Pisa, Museo della grafica – Presentazione del libro di Maurizio Vanni: Biomuseologia. Il museo e la cultura della sostenibilità

Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) è lieto di invitarvi alla presentazione del libro

Biomuseologia
Il museo e la cultura della sostenibilità

di Maurizio Vanni

Venerdì 13 gennaio ore 17:00

Alla presenza dell’autore Maurizio Vanni interverranno:
Alessandro Tosi, direttore scientifico del Museo della Grafica
Matteo Graniti, art curator
Elena Pampalone, lighting designer

Per ulteriori informazioni cliccare il logo:

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-66-67)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

I ritratti fotografici di Augusto De Luca dove cogliere effetti inesplorati o del tutto sconosciuti

RITRATTI FOTOGRAFICI DI AUGUSTO DE LUCA

Ritratti di Augusto De Luca 

“Ho sempre avuto dentro di me il germe dell’uomo madre; la creatività mi ha sempre accompagnato… Ho cercato sempre di esprimermi con uno stile ben preciso ma attraverso tutti i materiali e i formati. Desidero scoprire come la mia creatività si manifesta nelle diverse circostanze”.
“La geometria mi serve come grammatica del linguaggio espressivo nell’immagine. Lo scheletro strutturale, la composizione e il taglio geometrico servono a dare una chiave di lettura all’immagine”.
“La luce evidenzia ma, con l’ombra, elimina dando all’immagine valori di profondità, di terza estensione e possibilità sottrattive… Credo che l’impegno e la tecnica si possono raggiungere con la volontà e lo studio mentre l’inventiva e la passione costituiscono qualcosa in più in quanto elementi innati e inesorabilmente speciali”.

Chi è Augusto De Luca? Presto detto: è un famoso fotografo e performer italiano. È conosciuto anche come “Il Cacciatore di Graffiti”, dal titolo di un articolo sul quotidiano Il Mattino che descrive un tratto del suo immaginario artistico. Nel 2011, infatti, per denunciare il degrado della sua città di nascita, ha ideato la Performance – Partita a golf nelle buche stradali di Napoli. «A partire dal 2005, dopo aver trascorso alcuni anni a Roma, tornato a Napoli, mi sono accorto che sui muri della città c’erano tanti disegni colorati su carta che mi ricordavano le opere di Keith Haring, Ronnie Cutrone e Kenny Scharf. Ne sono stato subito colpito. Ancora non sapevo nulla di “Street Art”». Molte persone, ancora oggi, conoscono ben poco questa forma d’arte. De Luca, a differenza, già a partire dagli anni Settanta aveva cominciato a sviluppare la sua passione per l’arte in generale e per la fotografia in particolare. Da allora i suoi scatti fotografici sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private: dalla Camera dei deputati a Roma alla Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi. Una ricca documentazione in proposito si può trovare visitando i siti web che illustrano una lunga carriera piena di conferme.

«Mi sento navigatore, o meglio, esploratore dell’immenso universo dell’arte», asserisce De Luca, «L’artista è uno scopritore, cerca le chiavi per aprire la porta delle emozioni e delle sensazioni. L’arte è il luogo dove razionalità, fantasia, verità e finzione si sposano creando una miscela esplosiva». La vera arte è sempre esplosiva, ma per farla esplodere occorre che l’artista per primo inneschi emozioni: «Ogni mia foto è filtrata dall’EMOZIONE, dal rapporto che si crea tra me ed il luogo da ritrarre. Quando vedo qualcosa che mi attrae, comincio a girarci intorno per trovare la MIA inquadratura. È un lavoro su di me e sulla città al tempo stesso». Ecco perché, soprattutto ai giovani, De Luca ha sempre indicato cosa guardare attraverso l’obiettivo fotografico e ricorda Henry Bergson quando asseriva: «A che cosa mira l’arte se non a mostrarci, nella natura e nello spirito, fuori e dentro di noi, le cose che non colpirebbero esplicitamente i nostri sensi e la nostra coscienza?». È un modo per intraprendere una esplorazione e una ricerca sul proprio “Esprit de Finesse”, nel senso più ampio del termine.

«Io ho molte anime, che vengono fuori a mesi o anni alterni. Sono fotografo, performer, avvocato, collezionista, musicista. Tutto questo fa parte di me, io non elimino niente, semplicemente permetto alle mie diverse anime di alternarsi… Attraverso le mie foto vengono fuori le mie idee, le mie passioni, i miei mostri, chi sono e cosa penso». De Luca svela così il suo segreto su come conoscere e conoscersi. Un pensiero che s’invera nel guardare attentamente le sue immagini: quando in un viaggio restituisce le sensazioni in lui suscitate dai luoghi o quando nei volti celebri del mondo della cultura e dello spettacolo afferra l’emozione di un momento. Di tali ritratti mostriamo una carrellata in bianco e nero. Una collezione completa del mondo di De Luca compare nei suoi libri fotografici, recensiti sulle principali riviste di settore e sulle più importanti reti televisive, come Rai3 e Rai2. Libri arricchiti da prefazioni e contributi letterari delle maggiori personalità del nostro tempo. Il poeta Mario Luzi, la regista Lina Wertmuller, il compositore Ennio Morricone, lo storico Giovanni Pugliese Carratelli, i giornalisti Maurizio Costanzo e Sandro Curzi, l’architetto Paolo Portoghesi. «Nei miei ritratti c’è la persona da ritrarre e ci sono sempre anche io. Quando fotografo cerco un oggetto e un’inquadratura da poter abbinare al soggetto ed è li che c’è anche qualcosa di mio, la mia firma, la mia anima. Vengono fuori le parti di me più nascoste: è come andare dallo psicologo. Ho scoperto attraverso le mie foto che convivono in me».

In quel preciso istante, fissato nel tempo, emergono sentimenti contrastanti ed estremi che danno vita alle sue molteplici ispirazioni. «La grande fotografia è realizzata al momento giusto, ma ha bisogno anche di un taglio giusto che valorizza quell’attimo… La fotografia deve vivere di contenuto e di forma, quella che vive solo dell’uno o dell’altro non rimane». Come non rimane se fotografi per gli altri, senza fare emergere la propria intima essenza: «Finirai per fare cose che hanno fatto tutti, solo perché sai che piacciono…». A scorrere articoli e note su De Luca ciascun lettore troverà parole di assoluto consenso, che evidenziano la sua poetica. Come queste poche righe, stralciate da ND Magazine, rivista internazionale che ha come mission promuovere fotografia e fotografi: «Con il suo stile ha attraversato molteplici generi fotografici, utilizzando molti materiali, cercando sempre con i suoi scatti di esaltare elementi primari, unità espressive minime che compongono immagini in cui forme e segni si combinano in modo da ricordare atmosfere metafisiche». Le medesime atmosfere metafisiche, che in questa pagina cogliamo in alcuni dei suoi prestigiosi ritratti. Valicano la semplice mimesi del reale, per fare emergere le molteplici stratificazioni del sentire e dell’agire.

Augusto De Luca – Note biografiche

Augusto De Luca

Augusto De Luca, (Napoli, 1° luglio 1955) è un fotografo e performer. Ha ritratto molti personaggi celebri. Studi classici, laureato in giurisprudenza. È diventato fotografo professionista nella metà degli anni ’70. Si è dedicato alla fotografia tradizionale e alla sperimentazione utilizzando diversi materiali fotografici. Il suo stile è caratterizzato da un’attenzione particolare per le inquadrature e per le minime unità espressive dell’oggetto inquadrato. Immagini di netto realismo sono affiancate da altre nelle quali forme e segni correlandosi ricordano la lezione della metafisica. È conosciuto a livello internazionale, ha esposto in molte gallerie italiane ed estere. Le sue fotografie compaiono in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection (USA), della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell’Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina (Pechino), del Museo de la Photographie di Charleroi (Belgio).

Milano, Cardi Gallery: Paolo Scheggi – Making Spaces

CARDI GALLERY – MILANO

DAL 26 GENNAIO AL 15 APRILE 2023

PAOLO SCHEGGI | MAKING SPACES

La mostra ripercorre attraverso una selezione di oltre 25 opere la ricerca dell’artista dai primi anni Sessanta all’inizio degli anni Settanta.

Per l’occasione verrà ricostruito, nella sua versione originaria, lo storico ambiente immersivo Interfiore, presentato per la prima volta alla Galleria La Tartaruga nel 1968

A cura di Ilaria Bignotti

A distanza di 60 anni dall’ingresso in collezione di due Intersuperfici di Paolo Scheggi nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, allora diretta da Palma Bucarelli, e dalla partecipazione dell’artista alla collettiva Monocroma a Bologna e Firenze, questa mostra intende analizzare la sua ricerca artistica dai primi anni Sessanta agli inizi degli anni Settanta, celebrando il 1963 quale data fondamentale per l’affermazione e la contestualizzazione di Paolo Scheggi a livello internazionale.

Making Spaces è il titolo dell’esposizione organizzata da Cardi Gallery a Milano in collaborazione con l’Associazione Paolo Scheggi, che dal 26 gennaio al 15 aprile 2023 presenterà al pubblico una selezione di oltre 25 opere di Paolo Scheggi.

Il percorso espositivo, curato da Ilaria Bignotti, si snoderà secondo due direttive che intendono, da un lato, indagare la progettazione integrata all’architettura che l’artista conduce elaborando i moduli spaziali alla base delle sue opere più note, dall’altro, offrire ai visitatori una panoramica ampia sull’approccio di Scheggi ai concetti di interazione, interspazio e di multimedialità anche attraverso inedita documentazione d’archivio.

La mostra è pensata come un dialogo tra Intersuperfici, Inter-ena-cubi – opere realizzate con moduli di cartone colorato fustellato e plexiglas, oppure con moduli di metallo smaltato monocromo – ambienti e progetti di integrazione plastica all’architettura – che rappresentano un ciclo affascinante di produzione tra il 1962 e il 1971, elaborato da Scheggi grazie al dialogo con Bruno Munari, Nizzoli Associati, Mario Brunati, nel contesto di collaborazioni con riviste quali Casabella, Domus e In lettere e schizzi progettuali, disegni e maquette di ambienti che costituiscono il corollario teorico e programmatico dei suoi lavori.

Per l’occasione, verrà anche ricostruito il grande ambiente immersivo Interfiore (1968), realizzato con 85 anelli fluorescenti in legno e luce di Wood sospesi nel buio, per una decisa “invasione” dello spazio architettonico tanto cara all’artista.

Paolo Scheggi, Composizione spaziale, 1967-1968,
Legno dipinto di rosso, Collezione privata

“Fontana aveva messo per iscritto la sua stima nei confronti di quei quadri così profondamente neri, bianchi, rossi, in una lettera carica di presagi rispetto alla carriera intensa e folgorante che Scheggi stesso avrebbe percorso – sottolinea la curatrice Ilaria Bignotti; una carriera confermata, ancora nel 1963, dalla sua prima partecipazione in una mostra all’estero: è a Bruxelles, alla mitica Galerie Smith, che le sue Intersuperfici si affacciano alla scena internazionale. Bastino questi dati per comprendere la valenza scientifica della mostra oggi da Cardi Gallery inserita nel contesto della città di Milano, luogo nevralgico per l’artista di origine fiorentina: qui Scheggi poté trovare un laboratorio cosmopolita e aperto a tutti i linguaggi che egli seppe, nell’arco di un incandescente decennio, sperimentare, travalicando ogni confine”.

L’esposizione racconta anche il ruolo che ebbero celebri critici, progettisti e produttori con i quali Scheggi strinse collaborazioni, come Germano Celant, Angelo Fronzoni, Alessandro Mendini, Gian Mario Oliveri, Giancarlo Sangregorio, e con i quali nel 1965 l’artista firmò il volume dattiloscritto Ipotesi di lavoro per la progettazione totale presentato al Collegio Regionale Lombardo degli Architetti a Milano, fino alla collaborazione con la Fabbrica Poggi che vide la produzione di oggetti plastico-visuali anche legati all’arredo, e al suo ruolo di consulente visuale per i grandi concorsi di progettazione urbanistica tra il 1966 e il 1969.

Questo appuntamento si pone in un momento particolarmente vivace per gli studi sull’opera dell’artista, in cui i concetti di interazione e interscambio tra lo spazio, lo sguardo, e il tempo di percezione e di esperienza, sono al centro di un interesse di respiro internazionale, come dimostra l’ingresso nel 2022 nella collezione permanente della Tate Modern Londra di un Inter-ena-cuboformato da moduli smaltati rossi, attualmente esposto nella mostra internazionale The Dynamic Eye: Op and Kinetic Art from Tate Collection in corso al MAP-Museum of Art di Pudong, Shanghai (Cina).

Accompagna la mostra un volume di Silvana Editoriale.

PAOLO SCHEGGI

Paolo Scheggi nasce a Settignano (Firenze) nel 1940. Dopo gli studi artistici inizia una ricerca di ardita sperimentazione che lo porta a superare rapidamente le istanze dell’Informale. A Milano dal 1961, stringe un rapporto di vivace collaborazione con Germana Marucelli ed entra in contatto con l’ambiente artistico del capoluogo lombardo, suscitando l’attenzione di Lucio Fontana dal 1962. Seguito dalla critica più influente dell’epoca, da Argan a Bucarelli, da Belloli a Celant, da Dorfles a Kultermann, è riconosciuto tra gli esponenti della Pittura Oggetto, elaborando un personale linguaggio plastico-visuale che si estende poi a livello ambientale e prosegue, nell’ultima fase della sua ricerca, in direzione teatrale e performativa, con azioni urbane e successivamente volge ad una indagine mitico-politica in chiave metafisica. A contatto con i movimenti e i gruppi di ricerca internazionali, partecipa alle principali esposizioni del tempo, da Parigi a Buenos Aires, da New York ad Amburgo, da Düsseldorf a Zagabria, fino alla sua prematura scomparsa, nel 1971.


PAOLO SCHEGGI. MAKING SPACES
Milano, Cardi Gallery (Corso di Porta Nuova, 38)
26 gennaio – 15 aprile 2023

Informazioni: +39 02 45 47 8189; mail@cardigallery.com
www.cardigallery.com

Ingresso gratuito

Orari:
Da lunedì a sabato, 10.00 – 18.00

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | clara.cervia@clp1968.it
Chiara Ciucci | chiara.ciucci@clp1968.it
Tel. 02.36755700 | www.clp1968.it

Asti, Palazzo Mazzetti: “Boldini, la vita nella pittura” nota critica di Vittorio Sgarbi

Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque

Asti, Palazzo Mazzetti
Fino al 10 aprile 2023

Allestimento della mostra “Boldini e il mito della Belle Époque”

Boldini, la vita nella pittura

Testo in catalogo a cura di Vittorio Sgarbi

Un vento, un vento benefico, non di tempesta, un vento che muove l’aria, pulisce il cielo, risveglia. A questo penso davanti alle opere di Boldini: lo stile di Boldini, nella sua età matura, non è artificio, come appare, ma natura. È un vento forte che scuote l’immobilità dell’immagine, la sua facilità e il suo limite illustrativo, per una strada diversa da quella del futurismo, ma nello stesso senso.

Boldini è un anti-accademico ma è anche un pittore classico. Il segno, la pennellata veloce non sono una fuga, ma una condizione più viva della pittura, un modo per fermare ciò che è instabile lasciandolo tale. Boldini non imita, non riproduce, compete. Il suo vento è la sua vanitas, per cui tutto si spegne: per questo è considerato mondano, superficiale, facile. In realtà Boldini, vissuto a Parigi a fianco degli impressionisti fin dal loro esordio, fu l’unico italiano che, superato il provincialismo, non si fece seguace ma anticipatore. L’impressionismo fu un’arma che non volle usare, pur non rinunciando al confronto con la vita moderna. Ma di Parigi egli intuì l’essenza cosmopolita, e fu pittore essenzialmente cittadino. Pittura e disegno, acquerello e pastello in lui sono la medesima cosa, uniti dalla velocità di esecuzione, dalla istantaneità con cui gesto e movimento sono bloccati e non riprodotti, ma prolungati. Quale differenza con un grande statico, benché mobile nello spazio della mente, come Cézanne, o con un euforico della natura come Monet! Boldini vive nella pittura e in essa ama la vita. Lo si vede anche nei pastelli e acquerelli dei vari periodi: dall’intima conversazione de I due amici al vibrante Bois de Boulogne, dalla bellezza eterea della Divina alla potente sensualità della Contessa de Rasty. Non mancano intense atmosfere di teatri e di café, spazi di ampi paesaggi pieni di vento, architetture umili o sfarzose, animali sorpresi nel lavoro o nel gioco, momenti, aspetti, volti e semplici oggetti della vita di tutti i giorni, ove spicca costante la ricerca della vitalità e la gioia di fermare l’attimo.

Ottocento e Novecento sono, nella sua poetica, indicazioni convenzionali, prive di un riscontro reale. Boldini non è mai un ritardatario, ma un pittore del Novecento prestato all’Ottocento, in un perpetuo controtempo.
Artista indocile a ogni scuola, Boldini fu certamente anche pittore della Belle Époque, ritraendo una società che bramava ostentare le proprie fortune attraverso lo sfolgorio delle sue donne: le mogli e le figlie, le amanti, le cocottes, e il mondo di sprechi nel quale erano immerse. Ma in quel lusso sfrenato brillava la bellezza e Boldini ne era stregato. Impressionismo, futurismo, espressionismo, ogni tendenza si fonde dietro le lenti dei pince-nez boldiniani in un cocktail di forme in cui il mestiere e il virtuosismo consentono di attingere a profondità insondate. Boldini oggi è con noi, senza che nulla del suo mondo ci appartenga più. Ma grazie anche ai suoi acquerelli e pastelli quel mondo non cadrà dalla nostra memoria, e vi rimarrà regalandoci una freschezza di impressione che incanta, come in un autentico inno alla libertà. Boldini esprime con assoluta immediatezza le rapinose impressioni sulla realtà, emozioni pure, senza corporeità. Ciò che in pittura è straordinario artificio nell’acquerello appare inevitabile, conseguenza stessa delle cose. La realtà chiede il gesto che l’afferri, non vuole altra impronta.

Per intenderlo ci assistono le parole di Montale, in Ossi di seppia, scritte quando ancora Boldini e D’Annunzio erano vivi: “Esterina, i vent’anni ti minacciano, / grigiorosea nube / che a poco a poco in sé ti chiude. / Ciò intendi e non paventi. / Sommersa ti vedremo / nella fumea che il vento / lacera o addensa, violento. / Poi dal fiotto di cenere uscirai / adusta più che mai, / proteso aun’avventura più lontana / l’intento viso che assembra l’arciera Diana. […] // L’acqua è la forza che ti tempra, / nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi: / noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo / come un’equorea creatura / che la salsedine non intacca / ma torna al lito più pura. // Hai ben ragione tu! / […] il tuo profilo s’incide / contro uno sfondo di perla. / Esiti a sommo del tremulo asse, / poi ridi, e come spiccata da un vento / t’abbatti fra le braccia / del tuo divino amico che t’afferra. // Ti guardiamo noi, della razza / di chi rimane a terra.”

Questo è lo spirito di Boldini, il divino amico che trasforma le donne che dipinge in dee. Nessuna moda può piegarlo, Boldini la moda la fa. Consacra la bellezza. Restituisce alle sue donne una bellezza senza fine. È un artista totalmente libero, che sente la vita e la trasmette in pittura. In Boldini arte e vita sono una cosa.


SEDE
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357
Asti

INFORMAZIONI
T. +39 0141 530 403
M. +39 388 164 09 15
www.museidiasti.com
info@fondazioneastimusei.it
prenotazioni@fondazioneastimusei.it

ORARI
Martedì – domenica 10.00/19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

Hashtag ufficiale

#BoldiniAsti

Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

LOTTO, ROMANINO, MORETTO, CERUTI. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo

BRESCIA – PALAZZO MARTINENGO

DAL 21 GENNAIO ALL’11 GIUGNO 2023

LOTTO, ROMANINO, MORETTO, CERUTI

I campioni della pittura a Brescia e Bergamo

Attraverso 80 capolavori, per la prima volta, verranno messi a confronto diretto

i più grandi pittori attivi nelle due città tra Rinascimento e Barocco, dando vita a un derby culturale che proseguirà al piano nobile del Palazzo con quattro approfondimenti che indagheranno argomenti caratterizzanti la storia e l’identità di Brescia e Bergamo.

L’iniziativa è parte del programma di

“Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”

A cura di Davide Dotti

Dal 21 gennaio all’11 giugno 2023, Palazzo Martinengo a Brescia accoglierà i capolavori dei più importanti maestri dell’arte attivi tra il Cinquecento e il Settecento a Brescia e Bergamo. Per la prima volta, la mostra Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo metterà in dialogo la cultura e la produzione artistica espressa dalle due città durante i quasi quattro secoli di dominazione veneziana.

L’esposizione, una delle più attese del programma per “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”, curata da Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia, del Comune di Bergamo, della Fondazione Provincia di Brescia Eventi, presenta una selezione di oltre ottanta capolavori provenienti da collezioni pubbliche e private sia italiane che estere, che darà vita a un vero e proprio derby culturale e artistico: i lavori dei grandi maestri bresciani del Rinascimento quali Foppa, Moretto, Romanino, Savoldo e Gambara saranno messi a confronto con quelli dei bergamaschi Moroni, Palma il Vecchio, Cariani, Previtali e Lotto – che visse e lavorò per oltre dodici anni nella Città dei Mille – per comprendere come il comune substrato culturale lombardo, ravvivato dalle novità proposte dai pittori veneziani (Bellini e Tiziano in primis), abbia dato vita a linguaggi espressivi in alcuni casi similari, in altri antitetici.

Di estremo interesse sarà poi avvicinare tele eseguite nel corso del quinto decennio del ‘500 da Moretto e da Moroni che, in quegli anni, si trovava a Brescia nella bottega del Bonvicino, da cui assimilò quell’intenso naturalismo che caratterizza la poetica del genio bresciano.

Alessandro Bonvicino detto Moretto, La visitazione, olio su tavola, 66 x 91 cm. Collezione privata

Lo stesso inedito ed emozionante parallelo tra gli esponenti delle due scuole pittoriche verrà proposto nelle sale successive dedicate al tema della “ritrattistica” – Moroni, Ceresa e Fra Galgario da un lato, Bellotti, Cifrondi e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto dall’altro -, della “pittura barocca”, della “natura morta” – Baschenis e Bettera campioni nella Città dei Mille, Rasio e Duranti in quella della Leonessa – e della “pittura di genere” dove protagonisti saranno gli irriverenti dipinti con nani e pigmei di Bocchi e dell’allievo bergamasco Albrici, i paesaggi di Roncelli e i rustici interni di cascinali e osterie di Botti.

Il percorso espositivo proseguirà poi al piano nobile della storica residenza cinquecentesca con una sorprendente “mostra nella mostra”, costituita da quattro approfondimenti dedicati a temi caratterizzanti l’identità culturale e la storia delle due città, dove s’incontreranno sculture, disegni, strumenti musicali, dipinti, cimeli storici, documenti antichi e fotografie d’epoca.

In particolare, verranno indagate le figure dei due papi del ‘900, il bergamasco Giovanni XXIII e il bresciano Paolo VI, e il loro rapporto con l’arte e gli artisti, da Picasso a Chagall, da Matisse a Dalí fino a Manzù; le tradizioni gastronomiche e quelle musicali tra Rinascimento e XX secolo; infine un focus particolare sarà riservato all’avventura del grande architetto Marcello Piacentini, attivo nei primi decenni del Novecento tra Bergamo e Brescia, dove trasformò il volto urbano delle due città.

“Per un anno unico e irripetibile come sarà per Brescia e Bergamo il 2023 – afferma il curatore Davide Dotti – ho ideato un’esposizione speciale e diversa rispetto alle ultime otto curate in Palazzo Martinengo. La mostra, infatti, sposando il significato profondo della Capitale Italiana della Cultura 2023, proporrà un inedito ed emozionante confronto tra i più grandi pittori attivi nelle due città durante i quasi quattro secoli di dominazione veneziana, dando così vita un vero e proprio derby artistico e culturale che proseguirà al piano nobile di Palazzo Martinengo nelle sezioni dedicate all’architettura, alla musica, alle tradizioni gastronomiche e ai due grandi papi del Novecento e al loro rapporto con l’arte e gli artisti. Percorrendo le sale del Palazzo il pubblico compirà così un emozionante viaggio ricco di opere inedite, sorprese e curiosità, il cui obiettivo è dare risalto allo straordinario patrimonio culturale che si è stratificato nel corso dei secoli a Brescia e Bergamo, nonché stimolare una nuova presa di coscienza su un capitolo fondamentale della storia dell’arte italiana, scritto dai grandi maestri della pittura attivi nelle due città, gemellate nell’anno della Capitale Italiana della Cultura”.

L’esposizione è il nuovo appuntamento espositivo dell’Associazione Amici di Palazzo Martinengo che fa seguito ai successi di pubblico e di critica ottenuti con le rassegne Il Cibo nell’Arte dal Seicento a Warhol (2015), Lo Splendore di Venezia. Canaletto, Bellotto, Guardi e i vedutisti dell’Ottocento (2016), Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento (2017), Picasso, De Chirico, Morandi. Cento capolavori dalle collezioni private bresciane (2018), Gli animali nell’arte dal Rinascimento a Ceruti (2019), Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini (2020-2022), visitate da oltre 300.000 persone.

Catalogo Silvana Editoriale


LOTTO, ROMANINO, MORETTO, CERUTI
I campioni della pittura a Brescia e Bergamo
Brescia, Palazzo Martinengo (via dei Musei 30)
21 gennaio – 11 giugno 2023

Orari:
mercoledì, giovedì e venerdì, dalle 9:00 alle 17:00
sabato, domenica e festivi, dalle 10:00 alle 20:00
lunedì e martedì chiuso
La biglietteria chiude un’ora prima

Aperture straordinarie:
Pasqua (9 Aprile), Pasquetta (10 Aprile), 24 Aprile, 25 Aprile, 1 Maggio, 2 Maggio, 2 Giugno

Biglietti (audioguida compresa):
intero, €14,00
ridotto, €12,00 (gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 e maggiori di 65 anni, studenti universitari con tesserino, soci Touring Club con tessera, soci FAI con tessera, insegnanti, possessori di carta di credito e bancomat Banco BPM)
ridotto scuole, €6,00
gratuito, minori di 6 anni, disabili con un accompagnatore, giornalisti con tesserino, guide turistiche, due insegnanti per scolaresca, un accompagnatore per gruppo di adulti

Visite guidate gruppi:
€80,00 per gruppi di adulti; €45,00 per le scuole
La prenotazione è obbligatoria per tutte le tipologie di visita guidata
prenotazioni scuole: tel. 392-7697003; prenotazioniscuole@gmail.com
prenotazioni gruppi: tel. 392-7697003; gruppi@amicimartinengo.it

Informazioni: tel. 392-7697003; mostre@amicimartinengo.it
www.mostrabresciabergamo.it

Amici Palazzo Martinengo
@amicimartinengo

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia clara.cervia@clp1968.it  
Chiara Ciucci chiara.ciucci@clp1968.it
T. 02.36755700 | www.clp1968.it

TEFAF New York a Maggio 2023

TEFAF NEW YORK 2023

New York City, Park Avenue Armory

12–16 Maggio 2023

TEFAF New York è la fiera annuale che propone arte moderna e contemporanea, gioielli, antiquariato e design da oltre 90 gallerie provenienti da tutto il mondo. L’ottava edizione di TEFAF New York si terrà dal 12 al 16 maggio 2023, come di consueto al Park Avenue Armory, uno degli edifici storici più belli ed eleganti di Manhattan, dove i più importanti mercanti d’arte del mondo esporranno capolavori di varie epoche. La fiera newyorchese è ampiamente apprezzata per aver introdotto nuovi modi di guardare, pensare e vivere l’arte. TEFAF New York offrirà un’interessante programma culturale con presenze di spicco del mondo dell’arte e, nello stesso periodo, anche un’edizione di TEFAF Online con una selezione dei capolavori esposti all’Armory.

Biglietti acquistabili a partire da marzo 2023

TEFAF New York

TEFAF New York è stata fondata all’inizio del 2016, originariamente come due fiere d’arte annuali a New York entrambe allestite presso il Park Avenue Armory ovvero: TEFAF New York Fall e TEFAF New York Spring. Oggi, TEFAF New York è un’unica fiera annuale che presenta arte moderna e contemporanea, gioielli, antiquariato e design, con circa 90 espositori di spicco provenienti da tutto il mondo. Tom Postma Design, studio famoso per soluzioni innovative ideate per importanti musei, gallerie e fiere d’arte, ha sviluppato un allestimento che interagisce con gli spazi spettacolari dell’edificio storico dando loro un aspetto più leggero e contemporaneo. Gli stand degli espositori si estenderanno su tutto l’edificio simbolo dell’Armory, comprendendo la Wade Thompson Drill Hall, il primo e secondo piano con le sale d’epoca dell’Armory, dando vita ad una fiera elegante nei dettagli e di impatto senza precedenti a New York.

TEFAF

TEFAF è una fondazione no profit che sostiene l’esperienza e la varietà della comunità globale dell’arte, come dimostrano gli espositori selezionati per le sue due Fiere annuali di Maastricht e New York. TEFAF si pone come guida esperta per i collezionisti privati e istituzionali del mercato globale dell’arte, ispirando appassionati e collezionisti di tutto il mondo

TEFAF Maastricht si terrà al MECC Maastricht dall’11 al 19 marzo 2023. Il 9 e 10 marzo solo su invito.

Il TEFAF di New York si terrà al Park Avenue Armory dal 12 al 16 maggio 2023. L’11 maggio solo su invito.


QUANDO:                  
Maggio 12–16, 2023.  (il giorno 11 solo su invito).

DOVE:                      
Park Avenue Armory
643 Park Avenue (tra la 66ma e la 67ma strada)
New York, NY 10065

Website:                  
https://www.tefaf.com/fairs/tefaf-new-york

Contatti Stampa:     
Sharp Think | tefaf@sharpthink.com;
Per l’Italia: Studio ESSECI, roberta@studioesseci.net

Verso i 20.000 visitatori per “KANDINSKY E LE AVANGUARDIE. Punto, linea e superficie” al Candiani di Mestre

Immagine coordinata

KANDINSKY E LE AVANGUARDIE
PUNTO, LINEA E SUPERFICIE

Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani

Fino al 21 febbraio 2023

Continua il grande successo di pubblico alla mostra dedicata a Kandinsky e le Avanguardie ospitata nelle sale al secondo piano del centro culturale Candiani di Mestre. Le feste natalizie e le aperture speciali hanno inoltre portato grandi e piccini a visitare la mostra e a partecipare alle tante attività correlate.

Allestimento della mostra

Siamo davvero molto contenti, commenta la Presidente MUVE Mariacristina Gribaudi, che il pubblico stia approfittando della grande opportunità di visitare con occhi nuovi un nucleo così importante delle raccolte MUVE. Ma sono altrettanto fiera che anche in questa occasione Fondazione abbia proposto un nuovo programma di alto valore culturale a Mestre grazie allo straordinario patrimonio dei Musei Civici. Obiettivo che è parte di un più ampio progetto fortemente voluto dal Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro“.

Wassily Kandinsky: Tre triangoli, 1938, disegno a tempera, cm 37 x 47,3 (mm 370 x 473). Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, lascito Lidia De Lisi Usigli, 1961

La mostra rimarrà aperta durante tutto il fine settimana dell’Epifania e a seguire riprenderanno gli incontri pubblici dove a tornare protagonista sarà la musica. Sabato 14 gennaio, alle ore 18 presso l’auditorium del centro Culturale Candiani, il programma prevede infatti un concerto di musica dodecafonica con brani di Schoenberg, in collaborazione con il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia e altre istituzioni nazionali.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili e la mostra di Kandinsky sarà visitabile in questa data fino alle ore 22.


Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani, 7
30174 Venezia Mestre
T 041 2386126
visitmuve.it

FONDAZIONE MUSEI CIVICI
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa

In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

Genova: per la prima volta in Italia arriva “The Ocean Race” – Apre il 7 gennaio l’”Ocean Live Park” 

Per la prima volta in Italia “The Ocean Race” 
la più grande regata intorno al mondo.

Genova unica città in vetrina ad Alicante (Spagna) con il suo Pavilion per una straordinaria promozione economica, culturale e turistica

in attesa di “The Grand Finale” a Genova a giugno 2023

Apre il 7 gennaio l'”Ocean Live Park” su 50mila mq in Spagna. Il 15 la partenza di The Ocean Race.

È un avvenimento internazionale l’apertura dell'”Ocean Live Park“, il mega Villaggio di Alicante in Spagna di 50mila metri quadrati che proporrà eventi d’intrattenimento e tanto altro, per adulti e bambini. Si inaugura in occasione della partenza della regata The Ocean Race (dal 7 al 15 gennaio). 

Genova sarà l’unica città che godrà di visibilità culturale e turistica lungo tutto il percorso del Giro del Mondo della competizione (e poiché proprio Genova ospiterà The Gran Finale a fine giugno, è la prima volta in 50 anni che The Ocean Race approda in Italia).

Si apre sabato nel porto di Alicante, in Spagna, l’Ocean Live Park, il villaggio per la partenza di The Ocean Race, la più straordinaria e dura regata intorno al mondo che compie 50 anni e per la prima, storica, volta arriverà in Italia, con il “The Grand Finale” di Genova. E il capoluogo ligure si conferma sempre più capitale mondiale della vela e della nautica grazie all’importante presenza al fianco di The Ocean Race. Nell’Ocean Live Park di Alicante verrà inaugurato il Pavilion di Genova, un padiglione di 150 metri quadrati in cui i visitatori potranno esplorare le bellezze della città e dell’intera Liguria mentre le aziende potranno sviluppare nuove opportunità di business con realtà provenienti da tutto il mondo. Una opportunità unica: Genova sarà la sola città ad avere questa visibilità lungo tutto il percorso. Dopo Alicante, ecco le tappe di Cape Town (7/26 febbraio), Itajaí (1/23 aprile), Newport (10/21 maggio), Aarhus (30 maggio/8 giugno), e L’Aja (11/15 giugno). Non solo. Al fianco di The Ocean Race, Genova è in prima fila nel promuovere la sostenibilità e la tutela dei mari. Grazie al “Genova Process” sarà scritta la prima bozza di Carta dei diritti degli Oceani che sarà presentata all’Onu dopo il Grand Finale del prossimo giugno. 

Dal 7 al 15 gennaio l’Ocean Live Park di Alicante proporrà eventi per adulti e bambini in una area di 50 mila metri quadrati: concerti, intrattenimento, workshop, prove di vela e un’area dedicata al gaming e agli e-sports. La Cerimonia di Apertura è fissata per il 12 gennaio alle 20 e sarà seguita da uno spettacolo di droni. Il pubblico potrà anche accedere al Museo di The Ocean Race per ammirare la storia della regata. Ci sarà anche la Race Boat Experience in cui il pubblico potrà avere un assaggio della vita a bordo. 

Il Pavilion di Genova sarà in prima linea, proprio dietro alle barche della regata (padiglione 17). Un ledwall posizionato di fronte alla struttura mostrerà le bellezze di Genova, della Liguria e dell’Italia. Attraverso la scannerizzazione di QR Codes si potranno approfondire i vari temi. Le pareti del padiglione “racconteranno” il territorio attraverso immagini iconiche: la Lanterna, le Botteghe Storiche e i tipici “carruggi”, le Cinque Terre, il pesto ma anche il gelato e il caffè. Insomma una vetrina straordinaria per Genova e per l’Italia intera. Nell’ultima edizione sono stati 2,5 milioni i visitatori complessivi nei villaggi. 

Nel Pavilion sarà allestita da ETT, azienda genovese del Gruppo SCAI, una vera e propria esperienza immersiva che promuoverà, attraverso visioni iconiche, Genova e la Liguria. Multi-proiezioni a tutta parete e senza soluzione di continuità metteranno il visitatore in connessione emozionale con i contenuti, attraverso video spettacolari e ritmati. La narrazione segue idealmente il percorso della gara intorno al mondo, con la proiezione delle tappe della regata sino all’arrivo a Genova per il Grand Finale

Lo storytelling prosegue con la promozione turistica di Genova attraverso viste mozzafiato, immagini dei più pregevoli scorci della città, dei vicoli, delle botteghe storiche e dei Palazzi dei Rolli, riprese della preparazione del pesto al mortaio, voli di drone sugli ambienti urbani, sui Forti e sui paesaggi del territorio, sulle attività sportive all’area aperta e sull’Acquario. In ultimo, uno sguardo verso il prossimo futuro con il video sulle anticipazioni progettuali del nuovo Waterfront di Levante.

A disposizione dei visitatori ci saranno anche alcuni visori di “Virtual Reality” grazie ai quali si potranno esplorare le zone iconiche del centro storico comprese le piazze e alcuni palazzi tra cui Palazzo San Giorgio. Il Pavilion di Genova ospiterà anche una edizione speciale del Campionato Mondiale del Pesto in cui una decina di partecipanti, dopo una demo della ricetta originale, potranno sfidarsi in gara per realizzare il pesto migliore.

Numerosi gli eventi e gli incontri promossi

Mercoledì 11 gennaio l’Università di Genova presenta le proprie eccellenze nel campo della ricerca legata al mare e alla sostenibilità. Verranno illustrati il progetto strategico per le Università Europee del futuro Ulysseus, il Centro del Mare e una selezione delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico su tematiche vicine al mare e alla sostenibilità.

Giovedì 12 il Comune di Genova, sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Madrid e in collaborazione con il Consolato Onorario di Alicante, promuove un incontro su storia, tradizioni e cultura che uniscono i porti di partenza e arrivo di The Ocean Race, ricostruendo la storia della comunità di genovesi pescatori di corallo che, partiti da Pegli, un piccolo centro marinaro sulla costa ligure, arrivò nel XVI a Tabarca, isola della Tunisia, dove rimase per quasi tre secoli. Pierangelo Campodonico, Direttore dell’Istituzione Museo del Mare di Genova, spiegherà come i genovesi arrivarono poi a Nueva Tabarca, isola di fronte ad Alicante.

Giornata speciale quella di venerdì 13 gennaio, dedicata al “made in Italy“. In collaborazione con ICE, il Comune di Genova promuove una serie di incontri dedicati all’inventiva, all’imprenditorialità e al turismo, sempre con uno sguardo rivolto alla sostenibilità, allo sport e alla blue economy. La mattina si apre con la presentazione olistica “Genova, the place to be“, un intervento per mostrare le qualità del capoluogo ligure come luogo ideale dove vivere, studiare, lavorare, investire e fare turismo, illustrando le strategie dell’Amministrazione per raggiungere i 10 obiettivi che la renderanno una città sostenibile sotto ogni punto di vista e in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 ONU. Le aziende genovesi, ma non solo, espongono alcuni dei loro progetti attuati o in via di realizzazione sul territorio e nel Mar Ligure (Aeronike, ETT, Northern Light, Oceanhis, Relog3P, Skylab Studios, STAM). Uno spazio speciale è previsto per quelle realtà che quotidianamente si impegnano nella sostenibilità e nella difesa dei mari senza scopo di lucro (Fondazione CIMA, Biodesign Foundation, Guardia Costiera). Dopo un light lunch a base di tipicità regionali liguri, una presentazione della Liguria come destinazione ideale per ogni tipo di turismo, ma con un accento su outdoor, sport e sostenibilità, a cura di Agenzia InLiguria e in collaborazione con ENIT, alla presenza di tour operator e agenti di viaggio spagnoli. In chiusura di giornata, l’Istituto Idrografico della Marina illustra le sue attività in occasione del 150° anniversario dalla fondazione. A seguire, la presentazione del concorso Genova Global Goals Award, bandito dal Comune di Genova per premiare l’inventiva di aziende, startup, enti, associazioni e studenti nell’ideazione o realizzazione di progetti in linea con i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile.

Sabato 14 gennaio in primo piano c’è la cultura grazie all’evento “Alla scoperta di Genova: Cultura, Arte e Tradizione come motore di trasformazione della città“. Una giornata dedicata alla presentazione del patrimonio storico, artistico e culturale di Genova, una città dal glorioso passato, ricca d’arte e di tradizione, ma con uno sguardo sempre aperto al futuro e ai nuovi orizzonti culturali. Genova verrà raccontata attraverso alcune delle sue eccellenze culturali: i fastosi Palazzi dei Rolli, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, e la loro valorizzazione, anche attraverso l’evento Rolli Days; il Premio Paganini, una delle più prestigiose competizioni al mondo per giovani musicisti , dedicata alla figura del grande violinista genovese, che torna nel 2023; il legame fra Genova e il Jeans, rappresentato dagli straordinari Teli della Passione conservati al Museo Diocesano; il rapporto fra Genova il mare e la sua immensa cultura, materiale e immateriale, che la città racconta al Galata Museo del Mare.

Spazio nel pomeriggio al Campionato Mondiale del Pesto con il suo storico fondatore, Roberto Panizza, ma anche al vernissage dell’equipaggio di “AOR Team Genova”, la barca VO65 che porterà Genova in gara nella The Ocean Race Sprint. Un altro motivo di orgoglio per Genova, un’altra straordinaria occasione di promozione per la città e le sue eccellenze. 

Domenica la partenza: alle ore 14 salpano i VO65. Alle ore 16 il via agli IMOCA 60. Genova farà il giro del mondo al fianco di The Ocean Race e poi il mondo arriverà a Genova per il “Grand Finale”, dal 24 giugno al 2 luglio, nel nuovo Waterfront di Levante.

The Ocean Race “Genova The Grand Finale” gode del patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Enit, Coni e Ussi. Ministero del Turismo, Regione Liguria, Camera di Commercio di Genova, Porto Antico, Blue District e Federvela sono i partner Istituzionali. Iren e Free To X sono “Genova Partners”. Esselunga, Rina, Ett e Esaote sono “Genova Supporters”.


LA GUIDA ILLUSTRATA THE OCEAN RACE 2022-23


Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa