Wild Inside – Come addormentarsi

Come risolvere il problema dell’insonnia?

Ti capita di svegliarti nel cuore della notte e non prendere più sonno?

L’insonnia è uno dei disturbi più diffuso a livello mondiale, soprattutto nel mondo industrializzato.

Chi è insonne si sente spesso costretto a ricorrere a medicinali che risolvono il problema a breve termine, ma rovinano l’esistenza nel lungo termine.

Ne vale la pena?
Nella maggior parte dei casi, direi proprio di no!

Questo libro è rivolto a chiunque soffra di insonnia e voglia ricevere istruzioni e “dritte” in maniera sintetica e funzionale per addormentarsi e dormire bene!

Ma…
Ma quali ne sono le cause di un disturbo del sonno?
Ma come può essere alleviato e risolto il problema dell’insonnia?

Ho trovato una frase molto significativa in un libro che ho letto sull’argomento: “la tua insonnia sta cercando di dirti qualcosa: impara ad ascoltarla!”
Non sai quante notti ho passato a ignorarla, anziché ascoltarla. Poi finalmente ho capito come “trattarla” e come sconfiggerla alla radice!

Si può tornare a dormire come bambini stanchi e felici per svegliarsi riposati e pieni di energie? Assolutamente sì!

Immagino che anche tu sia pieni dei soliti dubbi…
Dormire poco (5-6 ore) o dormire molto (più di 9 ore)?
Pennichella sì o pennichella no?
Cosa fare se non si riesce a prendere sonno?
A che ora andare a dormire?
A che ora è meglio svegliarsi?

Leggendo questo ebook ti accorgerai che certe domande, non dovrebbero neanche porsi…

Ci sono aspetti molto più importanti. Ad esempio una corretta alimentazione, l’eventuale assunzione di particolari tisane, la riorganizzazione della giornata in base ai nostri bio-ritmi… dobbiamo ritrovare un equilibrio tra mente e corpo, una sintonia all’interno di noi stessi.

Sei milioni d’italiani non dormono o faticano a dormire. Non sei l’unico. Adesso dedica un po’ di tempo a te stesso e alla tua salute: leggi questo ebook.

Stai per scoprire una strategia collaudata su come combattere l’insonnia e sconfiggere una volta per tutte i disturbi legati al sonno.
Come funziona?
È più semplice di quanto pensi: si tratta di interiorizzare delle abitudini specifiche.

Non invidierai più quelli che dormono appena si mettono a letto!
Non ti ritroverai più immobile nel letto con la luce spenta e gli occhi aperti cercando un modo per addormentarti!
Non sarai più stressato dai pensieri mentre attendi invano di addormentarti!

Applicando queste 20 semplici accortezze, troverai la serenità che cerchi.

Non ti sveglierai più la mattina più stanco di quando eri andato a dormire la sera prima: basta sonnolenze e abbiocchi durante tutta la giornata.

D’ora in poi ti sentirai riposato al mattino e per il resto della giornata.

I consigli e i rimedi naturali per prevenire, curare e sconfiggere l’insonnia?
Li trovi in questo breve ebook!
Non amo perdere tempo (tanto meno farlo perdere a te!), quindi andrò dritto al sodo: questo libro può essere letto in poco più di un’ora e messo in pratica in meno di un mese.

Datti da fare!

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IMMAGINE DI APERTURA – copertina del libro 

Alessandro Martini – Sfogliando i musei. Architetture e politiche culturali

Scrive Fabio Mangone nella prefazione di questa raccolta di articoli di Alessandro Martini tratti da Il Giornale dell’Arte: «Pubblicati di seguito, in sequenza cronologica, questi scritti pur originati da circostanze contingenti di cronaca, pur nella loro inevitabile concisione, assumono un diverso valore: innanzitutto, raccontano del divenire del dibattito sui musei, italiani e non solo, legato certo all’evoluzione del contesto normativo, ma anche alle plurime sfumature in cui si articola il rapporto tra le collezioni e gli eventi, tra i programmi espositivi e il pubblico, tra i primari valori culturali e le necessarie strategie economiche».

CONTINUA A LEGGERE SU ACADEMIA.EDU (OPPURE ESEGUI IL DOWNLOAD): Sfogliando i musei. Architetture e politiche culturali. Dieci anni di scritti per «Il Giornale dell’Arte», 2000-2010

IMMAGINE DI APERTURA tratta dalla copertina del volume

Alessandro Martini
Sfogliando i musei. Architetture e politiche culturali

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Johan Vaaler – Graffetta, 1899

Sicuramente la graffetta, a filo di acciaio piegato, rafforza lo stereotipo che le idee più semplici siano le migliori. Tuttavia, come spesso accade per molte invenzioni, in particolare quelle di proporzioni minuscole e, tutto sommato, di poche pretese, le sue origini non sono del tutto certe. Secondo una comune narrazione, ripetuta senza prove valide, l’invenzione si deve a un norvegese di nome Johan Vaaler. Per conoscerlo meglio, possiamo dire che studiò fisica e matematica, laureandosi nel 1887, e dal 1892 fu impiegato nell’ufficio brevetti di Alfred Jørgen Bryn (Alfred J. Bryns Patentkontor) a Kristiania (oggi Oslo). Sviluppò l’idea della graffetta nel corso del 1899. Occorre però sapere che, all’epoca, la Norvegia non contemplava alcuna legge sui brevetti. Pertanto, il disegno di Vaaler fu accettato da una commissione governativa speciale, ma il suo inventore dovette fare affidamento su di un brevetto effettivo rilasciato in Germania. Il suo brevetto è stato il primo al mondo per una graffetta che non danneggia la carta, come è espresso nella relazione di progetto. A quei tempi, il filo di acciaio cominciava a essere disponibile grazie ai progressi tecnologici che permettevano a una macchina di piegarlo secondo una forma precisa, veloce, affidabile ed economica dal punto di vista dei costi. Il brevetto imperiale fu concesso, dunque, in Germania il 12 novembre 1899 e un altro brevetto fu rilasciato negli Stati Uniti nel 1901. Quindi, in virtù di questi atti ufficiali, Johan Vaaler risulterebbe l’inventore norvegese della graffetta. Norvegese, dunque, non mondiale. Questo perché, ad esempio, proprio in America, Matthew Schooley, in Pennsylvania, aveva depositato una domanda di brevetto nel 1896 per una “graffetta o supporto che, sebbene semplice nella sua costruzione, è facile da applicare e certo nell’esecuzione delle sue funzioni”. Un nuovo brevetto americano fu rilasciato nel 1900 a Cornelius Brosnan di Springfield, in Massachusetts.

Graffetta di Johan Vaaler

Quando Vaaler brevettò il suo progetto, disconosceva l’esistenza di una pratica graffetta, prodotta dalla società britannica Gem Manufacturing Company Ltd, ma non commercializzata in Norvegia. Era la prima graffetta a forma di doppio ovale che conosciamo ancora oggi. Era differente dagli originali brevettati da Vaaler nel 1899 e nel 1901, in quanto le due estremità arrotondate proteggono ulteriormente la carta da possibili graffi e strappi prodotti dal metallo. Altri design sono proliferati in seguito, come quello a forma di “gufo”, quello “ideale” (detto così per un numero maggiore di fogli di carta) e quello “antiscivolo”. Da tutto questo si deduce che qualsiasi tentativo di venire a capo sulle origini e sulla storia dei brevetti della graffetta può essere un esercizio del tutto inutile. Infatti, sembra che ci siano state numerosissime varianti di questo piccolo oggetto di design industriale. Una grande diversità di forme e versioni più antiche, più pratiche e forse anche più interessanti, non sono state affatto brevettate dai loro inventori. La cosa non deve sorprendere per un manufatto così semplice. Eppure, non c’è dubbio che la ricerca di forme alternative siano la risposta necessaria al fallimento di proposte non del tutto perfette.

La graffetta inventata da Johan Vaaler non ha avuto successo economico, ma ha avuto successo politico. Chi lo avrebbe mai detto! Si racconta che i norvegesi ancora oggi ricordino con orgoglio le origini dell’umile oggetto, inventato nel loro Paese, perché, durante la Seconda guerra mondiale, “fissavano graffette ai risvolti della giacca per mostrare il proprio patriottismo e irritare i tedeschi”. Infatti, dopo che la Norvegia fu occupata da Hitler nell’aprile 1940, molti norvegesi presero ad indossare una graffetta sul colletto della giacca. Era un simbolo di lealtà al re Håkon VII e al governo ritiratosi in esilio in Inghilterra. Mettere in mostra quella graffetta era proibito dagli invasori, sotto severa sanzione. Indossarla poteva portare persino all’arresto. Questo perché la funzione della graffetta di “legare insieme” dei semplici fogli di carta, ben presto assunse il significato crudamente simbolico di associare “persone unite contro le forze di occupazione”.

Francobollo commemorativo

Per concludere con un paio di curiosità, si può aggiungere che l’installazione una graffetta gigante è stata posta nella contea di Viken, in un giardino di Sandvika, nel 1989 e, dieci anni più tardi, nel 1999 è stato emesso un francobollo. Il disegno che vi appare, come la scultura, avrebbero il fine di commemorare la presunta invenzione di Vaaler. In realtà, rappresentano la comune graffetta della Gem Manufacturing Company Ltd con i due bordi arrotondati. Vatti a fidare!

Installazione a Sandvika (Norvegia)

IMMAGINE DI APERTURA  – Graffetta di Johan Vaaler

Gallatate (VA): The wall between us. Un progetto di Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini

L’esposizione presenta il progetto vincitore dell’ottava edizione di Italian Council, il programma di promozione di arte contemporanea nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La rassegna, nata da una riflessione su alcune delle eredità più intricate della guerra fredda, coinvolge comunità della diaspora asiatica e in particolare vietnamita in Europa e Nord America.

THE WALL BETWEEN US.
Un progetto di

Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini

GALLARATE (VA) | MUSEO MA*GA
DAL 16 OTTOBRE 2021 AL 9 GENNAIO 2022

THE WALL BETWEEN US

(Be)Longing, Repair and Its Politics Of Affects

Van Bo Le Mentzel, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Hương Ngô e Hồng-Ân Trương, Jacqueline Hoàng Nguyễn, Thị Minh Huyền Nguyễn, Minh Đức Phạm, Minh Thắng Phạm, Danh Võ

A PROJECT BY
Ottonella Mocellin and Nicola Pellegrini

Curated by Elena Agudio

Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini. The wall between us, frame da video, 2021

Dal 16 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022, il MA*GA di Gallarate (VA) ospita la mostra The wall between us, frutto di un lungo processo di ricerca che gli artisti Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini portano avanti da molti anni e che nel 2020 è stato vincitore dell’ottava edizione di Italian Council, il programma di promozione di arte contemporanea nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

L’opera nasce da una riflessione su alcune delle eredità più intricate della guerra fredda e coinvolge comunità della diaspora asiatica e in particolare vietnamita in Europa e Nord America, interrogandosi al contempo sulla relazione personale degli artisti con le loro storie.

In collaborazione con artisti, scrittori e attivisti, Mocellin e Pellegrini analizzano la loro posizione di genitori adottivi italiani con una figlia e un figlio nati in Vietnam, riflettendo sull’intersezione tra appartenenza, parentela, storia, memoria, politiche identitarie, nonché sugli intrecci esistenti tra loro e i diversi movimenti di memoria che costellano Berlino, la città in cui vivono.

Quello del muro di Berlino, o meglio del suo spettro, diviene così un’immagine ricorrente che è strumento narrativo da cui il loro racconto visivo si sviluppa.

Da qui il titolo della videoinstallazione, The wall between us, che documenta un viaggio visionario attraverso la capitale tedesca. Una piccola barca a vela si muove lungo per le strade della città, lungo il percorso dove prima sorgeva il muro.

Su questa barca, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini e la loro famiglia trascorrono una giornata, intima e ordinaria, nello spazio pubblico, navigando nel traffico cittadino alla ricerca di un luogo immaginario, dove le memorie e le vite di chi è stato diviso dalla storia possano idealmente incontrarsi. Il video è pensato come una lettera dei due artisti alle madri biologiche della loro figlia e del loro figlio.

La mostra racconta anche la storia di una collaborazione sviluppata con SAVVY Contemporary di Berlino, e di una serie di workshop curata dall’archivio Colonial Neighbours all’interno di SAVVY Contemporary e presso la Jindrich Chalupecky Society (FCCA) a Praga. Gli incontri, animati da membri delle comunità diasporiche, mettono in discussione le idee di narrazione, memoria e storie familiari – compresa una riflessione sull’adozione transnazionale – in un contesto storicamente carico di una eredità post-socialista e post-coloniale.

La mostra al MA*GA presenta non solo il percorso personale degli artisti, ma anche la storia di un incontro con architetti e artisti quali Van Bo Le Mentzel, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Hương Ngô e Hồng-Ân Trương, Jacqueline Hoàng Nguyễn, Thị Minh Huyền Nguyễn, Minh Đức Phạm, Minh Thắng Phạm, Danh Võ, con i quali Mocellin e Pellegrini dialogano negli spazi della mostra e cristallizzano alcune delle riflessioni sviluppate nel cammino di due anni di collaborazione, aprendo nuovi sentieri e traiettorie, e complicando le maglie della narrazione.

“Lo spettatore – dichiara la curatrice Elena Agudio – è invitato a navigare lo spazio tra le interiezioni, a confrontarsi con i punti di domanda e le ellissi, a dipanare il bandolo di una matassa per non trovare i princìpi e le fini di una narrazione aperta e in divenire. Con questa sospensione di giudizio nella forma di una mostra, siamo invitati a riflettere: quale è la forma e il tipo di muro che incontriamo tra di noi, e di fronte a noi stessi?”.

Accompagna la mostra un libro pubblicato da Archive Books e pensato come una serie di lettere scritte dai vari autori Dieu Hao Do; Jacqueline Hoàng Nguyễn con Hương Ngô e Hồng-Ân Trương; Duc Pham Minh con Thang Pham e Vi Tranova; Isabelle Müller; Linh Tran; Rae Mee-Jin Tilly; Tran Thi Thu Trang e Thi Minh Huyen Nguyen; Trinh Thi Minh Ha; Elena Agudio; Ottonella Mocellin-Nicola Pellegrini alla figlia Rosa Dao e al figlio Tito Vinh Phuc, e alle generazioni diasporiche a venire. Il formato della lettera è qui inteso come un espediente letterario per riflettere su diversi aspetti della diaspora vietnamita ad alcuni giovani membri della comunità che leggeranno queste parole nel prossimo futuro.

Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini. The wall between us, frame da video, 2021

Note biografiche

Ottonella Mocellin (Milano, 1966) e Nicola Pellegrini (Milano, 1962), vivono e lavorano a Berlino.

Dopo aver studiato alla Chelsea School of Art e alla Architectural Association School of Architecture di Londra, nel 2001-2002 hanno rappresentato l’Italia per il PS1 International Studio Program di New York.

I conflitti, l’emotività, il dialogo e la comunicazione nel contesto delle relazioni umane sono tutti temi dominanti nel lavoro artistico del duo di artisti italiani.

Hanno esposto alle Biennali di Torino, Valencia, Tel Aviv e Tirana, Manifesta 12, Palermo. Il loro lavoro, che comprende installazioni, fotografie, video e performance, è stato esposto in vari luoghi tra cui: American University Museum, Washington DC; MUAR, Moskow; PS1, New York; Atelier D’Artistes, Marsiglia; SMART, Amsterdam, Kunsthaus, Dresda; ACC Galerie, Weimar; Fondazione del Monte, Bologna; GAM, Bologna; GAM, Torino; Palazzo delle Papesse, Siena; MART, Trento e Rovereto; PAC, Milano; PAN, Napoli; Palazzo delle Esposizioni, Roma; Fondazione Merz, Torino; MACRO, Roma; MAMbo, Bologna; Museo del Patrimonio Municipal de Malaga, Malaga; GNAM Galleria Nazionale d’arte Moderna, Roma; Centro di Cultura Contemporanea a Palazzo Strozzi, Firenze.

Sono rappresentati dalla Galleria Lia Rumma di Milano e Napoli.


THE WALL BETWEEN US
Gallarate (VA), Museo MA*GA (via E. De Magri 1)
16 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022

Orari:
Martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: ore 10.00 – 18.00
Sabato e domenica: 11.00 – 19.00
Ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura.

Ingresso gratuito (solo mostra)
Per accedere al museo è necessario essere in possesso della certificazione verde Covid-19 (Green Pass) o di certificazione digitale dedicata o di tampone antigenico negativo effettuato nelle 48h precedenti.
La certificazione dovrà essere esibita, unitamente ad un documento d’identità valido.

Museo MA*GA
Gallarate, Via E. De Magri 1
T +39 0331 706011; info@museomaga.it; www.museomaga.it

Facebook: @maga.museo
Instagram: @museomaga
Twitter: @MuseoMaga
#museomaga

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco | T +39 02 36755700; M 349 6107625| anna.defrancesco@clp1968.it

IMMAGINE DI APERTURA Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini. The wall between us, frame da video, 2021

ROME ART WEEK 2021 – La settimana dell’arte contemporanea attiva fino al 30 ottobre

Terza giornata di Rome Art Week, la settimana dell’arte contemporanea, iniziata lo scorso lunedì e attiva fino al 30 ottobre: protagonisti sono musei, gallerie, spazi espositivi, curatori, artisti, associazioni, fondazioni e tutti gli stakeholders dell’arte contemporanea romana, uniti in un evento del tutto gratuito con lo scopo di sviluppare e sostenere la conoscenza e la diffusione dell’arte a più livelli.

Anche la giornata di mercoledì 27 ottobre sarà animata da un calendario ricco di appuntamenti da non perdere in ogni quartiere della Capitale.

Tra questi segnaliamo:

EXGARAGE ROMA (Via Prenestina 704)

L’ExGarage, progetto fondato sulla riqualificazione urbana, riapre le porte al pubblico con l’esposizione “Rescue it! Artisti in movimento”. Partendo da tematiche calde della nostra attualità, quali lo sviluppo globale, il G7 di Cornovaglia o l’iniziativa The Climate Pladge, gli artisti chiamati a esporre hanno offerto una personale reinterpretazione di tali temi attraverso la propria individuale creatività. Ripercorrendo le loro opere ci si potrà soffermare a meditare e a raggiungere, singolarmente, la propria consapevolezza.

CASA VUOTA (Via Maia 12 int. 4 A)

Per Rome Art Week Casa Vuota presenta “The Sleepers” la prima personale romana dell’artista Davide Serpetti, costituita da un ciclo pittorico e un’installazione. Il progetto, ideato appositamente per gli spazi di Casa Vuota, mette in dialogo la pittura, il linguaggio privilegiato della sua ricerca, con la necessità di abbracciare le tre dimensioni e di rendere dinamica l’immagine, attraverso un’originale sintesi tra scultura ed elaborazione digitale. Per quanto semplice all’apparenza, l’intervento è complesso e stratificato, in equilibrio tra profondità storica e superfici ipercontemporane.

KROMART GALLERY (Via Biagio Pallai 12)

La galleria presenta presso gli spazi del CsfAdams la mostra “Visioni congiunte”, una collettiva fotografica con autori emergenti e non a cura di Luisa Briganti.

Saranno esposte le foto di: Eugenia Babini, Emiliano Bossoletti, Barbara Cannizzaro, Stefania Cuozzo, Costanza De Felicis, Tiziana Fustini, Camilla Gorini, Elisabetta Marangon, Roberto Mascia, Roberta Marsigli, Luciana Salemi e Roberto Suriano.

ME.SIA S.PACE arte contemporanea (Largo Mesia 3)

In occasione di Rome Art Week, parallelamente all’esposizione “Due ma non Due” di Cinzia Colombo e Margherita Taticchi verrà presentata nello studio adiacente allo spazio espositivo “CONNESSIONI – DIARIO: settembre 2020/ottobre 2021”, la documentazione fotografica e cartacea delle 12 installazioni che si sono susseguite da settembre 2020 a ottobre 2021 presso la vetrina di MESIA SPACE, spazio che per la sua particolare configurazione è potuto rimanere aperto anche nei giorni di “zona rossa” e “arancione” degli scorsi mesi, spesso con la presenza degli artisti a lavoro.

TOGETHER MANSION (Viale Glorioso 14)

Per gli amanti di realtà aumentata, di tecnologie e ambienti immersivi, mercoledì 27 ottobre dalle ore 18:00 presso Together Mansion si svolgerà il vernissage di sette illustrazioni su tela di Artematiko, dipinte con tecniche digitali. Il filo conduttore è Roma come non si era mai vista: dettagli urbani e architettonici che l’artista riesce a far danzare sotto gli occhi stupefatti dello spettatore, grazie all’uso della Realtà Aumentata. Ogni opera nasconde un’anima musicale in movimento, che il visitatore potrà scoprire usando lo Smartphone o il Tablet, scaricando gratuitamente l’App Artivive.

LEGAL 4TRANSPORT (Via del Tritone 169)

Per Rome Art Week, lo studio legale Legal 4Transport mette a disposizione gli spazi comuni della sua sede di Roma per ospitare la mostra “Il Mondo alla Rovescia” di Danilo Mauro Malatesta con le sue opere “De Secunda Pietate“, “Upside Down” e “Triclinium Pauperum“, realizzate avvalendosi dell’antica tecnica fotografica chiamata wet plate collodion. Una fotografia ai margini che l’artista definisce “una terapia contro la violenza digitale che stiamo subendo”.

ALCUNI DEGLI OPEN STUDIO DI ROME ART WEEK IN PROGRAMMA MERCOLEDì 27 OTTOBRE

Continua il viaggio tra gli studi d’artista, che offrono anche in questa edizione la possibilità ai visitatori di conoscere tutti i segreti di bottega.

Tra gli open studio in programma per mercoledì 27 ottobre segnaliamo:

  • Peter Flaccus, pittore americano trasferitosi a Roma negli anni Novanta. Dopo molti anni d’insegnamento di pittura e disegno alla John Cabot University, Flaccus apre il suo studio personale in via Agostino Bertani 8, dove sarà possibile ammirare i suoi quadri astratti realizzati con la tecnica dell’encausto, di cui è riconosciuto come uno dei maggiori esponenti.
  • Anche l’artista tedesca Tania Welz aprirà le porte del suo atelier, per mostrare ai visitatori le sue particolari opere, frutto di un intreccio tra mondi materici diversi, che si danneggiano e si riparano a vicenda. Tramite ustioni, tagli e imbottiture di materiali umili che si contrappongono con inserti preziosi, Welz mette in moto una metamorfosi, una progressione costante di decadenza e rinnovamento, all’interno di un ciclo infinito di apparire e scomparire.

VISITE GUIDATE ED EVENTI SPECIALI

Anche oggi possibilità di partecipare alle numerose visite guidate tra le vie dei quartieri cittadini.

Tra queste segnaliamo:

  • Alle ore 11:00 il Percorso Margutta, una visita tra le gallerie di via Margutta e dintorni. Si passerà dall’Antico Caffè Greco, dall’Area Contesa Arte e si proseguirà facendo tappa, tra le tante gallerie, anche presso la Galleria Augusto Consorti e la Galleria d’Arte Marchetti. Il punto di ritrovo è in via Margutta 90.
  • Il Percorso Arenula, con partenza da via Portico d’Ottavia 13 alle ore 16:00. La visita, guidata da Roberta Melasecca, si svolgerà nel cuore della città, snodandosi tra gli spazi artistici nei dintorni di via Arenula, tra cui la Galleria Lorcan O’ Neill, la Galleria Anna Marra e la Galleria Valentina Bonomo.

Tutte le visite guidate sono a numero chiuso con obbligo di prenotazione al seguente link: https://romeartweek.com/it/visite-guidate

IL PORTALE DI RAW

Oltre agli eventi in presenza, Rome Art Week offre una vetrina accesa 356 giorni su 365 a tutti i partecipanti: il sito www.romeartweek.com è un vero e proprio portale di networking attivo tutto l’anno in cui ogni artista, curatore e struttura può continuare a promuovere il proprio lavoro; la piattaforma è anche uno strumento per trovare tutte le informazioni riguardanti gli eventi, le visite guidate gratuite e i percorsi suggeriti durante la manifestazione.

Rome Art Week è promossa da KOU Associazione culturale per la promozione delle arti visive e si avvale del patrocinio di: MIBACT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Lazio, Roma Capitale Assessorato alla Crescita Cultuale, Sapienza Università di Roma, CIU Confederazione Italiana Unione delle Professioni Intellettuali. Sostenitori: Poste Italiane. Media Partner: PPN Prima Pagina News. Press & Media Partner: Culturalia. Partner: Menexa

SFOGLIA IL PROGRAMMA E SEGUI LE MANIFESTAZIONI


INFORMAZIONI UTILI
Rome Art Week 2021 – sesta Edizione
DOVE: Roma – varie sedi
QUANDO: dal 25 al 30 ottobre 2021
CONTATTI
MAIL: info@romeartweek.com
TEL: +39 06 21128870
SITO: www.romeartweek.com
FACEBOOK: www.facebook.com/romeartweek
INSTAGRAM: www.instagram.com/romeartweek/
TWITTER: www.twitter.com/romeartweek/
VIMEO: www.vimeo.com/romeartweek/
Ideazione e organizzazione
Kou Associazione no-profit per la promozione delle arti visive
SITO: www.kou.net

UFFICIO STAMPA NAZIONALE
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

051 6569105 – 392 2527126   
info@culturaliart.com
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UFFICIO STAMPA RAW
Roberta Melasecca
MAIL: roberta.melasecca@gmail.com
MAIL: press@romeartweek.com
MOB: +39 3494945612

Milano – FERDINANDO SCIANNA. Non chiamatemi maestro

Primo italiano ammesso nel 1982 alla Magnum, introdotto da Cartier Bresson nella leggendaria agenzia fondata da Robert Capa e da Cartier-Bresson stesso. Basterebbe questo per far capire l’ossimoro di “Non chiamatemi maestro”, il titolo della mostra di Ferdinando Scianna (Bagheria, Sicilia, 1943) in programma a STILL Fotografia (Via Zamenhof 11, Milano) dal 27 ottobre 2021 al 22 gennaio 2022.

50 fotografie raccontano la storia di uno dei più grandi fotografi contemporanei

Ferdinando Scianna, Marpessa, 1987 © Ferdinando Scianna / courtesy Still Fotografia

Il percorso, curato da Fabio Achilli e Denis Curti, presenta 50 immagini che raccontano, attraverso molte delle sue fotografie più iconiche (dai viaggi in Spagna, America Latina, New York, Parigi alla sua amata Sicilia), la carriera di questo grande artista contemporaneo, noto anche per la sua non comune perizia narrativa e per l’abilità nella nobile arte dell’aforisma. Navigare tra le sue frasi, così come tra le sue fotografie, è un viaggio appassionante: “Le mie immagini, e non soltanto quelle siciliane, sono spesso molto nere. Io vedo e compongo a partire dall’ombra. Il sole mi interessa perché fa ombra. Immagini drammatiche di un mondo drammatico”.

Tante sono le personalità che hanno dedicato un pensiero al suo lavoro a partire da Goffredo Fofi, che nel testo del catalogo della mostra curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda “Ferdinando Scianna – Viaggio Racconto Memoria” (Marsilio, 2018) scrive: “Il lavoro fotografico di Scianna lo fa pensare a Hemingway e chiaramente a Sciascia, suo mentore ed “esortatore”.

E qui torna ancora una volta la Sicilia, isola incantevole e complessa, attraversata da millenni di civiltà diverse. L’assonanza dei due cognomi, Scianna e Sciascia che lascia intravedere una comune lontana matrice araba. Un sodalizio con Leonardo Sciascia, considerato l’uomo-chiave della sua esistenza, nato nel 1964 quando lo scrittore vide delle foto di feste religiose esposte al circolo culturale di Bagheria e lasciò un biglietto di complimenti.

Sicilia meravigliosamente incarnata dalla modella Marpessa Hennink, protagonista del catalogo di Dolce e Gabbana realizzato appunto nell’isola, che gli fa scoprire una vena teatrale da messa in scena, che però scaturiva dalla realtà, dalla strada, come in tutti i suoi miei scatti. Una moda intesa come una ragazza vestita in un certo modo che vive nel mondo, non in uno studio con la luce artificiale.

Scianna ha ricevuto numerosi e importanti premi internazionali; ha pubblicato oltre sessanti volumi; ha lavorato nel reportage, nel ritratto, nella moda e nella pubblicità. Scrive di critica fotografica e di comunicazione, negli ultimi anni pratica una letteratura ibrida, incrociata sul dialogo testo / immagine (ossia sul Primo Comandamento cui dovrebbe obbedire ogni libro illustrato).

“Il mio mestiere è fare fotografie – dice Scianna – e le fotografie non possono rappresentare le metafore. Le fotografie mostrano, non dimostrano”.

Frase che trova immediata corrispondenza in una delle sue fotografie più note presenti in mostra, scattata a Beirut nel 1976 durante la guerra civile libanese, dove un combattente cristiano maronita imbraccia, in posizione di tiro, un fucile automatico Colt M16, sul calcio una decalcomania, ovale, della Madonna.

Biografia: Ferdinando Scianna nasce a Bagheria (Sicilia) nel 1943. Compie studi di Lettere e Filosofia presso l’Università di Palermo. Nel 1963 incontra Leonardo Sciascia con il quale pubblica, a venuto anni, il primo dei suoi numerosi libri, Feste religiose in Sicilia, che ottiene il premio Nadar. Si trasferisce a Milano dove, dal 1967, lavora per il settimanale L’Europeo come fotoreporter, inviato speciale, poi corrispondente da Parigi, città in cui vive per dieci anni. Introdotto da Henri Cartier-Bresson, entra nel 1982 nell’agenzia Magnum. Dal 1987 alterna al reportage e al ritratto la fotografia di moda e di pubblicità, con successo internazionale. 

Il lungo percorso artistico di Ferdinando Scianna si snoda attraverso tematiche quali la guerra, i frammenti di viaggio, le esperienze mistiche, la religiosità popolare, legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita. 

Svolge anche, da anni, un’attività critica e giornalistica che gli ha fatto pubblicare numerosissimi articoli in Italia e in Francia su temi relativi alla fotografia e alla comunicazione con immagini in generale. Negli ultimi anni è impegnato in una letteratura ibrida che sposa testo e immagine. 


FERDINANDO SCIANNA. Non chiamatemi maestro
Milano, Still Fotografia (Via Zamenhof, 11)
27 ottobre 2021 – 22 gennaio 2022
T. +39 02 36744528
Info: info@stillfotografia.it; press@stillfotografia.it
www.stillfotografia.it/

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco | T. +39 02 36755700; M. +39 349 6107625 | anna@clp1968.it |
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IMMAGINE DI APERTURA – Una delle foto in mostra

Palermo – VII Festival delle Letterature Migranti: “Corpo Condiviso”

Un’edizione tutta al femminile con oltre 30 incontri con alcune tra le più significative autrici del panorama culturale italiano e internazionale. Le donne protagoniste dei dibattiti. Il direttore artistico Davide Camarrone: “Scelta radicale ma necessaria”. Nuovo ingresso in Comitato di direzione: Simone Arcagni coordinerà la sezione Transizione digitale che ingloba e sostituisce l’area dedicata all’audiovisivo.

VII FESTIVAL DELLE LETTERATURE MIGRANTI
“Corpo Condiviso”

27-31 ottobre 2021

www.festivaletteraturemigranti.it

Sarà un’edizione interamente declinata al femminile con sole autrici protagoniste dei dibattiti, dedicata al sentire e al sapere letterario, politico, scientifico e creativo delle donne e alla loro visione del mondo. Per la VII edizione, in programma a Palermo dal 27 al 31 ottobre, il Comitato di direzione del Festival delle Letterature Migranti ha scelto di riservare lo spazio di riflessione di FLM allo sguardo femminile, alle voci che meglio hanno saputo interpretare questo tempo difficile e la domanda di cambiamento che arriva dalla società. “Scelta radicale ma necessaria – dice Davide Camarrone, ideatore e direttore artistico del Festival -. Il programma di FLM non è mai stato solo una rassegna di novità editoriali ma ha provato ogni volta a dar vita, attraverso una selezione di testi letterari e altre forme artistiche e narrative, ad una sorta di cifrario, di canone interpretativo del Contemporaneo. La letteratura può aiutarci a comprendere ciò che accade, oltre la semplice contingenza degli eventi. Sembra di assistere al crollo di un sistema di pensiero orientato al maschile. Emerge la necessità di una profonda revisione culturale, a partire dal dibattito che in questi anni le donne hanno condotto sulle fragilità sociali, sulle restrizioni e le violenze delle quali le nostre comunità si nutrono”.

Il lead scelto per l’edizione 2021 – attorno al quale si svilupperanno le sezioni del Festival e in primo luogo quella letteraria – è “Corpo condiviso”. Un tema suggerito dalla forte accelerazione temporale determinata dalla crisi pandemica, che torna a indicare la centralità del corpo in un’epoca connotata dalla smaterializzazione delle relazioni individuali. “Quasi una nemesi – dice ancora Camarrone – per una generazione che riteneva di poter sopravvivere in una bolla protetta e rinviare alla rete il dominio delle proprie esistenze. Benché la riduzione degli spostamenti fisici possa incidere positivamente sul climate change, il tema della fisicità ci accomuna: per quel che accade intorno a noi, per le conseguenze impreviste del degrado ambientale, per la nostra fragilità estrema e per il rischio di fraintendimento delle opportunità forniteci dalla tecnologia, in riferimento ai vincoli di comunità, al lavoro, alla formazione permanente, agli affetti”.

Come lo scorso anno, il Festival manterrà alcuni eventi in presenza nel rispetto delle misure di sicurezza richieste ma avrà, ancor più che nel 2020, una proiezione integrale sul web con un palinsesto di presentazioni in diretta streaming e incontri online, con una forte ramificazione su social e new media.

Tra le novità di quest’anno, la nascita della sezione Transizione digitale coordinata da Simone Arcagni, professore associato all’Università di Palermo, giornalista, divulgatore, curatore e scrittore esperto in media digitali e cultura digitale. La sezione ingloba e sostituisce la precedente dedicata esclusivamente all’audiovisivo mentre Arcagni entra a far parte del comitato di direzione del Festival insieme a Davide Camarrone (direttore di FLM e responsabile del programma letterario) ad Agata Polizzi (critica d’arte e responsabile della sezione Arti visive), Dario Oliveri (Docente di Storia della musica moderna e contemporanea all’Università di Palermo e responsabile della sezione Musica) e Giuseppe Cutino (attore e regista e responsabile della sezione Teatro).

Il Festival delle Letterature Migranti (FLM) è nato nel 2015 a Palermo, luogo simbolico e territorio aperto a costanti fenomeni di métissage ed è promosso dall’associazione Festival delle Letterature migranti per la casa delle Letterature, dal Comune e dall’Università di Palermo, in partnership con numerose istituzioni pubbliche e private. Le ultime tre edizioni hanno ricevuto la medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica. La parte centrale del programma annuale di FLM ruota intorno a 30 incontri letterari che prendono spunto da altrettanti testi e che vedono protagonisti, ogni anno, autori da tutto il mondo e altrettanti discussant: una comunità, questi ultimi, di autori, critici, docenti, esperti e giornalisti. L’intero programma di FLM è sottoposto al vaglio del comitato scientifico presieduto dal professor Ignazio E. Buttitta, docente di Antropologia culturale all’Università di Palermo.

Ufficio Stampa FESTIVAL DELLE LETTERATURE MIGRANTI 2021

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IMMAGINE DI APERTURA – Logo del Festival

Milano – INTĭM ~ US: cortometraggi d’artisti sul tema dell’intimità durante la pandemia

INTĭM ~ US:
proiezione di cortometraggi d’artisti
sul tema dell’intimità durante la pandemia

al cinema Beltrade
giovedì 28 ottobre ore 20:00

9 artisti contemporanei esplorano nuove vie di connessione con l’Altro in un contesto di distanziamento fisico. Durante la serata Intĭm ~us saranno presentati 8 cortometraggi d’artista, seguito da una sessione di interviste con gli artisti e di domande e risposte con il pubblico.  

Artisti presentati:  Javiera Depassier (Chile) / Murat Adash (Turkey) / Keri Rosebraugh e Adam Guy (USA) / Marina Ilić (Serbia) / Elena Campus (Italia) /  Alessandra Brevario (Italia) / Jean-François Spricigo (France) / 江峰 Jiang Feng (Taïwan)  

L’evento è organizzato in collaborazione con la galleria d’arte Jardino e è curata dalla sua fondatrice, la curatrice independente Julia Rajacic.  Si terrà il giovedì 28 ottobre alle ore 20:00 al cinema Beltrade, Via Oxilia 10 a Milano. La registrazione è consigliata via email : prenota@cinemabeltrade.net.

I prezzi dei biglietti sono i seguenti :
Intero: 7 €
Rodotto (oltre i 65): 6€
Ridotto (fino ai 26 anni): 5€

Correspondances (Contact) Murat Adash

Descrizione dei cortometraggi d’artisti

D’un jour à l’autre, l’horizon, Jean-François Spricigo, Diaporama, 4`38”, 2021 Lei vive a Montreal. Io tra Parigi e il Belgio. L’espressione “in linea d’aria” è diventata il nostro mezzo di locomozione. Così da un giorno all’altro, attraversiamo cielo e orizzonte per trovare il calore delle nostre braccia, qui o altrove voliamo. Una serie in codice Morse, di linee e punti, messaggi fotografici all’infinito delle onde, nella folle prospettiva di finalmente per raggiungerlo finalmente. Fino ad allora, il mare aperto ci separa, senza vederci aspettiamo di sentirci.  

Philia, Javiera Depassier , 3d Animation, 8’46”, 2021 L’animazione Philia esplora la tensione che guida l’intero percorso umano: l’apparente opposizione tra emotività e razionalità, attualizzata oggi nel conflitto tra codice ed emozione; tra linguaggio di programmazione e amore. 

Correspondance (Contact), Murat Adash , Video d’arte, 9′, 2019  Correspondance (Contact) fa parte di una serie di lavori coreografici, che esplorano l’intimità come atto spaziale: un’istanza in cui il sé si trasforma fisicamente attraverso la sua incarnazione e il contatto con l’ambiente circostante. Si tratta quidi di immaginare una porosità abilitante di sé al mondo, in cui non smettiamo di essere i nostri sé individuali ai margini dei nostri corpi.” 

Organ Play 器官嬉戲, 江峰 Jiang Feng, Video d’arte, 7’16”, 2019  Cosa sono il sesso e il corpo sessuale/sensuale? Questo lavoro offre al pubblico esperienze empatiche della sensazione tattile e auditiva con la coreografia sensuale del corpo e della pelle, reimmaginando e ridefinendo la sessualità umana. Che cos’è la danza? Come può essere catturata e apprezzata in modo diverso? 
Il nostro corpo è un organo sessuale. 
Il nostro corpo è il nostro sesso. 

Spugna, Elena Campus, Video d’arte, 2’ 30’’, 2020
Tasselli di un contatto perduto alla disperata ricerca di quel calore svanito. Una carezza, un tocco. Ci si sfiora nel ricordo di quella presenza di cui sentiamo una profonda mancanza. Cerchiamo consolazione in neri schermi asettici, in voci continue che ci parlano, ma la necessità di uno sguardo vivido disturba la nostra quiete. La distanza si fa sempre più pesante. Vorrei infilarmi, vorrei inghiottire quel tenere tocco che si concretizza in una fessura ricolma di acqua. Antico archetipo di vita e prosperità, sorgente di purezza da cui attingere forza. Sgorga da quei templi ormai abbandonati per sostare calma in attesa di una mano che ne smuova il flusso. Arriva in profondità nella speranza di ricongiungersi a quel nostalgico ardore respinto da un respiro lungo 2 metri. 

ATTUNING, Alessandra Brevario, Video d’arte,  4’ 03’’, 2020 To attun (in inglese): Sintonizzarsi, rendere ricettivo o consapevole; abituare o acclimatare; rendere armonioso. Il cortometraggio indaga la presenza performativa dell’albero, prima percepito come “altro” e poi lentamente si scioglie all’interno del paesaggio quotidiano della stanza. Esplora un nuovo livello di impegno tra gli esseri umani e gli elementi botanici nell’ambiente ambiente domestico: una scoperta e un ascolto reciproci. Scopre una volontà di connessione e dialogo, che cerca un rapporto più profondo con il mondo naturale, un intimo. 

Wedding countdown, Marina Ilić, Video d’arte, 05’37”, 2020 Wedding countdown è una performance in cui l’artista indossa abiti da sposa creati con banconote fiscali come materiale. Tratta dei profondi bisogni emotivi di una donna, così come della sua posizione nella famiglia e nella società. Affronta anche l’altro lato, il calcolo, molto più comune nelle relazioni interpersonali.  

Keri Rosebraugh & Adam Guy, Vir-US, Video d’arte, 1’46”, 2020 Vir-US video indaga la forza e la resistenza dell’umanità alla pandemia globale, ma non senza la verità che l’accompagna: la paura, l’ansia e il dolore. 

Lo staff di Jardino
www.jardino.it
+39 353 354 4406@jardino.arte @jardino.arte

IMMAGINE DI APERTURA Intĭm ~us Locandina Beltrade

Pisa: in occasione di Halloween il Museo della Grafica organizza HAPPY HALLOWEEN

In occasione della notte più paurosa dell’anno il Museo della Grafica vi attende per trascorre insieme un pomeriggio all’insegna dell’arte e del divertimento tra storie di paura e opere d’arte esposte nelle mostre temporanee. È gradito un accessorio…mostruoso!

HAPPY HALLOWEEN

Attività per famiglie
Domenica 31 ottobre, ore 16:00

Età consigliata: 6 – 11 anni

Costo: 4 € – Partecipazione su prenotazione fino a esaurimento dei posti disponibili.

Prenotazioni all’indirizzo e-mail: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it
Scadenza prenotazioni: venerdì 29 ottobre, ore 13:00.
È richiesta la presenza di un adulto accompagnatore per tutta la durata dell’attività.

Informazioni Sito web: Happy Halloween  

Email: educazione.museodellagrafica@sma.unipi.it
Telefono: 050 2216059/70.
Ricordiamo che per accedere al Museo è necessaria la certificazione verde COVID-19 per gli adulti accompagnatori.

IMMAGINE DI APERTURA – Invito MdG

ROME ART WEEK 2021 – Al via la sesta edizione di arte contemporanea

SFOGLIA IL PROGRAMMA E SEGUI LE MANIFESTAZIONI

Dal 25 al 30 ottobre 2021 la Capitale si tinge di viola: torna Rome Art Week, la settimana dedicata all’arte contemporanea che animerà la Città Eterna con un ricco calendario di mostre personali e collettive, open studio, performance, talk, eventi e appuntamenti virtuali.

La manifestazione, promossa e organizzata da KOU – Associazione culturale per la promozione delle arti visive, si pone come un sofisticato network per l’arte contemporanea che ha l’obiettivo di costruire una rete tra tutti gli operatori del settore e il pubblico. Protagonisti musei, gallerie, spazi espositivi, curatori, artisti, associazioni, fondazioni e tutti gli stakeholders dell’arte contemporanea romana, uniti in un evento diffuso e “orizzontale” con lo scopo di sviluppare e sostenere la conoscenza e la diffusione dell’arte a più livelli.

Dopo il successo delle passate edizioni con oltre 300 eventi sparsi per la città e più di 1000 adesioni tra gallerie e istituzioni, artisti e curatori, RAW 2021 conferma la sua capacità di fondere passato e contemporaneo, offrendo al pubblico la possibilità di esplorare la città attraverso un’altra prospettiva. RAW, infatti, ha come obiettivo quello di promuovere un nuovo turismo legato al contemporaneo.

Roma è famosa in tutto il mondo per la sua straordinaria storia e per le sue bellezze archeologiche o i suoi antichi monumenti. La Rome Art Week nasce dall’esigenza di espandere l’appeal della Capitale come meta turistica anche verso un nuovo pubblico, legato all’arte contemporanea, al pari delle altre Città Europee come Berlino e Londra. – così dichiara Massimiliano Padovan di Benedetto, ideatore e coordinatore di Rome Art Week – Con questa manifestazione, dal 2015, cerchiamo di dare rilievo e far conoscere le numerose realtà ed eccellenze che nella capitale lavorano da tempo nel mondo dell’arte contemporanea. Oltre alla storia e alle classiche mete conosciute da tutti, Roma ha tutte le carte per essere un nuovo punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per il contemporaneo


INFORMAZIONI UTILI
Rome Art Week 2021 – sesta Edizione
DOVE: Roma – varie sedi
QUANDO: dal 25 al 30 ottobre 2021
CONTATTI
MAIL: info@romeartweek.com
TEL: +39 06 21128870
SITO: www.romeartweek.com
FACEBOOK: www.facebook.com/romeartweek
INSTAGRAM: www.instagram.com/romeartweek/
TWITTER: www.twitter.com/romeartweek/
VIMEO: www.vimeo.com/romeartweek/
Ideazione e organizzazione
Kou Associazione no-profit per la promozione delle arti visive
SITO: www.kou.net

UFFICIO STAMPA NAZIONALE
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

051 6569105 – 392 2527126   
info@culturaliart.com
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UFFICIO STAMPA RAW
Roberta Melasecca
MAIL: roberta.melasecca@gmail.com
MAIL: press@romeartweek.com
MOB: +39 3494945612