Venezia, Museo del Vetro di Murano: Cento anni di NasonMoretti. Storia di una famiglia del vetro muranese

Cristalleria Nason & Moretti, Servizio Vittoriale, 1930, vetro ametista e rosso, ph: studiopointer.com

Cento anni di NasonMoretti.
Storia di una famiglia del vetro muranese

Murano (Ve), Museo del Vetro

19 maggio 2023 – 6 gennaio 2024

A cura di Cristina Beltrami e Chiara Squarcina

La mostra celebra una nota realtà muranese, la NasonMoretti che nel 2023 festeggia cent’anni di attività.
“Un’occasione” – come afferma la Presidente della Fondazione MUVE, Mariacristina Gribaudi – “per guardarsi indietro, svelare gli archivi e condividere con il pubblico del Museo del Vetro una storia aziendale importante fatta di oltre diecimila modelli”.

“La mostra – e il successivo volume celebrativo edito da Marsilio – daranno conto degli oggetti di maggior successo creati dalla fornace e delle collaborazioni con alcuni importanti nomi del design e dell’architettura, senza trascurare una sezione dedicata all’attualità a dimostrazione della vitalità di questa grande impresa familiare muranese”, anticipano Cristina Beltrami e Chiara Squarcina, curatrici dell’esposizione.

Cristalleria Nason & Moretti, Bottiglie in vetro acidato, anni cinquanta, ph: studiopointer.com

Nata nel 1923, come Cristalleria Nason & Moretti, l’azienda sceglie fin da subito uno specifico indirizzo – l’arte della tavola – e, con un piglio di profonda modernità, è capace di tenere fede alla tradizione tecnica del passato reinterpretandola secondo formule contemporanee e una lavorazione, già allora, semi-industriale per l’ampio utilizzo dello “stampo”. La prima sala accoglierà infatti il visitatore con un allestimento scenografico di grande effetto che metterà subito in evidenza come la peculiarità della NasonMoretti sia legata all’arte della tavola con oggetti dalle forme più varie e dalle colorazioni intensissime.

Il percorso espositivo prosegue cronologicamente dai servizi simbolo, come il Francesca del 1926, del quale si conserva un esemplare al Museo della Wolsfoniana di Genova, e il Servizio per il Vittoriale del 1930 in vetro nero e rosso corallo o il Rep, calice ufficiale delle tavole del Quirinale – sempre in uno stretto dialogo tra disegno e oggetto realizzato.

Forte di una palette ricchissima e di una costante apertura al nuovo la Nason & Moretti è divenuta un punto di riferimento del design, fin dal 1955 quando le coppe Lidia si aggiudicano il Compasso d’oro. Quella stessa serie di vetri che due anni più tardi, nel 1956, l’architetto Philip Johnson dona al museo MoMa di New York. A partire dalla metà degli anni cinquanta la Nason & Moretti è anche una presenza costante delle Biennali veneziane.
L’esposizione si chiuderà infine con una serie di vetri iconici più recenti – per lo più ancora in produzione e con alcune collaborazioni con artisti e designer contemporanei come Fabio Bortolani, Maria Grazia Rosin, Marco Zito, Matteo Zorzenoni.

“Questa mostra” – a sottolinearlo è il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – “vuole essere non solo un momento di riscoperta e condivisione rispetto ad una realtà di un passato prestigioso ma intende omaggiare una delle eccellenze veneziane tra le più famose nel mondo. Celebrare il secolo di attività di una storica realtà del nostro territorio è anche onorare la tenace resilienza dei maestri vetrai muranesi che hanno saputo rimboccarsi le maniche e superare degli anni particolarmente difficili. Venezia e questa Amministrazione comunale, saranno sempre dalla parte di chi onora la tradizione veneziana e la esporta nel mondo ma, soprattutto, sarà sempre pronta a difendere questa arte perché possa continuare ad affascinare e ad incuriosire soprattutto le nuove generazioni”.
La famiglia Nason, profondamente unita, ribadisce infine: “Siamo orgogliosi di ricordare la storia della nostra azienda, ancora con un’impronta familiare come lo fu fin dagli esordi. Ripercorrere i modelli e le vicende del nostro passato ci ha riportato alla memoria tanti momenti che ci fanno guardare al futuro con ancora maggior fiducia”.


Maggiori informazioni ►qui
 
Museo del Vetro
Fondamenta Giustinian 8
30141 Murano
Tel. +39 041 739586
museovetro.visitmuve.it
 
Contatti per la stampa
 
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa 
 
In collaborazione con Studio ESSECI
Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Al M9 – Museo del ‘900 di Mestre Vitruvio Virtual Reality presenta la nuova video installazione “Nel Tumulto” nell’ambito della mostra “Rivoluzione Vedova”

Nel tumulto
Situazioni contrastanti simultanee

La nuova video installazione di Vitruvio Virtual Reality per la mostra “Rivoluzione Vedova” all’M9 – Museo del ‘900 di Mestre.

Un omaggio all’artista Emilio Vedova che coniuga in maniera creativa il linguaggio artistico informale con la tecnica di computer grafica 3D.

Fino al 26 novembre 2023

M9 – Museo del ’900
Via Giovanni Pascoli 11, Venezia-Mestre

In occasione della mostra “Rivoluzione Vedova” ideata e progettata da Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e coprodotta con M9 – Museo del ‘900Vitruvio Virtual Reality ha curato, ideato e realizzato la video installazione site specific e l’area immersiva di proiezione per celebrare l’arte di Emilio Vedova. L’esposizione, a cura di Gabriella Belli, è visitabile fino al 26 novembre 2023 al terzo piano dell’M9 – Museo del ‘900 di Mestre.

La mostra apre un percorso inedito che sceglie l’arte contemporanea come strumento per esplorare e interpretare la storia sociale, culturale, politica ed economica del Novecento, una scelta che sottolinea il ruolo centrale di Emilio Vedova, la cui opera è interprete e testimone di un forte legame storico e civile con gli eventi che hanno segnato il XX secolo, mantenendo oggi la forza di una costante attualità.

In questo contesto ben si inserisce l’installazione di Vitruvio Virtual Reality, studio bolognese specializzato in computer grafica che realizza spot pubblicitari, tour virtuali per mostre o eventi di moda, esperienze di realtà aumentata e virtuale. Vitruvio Virtual Reality recentemente con lo showroom VVR Fashion Metaverse ha guadagnato il posto di unico studio europeo finalista nella categoria Built Experiential del premio internazionale Metaverse Architecture and Design Awards creato dalla rivista statunitense Interior Design Magazine.

L’intervento è una sfida alla rappresentazione, una guida alla scoperta del segno e dei luoghi che hanno caratterizzato la vita dell’artista. Attraverso l’analisi del suo lavoro e del corpus teorico, il team multidisciplinare di Vitruvio Virtual Reality ha portato il proprio tributo con un corto in qualità cinematografica della durata di 3 minuti e 30 secondi pensato per essere proiettato in un apposito spazio immersivo composto da 4 pareti contrapposte (superficie totale 56 mq) che avvolgeranno il visitatore ponendolo al centro dell’immaginario del grande artista veneziano. Una sala immersiva che promette un’esperienza emozionale nel mondo gestuale e creativo di Vedova.

Nel tumulto: il concept

Nel tumulto” è un’opera multimediale site specific che si colloca all’incrocio tra la pittura, la filosofia, l’architettura e i segni di un immaginario visivo mutuato dal genius loci veneziano.

Mediante l’elaborazione tridimensionale dell’immagine restituita con una tecnica apparentemente bidimensionale, in bianco e nero, colori chiave del linguaggio pittorico dell’artista, abbiamo creato un’immedesimazione empatica tra fruitore e artista sotto forma di dialogo introspettivo con il contesto semiotico della città” così dichiara Simone Salomoni coordinatore del progetto e co-fondatore di Vitruvio Virtual Reality.

Il tema centrale dell’installazione è il rapporto tra l’artista e la città, che Vedova ha sempre considerato come fonte d’ispirazione. Il suo lavoro, infatti, è strettamente legato al contesto lagunare, alla sua luce, ai suoi colori e alle sue architetture. Nel video si esplora lo stato emozionale dell’artista, la traslazione semantica tra oggetto e segno, l’impulso cinestesico e la gestualità che diventa un’azione energica, quasi una performance. L’installazione di Vitruvio Virtual Reality completa così il percorso espositivo della mostra che racconta con centotrenta opere il punto di vista di questo grande artista ed intellettuale, mettendoci a confronto, attraverso i suoi lavori, con i capitoli “caldi” della nostra storia recente, dalle macerie della Seconda guerra mondiale agli avvenimenti della politica internazionale che hanno sconquassato il mondo negli anni Sessanta e Settanta e ben oltre, fino alle soglie del Duemila.  

Immergendosi “Nel tumulto” il visitatore, il cui punto di vista coincide anche con il piano pittorico, assisterà a una narrazione sviluppata su due livelli convergenti, scanditi da momenti di immedesimazione nell’azione-gesto in cui strati di segni e di pittura si sommano tra loro e da momenti contemplativi in cui emergono i luoghi e le architetture di Venezia che hanno ispirato i lavori di Vedova.

L’esposizione si avvale del patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Venezia ed è sostenuta in qualità di main sponsor da Generali Valore Cultura, il programma pluriennale di Generali Italia per rendere l’arte e la cultura accessibili a un pubblico sempre più vasto e per valorizzare la comunità e i territori, e dal Gruppo SAVE, sempre attento a promuovere iniziative culturali di rilievo.

Hanno contribuito Venezia Unica, AVA – Associazione Veneziana Albergatori e, in qualità di Official Partner, Camera di Commercio di Venezia Rovigo e Trenitalia.


INFORMAZIONI UTILI:
TITOLO VIDEO INSTALLAZIONE: Nel tumulto. Situazioni contrastanti simultanee
IDEATA E REALIZZATA DA: Vitruvio Virtual Reality
NELL’AMBITO DELLA MOSTRA: Rivoluzione Vedova
MOSTRA REALIZZATA DA: Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, M9 – Museo del ‘900
MOSTRA A CURA DI: Gabriella Belli
DOVE: M9 – Museo del ‘900, Via Giovanni Pascoli 11, Venezia-Mestre
QUANDO: Fino al 26 novembre 2023
ORARI: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 10 alle 18; sabato-domenica dalle 10 alle 19; lunedì e martedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
COSTO BIGLIETTO MOSTRA: Intero 10 euro, Ridotto 8 euro
 
CONTATTI
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UFFICIO STAMPA CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Genova, Palazzo Ducale: Aperta al pubblico la mostra “Cinque minuti con Van Gogh. A tu per tu con un Capolavoro”

Vincent Van Gogh, Paesaggio con covoni e luna nascente, 1889
Olio su tela, cm 72×91,3 – © Kröller – Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

Dopo il grande successo di “Cinque minuti con Monet” a Palazzo Ducale di Genova torna il format che consente
di stare a tu per tu con i grandi capolavori della storia dell’arte.
Questa volta con l’artista più amato al mondo, Van Gogh.

La mostra è stata aperta al pubblico venerdì 12 maggio a partire dalle ore 15.00.

L’OPERA
Paesaggio con covoni e luna nascente, 1889

L’8 maggio del 1889 Vincent Van Gogh entra volontariamente nel manicomio di Saint-Paul-de-Mausole. Davanti a lui si apre la prospettiva di una triste esclusione dalla società: è destinato a vivere tra le urla e le intemperanze dei pazienti che manifestano di continuo la loro instabilità mentale. Per alleviare questa situazione, il fratello Theo riesce a procuragli la possibilità di avere a disposizione anche una camera dove dipingere, al primo piano della struttura. Per un anno, quella stanza sarà il suo atelier, illuminato dalla luce che penetra da una sola finestra, alla quale Van Gogh si affaccia ogni giorno. Il panorama che Vincent scorge da quel punto diventerà presto il soggetto dominante delle opere prodotte durante i mesi che trascorre come “pensionato internato”. Lo stesso campo di grano, dipinto ad ogni cambio di stagione, a diverse ore del giorno, quasi un’ossessione per lui.

In una lettera al fratello Theo Vincent confessa: “[…] attraverso la finestra con le sbarre di ferro posso scorgere un quadrato di grano in un recinto, una prospettiva alla maniera di Van Goyen, sopra la quale al mattino vedo sorgere il sole nel suo splendore“.

Van Goyen è un pittore olandese del Seicento – un artista barocco, proprio come l’autore degli affreschi della Cappella del Doge – uno specialista del paesaggio senza figure umane, un cultore dei colori tenui e delle atmosfere rarefatte del Nord Europa: anche all’interno del manicomio, durante uno dei periodi più duri della sua vita, Van Gogh non rinuncia a riflettere sulla storia dell’arte, si confronta con la pittura barocca cercando di inserire il suo lavoro nel solco di una nobile tradizione. Lui che si è sempre voluto sentire un pittore tra pittori, non un rivoluzionario e nemmeno un alieno, bensì un artista apprezzato per il suo talento.
Di quel campo coltivato esistono almeno dieci versioni, tutte diverse tra loro, tutte uniche.
All’inizio del mese di luglio 1889 dipinge Paesaggio con covoni e luna nascente, dove riprende uno schizzo che aveva disegnato in una lettera inviata a Gauguin: “Ne ho uno in preparazione al sorgere della luna sullo stesso campo dello schizzo della lettera di Gauguin, ma i covoni sostituiscono il grano. È giallo ocra opaco e viola […]”.
La terra si anima trasformandosi in una superficie mobile sulla quale i volumi dei covoni fanno eco ai pendii morbidi delle colline e ai crepacci dei monti.
Siamo all’ora del tramonto, la luna sta sorgendo dietro alle montagne e il grano si tinge di arancione, il tono violaceo dei monti rimanda già ad un paesaggio notturno, i tocchi di pennello risentono ancora del linguaggio inventato dai pittori impressionisti, al quale Van Gogh si sente intimamente legato.
Proprio come Monet aveva trattato i covoni e le cattedrali, così Vincent registra il mutamento della luce e dei colori di uno stesso punto di vista nel corso dei giorni e delle stagioni. Per mesi ripete instancabilmente il campo recintato da un muretto a secco con le montagne sullo sfondo, cambia semplicemente il momento della giornata o aggiunge piccoli dettagli: all’alba, al tramonto, alla sera, a volte inserisce un mietitore. Incredibilmente, nel periodo di maggiore instabilità mentale, riesce a portare avanti un progetto artistico estremamente razionale. Programma le sue sessioni di lavoro, studia gli effetti cromatici e calcola i gesti da compiere sulla tela.

Paesaggio con covoni e luna nascente
 è la prova che Vincent nemmeno a Saint-Remy ha mai dipinto in preda alle sue crisi psicotiche, ma ha sfruttato i suoi rari momenti di lucidità per comporre capolavori di chiara matrice impressionista, esaltati da pennellate sofferte e precarie, che segnano la strada verso l’Espressionismo.

Il Kröller-Müller Museum di Otterlo
In vita, Helene Kröller-Müller volle affidare all’arte il compito di traghettare la società verso il futuro, espandendo il mondo delle opere oltre il concetto del bello.
Desiderando ardentemente appagare l’intima e profonda esigenza di lasciare un segno del proprio passaggio sulla terra, Helene comprese il valore del contributo che sia lei che l’arte potevano dare.
Infatti, tra il 1907 e il 1938 mise insieme una raccolta senza eguali in Europa, che comprendeva dipinti di Picasso, Gris, Mondrian, Signac, Seurat, Redon, Cranach, Gauguin, Renoir e Latour.
Ma fu colei che, prima di ogni altro, seppe apprezzare l’opera di Van Gogh, a cui si sentì legata riconoscendo nella sua arte la sua stessa spiritualità personale e non dogmatica.
Riconoscendo nel pittore olandese lo stesso tormento che la pervadeva, Helene comprese il senso di modernità rivoluzionario nella violenta trascrizione della realtà contenuta nelle opere di Vincent. La ricerca di assoluto di Van Gogh la disorientava e affascinava; percepiva nei dipinti la stessa inquietudine che sente nella sua anima, che trova consolazione e pace grazie al valore terapeutico della pittura, la porta verso un universo altro.
È il 1908 quando acquista il primo dipinto di Van Gogh, poi altri tre nei mesi seguenti e poi altri e altri ancora fino a costituire la collezione di opere del pittore olandese più importante al mondo, seconda solo al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Helene Kröller-Müller espose i quadri di Van Gogh in Europa e negli Stati Uniti incrementando, così, non solo la fama dell’artista ma anche quella della propria collezione, gettando le basi per convincere lo stato olandese a partecipare alla costruzione del museo. Lavori che iniziarono nel 1937 e che videro, un anno dopo, l’apertura al pubblico del Museo con Helene nel ruolo di direttrice.


Informazioni e prenotazioni
T. +39 010 8171600
www.palazzoducale.genova.it
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#CinqueMinutiConVanGogh

Biglietti
Intero
 € 8,00
Ridotto
 € 7,00

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Ufficio Stampa Palazzo Ducale
Massimo Sorci
msorci@palazzoducale.genova.it
T. +39 010 8171619

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it
+39 345 7503572

Coordinamento Comunicazione
e Relazioni esterne Palazzo Ducale
Elvira Bonfanti | ebonfanti@palazzoducale.genova.it
T. +39 010 8171641

Ascona (Svizzera), Museo comunale d’arte moderna: NANDA VIGO. Alfabeto Cosmogonico

Allestimento mostra Nanda Vigo. Alfabeto Cosmogonico, Museo Comunale d’Arte Moderna Ascona,
2 aprile – 25 giugno 2023, ©FotoStudio1 Ascona

ASCONA (SVIZZERA) – MUSEO COMUNALE D’ARTE MODERNA

FINO AL 25 GIUGNO 2023

LA PRIMA RETROSPETTIVA SVIZZERA DI NANDA VIGO

L’esposizione, dal titolo Alfabeto Cosmogonico, ripercorre l’iter creativo di una delle figure più significative del dopoguerra, attraverso 40 opere realizzate tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Duemila.

a cura di Alberto Fiz in collaborazione con Archivio Nanda Vigo

Il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona (Svizzera) apre la stagione espositiva 2023 con la prima retrospettiva in Svizzera di Nanda Vigo (1936-2020), tra le figure più significative del dopoguerra, dal titolo Alfabeto Cosmogonico.
La mostra, in programma dal 2 aprile al 25 giugno 2023,curata da Alberto Fiz e realizzata in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo di Milano, analizza l’intero percorso creativo dell’artista attraverso 40 opere realizzate tra fine degli anni Cinquanta e gli anni Duemila, che documentano le fasi salienti della sua creatività.

Allestimento mostra Nanda Vigo. Alfabeto Cosmogonico, Museo Comunale d’Arte Moderna Ascona,
2 aprile – 25 giugno 2023, ©FotoStudio1 Ascona

“L’opera di Nanda Vigo – afferma Alberto Fiz – rappresenta per lo spettatore l’occasione di un’esperienza immersiva e totalizzante resa esplicita dal progetto espositivo proposto ad Ascona che consente una serie d’interazioni con le opere. L’artista non crea dogmi ma attiva spazi di libertà dove va incontro a una dimensione impercettibile e imponderabile che sembra connettersi con talune problematiche della filosofia e della scienza”.

Il percorso, suddiviso per aree tematiche, si apre con una sezione dedicata all’architettura e per la prima volta vengono riscostruiti, grazie alla collaborazione con l’Accademia di Architettura di Mendrisio (hanno lavorato su disegni originali),  due progetti concepiti rispettivamente nel 1959 e nel 1965 come le Torri cimiteriali (in questo caso, il cimitero si sviluppa in altezza creando le “Twin Towers per i defunti”, come ha affermato Nanda Vigo) e il Monumento per i morti del Vajont, fondamentali per comprendere la sua ricerca successiva. Una serie di documenti video e fotografici illustrano alcuni dei suoi progetti più famosi come la Zero House (1959-1962), la prima delle sue architetture immersive o Scarabeo sotto la foglia (1965-1968) realizzata con Gio Ponti.

Il pubblico entra quindi in relazione con la sua indagine più famosa, quella della fine degli anni Cinquanta legata alla “cronotopia” che rappresenta la fusione del tempo (cronos) con lo spazio (topos) attraverso la luce. Per realizzare i Cronotopo, Nanda Vigo si serve di forme semplici: una struttura quadrangolare di metallo, entro cui inserisce lastre di vetri industriali che filtrano la luce. Quando questa attraversa i vetri, in maniera differente a seconda del momento della giornata (tempo) e dell’angolo con cui vengono colpiti (spazio), generano sensazioni di mutazioni, impressioni incerte di spazio e luminosità diversamente percepibili, capaci di trasportare il visitatore in un’altra dimensione. In mostra, s’incontrano cinque Cronotopo, oltre all’Ambiente Cronotopico del 1968 di oltre due metri e mezzo che consente di vivere un’esperienza immersiva: “La luce va e non ha dimensione e si può viaggiare lontano”, ha scritto a tal proposito Nanda Vigo che ha sempre concepito la sua ricerca in chiave ambientale.

Uscendo dalla sala dedicata alla “cronotopia” si entra in uno spazio dove il dinamismo della luce passa attraverso i Deep Space, realizzati tra il 2010 e il 2015, opere radianti o direzionali in vetro specchiato con all’interno una luce blu che richiama una dimensione cosmogonica.

Non manca poi una sezione dedicata ai Light Tree (1970-1985) che sviluppano un’innovativa idea di riflessione sullo spazio, dove natura e artificio trovano una nuova dinamica. I Light Tree hanno come riferimento la simbologia dell’albero e, come scrive Nanda Vigo: “radici nella terra, rami verso il cielo, figurazione logica, soprattutto se il ramo apporta la luce la cui propagazione nello spazio ci dà la formulazione matematica, l’unica non relativa”.

Al secondo piano, il visitatore viene accolto dalla Parete Cronotopica di oltre quattro metri, realizzata per l’occasione, in grado di modificare radicalmente la percezione complessiva del museo. La Parete Cronotopica rimarrà in permanenza al Museo di Ascona arricchendo la sua collezione d’arte contemporanea.

L’opera è stata eseguita in base ai progetti di strutture modulabili di Nanda Vigo che rappresentano un aspetto fondamentale dei suoi interventi architettonici, come dimostra la presenza della Parete Cronotopica nella sua casa milanese e in quasi tutti i suoi lavori fino ai più recenti.

La rassegna dà poi l’opportunità allo spettatore d’immergersi nei due Genesis Light, del 2006 e 2007, opere in cristallo nero e neon rosso che evocano, con infiniti rimandi, il cosmo e la sua simbologia.

Allestimento mostra Nanda Vigo. Alfabeto Cosmogonico, Museo Comunale d’Arte Moderna Ascona,
2 aprile – 25 giugno 2023, ©FotoStudio1 Ascona

In questa ampia disamina sul lavoro di Nanda Vigo la rassegna analizza in maniera approfondita il rapporto profondo che lega l’artista col mondo del design e in quest’occasione viene creato un vero e proprio spazio abitabile dove si ritrovano le sue creazioni più famose, tra cui il Mobile Cronotopo(1974)o la Golden Gate (1969), la sua lampada più celebre con la luce fluorescente che sembra scaturire direttamente dall’acciaio cromato. Tra gli altri oggetti iconici, la Due Più (1971) dove la seduta e gli schienali in pelo di Mongolia appaiono quasi sospesi dalla struttura in tubolare di acciaio o il lampadario Stars Fell on Alabama (2019) che strizza l’occhioalla musica jazz.

Uscendo dallo spazio dedicato al design, lo spettatore si trova di fronte ai Goral (nella filosofia buddista rappresenta la luce della creazione e nella religione ebraica il destino scelto da noi), due imponenti obelischi della contemporaneità realizzati nel 2015 che custodiscono al loro interno segnali luminosi che evocano universi immaginari.

In un percorso circolare, a concludere la mostra compare l’opera che ne dà il titolo Alfabeto Cosmogonico (anni ’80)con una serie di strutture trapezoidali di differenti dimensioni ricoperte di specchi. Le opere, in base alla loro disposizione, riflettono l’ambiente circostante che diventa parte integrante dell’installazione creando un linguaggio misterioso. Il meccanismo percettivo è reso esplicito dalla proiezione di Venerezia, Venezia è un’illusione cosmica del 1978, un raro film realizzato da Nanda Vigo che la vede protagonista di una performance, dove elementi specchianti interagiscono sia con l’architettura della città lagunare sia con il suo corpo utilizzando il medesimo linguaggio dell’Alfabeto Cosmogonico.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) edito da Magonza che prevede un’esauriente documentazione dell’allestimento al Museocon saggi di Ilaria Bignotti, Alberto Fiz, Fulvio Irace, Barbara Könches, Marco Meneguzzo e dell’Archivio Nanda Vigo.

Copertina Domus n. 653 con ritratto di Nanda Vigo, 1984,
Ph. Gabriele Basilico, courtesy Archivio Nanda Vigo

Nanda Vigo – Note biografiche

Nanda Vigo (Milano, 1936–2020) dimostra interesse per l’arte fin da giovanissima quando ha occasione di trascorrere del tempo in compagnia di Filippo de Pisis, amico di famiglia, e di osservare le architetture di Giuseppe Terragni. Dopo essersi laureata all’École polytechnique fédérale di Losanna decide di partire per l’America dove inizia un importante stage a San Francisco. Nel 1959 Vigo apre il proprio atelier a Milano. Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana e si avvicina poi agli artisti che avevano fondato la galleria Azimut a Milano, Piero Manzoni e Enrico Castellani. In quel periodo tra viaggi e mostre in tutta Europa, Vigo conosce gli artisti e i luoghi del movimento ZERO in Germania, Olanda e Francia. Nella sua attività Vigo sviluppa un percorso interdisciplinare tra arte, design e architettura con molteplici progetti. Nel 1959 inizia la progettazione della ZERO House a Milano, terminata nel 1962. Tra il 1964 e il 1966 partecipa ad almeno tredici mostre ZERO e nel 1965 cura la leggendaria mostra ZERO avantgarde nello studio di Lucio Fontana a Milano. Tra il 1965 e il 1968 collabora e crea con Gio Ponti la casa Lo scarabeo sotto la foglia a Malo in provincia di Vicenza. Negli anni Sessanta inoltre lavora e realizza i Cronotopi, dal greco cronos (tempo) e topos (luogo). Nel 1971 viene premiata con il New York Award for Industrial Design per il suo sviluppo delle lampade (lampada Golden Gate) e nello stesso anno realizza uno dei suoi progetti più spettacolari per la Casa Museo Remo Brindisi a Lido di Spina nei pressi di Ferrara. Nel 1976 vince il 1° Premio St. Gobain per il design del vetro. Negli anni Settanta crea la serie di opere dal titolo Trigger of the Space, mentre nel 1980 realizza Alfabeto Cosmogonico. Degli anni Duemila fanno invece parte opere come Genesis, Deep Space e Galactica Sky. Scompare il 16 maggio 2020 a Milano e il 9 settembre le viene assegnato il premio XXVI Compasso d’Oro alla Carriera.


NANDA VIGO. Alfabeto Cosmogonico
Ascona (Svizzera), Museo Comunale d’Arte Moderna (via Borgo 34)
2 aprile – 25 giugno 2023
a cura di Alberto Fiz in collaborazione con Archivio Nanda Vigo
 
Inaugurazione: sabato 1° aprile 2023, ore 18.30
 
Orari:
martedì-sabato, 10.00 – 12.00; 14.00 – 17.00
Domenica e festivi, 10.30 – 12.30; 14.00 – 16.00
Lunedì chiuso
 
Biglietti:
Intero, 10.00 fr.sv./euro
Ridotto, 7.00 fr.sv./euro (studenti, AVS, pensionati, gruppi)
Gratuito, giovani fino a 18 anni
 
Informazioni:
tel. +41 (0)91 759 81 40; museo@ascona.ch
 
Sito internet: www.museoascona.ch
 
Canali social:
Facebook @museoascona
Instagram @museocomunaleascona
TikTok museocomunaleascona
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, T +39 02 36 755 700; M +39 349 6107625
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Roma, Studio Campo Boario: FINISSAGE La città inservibile. Morfologie indisciplinate – A cura di Michela Becchis

La città inservibile.
Morfologie indisciplinate

A cura di Michela Becchis

Finissage 13 maggio 2023 ore 18.00-21.00

Studio Campo Boario
Viale del Campo Boario 4A – Roma

Fino al 13 maggio 2023 Studio Campo Boario presenta La città inservibile. Morfologie indisciplinateuna mostra-progetto a cura di Michela Becchis, realizzata con il contributo e l’organizzazione di Officine delle Culture APS

La città inservibile è il punto di arrivo di un percorso iniziato un anno fa e che ha visto dialogare in più occasioni 4 artiste e 4 studiose intorno al tema della città e dello spazio urbano. L’incontro fra le diverse sensibilità nell’indagare un “luogo” dalle molte identità, spesso permeato da visioni pregiudiziali, restituisce 4 mostre, molto differenti per medium e immaginari attivati, ciascuna con uno suo spazio definito all’interno di Studio Campo Boario ma tutte allestite in contemporanea: sono percorsi paralleli scaturiti dallo stesso campo di ricerca, frutto di una serie di riflessioni che si sono accavallate nel tempo. 

Il risultato è una intensa trama di relazioni che si rimandano l’un l’altra, offrendo un ventaglio di letture della città: sono letture lucide, conflittuali, illuminate da angolazioni impreviste, che criticano e frantumano qualsiasi cornice omologante. Quali corpi attraversano le nostre città? Quale sguardo oltrepassa la paura per elaborare al femminile pratiche di libertà? Come si può costruire uno spazio urbano dove l’inquietudine si trasformi in elemento conoscitivo e il turbamento in dispositivo per far emergere nuove visioni? 

Questo dialogo, non usuale e aperto, ha “formato” delle coppie che agiscono insieme in questo arcipelago di esposizioni:

Sonia Andresano con Michela Becchis, storica dell’arte e curatrice.
Un disordine difficilmente sanabile riempie lo spazio. Un dissesto che compromette l’equilibrio si espande in un sotterraneo romano. Sulla pavimentazione si specchia l’immagine di una risalita, in questa geometria del disagio, un paesaggio riemerge da una buca.

Francesca Balducci con Daniela Angelucci, docente di Estetica.
Le 12 tavole che compongono il lavoro di Balducci rappresentano paesaggi materici inglobati all’interno di figure. Frutto di una pratica di cammino condotta all’interno della città intesa come relazioni e imprevisti e testimonianza delle alterità incontrate, delle emozioni vissute nei luoghi attraversati.

Matilde Cenci con Federica Castelli, ricercatrice di Filosofia politica. 
Nel suo lavoro fotografico, Cenci costruisce una “città del desiderio” che accoglie elementi naturali e tecnologici con una sua mitologia, un suo passato, suoi abitanti: antichi disegni di cellule diventano le sue mappe e alcune creature alchemiche si presentano come idoli di un luogo urbano che sfugge a ogni binarismo.

Priscilla Pallante con Serena Olcuire, urbanista.
Uno studio preparatorio sulla percezione subliminale nello spazio urbano attraverso modelli, quantitative data, rappresentazioni, artifici. l’Umano e l’Artificiale collaborano ad una riflessione su quanto il pre-giudizio o l’assenza di uno sguardo giudicante possano condurre ad un’alterazione dei dati o, talvolta, alla loro sublimazione.


INFO
La città inservibile. Morfologie indisciplinate
A cura di Michela Becchis
Organizzazione: Officine delle Culture APS
Sonia Andresano/Michela Becchis
Francesca Balducci / Daniela Angelucci
Matilde Cenci / Federica Castelli
Priscilla Pallante / Serena Olcuire

Opening giovedì 20 aprile 2023 dalle ore 18.00 alle 21. 00
Studio Campo Boario di Alberto D’Amico
Viale del Campo Boario 4A – Roma

Finissage 13 maggio 2023 ore 18.00-21.00
Orari: dal giovedì al sabato 18.00 – 20.00 o su appuntamento
Contatti
info@officinadelleculture.org
tel. 3492139838

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca – Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com
info@melaseccapressoffice.itinfo@interno14next.it
tel. 3494945612
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

Roma, Palazzo Bonaparte: SUCCESSO SENZA PRECEDENTI della mostra su VAN GOGH che chiude con oltre 580mila visitatori

Immagine dell’allestimento

LA MOSTRA
“VAN GOGH. Capolavori dal Kröller-Müller Museum”

Più di 3.000 persone al giorno, code incessanti dalla mattina alla sera, Piazza Venezia bloccata per la quantità di persone che hanno quotidianamente atteso di visitare la mostra più amata di sempre. Van Gogh a Palazzo Bonaparte di Roma è la mostra dei record.

580.741 visitatori complessivi provenienti da ogni parte del mondo, 11.000 gruppi70.000 studenti e milioni di foto e commenti sui social e sulla stampa internazionale.

Non si ricordano, almeno negli ultimi 30 anni, mostre che abbiano raggiunto simili risultati.
Il motivo?
“Sicuramente Van Gogh è uno degli artisti più amati dal grande pubblico – dice Iole Siena, Presidente di Arthemisia, che ha prodotto e organizzato la mostra – ma il successo senza precedenti di questa mostra è legato anche e soprattutto a ciò che il pubblico ha trovato in mostra, che è molto di più delle sole opere. La nostra attenzione maniacale per tutti i visitatori, la ricchezza dei contenuti, l’aver accompagnato le opere con scritti, musica, video, lettere e scenografie coinvolgenti, ha fatto la differenza, ha fatto emozionare le persone, ha fatto conoscere Van Gogh nel profondo, ne ha fatto parlare. Le nostre mostre piacciono tanto e hanno risultati diversi dalle altre, perché noi amiamo e rispettiamo profondamente i visitatori, ogni nostro sforzo si rivolge al pubblico, ci immedesimiamo in chi paga un biglietto per apprendere ed emozionarsi. Credo che la differenza stia essenzialmente in questo, nell’amore che il pubblico percepisce quando entra in una mostra Arthemisia.”

Con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è stata prodotta e organizzata da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è stata curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.
La mostra ha visto come main sponsorAceasponsorGenerali Valore Culturaspecial partnerRicolamobility partnerAtac e Frecciarossa Treno Ufficialemedia partnerUrban Vision ed è stata consigliata da Sky Arte.
Il catalogo è stato editato da Skira con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti.

Le grandi mostre d’arte continuano a Palazzo Bonaparte, con due appuntamenti straordinari.
Dal 26 maggio apre al pubblico “SEMBRA VIVO! Sculture iperrealiste dei più grandi artisti contemporanei“, la prima esposizione in Italia di sculture così realistiche da sembrare vive.
Gli artisti esposti sono i più grandi della scena contemporanea internazionale e vanno da Ron Mueck a Maurizio Cattelan, a Sam Jinks, Patricia Piccinini, John DeAndrea, Berlinde de Bruyckere, Carole A. Feuerman, George Segal, Robert Graham e molti altri.
Tra le opere iconiche presenti in mostra i piccioni dell’installazione Ghosts (2021) e la famosa banana Comedian (2019) entrambe di Maurizio Cattelan, la gigantesca testa di uomo Dark Place (2018) di Ron Mueck e Cowboy with hay (1984/1989) di Duane Hanson.

E poi, dal 24 ottobre, sarà la volta della più grande esposizione mai realizzata prima d’ora su ESCHER, il genio olandese che nel giro di pochi anni, grazie anche alle mostre prodotte da Arthemisia nel mondo, è diventato uno degli artisti più amati dal grande pubblico.


Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

Genova, Palazzo Ducale: mostra “Cinque minuti con Van Gogh. A tu per tu con un Capolavoro”

Vincent Van Gogh, Paesaggio con covoni e luna nascente, 1889
Olio su tela, cm 72×91,3 – © Kröller – Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

Dopo il grande successo di “Cinque minuti con Monet” a Palazzo Ducale di Genova torna il format che consente
di stare a tu per tu con i grandi capolavori della storia dell’arte.
Questa volta con l’artista più amato al mondo, Van Gogh.

La mostra aprirà al pubblico venerdì 12 maggio a partire dalle ore 15.00.

Nel 2020, in pieno Covid, Palazzo Ducale di Genova e Arthemisia hanno lanciato un nuovo format: la fruizione “a tu per tu” con i grandi capolavori dell’arte.
La prima volta è toccato a Monet, padre dell’Impressionismo. Migliaia di visitatori hanno potuto godere della bellezza delle Ninfee come non succede mai nei musei o nelle mostre: da soli, in un rapporto intimo e intenso con l’opera d’arte.
Il format, di grande successo, ha ricevuto un importante riconoscimento, il premio Cultura+Impresa 2020-2021.

Questa volta tocca all’artista più amato al mondo, Vincent Van Gogh, di cui sarà esposta una delle sue opere iconiche, Paesaggio con covoni e una nascente realizzato a Saint-Rémy-de-Provence nel luglio 1889.

Nel periodo di maggiore instabilità mentale, Van Gogh realizza quest’opera durante il suo ricovero volontario presso il manicomio di Saint-Paul-de-Mausole e riproduce il panorama che scorgeva dalla finestra della sua cella: un campo di grano, dipinto ad ogni cambio di stagione, a diverse ore del giorno, che diventerà presto il soggetto dominante delle opere di questo periodo e quasi un’ossessione per lui.

Dal prossimo 12 maggio e fino al 10 settembre 2023, questo capolavoro sarà esposto a Palazzo Ducale nella Cappella del Doge, per essere ammirato in solitudine (o in coppia, o in famiglia, ma comunque in modo intimo ed esclusivo).
L’esposizione, a cura di Costantino D’Orazio, è promossa e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la CulturaComune di GenovaRegione Liguria eArthemisia, in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo.
La mostra vede come sponsor tecnico Acuson.


Informazioni e prenotazioni
T. +39 010 8171600
www.palazzoducale.genova.it
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#CinqueMinutiConVanGogh

Biglietti
Intero
 € 8,00
Ridotto
 € 7,00

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Chiasso (Svizzera), m.a.x. museo: ORIO GALLI. Grafica e grafismi

Orio Galli, Senza titolo, 1999, Ecoline, 100 x 70 cm Collezione m.a.x. museo, Chiasso Fotografia di Carlo Pedroli

CHIASSO (SVIZZERA) | m.a.x. museo

DAL 30 APRILE ALL’8 OTTOBRE 2023

ORIO GALLI
GRAFICA E GRAFISMI

L’esposizione ripercorre oltre metà secolo di carriera del designer, grafico, pittore, illustratore, calligrafo e disegnatore satirico svizzero, attraverso più di 300 pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, cartoline, pubblicazioni varie e libri d’artista.

Fino all’8 ottobre 2023, il m.a.x. museo a Chiasso (Svizzera) presenta la prima antologica di Orio Galli (1941), designer, grafico, pittore, illustratore, calligrafo e disegnatore satirico svizzero.
L’esposizione, curata da Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini, nuovo appuntamento del filone dedicato alla graphic design, ripercorre oltre cinquant’anni di carriera di Orio Galli, autore che ha saputo usare un registro linguistico personale volto a una ricerca estetica non disgiunta da un impegno etico, attraverso più di 300 pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, cartoline, pubblicazioni varie e libri d’artista.

La cifra grafica di Galli risiede nella continua dialettica fra segno libero e segno strutturato, fra informalità e geometria, tra improvvisazione e disciplina. La passione per la calligrafia e la gestualità porta Orio Galli a dare ai suoi lavori grafici una impronta spesso pittorica, con forte sensibilità cromatica. Nicoletta Ossanna Cavadini, infatti, afferma che “la grafica di Orio Galli si articola, da un lato su modalità care alla “scuola svizzera” in cui sono leggibili le griglie modulari, la grammatica della Concrete Kunst, l’uso della diagonale anche per il lettering, aspetti capaci di creare effetti dinamici di forte impatto percettivo; dall’altro su un’impostazione a composizione visiva libera, basata sul gesto creativo con forme di scrittura espressiva; altra e ultima pista indagata da Galli è la giustapposizione fra la emozionale immagine fotografica e lo slogan tipografico”.

Il percorso espositivo, organizzato secondo un criterio tematico-cronologico, analizza il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che hanno caratterizzato il suo lungo iter creativo, dai manifesti – celebre è quello Ticino: terra d’artisti del 1984 -, corporate identity, logo, come quello realizzato negli anni settanta per l’Ente ticinese per il turismo, stemmi per i Comuni del Cantone Ticino oltre che stampati ufficiali per la Confederazione elvetica, francobolli, dépliant e brochure. Galli vince più volte il concorso de “I più bei libri svizzeri” e molte delle copertine dei suoi libri ottengono menzioni.

Orio Galli, nato a Milano nel 1941 dal ticinese Sergio Galli e dalla milanese Adele Redaelli, i quali nel 1943 rientrano in Svizzera, frequenta la scuola dapprima a Lugano, in seguito l’apprendistato di grafico vetrinista e poi a Zurigo la Kunstgewerbeschule (Scuola di Arti Applicate) dove ha modo di conoscere all’inizio degli anni sessanta Oliviero Toscani, Antonio Tabet e Flavio Rimoldi, che studiavano alla scuola di grafica nella stessa città. Dopo varie frequentazioni milanesi e alcuni corso all’Accademia di Belle arti di Milano, nel 1963 Orio Galli consegue il certificato federale di grafico a Bienne, ed è il primo in Ticino a ottenere l’attestato cantonale di grafico emesso nella nuova formula istituzionale. Sul finire degli anni sessanta, è vicino all’ambiente milanese dei grafici svizzeri e a quello di Monte Olimpino a Como, diretto da Bruno Munari. Entra quindi in contatto con Max Huber, Heinz Waibl.

Orio Galli inizia la libera professione di grafico nel 1968 aprendo il suo studio a Caslano, nei pressi di Lugano. Tra i suoi primi lavori, si ricorda quello per l’Hotel Olivella au Lac a Morcote che gli fa conquistare importanti committenze, come quelle dell’Ente Turistico Ticinese e dell’Ente turistico Locarno e Valli, ai quali propone un’immagine grafica innovativa, completata dalla realizzazione del logo Ticino, e poi quello della città di Locarno, unito allo slogan: “Locarno… naturalmente”. Cura importanti realizzazioni grafiche anche su incarico della RTSI (Radio Televisione della Svizzera italiana), l’OCST (Organizzazione cristiano-sociale ticinese) e l’UNST (Ufficio nazionale svizzero del turismo).

La sua lunga carriera lo porta a diventare uno dei più rinomati grafici a livello svizzero. Oltre ai loghi, realizza brochures, dépliant e studi di lettering e layout per “Malcantone”, “Monte Generoso” e il più celebre “Il Mendrisiotto, una regione viva”.

Molti sono gli elaborati grafici svolti per la Confederazione, dalla grafica per i censimenti dell’Ufficio federale di statistica al logo e le proposte di attualizzazione dello stesso per l’Ufficio federale della comunicazione, passando per i prospetti di votazione e i manifesti per il 700esimo.

Inoltre, Orio Galli ha eseguito vari studi sulla croce svizzera, reinterpretandola sia dal punto di vista artistico, sia dal punto di vista geometrico.

All’attività di grafico, Orio Galli affianca per alcuni anni quella di docente alla CSIA.

Orio Galli, Senza titolo, 1999, Ecoline, 100 x 70 cm Collezione m.a.x. museo, Chiasso Fotografia di Carlo Pedroli

In occasione dell’antologica, Orio Galli ha donato il suo corposo archivio grafico al m.a.x. museo: le opere sono quindi entrate a far parte della collezione d’arte del Centro Culturale Chiasso. L’archivio delle vignette satiriche è stato invece donato all’Archivio Cantonale Prezzolini della biblioteca Cantonale di Lugano.

Accompagna la mostra un catalogo bilingue Fidia Edizioni d’arte, Lugano.

La rassegna gode del patrocinio morale di Ticino Turismo e del contributo del progetto Cultura in Movimento.

La mostra inoltre è realizzata in sinergia con la Biblioteca cantonale di Lugano, la quale presenta una selezione di opere presso la sua sede (Miscellanea e vignette satiriche, 29 aprile –30 giugno 2023; – I «Galligrammi d’Orio» e la grafica libraria, 3 luglio – 2 settembre 2023).

L’esposizione è resa possibile grazie al Dicastero Attività culturali del Comune di Chiasso, con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos, del progetto Cultura in Movimento, e il contributo dell’associazione amici del m.a.x. museo (aamm).


ORIO GALLI. GRAFICA E GRAFISMI
Chiasso (Svizzera), m.a.x. museo (Via Dante Alighieri 6),
30 aprile – 8 ottobre 2023
a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini
 
Orari
martedì – domenica, ore 10.00 – 12.00 e 14.00 – 18.00
 
Indirizzo e informazioni:
Via Dante Alighieri n.6
CH-6830 CHIASSO
Tel. 0041 58 122.42.52
info@maxmuseo.ch
www.centroculturalechiasso.ch
 
 
Ingresso
Intero: CHF/Euro 10.-
Ridotto: CHF/Euro 7.- (AVS/AI, over 65 anni, studenti, FAI SWISS, FAI, TCS, TCI, convenzionati)
Scolaresche e gruppi di minimo 15 persone: CHF/Euro 5.-
Metà prezzo: Chiasso Card
Gratuito: Carta Raiffeisen, bambini fino a 7 anni, Aiap, associazione amici del m.a.x. museo, giornalisti, ICOM, Passaporto Musei Svizzeri, Visarte
Entrata gratuita: ogni prima domenica del mese
 
Ufficio stampa Svizzera
Laila Meroni Petrantoni
m.a.x. museo
T. +41 58 122 42 52
M. +41 76 563 34 77
ufficio.stampa@maxmuseo.ch
www.centroculturalechiasso.ch
 
Ufficio stampa Italia
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, tel. 02 36 755 700
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

A L’Arca di Teramo arriva eXtralap, laboratorio arti performative – Laboratori Performance Talk

A L’Arca di Teramo arriva eXtralap
un laboratorio urbano di arti performative

Laboratori – Performance – Talk – Proiezioni

A cura di Roberta Melasecca

Apertura e presentazione 10 maggio 2023 ore 17.30

L’Arca – Laboratorio delle arti contemporanee
Largo San Matteo – Teramo

10 maggio – 18 giugno 2023

Il 10 maggio 2023 prende il via, presso gli spazi de l’Arca – Laboratorio delle arti contemporanee di Teramo, la prima edizione di eXtralap – laboratorio arti performative, un laboratorio dedicato alla ricerca artistica nel campo delle arti performative, a cura di Roberta Melasecca, all’interno di eXtramuros, un progetto promosso dall’Associazione culturale blowart, coordinato dal consigliere comunale delegato dall’Amministrazione Comunale, Luca Pilotti, con il contributo dello stesso Comune e il patrocinio di Cittadellarte Fondazione Pistoletto. 

eXtralap è un laboratorio urbano intensivo, aperto a tutta la cittadinanza, che riflette e incarna l’idea di una città aperta, osmotica, circolare, che vuole connettersi al panorama artistico nazionale e ai centri di produzione artistica regionali e incentivare così la nascita una comunità unita, attiva, dialogante, attenta alle visioni, che aiuta, che supporta, che crea, che illumina, che consola, che immagina, che impara dai processi virtuosi, che accoglie proposte e dinamiche inedite. Infatti, tutti i laboratori vogliono indagare quali sono i processi dell’andare e tornare nella propria terra e nella propria città con la consapevolezza di voler essere costruttori in prima persona di un sistema fluido che non comprende barriere e frontiere ma ci fa diventare contemporaneamente cittadini della nostra città e cittadini del mondo.

Dal 10 maggio al 18 giugno, pertanto, gli spazi del polo museale teramano saranno animati da ben 13 laboratori: il ricco e intenso programma prevede anche 5 talk con la proiezione in esclusiva del film “Franko B Because of love”, a cura di Palazzo Lucarini Contemporary – che quest’anno festeggia i trenta anni di attività culturale – e dedicato alla vita di Franko B, una delle figure cardine del mondo dell’arte performativa contemporanea, e del documentario “La traversata delle Alpi” di Renato Petrucci, a cura di CORPO.doc | performance e arti visive promosso dal Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art (CAPPA) di Pescara – la cui edizione 2023 inaugura il prossimo 19 maggio – che documenta l’intervento installativo dell’artista Fabio De Sanctis a Penne il 23 marzo 1975. Il 15 e 16 giugno, invece, due giornate dedicate ai progetti-laboratori dei vincitori della Call eXtralap, dedicata a Under 35. 

Saranno, dunque, tutte le opere risultanti dai laboratori a costruire il vero e proprio allestimento dello spazio museale: un lavoro corale che prenderà vita di giorno in giorno e che sarà visibile nella sua completezza solo il 18 giugno 2023, giornata non della fine di un progetto ma di inaugurazione di tutte le opere prodotte. 

Sempre il 18 giugno è previsto anche un incontro con tutti gli artisti teramani che hanno fatto la storia culturale della città, dagli anni ’70 agli anni ’90. 

I laboratori inizieranno nel mese di maggio con un approfondimento del nostro mondo dei sogni, che trae ispirazione dalle tecniche del Social Dreaming e Sand Play, con il laboratorio Corpi sognanti di Mandra Cerrone coadiuvata dallo psicoanalista Marco Alessandrini, per passare poi a tematiche connesse all’ambiente e al nostro rapporto con l’ecosistema nel laboratorio Peradam di Nora Lux e in Da codirosso a pettirosso di Monica Pirone. Il mese di giugno verrà inaugurato con l’azione performativa New Humans di Lucrezia Testa Iannilli, tra il museo e i portici di Corso S. Giorgio; a seguire il laboratorio di fotografia Mobile – Immobile di Silvia Stucky e quello di disegno Camminare dentro di Eva Gerd. Dal laboratorio di Paolo Angelosanto, si procede con Tutto scorre di Francesca Lolli, incentrato sul tema dell’acqua, e con Langelo di Alessandra Cristiani, performance e laboratorio di fotografia. Anche il laboratorio di Francesca Romana PinzariTransito sacro, si svolgerà in parte all’interno de L’Arca e, nella sua azione finale, apparirà come una processione laica con partenza da Corso de Michetti; seguiranno il laboratorio Realtà istantanee di Barbara Lalle Marco Marassi, incentrato sul confine del contatto relazionale, e Non partenza, volo di Giovanna Lacedra, una narrazione sincera ed emozionale, attraverso la scrittura di lettere sul sogno, sulla meta, sull’ambizione che ha generato la partenza dalla propria città. I laboratori termineranno con l’azione performativa-partecipativa Il Mare di Teramo degli artisti innocenti lungo Corso S. Giorgio e Piazza Martiri. 

ArtistəPaolo Angelosanto, Artisti Innocenti, Mandra Cerrone, Alessandra Cristiani, Eva Gerd, Giovanna Lacedra, Barbara Lalle e Marco Marassi, Francesca Lolli, Nora Lux, Francesca Romana Pinzari, Monica Pirone, Silvia Stucky, Lucrezia Testa Iannilli. 

Centri di produzione artistica: Accademia di Belle Arti de L’AquilaCORPO.doc | performance e arti visive promosso dal Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art (CAPPA) di Pescara, Palazzo Lucarini Contemporary – Trevi (PG); MuseoLaboratorio Ex Manifattura Tabacchi – Città Sant’Angelo (PE); Spazio Matta – Pescara (PE).


PROGRAMMA

10 maggio ore 17.30: APERTURA AL PUBBLICO – Presentazione Laboratori
14 maggio ore 17.00: CORPO.doc | performance e arti visive promosso dal Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art (CAPPA) di Pescara. Talk con Ivan D’Alberto, Linda Musa. Presentazione nuova edizione di CORPO.doc | performance e arti visive dal 19 maggio al 20 giugno 2023. Proiezione “La traversata delle Alpi” di Renato Petrucci
17 maggio: MONICA PIRONE “Da codirosso a pettirosso” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
18 maggio ore 17.30: MUSEOLABORATORIO Talk con Enzo De Leonibus
18-19 maggio: NORA LUX “Peradam” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
20 maggio ore 17.00: ACCADEMIA BELLE ARTI L’AQUILA Talk con Elena Bellantoni, Silvano Manganaro
21 maggio: MANDRA CERRONE “Corpi sognanti” con Marco Alessandrini Laboratorio ore 10-13 / 16-19
31 maggio ore 17.00: SPAZIO MATTA Talk con Marcella Russo, Annamaria Talone
1 giugno: LUCREZIA TESTA IANNILLI “New Humans”Azione performativa ore 16 L’Arca; dalle ore 14 Portici Piazza Martiri
2-3 giugno: SILVIA STUCKY “Mobile – Immobile” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
2-3 giugno: EVA GERD “Camminare dentro” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
3 giugno ore 16.00: PALAZZO LUCARINI CONTEMPORARY Talk con Maurizio Coccia. Proiezione film “Franko B Because of love”
3-4 giugno: PAOLO ANGELOSANTO “Work in progress” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
6-7-8 giugno: FRANCESCA LOLLI “Tutto scorre” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
8-9 giugno: ALESSANDRA CRISTIANI “Langelo” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
9-10 giugno: FRANCESCA ROMANA PINZARI “Transito sacro”. Laboratorio venerdì ore 10-13 / 16-19. sabato ore 10-13 L’Arca; ore17 da Corso De Michetti
10-11 giugno: BARBARA LALLE / MARCO MARASSI “Realtà istantanee” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
15-16 giugno: VINCITORI CALL EXTRALAP Laboratorio ore 10-13 / 16-19
17 giugno: GIOVANNA LACEDRA “Non partenza, volo” Laboratorio ore 10-13 / 16-19
17 giugno : ARTISTI INNOCENTI “Il Mare di Teramo” Azione performativa dalle ore 17 Piazza Martiri
18 giugno ore 16.00: INCONTRO “Io mi ricordo” Narrazioni della vita culturale anni ’70 – ’90
18 giugno ore 18.00: Vernissage


INFO
 
eXtralap
laboratorio arti performative
I edizione
a cura di Roberta Melasecca
all’interno di eXtramuros
Comitato scientifico: Roberta Melasecca, Michela Becchis, Simona Isacchini
 
eXtramuros
Con il patrocinio di: Comune di Teramo
In compartecipazione con: Comune di Teramo
Con il patrocinio di: Cittadellarte Fondazione Pistoletto ONLUS
Promosso da: Associazione blowart
Coordinamento: Luca Pilotti – Consigliere comunale delegato dall’Amministrazione Comunale
Direzione artistica e organizzativa: Roberta Melasecca, Pina Manente
Thanks to: Supermercato Re Mercato – Bisenti; Savini Costruzioni; Mediterranea Surgelati

Contatti e Comunicazione
Roberta Melasecca
extramurosteramo@gmail.com
roberta.melasecca@gmail.com
tel. 3494945612
www.melaseccapressoffice.it
Facebook: www.facebook.com/extramurosteramo
Web: https://extramurosproject.wordpress.com

Brescia, Vigneto Pusterla: EXPECT MORE, l’opera luminosa di Massimo Uberti

Massimo Uberti, EXPECT MORE, ph M. De Luca

BRESCIA
AL VIGNETO PUSTERLA

EXPECT MORE

L’OPERA LUMINOSA
SITE-SPECIFIC

DI MASSIMO UBERTI

Il Vigneto Pusterla di Brescia ospita, fino a settembre 2023, EXPECT MORE, l’opera luminosa di Massimo Uberti, che l’artista bresciano ha appositamente pensato per il più esteso vigneto urbano d’Europa.
EXPECT MORE di Massimo Uberti, a cura di Ilaria Bignotti in collaborazione con Camilla Remondina, è stato commissionato da Cherubini S.p.A. e accolto dall’azienda vinicola Monte Rossa, nell’àmbito del progetto La Via delle Sorelle, l’itinerario di circa 130 chilometri che unisce Bergamo a Brescia, lungo il territorio naturalistico delle due province, promosso dai Comuni e dalle Province delle due città, ideato e coordinato dall’associazione Slow Ride Italy e realizzato nel contesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

L’installazione site-specific di Massimo Uberti, realizzata in ferro e green neon, innovativa soluzione di illuminazione sostenibile applicata nell’installazione artistica, racconta la promessa di una continua evoluzione per dare sempre di più e trasmettere un messaggio di apertura verso aspettative più ampie nei confronti di se stessi e del territorio.

L’arte è luce che guida lo spettatore lungo un percorso di crescita e incontro, di ricerca e di progresso. EXPECT MORE è l’invito ad andare oltre l’immediato e ad aprirsi alla scoperta, promessa di maggiori aspettative verso la realtà e sé stessi.

L’installazione nasce dall’incontro e condivisione tra la filosofia aziendale di Cherubini S.p.A. e la volontà dell’artista di dare forma ad un messaggio che considera così importante: “aspettarsi di più e migliorare, migliorarsi, sempre”.

“Dopo Light is Life – Festa delle luci A2A, il Colle Cidneo torna ad illuminarsi grazie alla Capitale Italiana della Cultura. Questa volta siamo su uno dei suoi versanti, magnificamente immersi nel Vigneto Pusterla, un piccolo gioiello incastonato sotto il nostro Castello. Una location suggestiva che fa da splendida cornice alla prima delle opere artistiche che illuminano e arricchiscono La Via delle Sorelle, il cammino che unisce Brescia e Bergamo inaugurato pochi giorni fa” commenta la vicesindaco Laura Castelletti. “Sono particolarmente affezionata a La Via delle Sorelle, e scoprire oggi insieme la prima opera artistica che la arricchisce è per me emozionante, rende tutto questo ancora più reale e concreto. L’opera EXPECT MORE di Massimo Uberti è poi legata alla luce e, ancora una volta, chiude perfettamente il cerchio intorno alla Città illuminata che tanto abbiamo voluto come slogan per Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura. Sono certa che in tanti – conclude – saliranno fino a qui per scoprire questo angolo di meraviglia e, perché no, partire alla scoperta de La Via delle Sorelle”.

Ilaria Bignotti, curatrice del progetto e membro di Slow Ride Italy, racconta: “L’installazione di Uberti è la perfetta icona della Capitale Italiana della Cultura 2023, il cui claim è: La Città Illuminata. EXPECT MORE, infatti, ci illumina la strada da seguire. Il messaggio che vuole dare a chi ha appena intrapreso La Via delle Sorelle a Brescia è Aspettati di più da questo nuovo viaggio, non il solo camminare ma vivere un’esperienza a 360° nel territorio, e per chi è giunto al termine, arrivando da Bergamo, è un invito a non fermarsi e continuare il proprio percorso di scoperta e riscoperta. L’opera parla persino del luogo in cui è collocata, Aspettatevi di più dalle uve che vedrete crescere in questi mesi sotto la sua luce”.

Luciana Cherubini, marketing manager di Cherubini Group, afferma: “La capacità di essere in costante movimento e di andare oltre, è ciò che sin dalle origini muove la nostra evoluzione e abbiamo trovato la formula che meglio esprime l’energia positiva di questo tendere verso “qualcosa in più”. EXPECT MORE è il claim che abbiamo creato per condividere la filosofia di Cherubini Group, il modo di fare e di pensare che contraddistingue il passato, il presente ed il futuro della nostra realtà. È da un lato l’invito a mantenere un’alta aspettativa nei nostri confronti, dall’altro la promessa da parte nostra del massimo impegno ad offrire più di ciò che ci si aspetta. EXPECT MORE è un’affermazione concisa e sintetica, ma in grado di ispirare ampi scenari: da qui nasce la collaborazione con Massimo Uberti, che ha saputo elevare il messaggio ad un ulteriore livello, aprendolo al dialogo con il pubblico di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”.

“È con entusiasmo che il Vigneto Pusterla accoglie EXPECT MORE, opera che impreziosirà e illuminerà non solo il cammino dei bresciani, ma di tutti coloro che – arrivando al cospetto del Cidneo – si lasceranno stupire da questo scorcio di natura divenuto con orgoglio galleria d’arte a cielo aperto. EXPECT MORE esprime ottimismo, voglia di innovare e di guardare al futuro con impegno, fiducia e consapevolezza, gli stessi valori che Monte Rossa ogni giorno diffonde con la sua filosofia ed esprime attraverso il proprio vino”, così commenta Emanuele Rabotti, patron di Monte Rossa e proprietario del vigneto Pusterla.

Massimo Uberti – Note biografiche

Massimo Uberti (Brescia, 1966) esordisce agli inizi degli anni ’90 dopo l’esperienza come membro del gruppo d’artisti dello spazio Lazzaro Palazzi di Milano.

Spazio, luce e superficie sono gli elementi che da sempre mette al centro della sua ricerca per plasmare opere che si inseriscano nel territorio e creare luoghi paralleli, irreali che ridisegnano temporaneamente il Paesaggio. Un luogo illusorio e ricco di suggestioni che si confronta con il reale, forma un tempo presente in cui ci si ferma per riflettere e per pensare o più semplicemente per sognare, uno spazio “per abitanti poetici”.

Negli ultimi anni è stato partecipe di molte esposizioni in Italia e all’estero: ESSERE SPAZIO (2020), nell’oasi del WWF al Lago di Burano; PARRAN FAVILLE (2021) in collaborazione con l’UNESCO e la Città di Verona; Today I Love You (2021) all’University Medical Centre di Amsterdam; ORBITA (2022), vincitrice del PAC proposto dal MIBACT e CITTA’ IDEALE (2022) esposta al NOOR Festival di Riyadh.


DATI TECNICI E INFORMATIVI DELL’OPERA

Artista: Massimo Uberti
Titolo: EXPECT MORE
Anno: 2023
Materiali: green neon, ferro, trasformatori
Dimensioni: 3×12 m
Tipologia di opera: installazione luminosa site-specific
Posizionamento temporaneo: Vigneto Pusterla, Brescia
Progetto a cura di: Ilaria Bignotti
Con la collaborazione di: Camilla Remondina

ENTI E PARTNER DI PROGETTO
Commissionato da:
Cherubini S.p.A.

In collaborazione con:
Vigneto Pusterla – Società Agricola Monte Rossa Srl

Progetto artistico nell’ambito del cammino:
La Via delle Sorelle, coordinato da Slow Ride Italy
 
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