Sebastiano Tusa: un mondo di conoscenze, scevre di presunzione, ricche di umiltà

di Cosimo Inferrera

Accostarsi alla figura scomparsa di Sebastiano Tusa con la pretesa di consegnare ad altri un referto è come stare sulla soglia della violenza verbale. Non possiamo aggiungere parole che siano testa di ponte per altre parole … Un profilo sintetico della Sua personalità complessa però possiamo tentarlo. Primo punto la FORZA. Forza di restare con costanza e senza cedimenti nel recinto invalicabile delle scelte etico-morali. Sempre. Dunque come virtù dantesca, da cui la Sua “virtute”. Secondo la CONOSCENZA. Cioè sintesi organica, armonica, originale di culture, dalla archeologia, alla storia, dalle religioni alla antropologia … Sono, appunto, virtù e conoscenza i capisaldi che devono presiedere alla vita pubblica, rari e preziosi più delle stesse piattaforme petrolifere che un Eroe civile, lungimirante come Enrico Mattei aveva intravisto, a rischio di vita, per ridare energia di ripresa all’Italia postbellica. Oggi non solo soffriamo della ben note carenze, ma siamo ancor più carenti, a livello gestionale e territoriale di forza morale e competenze … La scomparsa di Sebastiano Tusa lo evidenzia drammaticamente per la Sua giovane vita, per la Sicilia e … (ma non ci crede nessuno) per la stessa Italia.

Le Fisarmoniche di Castelfidardo: sfidano i nuovi gusti musicali

L’antenato della fisarmonica fu lo “tcheng” o “sheng”, un antichissimo strumento cinese e degli altri paesi del sud-est asiatico risalente addirittura a 4500 anni fa. Fu lo “tcheng”, infatti, a utilizzare per primo l’ancia libera, principio sul quale si basa anche la fisarmonica. Il deposito del brevetto della fisarmonica risale al 1829 a opera di Cyrill Demian a Vienna, ma il fondamentale rimaneggiamento avvenne in Italia nella seconda metà dell’Ottocento. A Castelfidardo infatti, nel 1860, la sconfitta dell’esercito pontificio a opera delle truppe piemontesi segnò un traguardo fondamentale nell’unificazione italiana con l’annessione dei territori delle Marche e dell’Umbria al Regno Italico. Questo territorio fu la culla che vide nascere i primi “organetti” o “fisarmoniche”, strumenti conosciuti grazie alle truppe francesi al servizio dello Stato Pontificio e poi perfezionati e adattati ai gusti etno-musicali.

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LE FISARMONICHE DI CASTELFIDARDO