare arte a 360°”, in mostra allo Spazio Murat immancabili saranno anche le tele di Stefano Bolcato, rivisitazioni in versione ‘omini LEGO’ delle più grandi e famose tele e capolavori della storia dell’arte, dalla Gioconda ai più attuali quadri di Frida Kahlo; ma anche le vignette/installazioni comiche del collettivo LEGOlize – autori nel 2016 dell’omonima pagina umoristica che oggi conta oltre 2 milioni di followers sui social – dove la comicità diventa arte.

    La mostra I LOVE LEGO, organizzata con il patrocinio del Comune di Bari, è prodotta e organizzata da Piuma in collaborazione con Arthemisia.

    La mostra, non è direttamente sponsorizzata da LEGO, è realizzata grazie ad alcuni dei più grandi collezionisti del mondo.

    La mostra aprirà al pubblico venerdì 9 dicembre a partire dalle ore 15.00.


    Sede
    Spazio Murat
    Piazza del Ferrarese
    70122 – Bari

    Date al pubblico
    9 dicembre 2022 – 19 marzo 2023

    Orario apertura
    dal martedì alla domenica 10.00 – 20.00
    aperture straordinarie: 19/26 dicembre – 6 gennaio
    lunedì chiuso
    (la biglietteria chiude 45 minuti prima)

    Informazioni e prenotazioni
    T. + 39 080 2055856

    Sito
    www.spaziomurat.it

    Hashtag ufficiale
    #ILoveLegoBari

    Ufficio Stampa Arthemisia
    Salvatore Macaluso
    sam@arthemisia.it
    press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306

    Il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta un nuovo percorso di accessibilità per persone con disabilità nell’ambito del progetto della Regione Emilia-Romagna “Musei Speciali per Tutti”

    Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico

    Il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta un nuovo percorso di accessibilità per avvicinarsi e avvicinare le persone con disabilità, sperimentato nell’ambito del progetto “Musei Speciali per Tutti” promosso dal Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna.

    Museo Civico Archeologico, Sala Conferenze
    Via dell’Archiginnasio 2, Bologna

    www.museibologna.it/archeologico

    In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità proclamata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite il 3 dicembre,il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta un nuovo percorso di accessibilità realizzato nell’ambito del progetto “Musei Speciali per Tutti”, proposto e sostenuto dall’ex IBACN (Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali dell’Emilia Romagna), oggiSettore Patrimonio culturaleall’interno dell’Assessorato alla culturae paesaggio della RegioneEmilia-Romagna, per promuovere l’inclusione delle persone con disabilità e garantire a tutti un accesso arricchito al pieno godimento del patrimonio artistico, culturale e naturale.

    L’iniziativa regionale ha promosso un ampio e fecondo confronto con i diversi soggetti interessati – dalle persone con disabilità e le loro associazioni ai musei, dalle istituzioni culturali al mondo della scuola e della formazione – con il fine di promuovere, anche attraverso ausili funzionali e specifici, il ruolo attivo degli utenti con disabilità motorie, sensoriali e cognitive, permettendo loro di comprendere e fruire pienamente delle opere museali.

    La sperimentazione di buone prassi inclusive e partecipative è stata avviata nel 2016 per promuovere l’adozione delle “Linee Guida per il godimento del patrimonio museale dell’Emilia-Romagna per persone con disabilità” elaborate dall’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e approvate nel novembre 2015.
    Nello spirito di una progettazione universalistica capace di giusti accomodamenti, l’impegno che ha guidato il gruppo di lavoro nella redazione del documento programmatico è stato quello di rendere la visita ai musei un’esperienza sensoriale completa e inclusiva non solo per le persone con disabilità, ma arricchendo le sedi museali e favorendo le stesse comunità territoriali di riferimento.

    “Musei Speciali per Tutti” ha visto la partecipazione di nove musei selezionati nei nove ambiti provinciali della regione Emilia-Romagna, in collaborazione con gli istituti scolastici di riferimento individuati dall’Ufficio scolastico regionale, con l’obiettivo della definizione di chiavi interpretative del carattere generale del museo o di temi specifici relativi a percorsi tra i beni del museo e/o correlati col territorio.

    Individuato per l’Area di Bologna, per diventare “Speciale” il Museo Civico Archeologico ha stabilito come obiettivo la predisposizione di un percorso semplificato, inclusivo – cioè offerto a chiunque entri in museo -, fruibile in autonomia e senza prenotazione per le sale espositive che documentano la storia di Bologna nell’antichità dalla preistoria all’età romana.
    Il focus riguarda l’evoluzione dell’assetto sociale delle diverse comunità insediate nel territorio bolognese attraverso la chiave di lettura del femminile e del maschile: i materiali rinvenuti nelle sepolture, gli ornamenti caratteristici dell’abbigliamento e gli indicatori delle attività svolte da uomini e donne. Si parte dai primi, rudimentali strumenti usati dall’uomo nel nostro territorio, come chopper e bifacciali, per arrivare all’età romana, con le stele, come quella dei Corneli, che ci restituiscono i nomi e le rappresentazioni di uomini e donne.
    A segnare il lungo percorso intermedio, le copie degli oggetti – fra cui spiccano ad esempio l’askos Benacci, il tintinnabulo della Tomba degli Ori, i bronzetti di Monteacuto Ragazza, la spada gallica di Ceretolo – permettono di entrare in dialogo sensoriale diretto con alcuni dei capolavori del museo.

    Musei Speciali per Tutti Museo Civico_ Archeologico Bologna
    Musei Speciali per Tutti Museo Civico Archeologico Bologna

    Il percorso si articola attraverso sei postazioni su cui sono disposte le repliche realizzate in plastica biodegradabile, con tecnologia di stampa 3D, di 39 reperti archeologici rinvenuti a Bologna e nel suo territorio, ciascuna corredata di breve didascalia in italiano e in inglese. In alcune stazioni sono presenti anche schede su carta speciale a microcapsule con immagini a rilievo degli oggetti selezionati o di dettagli degli stessi.
    Grazie all’inserimento di sensori di prossimità con tecnologia beacon il visitatore è guidato attraverso le singole tappe dalla video-audio guida di AmaCittà, un’applicazione scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet sviluppata da Janus software company. La video-audio guida offre una narrazione della storia della città antica, oltre alla descrizione degli oggetti selezionati, e permette implementazioni quali didascalie semplificate per ipovedenti, disegni di supporto e approfondimenti.

    Alla base del progetto si è posto il confronto tra il museo e le tre scuole secondarie di secondo grado selezionate nell’area metropolitana, aventi indirizzi diversi: un liceo artistico (Liceo Artistico “Francesco Arcangeli” di Bologna, in particolare una classe della sezione di grafica), un liceo psicopedagogico (Liceo “Laura Bassi” di Bologna) e un istituto tecnico (Istituto di Istruzione Superiore “Giordano Bruno” di Budrio). Grazie ai loro differenti interessi e sensibilità, gli studenti e le studentesse coinvolti hanno dato un contributo fondamentale per la strutturazione e la verifica della validità del percorso. Attori della sperimentazione e principali interlocutori del Museo Civico Archeologico sono risultati, in particolare, quattro allievi con disabilità. Il confronto con loro e i suggerimenti dei docenti referenti hanno fornito preziose indicazioni per rendere più efficace e immediata la comprensione degli oggetti selezionati per il percorso.
    Agli studenti del Liceo Artistico “Francesco Arcangeli”, che hanno anche effettuato un progetto di “alternanza scuola-lavoro” con il museo negli anni 2017-2019, guidati dai docenti Maria Flaminia Cipriani, Daniela Davoli e Paola Sapori, si deve inoltre la progettazione e l’elaborazione della linea grafica delle singole postazioni e della segnaletica del percorso.

    Gruppo di lavoro
    • Museo Civico Archeologico: Paola Giovetti (direttrice), Laura Bentini, Anna Dore (Servizi educativi), Elena Maria Canè, Rocco Ciardo, Angelo Febbraro (Laboratorio di Restauro)
    • Settore Patrimonio culturale Regione Emilia-Romagna (già IBACN): Cristina Ambrosini (responsabile), Giovanni Battista Pesce e Maria Pia Guermandi (coordinatori), Costantino Ferlauto, Matteo Fornaciari, Emilio Vitola (referenti)
    • Scuole secondarie di secondo grado: Liceo Artistico “Francesco Arcangeli”, Bologna; Liceo “Laura Bassi”, Bologna; Istituto di Istruzione Superiore “Giordano Bruno”, Budrio
    • Janus software company: Tullio Giambi, Mauro Fernandez con la collaborazione di Naresh Coppola Neri.

    Il progetto “Musei Speciali per Tutti”
    Nell’ambito di una sperimentazione delle “Linee Guida per il godimento del patrimonio museale della Regione Emilia-Romagna per le persone con disabilità”, elaborate dall’allora IBC – Istituto per i Beni Culturali, ora Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, il progetto “Musei Speciali per Tutti” ha coinvolto nove istituzioni culturali del territorio regionale.
    Il primo passo è stato quello di realizzare fogli a capsule per la lettura tattile di alcuni beni esposti nei musei e la riproduzione in 3D di altri; si è poi valorizzato ulteriormente il percorso allestitivo mettendo a disposizione un leggio che rende possibile la lettura di alcune opere normalmente inaccessibili, incrementando il godimento del bene riprodotto e della copia. Delle opere selezionate è stata realizzata la riduzione simbolica in bianco e nero, resa poi tangibile attraverso l’uso della carta a capsule. Il leggio, che prevede la presenza di un sensore di prossimità che avverte dell’utilizzo della riproduzione, permette di attivare l’app con la video-audio lettura dell’immagine tattile, in un’ottica di chiara utilità nell’accesso e nella valorizzazione sia del singolo bene, apprezzabile attraverso successivi approfondimenti, sia di più beni in prossimità.

    La realizzazione del progetto all’interno dei Musei ha previsto anche il coinvolgimento di alcune scuole, permettendo alla creatività degli studenti di esprimersi nell’ideazione e allestimento delle postazioni per i modelli 3D ed i leggii per i modelli in fogli a capsule.

    La sperimentazione ha visto il coinvolgimento dei seguenti musei:
    Museo di Storia Naturale – Piacenza
    Museo Naturalistico del Parco dello Stirone e del Piacenziano – Scipione Ponte
    Musei Civici Reggio Emilia – Palazzo dei Musei – Reggio Emilia
    Museo della bilancia – Campogalliano
    Museo Civico Archeologico – Bologna
    Ecomuseo Valli d’Argenta – Argenta
    Museo d’Arte della città di Ravenna – Ravenna
    Palazzo Romagnoli – Forlì
    Museo della Città – Rimini

    “Musei Speciali per Tutti” è un progetto proposto e sostenuto da Settore Patrimonio culturale Regione Emilia-Romagna


    Informazioni:
    Museo Civico Archeologico
    Via dell’Archiginnasio 2 | 40124 Bologna
    Tel. 051 2757211
    www.museibologna.it/archeologico
    mca@comune.bologna.it
    Facebook: Museo Civico Archeologico di Bologna
    YouTube: Museo Civico Archeologico di Bologna

    Orari di apertura:
    lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 9-19
    sabato, domenica, festivi ore 10-20
    chiuso martedì non festivi

    Settore Musei Civici Bologna:
    www.bolognamusei.it
    Instagram: @bolognamusei

    Informazioni su Musei Speciali per Tutti:
    patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/musei/retrospettiva/godimento-del-patrimonio-culturale-e-disabilita

    Ufficio Stampa Settore Musei Civici Bologna:

    Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
    Tel. 051 6496653 / 6496620
    ufficio stampa bologna musei
    elisamaria.cerra@comune.bologna.it
    silvia.tonelli@comune.bologna.it